Tsipras ha amici negli USA, pesano sulla Merkel e c’è qualcosa da imparare
Sono i giorni della verità, per sciogliere il dilemma della Grecia e delle richiesta avanzate da neopremier Tsipras. Ma ieri sera il barometro segnava decisamente “speranza”. Il rischio di un’esplosione della crisi con esito frontale non è disinnescato. Ma al primo round di incontri con l’Eurogruppo prima e il Consiglio europeo poi, il ministro dell’economia Varoufakis e il premier Tsipras sono sopravvissuti bene, senza trovarsi davanti un secco “no”. Del resto, il governo di Syriza ha modificato non di poco le sue richieste, rispetto alle promesse fatte all’elettorato ellenico. Ma si sta rivelando anche molto abile nel giocare sul tavolo geostrategico, prima che a quello delle tecnicalità dell’alleggerimento del proprio debito pubblico, e della concessione di qualche soldino in più per finanziare i propri costosissimi programmi di spesa pubblica. Se la signora Merkel è l’Europa, come di fatto è, Atene approfitta che la cancelliera tedesca sia in questi giorni l’antemurale occidentale a Putin sulla crisi ucraina. Facendo leva su ciò, Atene si è messa in condizione di portare a casa più concessioni di quanto sarebbe stato possibile, se Ue e NATO non fossero col fiato sospeso per i combattimenti tra Kiev e filorussi. In questo modo il piccolo Davide greco potrebbe riuscire a sfilare dalla tasca del Golia tedesco molto più del previsto. Una lezioncina di spregiudicatezza non male, per gli altri eurodeboli a cominciare dall’Italia.
Tsipras sta coi russi? E’ quel che il governo Syriza ha avuto l’abilità di far credere. Sono bastate un paio di dichiarazioni ufficiali di membri di secondo piano del governo russo, sulla disponibilità di Mosca a dare aiuti alla Grecia. E un colloquio del ministro degli Esteri greco col parigrado russo Lavrov, proco prima del vertice di Minsk in cui la Merkel (con il presidente Hollande come comparsa al fianco) ha dovuto fare l’impossibile perché Putin e Poroshenko accettassero comunemente il cessate il fuoco. In più, Tsipras ha fatto uscire l’indiscrezione anche di un suo colloquio con il premier della Cina. Con gli Stati Uniti ufficialmente durissimi con Putin sulla crisi ucraina – sia pur distinguendo tra la durezza massima dei vertici militari e quella meno oltranzista di Obama, che punta a concentrare gli sforzi militari contro Isis – minacciare di fatto che un paese essenziale del fronte sudeuropeo della NATO affidi la sua sopravvivenza economica e finanziaria ai russi perché l’Unione europea nega aiuti, fa letteralmente imbestialire gli americani. In caso di un no europeo alla Grecia, oggi come oggi Varoufakis scommette molto di più su un aiuto americano diretto ad Atene che su uno russo.
Obama sta con Tsipras? A Washington, con la concessione a Obama dei poteri di guerra contro Isis, la caduta di fatto dello Yemen in mani jihadiste e l’Arabia Saudita con un nuovo sovrano forse più accomodante sul prezzo del petrolio, qualche decina di miliardi di euro di potenziamento degli aiuti per far costare ancor meno il debito greco sembrano letteralmente un’inezia. Non si capacitano di come Ue e BCE si siano messe da sole in questo cul de sac. Che potrebbe, con l’uscita della Grecia dall’euro e di fatto un suo forte raffreddamento nella NATO, segnare di fatto uno sfaldamento occidentale nel Mediterraneo orientale, visto che la Turchia di Erdogan fa capo a sé, contro ISIS non collabora e sta anzi trattando per un nuovo gasdotto con i russi di Gazprom. Non troverete una sola dichiarazione americana a favore dell’abbattimento del debito greco. Ma ne trovate cento a favore del fatto che la UE, cioè la Merkel, non devono fare scherzi e devono trovare un accordo con Tsipras. Mica poco, dal punto di vista di Atene.
Ma la crisi Ucraina non è risolta? No, inutile illudersi. Il cessate il fuoco e i 13 punti tecnici della commissione mista disegnano un quadro pieno di irti problemi irrisolti, di difficilissima attuazione. Nessuno può oggi scommettere che quel fragilissimo armistizio che dovrebbe iniziare domenica abbia in sé sufficiente fiducia reciproca per tradursi in un accordo stabile. Che veda nei mesi arretrare le forze militari, smilitarizzare confini che per Kiev rappresentano comunque una sconfitta, per dar vita a un’autonomia amplissima del Donbass e delle aree oggi occupate dai filorussi (e da unità russe, la cui presenza è comprovata dai caduti, malgrado Mosca neghi le testimonianze dei familiari russi ne sono la prova). Ciò significa: guai ancora seri per gli ucraini, ma possibilità in più per i greci.
Che compromesso può uscirne? E’ stato chiaro sin dall’inizio, che Tsipras avrebbe mandato in naftalina il dimezzamento dell’80% del debito detenuto da BCE ed euromembri, e la sbandierata conferenza europea per l’abbattimento generale del debito. L’accordo si può trovare su un ulteriore potenziamento europeo degli aiuti che sgravi per un’altra ventina di miliardi l’onere del debito greco nei prossimi anni, e che continui a reggere in piedi le azzoppate banche greche attraverso la linea di liquidità straordinaria ELA della BCE. Il ruolo del FMI nella Trojika può venir meno senza particolari problemi, sostituito dall’OCSE. E così Tsipras direbbe al suo elettorato di aver vinto, se anche aggiungesse un paio di punti di PIL di spesa pubblica consentita in più per fare assistenzialismo di Stato. Olandesi e finlandesi storceranno il muso, ma di fatto oggi la Merkel molto difficilmente può fare uno sgarro mortale alla NATO e a Washington.
