Vergogna, la lobby forense si ricompra il Parlamento
Hai voglia a far convegni sugli ordini professionali che andrebbero a)- aboliti b)- quanto meno inibiti dall’assumere misure norme deonotologiche e provvedimenti restrittivi della concorrenza ed espressione del cartellob “un albo a ciascuno per una vita garantita”. I presidenti e dirigenti degli ordinidi solito ti respingono dicendo che non capisci, che gli ordini sono pilastri esseniali e insostituibili e che se poi continuano a proliferare una ragione ci sarà, e che solo dei pazzi malintenzionati affetti da virus ideologico mercatista li scambiano per combriccole anticoncorrenziali. Tanto per aver conferma che non siamo malati noi ma il male sono loro, l’ennesima nostra sconfitta.
Il Senato della Repubblica nella seduta di ieri 20 ottobre ha approvato, nel corso dell’esame e della discussione del testo sulla nuova disciplina della professione forense, il testo emendato dell’art. 12 della citata normativa che prevede la vincolatività e l’inderogabilità dei minimi tariffari ed il divieto del patto quota-lite, mentre i massimi possono essere derogati con accordo redatto per iscritto a pena di nullità.
Non so dire se occorra più incazzarsi con politici imbecilli, oppure complimentarsi con la lobby forense che tornando alle tariffe minime taglia le gambe a chi crede che il prezzo sia un’arma ancor più necessaria, in un mercato saturo di avvocati – sia detto senza offesa per nessuno in particolare – mantenuti della giustizia tardigrada e inefficiente.
Condivido, e condivido anche che gli ordini professionali non hanno senso. Detto banalmente: se uno è un cane a fare il suo mestiere, potrà fregare 1,2,3,4 persone e poi la reputazione lo farà chiudere. Così vale se è passato per un esame di un ordine, così è se non lo è. Qualcuno infatti ritiene seriamente che grazie agli esami per gli ordini professionali o per le abilitazioni non ci siano insegnanti/giornalisti/avvocati/ingegneri/etc. cani? A chi dice “miglioriamo la selezione”, rispondo, “esatto, lasciamo che la faccia il mercato, che è il miglior selezionatore”. Tralasciando il discorso su raccomandazioni che ci porterebbe troppo lontano.
Concordo, concordo fino in fondo…
… aggiungo: il minimo tariffario non esiste invece più per gli ingegneri. Si vede che gli avvocati sono più belli. O tutti, o nessuno.
Questo paese non vale una cicca, sono cosa che si sanno.
I politici sono peggio che imbecilli. Sono dei lacché delle lobbies, il vero ostacolo da rimuovere di questo pseudo-paese che non dovrebbe nemmeno esistere, e per il quale davvero non vale la pena di perdere tempo.
@marco
Esatto: nella media, siamo più belli degli ingegneri, ed anche degli economisti. Forse non dei giornalisti come Oscar Giannino: quale categoria comprende fighi come Michele Santoro, Marco Travaglio, Gad Lerner, Vittorio Feltri, Gianni Riotta, Ferruccio De Bortoli, Antonio Socci ed il Maestro di tutti, Eugenio Scalfari?.
quando leggo certe cose devo a malincuore concludere che non vi è speranza per questo paese.
Mi permetta un ricordo personale. Agli inizi degli anni 90 partecipai ad un incontro con il Presidente della mia associazione di categoria (imprese informatiche) il quale raccontò di avere incontrato un sotto-segretario che si era impegnato ad appoggiare la proposta di istituire un albo dei periti informatici. Secondo questa proposta, chi operava da anni nel settore sarebe stato iscritto di diritto, mentre si sarebbero posti tutta una serie di vincoli per l’ingresso di nuovi iscritti. La proposta riscosse il plauso della stragrande maggioramnza dei presenti. Personalmente ne uscii disgustato e quella fu la prima ed ultima volta che partecipai a riunioni di categoria .
La demenzialità della suddetta proposta appare evidente se si considera che, qualora ad esempio fosse stata applicata negli USA, Jerry Yang non avrebbe potuto creare Yahoo, Mark Zucheberg non avrebbe avviato Facebook e Sergey Brin non avrebbe fondato Google.
E’ assurdo poi che questi sfregi alla libera concorrenza siano sostenute da associazioni imprenditoriali.
