“Io sto con i kulaki” ovvero piccole riflessioni sulla giustizia tributaria
“Per eliminare gli evasori come classe non è sufficiente la politica di limitazione e di eliminazione di singoli gruppi di evasori, […] è necessario spezzare con una lotta aperta la resistenza di questa classe e privarla delle fonti economiche della sua esistenza e del suo sviluppo“. Sostituite “evasori” con la parola “kulaki” ed avrete ottenuto una citazione di Josif Stalin tratta da “Questioni di leninismo”.
In tempi di austerity, ma probabilmente sarebbe più corretto dire in tempi di declino economico, la lotta all’evasione a prescindere da qualsiasi criterio di razionalità giuridica ed economica è divenuto il mantra di cui tutti si riempiono la bocca salvo poi preferire regolarmente in privata sede il conto senza fattura. Nei pubblici dibattiti l’italica fantasia si sviluppa nel proporre la tassa più bella o il lacciuolo più intelligente. Personalmente vorrei un fisco più leggero, equo ed efficiente come accade nella maggior parte dei paesi sviluppati, ma se proprio rivoluzione o “guerra civile” deve essere ecco, in questo momento ho pochi dubbi: io sto con i kulaki. Certo, turandomi il naso e ricordando che una buona ripartizione degli oneri pubblici sono alla base della convivenza civile. Ma sempre e comunque, messo alle strette, tra percettori e produttori sarò più comprensivo verso le ragioni di questi ultimi. Perché non credo che la “radice di tutti i mali” del nostro sistema risieda nel precario che arrotonda con le ripetizioni, nella sartina che cuce in garage, nella babysitter, nel pensionato che ripara rubinetti a venti euro o negli straordinari pagati fuori busta per non far perdere gli assegni di famiglia all’operaio. E state pure certi che in uno stato forte con i deboli e debole con i forti, saranno costoro ad aver da temere. Non certo i proprietari di Ferrari che nel giro di qualche anno vedremo girare con la targa del Principato di Monaco o della Repubblica di San Marino. Ciò premesso, articolo la mia posizione.
L’applicazione della normativa tributaria deve essere un’attività di tipo rutinario, come l’applicazione della legge e l’amministrazione della giustizia. E come queste deve avvenire nel rispetto di norme consone allo stato di diritto, non sulla scorta di provvedimenti emergenziali che finiscono per colpire in larga parte i soliti noti. Vi sono tre elementi principali che concorrono a determinare l’entità dell’evasione:
- Il carico fiscale
- La possibilità di venire scoperti e le relative sanzioni
- La qualità percepita dei servizi pubblici erogati con le imposte raccolte
Una bassa pressione fiscale riduce l’incentivo ad evadere, un sistema tributario semplice risulta di più facile applicazione, facilita il calcolo delle imposte, lascia meno margine alla discrezionalità e all’interpretazione, rende le sanzione più certe. Al tempo stesso il modo in cui i tributi vengono spesi e la qualità dei servizi offerti sono ciò che distinguono il finanziamento collettivo di beni, servizi e reti di protezione sociale da un testatico medievale.
Occorre inoltre precisare alcuni concetti importanti:
- Il recupero deve andare di pari passo con la riduzione del carico su chi è già oberato, altrimenti equivale ad un incremento secco della pressione tributaria dagli effetti palesemente recessivi.
- Il recupero deve minimizzare le conseguenze comportamentali: ovvero una normativa il cui rispetto rende poco economico lo svolgimento di un’attività lavorativa è sbagliata. E’ sbagliata per il produttore, per il consumatore e per l’erario stesso. Questo riguarda particolarmente tutta una serie di attività come quelle sopra elencate (ripetizioni, lavoretto del pensionato, straordinario fuori busta, sartoria, pulizia delle scale, etc.) che potremmo definire “a bassa complessità”. Attività cioè particolarmente semplici, dove la quasi totalità del valore aggiunto è costituita dalla prestazione lavorativa e che spesso, specie in periodi recessivi, sono dei veri e propri ammortizzatori sociali. In un mondo ideale non dovrebbe essere così, ma nell’attesa di diventare la Danimarca, eviterei nella recessione prossima ventura di andare a spaccare gli stinchi a chi, privo di lavoro, si arrangerà in qualche modo per non trovarsi con le chiappe al freddo. A tal proposito sarebbe l’ora di prendere in considerazione dei modelli di fiscalità di tipo forfettario in relazione al volume d’affari con una soglia minima di esenzione la cui caratteristica sia l’estrema semplicità in modo da essere intelligibili anche per persone con un basso grado di istruzione.
- La focalizzazione sul contante non deve risultare in una fobia. L’utilizzo della moneta elettronica è un fatto di praticità ma nessun sistema fiscale ha migliorato le proprie performance in modo decisivo con misure limitative dell’uso del contante. Soglie troppo basse, come quelle approvate, abbinate ad adempimenti draconiani con tanto di responsabilità penale a carico degli operatori producono esternalità negative quali un numero abnorme di transazioni segnalate con un incremento esponenziale dei falsi positivi (e dei relativi costi di controllo e contenzioso) ed un vistoso aumento dell’effetto network. Ovvero della convenienza da parte degli operatori economici a intrattenere rapporti con altri soggetti che si comportano in modo analogo: in pratica chi già fa un po’ di nero è più incentivato a farne un più intrattenendo più rapporti con clienti e fornitori che fanno altrettanto.
- In una prospettiva di medio e lungo termine il contrasto dell’evasione fiscale deve avvenire in un sistema tendenzialmente il più inclusivo possibile, scoraggiando gli operatori ad agire al di fuori di esso e incentivandoli ad utilizzare canali tracciabili: da questo punto di vista una giustizia civile inefficiente costituisce un grosso handicap. Le transazioni tracciate sono utilizzabili al fine di dirimere i contenziosi, tutelare la proprietà e favorire il rispetto dei contratti. Tribunali con tempi biblici eliminano quest’incentivo importante aumentando la sensazione di pagare per un sistema che non offre servizi al momento del bisogno. L’arbitrarietà e la frequenza con cui vengono cambiate le norme per la comunicazione al fisco delle operazioni bancarie, le modalità di calcolo delle imposte sugli investimenti, etc. rischiano di trasmettere un messaggio pericoloso: quello che in Italia la banca è il posto in cui il governo ti prendi i soldi quando non ha niente di meglio da inventarsi.
- Con buona pace dei moralisti l’evasione non è assimilabile ad un furto nel senso letterale del termine. E’ un comportamento da free rider in cui il danno si manifesta non nel momento in cui il fatto economico viene compiuto, ma quando l’evasore beneficia di servizi al cui pagamento non ha contribuito (strade, ospedali, etc.). Facciamo esempi banali. Per imbiancare casa è possibile: i) chiamare un imbianchino oppure ii) fare da soli. Nel primo caso l’imbianchino rinuncia a del tempo libero mentre il proprietario rinuncia ad una cifra x che rappresenta il reddito monetario dell’imbianchino (il tempo libero è il ricavo del proprietario). Nel secondo caso è il proprietario che rinunciando al tempo libero e risparmiando un esborso produce un reddito reale a proprio favore. Anche se il lavoro ed il risultato finale è lo stesso il primo caso rientra nel conteggio del pil e genera una base imponibile, mentre il secondo no. Ma in ogni caso l’attività economica reale è sempre la stessa. Affermare che la mancata fattura da parte dell’imbianchino è un furto per la collettività significa che è un furto non pagare le tasse sui lavori in economia. Caso simile è quello di un pensionato che sposa la badante: questa continuerà a svolgere le stesse mansioni di prima, ma in qualità di moglie ovviamente non è non riceverà uno stipendio “regolare” (gravato da imposte e contributi). Il pil diminuisce, le tasse calano ma l’attività economica ed il benessere dei soggetti coinvolti rimane identico. Ma in ogni caso (anche in quello dell’imbianchino che omette la fattura) il reddito monetario verrà comunque successivamente speso o investito ed una parte del gettito verrà recuperata in forza di una maggior velocità di circolazione monetaria e dell’attività economica.
