Tre coordinate per superare la degenerazione di politica e stato – di Enrico Zanetti
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Enrico Zanetti.
Lo scandalo esploso in seno alla Regione Lazio e la progressiva emersione, anche altrove, di pratiche poco commendevoli, in materia di indennità e rimborsi spese, sta finalmente spostando il baricentro dell’attenzione dei media e della pubblica opinione, sino ad oggi ossessivamente mantenuto sul versante della sola evasione fiscale, verso l’altrettanto grave problema della dissipazione di risorse pubbliche.
Una dissipazione che costituisce a volte il risultato di fenomeni di corruzione, a volte l’esito di veri e propri “furti legalizzati”.
Anzi, possiamo proprio dire che la corruzione nel settore pubblico sta all’evasione fiscale del settore privato, come le leggi e leggine che veicolano fondi ai partiti per la loro successiva redistribuzione agli eletti stanno all’elusione fiscale.
Soprattutto in quest’ultimo anno, affermare la necessita’ di una pari determinazione sui due fronti e’ stato sovente considerato un tentativo di delegittimazione della battaglia a senso unico che stava e sta venendo portata avanti contro l’evasione fiscale, quella si’ davvero senza esclusione di colpi e a prezzo anche di adeguate garanzie per i contribuenti onesti.
Non era e non e’ così, ovviamente; e i recenti accadimenti lo dimostrano.
Pensare di instaurare una teocrazia fiscale, attribuendo massima rilevanza etica all’obbligazione tributaria del cittadino verso lo Stato, in un contesto in cui, per il resto, si prosegue senza soluzione di continuità in una degenerazione inaudita di ciò che dovrebbe essere lo spirito di servizio che dovrebbe contraddistinguere la politica e la pubblica amministrazione, equivale a pretendere di costruire una casa partendo dal tetto, invece che dalle fondamenta.
Nel cercare ora di rimettere la barra al centro, sarà importante avere chiare alcune semplici coordinate.
La prima: non basta un ricambio particolarmente ampio della classe politica, ne serve uno altrettanto e forse ancora più incisivo degli alti dirigenti della pubblica amministrazione.
La seconda: basta indennità forfettarie, quando si tratta di soldi pubblici; solo stipendi e rimborsi a pie’ di lista, sulla base della documentazione presentata, fino a un tetto massimo prestabilito.
La terza: avanti tutta con leggi come quella contro la corruzione, ma avanti anche con il disegno di legge, gia’ depositato in Senato, per l’istituzione di un’Agenzia delle uscite con poteri analoghi a quelli dell’Agenzia delle entrate, a cominciare dalla natura esecutiva delle contestazioni.
Senza queste coordinate, non andremo lontano.
Avremo magari una nuova classe politica, ma essa sarà ostaggio di burocrati selezionati dalla precedente, con la quale evidentemente hanno saputo trovare affinità tali da fare carriera e prosperare.
Avremo formali rimborsi, ma sostanziali remunerazioni aggiuntive che continueranno a stravolgere il giusto principio del “non e’ possibile che solo i ricchi possano fare politica” nel devastante risultato che con la politica si può diventare piu’ ricchi (o meno poveri) di quanto lo si fosse prima.
Avremo pene più severe e nuove fattispecie di reato, ma continueremo ad avere una Corte dei Conti con poteri di controllo spuntatissimi e poteri esecutivi di riscossione dell’accertato inesistenti.
Sempre che non ci si fermi ancora prima e, passata la buriana, si lasci tutto come sta e si torni a martellare esclusivamente sull’evasione fiscale, ossia sull’unico aspetto che sta veramente a cuore di chi, vivendo sulle istituzioni, prima ancora che credendo in esse, maschera da senso civico il tutt’altro che civile desiderio di avere i soldi perché tutto continui così come lo stiamo ammirando in questi giorni.
Ma quale nuova classe politica?
Tutti con Monti e basta.
Questa è la novità!
Loro continueranno a mangiare e noi continueremo a pagare: l’unica differenza sarà che li avremo votati con percentuali bulgare.
Che bello.
Poi però da qui a un anno saremo tutti qui ancora a piangere. E ci sarà gente che dirà “no, ma Monti… non è colpa sua è che Montezemolo, Berlusconi, Bersani, Renzi l’hanno costretto con la forza a rubarci i soldi per nutrirsi alla mangiatoia!”
Qualche settimana fa Dagospia prediceva: Monti-bis, Draghi al quirinale, un tedesco alla BCE.
Alla fine ci imbrocca sempre.
Che gran rinnovamento, eh?
Lo spoils sistem, che me è sempre sembrata un’ovvieta’, spunta solo ora: sospetto.
Nuove leggi sulla corruzione, agenzia delle uscite, rimborsi spese a pie’ di lista: non ci sono già abbastanza leggi? Un’altra agenzia ? Non si può proprio evitarli, i rimborsi ?
Nuova classe politica : con Monteprezzemolo e la Marcegaglia ? Ridicolo.
Sem adree anmo’ a perd temp.
@Mario45
Peggio, Mario, peggio!
Il nuovo che avanza è Mario Monti!!!
Appoggiato da tutti, inclusi gli attuali unici alleati di Fermare il Declino. Che però si dichiara contrario.
Non è dato a sapersi come si possa essere alleati con due candidati premier diversi, è un bel cinema.
A questo punto fondiamo il movimento “forza default”, che diventa l’ultima speranza per ricominciare da capo.
@Marco Tizzi
Si, caro Marco, sono d’accordo. Benché, dopo 49 anni di lavoro, di cui gli ultimi trenta in proprio, un default oggi non mi darebbe il tempo di rifarmi, mi sono ormai convinto che non c’è altra via: meglio saltare subito che protrarre quest’agonia governata da quaqquaraqqua’ cui non affiderei la gestione di un condominio.
Purtroppo non avverrà, anche se tutto si sta velocemente deteriorando: basti pensare alla sicurezza delle grandi città del Nord, alla luce delle recenti esecuzioni di stampo mafioso, minimizzate dai media. Me ne sarei già andato, se non fossi incastrato.
@Mario45
Quello che è stato fatto fuori a Milano era il mio vicino di casa.
Il default sarebbe uno tsunami, non sarebbe un bel periodo per nessuno.
Ma io preferisco una botta secca ad uno stillicidio. Qui vogliono tirarci fuori tutto il sangue una goccia alla volta così che non ci si possa lamentare. “E’ solo una goccia di sangue!” ci dicono.
La ricetta Monti è quella che ha già ucciso definitivamente la Grecia, il Portogallo e la Spagna. Avendo di fronte i risultati non so come si possa fare a dire “sì, lo voglio”. Eppure so che ha tanti consensi.
Forse il problema sta sempre nel fatto che in un Paese dove lavorano 15 milioni di persone su 60 alla fine ancora sono troppi di più quelli che si nutrono rispetto a quelli che versano il sangue.
In tutto questo attendo un chiarimento di Giannino e di Fermare il Declino, perché a pochi giorni dalla nascita è già in una situazione che imbarazzante è dire poco.