Purtroppo, nel panorama politico mi sembra che nessuno dica chiaramente che gli ordini dovrebbero essere aboliti. Poi vengono tutte le altre questioni (fra cui appunto questa assurdità del ritorno dei minimi e del divieto di patto di quota lite). N.B.: faccio l’avvocato da vent’anni, sicché in tema ho maturato una certa esperienza.
Politici imbecilli? Probabilmente sì, prchè con la loro insensatezza e cura del particulare ci stanno affossando consci che la cultura della concorrenza in Italia è davvero minimale; se non fossero imbecilli, sarebbero parte di una classe dirigente di almeno media veduta che cercherebbe di farci masticare un pò di sana concorrenza che è quanto ci manca ormai da troppo tempo ed invece si beano di accontentare gli ordini in cui sono maggiormente presenti i parlamentari…Per quanto cerchi di essere realista e non pretenda che alcuno cambi lo stato delle cose con lo schiocco delle dita o facendo annunci roboanti, credo sempre più fermamente che siamo governati da omuncoli piccoli piccoli, (ed anche piuttosto viscidi)…sara populistico ma tant’è.
p.s. ritengo non abbia senso fare il solito gioco del confronto fra chi ci governa e noi cittadini in quanto non credo che negli altri paesi i cittadini siano migliori o peggiori di noi, hanno una selezione della classe dirigente migliore perchè chi c’era prima, (banalizzo) ci ha tenuto a che il paese X fosse ben governato….mi scuso ma certe cose mi fanno bollire il sangue e mi lascio andare
L’Italia è il paese delle caste. C’è quella degli avvocati, quella dei giornalisti, quella dei magistrati ecc. C’è poi quella politici che, oltre ad un nutrito numero di adepti e di portaborse, racchiude e rappresenta tutte le altre. Stando così le cose la casta dei politici quando mai attuerà provvedimenti per ridurre il numero dei parlamentari ed il costo della politica ed eliminare gli ordini professionali che tutelano le varie caste?
Credo che purtroppo più che l’abilità della lobby sia questione di politici imbecilli. Non ce la facciamo più di averne in quantità così industriale :-(-
Io sono un avvocato e codivido quanto detto da Giannino.
Vorrei proporvi alcune considerazioni: 1) la crisi del c.d. mercato dell’avvocatura è una crisi dovuta all’eccesso di offerta. Diciamolo francamente: in una non bene definita percentuale di casi la scelta della professione forense è una soluzione di comodo, un ripiego dettato dall’impossibilità di qualificarsi diversamente. Ed in alcune regioni d’Italia ( per esempio dalle mie parti, la Sicilia ) la scelta di fare diventare i figli avvocati è stata vissuta più come un’esigenza di riscatto sociale che servisse ad innalzare la famiglia nella scala sociale, piuttosto che una scelta ponderata sulla base delle reali possibilità di trarre un adeguato guadagno dall’esercizio della libera professione. Non si mai considerata a sufficienza la necessità che oltre alle attitudini intelluttuali questa professione richiede un posizionamento familiare e personale al centro di un intenso crevia di relazioni umane, economiche e professionali. Diversamente, ci si impiega un grande studio legale e si percepisce un misero stipendio.Conclusione: migliaia di avvocati col titolo professionale disoccupati ed un’agricoltura che non può usufruire dell’impegno imprenditoriale di una classe giovane, sensibile alle innovazioni di prodotto, al marketing. ecc… Questo perchè l’agricoltura è stata vista solo come un retaggio di sofferenza fisica e povertà.
2) Seconda considerazione: la stragrande maggioranza dei servizi legali sono diventati delle commodities ( recupero credito, infortunistica stradale, diritto di famiglia ecc..) nell’erogazione dei quali non è possibile fare emergere differenze professionali e meriti differenziali perticolarmente rilevanti, quindi la concorrenza, in questi settori, è tutta sul prezzo, diventa necessario fare molti volumi ed avere un’organizzazione efficientissima. Quindi enorme fatica per tenere un prezzo basso ed erogare molti servizi. Da qui la necessità, che io non condivido, dei minimi legali.
