Vivisezione, sperimentazione animale e gli spettri del passato
Per adeguarsi alla direttiva comunitaria del 2010 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, l’Italia si appresta ad adottare una normativa ancora più severa di quella imposta dall’Unione Europea. In base al testo approvato alla Camera, per esempio, allevare dei cani a scopo esclusivamente scientifico potrebbe diventare reato. Gli animalisti sono scesi sul piede di guerra: dagli accampamenti davanti all’allevamento di Green Hill a Montichiari fino alla Harlan di Corazzana, dove sono giunti i nas richiesti a gran voce dalla parlamentare del Pdl Michela Brambilla. I controlli hanno dato esito negativo: tutto in regola.
Per fare chiarezza abbiamo rivolto alcune domande a Piergiorgio Strata, professore emerito di neurofisiologia all’Università di Torino, Presidente dell’Istituto nazionale di neuroscienze e rappresentante del governo italiano nel consiglio degli amministratori fiduciari dello Human Frontier Science Program.
Innanzitutto, professore, chiariamo il significato delle parole. Le espressioni “vivisezione” e “sperimentazione animale” sono spesso usate in modo interscambiabile, eppure non sono sinonimi.
Il termine vivisezione è stato coniato per definire la pratica di sezionare un corpo vivente in contrasto con il termine autopsia che si riferisce alla pratica di sezionare un cadavere. Un intervento di appendicite è vivisezione che normalmente avviene sotto anestesia. Sperimentazione animale è un termine più ampio che include ad esempio la somministrazione di farmaci senza interventi chirurgici.
Dunque anche a proposito di un parto cesareo si può parlare di vivisezione.
Certamente. Questo tipo di vivisezione talvolta è necessario per salvare la vita alla madre e/o al nascituro.
Eppure il termine “vivisezione” nell’immaginario collettivo è ammantato di un risvolto truculento…
Nell’immaginario collettivo l’idea prevalente è che vivisezione sia prendere un animale vivo e farlo a pezzi senza anestesia. E’ disinformazione, una parola usata per evocare spettri che non ci sono più.
Su una scala da 1 a 10 quanto è stata importante la sperimentazione sugli animali per la ricerca scientifica?
Consultando la lista dei premi Nobel per la Medicina o la Fisiologia si può dire che l’importanza della sperimentazione animale sia 10 in molti, forse tutti, i settori della medicina. È vero che ci sono anche sperimentazioni sugli animali che portano scarsi contributi a nuove conoscenze, ma chiunque conosca come si sviluppa la scienza sa che i picchi di creatività produttiva si raggiungono sempre se c’è un’ampia base di attività di ricerca, indipendentemente dalla sua qualità. La grande scoperta del ricercatore isolato, se mai c’è stata, è un ricordo di un lontano passato.
Quali sono i principali protocolli che regolano le modalità operative con cui deve essere condotta la sperimentazione animale?
L’Italia ha regole ben precise e le regole vengono implementate attraverso continui e rigorosi controlli con multe per i trasgressori. Questo riguarda sia le condizioni nelle quali vengono tenuti gli animali sia le regole per limitare la sofferenza. Gli abusi descritti nel passato per fortuna oggi sono soltanto un ricordo e le fotografie che ancora circolano ovunque io personalmente non le ho mai viste dal vero.
Oggi la sperimentazione animale si può considerare superflua ai fini della ricerca?
La sperimentazione sull’animale è indispensabile in certi settori della ricerca ed è complementare a quella che viene fatta con sempre più frequenza su colture di cellule in vitro. Non si possono condurre su colture cellulari la sperimentazione di una nuova tecnica chirurgica oppure lo studio di un farmaco antiepilettico o contro l’insonnia. Molto spesso la sperimentazione serve a rilevare effetti collaterali negativi di fronte ad un farmaco che ha mostrato ad esempio ottime qualità antibatteriche in vitro, ma magari ha effetti altamente lesivi per vari organi.
Quindi i metodi alternativi come per esempio le colture in vitro non possono sostituirsi del tutto alla sperimentazione animale.
