Tripla C – di Gerardo Coco
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gerardo Coco.
NdR: Per un problema di trasmissione l’articolo era stato inserito incompleto, solo fino al punto in cui dice “si tratterebbe di un altro sopruso”. Il post è stato aggiornato ed è adesso completo.
Buona parte della stampa non sopporta Germania e tedeschi e ora sembra soddisfatta per il ridimensionamento che il ruolo della Merkel ha subito negli ultimi summit formali ed informali dove sul tema della crescita è stata messa in minoranza dalla maggioranza che si illude di risolvere la crisi europea con gli eurobond.
Ma se si vuole capire cosa sta succedendo bisogna abbandonare pregiudizi, antipatie e simpatie nazionalisti. Una brevissima parentesi. A noi sta bene che i tedeschi siano disciplinati fino all’ottusità, che gli italiani siano flessibili fino all’incoscienza, che i greci siano insubordinati e i francesi continuino a cullarsi nei sogni di grandeur. È la loro particolare cultura. Ci basta solo che le debolezze di un popolo non si trasformino in strumenti di sopraffazione di altri popoli.
Se le differenze antropologiche e culturali non si amano bisogna almeno tollerarle. Spesso sono frutto di mitologie ma comunque anche queste sono radicate in profonde eredità culturali. Solo la Germania avrebbe potuto produrre un Hegel o un Bach, come solo l’Italia un Verdi o un Manzoni.
Gli eurocrati hanno tentato di eliminare le nazioni e le loro differenze culturali. Hanno perfino avuto l’impudenza di voler insegnare ai paesi mediterranei come si fa il vino e l’olio cercando di distruggere una millenaria cultura del produrre. L’ambizione del progetto europeo era infatti quella di creare l’uomo europeo, come l’URSS aveva tentato di creare l’uomo sovietico, cercando di eliminare in modo tecnocratico tutte le identità, lingue, culture, religioni che rendono questo mondo vario e creativo. La stessa orrenda idea ugualitaria europea avrebbe voluto cancellare la memoria storica dei popoli.
Anche gli eurobond appartengono a questa idea egualitaria, di omogeneizzazione finanziaria finalizzata ad appiattire valori e rendimenti ponendo sullo stesso piano, per legge, i previdenti e gli imprevidenti.
Proviamo a sforzarci di avere un po’ di empatia e chiediamoci se l’Italia nei panni della Germania accetterebbe gli eurobond. Spesso per capire i grandi problemi bisogna rapportarli a proporzioni individuali. Supponiamo che Tizio e Caio richiedano un finanziamento alla banca. Tizio è in grado di dare ampie garanzie di solvibilità, Caio, invece, presenta un profilo meno affidabile. Poniamo che la banca sia disponibile ad erogare credito a entrambi, a Tizio a un tasso del 3% e a Caio del 6%, che riflette il maggiore rischio. La banca ad un certo punto dice a entrambi: signori c’è una nuova legge che dice che il merito del credito non conta più e ci impone di applicarvi un tasso uniforme, pertanto possiamo erogarvi i finanziamenti allo stesso tasso del 4.5 calcolato come media dei tassi che riflettevano il vostro grado di affidabilità.
Ci dispiace, ma tu caro Tizio devi accollarti 1,5 % in più, per garantire Caio.
Accetterebbero i politici italiani condizioni simili?. Pensiamo di no. Perché rappresenterebbe un sopruso ai danni dei propri contribuenti. Oppure, accettereste di essere obbligati ad avere una carta di credito in comune con degli spendaccioni? Certo che no perché si tratterebbe di un altro sopruso.
Eppure questo è il funzionamento degli eurobond: emettere titoli di debito ad un tasso che è la media del costo del finanziamento europeo e questo implica obbligare qualcuno a pagare per gli altri. In questa situazione di collettivizzazione del debito, sarebbe la Germania a diventare la principale fonte e garante dei finanziamenti Seguirebbero i paesi con le finanze ordinate come Paesi Bassi e la Finlandia e tutti dovrebbero pagare interessi superiori per permettere ai paesi indebitati e a rischio di finanziarsi a costi minori. Gli eurobond sono l’ennesima applicazione della filosofia europea basata sulla sopraffazione del collettivo sull’individuale. E’ inutile ricordare che verrebbero soppressi per l’ennesima volta i fondamenti della logica e della normativa finanziaria basate sui profili di rischio e le esigenze dei mutuatari. Tutto quello che l’Europa fa risponde ad esigenze politiche che ignorano sistematicamente le realtà economiche e finanziarie.
Ma vi è di più: anche i rating ai paesi in Europa verrebbero ridotti ad una media e quindi l’Eurozona avrebbe un unico rating mediato. Si farebbe infatti la media anche degli standard di vita europei cosicché quelli della Germania verrebbero appiattiti sulla media mentre quella dei paesi periferici si alzerebbe. I paesi virtuosi sacrificherebbero parte della loro ricchezza a favore dei paesi scialacquatori e verrebbero meno gli incentivi alle riforme e a tagliare le spese. Ma è proprio quello che i politici vogliono: per loro crescita economica significa spesa statale e aumento del debito. Poiché i debiti rappresentano una tassazione differita, i punti in più di interesse pagati dai paesi virtuosi si tradurrebbero in maggiore pressione fiscale per i loro contribuenti e siccome aumenterebbero anche le probabilità di default degli altri paesi, il costo ricadrebbe obbligatoriamente sui paesi più forti, rovinandoli.
Chi è a favore di questo sciagurato progetto, (naturalmente con in testa i due collettivisti Monti e Hollande) sostiene che il patto fiscale, presupposto dell’emissione degli eurobond, prevedrebbe sanzioni per disavanzi e debiti eccessivi proibendo il salvataggio dei Paesi membri. Ma a che cosa abbiamo assistito dal trattato di Maastricht fino ad oggi? E di che patto fiscale si parla quando la maggior parte dei paesi è contro l’austerità e crede che la crescita significhi ancora più debito?. Gli eurobond sono titoli di debito che non finanzieranno il sistema industriale. Servono non alla liquidità ma ad evitare l’insolvenza e a coprire i debiti pregressi creando maggiore insolvenza. Sempre naturalmente che siano accettati dal mercato in volumi consistenti.
Qualcuno ha avuto la finezza di proporre gli eurobond con il bollino blu e rosso i primi da rapportarsi al 60% del PIL e i secondi per quelli oltre questa soglia. La farsa europea continua, ma sta arrivando alla conclusione.
Un minuto prima che l’iniziativa andasse in porto i portfolio manager venderebbero i titoli con rating A e comprerebbero quelli spazzatura realizzando cospicui capital gain perché grazie al tasso “ammucchiata”, i rendimenti calerebbero e i valori aumenterebbero. Per una volta gli speculatori verrebbero santificati perché premierebbero i paesi più a rischio. Ciò rappresenterebbe una ulteriore distorsione del mercato diventato ormai incapace di prezzare i rischi e di remunerarli. Ma la pacchia durerebbe poco. L’Eurosistema diventerebbe un prodotto totalmente tossico e corrotto. Si illudano pure i paesi deboli di trarre vantaggio dall’ammucchiata del debito: andrebbero a fondo tutti, paesi virtuosi e non virtuosi ma più rapidamente.
