Un ministero grande, grosso e fregnone
È di pochi giorni fa la notizia della circolare diramata dal Ministero della Salute che regolamenta l’uso degli occhialini per la visione dei film in 3D nelle sale cinematografiche italiane. La circolare fa seguito ai ricorsi delle associazioni dei consumatori che a loro volta si sono ispirate al caso dell’infezione occorsa alla bambina di tre anni che aveva visto Alice in 3D. D’ora in avanti, quindi, le sale dovranno mettere a disposizione dei loro clienti solo occhialini usa e getta e non potranno usare le stesse lenti per più di una visione, neanche dopo disinfezione e sterilizzazione, come avviene oggi nella stragrande maggioranza dei casi. Il ministro Fazio si è detto orgoglioso del fatto che l’Italia sia il primo paese a intervenire in materia, dicendosi certo che altri seguiranno il fulgido esempio.
In un paese in cui cittadini e istituzioni sono equipaggiati con una dotazione meno che media di buon senso, la mamma della bambina si sarebbe semplicemente rivolta a un giudice (cosa che tra l’altro ha annunciato comunque di voler fare), il quale in quattro e quattr’otto (il paese in questione sarebbe dotato probabilmente di una giustizia rapida ed efficiente) avrebbe rilevato le responsabilità dell’accaduto creando un precedente utile a dirimere altre controversie simili. Avrebbe potuto rilevare che far vedere un film in 3D a una bambina di tre anni è un comportamento imprudente a prescindere da qualsiasi segnalazione scritta, prosciogliendo la sala da ogni addebito. Oppure avrebbe potuto rilevare che nella sala non erano state adottate delle procedure igieniche sufficienti, inducendo quindi i gestori ad essere più attenti nel futuro.
Sarebbe stato più che sufficiente. Noi però abbiamo il Ministero della Salute, che già dalla sua denominazione indica di voler espandere le sue competenze ben oltre la gestione del servizio “sanità pubblica”, andando a infilare il becco nella salute dei cittadini, che è una sfera che riguarda comportamenti privati ed individuali. Lo stesso ministero che, anni fa, si è reso celebre per aver stilato la lista dei cani pericolosi, ai quali doveva essere imposta d’ufficio la museruola.
La circolare del ministero è completamente inutile, perchè agisce in una materia, quella dell’individuazione delle responsabilità, di cui è già competente un altro organo dello Stato, la magistratura. È dannosa, perché indicando delle procedure da seguire, si attribuisce automaticamente l’onere e il costo di verificare che tali procedure siano effetivamente seguite, scaricandolo sui contribuenti. Ed è controproducente, perché, indicando dei criteri validi per ogni casistica, a prescindere dai singoli casi, deresponsabilizza di fatto tutti gli attori in scena. Le sale, che in situazioni simili potranno evidenziare di aver seguito le procedure indicate, e gli utenti, che potranno dire di essere andati al cinema seguendo il libretto di istruzioni fornito dal ministero.
Più che altro, sia i proprietari delle sale che gli utenti potranno bullarsi di aver fatto i furbi aggirando la circolare del ministero… siamo un popolo semplice, in fondo, ci basta poco per divertirci. :-/
Mamma mia che stupidaggine.
Faccio presente, giusto per capirne le conseguenze, che oggi esistono diverse tecnologie di proiezione in 3D.
Gli occhiali hanno un ruolo fondamentale, e la qualità del sistema stesso dipende fortemente dagli occhiali stessi.
Le tecnologie più sofisticate (come XpanD e Dolby) – cioè quelle che funzionano meglio – utilizzano occhiali “attivi”, occhiali che costano almeno un centinaio di euri e che, pertanto, è impensabile non riutilizzare, a meno di non immaginarsi biglietti del cinema a 150 euri.
Immaginatevi poi gli investimenti fatti dai cinema per avere nelle sale queste tecnologie (ogni sistema va coordinato tra schermo, appositi proiettori, occhiali), e che ora se li ritrovano fuori legge da un giorno all’altro, per via di assurdi ricorsi ed ancor più allucinanti decisioni del governo.