Assolutamente no. Un’idea diffusa ma errata è che la sperimentazione sugli animali serva solo a determinare la potenziale tossicità dei farmaci. È vero che molti animali vengono ancora usati per questo scopo, e credere che possano essere sostituiti da culture cellulari o modelli matematici è un’assurdità. Voglio dire, se uno non si fida dei test di tossicità fatti sugli animali, come fa a fidarsi dei test fatti su una coltura o un computer?
Dunque, a suo avviso, l’idea che in un futuro non lontano grazie alla tecnologia informatica la ricerca possa avvalersi esclusivamente di modelli matematici computerizzati è una chimera?
L’uso di modelli matematici trova già oggi spazio per rendere la ricerca più veloce e precisa, ma non per la creatività.
Che cosa direbbe a chi si batte per abolire la sperimentazione animale allo stato delle conoscenze attuali?
A tutte queste persone e soprattutto a coloro che sono convinti che la sperimentazione animale sia dannosa per l’uomo, consiglio di portare assieme alla carta di identità un biglietto nel quale sia scritto: “Credo che gli animali non debbano essere usati per la ricerca medico-scientifica. Se io mi trovassi in un pronto soccorso senza poter parlare, non trattatemi con nessun farmaco o apparato medico che sia stato sviluppato usando animali come soggetti sperimentali”.
Messaggio ricevuto. Grazie.
NON E’ VERO CHE LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE SIA DANNOSA PER L’UOMO, UN SACCO DI GENTE CI GUADAGNA E PAGHIAMO NOI SU TUTTO. CI SONO PRODOTTI CON SU SCRITTO ” NON TESTATI SU ANIMALI”, E NOI DECIDIAMO DI ACQUISTARLI. FATELO UGUALMENTE CON I FARMACI. METTA LEI NELLA SUA CARTA D’IDENTITA’ “SONO UN DIO, NON HO BISOGNO DI NULLA”.
Assolutamente contrario a qualsiasi attività contro gli animali, e soprattutto all’animale più utile all’umanità: la zecca, animale utilissimo perchè produce il danaro!
Quindi se tu o il tuo cane avete le zecche, guai a fare loro del male: lasciatele vivere
I prodotti su cui é scritto “non testati sugli animali” non é necessariamente etico secondo la vulgata del politically correct. Il motivo per cui quei prodotti non sono testati sugli animali deriva dal semplice fatto che sono prodotti con sostanze che erano già state precedentemente testate sugli animali e perció non necessitano di ulteriori verifiche.
Si potrebbero fare qesti discorsi ai figli del Talidomite: sei nato focomelico, magari non hai nemmeno il naso, ma siine fiero, tua madre prese un medicinale non testato sugli animali !
Le solite balle dette da un vivisettore che campa facendo centinaia o migliaia di pubblicazioni inutili su esperimenti altrettanto inutili…lo dice da solo “È vero che ci sono anche sperimentazioni sugli animali che portano scarsi contributi a nuove conoscenze, ma chiunque conosca come si sviluppa la scienza sa che i picchi di creatività produttiva si raggiungono sempre se c’è un’ampia base di attività di ricerca, indipendentemente dalla sua qualità”. Quindi torturate milioni e milioni di animali per hobby? E dove stanno questi benefici per l’uomo di questa sperimentazione animale’ Noi siamo topi? o cani o gatti o scimmie? Addirittura nella stessa specie si hanno risultati diversi e come può un animale da laboratorio stressato, avvelenato, elettrificato dare risultati positivi? Neanche per la propria specie li può dare…e voi del blog smettetela di intervistare sempre i soliti noti contattate piuttosto Stefano Cagno o Massimo Tettamanti o Bruno Fedi dottori anche loro ma antivivisezionisti!!!!
Se lei per sfortuna dovesse essere ricoverata in pronto soccorso o comunque in ospedale per una malattia che la mettesse in pericolo di vita, sarebbe disposta a consegnare un biglietto in cui è scritto che rinuncia a qualunque farmaco che è stato realizzato usando anche la vivisezione ?