@Marco Tizzi
ooooooh finalmente Marco sei venuto dalla partemia e di john galt, viva il disastro perchè solo quello può portare a cambiare veramente le cose……
quanto all’articolo, è ovvio che pensare di limitare i rimborsi e gli stipendi dei politici significa non aver colto il problema, qui il problema è che la politica non deve essere un lavoro, ma una passione, un dare seguito a principi e idee, va fatta quasi gratis e senza alcun rimborso, e chi non può non la fa, lasciamo perdere finte riparazioni all’iniquità che il povero non può fare politica, perchè oggi coi rimborsi la politica la può fare solo chi già la faceva e prendeva i rimborsi, come sempre in italia dove solo chi c’è già è salvo, gli altri,i nuovi, i giovani, si arrangino.
e soprattutto la politica si deve fare per poco tempo, 8 o 10 anni al max, poi via a casa.
in questo senso il M5S è anche meglio e più avanti di fermare il declino.
ci pensi Oscar……e lasci perdere Monti, che rappresenta in pieno la burocrazia che si è creata il proprio ruolo lisciando quegli stessi politici che hano contribuito ad affossarci definitivamente, ed è culturalmente incapace di taglaire la spesa di cui si è sempre nutrita.
@Marco Tizzi
ormai d’accordo sul taglio secco e netto. Ho dato la mia adesione a FiD convinto che non inglobasse Fare Futuro e la sua gente. Il M5S e il suo leader maximo mi stanno su gozzo. Sic stantibus rebus spero che Facco vada avanti col suo movimento, anche se probabilmente, coi voti che prenderà, si farà fatica a mettere insieme due tavoli da scopa.
@alexzanda
Alex, io sono sempre stato dalla vostra parte, mi spiace se avete capito il contrario.
Io voglio che il debito pubblico non abbia nulla a che fare con il patrimonio privato. Non riuscite a pagarlo? Affari vostri. Non è un problema mio. Non DEVE essere un problema mio. Io non sono lo Stato. Non ho niente a che fare con lo Stato. Lo Stato è contro di me, figuriamoci se ne posso far parte.
Dico solo che la monetizzazione è meglio delle tasse in un sistema che è comunque inflattivo, perché tanto l’inflazione la porta un sistema finanziario che è parte integrante dello Stato. Oppure default sia e buonanotte, in Russia son tutti vivi e vegeti e stavano sicuramente meglio subito dopo il default che prima della caduta del muro.
Resta il fatto che il problema è il sistema Stato-Banca Centrale-Finanza-moneta fiat. Senza attaccare questo sistema il problema non si risolverà mai.
Ma anche senza risolvere il problema, ci sono dei “meno peggio”. Il sistema tassa-e-spendi ha solo un sistema peggiore: tassa-e-non spendere. Che è il programma-Monti. Una follia.
L’Euro è diventato un’altra follia. L’Europa non si capisce più a che diavolo serva, tranne ad aumentare il numero di regole e controllori che devo pagare per rompermi i coglioni.
E le tasse salgono, tasse tasse tasse tasse. Nemmeno lo sceriffo di Nottingham era così bastardo.
Finalmente Squinzi ha detto quello che un presidente di Confindustria doveva dire tutti i giorni negli ultimi 30 anni: ci state ammazzando di tasse. Non c’è più nemmeno una correlazione in termini di ordini di grandezza tra i servizi erogati dallo Stato e quanto si prende di tasse: 15 milioni di lavoratori privati pagano 700 miliardi di tasse. Ma di che stiamo parlando?
Io spero che questa uscita di Montezemolo sia stata una sorpresa per FiD. Solo ieri Zingales si appellava a “mai un Monti-bis”.
Se così è, serve un saluto caloroso ed un buona fortuna ai signori di Italia Futura: chi stava da tutte e due le parti dovrà scegliere.
Io a questo punto sono sempre più tentato dal votare M5S: almeno sono sicuro che, anche se non risolvo il problema, non contribuisco a peggiorarlo.
Tutti gli altri mi sembrano una finta per rieleggere Monti.
@Mario45
Son d’accordo su tutto.
Facco ha sbagliato con quel “forza evasori” che è un grosso errore di comunicazione. Ha sicuramente il miglior programma sulla piazza.
Lo votiamo in cinque e poi ci ritroviamo a cena per stringerci la mano?
La mia paura è quella.
Grillo dice un sacco di cazzate, ma ha due punti forti dalla sua: il referendum propositivo e quello per l’Euro.
E poi, sinceramente, se dovesse diventare il primo partito d’Italia, almeno siamo sicuri che facciamo default e si ricomincia.
@Marco Tizzi
Mi hai convinto. Soprattutto le ultime due righe sono decisive.
@Mario45
Non voglio passare per uno che fa proselitismi, sia chiaro 🙂
Sono pensieri liberi dettati dalla disperazione.
Perché io visito aziende tutti i giorni e so che nessuno di quelli che stanno oggi con il culo attaccato alla poltrona ha una benché minima idea di quello che sta succedendo.
Attendiamo le prossime settimane, ma temo non ci saranno novità significative.
Se non forse un’adesione al ESM all’ultimo minuto, così da scongiurare la possibilità che il voto possa in qualche modo contare qualcosa.
Vi vorrei riproporre questo mio intervento del 7 dicembre 2011 a Serena Sileoni in commento all’articolo : “Una scure sulle Province?” (è ancora rintracciabile su questo blog)
Ditemi voi se sbagliavo, specie in relazione ai “nuovi eventi” in Regione Lazio e nelle altre Regioni…………
Eccolo quà:
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Eccolo quà :
7 dicembre 2011 a 14:44 |
Io sono abituato ad andare “contro corrente” e mi tocca farlo anche in questo caso.
Se l’obiettivo reale è la riduzione della spesa pubblica e la riduzione della burocrazia per favorire la competitività delle imprese, la soppressione delle Province produrrà un ben magro risultato.
Patendo da una considerazione storica inoppugnabile, si può ricordare che la ricostruzione “post bellica” ed il “miracolo economico” degli anni 60′ è avvenuto quando l’Italia era fatta solo di Comuni e Province ( e non esistevano né le Regioni, nè le Comunità Montane né le Città Metropolitane). In quell’epoca (come può essere facilmente verificato) il rapporto Debito/PIL si collocava intorno al 40% anche se con un trend in crescita. Dopo il 1970 [il 22 maggio 1970 fu ubblicata la Legge 16 maggio 1970 n. 281 “Provvedimento finanziari per l’attuazione delle Regioni a statuto ordinario”] si assiste ad un primo balzo che lo porta intorno al 60% e, fino al 1983 circa si è mosso nell’intorno, del 60%. Poi è cominciato a schizzare inesorabilmente verso l’alto. Il 1983 coincide con il primo governo Craxi. Ma, in quegli anni, si era anche consolidato il peso ed il potere delle Regioni i cui organismi, e la capacità di spesa, erano ormai entrati a pieno a règime (sic).
Nel corso del tempo le Regioni (con leggi Regionali) hanno elargito rilevantissime: indennità, indennità di fine mandato e vitalizi, ai loro Consiglieri. Assegni che, solo ora in tempi di vacche magre, iniziano ridimensionare. Ed è bene ricordare che i Consiglieri Regionali sono circa 1300, molti di più che tutti gli Onorevoli ed i Senatori presi insieme.
