Un esempio perfetto
Forse sono un po’ troppo radicale a dire che la public choice dimostra che la politica non può funzionare, però ogni tanto (credo più o meno ogni giorno, ad informarsi) capitano degli esempi veramente lampanti a riguardo.
Lakeside Capital ci informa che la triste vicenda dei lavoratori che si erano abbarbicati sulle gru perché il loro datore di lavoro aveva venduto l’azienda ha avuto sviluppi interessanti. In sostanza, dice il Corriere, alla fine a pagare sarà il contribuente. Che sorpresa.
Per dirla come l’ispiratore di Buchanan e Tullock, “lo stato è la grande finzione mediante la quale tutti pensano di vivere a spese degli altri”.
Qual è il problema? Una lobby che chiede 60,000,000 di euro allo stato costa ad ogni suo cittadino solo 1 euro: inutile, anzi, antieconomico, opporsi. Quando poi si arriva a 10,000 gruppi che chiedono altrettanto, il portafoglio del contribuente verrà saccheggiato, ma non ci sarà alcun modo per difendersi, visto che bisognerebbe combattere 10,000 guerre contro le lobby per recuperare 1€ da ciascuna.
Se invece lo stato, in tutte le sue forme e manifestazioni, non potesse fare certe cose, le lobby, semplicemente, sparirebbero, senza problemi irrisolvibili di public choice da affrontare. Non esiste la buona politica, esiste per fortuna la politica impotente. O perlomeno esisteva in passato.
Condivido dalla prima all’ultima parola
anch’io!
“lo stato è la grande finzione mediante la quale tutti pensano di vivere a spese degli altri”, non è una citazione di Bastiat?
Sì, è di Bastiat, l’ispiratore, appunto, di Buchanan e Tullock. Bastiat è il primo public choicer che mi viene in mente, anche se intuizioni sul funzionamento della politica chiaramente ci sono sempre state. Ma l’idea di far apparire tutto gratis, centrale in molti argomenti di public choice, risale proprio a Bastiat.