3) terza e ultima considerazione: il numero di liti giudiziarie è, in parte, direttamente proporzionale al numero di avvocati che esercitano. Questo legame è dovuto al fatto che gli avvocati che hanno una certa presa comnicativa sui clienti riescono a convincerli a fare causa anche quando ciò non sarebbe consigliabile. Evidentemente coloro che riescono a fare questo sono proprio quelli che non hanno tantissimo si che lavorare e quindi pur di fare qualcosa tentano ( magari in buona fede ) cause ad un prezzo bassissimo, un prezzo tale da bilanciare agli occhi del cliente anche il rischio preventivo di perdere la causa. Insomma si dice: proviamoci, tanto ti costerà pochissimo e quindi giochiamoci questa carta, magari becchiamo qualche revirement giurisprudenziale!
Saluti! ( e speriamo che l’Ordine non mi sanzioni …! )
@Luciano Pontiroli
Meglio girarvi.
Siete tutte caste ignobili intrecciate a triplo e quadruplo filo tra di voi. Basta osservare le figure che compaiono nelle varie procedure giudiziarie: intrecci a dir poco sospetti. Laddove un professionista fa una curatela l’altro fa il perito o il liquidatore o il commissario, per poi trovare le stesse persone, a ruoli mescolati, in 10, 100, 1000 altre procedure.
Gli unici a rimetterci sono i giovani di talento, fuori dal giro e costretti a lavorare senza uno straccio di contratto e per quattro soldi nei vostri studi.
@rocco todero
non è solo una crisi di offerta: è anche che l’offerta (come pure l’organizzazione del lavoro) è indirizzata solo al contenzioso giudiziale (non fiscale). Al di fuori di questa nicchia una gran quantità di lavoro che richiede competenze legali non viene svolta dagli avvocati:
– la consulenza legale (societario e contrattuale) alle PMI, come pure il contensioso fiscale è tutto in mano ai commercialisti
– il societario per le società maggiori e la consulenza sulle operazioni immobiliari è ai notai;
– il diritto del lavoro lo vedono i consulenti del lavoro (se non si va in giudizio appunto)
– la consulenza in materia di marchi e brevetti (come pure sulle normative sulla sicurezza sul lavoro) la fanno gli ingegneri
– se hai bisogno di un parere urbanistico vai dal geometra …
e poi non c’è lavoro??
@Simona
Senza contare pooi COME e DA CHI viene fatta questa selezione, spesso facendo passare cani e porci, oppure bloccando tutti meno i figli di papà. Ovunque vi sia la legge a regolamentare una protezione, questa proteggerà inevitabilmentele lobby
Politici imbecilli, senza dubbio.
@Francesco Zanardi
La risposta a Marco era sul tono del cazzeggio, perché non mi era sembrato il caso di argomentare in maniera seria dopo la sua invettiva generica.
Anche in codesto intervento leggo un’invettiva, ma un po’ più precisa. Allora osservo, in primo luogo, che certi intrecci avvengono – in genere nelle sezioni fallimentari – se e quando le danze sono condotte da magistrati non propriamente disinteressati e riguardano solo quei professionisti che stanno la gioco: magari non sono pochi, ma non sono certo la maggioranza (almeno secondo la mia esperienza).
Detto questo, mi auguro che l’aggettivo “ignobili” non sia ulteriormente impiegato e, soprattutto, che il dottor Giannino prenda le distanze da codesto linguaggio . In caso contrario, ne trarrò le opportune conseguenze.
Il collega Todero ha illustrato una realtà che non conosco direttamente, ma che spiega alcune cose. Io aggiungo che le tariffe minime hanno una funzione: quella di proteggere il professionista dalle prevaricazioni di certi clienti “seriali” che richiedono servizi a buon mercato. Chi se ne scandalizza, dimentica che gli avvocati – ma anche altri professionisti – sono in primo luogo lavoratori: pertanto, una concorrenza radicale tra di loro implicherebbe per molti la rinuncia alla professione in forma individuale e l’asservimento a qualche law firm internazionale, con compensi tutt’altro che pingui.
Capisco che in questo sito si apprezzi poco il contratto collettivo (mi pare, però, che nemmeno Marchionne voglia liberarsene): ma la tariffa minima ha la stessa funzione della “minimo sindacale”.
Per altro verso, l’affermazione che la lentezza dei giudizi sia imputabile all’eccessivo numero di avvocati mi sembra non dimostrata e, mi sia consentito dirlo, un luogo comune espressivo di un pregiudizio, diffuso ad arte da chi sostiene che altrimenti i Tribunali funzionerebbero benissimo, smaltendo rapidamente un contenzioso ridotto (è un pregiudizio che qualche magistrato gradisce diffondere).