@Giusy Ciafardini
è un assurdo e deplorevole artificio voler assimilare l’uso dei farmaci al favore verso la vivisezione! dire questo significa voler far credere che il farmaco esiste e potrà esistere fintanto che c’è la vivisezione e questo non è altro che l’ennesima manipolazione delle coscienze tanto coltivata dai vivisettori. Essere contrari alla vivisezione non equivale ad essere contrari all’assunzione di farmaci se possono guarirci (ma non sono certo questi sperimentati attraverso gli animali che al più possono eliminare temporaneamente i sintomi ed allo stesso tempo far contrarre altre malattie) e non equivale certo ad essere contrari alla ricerca. Essere contrari alla vivisezione significa aspirare all’esercizio di una vera ricerca scientifica quella che ci offrirà farmaci in grado di farci guarire e non quella che ci rende dipendenti a vita di farmaci. Dire che chi è contro la vivisezione non dovrebbe fare uso dei farmaci è semplicemente una deprecabile strumentalizzazione degna di miserabili menti. Oggi purtroppo chi è malato deve adattarsi a far uso di ciò che il mercato ci offre, oggi il malato deve accettare di dover scegliere il minor male e questo non significa aver offerto il frutto della scienza e far guarire dalle malattie. Come non è vero che se un farmaco è benefico, lo deve alla sperimentazione animale ma solo ad una fortunata casualità. Se sono costretta e devo far uso di farmaci, dovrò farlo (anche se cerco di assumere quello generico che mi dà almeno la garanzia di non essere dannoso…oltrechè per i noti motivi etici) ma vorrei poterne disporre di altri: frutto della vera ricerca scientifica e non frutto di speculazioni economiche
…e poi quella idiozia che, essere contro la vivisezione equivale ad essere contro la ricerca…vorrebbero farci credere che solo perchè tutto passa attraverso gli animali, la vivisezione sia insostituibile…come se dire di aver eseguito una procedura possa costituire dimostrazione della sua validità: se i farmaci vengono sperimentati sugli animali è solo perchè un’insensata legge lo impone: il fatto che siano stati testati sugli animali non dimostra affatto che i risultati benefici (quando ci sono) sono derivati dalle sperimentazioni sull’animale, tenuto conto che prima dell’immissione nel mercato, è obbligatorio la verifica sull’uomo. Non vogliono ammettere che chi è contrario alla vivisezione lo è perchè ambisce all’esercizio della vera ricerca scientifica…quella che può davvero sconfiggere le malattie dell’uomo e non dare, nella migliore delle ipotesi, solo un sollievo temporaneo e nello stesso tempo indurre ad altri disturbi. Non vogliono riconoscere onestamente la posizione dei contrari alla vivisezione i quali sintanto che ci saranno solo questi farmaci, saranno costretti a prenderli pur sapendo di andare incontro ad altre patologie e così preferiscono miseramente dichiarare che chi non condivide la vivisezione non dovrebbe neanche far uso dei farmaci: Ignoranti, fautori ottusi della propaganda vivisezionista!
Al contrario vogliamo che si inizi a esercitare LA VERA RICERCA SCIENTIFICA con metodi che diano risultati a beneficio dell’uomo e si smetta con la truffa della sperimentazione animale: una pseudo scienza …sono svariate le decine di anni che si fa credere che si stiano cercando le soluzioni per sconfiggere le malattie che affliggono la specie umana ma escono fuori solo farmaci che nella migliore delle ipotesi sono solo placebi e in via ordinaria provocano altre patologie per effetti collaterali e talvolta gravissimi danni anche letali…e intanto le malattie aumentano e la gente continua a morire! Non è questa la ricerca che vogliamo: questa pratica uccide gli animali e rende l’uomo la vera cavia!!! Gli altisonanti slogan emozionali non fanno presa sulle coscienze attente e informate. Ma fateci una buona volta l’elenco delle grandiose scoperte che tanto sbandierate perchè non si trovano da nessuna parte: gli unici risultati benefici raggiunti si sono avuti senza impiego di animali. Basta con le apodittiche affermazioni di principio e dateci i riscontri scientifici!