Le Regioni hanno avuto il coraggio , nel tempo, di aprire fino a 178 “sedi diplomatiche” estere con costi a carico dei contribuenti. (vedere al riguardo Sole 24 Ore Nord Ovest – 09/02/2011 “Le regioni tagliano le sedi estere” e Corriere del 23/06/201 “Le Regioni e la «diplomazia fai-da-te» Spese pazze per 178 sedi nel mondo)
Le Regioni hanno decine di “Società Partecipate” alle quali debbono ripianare “pro quota” i debiti contratti e, nelle quali, si può sempre trovare una “poltrona” per i “trombati” o per gli amici. (Al Riguardo, e per avere una idea dei costi, si può vedere l’articolo del 9 settembre 2011 su Repubblica – “Gettoni e stipendi a vuoto le 500 società fantasma gestite da Comuni e Regioni”)
Le Regioni nel 2010 hanno pesato sulla spesa pubblica per 170 miliardi di € (di cui 114 per la Sanità), le Province per 12 miliardi di €. Il costo diretto per i compensi degli Amministratori Regionali è stato, sempre nel 2010, di 907 milioni di €, mentre gli Amministratori Provinciali sono costati 113 milioni di €. Invece i costi di complessivi di funzionamento degli organi politici delle Regioni si sono attestati 1.173.447.315 € mentre quelli delle Province a 454.818.007 € .
Le Regioni hanno un numero di Dirigenti enorme, difficilmente sopportabile da qualsiasi altra struttura pubblica o privata. Al top della classifica troviamo la Regione Lazio con il 12,9% di Dirigenti su tutto il personale, ciò vuol dire – in altri termini – che mediamente, prendendo a caso 8 dipendenti, uno di questi è un Dirigente. [Vedere : Dipartimento di Studi del Lavoro e del Welfare Università degli Studi di Milano – Regione Lazio. Quattro scelte coraggiose per una svolta].
Ma i costi “diretti” della “politica decentrata delle Regioni” non sono, a consuntivo, quelli che preoccupano di più e che recano maggiori danni . Infatti le Regioni determinano un terzo livello di produzione normativa, che si stratifica, spesso in modo caotico e disordinato, a quello Europeo ed a quello Nazionale. Le leggi regionali, inoltre, non sono quasi mai coordinate con quelle delle Regioni confinanti creando situazioni paradossali nelle zone di confine.
Le leggi Regionali, nella normalità dei casi, introducono “nuovi ostacoli”, “nuovi vincoli” e “nuovi costi” per la realizzazione di “qualsiasi cosa” in aggiunta a quelli già previsti dai “livelli normativi sovraordinati”. In ultima analisi le normative regionali determinano: ulteriori difficoltà, ulteriori costi e dilatamento dei tempi per qualsiasi attività, non solo per per quella imprenditoriale, aumentando in modo esponenziale – quanto perpetuo – i “costi decisionali”.
Per diminuire la “burocrazia” si potrebbe operare, in modo certamente molto, più incisivo intervenendo direttamente su “chi produce nuove leggi” (spesso diversamente utili) come le Regioni, piuttosto che sulle Province le quali possono solo applicare le norme sovraordinate senza (che per fortuna!) ne possano emanare di proprie. Il numero di leggi regionali prodotte da 20 Regioni, in circa 40 anni di vita, è sterminato ed ogni nuova norma emanata ha prodotto – e continuerà a produrre – un apparato burocratico ed un sistema di regole destinato ad appesantire la vita di tutti e, segnatamente, quella delle attività produttive.
In sintesi le Regioni “costano” molto di più delle Province e sono maggiormente responsabili dell’incremento della spesa pubblica di quanto non lo siano mai state le Province. Inoltre la sterminata produzione di leggi regionali determina una incontrollabile proliferazione burocratica la quale, a sua volta, determina un enorme incremento dei costi ed un allungamento dei tempi decisionali.
Se si vogliono veramente ridurre i costi della politica e diminuire l’impatto della burocrazia sulle attività produttive, allora bisogna intervenire sulle Regioni, altro che sulle Province !
Solo che le Regioni sono reali centri di potere e nessuno, nemmeno il Professor Monti, ha reale interesse ad affrontare seriamente il problema.
@achab
Oggi i livelli di Governo sono:
– comune;
– provincia;
– regione;
– Stato;
– Eurozona;
– Unione Europea
Ci sarebbero anche WTO, ONU e NATO, ma tralasciamo.
Ognuno dei livelli di cui sopra aggiunge al livello precedente un apparato burocratico che crea leggi e regolamenti inutili che vengono fatti rispettare con la forza delle armi.
Il cittadino lavoratore privato paga tutti i livelli.
Nessuno dei livelli di cui sopra è una federazione dei livelli precedenti. Sono tutti livelli SUPERIORI, che si impongono ai livelli inferiori. E’ un sistema piramidale.
Ora, stante così la situazione, togliere dei livelli intermedi, quali che essi siano, può portare sì ad un miglioramento, ma talmente infinitesimo da renderlo inutile: il problema non sono solo i costi, ma soprattutto la quantità di regole e leggi, tipiche di un sistema piramidale.
Quindi innanzitutto una discussione sul “togliere livelli di governo” dovrebbe partire da due principi:
1- togliere i livelli che più riducono la libertà;
2- tradurre i livelli che non si riescono a togliere in federazioni liberamente scelte da livelli inferiori autonomi.
Quali livelli tolgono più libertà? Al momento sicuramente il livello “Eurozona”, che toglie la libertà monetaria, e il livello “Stato” che ha in mano la forza delle armi per imporre le limitazioni di libertà dei livelli superiori ed inferiori.
Il resto può diventare una libera federazione. A quel punto non ci saranno più problemi di sorta, perché se non funziona i livelli inferiori se ne andranno, lasciando i burocrati a governarsi tra di loro.
@achab
Credo che i costi delle regioni siano esorbitanti. Aboliamole pure. Perché però, già che ci siamo, non aboliamo anche lo stato centrale, che pure ci costa e non fa nulla, e non ci teniamo solo province e comuni, che, per quanto, sono più piccoli, più vicini agli utilizzatori dei servizi erogati e quindi più controllabili dagli elettori ? Potremmo forse trasformare le province in qualcosa di simile ai cantoni svizzeri, ma lo stato centrale a che serve ? Per avere Il Monti o il Napolitano di turno ? Possiamo farne a meno. Ma sono solo chiacchiere senza senso. Ormai siamo decotti e non più in grado di fare alcunché.
Io cerco di riproporzionare il modo di vedere le cose. Lo stato dà i soldi ai partiti e una parte, diciamo per ipotesi il 75%, viene utilizzato in modo improprio. Il danno allo stato consiste nel dare 100 quanto basterebbe dare 25. Il danno però è quantificabile nel suo massimo, 100 appunto. Una stecca è qualcosa di diverso. è vero che il denaro viene dal privato e non dallo stato, ma il danno per lo stato non è immediatamente quantificabile, è, per definizione, n*100 posto la stecca pari a 100. Pertanto non approvo il fatto che in presenza di fatti di utilizzo improprio del finanziamento pubblico e di fatti di corruzione non si parli più dei secondi per concentrarsi solo sui primi. la corruzione ha una leva infinitamente maggiore dell’appropriazione indebita o del peculato. per dirla con termini di moda le stecche sono i contratti derivati dei rubagalline.
