Tra Goethe e Madoff – di Gerardo Coco
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gerardo Coco.
In questo difficile periodo molti tedeschi si staranno consolando con Goethe, un gigante della letteratura di cui ricorre il 180° della morte.
Chissà se rileggeranno quel passo del Wilhelm Meister dove un personaggio definisce la partita doppia come “la più grande invenzione del genere umano”. Se questa è stata la più grande, la seconda grande invenzione è stata quella di mettere il denaro nelle poste passive del bilancio. Con questo coup d’etat contabile si è riusciti a ingannare il mondo intero. Il denaro, l’intermediario degli scambi, è diventato debito creato dalle banche centrali per monetizzare il debito degli stati che circola come credito. E’ una contraffazione legalizzata che permette ai governi di spendere e di indebitarsi senza freni appropriandosi così dei beni prodotti dagli altri (questo è il vero significato del signoraggio, il “signore” si appropria dei beni dei sudditi senza produrre nulla in cambio).
Il punto critico è che riversare fiumi di denaro nell’economia non aggiunge assolutamente nulla alla ricchezza di un paese e non ne cambia i fondamentali. Tuttavia alcuni diventano più ricchi degli altri. Se alcuni diventano più ricchi e la ricchezza totale rimane immutata, significa che alcuni devono necessariamente diventare più poveri. Questi “alcuni” sono la maggioranza. Nel caso specifico delle banche centrali che creano nuovo denaro per comprare i titoli di stati e banche insolventi viene operato solo un trasferimento di ricchezza dai risparmiatori agli investitori in titoli. Mentre questi investitori vedono aumentare all’istante il loro potere d’acquisto, i risparmiatori non si accorgono della diminuzione del loro perché il trasferimento avviene gradualmente attraverso l’inflazione man mano che il denaro affluisce nell’economia.
Queste considerazioni ci sono venute in mente quando il 13 settembre scorso il governatore della FED Bernanke ha annunciato il Q3 (quantitative easing), un programma di acquisti mensili “open ended” per $40 miliardi di titoli ipotecari che durerà “fino a che il mercato del lavoro non si riprenda”. Open ended significa indefinito, cioè illimitato.
L’obiettivo è abbassare i tassi per far ripartire l’economia. Qualche riflessione farà capire la fatuità del programma: Primo, poiché il tasso di riferimento bancario (Federal funds rate) da quattro anni è rimasto tra zero e 0.25%, i tassi sui mutui erano già ai minimi livelli. Abbassarli ulteriormente e far lievitare la massa monetaria non serve a nulla. Secondo: l’aggregato monetario (M2) è già aumentato molto al di sopra della produttività e dell’occupazione pertanto ogni ulteriore aumento è inflazionistico. Terzo: non si fa scendere il tasso di disoccupazione svalutando il dollaro; la svalutazione serve solo a impoverire la classe media. Quarto. Il Q1 fu varato nel novembre 2008 quando il tasso di disoccupazione era del 6.8%. Il Q2 cominciò nel novembre 2010 e terminò nel 2011. Dopo aver letteralmente stampato 2 trilioni di dollari e riducendo l’interesse allo zero (sottozero in termini reali) il tasso di disoccupazione (ufficiale) è aumentato a 9.1%. Quinto. L’anno scorso la FED lanciò la cosiddetta “Operation Twist,” un altro programma per stimolare l’economia basato sull’acquisto di titoli a lunga scadenza scambiandoli con titoli a breve (una sorta di sterilizzazione) al fine di abbassare rendimenti e facilitare l’acquisto di case. L’operazione ha avuto solo l’effetto di depredare i risparmiatori a reddito fisso.
Dopo quattro anni di manipolazioni le conseguenze sono state: un’economia sempre più anemica, diluizione del valore del dollaro, furto di potere d’acquisto ai risparmiatori ed aumento dell’instabilità dei tassi. Con il Q3 Bernanke vuole creare l’ennesima illusione di ripresa. Spera da una parte, che una nuova dose di droga monetaria affluendo a Wall Street mantenga artificialmente alte le quotazioni dando l’illusione al parco buoi di sentirsi più ricco e indurlo ad aumentare i consumi. Dall’altra, crede che l’acquisto di centinaia di migliaia di titoli ipotecari abbassando l’interesse sui mutui aumenti la domanda di case e il conseguente rialzo dei prezzi ne incoraggi la costruzione. Allo stesso tempo l’aumento di valore delle garanzie faciliterebbe la richiesta di prestiti per finanziare il consumo. Da buon keynesiano Bernanke pensa che la spesa riavvii l’economia. Ma l’economia cresce non perché si consuma. I consumi aumentano perché l’economia cresce e questo si verifica solo quando produzione e produttività aumentano. Tassi di interesse bassi non sono la soluzione, sono parte del problema. Insomma la FED ha adottato lo stesso programma che ha innescato la bolla del 2008. Se l’economia non risponderà a questa nuova dose di droga, Bernanke aumenterà la dose.
