Ufficio parlamentare di bilancio: qualcosa si muove, speriamo nella giusta direzione
La giunta per il regolamento della camera dei deputati, nella seduta del 21 novembre 2013, ha finalmente discusso la procedura per l’istituzione dell’Ufficio parlamentare di bilancio, accorgendosi – sembra – solo ora dell’urgenza a provvedere. Infatti, secondo la legge attuativa del principio di pareggio di bilancio, tale ufficio dovrebbe entrare in funzione dal 2014, ma fino ad ora non si era avuto cenno di interesse da parte delle Camere, come l’Istituto Bruno Leoni aveva proprio di recente denunciato qui e qui.
Oggetto della riunione della giunta è stato un protocollo sperimentale per la prima applicazione approvato dagli uffici di presidenza delle commissioni bilancio.
Il protocollo prevede che i presidenti di senato e camera pubblichino un avviso sui siti del parlamento e di entrambe le camere, pubblicizzato nei media nazionali e internazionali, per raccogliere dichiarazioni di interesse, corredate del curriculum, a partecipare alla procedura, non concorsuale, di valutazione delle candidatura. Possono presentare domanda quanti hanno svolto, nei venti anni precedenti e per almeno dieci anni, funzioni in materia di economia e finanza pubblica, nei settori che sono oggetto delle funzioni dell’ufficio. Oltre alle consuete cause di incompatibilità, non possono essere prese in considerazione le manifestazioni di interesse di chi è membro del parlamento europeo o nazionale, del consiglio regionale o degli enti locali, né chi fa parte del governo o è in conflitto di interesse in relazione alle funzioni attribuite all’ufficio, o versi in situazioni in grado di incidere sulla piena autonomia e indipendenza di giudizio e di valutazione richieste. Ultima causa è ricoprire cariche di vertice o detenere partecipazioni rilevanti ai sensi dell’art. 120 del testo unico in materia di intermediazione finanziaria. Le candidature, secondo il protocollo, saranno valutate da un comitato congiunto paritetico presieduto dai presidenti delle commissioni bilancio e composti proporzionalmente da tutti i gruppi parlamentari. Tra le candidature ammesse, il comitato elegge a maggioranza rinforzata una rosa di dieci nomi, da cui i presidenti delle camere procedono, d’intesa fra loro, alla scelta dei tre componenti dell’ufficio.
La riunione di fine novembre è un sicuro passo avanti verso la costituzione dell’organo, che certo difficilmente entrerà in funzione nei tempi dettati dalla legge, ma che quantomeno rispetto a qualche settimana fa sembra essere arrivato all’attenzione delle camere.
Visto che oramai i tempi sono imminenti alla scadenza, l’auspicio è che, non potendo fare le cose nei tempi prescritti, le si facciano almeno bene e il protocollo per la prima applicazione diventi qualcosa in più di quel che appare ora, ossia una replica dettagliata di quanto già la legge prescrive. Sia il ritardo una occasione di ponderazione per garantire in maniera effettiva la totale indipendenza dei soggetti incaricati e la trasparenza del processo di selezione, come suggerito dal Tavolo civico per migliorare lo Stato. Tra i requisiti di indipendenza, ad esempio, per quanto potrebbero essere desunti da quelle generali, sarebbe utile un esplicito riferimento alla copertura di incarichi nelle autorità indipendenti, di incarichi su nomina politica o comunque di ruoli formalmente ricoperti all’interno di partiti politici per un tempo definito precedente l’incarico, così come l’esclusione di chi non solo è attualmente membro di assemblee rappresentative, ma anche di chi lo è stato nella immediatamente precedente legislatura e consiliatura. Anche i requisiti di competenza e esperienza potrebbero essere maggiormente severi, dato che il protocollo, rispetto alla legge, prevede il limite minimo temporale in cui si sono esercitate funzioni nelle materie attinenti le competenze dell’Ufficio, ma non alza l’asticella della competenza a livelli di eccellenza e non richiede un autorevolezza anche internazionale dei candidati.
Tranne che per l’ormai insignificante dettaglio che in questo paese ogni cosa, in particolare quelle più importanti per le libertà, è manipolata, artefatta, finta e finita, sembrerebbe quasi di vivere in uno onirico stato di diritto… Ma poi, questo ufficio (Ma come? Un altro costo??? Ma non dovevamo tirare la cinghia e tagliare perchè se no non pareggiavamo il bilancio ecc. ecc.?), visto che c’è un Partito Unico che esegue, senza discutere, ordini di terzi a che serve? Serve forse a “pareggiare il bilancio” togliendo altri soldi e libertà alla (agonizzante e residua) parte produttiva del paese per consegnarli a quella parassitaria e improduttiva ma prospera e pasciuta magari al modico trascurabile costo umano di qualche altra milionata di disoccupati (che infatti nel “bilancio” non compaiono).
Cara serena,
stesse riserve come nel commento precedente di Pugacev.
Visto che io, lei e altri pagano i signori addetti a certe procedure vorrei sapere :
– chi nome e cognome dell’incaricato
– che cosa fà / fanno
– quali sono gli obiettivi
– quali sono i costi
– feed back mensile sui work in progress.
Allora saranno presi sul serio, altimenti siamo alle solite intenzioni inutili.
Saluti
RG