E’ indecoroso che la maggior parte dei paesi europei, per risollevare i propri destini facciano affidamento solo su un paese, la Germania, e ricorrano alla questua per mancanza di politiche di sviluppo alternative ed autonome. Questo da la misura della bassezza, irresponsabilità, incompetenza dei politici che li governano. il progetto che vogliono realizzare è da tripla C, nel senso di caos, crisi e corruzione.
In un precedente articolo abbiamo scritto che la Germania è interessata all’Europa ma non alla eurozona e ha già preparato un piano di emergenza per abbandonarla. Bisogna tener conto, infatti che gli eurobond sono vietati dalla costituzione tedesca e che Austria, Paesi bassi e Finlandia sono apertamente contro il progetto. Se la Merkel cederà sul progetto, si suiciderà politicamente. Il cancelliere tedesco sa quello che i suoi irresponsabili colleghi europei ignorano: gli eurobond scatenerebbero un incendio inflazionistico da cui non si salverebbe nessuno. E nessuno sarebbe in grado di aiutare l’Europa. Obama è impegnato nelle elezioni e la Cina non ne vuol sapere. Alla Merkel non resta che seguire il consiglio del suo celebre compatriota, Friedrich Nietzsche: “Fratelli miei, forse sono crudele? ma io dico: a ciò che sta cadendo si deve dare anche una spinta”.
Ormai i maggiori investitori si sono posizionati su uno scenario a collasso multiplo. Come abbiamo già scritto in precedenza il conto alla rovescia è già cominciato. Ma dopo che l’Europa sarà caduta vivremo in un mondo migliore.
Dimentichi di far notare che Tizio in precedenza ha avuto dei benefici dalla debolezza di Caio, ovvero che la Germania ha tratto vantaggio per le sue esportazioni da un euro più debole nei confronti del dollaro rispetto al marco. e questo grazie ai paesi deboli che abbassavano la media.
Di che cosa stiamo parlando?
Hai perfettamente ragione, ma i nostri beneamati politici (italiani, spagnoli, greci, francesi), siccome rappresentano Caio, non ci sentono da questo orecchio…. in più, la Germania, rischia di passare dalla parte del torto per il modo con cui difende la propria politica. Insomma, il problema è sempre lo stesso: la classe politica europea che è la peggiore che ci poteva capitare…
Per gli uomini di Stato le crisi sono da sempre una straordinaria opportunità per espandere i loro poteri, e la stessa opinione pubblica – che comprende ben poco di quanto sta succedendo – domanda a gran voce di intervenire.
In tali circostanze ogni azione pubblica, però, rappresenta una sottrazione di risorse dai settori solidi a quelli che stanno precipitando nel burrone. Alla fine si distrugge valore e si cronicizza una crisi che, diversamente, potrebbe trovare una soluzione più veloce e meno dolorosa.
Lo stesso accadde in America nel 1929.
Figlia dell’interventismo statale del presidente Hoover, la Grande Depressione non sarebbe durata un quindicennio se il New Deal rooseveltiano non avesse tentato di risolvere i guai con soluzioni dirigiste che, di fatto, hanno aggiunto danno a danno. Meglio sarebbe stato lasciare che i capitali privati si dirigessero verso gli impieghi produttivi e verso la creazione di posti di lavoro “veri”.
In un documento datato 8 aprile 1943 e firmato da un gruppo di economisti britannici (ma scritto da Keynes), si afferma che l’espansione monetaria realizza “il miracolo … di trasformare le pietre in pane”.
La tempesta che sta squassando il mondo è figlia di questa illusione mefistofelica e di un economicismo che ha perso ogni contatto con la realtà ed il buon senso. Esattamente per questo motivo sarebbe una buona cosa evitare di espandere ulteriormente il credito con la riduzione dei tassi e di rafforzare il controllo statale dell’economia con nazionalizzazoni, fondi sovrani e reti assicurative di Stato (o sovranazionali come gli EUROBOND): tutti strumenti destinati a far sì che gli errori di alcuni vengano pagati da tutti.
da: Carlo Lottieri
Ottima galleria, con guida, di pregiudizi e fobie economiche.(accettando per definizione e di defalult che la Germania sta sempre meglio ed è superiore, e i latini sono insubordinati, flessibili, ecc. e inferiori.) Allora, se abbiamo ben capito, niente politiche comuni, chi sta meglio non deve andare con chi sta peggio. E allora perchè la moneta comune? Allora è giusto pensare che non si tratta di una moneta comune , ma di una adesione alla moneta germanica, alle loro condizioni? Strano, ci avevano raccontato cose diverse.
Ottimo questo articolo, fa capire che non ci sono vere logiche, se non quella egoistica, e che i pregiudizi culturali e antropologici (perchè no, anche razziali….) guidano le politiche degli stati, anche quando ci sarebbe una unione politica ed economica. Meglio Bossi, va, in fondo anche lui col pregiudizio antropologico e razziale spiegava tutti i mali e forniva ogni ricetta. Forza gente, ognuno per se e cerchiamo di fottere tutti i nostri vicini, unica ricetta che ci fa ricchi e felici. Tanto un bel pregiudizio etnico-antropologico-religioso ecc.. lo troviamo sempre per giustificare la nostra avidità e il nostro egoismo. Non è colpa nostra, è colpa loro che sono inferiori
1- Che gli Eurobond significhino per forza tassi più alti per la Germania è una balla: in USA e Giappone i tassi sul debito sono fissati dalla Banca Centrale. Quindi se la banca centrale decidesse tassi 0 per gli Eurobond, la Germania non ci rinmetterebbe un centesimo.
Purtroppo si da il caso che a parità di tassi l’economia tedesca avrebbe una concorrenza spietata a parità di condizioni da parte delle economie del resto d’Europa. E questo ai tedeschi non piace.
La presunta superiorità morale teutonica non ha nulla a che fare coi tassi, qui è ben spiegato: phastidio.net/2012/05/22/tasso-zero-garantito-e-disastroso/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+phastidio%2Flhrg+%28Phastidio.net%29
2- Frau Nein, ce lo dimentichiamo sempre, ha imposto agli altri europei qualcosa che in Germania non verrà MAI approvato senza un colpo di Stato. E’ la SPD che NON vuole il pareggio di bilancio e NON vuole il fiscal compact. Perché dovrebbe il resto d’Europa applicare regole decise da chi non riesce a farle approvare nel proprio Paese?
Qui si spiega che la SPD non approverà mai il fiscal compact senza stimoli alla crescita: spiegel.de/international/europe/german-government-wants-to-create-special-economic-zones-in-europe-a-835224.html
Anche se non si parla di Eurobond è chiaro che il fiscal compact non può essere approvato in Germania.
Faccio altresì notare (stesso articolo) che finalmente Merkel ha fatto alcune proposte per la sua visione di crescita. A mie memoria sono le prime proposte che arrivano da Berlino negli ultimi 3 anni, finora si era limitata a dire “no” a tutte le proposte altrui. E poi ci chiediamo perché i tedeschi la stanno punendo alle urne.
Tornando alle proposte, si tratta fondamentalmente:
1- privatizzazione di aziende (ovviamente NON vale per i tedeschi, ma solo per il sud-europa) come la Germania fece per le aziende della ex Germania Est. Piccolo problema: vendere aziendere nei primi anni ’90 è un discorso, vendere oggi significa regalare. Ad aziende tedesche, immagino;
2- mercato del lavoro governato da leggi identiche a quelle tedesche. Assolutamente condivisibile a livello personale, ma a parte il fatto che leggi sul lavoro “tedesche” non credo proprio aumentino l’occupazione, si tratta comunque di provvedimenti che ottengono risultati dopo anni, ad andar bene. Stesso discorso per il sistema educativo.