- Le norme fiscali sono la risultante delle decisioni politiche su come ripartire gli oneri collettivi delle spese pubbliche deliberate. La qualità della spesa è molto importante nel valutare le aspettative e le pretese di pagamento. La redistribuzione, più volgarmente detta equità, non dipende unicamente dal lato delle entrate ma anche da quello delle uscite. Circa il 10% dei beneficiari delle pensioni erogate in Italia riceve circa il 30% della spesa pensionistica. Un sistema progressivo che finanzia le rendite e le auto blu degli alti papaveri della burocrazia può tranquillamente finire per essere più iniquo di uno “flat” che concentra i propri interventi di spesa nei decili di reddito inferiori e nelle situazioni di disagio sociale.
- Un altro problema è quello dei privilegi acquisiti. Prendiamo il caso di un baby pensionato: questo ha formalmente pagato tutte le imposte (e rispettato quindi alla lettera la legislazione all’epoca vigente). Queste imposte e contributi però gli hanno conferito un “entitlement” particolarmente onereoso, ovvero il diritto a ricevere prestazioni future del tutto sproporzionate a quanto pagato e che dovranno essere sostenute dai lavoratori futuri. Da questo punto di vista il costo sociale per la collettività surclassa di gran lunga quello di un piccolo evasore che in ragion di ciò si ritrova al più una pensione di 500 euro a 65 anni. In materia previdenziale alcuni diritti acquisiti (in particolare baby pensioni, pensioni precoci e pensioni d’oro) finiscono per produrre situazioni di antieconomicità ed iniquità perfettamente legali, ma socialmente più dannose e regressive di molte forme di evasione marginale.
Quello che preoccupa è l’involuzione culturale per cui la proprietà privata diventa quasi un furto salvo giustificazione con apposta marca da bollo e sogni piccolo borghesi come una casa di proprietà, un bilocale al mare, la possibilità di aiutare i figli a farsi quattro mura o avviare un’attività meritino una sorta di stigma sociale.
“Vi è una situazione per cui il contadino ha paura di farsi un tetto di lamiera perché teme di essere dichiarato kulak, se acquista una macchina cerca di fare in modo che i comunisti non se ne accorgano. Le tecnica avanzata è divenuta clandestina […] oggi questi metodi ostacolano lo sviluppo economico. Oggi dobbiamo eliminare una serie di restrizioni per il contadino agiato da un lato e per i braccianti che vendono la propria forza lavoro dall’altro. La lotta contro i kulaki deve essere condotta con altri metodi, per altra via […] A tutti i contadini complessivamente, a tutti gli strati di contadini bisogna dire: arricchitevi, accumulate, sviluppate le vostre aziende. Soltanto degli idioti possono dire che da noi deve sempre esserci povertà. ”
(Nicolaj Bucharin, rivoluzionario e dirigente del PCUS purgato da Stalin nel 1938)
Tutto molto bello. Io intanto mi preparo, credo che non passeranno molti Natali prima che il fisco istituisca un registro dei “regali di Natale”, che tutti dovremo dichiarare con diligenza e deferenza.
Aggiungerei altri due elementi che determinano l’evasione:
*la complessità del sistema fiscale; il pensionato che volesse dichiarare la sua prestazione, molto probabilmente non saprebbe come fare; l’idraulico che fa nero, accorcia l’elenco clienti-fornitori, lo spesometro e altre amenità.
*la leadership della classe politica; il cittadino che vede il politico che ha potere usare i soldi pubblici a proprio vantaggio, per favorire amici, parenti e affini e soprattutto farlo impunemente anche quando viene preso con le mani nel sacco, con l’evasione semplicemente cerca di fare in piccolo la sua parte;
la tassazione forfettaria sarebbe la soluzione semplicissima dell’evasione, ma forse è troppo semplice perchè i nostri legislatori se ne accorgano…..
Intanto le chiedo cosa farebbe in pratica con le baby pensioni. Le togliamo e basta o lei propone altre soluzioni pratiche; vorrei una buona volta che qualcuno andasse oltre le solite denuncie trite e ritrite.
Passo all’ evasione, su cui ho scritto molto anch’ io; mi sono convinto che la tassazione sulle imprese individuali, complessiva, debba essere al massimo all’ interno delle aliquote già previste per le varie fasce di reddito, incluse le tassazioni locali. La tassazione delle imprese non individuali deve prevedere meccanismi analoghi, cioè un tetto al livello massimo di tassazione complessiva, per fasce di utile.
Occorre inoltre applicare a tappeto il contrasto d’ interesse con meccanismi premiali e l’ utilizzo di collegamento on-line generalizzato tra fornitore e fisco, esattamente come avviene nei paesi avanzati ed utilizzare in ogni acquisto la card fiscale, oggi utilizzata solo in farmacia per acquisto di farmaci.
Riflessioni condivisibili.
Esistono studi che riescono a misurare quanto l’economia legittima è supportata dall’economia in nero? Temo che combattendo quest’ultima si tolga di fatto una stampella ad un’economia generale già zoppicante, come esistono stime dell’ammontare del nero non mi sembra siano state fatte, prima di concretizzare l’inasprimento dei controlli, stime qualitative e quantitative di come le due economie collaborino tra di loro. Sarebbe opportuno partire da una misura degli effetti recessivi (o meno?) della lotta all’evasione per modulare la forza e i modi dell’intervento.
Un saluto,
Christian
siamo un paese di socialisti-comunisti (non avevamo forse il 2° partito comunista in un paese occidentale dopo quello dell’urss?), e come tali finiremo. Ingoiati e schiacciati dal moloch statale, inarrestabile e sempre più vorace.
ps. non ho mai avuto molte speranze ma da quando ho visto i risultati del referendum “sull’acqua” ho capito che per noi è finita ( nel senso liberale del termine..) sic..
Son stanco di sentir parlare di evasione fiscale da gente che in genere e’ seduta comodamente sulla sedia e parla senza senso pratico e soprattutto senza una vera idea di come risolvere i problemi,ovvero c e’ sempre un cattivo nella fiaba…in questo caso l evasore…
Vendo case e ogni giorno sono in “strada” e il nero, qui al NORD EST, e’ sparito da tempo… 15 anni fa quando ho cominciato a lavorare, le imprese e anche privati mediamente facevano un 25% di nero, da alcuni anni oramai non lo fanno piu, non ne hanno convenienza,in piu’ i controlli sono da stato di polizia: casi concreti e sempre piu’ frequenti dove l’agenzia delle entrate ha fatto accertamenti dove tutto era stato regolarmente dichiarato e comunque a valori superiori ai minimi dovuti! ma solo perche’ in zona a suo tempo (ma non in periodi di crisi dico io) era stato venduto a valori piu’ alti…ma intanto ti gettano nel panico assoluto …riassunto: l evasione e’ drasticamente diminuita qui al nord est! Quindi maggiori entrate dovute alla minor evasione ma il debito cresce comunque…Ma guai a parlarne!