@Claudio Di Croce
La stessa domanda fatta a Giusy la faccio a lei .
A questa domanda si risponde con un si o con un no Una articolessa come risposta la usano i politici che non vogliono prendere posizione . Lei appartiene a questa categoria ?
@rossella
Ho sbagliato , la domanda era rivolta a lei : si vede che ho assunto dei farmaci biologici .
@claudio Di Croce
Non sia ridicolo…sa cosa le rispondo? Che voglio essere curata con farmaci scoperti attraverso ricerca SENZA animali…voglio l’alternativa…non voglio pagare con i miei soldi tali ingiustificate e insensate torture…VOGLIO L’ALTERNATIVA…..SMETTIAMOLA CON QUESTA IPOCRISIA MEGLIO TUO FIGLIO O IL TOPOLINO ECC ECC NON SIAMO PIU’ NEL MEDIOEVO…BASTA.. SMETTETELA DI PRENDERCI IN GIRO….
la mia risposta è più che chiara, basta leggere e non sono una politica ma solo una persona che non tollera le menzogne e le strumentalizzazioni, come questa biasimevole proposta del messaggio da inserire nella carta d’identità! Se vengo ricoverata in ospedale, non servirà certamente il mio biglietto a dissuadere i medici dal prestare soccorso. Tutto una colossale truffa che poggia sulla manipolazione delle coscienze anche in banali scambi di comunicazione. Mi domando come mai si è dimenticato il tanto amato paragone tra la vita del topo e del proprio figlio (perchè non tra il figlio di un’altro ed il proprio: la risposta sarebbe uguale!). Buffoni e inetti sono i fautori della vivisezione e con questo ne ho abbastanza per oggi.
Il biglietto in tasca è una vera assurdità: nessuna cura è mai stata trovata GRAZIE alla sperimentazione animale. Semplicemente, per Legge, qualsiasi cura o sostanza deve essere sperimentata prima sugli animali, per poter dare false sicurezze agli umani sui quali tali cure e sostanze saranno sperimentate poi. E questo già da solo dimostra quanto sia attendibile il modello animale per gli umani.
Quanto ciò che viene commercializzato dopo tali e tante sperimentazioni accurate, sia effettivamente utile e umanamente sostenibile, è dimostrato dal numero infinito di “medicinali” ritirati dal commercio.
Per fortuna, la penicillina non potè essere sperimentata prima sugli animali, altrimenti non avrebbe superato la prova e non sarebbe mai stata utilizzata con successo sull’umano, né sarebbe stata scoperta l’intera gamma di antibiotici: chissà quante altre sostanze che avrebbero potuto essere utili all’umano non utilizziamo, perché risultate letali sugli animali.
Rischiavamo di perdere la digitale stessa, rimedio principe per i disturbi cardiaci umani, perché provocava pressione alta negli animali. Per fortuna, la tradizione ebbe la meglio e gli esperimenti sugi animali furono ignorati. Anche lo sviluppo di pacemakers e valvole cardiache è stato ritardato a causa delle differenze fisiologiche tra gli animali, sui quali furono progettati, e gli esseri umani cui erano destinati.
Per non parlare del tabacco, dell’amianto, della fibra di vetro, del benzene, che continuarono ad essere utilizzati, mentre la gente si ammalava e moriva, perché queste sostanze non provocavano il cancro negli animali. Con tutti i vantaggi per chi produceva queste sostanze. La lista dei fallimenti della vivisezione è talmente lunga, interessante e, se non si trattasse di una tragedia, talmente ridicola, che ci si potrebbe intrattenere per ore ridendo a crepapelle.
Insomma, la vivisezione (e “sperimentazione animale” è solo un ipocrita sinonimo che nulla toglie alla reale essenza della pratica) è un metodo mai validato e chi ha deciso di utilizzarlo per Legge per stabilire l’utilizzo o meno delle sostanze a scopi umani, così come chi li sostiene, dovrebbe quanto meno essere accusato di procurato danno alla cittadinanza, se non addirittura di strage.
