Un bene pubblico? privatizzare l’acqua: Charles Murray docet
Come spesso accade, e come troppo spesso ci si dimentica quando si affrontano le politiche pubbliche, la semplicità è il modo migliore per giudicare la bontà o meno di una scelta.
A proposito della cd. privatizzazione dell’acqua, la lettura di questo brano di Charles Murray, tratto da What it means to be a libertiarian, che a breve sarà disponibile anche in italiano, è appunto una di quelle occasioni in cui poche parole semplici sono molto più efficaci di tante welfariane previsioni e stime.
Esse sembrano tanto più sinteticamente efficaci quanto più, credo, ognuno di noi può ritrovare la propria esperienza di rapporto vissuto con la pubblica amministrazione, rimanendo difficile contestare la verosimiglianza di un quadro del genere, anche se dipinto avendo a mente un paese straniero (gli USA) e qualche anno fa (nel 1997).
Dopo la lettura della citazione, chiedetevi pure se ancora siete convinti che privatizzare l’acqua sia un male pubblico.
In una parte della nostra vita, quella gestita dal governo, dobbiamo compilare dichiarazioni di redditi, rinnovare la patente di guida […] cercare rettificare la somma pagata in più per la bolletta dell’acqua […] Ciò che il settore privato può risolvere in pochi minuti al telefono, per ventiquattro ore al giorno, il governo può risolverlo dalle dieci alle tre, dal lunedì al venerdì, andandoci di persona e con la necessità di tre visite perché il problema sia compreso bene. La somma in eccesso sulla bolletta dell’acqua? Si finisce per pagarla, poiché, se si insiste, un ufficio amministrativo caduto in confusione potrebbe chiudere il rubinetto per mancato pagamento.
Però detta così non suona molto convincente.
A fronte di un problema, la cattiva gestione pubblica, si vuole privatizzare; non sarebbe meglio intervenire sulla “cattiva” amministrazione pubblica e renderla efficiente?, o dobbiamo cmq mantenerci la zavorra del carrozzone?
Saluti
Franco
Credo che una P.A efficiente, sia “un’utopia” … la politica vive di voti … e prendere voti comporta accettare compromessi al ribasso, a danno di tanti, e a beneficio di pochi … Occorre farsene una ragione !
Gentile signor Franco,
una volta privatizzata la gestione si prende l’ascia (metaforicamente, ben inteso) e si mandano a casa i precedenti gestori.
“Starve the beast”
L’esempio di Sileoni è calzante; io aggiungerei che anche situazioni di oligopolio/monopolio portano a simili rapporti tra clienti ed aziende (da cui l’esigenza di un antitrust efficace).
Sarei curioso di vedere l’esito di un sondaggio la cui domanda fosse banalmente: “Osservando questo grafico, quale le sembra la curva più equa? IAU, IAP o ISF”.
Bravi.
p.s. vi suggerisco di migliorare la leggibilità del blog, questione tipografica.
Non mi sembra che il sig. Murray insegni proprio nulla perchè abbiamo esempi di ottima gestione del settore idrico in mano all’amministrazione pubblica come quella di Milano e dall’altro lato esempi di aziende private che hanno lavoratori di call center che non sanno quello che dire o che danno informazioni sbagliate e per risolvere un problema banale ci impiegano un mese, caso mio personale con Fastweb.
Saluti
Andrea
@alessandro
Qualcuno aveva detto che i politici ragionano in funzione delle prossime elezioni, gli statisti in funzione delle prossime generazioni.
Purtroppo non si vedono (da anni) statisti all’orizzonte, ed anche questa è una conseguenza, a mio modestissomo avviso, della cattiva amministrazione, in quanto politicizzata ed usata come serbatoio di voti. Rimane cmq un fatto, dobbiamo continuare a mantenere il “carrozzone”?.
Esistono però esempi virtuosi di buona gestione della “cosa” pubblica, che sia acqua, rifiuti od altro, esattamente come esempi di cattiva gestione fatta da privati. In ultima analisi è quindi una questione di “persone”, fatto salvo il fatto che il privato lavora (giustamente) per guadagnarci, quindi con una visione proiettata sull’immediato e non pensando alle future generazioni.