Ma allora chi e’ che fa salire il debito:i costi della politica, le auto blu,gli interessi sul debito, gli sprechi la spesa pubblica, le province o forse quelle centinaia di migliaia di babypensionati che hanno acquisito non un diritto ma un abuso, e quelle milionate di dipendenti pubblici che son messi là a burocratizzare l ‘imburocratizzabile e che anche dopo questa maledetta manovra continueranno ad alimentare la voragine che ci ritroveremo nonostante la stessa…Ho 40 anni e il debito non l ho creato io,sto lavorando da mattina a notte, solo per pagare tasse (e a tempo perso devo mantenere una famiglia con 3 figlie piccole),ho a che fare con dip pubblici che cercano casa ogni giorno, MA GLI OPERAI, VERO MOTORE DELLA NOSTRA ECONOMIA’, sono spariti, perche’ le fabbriche chiudono!! Cari amici, vedrete tra un anno come presa per i fondelli ci diranno:” la lotta all’evasione non basta dobbiamo tagliare posti pubblici e pensioni”, tradotto: l’evasione forse si centrava ma almeno alimentava i consumi,mentre l introitazione delle tasse in maniera cosi’ smisurata NON PRODUCE NULLA!
Chiedo scusa per la scrittura ” di getto” buttata li ma sono troppo arrabbiato…
Ernesto
Concordo su tutto, se non fosse per un particolare: esistono in Italia categorie che raggiungono una ricchezza assolutamente smodata grazie all’evasione. Penso per esempio ai dentisti: a causa di un malfunzionamento della sanità pubblica, questa categoria può, anche se pagasse le tasse, raggiungere livelli di ricchezza che obbiettivamente non si spiegano rispetto al servizio svolto epr il benessere della società. Insomma: ha senso che un dentista guadagni più di un cardiochirurgo? E per quale assurdo motivo la sanità dentistica pubblica in pratica non esiste?
A questo si aggiunge un livello di evasione sconfinata nel settore che fa esplodere la ricchezza ad un livello tale che finisce per accumularsi (spesso all’estero) e non tornare in circuito. Basta vedere quante case in mano a dentisti italiani stanno nell’intorno di Montecarlo. Queste sono distorsioni inaccettabili.
Il ritorno alla forfettarizzazione è un’eccellente idea, lo spostamento della tassazione dal lavoro ai consumi e al patrimonio un’altra. Ma che si tratti di spostamento, non di aggiunta.
@Marco Tizzi
ma chi decide quando la ricchezza è “assolutamente smodata”?
stabiliamo gli stipendi per legge?
@AMSICORA
Ci mancherebbe!! Esprimo solo una mia opinione. I dentisti sono molto più ricchi di qualsiasi altro operatore del mondo sanitario perché si avvalgono del fatto che la sanità pubblica, per qualche assurdo motivo, non passa le cure dentistiche. Anche molte assicurazioni non lo fanno.
Questo porta a loro un vantaggio scorretto.
Aggiungici che evadono tantissimo e ottieni una ricchezza che, a mio modestissimo parere, è smodata.
Ma è solo un opinabile parere. Di non opinabile c’è che se le cure dentistiche facessero parte del sistema sanitario e se i dentisti non evadessero, non sarebbero così ricchi.
@Marco Tizzi Lei racconta un sacco di balle : il SSN eroga le cure dentistiche da sempre , solo che i pazienti da sempre non si fidano e vanno dai privati . Da qualche anno il numero dei pazienti che si recano dai dentisti del SSN è in continuo aumento anche perchè il numero dei dentisti è aumentato moltissimo e molti non possono avere uno studio privato e quindi diventano dentisti del SSN .
Come fa a dire categoricamente che i dentisti evadono moltissimo ? Fa il dentista ? ha genitori che erano o sono dentisti ? Ha figli dentisti ? Ha accesso ai files dei finanzieri ? Conosce i guadagni dei medici , dei chirurghi , dei vari specialisti ? oculisti, urologi , podologi , chirurghi estetici , e vari altri ? Ha alloggi o barche a Montecarlo, a Santk Moritz per cui vede le ricchezze dei dentisti suoi vicini ? o più semplicemente parla a vanvera
Non sono dentista, non ho parenti o affini dentisti , ma cerco di non fare demagogia e non diventare parte delle folle che fanno la caccia agli untori ( evasori , dentisti o altri )
Ho letto i Promessi Sposi e lo consiglio anche a lei.
Domanda: Se vado dal medico specialista e pago 100 euro questo mi fa fattura a 121 euro (21% di iva), ipotizzando che guadagni circa 40000 euro l’anno su 121 euro se ne prende più di 70 lo stato (tra tasse reddito e iva), è normale???? Penso di no.
Seconda domanda, io cittadino me ne fotto di quanto deve pagare il medico e voglio la ricevuta! Ma a questo punto mi si pone un dilemma, accetto di pagare 100 euro in nero o pago il 21% detraendo 19%?? E se il medico mi fa 90 euro senza fattura e 121 con ricevuta??? Se sto bene economicamente pago e detraggo il 19% e comunque ci rimetto, se purtroppo sono oberato di spese e tasse o peggio non ho un lavoro secondo voi cosa sono COSTRETTO a scegliere?
E’ possibile che questi conti non se li siano fatti i professori??? E’ possibile che abbiano alzato l’iva senza adeguare le detrazioni? Oggi è più conveniente non pagare l’iva che pagare e detrarre…… la soluzione è mettere le detrazioni sulle spese sospette di evasione ad aliquote superiori all’iva. Mettimi una detrazione al 25% anzichè al 19%…. allora si che risparmio nel chiedere la ricevuta!
Purtroppo la realtà è leggermente diversa caro C. D. C.
@Alberto
Me la spieghi , anche lei è dentista ?
@alex
Ma non state continuamente dicendo che l’onestà fiscale ci deve essere a prescindere dalle convenienze ? Perchè per noi che andiamo dal professionista valutiamo se ci è più conveniente accettare di pagare 120 con ricevuta o 100 senza e quindi optiamo per la seconda soluzione diventando complici dell’evasione mentre il professionista deve optare per la correttezza fiscale ? Come sempre gli evasori sono gli altri, mai noi.
@ claudio di croce
il problema è che non tutti possono scegliere di essere onesti…. alcuni che hanno difficoltà economiche sono costretti dovendo scegliere se risparmiare o no sul pagamento, come si combatte questo comportamento?? Con detrazioni che rendano conveniente farsi fare la fattura, finchè sarà più conveniente pagare senza iva che pagare e detrarre meno di quanto paghiamo solo di iva il problema non si risolverà mai.
@Claudio Di Croce
Non è una questione di fiducia, è una questione di tempi e modalità: per avere cure dentistiche nel SSN si deve attendere troppo, cosa che non è compatibile con il mal di denti, mi pare ovvio.
Dentisti ne conosco moltissimi e le assicuro che le cose stanno così. Poi se per dire che ci sono categorie che evadono costantemente c’è bisogno di avere i dati della guardia di finanza, allora nessuno può dire che ci sono categorie che evadono e a quel punto, per magia, l’evasione non c’è più. Che è il suo, intelligentissimo, modo di ragionare.
@alex
Solo una piccola nota: l’evasione dell’IVA è di chi accetta di pagare senza ricevuta/fattura, non di chi la dovrebbe emettere. Per quanto riguarda l’IVA, chi ha Partita Iva svolge funzione di sostituto dello Stato nel recupero della tassa, che è una tassa solo ed esclusivamente per il consumatore finale. Per il professionista è una partita di giro: prende l’IVA dal consumatore finale e la gira allo Stato.
Quindi quando si accetta di pagare senza IVA una fattura in nero, l’evasione dell’IVA non è da parte di chi dovrebbe emettere la fattura, ma da parte di chi dovrebbe riceverla.
Questo per sfatare ilmito che i lavoratori dipendenti non evadono le tasse: in realtà l’IVA viene evasa in misura maggiore dal lavoratore dipendente rispetto al lavoratore autonomo che, per alcuni beni, può detrarla a costo.
Consentire la detrazione di una percentuale pari all’IVA, equivale in tutto e per tutto a non avere l’IVA, è come se la togliessero.
@marco
si è vero ma almeno si chiederebbe la fattura e quindi i relativi contributi e tasse sul reddito di chi la emette che invece oggi di fatto sono evasi insieme all’iva.