Non posso negare che il contenzioso sia elevatissimo, soprattutto in certi settori; ma forse vi ha contribuito moltissimo una crescente richiesta di giustizia da parte di molti cittadini, più consapevoli dei loro diritti o più sensibili alle offese; certo anche una legislazione di diritto sostanziale che ha moltiplicato le occasioni di controversie, anche creando figure nuove (per es., le associazioni dei consumatori). La società contemporanea, almeno nei paesi avanzati, è una società dei diritti: illudersi che il contenzioso si riduca limitando il numero degli avvocati è una pia illusione, nella migliore delle ipotesi (nella peggiore, è un inganno alimentato da chi vorrebbe che i cittadini si sottomettano alle prepotenze altrui).
crede ti
Ci vuole una bella faccia tosta a paragonare il minimo salariale di un metalmeccanico alla tariffa minima di un avvocato.Finirà che anche i metalmeccanici faranno un bell’albo professionale: “un albo a ciascuno per una vita garantita”. Amen.
Un suddito.
Mi sembra di notare in effetti che il riscatto tanto sognato dai genitori che hanno fatto studiare i propri figli, con l’ ambizione di un riconoscimento nella società, innalzare la propria famiglia nella scala sociale vedendosi un figlio avvocato, ingegnere, medico o professore universitario, si scontra con la realtà dei circoli chiusi dove alla fine dei fatti non si riesce mai ad entrare o al contrario ci si rimane sempre dentro se ci si appartiene.
Il tutto perchè in effetti bisogna entrare in un crocevia di rapporti, dove in effetti nessuno è costretto a darti importanza anche se si ha un titolo di studio.Forse alla fine si incomincia a capire che non è la laurea a far salire la scala sociale. Questo è stato il risultato delle lauree a tutti: tutti laureati che non contano niente.
Appunto Herr doktor, siccome questo lavoro e’ diventato un parcheggio ( insisto! ), si diventa avvocati con quattro nozioni di procedura civile per svolgere le funzioni cosiddette commodoties ed il mercato percepisce la figura dell’avvocato come soggetto adeguato solo a svolgere i processi. Infatti se hai un minimo di specializzazione il mercato ti identifica ( i pareri urbanistici per esempio li scrivo io e non il geometra ) oppure se mantieni una figura un po’ generalista devi essere veramente bravo ad approfondire diverse materie. Insomma, abbiamo trasmesso negli anni ( sopratutto in alcune regioni d’Italia) l’idea che siamo buoni solo per le udienze ed il mercato per il resto si e’ rivolto ad altro. Resta il fatto che siamo troppi e mediamente inadeguati. Per far fronte a tutto questo le tariffe minime vi sembrano una soluzione ?
noi abbiamo votato il PDL per liberare il paese da caste e ordini che opprimono l’accesso alle libere professioni……..e invece ci ritroviamo leggi che vanno a favore di lobby come quella dell’Associazione nazionale forense che nei suoi vertici non rappresenta nemmeno la volontà della maggioranza deli professionisti iscritti…..ma tant’è……. purtroppo, i nostri politici stanno al servizio di lor signori..!!!!. Alle prossime elezioni…..sicuramente i voti del PDL,m saranno quelli di Guido Alpha e soci……..!!!!! Auguri….
ancora una volta il PDL sta perdendo una grossa occassione….per dimostrare di essere un partito veramente liberale…….!!! offendendo l’intelligenza di milioni di elettori che avevano e hanno creduto alle promesse della “rivoluzione liberale”…..!!!!! vuol dire che sapremo come comportarci……!!!!!
@luciano pontiroli
Mi scuso per il linguaggio “rustico”, mi scuso doppiamente se ho in qualche modo offeso la sua sensibilità. Spesso certi termini vengono usati aldilà del loro significato letterale, non succederà più.
La sua è una posizione pienamente legittima, non c’è dubbio, ma non può paragonare le tariffe di una libera professione al minimo salariale di un dipendente (penso che nemmeno quadri e dirigenti dovrebbero avere tariffe minime, e di fatto è così).
Allora andrebbe fissato un prezzo minimo per il pane, per l’elettricista e per l’idraulico. Non sia mai che clienti “seriali” chiedano prestazioni a chi le offre a meno.