Nessun economista onesto penserebbe che acquisti illimitati di spazzatura finanziaria all’ingrosso possano beneficiare un’economia. Come tutti i precedenti anche questo programma si tradurrà in redistribuzione di ricchezza. Infatti la soppressione dei tassi sotto i livelli di mercato aiuta solo i grandi debitori che continuano ad indebitarsi, governo in primis.
La politica dei Q ha spinto i grandi investitori all’acquisto di materie prime e di altre valute. I prezzi delle prime stanno già rincarando con effetti negativi su tutte le economie. Per quanto riguarda gli acquisti valutari ci sono invece rischi. Anche la Banca Centrale giapponese (BOJ) ha purtroppo annunciato un piano di acquisto di 10 trilioni di dollari all’anno per rilanciare l’economia. E anche questo illimitato!! E’ da venti anni che il paese del sol levante inietta aria in un pallone bucato. (Definizione di follia: fare sempre le stesse cose ed aspettarsi gli stessi risultati—Albert Einstein).
Si intensificherà pertanto la gara suicida delle svalutazioni competitive.
Queste nauseanti manovre sono immediatamente seguite a quella della BCE del 3 settembre (acquisto illimitato di titoli con scadenza fino a tre anni). Ora non si tratta di un caso. I banchieri hanno preso ormai il controllo delle economie e cercano di coordinarne i piani. Molto probabilmente ne sincronizzeranno anche il crollo.
Quella della BCE è stata una manovra con qualche apparenza di plausibilità. Ma dietro il paravento di un montaggio sofisticato (sterilizzazione, condizionalità) c’è un vaso di pandora pronto ad aprirsi e a sprigionare il suo contenuto, contaminando l’economia mondiale. La dichiarazione di default di alcuni stati (come la Spagna) è probabile e di fronte ad un nuovo effetto domino non c’è sterilizzazione e condizionalità che tengano: la parola d’ordine mondiale sarà: monetizzazione illimitata. (Due cose sono illimitate: l’universo e la stupidità umana. Ma non sono sicuro della prima—Albert Einstein).
Il pendolo dell’economia mondiale oscilla pericolosamente tra inflazione e deflazione. Inflazione nel settore finanziario (borse mondiali e titoli) e deflazione nel settore privato (credit crunch e fallimenti a catena). Siamo in presenza di un nuovo paradigma di crisi ed è difficile immaginare l’esito distorsivo dello scontro tra queste due forze tettoniche. Comunque, se oggi tutto il denaro-debito dovesse entrare in circolo (giace nelle riserve delle banche che non prestano) si scatenerebbe un incendio inflazionistico mondiale. Dollaro e euro si avvierebbero a trapassare negli annali della storia monetaria.
Il truffatore Bernard Madoff per arricchirsi aveva messo in atto un vecchio sistema tanto semplice quanto redditizio: raccogliere fondi dai risparmiatori remunerandoli con i loro stessi soldi. Gli hanno dato 150 anni di galera. Ma quanto è ingiusto il mondo. In fondo, è la stessa tecnica delle banche centrali e dei governi: alla fine, rendimenti e capitale dei bond sono pagati con gli stessi soldi dei contribuenti. Ma la differenza con Madoff è che il rapporto che i clienti avevano con lui era volontario. Erano liberi di farsi imbrogliare e potevano recedere dal contratto. Il rapporto con banche centrali come quello con governi è coatto. Nessuno può recedere volontariamente dal sistema del denaro a debito. Madoff avrebbe potuto fare il banchiere centrale. Ma forse avrebbe rifiutato, non se la sarebbe sentita di imbrogliare tutti simultaneamente. Alla fine quando si impoverisce tutta la classe media che affari fai?
Non era il tipo da esclamare: “dopo di me il diluvio!”. Questo motto appartiene solo ai banchieri centrali.
Gothe nel Faust diceva che Moneta fu inventata da Mefistofele prendendo in giro tutti
http://www.youtube.com/watch?v=-rW-wKIXLuU
Gothe rimpiangeva monete d’oro, in un altro capitolo Filemone e Bauci, due amorevoli vecchietti agricoltori, furono uccisi dallo Streben di Faust, cioè dalla Volontà d’Azione x costruir dighe e bonificar terre => capitalismo magnifico creatore & violento distruttore
about Moneta mia opinione è semplice : se dal 2007 nn fosse partita la Stamperia Mondiale oggi saremmo come nel 1929.. così invece declineremo più lentamente e poi sarà inflazione.. perchè nn si può nn pagare..
a suo modo lo disse pure Friedmann => la stretta del 1929 fu “uno” dei maggiori tragici errori.. oggi x fortuna le Banche Centrali nn lo hanno rifatto..
@Piero from Genoa
Sono d’accordo, ma mi chiedo se esisteva una terza via, o se esista ancora.
Di certo tutti i nodi prima o poi devono venire al pettine. Alle prossime generazioni auguro che l’emissione di moneta non rimanga per sempre una prerogativa degli stati. Quando i privati emetteranno moneta in concorrenza fra loro molti dei problemi che ci affliggono oggi sembreranno stupidi…
stampa di moneta arricchisce chi la emette..
se la emettono gli stati ci finanziano sia spesa clientelare (bad) e wellfare (good)..
se la emettono le Banche Private (o la emettono le banche centrali che però poi la regalano alle banche private che ci fan la cresta sui Bto/Bonos) a vantaggio solo dei loro Manager (in primis) dei loro grandi azionisti (in secondis) ed ai loro piccoli azionisti (in decimis).. allora tanto vale che continuino ad emetterla gli stati..