Cambio il focus della discussione, ma non l’argomento base. Che fiducia si può avere in un Paese dove il maggior quotidiano pubblica l’articolo: “Rilanciare l’economia in due mosse” di Paolo Cirino Pomicino? (vedi Corriere di oggi pag. 38) Certo, c’è anche un articolo di Ostellino…ma non si poteva evitare di ospitare una tale sequela di scemenze? Per di più da quel pulpito!
@alex
Certo, ma il saldo potrebbe comunque essere negativo, perché dipendente dai costi.
Es: imponibile 100, IVA 21, costi per chi emette 80. Se la fattura viene emessa e l’IVA detratta, lo Stato incassa il 50% circa di 100-80, quindi incassa circa 10 (tutto molto spannometrico). Invece dovrebbe incassare 31, senza detrazione.
Ovviamente se il paragone è con “si paga sempre tutto in nero”, conviene. Ma il 100% di nero è raro, quindi i calcoli si complicano. Nel caso di cui sopra se in nero fosse anche il 66% comunque converrebbe allo Stato non far detrarre: ogni 3 prestazioni incasserebbe 31 invece che 30.
Resta il fatto che questo Governo ha dichiarato che vuole spostare la tassazione dal lavoro ai consumi/patrimoni.
Per ora manca il concetto di spostamento.
Ma se si volesse attuare, non si potrebbe detrarre una % pari all’IVA, perché l’incasso da parte dello Stato sarebbe troppo inferiore.
Ovviamente tutto dipende dalle percentuali: se, per esempio, si portasse l’IVA al 40% riducendo la tassazione sul lavoro al 20%, allora si potrebbero comunque portare alcune detrazioni importanti mantenendo l’incasso.
Ma a quel punto il discorso comunque si ribalterebbe, perché chi emette fattura vorrebbe emetterla a tutti i costi, mentre chi la deve pagare non vorrebbe più.
Tutto questo per dire che la lotta all’evasione tramite detrazioni non è detto che sia un vantaggio per i conti pubblici, mentre certamente lo è per il consumatore finale.
Invece se si raggiungesse il paradosso di tassare solo i consumi e i patrimoni e non il lavoro, tendenzialmente il recupero sarebbe più facile e l’economia molto stimolata. Ma non so se esistono Paesi che tassano in questo modo, temo sia un’idea pionieristica e del tutto teorica.
Comunque sia è tutto maledettamente complicato :o)
@Edgardo
Ringraziando per avermi rovinato la giornata, a quell’articolo risponderei con questo:
http://www.economonitor.com/edwardhugh/2011/12/26/italy-braces-itself-for-the-full-monti/
Io mi faccio un punto d’onore di farmi da me la dichiarazione delle tasse.
Anche con i miglioramenti degli ultimi tempi,è un’impresa.
E poi se fai un errore passi per evasore.
Le detrazioni vanno fatte con meccanismo premiale, più spendi più percentualmente detrai e poi va impostato un sistema di connessioni on line a tappeto tra fornitori di beni e servizi e fisco, utilizzando appieno la card fiscale, in modo da rendere immediato il flusso di informazioni che vanno a comporre i profili fiscali di tutti. Insieme a questo vanno impostate tutte le possibili connessioni con enti fornitori di energia e utenze in genere, e con gli enti previdenziali. Oggi ad esempio, mi risulta che tra INPS e fisco non esiste un flusso di dati che ad esempio permettano di verificare i contributi portati in detrazione.
E poi, visto che il personale delle agenzie delle entrate, sono utilizzati per la verifica delle spese portate in detrazione, soprattutto, dopo che queste spese sono già state inserite in tempo reale nel sistema delle agenzie delle entrate, come sopra specificato, questo personale si può spostare per i controlli a tappeto sul territorio, mirati su gruppi di categorie che vengono selezionate anno per anno, a partire dalle categorie più evasive, aggiungendo eventualmente personale in esubero da provincie e comuni che si eliminano.
Temo che il tanto decantato Serpico, invece servirà a poco e non creerà condizioni di miglioramento strutturale del rapporto fra fisco e contribuenti. @Marco Tizzi
Mi dispiace partecipare a discussioni in cui i sudditi litigano tra di loro per accertare chi sono gli evasori ( sempre gli altri, noi se lo facciamo è perchè siamo costretti; a proposito mi pare esista un numero verde per denunciare gli evasori : avanti denunciate i vostri amici dentisti ) . Perchè non si riconosce che il vero problema italiano da almeno quarantanni è la abnorme spesa pubblica , l’invadenza, la presenza burocratica , soffocante, dell’enorme apparato pubblico centrale e locale , fonte di sprechi, di corruzione , di clientelismo e madre del ” familismo amorale ” rilevato sessantanni fa da un sociologo americano dopo una sua permanenza italiana di alcuni mesi.
Invece continuiamo a litigare tra di noi come i polli di Renzo portati sulla tavola del mondo pubblico a farci cucinare.
Ripeto il suggerimento : rileggiamo i Promessi Sposi che , assieme al Gattopardo , descrive gli italiani meglio di qualunque articolo di qualunque sociologo, politologo ,per non parlare dei giornalisti , moderno.
@Claudio Di Croce
Guardi che io sono assolutamente d’accordo sul fatto che il problema dell’Italia sia l’abnorme spesa pubblica e tutti gli annessi e connessi che lei elenca.
Non vedo per quale assurdo motivo il suo ragionamento sia “dato che l’Italia ha un’enorme spesa pubblica, lasciamo evadere i dentisti ( o gioiellieri, tassisti, idraulici e cittadini tutti)”.
Non sarebbe più sensato dire “diminuiamo radicalmente la spesa pubblica e facciamo pagare meno tasse a tutti”?
Se i proventi della lotta all’evasione fiscale, inclusi quelli da multe salate a fronte di fatti certi e dimostrati dall’agenzia delle entrate (e non viceversa) andassero in un fondo volto unicamente a ridurre il debito E l’imposizione fiscale ne avremmo un vantaggio tutti, non crede?
E comunque ribadisco che spostare la tassazione dal lavoro ai consumi e ai patrimoni è una strada interessante. Che sia l’uovo di Colombo?
Unita ad una riduzione di spesa pubblica e ad uno snellimento dell’apparato pubblico che mi sembrano, al momento, non più procrastinabili.
Anche perché la mia esperienza nel settore privato mi dice che un dipendente inutile fa danni che i dipendenti utili devono sistemare, quindi il danno è doppio: lasciare a casa la gente, anche stipendiata, costa meno. Io proporrei seriamente 4 anni al 80% di stipendio per tutti i dipendenti pubblici che danno le dimissioni, forse la gente si fa due conti e preferisce buttarsi nel mercato. A noi converrebbe, sicuramente.
Purtroppo, però, il governo del Magnifico Rettore non mi pare affatto volto in quella direzione e questo mi preoccupa parecchio. Perché al prossimo giro di tasse i soldi son finiti, non è che posso rinunciare alle ferie più di quante ne abbia mai fatte.
@Alberto
Alberto, il sistema da te proposto non è troppo costoso e complesso rispetto allo scopo che vuole raggiungere?
E’ una considerazione, non una critica.
Mi chiedo se davvero spostare pesantemente la tassazione su consumi e patrimoni non renda le cose più semplici.
Unito al taglio della spesa pubblica, altrimenti Di Croce mi mangia 🙂
Non pagare le tasse in uno stato corrotto, assistenzialista, incapace e sprecone è un diritto Divino.
