24
Dic
2016

Un brindisi per le festività , evviva la libertà !

Sono giorni di brindisi di auguri, con spumante o champagne, vini rossi o birre, non conta: ciò che conta è che siamo liberi di berci un sorso alla salute di amici e parenti, in piena libertà. Purtroppo non è lo stesso in Russia, come si apprende da un recente piccolo, ma emblematico, caso di cronaca.

Si tratta dell’avvelenamento di massa avvenuto a Irkutsk, in Siberia, dove oltre 40 persone sono morte e altre sono ricoverate in ospedale per aver bevuto una lozione cosmetica per il bagno chiamata ‘Boiarishnik’, ‘biancospino’, contenente metanolo. In Russia sono tristemente frequenti gli avvelenamenti da prodotti non bevibili contenenti alcol, usati come se fossero dei surrogati meno costosi delle bevande alcoliche regolarmente in vendita. La lozione per il bagno al biancospino non era destinata ad essere bevuta ma sopra c’era anche scritto che conteneva il 93 % di metanolo ed è per questo che decine di persone l’hanno ingerita come se si trattasse di una bevanda alcolica a basso prezzo. Il liquido, però, conteneva la sostanza letale.

Sembra di essere ripiombati nell’America degli anni ‘20, perché il governo russo,  con diverse leggi varate in questi ultimi anni, ha represso duramente il consumo e la commercializzazione degli alcolici. L’emergenza alcol, in un paese con un numero elevatissimi di alcolizzati, è stata affrontata con la peggiore delle ricette di sapore proibizionista, politiche della tolleranza zero, orari rigidissimo per la commercializzazione – nell’Unione Sovietica vigeva il divieto della vendita dei vini e della vodka dalle 19.00 alle 11.00 e nella Russia postcomunista il divieto è dalle 20.00 alle 08.00- oltre che controlli a tappeto. I costi degli alcolici, naturalmente sono alle stelle, con difficoltà nell’esportazione anche per i produttori italiani. “Queste misure devono portare a rafforzare l’istituzione della famiglia, ad incentivare la pratica dello sport e ad optare per uno stile di vita salutare”, si legge in una nota esplicativa della legge, evidentemente ispirata alle migliori dottrine dello stato etico. Per questo, non avendo la possibilità di acquistare bevande alcoliche, i cittadini cercano altri prodotti contenenti alcol,  con conseguenze dannosissime per la loro salute se non mortali, come nel caso siberiano.

Ma si sa, il divieto aguzza l’ingegno e per ovviare all’aberrazione di feste a base di shampoo e dopobarba, sono nate molte piccole imprese di consegna di alcol a casa che aggirano la legge con un semplice trucchetto: vendono succhi e acqua, che servono sempre per i cocktails, e regalano l’alcol. Si sceglie di non vendere alcol russo perché un altro pessimo effetto della legge è stato la naturale proliferazione di alcolici contraffatti assai intossicanti e nocivi. E’ molto diffusa anche la pratica elusiva dell’ “affitto” o della “consegna in uso temporaneo su cauzione”degli alcolici. Il cliente “prende in usufrutto” una bottiglia, lasciando al fornitore la “cauzione” equivalente al costo della bottiglia stessa. Entro la mattina successiva il cliente deve consegnare la bottiglia “presa in affitto”, ritirando la sua cauzione, altrimenti il fornitore incassa la “cauzione”. Naturalmente, nel cento per cento dei casi, avviene proprio questo.

I morti per avvelenamento causato dalle draconiane norme che regolano il consumo e la vendita di alcol in Russia, sono le vittime di uno stato che, purtroppo, non da solo e sempre più frequentemente, crede di risolvere un problema diffuso con la restrizione delle libertà individuali: una fatale e tragica politica contro la quale dovremo sempre combattere.

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1 Response

  1. Antonio Cappa

    Questo articolo è idoneo a paesi sviluppati. In Russia, come transitorio, concordo con le loro misure. Ritengo che il bilancio globale – danni per alcolismo abbattuti, e di contro pazzi che bevono shampo – sia favorevole.

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