Zapatero: Eppur si muove…
La crisi del debito ha avuto un effetto immediato in Spagna. Il Governo Zapatero ha annunciato ieri una serie di azioni che vanno in direzione della liberalizzazione e della privatizzazione in diversi settori. La Spagna aveva raggiunto due giorni fa, un differenziale record rispetto ai Bund tedeschi di quasi di 300 punti, il più alto di sempre dal momento dell’entrata dell’euro. Dopo Grecia ed Irlanda, la sfiducia dei mercati sembrava andare dritta verso la Penisola Iberica. Il Governo Zapatero ha deciso di non aspettare ed ha deciso di operare misure nella giusta direzione. L’Italia, invece, chiude il parlamento per evitare Vietnam politici, titolano oggi i giornali: c’è di che riflettere, sulle risposte diverse agli spread in salita.
Non che non permangono dei gravi errori nella politica economica del governo guidato dal leader del Partito Socialista, dato che le riforme delle Casse di Risparmio e del mercato del lavoro sono state troppo timide, ma il passo effettuato ieri non è da sottovalutare.
Possiamo distinguere tre categorie di decisioni:
– Semplificazione e abbassamento delle imposte
– Liberalizzazioni
– Privatizzazioni.
Il primo punto è coraggioso, perché si decide di abbassare in parte l’imposta sulle società al 25 per cento per quelle piccole-medie imprese che fatturano meno di 10 milioni di euro annuali (precedentemente era pari a 8 milioni di euro) e la base imponibile per l’applicazione di questo livello di tassazione sale da 120 a 300 mila euro.
Tutte le aziende avranno la libertà di scegliere l’ammortamento dell’imposta sulle società nel periodo compreso fino al 2015, in modo da diminuire in tempo di crisi la pressione fiscale.
Abbassare la tassazione d’impresa è importante per aumentare la competitività. Inoltre, come segnalato anche dalla World Bank nel rapporto Paying Taxes, la riduzione di questa imposta non diminuisce le entrate.
Si elimina inoltre l’iscrizione obbligatoria alla Camera di Commercio, che diventa solamente volontaria. Questo permetterà un risparmio di 250 milioni di euro annuali per le imprese. Si favorirà inoltre la creazione dell’impresa in 24 ore.
Il secondo punto è relativo ad un aumento della liberalizzazione del mercato del lavoro. Si permette un’entrata più libera delle agenzie di lavoro private, in un mercato del lavoro profondamente rigido che vede una disoccupazione al 20,7 per cento e una disoccupazione giovanile superiore al 43 per cento.
Sul mercato del lavoro non viene tuttavia meno una certa “vena socialista”; infatti si rafforza il piano “PRODI” di protezione e inserimento sul mercato del lavoro con circa 1500 impiegati pubblici in più per favorire l’inserimento professionale.
Il terzo punto è forse il più controverso. Il Governo Zapatero vuole compiere privatizzazioni per circa 14 miliardi di euro, che arriverebbero dalla vendita del 30 per cento delle “Lotterie di Stato” e il 49 per cento degli aeroporti (AENA).
Controverso perché il Governo vende senza perdere il controllo, volendo mantenere una politica aeroportuale nazionale e pubblica. E la gestione aeroportuale pubblica non è stata certo delle più brillanti, dato che nel 2009 AENA ha perso circa 340 milioni di euro.
Un punto aggiuntivo, ma non meno importante è il taglio della spesa che arriva dall’eliminazione del sussidio di disoccupazione di lungo periodo (dopo 2 anni di sussidi a circa l’80 per cento dell’ultimo stipendio) di 426 euro mensili.
Il passo di Zapatero è stato certamente coraggioso, ma quasi obbligatorio, viste le condizioni tempestose nelle quali la nave Spagna stava navigando nel mercato delle aste pubbliche. Bisogna ricordare che lo stesso primo ministro aveva portato il deficit all’11,1 per cento sul PIL nel 2009.
Queste decisioni sono importanti, ma le prossime settimane non saranno facili per la Spagna che si ritrova un sistema di “cajas” davvero deboli e che potrebbero “saltare” da un momento all’altro.
Speriamo non si trattino di riforme solamente annunciate, come si fa qui da noi…
salve a tutti,
seguo ogni mattina la trasmissione radiofonica del dottor Giannino ed ogni tanto leggo questo interessantissimo blog. Entrambe le cose messe assieme credo abbiano una importanza oserei dire vitale per tutti quelli che vogliono orientarsi nelle scelte di investimento dei propri risparmi, senza perdere inutilmente tempo con l’informazione scarna e spesso filtrata dei telegiornali e della carta stampata (fatta eccezione forse solo per il TG7 di Mentana).
Essendo un piccolo risparmiatore ed avendo una parte considerevole dei miei risparmi attualmente investita in BTP della Repubblica di Pulcinella (cioè l’Italia) francamente comincio ad avere qualche timore, anche se non credo sia il caso di farsi travolgere dall’allarmismo.
però mi stò seriamente chiedendo se non sia il caso di vendere i miei cari BTP prima che sia troppo tardi.
Non sono un esperto di economia e finanza quindi ogni tanto mi perdo
I contribuenti iberici, come la maggior parte dei contribuenti al mondo, hanno scelto un uomo di stato; gli italiani invece, forse perche un buon numero di noi sono evasori, hanno scelto un uomo di spettacolo. Per questo come superministro dell’economia abbiamo un fiscalista de detesta gli economisti come “maghi” che non chiedono mai scusa quando sbagliano, detesta i “bankers” anche italiani basta che parlino inglese, detesta globalizzazione e internazionalizzazione per cui Colbert per noi sarebbe gia un bel passo avanti in fatto di modernizzazione e moralizzazione; per la verita detesta anche la tassazione progressiva, essendo l’unico fautore mondiale (essendo un autorita’ in questo campo con progetti a duplice anello di societa off shore per i suoi migliori clienti) dell’inversamente progressiva e del saldo al ribasso per l’evasore (5%) che quando condiviso con qualche straniero e’ un indubbio generatore di ilarita’ come in tutti gli avanspettacoli che si rispettino. Viva lo spettacolo: SHOW MUST GO ON!
@marco ottenga: Zapatero uomo di stato? Non diciamo sciocchezze: sino a che la crisi finanziaria europea non ha raggiunto la Spagna e mostrato quanto fallace fosse il cosidetto miracolo iberico, il premier spagnolo ha mantenuto anche lui la sua brava corte dei miracoli, tirando a campare sui risultati economici costruiti dai governi passati e sparacchiando a caso verso la chiesa cattolica, cosi’ tanto per non smentire la fama di demagogo inconsistente e garantirsi consensi senza troppa fatica. Adesso, con la situazione economica del paese in netto peggioramento e senza prospettive di miglioramento a breve-medio termine, Bambi si trova costretto a prendere provvedimenti che, come del resto accadra’ in tutta Europa, incideranno pesantemente su una maniera di vivere che tutti davano come acquisita in eterno, per giunta senza nessun riscontro dal punto di vista elettorale e del potere personale, che e’ quello che si attendono personaggi come lui, Berlusconi, Sarkozy, Cameron e la cancelliera tedesca-orientale. Sulla stessa falsariga sara’ interessante vedere cosa proporranno i tre buffoni che si preparano a cacciare da palazzo Chigi Berlusconi, ma conoscendoli ormai per bene si trattera’ dell’ultimo assalto alla diligenza prima che la situazione imponga scelte difficili ed impopolari.