@Marco Tizzi
Forse ti potrebbe interessare la proposta di riforma fiscale di cui si parla da qualche tempo negli USA e che và sotto il nome di “fair tax”.
http://en.wikipedia.org/wiki/FairTax
Non per metterla sul personale, ma allora mi state dando del cretino ! E forse avete pure ragione ! Da molto tempo faccio lavori a partita IVA dove il nero è fisicamente impossibile, anche “pompando” i costi. Anzi qualche anno nero il semplice “cartellone” INPS mi è valso il 30 % del fatturato (non dell’ utile); per fortuna che non sono venale: così già so che non avrò pensione (per scarsità di anni versati ancor prima che per l’ insolvenza dell’ INPS). Evviva, ma un monito: cominciamo tutti a correttamente considerare i contributi come imposte.
@alex
le spese mediche sono esenti da IVA
@Massimo74
Grazie, molto molto interessante.
Soprattutto è interessante come gli oppositori sostengano che tale tassa sarebbe molto più facile da evadere perché ci sarebbe un unico punto di raccolta della tassa. Io avrei detto esattamente il contrario: mi sembra molto più semplice controllare un unico punto di raccolta rispetto alle millemila tasse che abbiamo noi (e che infatti vengono regolarmente evase). Hai un’idea del perché dovrebbe essere più facile evadere?
Grazie mille, cmq.
Alessio–> non mi è chiaro chi ti stia dando del cretino e soprattutto perché
@ Marco Tizzi: perchè si discute sulle partite IVA che evadono, se sia giusto che evadano, come fare per ridurre la loro evasione, …, evasione che, comunque, anche da parte di chi arriva a difenderla, non si considera possa (ed eventualmente sia bene che arrivi a) riguardare i contributi INPS. Nel caso mio (e di mille altre persone) la vera evasione è quella dell’ INPS verso di noi: noi paghiamo, ma l’ INPS non ci darà nulla in cambio. Colgo l’ occasione per segnalare le iniziative dei radicali sui contributi “silenti”. Ovviamente il mio sentrmi “cretinizzato” era puramente ironico.
Il sistema, a mio avviso, sostanzialmente, liberando risorse umane nelle agenzie delle entrate, ridurrebbe i costi fortemente e sarebbe tale da spostare a monte ciò che oggi viene difficoltosamente fatto a valle e renderebbe trasparente il sistema e rilassati i rapporti tra fisco e contribuente; addirittura non sarebbe più necessaria la dichiarazione annuale dei redditi.
Oggi che le reti telematiche sono estese ed efficienti, resta solo da installare nei singoli esercizi o addirittura per l’ artigiano che lavora sul campo, un terminale connesso con il sistema delle entrate anche in Wi-Fi, idoneo a leggere la card fiscale del fruitore dei beni o dei servizi. Il problema però è solamente di volontà politica, non di investimenti.
Spostare completamente la tassazione sulle tasse indirette, annullando la tassazione diretta, non sarebbe possibile per due ordini di motivi, il primo è che graverebbe molto sui redditi più bassi e alzerebbe i costi domestici a livelli intollerabili, e tali da rendere inospitale il nostro paese per chi viene da fuori.
In questo lavoro, da me fatto, e postato sul blog di Guzzanti ad agosto 2011, c’è il riassunto della pressione fiscale in Italia:
Più o meno si dovrebbero spostare 300 MLD da imposte direttead imposte indirette, credo si capisca subito dove si andrebbe a finire.
@Marco Tizzi
@ALESSIO DI MICHELE
Alessio, sono un libero professionista, so benissimo cosa significa pagare l’INPS per non avere nulla in cambio.
Questo sistema di tassazione è ingiusto, iniquo, sbagliato… posso andare avanti ad insultare il sistema Italia e lamentarmi o posso cercare un’alternativa e proporla ai quattro venti sperando che qualcuno la colga.
Spero tu conosca la favola del colibrì.
@Alberto
Se ho ben capito i calcoli: spostare il 100% della tassazione sull’IVA significa quadruplicarla?
IRE+IRES=50% del gettito; IVA 26%; più o meno dovremmo arrivare al 76% del totale gettito. Cioè in pratica triplicherebbe.
Ti posto questo pezzo del Prof. Alberto Bagnai, a cui estraggo la parte che ti fa capire che diventeremmo subito, con la nostra nazione nell’ Euro, un paese fallito:
Io sto sostenendo che bisogna uscire dall’ EURO e di corsa, come d’ altronde molti altri tra cui Bagnai, ovviamente se la Germania continua a succhiarci il sangue ed addirittura oltre che affamandoci, ci vorrebbe dare mazzate se sgarriamo; mi chiedo ma chi cavolo ce lo fa fare. Sapete che si vocifera che stiano stampando Marchi in Svizzera? Ed allora è meglio che usciamo subito e di nostra iniziativa; avremo sicuramente contraccolpi ma dopo li avremmo ancora più pesanti.
C.D.C. lei è un ragazzo sveglio! L’ ha capita subito, complimenti!!!@Claudio Di Croce
@Marco Tizzi
Quelli che dicono che sarebbe più facile da evadere non capiscono nulla di ciò che dicono (oppure sono commercialisti e quindi una riforma di questo tipo andrebbe contro i loro interessi).Secondo te è più facile evadere in un sistema dove la normativa fiscale è composta da migliaia di norme e commi spesso in contraddizione tra loro e dove un bravo fiscalista può trovare mille scappatoie (magari anche legali) oppure un sistema basato su un unica imposta chiara e semplice da capire (anche un bambino riesce a comprendere come funziona l’iva) e che magari potrebbe essere raccolta direttamente dai comuni (che quindi potrebbero effettuare direttamente i controlli sul territorio per verificare chi evade l’imposta)?
Detto questo, mi pare chiaro che una proposta di questo tipo sarebbe perfetta se si accompagnasse ad una riduzione sensibile della spesa pubblica (e quindi della pressione fiscale) in modo da liberare risorse per gli investimenti senza penalizzare eccessivamente i consumi.
@Alberto
Sull’inflazione:
http://www.economonitor.com/blog/2011/12/sometimes-inflation-is-less-or-more-than-it-seems/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=sometimes-inflation-is-less-or-more-than-it-seems
Per quanto riguarda l’Euro, non credo il problema sia il debito in se, ma gli interessi che si devono pagare. Lasciare la creazione di moneta in mano alle banche private è stato un errore: penso che ormai nel Stati Uniti se ne siano accorti, dato che nel 2010 il loro deficit era intorno al 60% (sessanta!) del PIL e non credo proprio sia sostenibile.
Quindi in un sistema a riserva frazionaria il debito, che fonda l’economia, è sempre e comunque insostenibile, anche in un’economia liberista. La massa M3 in USA è già implosa, infatti la FED ha smesso di misurarla ufficialmente (ma c’è chi la calcola per lei http://nowandfutures.com/images/money_supplyM1M2M3.png).
Ed è insostenibile anche per la Germania, in realtà, solo che loro pagano interessi talmente bassi che la loro curva implode molto più avanti rispetto alla nostra, se non cadono in recessione.
Il mito della crescita eterna è in costrasto con le risorse finite del pianeta: se davvero crescessimo in eterno il mondo finirebbe presto. Immaginatevi solo quanto cibo servirebbe se India e Cina consumassero quanto consumiamo noi!
Se avete voglia di perdere qualche minuto:
http://www.youtube.com/watch?v=Y7Ygy7cOlWs&feature=g-user-a&list=PLDB6BEF0D46DF3C57&context=G26e2d30UCGXQYbcTJ33ZE2Hd1hgkmLFs-vT5wY06c9ahmPVoDdkY
Però per cortesia non tacciateci di comunismo perché il sistema monetario non ha nulla a che fare con la proprietà privata. L’esperimento Guernsey ne è una dimostrazione:
http://en.wikipedia.org/wiki/Guernsey#Economy
Stante tutto ciò, direi che è possibile serenamente rimanere nell’Euro se si sposta la creazione di moneta ad un ente sovrastatale che non sia una banca, che non chieda, quindi, interessi in cambio. Per evitare l’inflazione basta imporre limiti di creazione e comunque immettere il denaro direttamente nell’economia reale.