Un aspetto positivo dei fatti del Lazio è quello di mettere in luce che forse la politica costa meno di quello che potessi pensare. la mia proposta è quella di tagliare subito del 75% il finanziamento pubblico ai partiti e di eliminare ogni forma di finanziamento indiretto. Per fare passare questa proposta ritengo sia necessario offrire ai partiti la non punibilità per qualsiasi fatto, in qualsiasi momento avvenuto, concernente l’utilizzo improprio di fondi provenienti dal finanziamento pubblico. in questo modo i soldi dati ai partiti sarebbero nella disponibilità discrezionale di chiunque possa dimostrare di avere cariche o incarichi a qualsiasi livello nei partiti stessi. i partiti non potrebbero far valere in sede penale alcun utilizzo ritenuto non autorizzato del denaro del finanziamento pubblico, in quanto non esisterebbe alcun presupposto di reato. eventuali azioni esperibili sarebbero esclusivamente azioni civili sulla base di scritture private interne. in questo modo si sposterebbe la responsabilità del controllo sui partiti stessi e si risparmierebbe il 75% dei fondi destinati al finanziamento pubblico a costo zero.
Carissimi tutti io ho gia’ finito di preoccuparmi.Sono oltre.Resto in attesa del botto e cerco di prenderla con filosofia.Intanto da questo paese non uscira’ mai nulla di buono almeno nel medio termine.Mi pare di assistere agli ultimi giri di valzer sul Titanic.Qualsiasi organizzazione territoriale puo’ essere valida a patto di mettersi al servizio dei cittadini.Purtroppo in Italia sono i cittadini al servizio di comuni provincie etc.E tra i cittadini la maggioranza in qualche modo ne trae vantaggio da tutta questa mangeria.Chi e’ rimasto fuori e’ cornuto e mazziato.Possiamo solo sperare che il valzer non duri troppo a lungo..
@achab
Il sistema delle Regioni italiane non ha nulla a vedere con il federalismo perché è stata una “invenzione all’italiana” per aumentare il potere di spesa dei partiti e, quindi, di controllo politico di queste organizzazioni sulla vita economica e dei cittadini. Le Provincie sono una duplicazione a livello elettivo/politico che riflette la struttura delle prefetture. Un’evidente sovrapposizione priva di senso se non per creare artificialmente poltrone e budget per i partiti affaristi.
Il male però inizia dal basso. Scaricando il file excel dell’Istat con i Comuni d’Italia, si ricava con poche formule che al 31/12/2010 degli 8092 Comuni:
a) 49 hanno meno di 100 abitanti per complessivi 3,705 residenti pari allo 0,006% dei residenti in Italia.
b) 1.896 hanno una popolazione compresa fra 100 e 999 per complessivi 1.072.119 residenti, l’ 1,768%.
c) 1.576 hanno una popolazione compresa fra 1.000 e 1.999 per complessivi 2.303.691 residenti, il 3,8%.
d) 2.162 hanno una popolazione compresa fra 2.000 e 4.999 per complessivi 6.979.354 residenti, l’ 11,512%.
e) 1.192 hanno una popolazioni compresa fra 5.000 e 9.999 per complessivi 8.458.578 residenti pari al 13,952%.
…
Insomma, nello 84,96% dei Comuni abita solo Il 31,038% dei residenti in Italia!
Un comune con meno di 10.000 abitanti non raggiunge una massa critica tale da consentire delle economie di scala significative. Tanti comuni significano tante campagne elettorali che richiedono un’organizzazione capillare e pletorica della macchina politica. Se poi a questo aggiungiamo l’eccessivo numero di collegi elettorali e di rappresentanti al Parlamento e nei vari “parlamentini” si comprende perché la politica ci costi così tanto e richieda centinaia di migliaia di professionisti.
In Italia si vive il paradosso di un eccesso di rappresentanza che è causa di un grave deficit di democrazia.
Qualsiasi seria riforma dell’amministrazione pubblica non può prescindere da una riforma costituzionale che metta mano radicalmente all’intera materia trattata nel Titolo V.
Accorpare Comuni e Regioni, eliminare le Provincie e dimezzare il numero dei collegi elettorali sono passaggi chiave per uno Stato più leggero e la politica più morale.
siamo in una botte di ferro.. MONTEZEMOLO HA DETTO SI AD UN MONTI-BIS.. LA MARCEGAGLIA FA I COMPLIMENTI A CASINI E DICE CHE E’ D’ACCORDO AL MONTI-BIS.. FINI E CASINI SONO COME IL GATTO E LA VOLPE MA SEMPRE X IL MONTI-BIS… GLI IMPRENDITORI PREMONO X UN MONTI-BIS (ma chi sono questi imprenditori??) SAN GENNARO AIUTACI TU!!!!..mi pare che il presidente di confindustria Squinzi sia forse l’unico del cerchio magico che ha dei dubbi… IL PAESE STA’ MORENDO DI TASSE!! è l’unica cosa sensata che ho sentito dire da lor signori!!
@Francesco P.
È diventato di moda accorpare. Pensavo che la creazione di tre macro regioni federate servisse non tanto a risparmiare spese, quanto a creare tre aree, stati, più omogenei per interessi dell’attuale; i trasferimenti di ricchezza, regolati da meccanismi precisi stabiliti aprioristicamente, avrebbero prodotto alla lunga risparmi effettivi; la possibilità di adottare politiche fiscali diverse e concorrenti per attirare investimenti avrebbe prodotto risparmi ulteriori: meno soldi da spendere, necessità per i ladri di accontentar si di meno. Se le macro regioni non significano questo, accorparle vuol dire solo passare da molti piccoli mostri a tre grandi aliens: megli abolirle. Abolizione province e comunità montane OK. I comuni devono accorparsi perché non hanno massa critica: non mi pare un buon motivo. Quello che deve essere chiaro a mio avviso e’ che ognuno deve pagar si le sue spese. Se i venti abitanti di un comune decidono di accollarsi tutte le spese, fatti loro, perché dovrei impedirlo ? Collegi elettorali. Mi pare meglio che siano piccoli e tanti : ho qualche possibilità di conoscere chi voto e di punirlo col voto, se ritengo di non essere rappresentato a dovere.
Grazie dell’attenzione.
@Francesco P.
Pur condividendo la linea generale di riduzione dei livelli (non dimentichiamoci comunità montane, consorzi vari…), non sono d’accordo su quanto dici sui Comuni, la dimensione di poche migliaia di abitanti consente sia la buona gestione che un diretto controllo dei cittadini, conosco fior di esempi virtuosi che, però, non vengono mai portati alla ribalta della cronaca. Nel mio Comune la campagna elettorale ci è costata qualche centinaio di Euro tutti autofinanziati, i costi della politica sono irrisori e, spesso, si spende più di quello che si prende (nel mio caso, 90€ lordi all’anno non sono granché).
nn solo la classe politica è in gran parte corrotta..
la sostanziale depenalizzazione del falso in bilancio ha fatto comodo nn solo al cattivo Silvio che se l’era fatta per sè, ma anche alla grande maggioranza delle imprese (esiste addirittura un appello con tanto di lunghe firme che avevano fatto sul Sole 24 Ore) che l’anno silenziosamente e gratamente accettata..
sorry ma è l’intera classe dirigente, politica & imprenditoriale, specchio amplificato della cultura di massa di un popolo di furbi, a nn aver il ben che minimo senso civico
così se Tu sbagli unva virgola sul 740 ti fanno un c… come una casa.. se i big fanno il falso in bilancio x pagar tangenti e distorcere mercato anche a sfavore delle altre imprese oneste se la cavano con una multa..
E NELLA LEGGE ANTI-CORRUZIONE SI SON BEN GUARDATI DA REINTRODURRE FALSO IN BILANCIO COME CHIEDONO PURE LE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI..
l’Hanno silenziosamente..