Con buona pace dei vari Strata, Garattini, Farina Coscioni in politica o Di Croce tra questi commenti.
Perché non provano a bere una rinfrescante bevanda all’arsenico? Pecore e porcospini possono ingoiarne quantità cospicue senza effetti collaterali!
@giusy: l’alternativa vera per adesso non c’é. C’é mezzo mondo medico che ci lavora perché, al di là di certe vulgate demagogiche, la sperimentazione animale costa montagne di soldi ed é estremamente inefficiente. Una parte delle ricerche é già stata spostata sul mezzi diversi come le culture cellulari, molto piú economiche e rapide ma per ora il loro campo di applicazione é estremamente limitato.
Chi continua a far passare l’idea che c’é un intero mondo medico che ci sguazza a fare sperimentazioni animali e che ci sono voraci e tentacolari multinazionali che accumulano immensi profitti vendendo poveri animali o non sa di cosa si parla o, peggio, é in malafede.
@andrea dolci
L’alternativa non c’è perchè non si destinano i fondi alla ricerca alternativa anzi la chiamerei AVANZATA. Nell’ultimo emendamento presentato relativamente alla Direttiva europea sulla vivisezione si chiedeva che almeno il 33% dei fondi fossero destinati alla ricerca di metodi alternativi. BENE, senonchè questo passo dell’emendamento è stato eliminato, eliminato…quindi se non stanziano soldi per la ricerca alternativa come si fa???? Ci dobbiamo soltanto autofinanziare come fa I-care Italia o altri che fanno ricerca senza animali. Allora io dico questo…voglio avere la libertà di decidere a chi dare i miei soldi per la ricerca…quanta percentuale delle mie tasse è destinata alla ricerca con animali? BENE io quella somma la voglio destinare a chi fa ricerca SENZA animali …questa è democrazia. E allora e solo allora potrò mettermi un bigliettino in tasca dicendo i farmaci che preferisco….
@Laura: visto che i test preventivi sugli animali sono inutili e dannosi, perché chi vi si oppone acriticamente non ha la coerenza di offrirsi per i test preclinici ? O forse ritieni invece che anziché scartare il 90% delle molecole perché risultate tossiche sugli animali si dovrebbero testare tutte direttamente sui pazienti negli studi di fase 1 ?
ma che ragionamento è???? quì si vuole far capire che la sperimentazione sugli animali è una stronzata!!! la penicillina uccide i ratti, ma cura le infezioni batteriche nell’uomo!
il problema semmai è che si abusa dei farmaci, quindi sarebbe meglio usarne meno!
i chemioterapici poi, fanno la gioia solo delle aziende farmaceutiche! se fossero davvero efficaci avrebbero già sconfitto tutti i casi di cancro! e invece non è così!
prima del pronto soccorso quelli come lei devono imparare a conoscere l’importanza della prevenzione–e che la vera terapia non è farmacologica…i medici dovrebbero imparare a curare i malati, non le malattie! deve poi esserci maggiore responsabilità da parte delle persone, maggior consapevolezza nella salvaguardia della propria salute…. bisogna cambiare la prospettiva…
hai tutta la mia approvazione! grazie@giusy
brava giusy, ben detto….!!
@giusy: scusa, ma a me pare che tu stia facendo un po’ d confusione tra ricerca sui farmaci e ricerca su come fre ricerca sui farmaci. Tra l’altro quella che tu chiami ricerca avanzata senza l’uso di animali riguarda l’uso d molecole note che, casualmente, avevano già passato il filtro della sperimentazione animale. Qui mi fermo e non vado più avanti nella discussione perché sarebbe fiato sprecato. Anche perché confesso che dopo aver letto che la ricerca su animali avrebbe rallentato lo studio sulle protesi valvolari quando invece quelle di derivazione suina sono proprio quelle che danno i risultati migliori da sempre dimostra che la gente tende troppo a credere a qualsiasi ciarlatanata purché risponda ai propri canoni idelogici, e contro l’ideologia la ragione e i fatti non servono a nulla.