@bebop
I precedenti gestori si potrebbero mandare a casa anche in occasione delle ricorrenti elezioni politiche
@FrankIT
Io parlo anche dei dipendenti, non solo degli eletti…
Riguardo l’utopica buona gestione della PA:
I buoni amministratori non sono presenti nel settore pubblico (dove la carriera è tutt’altro che meritocratica) e anche se fossero presenti il settore privato glieli ruberebbe in un batter d’occhio (migliori stipendi e migliori riconoscimenti professionali).
di conseguenza parlare una buona gestione della PA, migliore di quella privata, è una BALLA di dimensioni COLOSSALI
@bebop
Hai assolutamente ragione, quelli prima di tutto. Se un “bravo” politico fà bene il suo lavoro, dovrebbe “costringere”, ed avere i mezzi per farlo, gli impiegati a lavorare nel senso letterario della parola.
Ricadiamo sempre lì, io preferirei disporre degli strumenti per costringere i dipendenti statali a lavorare ed a guadagnarsi lo stipendio per cui sono pagati, piuttosto che esternalizzare e mantenere cmq gli stessi impiegati a non fare un c…o.
@Caber
Io sono un privato che spesso lavora a contatto con la pubblica amministrazione. Posso risponderti che rimane cmq un problema di persone. Ho trovato gente preparatissima che svolge il proprio lavoro con dignità e professionalità, sia a livello impiegatizio che a livello dirigenziale. Così come anche persone che andrebbero prese a calci nei fondelli per 8 ore al giorno. Il vero problema, sempre secondo il modesto modo di vedere, è che nella p.a. se uno vuole imboscarsi e non fare niente ha tutte le tutele per poterselo permettere, mentre dall’altra parte della barricata ci sono lavoratori (in questo momento anche molti ex-lavoratori…purtroppo), che di tutele ne hanno ben poche e che, al di là dei pomposi discorsi di facciata, sono stati abbandonati dai sindacati i quali, invece, mantengono il loro “ruolo” tutelando la marea di fancazzisti presenti nella PA
FrankIT
stiamo discutendo della stessa cosa.
nessuna selezione ed eliminazione delle mele marce nella PA.
Bella citazione ma non vale per l’Italia. Se non sbaglio Telecom Italia è un’azienda privata, esatto? Avete provato a farvi staccare l’ADSL in previsione di un trasloco? A me è successo e questa è la mia esperienza:
a) ore passate al telefono tentando di prendere la linea col call center telecom. E appena un operatore del 187 ti risponde, la linea cade e vieni rimandato al Via.
b) dopo ripetute assicurazioni la linea non mi è stata staccata e mi è stata inviata la bolletta per mesi dopo che mi ero già trasferito.
c) dopo ripetute proteste telefoniche e numerose raccomandate sono riusto a farmi stornare solo alcune delle bollette non dovute.
Al contrario, quando ho avuto a che fare con la mia municipalizzata (vivo in Emilia) per cambiare l’intestazione dei contatatori di corrente, acqua e gas ci ho impiegato dieci minuti con una sola telefonata.
Il punto vero è che negli States “consumer protection” è una cosa seria e se un’azienda sgarra i punitive damages sono enormi; per questo il privato funziona. In Italia dove perfino la class action è una presa in giro non c’è alcun motivo per pensare che il privato debba funzionare meglio del pubblico, anzi… spesso funziona peggio, molto… molto peggio.
@FrankIT
Ciao Caber,
su alcune cose hai ragione ma su altre perdi il punto. Se vai a vedere davvero che contratti ci sono nella PA scoprirai che i garantiti (che possono permettersi di fare i fancazzisti) sono tutti ultracinquantenni. Tutti quelli più giovani (che poi son quelli che si fanno il mazzo) han dei contratti pagati peggio e con meno garanzie di quelli che trovi nel privato… vatti a guardare i dati se non ci credi.
Premesso che è più semplice ghigliottinare un re che licenziare un impiegato comunale (questo per sintetizzare la mia view in fatto di riformabilità della p.a.) “abuso” di questo spazio liberale per proporre ai sostenitori dell’ “acqua per tutti” e a tutti quelli che credono che “liberalizzare” significhi solo traslare un monopolio dal pubblico al privato la lettura del seguente pezzo (in italiano) postato su tempo fa su IHC:
http://ideashaveconsequences.org/water-for-everyone/leo
Cordialità.
Silvano
@andrea
ma, in linea generale per i servizi perchè l’acqua è particolare, fastweb lo puoi cambiare; lo stato no, sei obbligato a tenertelo.. non piccola differenza. Chiaramente nel caso dell’acqua una privatizzazione mal fatta trasformerebbe solo un monopolio statale in un monopolio privato.