3- Zone franche (tax-free) per attirare nuovi investimenti. E qui casca l’asino, senza offesa. Ovvio che zone franche sviluppano business e posti di lavoro, peccato che farebbero spostare le aziende attualmente esistenti nelle alltre zone e quindi molto difficilmente si riuscirebbe a stare dentro il fiscal compact. Vi immaginate se in Calabria si pagasse lo 0% di tasse contro il 65% della Lombardia?
Non sono d’accordo con il contenuto di questo articolo. Vorrei portare la vostra attenzione sul fatto che è stato sottoscritto un trattato che istituisce l’Unione Europea. In secondo luogo il trattato è stato redatto da tutti gli Stati e non da uno soltanto. Con ciò voglio dire che lo Stato italiano era d’accordo nel fissare un limite al debito pubblico, come pure nel fissare un limite al deficit che i Governi potevano fare ogni anno. Ma pure essendo formalmente d’accordo, il Governo italiano ha permesso che il suo debito sfondasse quel limite, portandolo addirittura a un livello più alto del pil.
A mio avviso la questione dovrebbe essere vista sotto una diversa angolazione. Oggi ci sono 17 euro, tutti agganciati al valore dell’euro-marco e ciascuno espressione di un sistema economico diverso. E’ come se negli Stati Uniti ci fossero dei dollari diversi per il Nebraska, California, ecc., tutti agganciati al valore del dollaro del Texas. Negli USA esiste un debito pubblico Federale ed ogni Stato ha poi un suo debito di cui è responsabile. Nella eurozona si gioca sulla confusione: moneta unica, mancanza di una vera e propria Banca centrale con compiti di emissione e Stati in cui ciascuno va per conto suo.
E’ l’euro che non funziona così com’è. La Germania trae vantaggio dai cambi fissi e si adopera per addossare alle altre nazioni i costi della sciagurata operazione con cui si è fatta entrare la Grecia nell’euro, mentre gli altri Stati hanno comportamenti misti, mai totalmente virtuosi. Ci sono poi Stati come l’Italia in cui la spesa pubblica ha raggiunto limiti insostenibili.
Purtroppo la Germania non vuole gli eurobond perché questo contrasterebbe con i suoi privilegi, mentre chi vuole gli eurobond lo fa solo per poter continuare a sostenere la propria spesa pubblica improduttiva.
I torti sono ben ripartiti in Europa e le cose da cambiare molte!
L’articolo non mi trova molto d’accordo.
Se è giusto che il cittadino tedesco non voglia pagare per la dissennatezza di altri governi, è altrettanto vero che alla base di un progetto comune come quello europeo ddve sempre valere il fatto che “l’unione fa la forza”.
Le difficoltà di oggi di alcuni paesi possono essere quelle di domani di altri.
L’1.5 % che oggi Tizio paga in più per garantire Caio sarà magari l’1.5 % in meno che Tizio pagarà un domani in meno garantito da Caio. In fondo è il concetto di assicurazione
@Francesco P
Non so se sei al corrente che pochi mesi fa negli USA è fallito lo stato del Minnesota. Anche lo stato della California è “tecnicamente” fallito. Gli equivalenti dei buoni del tesoro italiani emessi dallo stato californiano, sono arrivati a valere quanto la carta sulla quale sono stampati e anche lì il mercato pretende interessi elevati per acquistarli.
AVVISO
Purtroppo per problemi di inserimento gran parte dell’articolo non è stata pubblicata.
Chiedo scusa ai lettori
G.CC
@assunta normale
Il debito federale è distinto dai debito dei singoli Stati degli USA; il dollaro nonostante i casi che lei cita ed i diversi Stati a rischio bancarotta, è ancora una “moneta rifugio” verso cui avviene il “flight to quality” degli operatori. Notare che quando manca qualità persino il dollaro acciaccato diventa una sicurezza!
L’Europa ha la pretesa di avere una moneta unica senza avere le caratteristiche di uno Stato federale e senza possedere una vera Banca Centrale. Per questo motivo l’euro è da considerarsi un vero e proprio generatore di squilibri e di deresponsabilizzazione dei vari Governi, o per spendere allegramente o per fare delle politiche coloniali.
Mi sembra un pelo semplicistico continuare con il luogo comune dei tedeschi disciplinati e italiani e spagnoli spendaccioni. In parte è stato così per l’Italia, non per la Spagna ed inoltre non è affatto vero che la Germania sia così rigorosa. Si è creata una situazione di totale e irragionevole squilibrio sui mercati
.. che senso ha chela Germania paghi il suo debito 200/300 punti base in meno di quattro anni fa pur avendo aumentato il suo debito di oltre 400 miliardi di euro nello stesso periodo.
Siamo in una situazione bloccata anche dall’ottusità tedesca, ottusità non solo politica ma si badi anche economica.
Lei dice “Accetterebbero i politici italiani condizioni simili?. Pensiamo di no. Perché rappresenterebbe un sopruso ai danni dei propri contribuenti. Oppure, accettereste di essere obbligati ad avere una carta di credito in comune con degli spendaccioni? Certo che no perché si tratterebbe di un altro sopruso.”
Ebbene gli italiani di fatto lo accettano. Lo stato chiede al Piemonte e ad Veneto per regalare alla val daosta o alto adige. O a presente quanto costa un posto letto in ospedale in Calabria / Campania o in Lombardia? (eppure i campani vanno a farsi ricovare a Roma, o se possono ancora più in su!)
È ovvio che qualcuno viene penalizzato dal mettere in comune (il debito). È per definizione, direi, tranne nei casi di componenti perfettamente omogenei.
La questione è solo se la costruzione ne vale il costo. Per la sua riunificazione, la Germania l’ha accettato. Anche l’Italia accetta i costi delle varie differenze interne.
Se ciò che si vuole costruire in Europa ne vale la pena, qualche costo può essere giustificato e accettato. Ma bisogna costruire qualcosa di sensato, che non ci porti a problemi peggiori dopo qualche anno.
È ovvio che qualcuno viene penalizzato dal mettere in comune (il debito). È per definizione, tranne nei casi di componenti perfettamente omogenei.
La questione è solo se la costruzione ne vale il costo. Per la sua riunificazione, la Germania l’ha accettato. Anche l’Italia accetta i costi delle varie differenze interne.
Se ciò che si vuole costruire in Europa ne vale la pena, qualche costo può essere giustificato e accettato. Ma bisogna costruire qualcosa di sensato, che non ci porti a problemi peggiori dopo qualche anno.
Sinceramente comincio a dubitare seriamente delle analisi economiche in cui da qualche anno stiamo annegando senza riuscire a venirne fuori.
Come si suole dire, “esclusi i presenti” sono gli “economisti che alla fine ci hanno portato dove siamo”.
Facendo i conti della serva, come sono abituato a fare nel mio lavoro, mi rendo conto che la politica è ormai alla debacle. Nulla è sotto controllo e siamo in attesa che domani succeda qualcosa di buono… ma non sappiamo cosa.
Mosso da tanto spirito ottimistico mi chiedo:
nel dopoguerra fu messo a punto il famoso piano marshall.
Inizialmente prevedeva aiuti americani per la ricostruzione economica, col passare del tempo si mediò, vista la gravità della situazione (peggiore di quella attuale) per avere anche aiuti alimentari e di prima necessità.