PS: in verità la moneta già ora la emettono ANCHE le Banche Private con la Riserva Frazionaria..
Interessante disamina.
(Definizione di follia: fare sempre le stesse cose ed aspettarsi gli stessi risultati—Albert Einstein). La frase esatta dice: fare sempre le stesse cose ed aspettarsi risultati diversi.
Mi piacerebbe che l’autore suggerisse una cura seria, magari anche di lungo periodo.
@Piero from Genoa
Quello che dici non ha alcun senso.Nella crisi del 2007 ci siamo arrivati proprio perchè negli anni precedenti è partita la stamperia mondiale e i tassi di interessi praticati dalla FED sono calati fino ad arrivare all’1% nel giugno 2003 e sono rimasti a quel livello per un anno intero fino al giugno 2004.L’espansione monetaria provocata da queste politiche espansive, così come gli interventi distorsivi esercitati nel mercato dei mutui dalle agenzie parastatali “Fannie Mae” e “Freddie Mac”, è ciò che ha determinato la creazione della bolla dei mutui subprime.
La crisi del ’29 è durata oltre un decennio perchè i governi di Hoover e Roosvelt decisero di adottare delle politiche interventiste e keynesiane fatte di protezionismo, aumento di spesa pubblica e aumento della tassazione.Se i governi non avessero fatto nulla (che è la prassi che si dovrebbe SEMPRE seguire quando ci si ritrova di fronte a una crisi generata dallo scoppio di una bolla finanziaria nata da un incontrollata espansione creditizia) la crisi del ’29 si sarebbe risolta da sola (come accaduto per la recessione del 1920) nel giro di un anno (o forse anche meno).La stessa cosa vale per la crisi subprime del 2007, dove gli stati e le banche centrali sono intervenuti pesantemente tramite quantitative easing, salvataggi miliardari di istituti bancari (a partire proprio da Fannie Mae e Freddie Mac), tassi di interesse negativi in termini reali,ecc.Tutto questo non ha fatto altro che rallentare il naturale processo di aggiustamento del mercato e ha procastinato gli effetti della crisi con il rischio che dalla stessa si possa uscire attraverso la creazione di una bolla ancora più grande che una volta sgonfiata creerà effetti ancora più devastanti della precedente.Un pò come pensare di curare un tossicodipendente somministrandogli dosi sempre più massicce di eroina….
@Piero from Genoa
A intuito direi che se io mi metto a stampare moneta, non me la “compra” nessuno. Alle spalle di chi vuole stampare moneta ci deve essere già una “ricchezza” proporzionata (e non è detto che sia oro, o solo oro). Si tratta poi di coprire le spese logistiche dell’emissione e di non abusare della fiducia dei propri clienti, se si vuole che la propria moneta sia fonte di profitto (anche nel lungo termine). La concorrenza in teoria, dovrebbe fare il resto.
A sostegno di questa idea sta anche il fatto che la moneta è un frutto spontaneo che scaturisce dell’interazione fra le persone, NON è un’invenzione degli stati.
@Massimo74
Però forse, lasciare che la crisi si risolvesse da sola e in un periodo breve avrebbe comportato un shock per molte persone (bancari, impiegati nel settore delle costruzioni, indotto, ecc…) e non è detto che tutte le persone coinvolte reagiscano come previsto, cioè cercandosi un altro lavoro.
Una delle vie maestre per aiutare un tossicodipendente è quella di usare il metadone, non quella di sbatterlo in una cella per impedirgli di procurarsi l’eroina. In questo senso, e solo in questo senso, le politiche volte a spalmare i contraccolpi della crisi nel tempo possono avere un senso.
Ma ormai, quanto a metadone, siamo passati dall’uso all’abuso.. ovviamente!
@Massimo74
ciao
1) crescita anni 80/90 drogata da Greenspan
2) accelerazione produttività tecnologica è ormai tale che esplulsioni mkt lavoro nn potevano essere minimamente compensate da creazione di new lavori “utili”..
x questo hanno drogato tutto il mondo..
x mantenere sovra-capacità = impiego diffuso hanno drogato 80/90..
4) x evitare crack stile 1929 aumenteranno ancora droghe ILLIMITATE in tutto il mondo che fra qualche anno pagheremo con VERA inflazione (diciamo dal 2015)
5) se nn avessero messo in atto questo schema disoccupazione da tecnologia avrebbe invaso le piazze d’occidente molto più che con questa durissima crisi
MA SOPRATTUTTO..
LORO HANNO DECISO DI TRASFORMARE I DEBITI IN INFLAZIONE ..
SINGOLI E STATERELLI E’ INUTILE CHE DISCUTANO SU COSA PREFERIREBBERO INTANTO NN DECIDONO NULLA..