@andrea dolci
per ricerca avanzata intendo ricerca senza animali. Intendo osservazione clinica, epidemiologia, statistica, tessuti umani, colture cellulari, metodi matematici. Il problema sono i soldi, diamo finanziamenti per far volare la ricerca senza animali…ma sa qual’è il vero problema? Che la vivisezione consente di provare tutto e il contrario di tutto, che serve soltanto come alibi ai colossi farmaceutici per difendersi dalle cause intenate da singoli o class action per reazioni avverse ai farmaci…davvero lei pensa che non ci siano grossi interessi commerciali dietro a tutto questo? Solo beceri interessi commerciali, a loro non importa nulla della nostra salute è solo corruzione dagli informatori scientifici ai medici agli ospedali ai ricercatori che per fare qualche pubblicazione e intascare denaro sono disposti a ripetere esperimenti sugli animali all’infinito cambiando solo qualche piccolo particolare…Ippocrate si starà rivoltando nella tomba ad osservare tutto ciò. E si ricordi che la prima cura è la prevenzione ma non la lastrina da fare ogni anno, prevenzione vuol dire mangiare sano, non mangiare carni e derivati animali, vivere all’aria aperta…quanti spot pubblicitari si vedono su questi argomenti? Nessuno, su 10 spot 5/6 sono di cibo di provenienza animale e i restanti di farmaci per curare i danni causati da questo tipo di alimentazione…Hai bruciore di stomaco? prendi la pasticchina…Hai bisogno di forze? Prendi un integratore. Hai l’arteriosclerosi? Usa questo o quello e ancora e ancora….non ricordo quale multinazionale del farmaco ha dichiarato che il suo obiettivo è curare i sani….( se vuole digiti questa frase su internet e ne troverà l’autore) …sic! Svegliamoci e non facciamoci illusioni noi siamo solo numeri come gli animali a cui mi sento molto più vicina che agli uomini…
@andrea dolci
Lei ha ragione : è inutile discutere con una ideologa che non sapendo cosa argomentare tira fuori le multinazionali ; sembra una NOTAV.
@andrea dolci
Vorrei basare la mia risposta sull’analisi di questi fatti:
1. Un numero crescente di medici e scienziati ritengono inutile la sperimentazione animale e, comunque, anche gli scienziati favorevoli a tale sperimentazione concordano sulle raccomandazioni contenute nella Regola delle 3R (Reduce, Refine, Replace), vista anche la crescente disponibilità di metodi alternativi;
peraltro questa regola è stata introdotta già nel lontano 1959 da Russel e Burch:
vedi http://bit.ly/z6Iwz5.
2. Organi scientifici di importanza internazionale concordano sulla necessità di un phase-out dalla sperimentazione animale, vedi rapporto NRC, pubblicato nel 2007, “Toxicity testing in the 21st century”: http://bit.ly/yWUmBf
3. La gente “comune” è in grande maggioranza contraria alla sperimentazione animale, almeno in Europa; sondaggo YouGov, Marzo 2009, riportato da ECEAE:
http://bit.ly/we0Vc0.
Nonostante questi fatti, il numero di animali impegati negli esperimenti non sta affatto diminuendo, come ci si potrebbe aspettare, anzi, sta aumentando ovunque in Europa:
dati relativi al triennio 2005-2008 (vedi http://bit.ly/yMEigK ):
Spain (up 51%)
Estonia (up 610%)
Ireland (up 197%)
Austria (up 32%)
Portugal (up 22%)
Questo forte aumento della sperimentazione animale, in presenza di indicazioni ufficiali circa la necessità di una sua riduzione, è una evidente anomalia.
Dal momento che viviamo in una economia di mercato, la spiegazione più semplice è quella per cui sono gli interessi economici a dare impulso a tale sperimentazione;
a parità di fattori, infatti, la spiegazione più semplice è quella da preferire: questo è un esempio di applicazione del cosiddetto “Rasoio di Occam”.
Vedi: http://it.wikipedia.org/wiki/Rasoio_di_Occam
Quindi, secondo me, è sicuramente lecito che in una economia di mercato venga perseguita la ricerca del beneficio economico, ma non quando questo entra in evidente contrasto con la superiore necessità di ricerca del bene comunue: progresso scienfitico, tutela della salute.