@Marco Tizzi
Non dimentichiamo le circoscrizioni -municipi a Roma- e le Comunità Montane ( sopratutto quelle nel Sud o in Sardegna che sono sul livello del mare.)
@Claudio Di Croce
In questo schifo è facile dimenticarsi qualche pezzo…
Sinceramente non ho idea quali siano gli scopi, anche solo formali, di circoscrizioni, municipi e comunità montane.
Sono assolutamente certo che se fossero adesioni libere non esisterebbero, non credi?
Credo che sia sopratutto necessario normare accuratamente la costituenda agenzia delle uscite IMPONENDO che i controllori debbano essere eletti dai contribuenti, e che ovviamente, come i politici, non possano espletare più di due mandati. Che l’agenzia si articoli su due livelli una centrale ed una regionale e debbano e possano controllare le uscite di comuni e regioni ed utilities, partecipate e no, fornitrici della pubblica amministrazione, che poi possono scaricare eventuali favori sulle tariffe ai contribuenti. Bisogna poi normare le pene che per comportamenti dannosi ad una attenta gestione delle finanze pubbliche preveda la reclusione non condizionabile di oltre 6 mesi oltre ad ammende almeno del 25% del danno inferto ai contribuenti. Con conseguente interdizione dai pubblici uffici e concorsi. Quando l’ambiente si corrompe bisogna passare da una purificazione e cauterizzazione magari eccessiva ma sicuramente DETERRENTE
Ma perchè continuare a parlare di dirigenti pubblici? Dobbiamo minimizzare lo Stato. Quello che serve rimanga pubblico indicizzarlo al privato. Tanto per fare un esempio. A che servono le regioni e le provincie? Si creano dei super comuni accorpandoli e con dei minimi di popolazione e superficie, gli si attribuisce il minimo di funzione pubblica e i cittadini possono avere un maggiore grado di controllo. Ci sarebbe anche da ridefinire cosa è pubblico. Urbanistica, trasporti, istruzione, sicurezza, sanità. Va tutto ridefinito. Continuare con gli stessi schemi è già evidente che non funziona.
Forse dovremmo scendere tutti in piazza a Roma e dimostrare che non ne possiamo più di questi politici e dei loro complici presso le varie amministrazioni territoriali.
Basta con i partiti politici.
Se devono proprio esistere esistere devono essere delle associazioni senza poteri e soprattutto senza finanziamenti o privilegi, solo dove è possibile rappresentare all’interno degli stessi le proprie opinioni.
Sinora invece addirittura li finanziamo, facendoli diventare dei centri di potere occulto che si spartiscono il potere.
BASTA !
Il M5S è partito dalle amministrazioni comunali, a sentir parlare Pizzarotti sembra di ascoltare un extraterrestre, da tanto non si sentiva un politico parlare in “cittadinese”, passatemi il termine.
Non so quali sarebbere gli effetti di un linguaggio “cittadinese” al parlamento, ho paura che avrebbe ragione Marco Tizzi, per questo dico che:
FiD ha tutto quello che manca al M5S.
Per Oscar per favore: lascia perdere IFutura e compagnia bella, solo a sentir parlare di Fini, Casini mi viene mal di stomaco.
@Mario45
Accorpare significa raggiungere dimensioni efficienti.
Ovviamente non basta raggiungere dimensioni efficienti se non si interviene per semplificare le norme, migliorare le procedure e, soprattutto, per introdurre rigorosi criteri di controllo e di trasparenza di bilancio. Lo scandalo degli n+1 Blatman della Regione Lazio (blatman non è un refuso, è un mischione linguistico), è stato possibile perché 1) avviene un finanziamento pubblico ai gruppi che altro non è che una forma surrettizia di finanziamento ai politici, 2) l’utilizzo non è finalizzato e 3) tali rimborsi non sono soggetti a nessuna giustificazione. Tant’è che l’ipotesi di reato più corretta non sarebbe il peculato, bensì l’evasione fiscale in quanto si tratta di emolumenti mascherati da rimborsi. Si cerca di nascondere questa verità perché in questo caso a) un organismo dello Stato sarebbe un evasore, b) tutti i gruppi sarebbero egualmente colpevoli di evasione, mentre si cerca di focalizzare l’attenzione sui più sguaiati per nascondere le responsabilità diffuse.
Analogamente per le altre Regioni che hanno messo in piedi simili perversi meccanismi di spreco ed evasione fiscale. L’accorpamento è dunque un di cui di una riforma più ampia nel cui contesto la chiarezza della legislazione, il divieto di erogare rimborsi non documentati a qualsiasi livello e la trasparenza dei bilanci sono degli elemento chiave.
Quanto alla dimensione dei collegi, ricordo che collegi piccoli significano tanti parlamentari. Oggi i parlamenti nazionali e regionali sono pletorici. Per conoscere il candidato serve un metodo elettorale selettivo, cioè il maggioritario. Assieme sarebbe necessario eleggere il Presidente della Repubblica a suffragio universale. Oggi il Presidente della Repubblica è espressione degli accordi fra partiti, mentre il Primo ministro è il risultato di accordi fra partiti. Ne il Presidente ne il Primo Ministro devono rispondere agli elettori, ma il secondo deve trovare continuo consenso fra i partiti (vedi impotenza di Monti). In compenso il cdx propugna l’elezione diretta del Presidente, ma non vuole l’uninominale, il csx esattamente il contrario. Risultato: tutto rimane come prima e in Italia cresce il deficit di democrazia, non solo quello dei conti pubblici.
E tanto per sottolineare quello che ho detto poco fa riporto questo articolo:
La famiglia Agnelli scarica il made in Italy anche nelle opere di bene. ”Nemmeno la ricerca e la solidarietà sembra abbiano più bisogno dei prodotti italiani: Telethon, organizzatrice della manifestazione “30 ore per la vita”, ha comunicato ai fornitori che quest’anno intende acquistare gadget, pettorine e altri prodotti, da aziende cinesi”, ha denunciato oggi Cristian Fortin, titolare dell’impresa artigiana Nova Shopper, di Pernumia, in provincia di Padova, specializzata in produzioni di borse ed articoli in stoffa pubblicitari.
L’azienda veneta è stata per anni un abituale fornitore della Fondazione Telethon, l’ente delle maratone benefiche che in Italia è arrivato nel 1990 dopo l’incontro tra i volontari dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm) e Susanna Agnelli che l’ha presieduto fino all’anno della sua morte, nel 2009. A succederle è stato il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, che lei stessa aveva designato prima di morire.
“Da alcuni anni, poco prima della pausa per le ferie estive Telethon Onlus, attraverso una sua agenzia romana di marketing, ci ordinava un quantitativo di pettorali in Tnt (il “tessuto non tessuto”, ndr) con il proprio logo da utilizzare nel corso delle varie manifestazioni ed iniziative di raccolta fondi. In particolare quest’anno – racconta Fortin – la nostra offerta riguardava 6.800 pettorali, per un totale di circa 6mila euro più Iva. A inizio agosto la sorpresa: chiamata l’agenzia per avere notizie sull’ordine sono stato informato che Telethon ha optato per un prodotto cinese”.