GESTISCITI I RISPARMI SEGUENDO LA LORO SCIA CHE E’ MEGLIO..
PS: 1920/29 si aprì gap tra salari schiacciati e profitti.. poi nel 1929 boom..
@Massimo74
Davvero guarda, avevo preparato una risposta ben scritta e argomentata, poi ho capito che tu certe cose le scrivi per scherzo e allora sto allo scherzo anche io. Allora signore e signori, l’utente Massimo74, ci sta dicendo che se nella crisi del 1929 il governo americano non avesse fatto niente, la crisi stessa sarebbe finita in un anno. Forse Massimo74 intende dire che quei milioni di persone che avevano perso il lavoro, la casa, i risparmi, insomma quelli avevano perso tutto in 12 mesi sarebbero di certo morti di fame e quindi il problema non sarebbe più esistito. Ok. Per il 2007 invece non ci sarebbero stati dei morti, solo due fallimenti, Fannie Mae e Freddie Mac, e così migliaia di persone che avevano comprato casa con i finanziamenti concessi dalle due public companies fallite non avrebbero più pagato i mutui, si sarebbero tenuti le case gratis e la crisi sarebbe di certo passata. Si, è chiaro che in effetti è proprio così che si doveva fare. Chissà cosa penserebbe però l’utente Massimo74 se invece fosse la banca dove lui tiene i suoi risparmi a fallire, senza ridargli un centesimo dei suoi soldi, chissà cosa ne penserebbe…
X Piero da Genova (hai un nick name che ricorda quello degli artisti del rinascimento…)
Hai centrato un tema che per me è fondamentale e che anzi dovrebbe essere il tema numero 1, ma che incredibilmente non sembra interessare a nessuno: le bolle servono a mantenere sovra-capacità per evitare gli effetti devastanti della disoccupazione tecnologica. Io credo che il 99% delle persone non abbia la più pallida idea di questa cosa e anche parlando con professori universitari di area liberale tipo Giavazzi e Penati… ripetono fino alla noia il mantra che la tecnologia fa crescere la produttività, ergo i redditi ergo i posti di lavoro… Non si rendono conto che solo con la tecnologia ATTUALE, senza contare cioè i rapidissimi progressi in corso, MILIONI di posti di lavoro sono totalmente inutili già adesso… figuriamoci tra 10 o 20 anni! Non solo nel settore pubblico, il che è un’ovvietà e prescinde dalla tecnologia, ma pure nel privato…. Io ormai sono strasicuro di questa realtà che anzi si autoalimenterà nel tempo: se c’è crisi e non puoi aumentare i ricavi l’unica è tagliare i costi quindi si investirà sempre di più in tecnologie di risparmio di posti di lavoro…. però mi chiedo come si possa fare a gestirla nei prossimi anni? Ovviamente occorrerà una fase di transizione dalla vecchia alla nuova economia di alcuni anni ma come la gestisci? Non vorrei che l’epilogo sia quello che sta succedendo in tutta europa e in USA: la stragrande maggioranza della popolazione obbliga (grazie al maggior peso politico) la parte produttiva a mantenerla in eterno… Una cosa del genere è inconcepibile e distruggerebbe l’economia privata… Io sono per un welfare essenziale e no-frills stile Ryanair che costi poco e che si possa pagare senza opprimere le forze produttive e allo stesso tempo riqualificare le improduttive… Un esempio: chiudere le scuole pubbliche e licenziare i milioni di statali che ci lavorano e fare solo corsi di base e-learning…. risparmieresti MILIARDI di euro e daresti lo stesso servizio! oltre a spiazzare ancora più posti di lavoro…
Signori, e’ cosa nota e risaputa che le banche centrali NON controllano la politica monetaria con i tassi di interesse, ma con la quantità’ di denaro disponibile. I tassi sono solo un’ indicatore di politica monetaria.
Ricordo che Friedman ha sempre sostenuto la necessita’ di eliminare le banche centrali sostituendole da regole “certe” conscio he queste fanno più’ danni che altro. Da un punto di vista Austriaco, quello di Hayek che poi fu anche uno dei mentori di Friedman, il tasso di interesse rappresenta la propensione al risparmio. Quando questo viene stravolto dalle politiche finanziarie, si stravolge anche la scelta economica degli individui finendo per causare sovra-produzione. Alla fine pero’, gli individui tenderanno sempre a ritornare verso la loro naturale predisposizione al risparmio rendendo futili le politiche monetrie
@John Law
Non sono io che dico che la crisi del ’29 si sarebbe risolta da sola senza l’interventismo politico, lo scrive Rothbard in “la grande depressione” (america’s great depression).
Non capisco cosa intendi quando dici che coloro che avevano un mutuo avrebbero smesso di pagarlo e si sarebbero tenuti casa.Le case semplicemente sarebbero state pignorate e messe all’asta e i ricavi utilizzati per pagare i debitori.
