26
Set
2009

Zia Neelie e gli aiuti di Stato

Gli aiuti pubblici alle banche vi spaventano di meno, perche’ c’e’ Bruxelles a vigilare sullo “state aid”? La pensa cosi’ il Commissario europeo Neelie Kroes, che intervenendo alla trentaseiesima conferenza della Fordham University su antitrust e concorrenza ha consegnato al mondo una succosa sintesi del suo pensiero.
Lasciamo perdere stavolta quelle che in realta’ sarebbero le cose piu’ interessanti e salienti – ovvero che Kroes vanti grandi progressi, in termini di certezza del diritto e trasparenza, nelle relazioni fra la Commissione e le imprese che finiscono sotto il suo faro. A dire il vero, che questa grande trasparenza effettivamente ci sia e’ discutibile, come sempre piu’ sono discutibili i metodi d’indagine (leggete qui non tanto il commento, ovviamente interessato, di David Rosenberg di Glaxo ma quello di Sir Christopher Bellamy, sull’indagine sul settore farmaceutico).
Ma stiamo a Kroes sugli aiuti di Stato: zia Neelie sostiene che il sistema abbia “retto” agli urti della crisi, e serva a “rassicurare” il contribuente europeo circa la qualita’ della spesa e la natura temporanea degli interventi. Grosso modo, secondo Kroes lo Stato si comporta come un fondo che investe nelle banche per ristrutturarle:

the price of state support is that you must submit a restructured business to us for approval in order to offset the competition distortions of aid. With the banks it also addresses moral hazard and gives us a chance to ensure business models that are viable in the long-term.

Indipendentemente dal giudizio sugli interventi posti in essere, e’ verosimile credere che gli Stati saranno (grazie alla vigilanza di Bruxelles, of course) investitori virtuosi?

PS: si noti che Kroes difende a spada tratta la nozione che le competenze antitrust debbano stare in seno alla commissione, e non trovare spazio in una autorita’ a se’ (This role was possible because DG Competition is part of the wider European Commission. Having a seat at the ‘main table’ gives competition specialists the opportunity and the clout to stand up for open markets. I think we would have been marginalised in those debates had we been an agency separate from the Commission). In Italia, il dibattito sull’istituzione dell’antitrust si e’ trascinato per tutti gli anni Cinquanta e Sessanta (invano: ci si arrivera’ solo nel 1990). All’epoca, alcuni proponevano un qualcosa che somigliasse ad una autorita’ indipendente, altri che le competenze di politica della concorrenza stessero in capo ad una commissione alle dipendenze del ministro dell’industria. Déjà Vu.

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1 Response

  1. Fintanto che l’antitrust si occuperà del sesso degli angeli avendo come commissari (in buona compagnia con tutte le altre “autorities” italiche) neo controllanti – ex controllati, non si potrà MAI sperare che svolga la delicatissima funzione affidatale.
    Si può solo immaginare che, di tanto in tanto, per imperscrutabili giochini di bottega, qualche altarino venga scoperchiato annunciando l’enesima “maximulta”.
    Intanto ci si occupa dei gioielli di Mara Venier …

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    vedi anche:
    http://uncas.splinder.com/post/20616666

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