Detto questo, è comunque necessario un nuovo sistema di tassazione per ricominciare. Questo non funziona correttamente. L’IVA al 40% sembra attuabile, in termini tecnici?
Unita ad una piccola patrimoniale fissa, niente tasse sul lavoro e sull’impresa, riduzione della spesa pubblica.
A me sembra sensato.
@Massimo74
Infatti, concordo. Però fai conto che i critici sono Americani, quindi non sono molti esperti di evasione fiscale. Noi ne sappiamo sicuramente di più 🙂
Poi un sistema di questo tipo disintegra la burocrazia, non ci sarebbe più bisogno di commercialisti, le PMI non dovrebbero nemmeno redarre un bilancio se non per usi propri.
L’unico neo è che se si mantiene un pensionamento pubblico non essendoci contributi personali, questo può essere solo flat. Che a me va bene, ma in questo blog sarò in minoranza. Altrimenti si privatizza il sistema pensionistico, ma a mio parere bisogna trovare qualche sistema per far campare le casalinghe in vecchiaia.
@Alberto
“Più o meno si dovrebbero spostare 300 MLD da imposte dirette ad imposte indirette, credo si capisca subito dove si andrebbe a finire.”
Il gettito totale di tutte le imposte dirette è di circa 210 miliardi di euro all’anno.Tieni presente che in quella cifra è compresa anche la quota di irpef realtiva alle tasse pagate dai dipendenti pubblici che come si sà non’è nient’altro che una partita di giro e che ammonta a circa 40 miliardi di euro.Se ci concentriamo solo sulle imposte pagate dal settore privato,ecco che la cifra scende a circa 170 miliardi di euro.Se poi da questa cifra escludessimo anche le imposte sulle rendite finanziarie che dovrebbero valere circa altri 20 miliardi di euro all’anno (su questo però non sono certo) ecco che scendiamo a 150 miliardi di euro.Ora, se noi riducessimo la pressione fiscale di circa 3 punti (a mio avviso si potrebbe fare molto di più) di PIL (cioè circa 50 miliardi di euro) ecco che ridurremmo il gettito ire a 100 miliardi di euro.
Se si spostassero questi 100 miliadi verso le imposte indirette non solo non ci sarebbe alcun effetto depressivo per l’economia,al contrario si incentiverebbe il risparmio privato e quindi verrebbero favoriti gli investimenti,si ridurrebbe la burocrazia (niente dichiarazioni dei redditi,niente spese per il commercialista,ecc),si ridurrebbero i ricorsi nelle commisioni tributarie (che significa meno spese per lo stato e giustizia più efficente),finirebbero le vessazioni del fisco nei confronti del cittadino (studi di settore,redditometri,spesometri,violazione della privacy con lo stato che spia nei conti correnti degli italiani,ecc) e dulcis in fundo,l’evasione fiscale si ridurrebbe notevolmente a causa dell’enorme semplificazione della normativa tributaria.
In definitiva penso che i benefici della fair tax superino di gran lunga gli eventuali punti a sfavore.L’unico vero impedimento che vedo nell’attuazione di una riforma che sarebbe davvero rivoluzionaria,sta nell’opposizione della lobby dei fiscalisti italiani che non accetterebbe mai di farsi da parte e purtroppo sappiamo bene come in italia le corporazioni (lo stiamo vedendo in questi giorni) abbiano un potere di condizionamento enorme sulla classe politica in parlamento.
Io avevo risposto sia a Marco Tizzi, sia a Massimo74, ma i miei interventi sono spariti e non mi va di ripeterli. Vorrei che chi li ha cancellati, li rimetta al loro posto, altrimenti debbo constatare la scarsa serietà di questo sito.
Mi avete convinto. Evdere é un diritto sacrosanto soprattutto davanti ad un fisco complicato e vessatorio.
Anzi, penso che applicheró lo stesso ragionamento ad altre attività che reputo fastidiose e vessatorie. Tutte le volte che troveró la coda al supermercato invocheró il diritto ad uscire con la spesa senza pagarla perché non é giusto che io debba perdere tempo per colpa delle inefficienze dell’Esselunga.
Un ultima osservazione….. io sarei pronto a capire se gli evasori si “autoriducessero” le imposte a valori ragionevolmente equi. Ma quando leggo che un taxista guadagna meno di 400 euro al mese, un ristoratore non arriva a 1000, stessa cosa per i gioiellieri faccio un po’ fatica a trovare ragioni etiche per giustificare lo sconto.
@andrea dolci
Dovresti credere meno alla propaganda di regime e cercare informarti di più.Il fatto che un gioielliere in media dichiari 16.000 euro all’anno non significa assolutamente nulla.La stragrande maggioranza delle gioiellerie in italia sono aziende a gestione familiare, pertanto bisogna calcolare il reddito complessivo del nucleo familiare e non del singolo.Se la gioielleria è gestita da una famiglia di 3 persone (moglie,marito e figlio) significa che il reddito complessivo di quell’attività è di 48.000 euro all’anno( ed è questo il valore che andrebbe considerato non quello del singolo).
Chiaramente queste cose non vengono mai spiegate perchè è nell’interesse della politica utilizzare questi mezzi subdoli per cercare di mettere i cittadini uno contro l’altro (il sostituto d’imposta ad esempio è un altro modo per mettere lavoratori autonomi contro lavoratori dipendenti) cercando di sviare l’attenzione degli stessi verso quelli che sono i veri problemi del paese cioè lo sperpero continuo di denaro pubblico,la corruzione,le clientele,i privilegi,ecc.
Sta a tutti noi cercare di ristabilire un minimo di verità se vogliamo salvarci da questi satrapi,altrimenti tra poco con la scusa di combattere l’evasione arriveranno a espropriare direttamente i conti correnti degli italiani come fece quel bandito di Amato nel ’92 (nessuno mi toglie dalla testa che il vero motivo della riduzione della tracciabilità sia quella di obbligare tutti ad avere un conto corrente).
Come diceva Orwell “In tempi di menzogna universale, dire la verità diventa un atto rivoluzionario”.
Mia moglie percepisce una pensione di 280 euro mensili,per questo motivo non e’ considerata a mio carico dal fisco.poco male la nutro e l’alloggio,pero’ spesso ha bisogno del dentista e la spesa relativa non la puo’ detrarre non avendo capienza fiscale.Cosa dovrei fare secondo voi ?Pagare in nero?Ma sono stato sfortunato il dentista non ci sta’.Devo cambiare dentista?
@massimo74: io non credo alla,propaganda di regime. Io mi limito,a vedere che cosa accade nella mia cerchia di amicizie e parentele. Ti posso portare diversi casi di contribuenti che per “autodifesa” si riducono le imposte del 90-95% e poi magari si arrabbiano perché nel loro paese non c’é la caserma dei Carabinieri.
Ah, dimenticavo, lavoro per uno dei gruppi piu’ importanti al mondo quanto a trading sui metall preziosi; noi vendiamo pochissimo in Italia perché il codice etico aziendale impone di fatturare fino all’ultimo grammo, un po’ lontano dall’andazzo corrente del settore per cui fatturi solo una piccola parte dell’oro venduto.
Un po’ di sarcasmo il primo dell’ anno, porta bene tutto l’ anno!
Ecco cosa pagheranno i ricchi. E allora non lamentiamoci se quest’anno ci scuciranno dalle tasche solo 2000 euro a famiglia di poveri cristi!
E poi l’ ultima notizia dell’ anno scorso:
Questo quanto pagheranno i ricchi.
