22
Gen
2010

Un divertissement per convincere gli americani a non europeizzarsi

Qualche giorno fa Paul Krugman sentenziò sulle pagine del New York Times che gli Stati Uniti avrebbero dovuto imparare dall’Europa (“Learning from Europe”), un’economia dinamica quanto quell’americana – a detta dell’economista liberal – che avrebbe dimostrato come “la giustizia sociale ed il progresso possono andare mano nella mano”. Per Krugman è solo un vecchio luogo comune quello che dipingerebbe la socialdemocrazia europea come un modello economico rigido, lento e decadente.
Insomma, in vista di un’incombente europeizzazione degli Stati Uniti dell’era Obama (ma di “era” si potrà davvero parlare solo se il presidente supererà le forche caudine delle elezioni di mid-term e, soprattutto, il Mar Rosso delle presidenziali del 2012), ecco che i profeti liberal edulcorano il racconto di cosa sarà l’America all’europea.

Per chi nella vecchia Europa socialdemocratica ci vive – e noi italiani siamo più europei degli altri da questo punto di vista – il ragionamento di Krugman solleva due istinti diversi: da un lato, ci sono i sempreverdi anti-americani che esultano e cantano le lodi dell’economia sociale di mercato; dall’altro lato, stanno coloro che tristemente osservano il loro mondo ideale diventare sempre più simile al loro mondo reale.
Spetta agli americani decidere la via che intendono seguire. Da parte nostra, consigliamo loro di guardare lo schema che segue, che riprendiamo dal blog Super-Economy, curato dallo stravagante Tino Sanandaji, studente PhD a Chicago (e coinquilino di un mio grande amico, tra l’altro). E’ un divertissement per il fine settimana, non ha valore né pretese scientifiche, ma fa riflettere.

Prendiamo i circa 196 milioni di americani che si auto-classificano discendenti da uno dei paesi dell’Europa dei Quindici (escludiamo quindi coloro che si definiscono genericamente “europei”, “anglosassoni in senso lato” o “scandinavi”) ed osserviamo il reddito pro-capite per l’anno 2007 dei diversi gruppi. Se ogni paese Ue avesse un reddito pro-capite pari a quello degli americani che da quello stesso paese discendono, il reddito pro-capite dei Quindici sarebbe stato nel 2007 di circa 53mila dollari, anziché 33mila. Interessante.

Se gli americani riflettessero su queste cifre, siamo sicuri che vorrebbero davvero l’europeizzazione degli Stati Uniti?

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3 Responses

  1. Riccardo

    Nemmeno io lo credo. Siamo solo noi, comunque, a credere che gli USA abbiano un welfare così malandato, ma chissà perché chi ci va a lavorare non torna più!

  2. Già, i conti della serva all’ incontrario.
    Si fa un raffronto sul reddito procapite senza tener conti dei costi fissi che ogni americano deve sostenere in termini di sanità,scuola, assistenza sociale etc etc etc.
    E qual’ è la percentuale di persone che stanno sotto la soglia di povertà? un articolo sul Sole 24ore riportava gli ultimi dati: 40 MILIONI di persone, il 13,5% della popolazione con stime che prevedono un’ ulteriore crescita.

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