Quelli che argomentano dicendo “la sperimentazione animale è molto costosa e le aziende la risparmierebbero volentieri se potessero” dimostrano una evidente ingenuità: in economia il termine “costoso” non significa nulla, quello che una azienda deve valutare è un insieme complesso di fattori che, insieme, misurano il potenziale ritorno di un investimento.
Il “costo” iniziale di una iniziativa è un problema solo per chi non possiede, o non può ottenere, il denaro necessario.
Ad esempio: la ricerca animale è sì inizialmente più costosa, ma in compenso garantisce tempi certi di introduzione sul mercato di una nuova sostanza e potrebbe essere quindi più vantaggiosa rispetto a metodi inizialmente più economici ed esatti, ma che potrebbero portare ad una eccessiva selezione delle molecole da portare alla fase successiva.
Non dimentichiamo che per “metodi più esatti” non intendo solo il “vetrino” usato per eventuali analisi in vitro, ma anche la lunga indagine epidemiologica, clinica, eziologica che consiste nella raccolta e studio di tutte le informazioni disponibili sulla malattia, in modo da portare alla eventuale formulazione di una “ipotesi” di molecola per contrastare o prevenire la malattia oggetto di studio.
Con la ricerca animale tutto questo è più semplice (e quindi economico): spesso la malattia in esame viene “indotta” in una certa specie animale con metodi meccanici, elettrici o chimici; ma quella che si ottiene è solo una rappresentazione dei sintomi della malattia reale e, come tale, non è un modello scientificamente corretto (a meno che non si intenda ribaltare il concetto di “metodo scientifico”, tornando così indietro di qualche secolo).
Il tentativo di rimediare a questa incongruenza utilizzando animali geneticamente modificati per sviluppare la malattia umana non rende sicuramente il modello più affidabile, ma solo più sofisticato.
Saluti,
Trevor.
@trevor resort
Grazie per la chiarezza! Spero che ora il concetto sia chiaro a tutti…..
@Claudio Di Croce
Purtroppo a me sembra che siano i sostenitori della sperimentazione animale a non saper come argomentare.
Vorrei riportare l’attenzione sul fatto che la stessa comunità scientifica riconosce la necessità di adottare metodi più accurati ed eticamente accettabili.
Ad oggi, infatti, il tanto sbandierato principio delle “3R”, introdotto nel 1959, è sostanzialmente ignorato.
Invito a leggere il seguente articolo (“Ethical and Scientific Considerations Regarding Animal Testing and Research”, Hope R. Ferdowsian, Nancy Beck, Sept. 2007) – http://bit.ly/pIZWC4
Ne riporto un passaggio fondamentale:
“Despite the attention brought to this issue by Russell and Burch, the number of animals used in research and testing has continued to increase. Recent estimates suggest that at least 100 million animals are used each year worldwide”.
Se, per cortesia, volete poi leggere il seguente articolo pubblicato da The Journal of The Medical Association troverete che il modello animale si rivela altamente impreciso e fuorviante: “Translation of Research Evidence From Animals to Humans”, Daniel G. Hackam, MD, JAMA. 2006;296″ – http://bit.ly/xP7HE7
Personalmente non credo nemmeno che il metodo della sperimentazione animale si possa definire “scientifico” dal momento che (cito dalle conclusioni dell’articolo citato):
“Only about a third of highly cited animal research translated at the level of human randomized trials. This rate of translation is lower than the recently estimated 44% replication rate for highly cited human studies.”
Mi spiace, ma credo che le argomentazioni e le evidenze prodotte dai ricercatori contrari alla sperimentazione animale siano più credibili di quelle prodotte dai sostenitori e, comunque, non credo si possa liquidare l’opinione dei cittadini come “ideologia NOTAV”; di mezzo c’è il diritto alla salute e ad una ricerca medica al passo con i tempi.
Grazie, saluti.
Trevor
Avete letto l’articolo di copertina oggi su Panorama?