@luciano pontiroli
Mi sono scordato una cosa: ribadisco che dovrebbero essere i giovani che lavorano negli studi ad avere un contratto di lavoro ed un salario minimo, cosa che non hanno. Essendo la loro prestazione d’opera paragonabile a quella dei un lavoratori dipendente è giusto che abbiano gli stessi loro diritti.
sembra quasi che l’abolizione dei minimi tariffari sia la panacea di tutti i mali….siamo proprio sicuri che sia giusto applicare le regole del libero mercato ai compensi professionali degli avvocati? a mio parere l’abolizione del minimo tariffarrio vuol dire solo una cosa: quello che oggi costa €1.000,00 domani costerà €500,00, dopodomani costerà €250,00 e fra tre giorni €150,00. E’ quello che è capitato in questi anni; con l’aumentare dell’offerta diminuisce il prezzo. Viceversa l’impegno profuso dagli avvocati è aumentato: l’attività legale infatti è diventata molto complessa sia a causa dell’aumentare delle incombenze burocratiche e precedimentali (molte delle quali previste a pena di decadenza) sia a causa del continuo aggiornamento ormai divenuto obbligatorio. Come se non bastasse vi sono poi tutte le problematiche attinenti alle responsabilità professionali degli avvocati, agli studi di settore, al regime delle incompatibilità e divieti particolarmente ferreo per gli avvocati (che vincola quei professionisti con maggiore spirito di iniziativa)….
Chi parla di abolire i minimi tariffari però non fa riferimento alcuno all’incidenza di tale modifica sulla responsabilità professionale dell’avvocato. Se mi è concesso fare una provocazione, sarebbe più giusto che ad una deroga dei minimi tariffari faccia seguito una necessaria e consequanziale deroga al regime di responsabilità professionale (forse sarà un mostro giuridico ma non penso sia peggiore di quello proposto ultimamente per la riforma della giustizia “lodo Alfano”).
Personalmente ritengo che l’attività professionale dell’avvocato vada liberalizzata a 360°, come già avviene in Gran Bretagna, Usa e Australia e che venga rivisto tutto il sistema giuridico in cui opera il professionista; liberalizzare soltanto il tariffario e mantenere inalterato tutto il sistema di cui sopra sarebbe svilente e castrante e alla fine si ritorcerebbe nei confronti del consumatore finale.
@andrea bertocchi
I metalmeccanici hanno il sindacato.
@Francesco Zanardi
I giovani che lavorano negli studi non possono avere un contratto da lavoratori dipendenti, perché il lavoro subordinato non è compatibile con la libera professione. Mi rendo conto che, in qualche misura, la legge professionale è ipocrita: ma non mi risulta che questo profilo sia mai stato messo in discussione nella polemica odierna.
Il contratto collettivo di lavoro, prevedendo un trattamento minimo uniforme per tutti i lavoratori della categoria interessata, impedisce la concorrenza al ribasso tra gli stessi. La tariffa professionale minima ha la stessa funzione.
C’è qualche ragione obiettiva, che tutti possano condividere, per cui non si obietti al contratto collettivo e si obietti alla tariffa minima? Badate bene che le tariffe degli avvocati sono a scaglioni: per prestazioni di modesto valore, sono piuttosto basse (ciò che costituiva un incentivo a moltiplicare le prestazioni, specialmente quando la disciplina del processo civile ne lasciava il governo agli avvocati: si potevano moltiplicare le memorie scritte e le udienze, attraverso la pratica dei rinvii; oggi non è più possibile); solo per affari di valore rilevante crescono in misura sensibile, mentre per quelli più elevati permettono di conseguire compensi di centinaia di migliaia di euro (ma sono pochi gli avvocati che riescono ad ottenerli).
Il prezzo del pane comune è ancora amministrato, mi pare. Quadri e dirigenti, in genere, hanno sindacati e contratti collettivi.
@Luciano Pontiroli
Formalmente hai pienamente ragione, ma sostanzialmente quella di chi lavora negli studi non è libera professione ma lavoro subordinato, anche se nell’ambito di una libera professione.
Capisco che attualmente nessuno metta in discussione questi profili: lo faccio io 🙂 anche se non sono della categoria.