Da qui a pensare che oggi i soldi “regalati alle banche” possano servire invece agli stati come Grecia, Italia, Spagna, Portogallo per investire in infrastrutture, fra cui strade, ferrovie, case (da dare poi a canone di locazione decente) non servirebbe per rimettere in moto le nazioni? Questo giro di denaro porterebbe aumento di occupazione, spesa sociale, conti correnti ecc.?
Giusta osservazione e per questa era nata la Lega partito che al Nord aveva (prima che molti si sono accorti che era vittima delle sesse cose che contesteva) il 30% dei voti.
Ergo non l’accettavano.
Gianluca
Gli Schatz, i titoli biennali appena emessi dalla Germania, rendono lo 0,00%. Perché acquistarli? Per chi li compra è come conservare banconote in cassaforte, ma se la Germania tornasse al Marco, gli Schatz sarebbero convertiti automaticamente mettendo gli investitori al riparo da una repentina svalutazione dell’Euro.
L’esistenza di titoli come questi avvalora l’ipotesi che “i maggiori investitori si sono posizionati su uno scenario a collasso multiplo”, ma non è da escludere che prima del collasso potremmo impantanarci in una lunga agonia in stile nipponico.
Caro Coco, in teoria la sua analisi non fa una grinza. In pratica si devono considerare, invece, fatti e situazioni di contorno che riescano meglio a descrivere il problema. La cirsi è una crisi di sistema e pertanto in tale ottica deve essere analizzata e risolta. Io penso che una moneta, qualsiasi, non sorretta da uno stato non sia, nella realtà, in grado di rappresentare altro che una ipotesi. La pazzia, e l’ho detto più volte, è stata quella di creare l’euro senza prima avere creato l’unione politica: banca centrale che faccia la banca centrale (l’attuale è solo una sorvegliante), budget europeo, politiche comuni reali e obbligatorie per gli stati, che devono essere quanto meno federati. E, altra pazzia, a dare il colpo di grazia, l’allargamento a 27 (25 per l’euro) paesi per un soggetto che è partito con una mission – l’Unione Europea – che non solo non è stata assolta, ma è cambiata. E’ cambiata dopo il 1990, quando la Germania ha ritenuto di potere tranquillamente fare a meno degli altri stati perchè ha visto materializzarzi la possibilità di realizzare il proprio sogno storico : la grande Germania, con allargamento a est (unificazione + inclusione degli ex paesi quali Cechia, Slovacchia, Polonia, Slovenia ecc..). L’UE, a quel punto doveva (ed è stato così) garantire due cose: stabilità del cambio nei confronti dei paesi potenziali concorrenti (Italia ecc..) sul mercato manifatturiero, provvista di soldi per la ricostruzione e l’industrializzazione dei nuovi paesi (e questo a spese di TUTTA la UE, non della sola Germania) sotto l’ala del reich. Assolta la nuova missione il resto della UE non serve più, tranne che a garantire, finchè conviene, la stabilità; ovvero fino a quando, grazie alla debolezza (nota, derisa e sfruttata, forse giustamente) dei paesi cicale, la struttura economica (leggasi aziende) di tali paesi si sarà distrutta, di fatto togliendo concorrenza. A quel punto posso mollare la UE (per quel che significa così come è) e costruirmi il reich, incorporando quasi gratuitamente le poche aziende dei paesi deboli (leggasi articolo di Spiegel on line molto illuminante) . La Germania ha fatto e fa il suo interesse. Ma non mi si venga a raccontare di vocazione europea. Come giustamente si è fatto notare l’Italia vive una situazione che riflette quello che sarebbe l’Europa unificata : il nord che ha i parameri a livelli “reich” e il sud viene mantenuto (sfido chiunque a confutare questa osservazione: sono fatti, non ideologie). Pertanto, seguendo il suo ragionamento devo pensare che lei, signor Coco, condivida appiendo le tesi della Lega (lasciando stare la rozzezza dei suoi rappresentanti) e supporti come condivisibili istanze separatiste in quanto ” Accetterebbero i politici italiani condizioni simili?. Pensiamo di no. Perché rappresenterebbe un sopruso ai danni dei propri contribuenti. Oppure, accettereste di essere obbligati ad avere una carta di credito in comune con degli spendaccioni? Certo che no perché si tratterebbe di un altro sopruso.” Tolga politici italiani e sostituisca con popolazioni del nord Italia (ho tolto i politici in quanto non rappresentano nulla) e vedrà che il suo ragionamento è perfetto.
In sostanza: la sua tesi è corretta ma porta a conclusioni diametralmente oposte a quelle che lei sostiene ( o a quelle che mi pare che lei sostenga): la UE non è, e non potrà mai essere uno stato ma dovrà continuare a essere solo e esclusivamente un mercato regolato (con l’euro quale tasso fisso di cambio) tra economie vincolate. Fino a quando alla Germania conviene. Certamente l’Italia e gli altri hanno dato una grossa mano alla realizzazione di questa situazione: in un certo senso è colpa nostra, che siamo italiani, non dei tedeschi. Ma allora che senso ha essere italiani in questo modo?
Caro Alberto,
accetto i principi della Lega nella misura in cui discendono da pensiero di Carlo Cattaneo basato sulla libertà, laicismo e federalismo.
Ci si può federare quando si hanno interessi in comune o per gestire al meglio la cosa pubblica. Ma nessuno deve delegare la propria libertà a terzi lontani dalle proprie esigenze. Il federalismo non significa sfruttamento, non è collettivismo.
Ai governi bancarottieri farebbero comodo gli eurobond perché rappresentano l’ultimo mezzo che rimane loro per finanziare lo spreco.
Se emettessero titoli per conto proprio, gli investitori richiederebbero interessi a due cifre. Con gli eurobond il rischio garantito da 17 paesi viene collettivizzato. Prendendo tutti a prestito allo stesso tasso, il singolo rischio paese magicamente scompare. Ma si tratta di un gioco di prestigio. Infatti il rischio verrebbe sovvenzionato dagli altri partners o, meglio, dalla collettività dei loro contribuenti. Quando si arriverà alla scadenza del debito e i titoli dovranno essere pagati, nessuno avrà i soldi perché il tetto del “bancomat comune” sarà esaurito. Allora si cercherà di attingere da quello dei singoli cittadini.
Non ha visto che tutti i paesi europei stanno emanando leggi per il controllo del contante? In una futura Europa di eurobond chi usa contante sarà un criminale. Non c’entra nulla la convenienza o l’efficienza delle transazioni. Si tratta di un progetto per meglio attuare il controllo tirannico sulle persone.
Non capisco perché Lei affermi che l’articolo porti a conclusioni opposte a quelle sostenute. Ho sempre scritto che l’Europa non potrà mai diventare uno stato e lo si dovrebbe desumere dall’ultimo post.
G.C.
Certo, è un gioco di prestigio.
Lo stesso gioco di prestigio su cui si fonda tutto il sistema economico mondiale, al momento.
Lo stesso gioco di prestigio che tiene insieme la Florida, la California e New York da più di 200 anni.
O si abbandona dappertutto o si tiene uguale dappertutto: pensare che alcuni pezzi di mondo possano vivere diversamente dagli altri è un’illusione.
Così come è un’illusione pensare che si possa in qualche modo “pagare” i debiti, pubblici o privati che siano: si possono solo rifinanziare, in uno schema Ponzi che reggerà finché reggerà.