Interessante questo articolo. Gli attuali governanti, austeri e lacrimosi, sostenuti dal Presidente Napolitano, dalle forze di centro e di sinistra, fanno tutto il contrario.
Aumentano le tasse e le imposizioni proprio a coloro che hanno ricostruito l’Italia. Non sanno o fanno finta di non sapere che mentre lor signori, sostenuti da famiglie benestanti frequentavano le università, tanti ragazzi della loro stessa età o addirittura più giovani sgobbavano nelle piccole industrie nascenti, nei laboratori, officine, piccole attività artigianali, ecc. per poche migliaia di lire al mese (al pari degli stati attualmente emergenti), magari senza assicurazione.
Sarà anche vero che queste piccole aziende che nascevano assieme ai milioni di individui che vi lavoravano hanno agito in parte al di fuori delle norme lavorando o facendo lavorare in nero. Ma sono loro che hanno ricostruito l’Italia, sono loro che con il loro sudore sono riusciti a farsi una casetta, sono riusciti ad aiutare i figli ad acquistarsi un appartamento senza nulla chiedere allo Stato.
Che hanno creato il grande debito dello Stato sono centinaia di migliaia di intrallazzatori politici che prelevavano nel contempo risorse all’economia, pretendendo mazzette, sistemavano milioni di galoppini in lavori improduttivi, facendo innalzare enormemente i costi delle opere pubbliche ed il costo del lavoro. Si parla di evasione, ma non si parla di corruzione, eppure si legge di 40/50 miliardi che se ne vanno per questo motivo. Proviamoci a moltiplicare questa cifra per 20/30 anni e vedremo da cosa deriva il debito dello Stato.
Che hanno rovinato la nostra economia sono i grandi evasori, di stato e non, che hanno esportato i capitali all’estero, sono coloro che, per avere maggiori profitti hanno delocalizzato le loro imprese in paesi emergenti.
Ma con chi se la prendono i professori? Se la prendono con i pensionati, con quei lavoratori che si sono costruiti un piccolo patrimonio, con chi si arrangia per arrotondare la magra pensione, con chi ha lavorato per quaranta anni e non può più andare in pensione, con chia ha un piccolo gruzzolo, magari investito in bot.
Questi poveri Cristi non possono nemmeno gestire i propri risparmi a insaputa dello Stato. I grandi evasori se la possono spassare con i loro capitali ormai esportati. i politici possono continuare a percepire stipendi da nababbi, e magari versare qualche lacrimuccia.
E il popolo Beota se ne sta a guardare, i suoi capi ai quali non è stata sufficiente la lezione del fallimento del socialismo reale, assentono a queste misure, quindi va bene.
Questi professori, aumentando le tasse, creando sempre nuovi e maggiori vincoli, riusciranno a deprimere i consumi e ad ingessare l’economia e nel contempo a far aumentare il sommerso. Gli individui aborriscono essere controllati su tutto ad ogni pie’ sospinto e tenderanno sempre di più a non portare alla luce del sole le loro spese.
Speriamo in bene e auguri a tutti.
ma io li avevo avvertiti coloro che festeggiavano alla caduta di Berlusconi di fare incetta di vasellina, poichè presumevo, a ragione, che sarebbe servita. Ma i conduttori di questi sono contenti, e loro zitti a chiappe infuocate.
Si a ritirare il premio, era accompagnato dall’ ormai inseparabile sora Elsa, che sfoggiava un sadico ghigno e una calzamaglia nera.
@marcantonio
Ma chi era quell’idiota che ad ogni post aggiungeva a chiosa
Mario Monti Presidente del consiglio subito?
Qui le alternative possibili sono tre:
1)La BCE inizia ad emettere Eurobond e quindi si resta;
2)La BCE non emette Eurobond ed allora si zompa;
3)La BCE non emette Eurobond ed allora si esce e ci si rivolge ad FMI con tutte le conseguenze del caso e con la fine dell’ Euro.
A questo punto ognuno torna alla propria moneta e la nuova parità si fa col dollaro; propongo la nuova lira nel rapporto di 1:1000. Cioè 1 $ pari a 1000 lire.
Voglio vedere chi farà pagare la pizza ancora a 16.000 lire o la benzina a 3500 lire al litro o un Kg di pane a 8000 lire.
Scusate la parità 1:2000, in pratica oggi con 1000 lire si prende circa 0,65 $ propongo 1000 lire= 0,5$.;svalutazione dello (0,5-0,65)/0,65= -23% circa. @Alberto
Volevo fare una proposta :la maggior parte dei politici e dei membri del governo continua ad affermare che l’Italia ce la farà , che non ci sono problemi per iil pagamento degli interessi sul debito pubblico, che non ci sono problemi per il rimborso e che a questi tassi l’acquisto di BOT, BTP,CCT e quant’altro è sicurissimo . Monti ha invitato gli italiani a comprare i titoli di Stato . Sarebbe una cosa molto buona che i politici, gli alti burocrati, i magistrati, i professori universitari per dare un esempio si facessero pagare almeno un parte dei lautissimi stipendi in titoli di Stato. Voi credete che succederà ? io no,
Scusate vorrei fare una domanda rivolta a tutti; c’ è qualcuno che sappia spiegarmi a cosa serva, ai fini della lotta all’ evasione fiscale, la necessità di aprire un c.c. forzoso, pena problemi di erogazione, su cui appoggiare la pensione, al di sopra dei 1000 euro? Io, mi sarò rincretinito, ma per quanto abbia pensato alle possibili motivazioni, non ne ho trovate, ovviamente ai fini di cui parlavo sopra.
@Alberto
Ma scusate, abbiamo parlato per 17 anni di conflitto di interessi, poi mettiamo al governo dei banchieri e ci stupiamo che obblighino tutti ad avere un conto corrente?
Tutte le azioni fatte dal Governo Monti sono un sostegno al sistema bancario, nient’altro.
Per quanto mi abbiano fatto ribrezzo i governi degli ultimi 17 anni, almeno erano eletti. Qui comincio ad aver paura, perché non mi stupirei che di fronte a tutte queste emergenze venissero rimandate le elezioni. O si presentasse ancora questo governo con questa maggioranza.
Soluzioni? Gli eurobond non verranno mai accettati dalla Germania e c’è da capirli, per loro è una perdita secca.
Monetizzare il debito, forse, farebbe meno male perché comunque forse adesso un’ipotetica inflazione è il minore dei mali.
Certo che se continuano a pensare di pagare interessi al 7% con le nostre tasche è meglio un default subito: stiamo rischiando di vederci ridurre prima i risparmi dalle tasse e poi dalla svalutazione, a questo punto svalutiamo subito e pace.
Caro Tizzi vedo che si concorda sull’ uscita. La stessa domanda sulle pensioni, ho avuto l’ ardire di rivolgerla direttamente a Monti attraverso il suo ufficio di segreteria; attendo risposte.
Invito anzi altri a rivolgere la stessa domanda, allo sresso indirizzo, potrebbe essere un segnale che si sta facendo qualcosa contro l’ assopimento delle coscenze.
@Marco Tizzi
@Alberto
Non è tanto una questione Euro sì/Euro no, ma la questione è: QUESTO Euro è sostenibile per l’Italia?
Siamo entrati con un debito pubblico che era infinitamente superiore ai limiti consentiti e questo è stato un enorme errore. Ma i professoroni (Prodi, ma anche Monti che di sicuro non è una vergine innocente) che hanno fatto e firmato i trattati non ci hanno spiegato per nulla che diavolo stavano firmando. E ben si son guardati dal fare un referendum come invece hanno fatto in altri Paesi.
Ora ci troviamo in una situazione assurda, in cui viene chiesto ai cittadini di pagare il debito pubblico.