Voi avvocati per professione, anche giustamente, date più importanza alla forma che non alla sostanza delle cose (vedi reazione al mio primo post). Ma il legislatore non dovrebbe essere così, dovrebbe inculcare nelle formali leggi ciò che è giusto nella sostanza delle cose.
@Francesco Zanardi
L’idea che il legislatore faccia ciò che è giusto – o almeno lo debba o possa fare – è alquanto ingenua, non se ne abbia a male. Da più di 2000 anni la giustizia si distingue dal diritto, talvolta si contrappone ad esso; pensa che il legislatore di oggi, attento alle proprie esigenze elettorali ed agli interessi dei gruppi più o meno organizzati, sia in condizioni tali da fare leggi giuste?
Io invece continuo a dire che le tariffe minime qualcuno le ha e qualcuno no. Altro che invettiva generica. Non giriamo tanto intorno alle cose. Ci sono CASTE privilegiate, e il perché è semplice: sono rappresentate in parlamento. Giustificare questo stato di cose con argomentazioni diverse da queste è pura FUFFA che sta esattamente a zero.
Eh, già! Ci hanno fregati tutti. Attapiriamoci pure ma l’ultracasta e i vari poteri forti etc. stanno tirando giù il bandone della giustizia (questo rottame semidecomposto).
Lo volevano fare da molto tempo ma ora stanno sferrando colpi decisivi, beninteso con
la connivenza un po di tutti.
Noi dovremo adattarci a fare gli avvitabulloni per campare ma gli umanoidi che gioiscono per questa deriva verso l’abisso non hanno neanche la materia grigia per capire che il danno maggiore lo subiranno loro.
@Martino
Attenzione ai termini: qui c’è gente suscettibile ;-).
@Luciano Pontiroli
Averne a male? Per una volta che sono completamente d’accordo con lei! Infatti la storia è piena di teste di politici miopi che rotolano… D’altro canto se gli elettori votano per mantenere il deretano caldo ai privilegiati, visto che siamo in democrazia, probabilmente è giusto che lo si faccia. Semplicemente il politico accorto dovrebbe sapere che, aldilà del risultato personale immediato, vivere un paese giusto gioverebbe anche a lui stesso ed alla sua famiglia. Credo che vivere in una bella villa in un paese di m…. non basti per evitare di sentirne la puzza.
Negli ultimi secoli solo pochi paesi come la Gran Bretagna hanno saputo svoltare senza conseguenze traumatiche.
@Francesco Zanardi
Non sempre le teste rotolarono perché i loro titolari erano miopi: forse è il caso di Carlo I d’Inghilterra (ma non mi pare che Cromwell abbia poi introdotto il regno della giustizia), forse anche di Luigi XVI di Francia: eppure dire che la rivoluzione abbia davvero creato leggi giuste sarebbe un’affermazione azzardata. Certo, eliminò istituzioni odiose, come la servitù, peraltro ormai in disuso, ma molte teste caddero per ragioni che nulla avevano a che fare con la giustizia.
L’opera legislativa importante fu poi quella di Napoleone: ma nessuno oggi direbbe che il codice del 1804 è giusto (già negli ultimi anni del secolo XIX era criticato dai socialisti).
A che cosa si riferisce quando parla delle svolte del Regno Unito?
@rocco todero
Concordo.
In sintesi:
-Troppi commercialisti ?
l’amministrazione è sempre troppo complicata e obbliga a pagare i consulenti(Francia,16.000 commercialisti e consulenza gratuita – Svizzera, non occorre il commercialista per la denuncia dei redditi e tutto è semplificato etc)
-Troppi processi ? (numero enorme di avvocati)
-Malasanità? (numero enorme di medici)
-La politica non funziona ? (numero enorme di politici e affini..)
-La preparazione scolastica è mediocre ? quanti insegnanti abbiamo,quanto si spende etc.
IN PASSATO CHI HA VOLUTO IL 6 POLITICO, CHI HA VOLUTO SOLO SINDACATO, SOLO DIRITTI…ETC ETC ETC
CHI NON HA SAPUTO ORGANIZZARE LO STATO ?
INFINE: CHI ACCETTA TUTTO QUESTO ? ..NOI.
Soluzioni possibili ? assumere manager con esperienze internazionali al posto di politici inconsistenti con programmi ben precisi e licenziabili senza costi particolari se non funzionano.
Intanto proviamo con qualche Marchionne !