Il debito totale mondiale per persona ammonta a 20 000 dollari a testa. Significa che una famigliola di 5 persone in Ghana ha 100 000 dollari di debiti. Vogliamo davvero credere che qualcuno pagherà quel debito con beni o servizi reali?
Grazie per la domanda.
Stiamo parlando del fatto che un paese cresce solo se il capitale e lavoro che utilizza hanno una maggiore produttività. E’ evidente che chi è meno produttivo diventa più debole, ma non è colpa del paese più forte. A meno di non accettare il principio che il guadagno di uno rappresenta sempre la perdita di un altro. Ma sarebbe in contrasto con la teoria e l’esperienza dello scambio economico.
La Germania (Tizio) ha tratto vantaggio dall’euro perché era in grado di farlo mentre altri paesi (Caio) non lo erano perché meno produttivi. I paesi improduttivi sono quelli che hanno i debiti più alti, sprecano risorse e quando non è hanno più vogliono impossessarsi di quelle degli altri.
Ci si è dimenticato di un fatto importante. Dal 1971 fino a prima dell’entrata dell’euro il marco si rivalutò ben sei volte, lo yen giapponese di quattro e nonostante una valuta fortissima diventarono le più grandi potenze esportatrici. In un post precedente ho spiegato il motivo.
Senza una Germania forte l’Europa non si sarebbe mai fatta: l’euro, infatti doveva surrogare il marco tedesco. Il tutto avrebbe funzionato se gli altri paesi avessero allineato le loro economie a quella tedesca. Ma siccome non ci sono riusciti, la politica ha cercato di forzare l’economia, cioè la realtà. Siccome gli altri paesi non si sono costruiti le basi per una crescita autonoma, dovrebbero ora alimentarsi dalla greppia tedesca? Dalla fine degli anni 90 ai primi del 2000 la Germania ha fatto enormi sacrifici, riformando soprattutto il mercato del lavoro, tenendo fermi i salari ed aumentando la produttività, d’accordo con i sindacati (immaginiamoci cosa sarebbe successo in Italia) e tutti hanno vissuto meglio.
E ora Caio vorrebbe impossessarsi del frutto delle fatiche di Tizio! Non sono germanofilo e cerco di essere obiettivo basandomi sui fatti. Altrimenti rischierei anch’io di diventare germanofobo.
G.C
Mi sorge un sospetto: ma lei ci è mai stato in Germania in vita sua?
Non dico a vivere, ma anche solo per turismo.
Negli anni ’90 e la Germania non ha fatto nessun sacrificio: avevano (e hanno tuttora) stipendi e salari altissimi rispetto ad un costo della vita molto basso.
Alla riunificazione Kohl ha fatto la genialata (magari casuale, ma tant’è) di cambiare i marchi della DDR con un cambio favorevole: il risultato è stato che c’era molto da ricostruire, ma anche molti soldi con cui ricostruire.
La produttività è più alta in Germania perché il denaro costa meno, le banche lo prestano alle imprese e queste spendono in tecnologia. Tutto qui.
La balla degli operai tedeschi che producono il triplo di quelli italiani è una balla dimostrata dalle fabbriche Volkswagen in Portogallo tanto quanto dalla Lamborghini e da tutte le aziende di componentistica e macchinari in Italia.
Quando al poeta P.Celan chiesero come avesse trascorso il tempo della prigionia nel campo di concentramento nazista la risposta fu:’Ho scavato, scavato, scavato’.
Tale è il messaggio, a mio avviso, dell’impegno intellettuale del prof. Coco: al fondo di ciò che sta accadendo c’è la questione della identità dei popoli, delle nazioni, dei gruppi, pur sapendo che la nozione di identità può essere perniciosa allorquando si pensa agli studi identitari di genere, di etnos e simili quali prodotti del solipsismo comunitario. Orbene fissare un’identità significa renderla unica, esclude le altre ipotesi: è un’operazione politica che nasce dai rapporti di forza. Oggi, quali sono i rapporti di forza tra popoli, economie, stati, classi, èlite?
Le culture con le loro pretese radici non ci aiutano perchè pongono troppa enfasi sulle diversità, mentre la storia moderna ci insegna che la borghesia ha dovuto aprirsi la strada contro le tradizioni e le memorie valide in passato, per poi inventarsi una propria tradizione secondo Hobswam.
Hegel, affascinato dalla fine delle civiltà e al cui pensiero Severino riconosce il massimo sforzo compiuto dalla civiltà occidentale di sottrarre i valori umani alla dissipazione del tempo- la dialettica è una filosofia dell’et-et- fa una filosofia ispirata dal senso forte del BUND, legame, con il generale, l’universale, l’assoluto che si manifesta con il suo andamento necessario sotto lo sviluppo apparentemente accidentale dei casi della storia.
Anche per Vico nella storia sembra regnare l’accidentale, ma egli fa della storia il luogo d’incontro fra il temporale e l’eterno (la Provvidenza ), distinguendo una storia ideale eterna sotto la storia dele nazioni che corre nel tempo.
La differenza essenziale tra le due concezioni è la seguente: per il cattolico Vico c’è un dislivello reale tra i due piani ideale e dei fatti costituito dalla trascendenza che lascia gli uomini liberi di agire responsabilmente; mentre per Hegel, che pensa dopo Lutero, c’è un dislivello ideale perchè la storia si manifesta nella Natura che è il regno della idea alienata e non della libertà -magari, aggiungo io dell’arbitrio-.
Sì, prof. Coco, avremo un mondo migliore se ciascuno di noi saprà migliorarsi quale uomo, prima ancora che cittadino, consapevole che non abbiamo bisogno di violenza bensì del coraggio di sperare per non essere presi dalla paura e capace di immaginare in grande.
@Marco Tizzi
“La produttività è più alta in Germania perché il denaro costa meno, le banche lo prestano alle imprese e queste spendono in tecnologia. Tutto qui.”
E’ esattamente il contrario: il denaro costa meno perchè la produttività è più alta.
@Gerardo Coco
La produttività oraria dei dipendenti italiani è più alta di quelli tedeschi (53.8 $/h vs 52.1 $/h, dati University of Pennsylvania (CICUP)), come si spiega che paghiamo il denaro 10 volte tanto?
Su, smettiamola di dire idiozie.
Lei sta facendo un bell’esercizio di neolingua, ma non attacca.
I tassi sono completamente farlocchi, lo spiega bene Phastidio.net in questo articolo:
phastidio.net/2012/05/22/tasso-zero-garantito-e-disastroso/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+phastidio%2Flhrg+%28Phastidio.net%29
Il “mercato” finanziario sta semplicemente scommettendo sulla dissoluzione dell’Euro e lei non fa altro che dargli ragione.
Cosa tutto questo abbia a che fare con il mercato dei beni e servizi, quello vero, lo sa solo lei.
Leggo che come sempre gli oppositori della linea tedesca sono arrabbiati perchè la Ger mania – giustamente -non ci sta a pagare i debiti degli stati ladri e spreconi come il nostro . Le motivazioni sono scritte in modi diversi ma la sostanza è questa . Inoltre ci sono gli “economisti ” che ci spiegano che Germania ha voluto l’euro per comandare in Europa e sono arrivati a dire che la Germania è messa più o meno come noi , sia come produttività che come altro ma è stata più “furba ” ad approfittare dell’euro. Io faccio parte di quelli che pensano che gli investitori di tutto il mondo – anglosassoni, cinesi, arabi ricchi , brasiliani , russi e altri – non siano stupidi a sottoscrivere i titoli di stato tedeschi a zero interessi nominali e si rifiutano di sottoscrivere i titoli dei paesi ” virtuosi ” ma raggirati dai tedeschi cattivi anche se hanno un tasso molto più alto . Inoltre i nostri governanti hanno talmente fiducia nel Paese che amministrano che i loro cospicui risparmi non hanno quasi titoli del debito pubblico italiano.