Ti ricordo, poi, che i depositi dei risparmiatori sono garantiti in caso di insolvenza del sistema bancario.Qui in europa la garanzia è fino a 100.000 euro, negli stati uniti c’è il FDIC (federal deposit insurance corporation) che garantisce i depositi dei rispamiatori americani fino a 250.000 dollari.Il problema è che i governi non si sono limitati a garantire i depositi, ma hanno utilizzato miliardi di dollari di fondi pubblici (soldi dei contribuenti) per salvare il sistema bancario dal fallimento (dal 2008 ad oggi sono stati stanziati circa 1.700 miliardi per salvare il sistema bancario dal crack).Questo tipo di politiche sono assolutamene dannose perchè portano i soggetti beneficiari dei contributi pubblici ad avere comportamenti irresponsabili (proprio come successo con Fannie e Freddie) e ad avventurarsi in investimenti ad alto rischio, tanto sanno che in caso di difficoltà il governo sarà sempre pronto ad intervenire in loro soccorso, scaricando le perdite sulla collettività.Bisognava avere il coraggio di lasciare che il mercato facesse il proprio corso, liquidando i cattivi investimenti e facendo fallire quelle attività che avevano tenuto un comportamento irresponsabile.(esattamente come è stato fatto con la Lehman Brothers).
Oddio… Rothbard? Sono davvero quelle le tue radici? Lo avevo intuito ma stentavo a crederlo, è ancora peggio di Hayek, di cui peraltro è stato un allievo, e l’allievo si sa è destinato a superare il maestro. L’unico pregio di rothbard è stata la sua avversione per il socialismo, ma stiamo lo stesso parlando del portabandiera del libertarianismo, del teorico dell’anarco-capitalismo, ma ti rendi conto di quello che dici? Ti rendi minimamente conto del fatto che senel 29 le teorie di Rothbard fossero state seguite negli Stati Uniti davvero milioni di persone sarebbero morte di fame,? Ma non solo, ti rendiconto che poi noi qui in Europa staremmo ancora sotto lo stivale dei successori di Adolf Hitler? Io non posso credere che circolino ancora certe idee.
@massimo74
non so su quali testi tu abbia studiato l’economia del ’29. Ma tutti i disastri conseguenti alla crisi del ’29, quelli che sono durati qualche decennio, erano in prevalenza dovuti proprio perché nessun governo ha fatto nulla; altro che interventismo o leggi keynesiane. Ecco, speriamo che non se ne esca con le soluzioni di allora : la guerra mondiale.
La riflessione forse è diversa : come in molte vicende della storia se io decido di prendere una bomba e fare una strage, finisco in galera a vita. Se lo faccio perché uno o pochi individui hanno deciso qualche momento prima che bisogna farlo allora la mia azione viene premiata con una medaglia la valore. La differenza tra Grecia e Madoff è questa.
“I consumi aumentano perché l’economia cresce e questo si verifica solo quando produzione e produttività aumentano.”
Questa frase, caro Coco, non mi torna. Per niente. La domanda dov’è?
Si continua a pensare che se continuo a produrre abbassando i costi qualcuno comprerà. Ma l’essere umano, ringraziando il cielo, non è un’equazione: quante case vorrà l’essere umano che già possiede una o più case? Quante automobili vorrà l’essere umano che già possiede una o più automobili?
Non funziona più questo marchingegno, caro Coco: finché non ce ne rendiamo conto da qui non se ne esce. Dobbiamo forse riguardare la scala dei bisogni di Maslow e renderci conto che, forse, oggi stima e autorealizzazione non vengono più ricercate con l’acquisto di alcuni prodotti. Almeno, non degli stessi prodotti di qualche anno fa.
E che quindi possiamo produrre con la massima produttività possibile, ma non saremo mai capaci di creare un mercato che non c’è più.
Riguardo Madoff: lo schema Ponzi è considerato reato in tutto il mondo, ma tutto il mondo si poggia su uno schema Ponzi. Come Ron Paul ha scritto sulla sua scrivania “il furto è un reato: il governo odia la concorrenza”.
Ma tutti questi macelli monetari stanno anche dando risultati in qualche modo sorprendenti: in Italia la base monetaria è in discesa. Anche M2 ed M3 fan su e giù (bancaditalia.it/statistiche/SDDS/stat_fin/Moneta_IFM/28_08_2012/28_08_12_AAB_ITA.pdf). Eppure i prezzi, anche ripuliti dall’aumento della tassazione, continuano ad aumentare.
Non è che per caso il sistema delle banche centrali è talmente interconnesso che quando una inflaziona le altre son costrette a seguire, altrimenti si beccano sia l’aumento dei prezzi che la diminuzione della massa monetaria?
Bravo Marco… ti voto questi 2 punti che ho estratto dal tuo discorso..
Weidmann (capettino Bce che nn vuole la Stampa) nn capisce che intanto Tedeschi Inflazione se la beccherebbero anche se Draghi nn Stampasse perchè ormai Stampa Globale = Inflazione Globale..
corollario : Guerra QEasing tra Continenti (inclusi Jpy&Boe e pure Svizzera che sterilizzando cambio a 1,2 crea base) sarà Guerra della Svalutazioni..
fra un pò di anni Inflazione Globale pulirà MegaDebiti Globali..
è tutto già deciso.. è tutto già in atto..
