Volevamo l’avanspettacolo, ci tocca la storia
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Loris Zanatta.
“La Cina vincerà la terza guerra mondiale senza sparare un colpo”: Di Battista dixit. L’aveva già detto, papale papale, Evo Morales, despota boliviano in esilio a Buenos Aires: dimmi da chi copi e ti dirò chi sei. O anche: Dio li fa e poi li accoppia. Copiare per copiare poteva sforzarsi di più: il repertorio di Morales offre di meglio. Tipo: “mujeres ardientes, Evo presidente”. Non mangiate polli, intimò un giorno ai boliviani: hanno “ormoni femminili”, causano “deviazioni”. Non sempre faceva ridere: “non è legale? Legalizzatelo. Cos’avete studiato a fare?”. Non scherzava, lo faceva. Di che stupirsi? Fidel Castro, il suo nume, aveva fatto scuola: in campagna non esiste l’omosessualità, tuonava; è un vizio capitalista! Ci sono tori gay, lo spernacchiò Reynaldo Arenas.
I due, Morales e Di Battista, la sanno lunga. Scommetto che Xi Jinping li ha messi a parte del suo gran segreto: ho diffuso il virus, l’ho fatto apposta! Chissà com’è geloso Di Maio: accidenti a quella volta che ne sbagliai il nome; il cinese ce l’ha ancora su con me. Sarà per quello che un giorno sì e l’altro pure lo ringrazia: no, non per il virus; per le mascherine. Sindrome di Stoccolma.
La stampa argentina, la prima a riportare la frase di Morales, non ci ricamò granché: conosce il suo pollo, per stare in tema. Una battuta da bar, insomma, geopolitica da giocatori di risiko. Con tutti i problemi che hanno, la peste in casa e il default alle porte, voglia di ridere poca. Vai tu a pensare che un tizio, dall’altra parte del mondo, la trovasse una cavata d’ingegno! Che un giornale gli aprisse le pagine per spiegarlo! La comicità involontaria, si sa, è la migliore. Va bene l’aria da gigione, ma non sfidiamo le rime.
Più sadico che caustico, Osvaldo Soriano tenne per anni una rubrica su un quotidiano di Buenos Aires. “Créase o no”, s’intitolava; “incredibile ma vero”, potremmo tradurla: omaggio alla settimana enigmistica. Le risate! Nessuna fake nessuna invenzione, vita vissuta e cronaca quotidiana. Dateci il nostro Soriano! L’Italia è da meno? Basta amache moraliste e caffè insapori: un po’ di movida, please.
Volete mettere i nostri ministri? Come gliele abbiamo cantate all’Olanda, che attributi! “Aprite le porte, che passano, che passano”. Chi? I “fondatori”, i fondatori dell’Europa siaaaamo nooooi! Il nuovo Toninelli è targato PD: prevedibile, la china era quella. E il famoso imprenditore? Rispetto per la nostra grande storia, tuonava in tivù. Grillo come il Marchese e come quell’altro, li ha sistemati lui quei mangiatori di formaggio: ma che avrete mai fatto voi? L’impero romano gli ribolliva nelle vene, il Rinascimento gli saliva alla testa. Pensare che mentre ci accanivamo con Galileo, gli olandesi s’inventavano la libertà economica e politica. Ma che ne sa lui, mica vende scarpe a tutto il mondo…
Tutto ciò non ha alcuna morale. O ne ha troppe, chi vuol capire capisca, ognuno ci trovi la sua: un po’ di libertà, tra tanta obbedienza. Urge una classe dirigente? Fate voi. Ma non lamentiamoci: abbiamo quella che ci siamo scelti noi. Credevamo fosse avanspettacolo, ci è piovuta addosso la storia. Per fortuna la Speranza è l’ultima a morire: gli abbiamo dato un ministero. Sempre meglio che “autosuicidarci”: parola di Evo Morales.
Loris Zanatta è Professore di Storia dell’America latina all’Università di Bologna. Il suo ultimo libro è Fidel Castro: L’ultimo “re cattolico”