Non si potrebbe stabilire che i loro stipendi venissero pagati in parte almeno in bot. btp. ctz ecc …? Come quelli dell’ alta burcrazia e , se accettano, anche gli stipendi e le pensioni dei molti patrioti presenti sul blog.
@Claudio Di Croce
Lei ha una gran voglia di ricominciare a marciare a passo dell’oca e rispetto la sua idea: non deve convincere me, deve convincere Londra Washington e Gerusalemme a non radervi al suolo.
Personalmente vi chiedo solo, nella vostra propaganda, di non raccontare balle: non ho mai letto ne sentito nessuno in Italia dire che i Tedeschi devono pagare i nostri debiti.
Se non capisce la differenza tra “avere un sistema monetario come gli altri” e “far pagare ad altri i propri debiti” non so proprio cosa farci.
Se non sbaglio fu l’intera Europa a pretendere da Khol -dopo l’unità con l’ex DDR- che la Germania venisse inglobata e diluita nella nascente struttura pensata a Maastricht. I motivi erano chiari, la Grande Germania nata dall’unificazione spaventava già allora le cancellerie e le presidenze delle repubbliche. La Germania di allora acconsentì a questa “diluizione” che toccava la sua economia la sua politica e infine anche il suo marco. Lo fece perchè negli anni ’90 la sua coscenza storica era ancora ( forse giustamente)macchiata dalla tragedia dell’ultimo conflitto. I tedeschi di oggi ( altrettanto giustamente) pensano di aver saldato il conto con la Storia: del resto quella gravosa eredità è stata messa sulle spalle di due generazioni che con la guerra non ebbero nulla a che fare. Ecco perchè nel 2012 sentono ( giustamente ancora)per la prima volta di non essere in debito con nessuno. Che l’Europa di oggi pretenda dai tedeschi di rinunciare alla loro identità – perchè in ultima analisi ,di questo si tratta- e di allenearsi ai “desiderata” di popoli irresponsabili è chiedergli troppo.
La banca prestatrice di ultima istanza cosa vuole dire in concreto ? Gli eurobond cosa sono ? gli europroject cosa sono ? Se è tutto così normale e non c’è nessun trucco alla napoletana come mai coloro che sono pieni di debiti e hanno dei gravi problemi sono così tifosi di queste proposte e coloro che non sono in questa situazione o comunque sono percepiti come tali non li vogliono ? Io non voglio marciare a passo dell’oca ( che comunque è sempre in uso in molti paesi dell’europa orientale , Russia in testa ) ma mi vergogno un pò della mia situazione di suddito di uno stato ladro, corrotto e imbroglione che vuole fare la predica agli altri per fregargli dei soldi Ripeto, cosa spinge gli investitori di tutto il mondo a accettare tassi zero per prestare soldi ai tedeschi e da noi , così virtuosi , con alta produttività e creativi , pretendono molto di più e se continua così non ci presteranno più nulla ? Noi cosa faremo ? una guerra alla Germania ? Ma lo ricordate o no che l’Euro è stato IMPOSTO alla Germania come prezzo da pagare per la riunificazione che la Francia di Mitterand ha in tutti i modi cercato di impedire chiedendo all’Urss di non ritirare le truppe stanziate nella DDR ?
Ma infine, voi, se foste investitori , a chi preferireste imprestare i VOSTRI soldi ?
@Claudio Di Croce
1- Il prestatore di ultima istanza si riferisce al SISTEMA BANCARIO, non agli STATI. Non ha nulla a che vedere col debito pubblico;
2- gli eruoproject (totalmente inutili a mio parere) sono progetti infrastrutturali di carattere europeo, finanziati da privati con garanzie pubbliche a livello europeo. Un esempio è la TAV Torino-Lione. In pratica buttare denaro nel cesso;
3- quel trapezio isoscele color pastello della sua cancelliera non ha MAI detto che gli eurobond sono una richiesta degli altri Paesi alla Germania di pagare il loro debito pubblico. Lo dite voi fanatici, non lei. Perché di fronte ad una tale idiozia verrebbe defenestrata all’istante. Frau Nein dice (e lo ripete chiaramente ad ogni intervista, viene riportato anche dai nostri pessimi giornali) che con un allentamento dei tassi i Paesi attualmente sotto attacco non farebbero le “riforme necessarie”. Si chiama “shock therapy”, applicata più volte dal sudamerica alla Grecia, con pessimi risultati che vanno dalle dittature alle bancarotte. E’ invece esattamente vero il contrario: per fare le riforme occorrono i soldi. Infatti la Germania ebbe forti deficit quando introdusse l’agenda 2010. Il cui cuore, i famigerati Hartz, si fondano sulla diminuzione di sussidi al reddito, altrimenti detti “reddito di cittadinanza”, che da noi NON ESISTE. Quindi le famigerate riforme sarebbero un taglio a sussidi che noi non abbiamo. Geniale.
4- il perché gli “investitori” che poi sono in gran parte banche tedesche, prestino soldi al governo tedesco a tassi negativi è spiegato chiaramente qui: phastidio.net/2012/05/22/tasso-zero-garantito-e-disastroso/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+phastidio%2Flhrg+%28Phastidio.net%29
5- l’Euro fu “imposto” alla Germania? I tedeschi non la pensano così: in questo articolo lo Spiegel (spiegel.de/international/europe/euro-struggles-can-be-traced-to-origins-of-common-currency-a-831842.html) dice chiaramente che l’Euro e soprattutto l’ingresso dell’Italia, che non doveva entrarci perché i conti non erano nei parametri, fu una scelta politica di Kohl nel disperato tentativo di vincere le elezioni. Ciampi fu il suo “braccio armato”, che lo mise tra le chiappe degli italiani per fare un favore a Kohl. Il quale, comunque sia, aveva una visione molto europeista e ci credeva davvero nell’unione politica. Lo dimostra la recente cazziata alla culona (“stai distruggendo la mia Europa”);
6- ricordo che le aste del debito pubblico italiano non sono mai andate deserte. Ricordo anche che il famigerato “spread” non è il tasso che paga lo Stato, ma è il tasso del mercato secondario, quindi riguarda più che altro le banche, che sono il vero problema di tutto questo gioco perché sono mezze fallite in tutto il mondo, in Italia molto meno che nel resto.
7- infine voglio far notare che in TUTTE (100% proprio TUTTE) le altre monete, i tassi del debito pubblico li decide la banca centrale. Delle due l’una: o tutto il mondo è imbecille e solo 17 Paesi hanno capito come deve funzionare una moneta basata sul debito (come sono TUTTE le monete, Euro incluso), oppure viceversa. Faccia lei. Fatto sta che il Giappone con un debito pubblico il doppio del nostro paga lo 0% di interessi.
Se anche non si vuole fidare di me, legga l’intervista di questo signore, che si da il caso essere l’ex ministro degli esteri tedesco:
corriere.it/esteri/12_maggio_26/fischer-germania-europa_7dd3b360-a6f2-11e1-84cc-01e2a07cd5bc.shtml
La cosa che davvero mi sembra assurda è che nel momento in cui il popolo tedesco boccia clamorosamente il proprio leader ci sia gente che la difende in Italia.