Su questo contesto anche l’impostazione di questo blog che mi mette un contatore sul “mio” debito pubblico: io non ho deciso di contrarre un debito e non può esistere un debito che viene contratto senza l’esplicita approvazione del contraente. Dato che nessuno si è mai presentato alle elezioni dicendo che non voleva debito pubblico, io non ho mai avuto scelta.
Il debito non è mio, assolutamente. Io non ho avuto alcun vantaggio da quel debito, anzi: ho 36 anni e non prenderò mai la pensione, vivo in un Paese si m… e devo pagare anche un debito che non ho contratto? Non ha senso.
E spezzo anche una piccola lancia a favore di chi il debito l’ha contratto: il nostro debito arriva dagli anni ’80 e ’90. E in quegli anni era monetizzabile, quindi nessuno di quei politici (che, per carità, avevano milioni di difetti) si è mai posto il problema che il debito dovesse essere pagato dai cittadini, se non in forma di (eventuale) inflazione.
Sarebbe stata una bella cosa cancellare il debito prima di cominciare l’Euro con una massiccia monetizzazione e ripartire tutti da zero. Allora si poteva anche partire in pareggio di bilancio.
Oggi questa cosa non è possibile, possiamo solo ristrutturare il debito e quindi uscire dall’Euro perché non credo proprio ci tengano dentro dopo un default.
Qui Roubini spiega molto bene la situazione:
http://www.economonitor.com/nouriel/2011/11/29/italy%E2%80%99s-debt-must-be-restructured/
Scrivo anch’io all’ufficio di segreteria.
“La legge tributaria italiana, lungi dal costituire un vincolo per l’amministrazione, costituisce solo la legittimazione apparente di un potere sempre più arbitrario. Abbiamo una legislazione a getto continuo: mancano leggi organiche e stabili sulla struttura dei tributi e sulla loro applicazione. Si equivoca da ogni punto di vista sulla certezza del diritto tributario, intendendo questa certezza come disciplina di ipotesi specifiche che consenta all’amministrazione di tassare ciò che vuole.”
parole di Enrico de Mita: qui l’articolo intero che, vistone il contenuto garantista, nessuno si è cagato di pezza (scusate).
il titolo inganna molto (e l’avrà fatto il desk, infatti).
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-12-21/come-attaccare-evasori-fiscali-214517.shtml?uuid=AaXxXXWE&fromSearch
@Claudio Di Croce
a me la fattura il dentista la fanno di default.
sono lui, la moglie, un igenista e una della amministrazione.
volete l’indirizzo?
quanto al resto è vero: sono spesso degli evasori. da quelli non ci dobbiamo andare.
Lo sto scrivendo da tempo, appunto! Per questo avevo postato l’ articolo del Prof. Bagnai, che ti consiglio di leggere, poco prima e parlavo di imposibilità di sostenere un debito con una moneta come l’ Euro che non è svalutabile e con l’ Italia paese debole in mezzo a paesi molto forti. Ed a maggior ragione con una moneta unica, debiti nazionali e mancanza di una Banca Centrale che emetta progressivamente titoli a livello sovranazionale (Eurobond), anche se condizionati a percorsi virtuosi.
Quindi cosa ci restiamo a fare nell’ area Euro a queste condizioni? Anzi restare è accettare una morte lenta certa e dolorosa ed è invece meglio una morte veloce. La resurrezione successiva, sarà molto più facile. @Marco Tizzi
Conoscevo già le idee di Roubini e questo articolo e per questo indicavo come ipotesi il ricorso ad FMI, che significa anche ovviamente, fine dell’ Euro e governo del Fondo con fine della nostra autonomia.@Marco Tizzi
@Alberto
Ci sono alternative, che agli autori di questo blog immagino piacciano molto:
http://www.economonitor.com/blog/2012/01/orthodoxy-has-failed-there-is-an-alternative-strategy/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=orthodoxy-has-failed-there-is-an-alternative-strategy
“In summary, creating new money for purposes of quantitative easing has not worked. Austerity is self-defeating in a crisis. Creating new money to purchase bonds (as proposed for Eurozone periphery countries) is defensive and only treats symptoms. The only way to stimulate the economy without raising current public debt is to allow governments to issue new money directly for the limited and tightly constrained purpose of financing budget deficits.”
Insomma: il problema pare proprio che siano le banche centrali. Del resto se si stampa moneta con gli interessi, ma nessuno stampa la moneta per gli interessi ci si trova in un immenso schema-Ponzi, che funziona solo finché si cresce all’infinito.
E non si può crescere all’infinito, perché le risorse sono finitissime.
Non so se queste alternative piacciano a a qualche autore del blog, avevo letto qualcosa del genere già da Lanfranco Caminiti; credo però che significherebbe sostanzialmente, la fine di ogni ulteriore possibilità di politiche comuni e quindi sostanzialmente la fine dell’ EURO, che sarebbe solo temporaneamente utilizzata in una fase transitoria e poi se ne perderebbe il senso. Però per diminuire i contraccolpi di una situazione insostenibile, servirebbe eccome, per uscire. @Marco Tizzi
@martian
Sono curioso di conoscere una fattura fatta di default : me la spiega pf ?
@Alberto
La proposta nell’articolo di cui sopra, se l’ho ben capita, è leggermente diversa.
Problema:
– abbiamo bisogno di una riduzione della leva, come si fa?
Soluzioni ortodossa: austerità. Ma in un sistema come quello europeo questo significa recessione, che significa meno fiducia etc etc
Quindi si dice: stampiamo moneta non a debito (emissione diretta del tesoro) per un certo periodo in modo da pagare il debito senza però crearne altro e senza toccare il PIL. Poi si torna alla moneta singola e unica.
Stante così le cose, in realtà in teoria non dovrebbe dare fastidio a nessuno e quindi l’Euro potrebbe anche sopravvivere.
Però capisco che, oltre al fatto che magari non ho capito una mazza, la cosa è molto complessa da applicare in ambito europeo.
Sento già la voce di Frau “Nein” Merkel, che però ad un certo punto nonostante tutto l’amore che provo per il popolo tedesco ha anche un po’ rotto…
Caro Tizzi, qui si può solo ipotizzare ciò che accadrebbe, a mio avviso; comunque la cosa potrebbe funzionare per finanziare il deficit per attività finalizzate alla crescita. Questo spesa, propria dei paesi della comunità che ne abbisognano, come noi ed altri, necessariamente, dovendosi ridurre il debito, può essere finanziata solo con un circuito separato, e finanziato o direttamente dalla BCE, ma questo non si vuole fare, perchè bisognerebbe stampare nuova moneta comune e quindi squilibrare il rapporto tra ricchezza e moneta circolante, per cui la soluzione proposta, domestica, credo in entrambe le proposte, potrebbe risolvere il problema. Ovviamente se accadesse, ripeto, nessuno potrebbe immaginare compiutamente il futuro a medio termine. Certo qualcosa si dovrà fare. @Marco Tizzi
Zeeep. Ok abbiamo detto un mucchio di str****te. Adesso finiamola con le idee delle monete che inflazionano a piacimento e torniamo alle monete merci. Grazie.
@libertyfighter
Sempre interessante discutere con gente che lascia da parte i preconcetti inculcati a scuola per valutare ipotesi nuove.
ecco chi c’è davvero dietro equitaGlia, meditateci sopra http://www.infiltrato.it/inchieste/italia/equitalia-tra-clientele-finti-miracoli-e-tributi-forzati-il-tempo-dei-caia
Egregio sig Silvano, non so cosa fa nella vita ma se decidesse di prendere il posto ora occupato dal Professor Monti sappia che ha già sin d’ora il mio totale appoggio.
Alle prossime elezioni
perche’ non sento mai dire che l’eventuale evasione fiscale calcolata secondo i parametri truffaldini dell’agenzia delle entrata e’ una bufala pazzesca?