Follia pura, che testimonia l’arroganza con cui il governo se ne frega della libertà delle persone, dei diritti delle persone e delle imprese, in nome del “bene comune”. Nella più completa ignoranza, peraltro, perchè nessuna persona sana di mente e minimamente competente in materia di cinema 3D si sognerebbe di prendere provvedimenti di questo tipo.
Peraltro la dicitura dell’obbligo di occhiali “del tipo monouso” da adito a più letture: un cinema che si dotasse di sistemi igienizzanti per occhiali riutilizzabili (es. con sistemi a spruzzo di disinfettanti, ad ultravioletti, ad ultrasuoni, tramite lavaggio ad elevata temperatura…) violerebbe la norma ministeriale?
Oltre che totalmente inutile, la circolare è pure scritta coi piedi!
E il bello è che noi glielo lasciamo fare senza fare una piega.
Personalmente mi sentirei di suggerire ai gestori delle sale 3D di sfruttare la cialtroneria del governo in carica, a proprio favore.
Visto che (per quanto ne so) non esiste in Italia una definizione giuridica del termine “monouso” che faccia coincidere quest’ultimo con “usa e getta”, i cinema potrebbero benissimo consegnare gli occhiali ad un “centro di rigenerazione” che ne ripristini la “mono-utilizzabilità” per un ulteriore spettacolo (quindi: non di un nuovo utilizzo sic et simpliciter si tratterebbe, ma di un procedimento di igienizzazione che consente di fornire gli occhiali per un uso limitato ad un singolo spettacolo). Un po’ come avviene per le cartucce delle stampanti ink-jet, insomma, le quali nascono “monouso” ma sono “rigenerate” attraverso un procedimento di pulizia e ricarica.
Non essendo previsti obblighi circa lo smaltimento degli occhialini, ed in assenza di ulteriori esternazioni del Ministero, questa via mi pare fattibile.
Vedi uno che si deve inventare in questo paese di matti…
La politica moderna si basa sull’efficacia degli slogan pubblicitari che riesce a mandare ai cittadini via mass media, non sull’efficacia delle conseguenze dei provvedimenti che adotta.
Non mi meraviglio dunque, se vogliamo che cambi qualcosa bisogna cambiare il modo in cui vengono veicolati e raccontati i fatti.
Perchè dobbiamo star dietro a richieste demenziali di genitori irresponsabili? Io avrei tolto la loro patria potestà, primo per aver portato ad una visione 3d una bambina di 3 anni, e poi per non essersi preso carico della conseguenza.
Perché il ministero della salute non dice niente sui pannolini che fanno arrossare il culetto ai poveri bambinelli? Si preoccupano della nostra salute e poi chiudono gli ospedali o ti negano le cure con liste di attesa interminabili.
Il provvedimento fa coppia, anzi tris, con la proibizione di interventi estetici ai minori di 18 anni e appunto con la lista dei cani pericolosi. Allo Stato è ceduto un diritto naturale: la difesa per garantire a tutti i suoi componenti i diritti: all’integrità della persona, alla libertà d’espressione, alla libertà di movimento e alla salvaguardia della proprietà. Fra i diritti all’integrità della persona appartiene il diritto alla genitorialità: meglio un cattivo genitore che un ottimo Stato.
Qui si spacciano per liberali-libertari ma si comportano come i peggiori collettivisti-totailtaristi anzi la cosa è ancora più grave: un dittatore è chiaramente identificabile, qui con la scusa che “è la maggioranza che lo vuole” rendono i provvedimenti ancora più vigliacchi.
Tra l’altro, alcune associazioni di consumatori chiedono che la visione dei film in 3D venga completamente vietata ai bimbi al di sotto dei 6 anni, e che per gli adulti vengano imposti degli intervalli nell’uso degli occhiali. Per fortuna, in contrasto con quanto richiesto, l’associazione medici oculisti italiani ha affermato che gli occhiali per il 3D non provocano alcun danno all’apparato visivo, nè nei bambini nè negli adulti.
A quanto mi risulta, questo era già lo standard.
Nel senso che gli occhiali, sia quelli da 1 euro (quando riutilizzati) che quelli da 100, vengono già normalmente “igienizzati” (non so in che modo) tra un utilizzo e l’altro, proprio per evitare problemi di questo tipo.
Il che rende queste fobie salutiste ancora più ridicole ed assurde.