Mi sembra un clamoroso caso di sindrome di Stoccolma.
Analisi giusta di un ragionamento giusto,quello della Merkel per opporsi agli eurobond. Allora pero’ si prenda atto, tutti noi, di quello che in pochi prima, in molti ora affermano: che mettendo insieme la moneta E BASTA si è creato un euromostro. Un Frankenstein che va in giro a far disastri, e che nessuno sa rimettere nel sarcofago. In poche parole la Merkel propone soluzioni giuste per tenere a galla un progetto radicalmente sbagliato. Cerca di rimettere in rotta la Costa Concordia dopo che quella è andata a scogli.
Carissimi parlando con un mio amico ci si chiedeva come salvare la nostra Italietta.
Bene tra le tante ipotesi, nate e morte quasi immediatamente durante queso scambio di opinioni, una sembrava “possibile”.
La “soluzione” pare molto semplice e forse proprio per questo sbagliata…o forse no…
Bene in sintesi…invece di vendere il nostro debito tramite Buoni del tesoro al mercato finanziario internazionale pagando tassi del 5%..la nostra proposta è quella di prendere il 20% del TFR (per gli impiegati privati ) e il 30%(per quelli pubblici) per comprare il nostro debito…riconoscendo sempre il 5% di interessi.
In questo modo noi avremmo 2 soluzioni vincenti, la prima è che l’Italia non sarebbe più in balia di speculazioni internazionali (tedesche) e seconda, è che gli interessi sarebbero ricchezza spendibile dai cittadini nel nostro paese…rilanciando così in parte l’economia…..cosa ne pensate.
Grazie
@Mattia
Dato che all’ultima asta lo Stato ha pagato intorno al 3% non mi pare un grande affare.
Diciamo che a interessi zero (o negativi) e limitato ai dipendenti pubblici ed eventualmente alle pensioni sopra un certo limite potrebbe anche funzionare.
Resta il fatto che si dovrebbero mettere in ballo i sindacati, discutere, sciperi, etc. etc… più facile una tassazione sui dipendenti pubblici, che corrisponderebbe ad un taglio delle spese.
So, infatti, che ancora in Italia questa cosa non si è capita, ma i dipendenti pubblici non pagano le tasse, ma prendono le tasse.
Tra l’altro credo che Tremonti abbia già istituito la tassa che, mi pare, si chiami “contributo di soliderietà”: basta alzarla, magari portandola al 100% oltre un certo limite, così da porre davvero un tetto agli stipendi pubblici.
Estendere la cosa ai diepndenti di aziende statali e parastatali può essere una buona idea.
Etichettando come “collettivista” Monti, il Prof. Coco sembra rimpiangere i liberisti
Berlusconi e Tremonti: andiamo bene!
Perfetto.. nulla da dire.. Mi domando come mai però l’intero sistema occidentale sia basato sul fatto che (uso nomi a caso non conosco le cifre).. la Renania e la Westfalia si accollino il differenziale della Baviera…. o che per stare in casa nostra la Lombardia e il Veneto si accollino il differenziale della Calabria e della Sicilia…. o ancora.. che a me che risparmio mi si chieda di pagare per la sanità del mio vicino che va sempre in vacanza…. Sia bbia il coraggio di dire una volta per tutte che tassare per la solidarietà è un furto… Altrimenti parliamo di aria fritta !
E bravo il nostro Gerardo, ha capito tutto; ha capito che i popoli dei vari paesi europei sono completamente diversi e non possono integrarsi, perchè significa snaturare le singole peculiarità ed ha capito che non ci può essere integrazione economica e quindi dei vari debiti. Allora mi chiedo di cosa stiamo parlando, cosa è mai accaduto da quando vennero gettate le basi, circa 60 anni fa per fare l’ Europa unita? Magari prima di fare questo articolo, durante la notte precedente alla sua stesura, il nostro Gerardo, si è svegliato di botto con questa scoperta che non lo faceva dormire e gli frullava nella testa ed ha buttato giù un po’ di appunti, tanto per non dimenticare le idee che affollavano il suo cervello e poi tanta era la fretta di raccontarci quella scoperta, che addirittura l’ articolo è stato inviato inizialmente incompleto.
Debbo ammettere in conclusione che la lezione sulle medie matematiche, con tanto di esempi, mi ha stupito davvero!
Io sono d’accordo su tutto quello che ha scritto il Prof. Coco che non ha fatto altro che oggettivare la realtà. E non vedo, fra i numerosi commenti prove che abbia torto. Perché una segretaria di Helsinki dovrebbe fare sacrifici per una telefonista di Malaga? E perché un operaio della Ruhr li dovrebbe fare per un agricoltore calabrese? Perché per pagare usano le stesse banconote? Mi sembra un motivo deboluccio. Girando per l’Europa si sente dire euro….oiro….uro….eurò…iuro…oro… mi sembrano troppi modi per parlare della stessa cosa. E poi Adenauer, Schuman, De Gasperi, mica parlavano di soldi. L’Europa è per quarant’anni stata un progetto politico, non una banca. E adesso fallisce perché i politici (in particolare tedeschi) propongono un modello politico (e di conseguenza di vita) che ha lo stesso sex appeal di una emorroide infiammata. L’Europa esiste (o non esiste) come esistono l’Asia e l’Africa. Punto. E i tedeschi (e i loro scherani) non hanno fatto danno solo nel secolo scorso…. ma sempre… per cui non si tratta di fargli “espiare” delle colpe, ma di limitare la loro naturale tendenza alla sopraffazione ed all’intransigenza, in ogni campo. Saluti.
Ergo? Il consiglio o meglio la previsione è, quella di Coco, che tutto, ma proprio tutto vada a remengo? E’ così Coco? Almeno ci illumini, questa volta con analisi e dati degni di un professionista della materia, sui volumi di danno a livello planetario e sugli scenari più prossimi relativi e successivi al day after. E lei ha delle difese personali che ha già escogitato o anche lei andrà per stracci!@Giordano
Caro Coco,
esclusi alcuni chiacchieroni, gli altri la stimano molto perchè i suoi pezzi sono generalmente da incorniciare.
Spero ci regali in futuro nuove riflessioni dato che di ricostituenti così, per il cuore libertario, non li vendono nemmeno in farmacia. I farmacisti o neo-alchimisti di oggi spacciano solo stupefacenti monetari.
Grazie
Buonasera a tutti. A Gerardo Coco dico che ho scritto il mio post prima delle integrazioni che sono state pubblicate. Confermo il mio pensiero. Così com’è la UE e soprattutto l’Euro hanno vita breve. L’Europa potrà esistere solo e esclusivamente se ci sarà una forte volontà politica di farla E una forte volontà politica di sistemare strutturalmente i paesi come l’Italia. Il chè significa imporre riforme vere, che siano efficaci e perseveranti, quali il taglio della spesa pubblica (che dovrebbe, per legge, essere regolamentato entro un certo tetto del PIL e comunque entro un certo tetto di spesa assoluta). Penso che prelevare il TFR per pagarci il debito sia corretto e potebbe essere efficace. Mi sorge un solo dubbio: i dipedenti della PA hanno il TFR? Mi pare di no. Confesso l’ignoranza. Ciò non di meno, dato il quasi fallimento della “terza gamba” previdenziale, tanto vale mettere i soldi in BTP, BOT o altro. Tra l’altro toglieremo altra pastura al mondo sindacale che, infame gestore di fondi previdenziali, gode anche di privilegi degni del Politburo, non paga tasse, ma riceve da tutti finanziamenti pubblici grazie ai CAF!! E c’è gente che dice che è gratis. Si, ma pago io per loro.