Per l’imprenditore veneto “una brutta sorpresa e un rammarico. Già non comprendo la logica della delocalizzazione che impoverisce il territorio e tanti onesti lavoratori italiani per arricchire pochi imprenditori senza scrupoli – attacca – ma che questa pratica venga adottata da un’organizzazione benefica che, giustamente, si preoccupava di avere da noi fornitori tutte le certificazioni del caso, non lo accetto”. Non solo. “Telethon, nel corso del programma ’30 ore per la Vita’ chiede a noi italiani un’offerta per aiutare la ricerca (italiana)”, continua l’imprenditore. Il riferimento è agli istituti di ricerca finanziati dalla Fondazione, tra i quali da sempre spicca il San Raffaele, nelle sue varie emanazioni (Università, Irccs e Fondazione Monte Tabor) ma anche attraverso la joint-venture Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica fondato dai due enti nel 1995. Telethon, quindi, secondo Fortin “non può permettersi di utilizzare materiale cinese senza certificazioni e che rischia di essere stato prodotto a dispetto delle più elementari regole sul lavoro e sull’ambiente”.
Intanto sul fronte Fiat l’erede degli Agnelli che presiede il Lingotto, John Elkann, rivendica un ruolo primario nel Paese. “Noi siamo il più grande investitore che c’è, quest’anno abbiamo fatto un grosso investimento a Pomigliano e siamo orgogliosi di questo grande esempio, a Grugliasco saranno lanciate fra poco le Maserati, è un altro investimento di un miliardo per rilanciare il Made in Italy”, ha detto rispondendo alle accuse mosse a Torino sugli scarsi investimenti nel Paese dopo l’abbandono del progetto Fabbrica Italia.
@Enrica P
Cara Enrica,
avevo scritto una risposta articolata, ma è sparita.
Pace.
Riassumo: Fermare il Declino deve dire chiaramente se sta con o contro un Monti-bis.
Perché questo, oggi, è innanzitutto il voto.
Purtroppo al momento la cosa non è per niente chiara e questo per me è un errore madornale: stanno dando la spiacevole sensazione di essere lì per intercettare un voto di protesta e portarlo alla corte di Monti.
Tutto cambi perché nulla cambi, insomma.
Buongiorno a tutti, mentre noi, umili mortali lavoratori/dipendenti ci permettiamo di fare gli opinionisti, fuori dai ns contesti: lavorativi, familiari, amicali e sociali, qualcuno (la commissione ueropea)ha persato bene di toglierci anche la sovranità popolare. Sancita dall’art. 1 della Costituzione(la sovranità appartiene al popolo..), noi tutti dovremmo scendere in piazza e difenderla con ogni mezzo…….legale. Dobbiamo togliere di mano il giocattolo che si stanno preparando(la legge elettorale). Governi chi prende più voti!!! No alle ammucchiate(dei partiti e loro coalizioni). la legge elettorale la dobbiamo riscrivere noi: il mondo produttivo, del sociale, dei lavoratori e delle famiglie(fuori la chiesa!!). Dott. Giannino da più parti Ti stanno tirando e sfidando, non accettare di scendere in campo senza regole certe, chiare e condivise. Non mortificare la ns voce e il ns supporto alla discussione.
Bell’articolo, complimenti.
Senza controllo della spesa non ha senso parlare di controllo delle entrate e quindi di evasione fiscale.
Senza controllo della spesa non ha nemmeno senso parlare di tagli (il Lazio non aveva tagliato forse i sussidi agli andicappati?).
Tantomeno si puo’ parlare, senza travestirsi da giudici e boia del sistema fiscale, di aumento delle tasse.
Saluti
Gianfranco.
@achab
Concordo al 200%, da molto tempo.
Le regioni devono essere abolite immediatamente per tutti motivi elencati, cui ne aggiungo uno.
Le regioni non rappresentano nulla per il cittadino e sono lontane dalla sua sensibilità. A livello comunale se fai un errore o mangi dei soldi se ne accorgono tutti subito, lo stesso dicasi del livello statale dove hai i giornali nazionali che ti stanno sempre addosso. Il livello regionale invece sfugge, nessuno conosce i vari consiglieri, assessori, dirigenti e quant’altro, risultato: poca visibilità e tanti soldi da gestire, e il politico di mezza tacca ma di appetito robusto non chiede di meglio.
Sto cercando di capire se c’è un movimento che porta avanti questa idea.
@ Marco Tizzi, @ Mario45
Concordo nel trovare bizzarro che un movimento che si pone come obiettivo di FID stia tessendo grandi lodi di colui che al nostro declino negli ultimi mesi ha dato un contributo importante.
Trovo ancora più’ bizzarro che lo facciano personaggi intelligenti come Zingales e Giannino.
L’ unica consolazione in questo sconsolante deserto e’ l’ultimo paragrafo di Ostellino di sabato sul Corriere: ” Da noi, le speranze, o le illusioni, hanno, però, più fascino dei fatti. Si registrano con (malcelata) soddisfazione gli elogi (interessati) degli altri governi europei all’Italia del governo tecnico perché doveva (dovrebbe) ridurre il debito. Ma le ragioni «fattuali» degli elogi nessuno se le chiede. Il debito è aumentato dal 120 a oltre il 126 per cento del Pil; che è sceso del 2,5-3. Sono calati i consumi e aumentate le tasse; il tenore di vita degli italiani non è mai stato così basso dal Dopoguerra; non si investe, non si esporta e non si produce ricchezza. L’Italia è in piena depressione. Il declino, culturale, politico, sociale, economico, viene da lontano, anche se nessuno ne parlava. Ma la dissennata politica fiscale del governo tecnico ? l’opposto di ciò che si doveva fare ? ha dato il colpo di grazia al Paese già in declino. Mi chiedo come possa esserci crescita in tali condizioni. Rimane un atto di fede, una forma di simpatia personale nei confronti del professor Monti. Che fa del suo meglio. Ma che è quello che è: un galantuomo e un (modesto) praticante della politica, inadeguato a cambiare le cose”.
@Jack Monnezza
Votiamo quindi Ostellino? 🙂
Se questo sondaggio
adelfo.it/2012/10/sondaggio-gpg-pd-251-pdl-181-m5s-149.html?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=sondaggio-gpg-pd-251-pdl-181-m5s-149
è vero, cari miei, è inutile illudersi: l’unica salvezza è accelerare il tracollo.
Fondiamo Accelerare il Declino?
Non sarebbe male, un blog dove si ritrovano quelli che, perso per perso, tifano default.
@Marco Tizzi
Purtroppo Ostellino non vuole neanche piu’ andare in televisione. Ha fatto il Direttore per troppi anni e si è rotto i coglioni di convincere/gestire persone (come lo capisco!). Preferisce leggere stupendi libri di filosofia e scrivere quello che vuole….
Credo che tu abbia un forte intuito….. AID e’ forse la strada più veloce per un cambiamento.
Me lo dice sempre il mio vicino che ha vissuto in prima persona la ritirata di Russia e l’8 settembre: “In Italia, prima che cambi qualcosa bisogna che le cose vadano molto peggio, bisogna proprio toccare il fondo e, il piu’ delle volte, ci e’ voluto del sangue fraticida…..”.
@Jack Monnezza
Guarda, io imploro solo che non ci siano più stragi di stato.
Tanto hanno vinto loro, son tutti ultrastatalisti convinti, non ce n’è bisogno.
Nei prossimi mesi vedrò di ragionare bene per chi votare, perché questa volta ho ormai deciso di andare: è la terza in 19 anni (le altre due ho votato radicale) e mi sa che ci ho preso ogni volta che non sono andato.
Perché tanto qui al Gattopardo puoi dare una scrollata, ma poi torna sereno a sopire.