PENSATE A GESTIRE BENE I VOSTRI RISPARMI IN OTTICA ANTI-INFLAZIONISTICA
QUESTA E’ L’UNICA COSA CHE SINGOLI E STATERELLI POSSONO FARE..
IL RESTO E’ SOLO ACCADEMIA..
PS: se a qualcuno interessasse capire nn la Moeta Teorica degli Economisti di QUALUNQUE scuola.. ma Pratica di Banche Centrali & d’Affari.. allego questo link..
http://www.moslereconomics.com/wp-content/powerpoints/Terzi.pdf
@John Law
Guarda che Rothbard non è stato allievo di Hayek, invece sia Rothbard che Hayek sono stati allievi di Mises.
Tu affermi che se la politica non fosse intervenuta negli anni ’30 e si fosse adottata la politica dell “laissez-faire”, ci sarebbero stati milioni di cittadini alla fame.Però le statistiche dicono che nonostante il new deal, l’aumento della tassazione e l’aumento del debito statale, quella degli anni ’30,per la prima volta nella storia americana, fu una depressione quasi perpetua con una disoccupazione di massa quasi permanente dalla quale si è usciti solo con l’entrata in guerra.Molto diverso da quello che accadde nel 1920, dove il governo si limitò a tagliare la spesa pubblica e le tasse, ma non intervenne in modo diretto nell’economia salvando le imprese in difficoltà o cercando di sostenere i livelli salariali o i prezzi dei beni di produzione o inflazionando ulteriormente il credito bancario.Sarà un caso, ma già nei primi mesi del 1921 l’economia era ripartita e continuò a crescere in modo sostenuto per tutti gli anni ’20 fino al crollo della borsa di wall street del 1929.Secondo te è solo un caso?
@anonimo
La bolla del mercato azionario che portò al crollo della borsa di wall street fu la causa di un eccesso di moneta da parte della FED.Tu dici che il governo non fece nulla per uscire dalla crisi.Per caso hai mai sentito parlare del new deal di Roosvelt (che poi in reealtà era già cominciato con Hoover)?
@LucaS
Quello che sta accadendo oggi è niente rispetto a ciò che è accaduto nel corso del 900, laddove la tecnologia applicata all’agricoltura ha fatto passare la quota di impiegati nel settore dal 95 a meno 4% in Italia, e addirittura a meno dell’uno per cento negli USA. Buona parte di quei contadini e dei loro figli non è restata senza lavoro; è finita a lavorare per la grande industria.
Alla fine dello scorso secolo, i robot hanno rubato il posto anche a molti operai, ma oggi buona parte dei loro figli lavora nel settore dei servizi. Gli statistici lo chiamano incremento dell’indice di sviluppo.
Se l’informatica ruberà il posto agli impiegati, arriverà il momento di nuovi lavori e di nuovi servizi, come i servizi alla persona: tanto per fare un esempio in America ci si rivolge a un massaggiatore, a un personal trainer, a uno psicologo, a un personal shopper, a un giardiniere, a un cuoco a domicilio, a un fotografo, con molta più frequenza che in Europa. Ma ci sono dei settori che sono destinati a diventare trainanti: penso all’educazione, ai trasporti, alla salute, al turismo, ecc… sono settori in cui l’esigenza di novità e di servizi più efficienti farà da traino ancora per molto tempo.
Per quanto riguarda il futuro lontano, chi vivrà vedrà, ma credo che il principio resti valido.
@LucaS
Ebbravo Luca, hai colto in pieno il motivo per cui nel mio settore in questo momento c’è poco lavoro: in Italia “produttività” ed “efficienza” nel settore privato significa non saper cosa far fare alla gente.
L’eccesso di capacità produttiva nell’industria è oggi incredibile: nelle fabbriche si spengono le linee automatiche per ricominciare ad utilizzare le macchine manuali, da una parte perché non c’è abbastanza domanda o è troppo frammentata, dall’altra perché gli imprenditori, soprattutto medi e piccoli, non se la sentono di licenziare la gente ormai inutile perché sanno che li rovinerebbero.
In pratica le aziende stanno diventando ammortizzatori sociali. Altro che competitività.
Questo si vede bene nei numeri, se attentamente analizzati: 20 milioni di persone che lavorano su 60, 4 milioni di dipendenti pubblici, bilancia commerciale in positivo (quindi, nonostante un’occupazione ridicola, produciamo e vendiamo più di quanto consumiamo).
S’ha da rivedere il sistema e l’unico modo è quello che tu hai dipinto: stato sociale senza fronzoli, libertà imprenditoriale, zero-quasi tasse sul lavoro.
Noi però stiamo andando nella direzione opposta e Angelona Merkel dichiara serenamente “il futuro dell’Europa è nelle mani della gioventù franco-tedesca”. Ergo: siamo inutili comprimari.
Noi e altri 350 milioni di cittadini dell’Unione Europea che non sono né francesi, né tedeschi.