@Alberto
Guardi che Coco non ha scritto un romanzo di fantascienza, ha descritto le cose come sono e come saranno. l’Europa celebrata in pompa magna si è rivelata una fregatura totale (ricordo ancora la bottiglietta di acqua minerale alla Centrale di Milano che costava 1000 lire in dicembre ed un euro in gennaio) con l’aggravante di non sorreggersi da sola. Io personalmente non ho “paracaduti”. L’unico che avrei (andare a lavorare a Dubai) non è praticabile per motivi “famigliari”. E come non siamo stati noi (il volgare popolo eletore) a sancire la nascita di questa fregatura colossale, ancora non saremo noi a definirne la morte clinica. Ci passerà tutto semplicemente sopra la testa, come tutto quello che riguarda l’Europa, dalla definizine della lunghezza minima delle banane (lo sapeva che se non sono lunghe almeno 14 cm non sono banane?) alle manovre economiche) in questi anni.
@Alberto
P.S. Ovviamnte andrò anch’io per dstracci….
Andremo tutti per stracci, non solo io e lei per la verità; da un economista, mi attendo analisi diverse, anch’ io e tanti altri abbiamo esposto spesso gli stessi concetti, le stesse analisi, molto ben documentate, le stesse fosche prospettive, le stesse quasi certezze di crollo. Oggi quel che necessiterebbe, sarebbe andare avanti, la situazione è quella che è ma la Merkel ha dimostrato la sua povertà di proposta, la sua chiusura mentale, la sua incapacità di decidere come uscire dalla situazione; quindi non brutta e cattiva ma soprattutto inadeguata.
Siamo appunto nella condizione conclamata di una non volontà di accollarsi i costi di un eurodebito comune da parte della Germania, bene, sono d’ accordo, ma è molto stupido, allora non concordare in termini chiari, un ritorno alle monete singole, pilotato ed il meno traumatico possibile; questo farebbe bene a tutti e soprattutto al paese della culona, perchè una catastrofe non è conveniente per chi farebbe il botto più forte, cadendo da un piedistallo più alto degli altri.
Io sono d’ accordo quindi con l’ analisi iniziale di Coco anche se mi appare molto mediocre, come dicevo, non sono d’ accordo sulla mancanza assoluta nell’ articolo, di una presa di posizione sulla exit strategy che deve essere proposta, una volta che si sia accertato che non si vuole pagare da parte della Germania.
@Giordano
Vede, Alberto, io faccio, anzi, sono un medico. Lo sa qual’è la cosa più sorprendente che riguarda l’aspetto umano del mio rapporto con il pazienti? Glielo dico. Il fatto che (quando purtroppo accade l’inevitabile) si stupiscano che non a tutto c’è una soluzione, che non esistono esami che vedono tutto, che non ci sono terapie per tutto, insomma, che si può anche morire. E la sorpresa è strana (anche se umanamente comprensibilissima) in quanto che dobbiamo morire, lo sappiamo dal primo vagito. L’Europa mi sembra un pò così. Alzi la mano chi ha creduto fin dall’inizio che un giorno avremmo avuto un parlamento unitario, un presidente unitario, un esercito comune, una scuola omogenea, un economia che contemplasse le esigenze di tutti nel medesimo modo, una politica estera comune ecc…ecc. Nessuno. E dunque fin dall’inizio nessuno credeva in “questa” Europa, nemmeno quelli che sulla parola Europa ci hanno costruito carriere (e prebende). Noi torneremo alle monete ed agli stati nazionali, per il semplice motivo che non li abbiamo mai lasciati. E ci saremo bruciati non una chance, ma LA chance….. @Alberto
Io ci credevo invece molto, credevo che l’ idea di Europa unita e federale fosse l’ unica vera novità in grado di cambiare completamente gli equilibri mondiali e spostarli verso piani di maggiore democrazia e libertà e l’ unica vera possibilità per un rinnovato modo di intendere i rapporti fra popoli diversi ma integrati e liberi di scegliere dove e come vivere; in definitiva l’ ambiente di massime opportunità soprattutto per i giovani. Quel che sta accadendo ed ancora accadrà è invece il peggior errore storico della storia dell’ uomo e ricadrà su tutta la classe dirigente almeno di questi ultimi 10 anni; quando saranno redatti i libri di storia fra 10 o venti anni, tutti coloro che hanno malamente gestito questa chance, come lei giustamente afferma, credo saranno trattati in un modo vergognoso e saranno ricordati come esseri di una povertà umana e mentale, prima che politica, davvero ai livelli più bassi della storia europea e mondiale.@Giordano
Pensate solo al buon (sic!) Prodi, che prima ci ha spennato per “rimettere in ordine i conti” e poi abbiamo scoperto, ma già sospettavamo, che aveva anche barato! Ma la vanità dell’uomo è palese: sai che bello dire di essere stato colui che ci ha portato nell’Europa dell’Euro e da Presidente della Commisione!! Gongolava il signore!! Se non eravamo pronti (ed evidentemente non lo eravamo) sarebbe stato più serio e responsabile (aggettivi che si sprecano da quelle parti) dirlo chiaramente e dire ai sudditi cosa c’era da fare per entrare: ma non era politicamente possibile. Il concetto di popolo bue e di superiorità intellettuale, misto a vanità, è demoniaco!!
Infatti. E noi saremo i primi (e forse unici) c—–ni ad avere pagato per entrare al Cinema Europa e a pagare anche per uscire……. Ma la colpa è nostra… non di Prodi.
@Alberto Mag
@Giordano
Cosa intende per nostra ? Prodi, Ciampi e i tanti banditi come loro , comandavano e i giornali “con la schiena diritta ” cioè tutti o quasi ,avevano inmeggiato alla nostra entrata nell’euro come una vittoria epocale . E i pochi che avevano espresso dei dubbi – e tra questi SB – venivano tacciati di ignoranza o peggio di non avere capito il salto di qualità che l’Italia aveva fatto .. Fino a novembre scorso l’Europa e l’euro erano adorati da tutti , compresa la maggioranza dei bloggisti , e i nostri problemi venivano addebitati tutti a SB Andatevi a rileggere gli articoli sui giornali di allora. E’ così arrivato l’economista più tedesco che ci fosse in Italia e la musica è cambiata . Di fronte al fatto che i problemi sono rimasti gli stessi adesso la colpa è diventata non più nostra ma dell’euro, dell’Europa e naturalmente della Germania . Il nostro economista quasi tedesco che si vantava della sua vicinanza ai tedeschi adesso , fiutato il vento , ne prende le distanze. Con questo comportamento da voltagabbana farà sicuramente una carriera politica . Magari diventerà il nuovo Prodi . A proposito, non si potrebbero leggere alcune delle dichiarazioni di allora del duo Prodi/Ciampi sull’euro ?
To prof. dr. Gerardo Coco
Caro Gerardo
come stai? Ti ricordi di me laureata in lingue alla Bocconi negli stessi anni in cui frequentavi economia. Tu non passi mai alla Bocconi? Io collaboro con il Prof. Elio Borgonovi del CERGAS.
Gradirei avere la possibilità di contattarti telefonicamente in Italia o in USA.
Un caro saluto Dea