La Merkel umiliata? Al contrario, già ieri il New York Times indicava la cancelliera tedesca come il vero statista occidentale capace di mettere Putin a un tavolo di accordi, e di non spezzare l’Europa. Usando la pazienza e la mediazione, e non solo la durezza. Vedremo se finirà così. L’imprevisto è sempre in agguato. La cosa certa è che, a oggi, Tsipras e Varoufakis hanno mostrato una affilata spregiudicatezza del tutto ignota ai governi italiani, spagnoli e portoghesi. Del resto, è la collocazione geostrategica a favorirli. Ogni tot secoli, funziona così sin dai tempi in cui fermarono l’orda persiana a Maratona e Salamina.
E non dimentichiamoci che la Cultura occidentale nasce a Atene e prosegue con Roma solo 25 secoli fa. Siamo appena nella fase neonatale dell’animale Homo, e si vede dalla barbarie che domina quasi tutto il mondo. Ogni cittadino con qualche minima nozione, non lascerebbe mai sola la madre della prima cultura. E di ciò sono più convinti gli anglosassoni di tutti gli altri popoli. Specie gli italiani ridotti al masochismo da quasi due millenni di una delle tre religioni………..della Mesopotamia e deserti adiacenti.
Caro Oscar,
Ottima ed accurata analisi, come sempre, tuttavia non sembri mettere in ordine di conto l’effetto domino di tipo politico che eventuali concessioni alla grecia potrebbero provocare in Spagna di Podemos (a Novembre) in Portogallo, in Italia. E forse nella stessa Francia se vincesse Marine Le Pen (che vorrebbe uscure da tutto, euro, nato, forse anche UE).
Naturalmente la germania, unitamente ai paesi bassi ed altri paesi della zona euro-forte temono questo contagio e sanno quindi che l’ordine delle concessioni alla grecia deve essere abbastanza da potr far dire a Tsipras di aver ottenuto qualche cosa ma non abbastanza da invogliare altri a riprovarci. Che ne pensi?
Sugli americani che non si capacitano dello sviluppo negativo della crisi in Grecia e pensano che si sarebbe dovuto intervenire subito massicciamente; due domande a Giannino. 1) cosa avrebbero potuto poi chiedere gli altri stati UE in difficoltà a fronte del lassismo tedesco verso la Grecia? 2) Gli americani hanno capito qualcosa di cos’è la UE oggi, ancor più, cos’era nel 2010? O fanno finta di non capire che senza istituzioni adeguate (peraltro solo condizione necessaria ma non sufficiente) non c’è politica e quindi non ci sono scelte?
Egregio Giannino, qualunque sia l’esito dei colloqui con l’Eurogruppo ci si deve chiedere se la Grecia con l’attuale governo riuscira’ a restare nella zona euro. Dopo 4 o 5 anni ci saranno di nuovo elezioni in Grecia con quale situazione economica? In Europa in caso di crisi economica vincono i partiti estremisti, anti mercato, a Nuova Delhi in India , alle eleziini locali,vincono i partiti anticorruzione, c’e’ da chiedersi in quale direzione sta andando l’Europa
Vedo che l’ufficio complicazioni affari semplici è sempre più florido.La Grecia produce 10 e pretende di consumare 11.Deve rassegnarsi e limitarsi a 10.Altrimenti deve trovare qualcuno che presta ciò che gli manca o glielo regala oppure usa qualche trucco contabile.L’unica soluzione per chi non si rassegna alla sua povertà è truccare la partita di giro e lo può fare solo con una moneta propria.Gli altri pasticci rinviano la soluzione ad un domani che non verrà mai.
Dr. Giannino, non pensa sia urgente smetterla di immischiarci negli immani problemi economici, etnici,ecc. dell’ Ucraina quando non riusciamo neppure a risolvere la metà dei problemi dell’U.E. (declino industriale, debito pubblico medio intorno all’ 80% , disoccupazione giovanile drammatica, immigrazione clandestina a livelli intollerabili,ecc. ? Forse lo ha già suggerito ma mi è sfuggito.
E’ un bene che la Russia voglia continuare a finanziare la disastratissima Ucraina e chi se ne frega se la condiziona più o meno “elegantemente”?
E i tanti buonisti italiani che oggi inneggiano irresponsabilmente all’ingresso dell’Ucraina nell’UE sono forse pronti a farsi carico di compensare con la bacchetta magica le decine di migliaia di posti lavoro italiani che migrerebbero ogni anno in Ucraina grazie a un costo lavoro pari al 30 % di quello italiano ?
Vediamo di essere più seri e lucidi ….. viste le tremende gatte da pelare che già fatichiamo ad affrontare .
Silvio voleva davvero uscire dall’Europa ed allearsi con Putin (e farsi gli Affari Suoi: of course) => così per licenziarlo gli USA ci han distrutto.
Il Greco non ha le Manie di Grandezza Personale di Silvio => fa finta di flirtare con Putin così gli USA lo Aiutano. Ci risentiremo con gli USA quando correrà l’anno biip biip biip biip….