@Marco Tizzi
Io ho sempre votato perché, altrimenti, ho sempre pensato di fargli un favore. Sempre per “il meno peggio”.
C’è da dire che per un sondaggista sarei utilissimo: ho sempre votato per chi ha perso, sono esattamente l’opposto dell’italiano medio. Mia moglie con l’italiano medio ci azzecca molto di più’ e dice che, se i cosi’ detti moderati/liberali continuano così’, saranno Grillo e Renzi….sempre che qualche PM…
@Marco Tizzi
Io però’ sono un po’ meno pessimista di te perché un 2/3 grossi cambiamenti politici, che credevo proprio impossibili, nella mia vita li ho visti succedere. Soprattutto con la forza delle idea e della leadership. Gli anni 80 con Reagan/Thatcher e la caduta del Muro. Negli anni 70 questi cambiamenti sembravano impossibili, ma poi sono avvenuti.
@Francesco P.
Caro Francesco, Lei è un grande ottimista, che pensa che il paese e il suo sistema siano riformabili. Io penso invece che il sistema sia marcio, se si chiude una falla, ne scoppia immediatamente un’altra. Più efficace ricostruire che restaurare, sempre che i ricostruttori siano all’altezza. Circa il raggiungimento di dimensioni efficienti, Le ricordo la Svizzera: spesso l’efficienza, soprattutto in relazione ad azioni di governo, non va d’accordo con le grandi dimensioni. Se così fosse, i paesi con governi centrali dovrebbero dare i risultati migliori, il che spesso non è.
Infine, quando mi riferisco a collegi piccoli e numerosi, penso soprattutto a un sistema all’inglese, con uninominale secco, chi vince vince. Non è il ns caso ovviamente, ma se Lei pensa che il paese sia ancora riformabile…..
@Mario45 e @ Francesco P.
Concordo in pieno.
La Storia ci insegna che le grandi democrazie (uk, usa, svizzera) hanno un sistema elettorale imperniato su collegi uninominali/federali abbastanza piccoli. Non tanto per la patacca della governabilità, ma perché è l’unico modo per rendere il rappresentante del popolo responsabile di fronte al popolo. Ogni elettore vota per un nome preciso e lo può’ valutare. Poi ci può anche essere un doppio turno o primarie o altri meccanismo per migliorare la governabilità. Chiaramente il sistema elettorale deve essere una legge costituzionale.
@Mario45
Piemonte e Lombardia assieme sono più grandi della Svizzera e la Lombardia da sola ha anche più abitanti. Con le nostre dimensioni dovremmo pensare ad un modello federale come quello tedesco dove ci sono grandi Lander (e anche qualche micro Lander). Ad esempio la Baviera ha una superficie di oltre 70.000 Km quadrati ed la Renania Settentrionale-Vestfalia conta una popolazione di oltre 18 milioni di persone, più del Lombardo Veneto tutto assieme.
Non c’è comunque un’unica soluzione perché se il grande accorpamento regionale va bene al nord, non è lo stesso in altre aree per le diversità economiche e storiche. Piemonte, Liguria e valle d’Aosta dovrebbero essere un’unica regione, così come il Lombardo Veneto e l’Emilia Romagna con le Marche. Il Gran Ducato di Toscana di Renzi il Magnifico dovrebbe starsene da solo. Più giù… c’è tanto bisogno di commissariare! Idem per i Comuni, perché bisogna aggregare per zone omogenee, non solo per raggiungere un target. Il troppo frazionamento locale è anche un fattore di impedimento per opere importanti e per una corretta gestione del territorio e allocazione delle infrastrutture (vedi immondizie, aree a rischio esondazione, centri commerciali, ecc.).
E’ tardi, ho appena spedito un documento (speriamo che nasca un lavoro…), e chiudo qui, con l’intenzione di proseguire l’interessante discussione sul livello di accorpamento quando si presenterà di nuovo l’occasione. L’accorpamento è un di cui della semplificazione.
Augurandole di non aver fatto le ore piccole come me, le consiglio di dare una lettura attenta a queste tavole : http://www.doingbusiness.org/rankings provando a fare un po’ di selezioni e drill down. E’ stato pubblicato da pochi giorni con i dati aggiornati al 30 giugno.
@Jack Monnezza
Certo, Jack, il resto del mondo ha fatto ogni tipo di rivoluzione.
Noi ci abbiamo provato con Mani Pulite. La gente, intendo, ci ha provato.
Ma tra bombette e Mr Pompetta, non ci siamo riusciti.
In giro vedo molta rassegnazione, scoramento e una gran voglia di emigrare. Arrivo adesso da un colloquio con una società svizzera, gestita da italiani. Che mi dicono: “ormai in Italia non si riesce a lavorare. Non c’è professionalità, non c’è capacità manageriale, le tariffe sono assurde: le aziende fanno solo guerre sui prezzi, nessuno guarda alla qualità e ai risultati. Sembra di ESSERE NEL TERZO MONDO”.
Eccoci qua, signori: la classe dirigente di arraffoni politico-bancari, che ha contagiato o quanto meno influenzato anche l’industria e i servizi, ha fatto il suo corso.
Siamo arrivati all’ora dei conti.
@Francesco P. @ Jack Monnezza
Ringrazio per le tabelle, che comunque dicono poco di nuovo: siamo conciati da buttar via. Solo un paio di considerazioni. 1) vero che la Lombardia conta quasi il doppio di abitanti svizzeri, ma è anche molto meno montuosa ed i costi di gestione calano notevolmente. Anche in nella mia regione c’è un piccolo comune, Basilio, che è tra i più ricchi del belpaese, e si paga da se’ tutte le spese: perché dovrei obbligarlo ad accorparsi a qualche altro comune in perdita ? Milano probabilmente potrebbe soddisfare totalmente alle sue esigenze finanziarie, pur essendo una città non piccola. Non così altrove. Voglio dire che ci sono molti esempi di efficienza e buona gestione anche in realtà piccole: non pretendiamo di gestirle più centralmente, sia che si tratti di macro regioni che di stato centrale, quest’ultimo poco efficiente negli ultimi 150 anni. Infine io voglio decidere da me se sono interessato ad avere un servizio o meno: in un qualsiasi piccolo comune questo si può ancora, parzialmente, discute; in una qualsivoglia regine no.
@Mario45, Francesco, Jack
La provincia di Milano città-stato tipo Singapore in 5 anni se lo compra il resto d’Italia.
E come Milano tante altre province del nord, per esempio quasi tutte quelle venete.
Dei 10 paesi col più alto reddito pro-capite solo gli USA non sono un mini-Stato.
@Marco Tizzi
Marco,
mi sembra che anche qui, purtroppo, tu abbia tanta ragione.
Anche io vedo tantissimo rincoglionìmento e/o scoramento da troppe parti.
Anche in quelle aziende dove si trovava il meglio del nostro ingegno e produttività, dove si riusciva a ideare un nuovo prodotto oppure a risolvere il problema di un cliente con la metà delle persone di una burocratica multinazionale, oggi mi sembra trionfino disinteresse e recriminazione.
I giovani laureati recriminano sul chi glielo fa fare e perché i loro compagni più furbi, che sono entrati ne pubblico, guadagnino il doppio con metà della fatica. I dirigenti/proprietari, invece di spronare all’innovazione passano il tempo da commercialisti e legali per cercare di salvare il salvabile dalle grinfie di Befera.