@Massimo74
No, guarda, proprio non ci siamo. La Crisi fu nel 1929, il New Deal fu varato nel 1933 da Roosevelt, e nel mezzo ci fu la Presidenza di Hoover, che da liberista ortodosso qual’era non andò mai oltre a delle guasconate (leggi: berlusconate), quali proclami, annunci, eccetera, ma niente di più. Certo la presidenza Hoover fu una delle più penose tra le 44 presidenze americane, ma di anni senza interventi diretti del Governo ne passarono ben quattro, e non solamente uno, senza che nessuno facesse niente, sopratutto il mercato e il capitalismo, tanto decantati da Rothbard. Ma Rothbard oltre essere un “economista” (cosa che personalmente non condivido) era un filosofo e un politico, insomma un ideologo (e come ti sbagli?) e come tutti i grandi ideologi era propenso a rileggere la storia a suo personale uso e consumo, dimenticandone delle parti e/o sostituendole con altre. La bolla del 1929 fu invece causata da quello che è da sempre il peccato originale del liberismo, e cioè proprio l’assenza totale di qualsiasi controllo sulle concentrazioni finanziarie, e il forzoso mantenimento di bassi tassi di interesse, un mix mortale per qualsiasi economia perché favorisce la speculazione a danno della manifattura. Chi detiene capitali preferisce speculare per arrivare a facili e veloci profitti, piuttosto che creare imprese e nuovi posti di lavoro. La questione si è ripetuta pari pari nel 2007, ed io già intravvedevo orizzonti nerissimi, ma l’intervento pesante ed immediato della FED ha allontanato questi orizzonti. Il problema è che, recuperata una relativa tranquillità i mercati anzi che imparare la lezione hanno invece ricominciato a speculare, e non a creare ricchezza diffusa, quindi ora siamo arrivati al terzo quantitative easing, ma non si potrà andare avanti così per molto tempo, veramente qui si tratta di dollari che cominciano ad avere il valore della carta straccia, e non per niente Cina e Russia già da due anni regolano le loro transazioni in valuta propria. Ma il problema non sono gli interventi della FED, o del Governo, il problema è che questi interventi sono sbagliati nella loro direzione. Fino a quando qualcuno non si alzerà in piedi e dichiarerà che il Re Mercato è nudo, fin quando non metterà delle regole precise nei mercati, togliendo lo Short Selling, e azzerando tutte le le Società di Rating che altro non sono che delle prostitute vendute a questo o quello Stato se non proprio a questa o quella Multinazionale, fino a quando qualcuno non si renderà conto che la vera economia va avanti con semplici calcolatrici e partita doppia, senza bisogno di inutili fardelli, insomma fin tanto che non si tornerà ad una economia più etica e a misura d’uomo, da questa crisi non usciremo mai.
@John Law
Mi spiace, Mr. John, ma tu stai confondendo le acque: il sistema attuale non ha NULLA a che fare con il libero mercato.
Non è nemmeno una vaga approssimazione del libero mercato. E nemmeno del capitalismo, a ben guardare.
Il sistema finanziario è parte del problema, ovviamente, perché è complice degli stati nella creazione di moneta. Le banche centrali stan nel mezzo e i debiti sono il mezzo di propagazione degli interventi dirigistici che gli stati e il sistema finanziario ci propinano come “soluzioni”.
E invece sono il problema.
Rothbard era esattamente d’accordo con la tua conlusione: “fin tanto che non si tornerà ad una economia più etica e a misura d’uomo, da questa crisi non usciremo mai.”
Infatti proponeva anarchia e divieto di creazione di moneta dal nulla, per di più a debito: in un sistema come quello proposto da Rothbard la finanzia di carta non potrebbe mai esistere.
Solo che purtroppo oggi siamo tutti confusi nelle definizioni e nei nomi: pensiamo che la finanza oggi sia in qualche modo “liberale”, mentre invece è quanto di più totalitario e, semmai, socialista esista oggi al mondo (infatti per tutto il mondo finanziario il nuovo eldorado è la Cina), pensiamo che ridurre le tasse significhi avvantaggiare i ricchi nello sfruttamento dei poveri, mentre invece è ovvio che le tasse sono un problema per i poveri e non per i ricchi, ma soprattutto abbiamo questa bizzarra idea che aggiungendo regole ad un sistema che già ne ha decine di migliaia, queste risolveranno tutti i problemi.
Mentre invece di problemi non ne risolvono, perché le regole SONO il problema: se tu fossi libero di utilizzare la moneta che vuoi, useresti una moneta inventata dal nulla dalla tripletta Stato-Banca Centrale-Sistema Finanziario?
Pensaci.
Nel momento in cui nessuno usa più la loro moneta, loro non potranno più “governare” (= imporre il proprio volere) su nessuno.
Poi se mi dici “questo è un sogno e non succederà mai”, allora ti do ragione. Ma quelli sono i problemi e quella è la soluzione.
Che però prevede un cambiamento completo di sistema. Se non lo vogliamo cambiare, allora teniamoci le supermegabolle, le crisi, le bolle nuove e le nuove crisi, i derivati, la finanza rapace, i politici ladri, etc. etc. che sono tutte forme dello stesso problema: un gruppo di eprsone che imponeil proprio volere agli altri.