Siamo tutti imbambolati e immersi nei nostri stupidi problemi, creati dalla nostra stessa mente ormai burocratizzata, mentre il resto del mondo invece lavora sulle cose che servono per aumentare produttività e benessere. Negli altri Paesi il sabato e la domenica i parcheggi sono pieni di macchine di giovani ingegneri che sono venuti a scrivere e testare software. Negli altri Paesi i dirigenti/proprietari passano il tempo su nuovi prodotti e dai clienti, non passano il tempo alle riunioni di confindustria o a cercare di dribblare/ottimizzare l’ultimo marchingegno/incentivo legislativo/tributario inventato dai politici. Poi negli altri Paesi si può mandare a casa chi non fa la sua parte senza tanti problemi….e questo e’ sempre un macigno….
@Jack Monnezza
Conosco ancora qualche mosca bianca, ma lo standard è la situazione che hai descritto.
Poi fai conto che oggi chi è davvero in gamba ci mette un secondo ad andar via. Io dall’estero ricevo offerte in continuazione.
Resisto ancora qualche mese, poi toccherà raggiungerli.
Caro Oscar , ho letto con ribrezzo le affermazioni di Luca Cordero di Montezemolo come riportate dalla stampa domenica scorsa. Non posso e non voglio candidarmi a cariche elettive , bravo Monti , Viva Monti , guardo al centro di Casini e Fini…..
Una cosa deprimente : il nostro uomo conosce bene i poteri forti di questo paese cioè le banche , e Sto arrivando! Benissimo che Monti é stato messo li per fare in primis i loro interessi e poi quelli del sistema pubblico ( politici, amministratori pubblici, dipendenti pubblici ).
Con un uomo che conosce la furia dei poteri forti contro chi li vuole ridimensionare , sa benissimo che se scendesse in campo con te verrebbe immediatamente inquisito dalla magistratura, o dal fisco alla ricerca della benché minima infrazione delle nostre leggi borboniche figlie di un parlamento e di una classe politica degna della Tanzania .
Allora ricapitolando , milioni di elettori ex PDL nauseati da Fiorito e & , e che non voteranno mai PD , potrebbero essere tentati da Grillo , per buttar in vacca. Io credo che tu dovresti trasformare fermare il declino da movimento elitario in un vero e proprio movimento politicamente: il popolo non capisce di economia , spesso non ha studiato ma ha buon senso contadino. Cerca di creare sul modello del PCI/PD un sede in ogni provincia e in ogni paese che superi i 10.000 abitanti almeno fino alle lezioni di primavera. Presenta un programma elettorale chiaro e comprensibile : ad esempio riforma di quel pateracchio della costituzione , repubblica presidenziale alla francese , 1 sola camera delle regioni con massimo 200 deputati . Togliere regioni , e province , diminuire il numero dei ministeri a massimo 10. Riformare la pubblica amministrazioni eliminando centinaia di aziende parastatali in perdita , e razionalizzando gli enti pubblici , invece di 4 agenzie fiscali sen fa 1 sola , invece di Inpsme INAIL se ha fa 1 solo , e via discorrendo negli sprechi della spesa pubblica. Riforma integrale dei 4 codici , che devono essere snelli e adeguati ai nostri tempi , con processi che devono terminare in 12 mesi .
Riforma della tassazione con la creazione di 3 aliquote il più basse possibili , ma con pene detentive per chi non le paga, ma nel contempo una riforma anche delle commissioni tributarie che sono una presa in giro per i contribuentin, essendo i giudici nominati dal ministero delle finanze, insomma l’arbitro nominato da una delle 2 squadre in campo…
Io credo che se Grillò é riuscito con Web e Twitterna raccogliere un 18% , se ti muovi bene e velocemente , raccogliendo adepti dal PDL da Italia Futura , dalla Lega , e dai centristi di Casini stanchi di un debole trasformista , puoi arrivare anche a un 20% in pochi mesi . Chiedi in modo più netto un aiuto finanziario ai tuoi aderenti , esempio 150 EUR a testa per finanziare il materiale pubblicitario .
Credo che moltissimi imprenditori stanchi di essere vessati nell’ordine dalle banche , dal fisco , e dallo stato non vedano l’ora di contribuire ad una causa liberale per la radicale trasformazione di questo strano paese.
@Gigi
Ma questo comune virtuosissimo quante persone ha che percepiscono stipendi, rimorsi spese, indennità varie e quanto costano ai sudditi ?
Ma la sinistra Pd idv ecc anziché chiedere le dimissioni non comincia a fare mea culpa (non mi sembra che sia li che in altre regioni o parlamento abbia fatto opposizione al continuo elargimento di soldi pubblici ) e chiedere in tutte le istituzioni un cambiamento radicale e serio del sistema ( la smettessero con la ridicolaggine del poi la politica la fanno i ricchi) un conto e uno stipendio dignitoso
Un conto e sederai al banchetto del magna magna
Il vero scandalo e il non limite a diarie vitalizi rimborsi liquidazioni milionari da enti malgestiti o stipendi da nababbi per fare non di Sto arrivando! Cosa
Questi sono le cose scandalose dove hai me anche la sinistra e dentro sono al collo poi ci sono i reati fiorito luisi ecc fatti perché c’erano i soldi !!!!!!!
Un blog è uno sfogatoio, dove esercizi personali di vario genere finiscono tutti nel dimenticatoio. A che serve? come tutte le cose virtuali a un bel nulla o quasi, a molto meno di quel che il blogger normalmente pensa, soprattutto quando si fanno molti e lunghi post. Credo che sarrebbe meglio dire meno cose ma più precise e più concrete. Per provarci dico questo: sul tema delle ruberie di soldi pubblici emerse, il grande sentimento di scandalo che si è diffuso rivela solo che la gente dorme. La pluricitata “opinione pubblica scossa” non è altro che una massa di accecati, sordi e ebeti. Si scuotono un pò e poi tornano beatamente a dormire. Il gioco è tutto qui: i capigruppo oggi, i partiti ieri, i barbieri della camera ier l’altro e via all’infinito fino alle istituzioni casta, ai dipendenti pubblici gonfiati, alle valutazioni dell’attività immaginarie, al liberi tutti in ogni posto dove gira denaro pubblico sotto lo sguardo benevolo di partiti (o che sono ora..) sindacati e commissioni di vigilanza. Per fare un esempio (affatto teorico): se una Regione fa un provvedimento dove triplica la buona uscita a fine mandato per i consiglieri è naturalmente legale che costoro lo percepiscano, con un piccolo neo, che questa norma se la sono fatta loro; per quale motivo? per percepire più soldi! Non rientra nell’illegalità ma nello schifo sì. Quel che servirebbe è ripulire lo schifo , quel che si dovrebbe richiedere è una legge per la “restituzione” ! Quel che manca è un soggetto politico che se ne incarichi, cioè un soggetto politico che non abbia nulla da restituire.
@Marco Tizzi
default o rivoluzione, non c’è altro modo per liberarsi di questi parassiti che stanno succhiando il sangue alla nazione per continuare a prosperare
@Francesco
Vedo difficile l’uno senza l’altra, ma certo la via è quella
@Francesco
non sono d’accordo sulle due soluzioni da lei prospettate, ma nell’adozione del progetto antropocratico consultabile al sito http://www.bellia.com.
Innanzi tutto la civiltà e l’evoluzione.
A rileggerla.
E, che per definizione, non puo’ esistere, purtroppo.
Pregevole il suo intervento B&B.
Cordiali saluti
Gianfranco.