@Marco Tizzi
Risposta a John Law: caro Marco, chapeau
@John Law
Hoover non è mai stato un liberista, infatti sotto la sua presidenza la spesa pubblica aumentò, aumentarono le tasse e sopratutto fu introdotta la sciagurata legge Smoot-Hawley che prevedeva forti misure protezionistiche e che portò al collasso delle esportazioni visto che altre nazioni a loro volta come risposta, imposero forti restrizioni alle importazioni di prodotti americani.
” e il forzoso mantenimento di bassi tassi di interesse”
Ma questo è proprio ciò che economisti come Hayek e Mises consideravano nefasto, cioè la manipolazione al ribasso dei tassi di interesse da parte del pianificatore pubblico (la banca centrale) che è proprio la causa principale della creazione delle bolle finanziarie.Ma questo con il liberismo non centra nulla, si tratta di pianificazione politica dell’economia.Proprio per questo gli economisti della scuola austriaca sono a favore dell’abolizione delle banche centrali e al passaggio verso una moneta denazionalizzata il cui costo (tasso di interesse) si formi sulla base della domanda e dell’offerta, così come accade per ogni altro bene e servizio.
Un piccolo e marginale appunto a questo esemplare articolo.
La follia è continuare a fare le stesse cose ed aspettarsi risultati differenti. (Einstein)
X claudio p, anche Marco Trizzi se hai delle risposte..
1) Intanto grazie per avermi risposto argomentando. Farò anch’io lo stesso e per forza di cose non posso essere breve:
2) Il tuo ragionamento lo conosco perfettamente ed ero davvero il primo a crederci fermamente fino a 2-3 anni fa. Però mi sono reso conto che funziona solo in teoria e la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato leggere il libro (te lo consiglio vivamente: è scaricabile legalmente gratis in pdf) “Lights in the tunnel” di Martin Ford, ingegnere software che parte dal tuo ragionamento e lo fa letteralmente a pezzi numeri alla mano e da un punto di vista “liberale” se mi passi il termine, con riferimento agli USA. Ci sono alcune cose che probabilmente non tieni in considerazione: persino in USA la stragrande maggioranza dei posti di lavoro esistenti oggi sono “lavori tradizionali” che spesso possono essere facilmente automatizzati/informatizzati: pensa ad esempio ai milioni di cassieri, operai, autisti, insegnanti, commessi negozi, inservienti, segretarie…. non dico che tutti questi lavori si possano sostituire domani mattina con tecnologia ma una gran parte si! Se questo non avviene è perchè molti posti di lavoro hanno protezioni particolari che nei prossimi anni però decadranno, o che semplicemente non verranno rinnovati. Come ti ha detto Marco Trizzi molti imprenditori non licenziano nonostante potrebbero farlo e sarebbe razionale farlo, se poi ci aggiungi che metà del pil è in mano allo stato che non licenzia per definizione… tutto questo rallenterà/attutirà il fenomeno ma di certo non lo arresterà! Un altro punto chiave è che i servizi stessi si stanno enormemente automatizzando/informatizzando in un modo inconcepibile anche solo fino a pochi anni fa… E non parliamo poi delle tecnologie che sono già non dico pronte ma quasi: per esempio la solo tecnologia per le selfdriven cars di Google se applicata su vasta scala in USA hai idea di quanti lavori cancellerebbe? Tu dici che per ogni posto che sconpare ne appariranno altri e che storicamente questo è quello che è sempre successo… io ne dubito! Dove saterebbero fuori questi lavori di grazia? Tu per esempio hai nominato l’istruzione… ma per me è esattamente uno dei settori che verrà falcidiato nel prossimo futuro, tranne forse elementari e asilo: con l’e-learning a bassissimo costo e di altissima qualità (Mit e altre università stanno unendo le forze per produrre tutti i loro corsi e-learning entro 2-3 anni) hai più o meno lo stesso servizio che oggi paghi qualche migliaio di dollari l’anno… in un libero mercato quanto pensi possa durare? Non discuto che in questo modo “il capitale” dell’economia e in ultima analisi il benessere, cosi come concepito dagli austriaci, aumenti… il punto è: sai quante decine di migliaia di persone (non solo insegnanti) campano con un servizio che sta rapidissimamente diventando obsoleto? E questa non è manifattura… questo è al 100% un servizio e anche di alto livello e complesso… se la tecnologia sta spiazzando questo figurati gli altri servizi…
2) Ultimissimo punto del bubbone… pensi davvero che tutte le persone spiazzate dalla tecnologia siano in grado (sorvoliamo se ne abbiano la voglia…) di riconvertirsi? E ammesso e non concesso che si riconvertano se cosi tante persone perdono la loro fonte di reddito come fanno a pagarsi i nuovi servizi che oggi non ci sono e verranno offerti? Da dove viene la domanda per questi ipotetici “nuovi servizi”… Mi sto quasi vergognando a farti questo ragionamento perchè anch’io guardo sempre al supply-side più che alla domanda come fanno i keynesiani socialistoidi… ma se cosi tante persone (parliamo di DECINE DI MILIONI solo in USA…) sono espluse dall’economia come si fa? Saranno anche più ricchi perchè potranno comprare più beni e servizi a minor prezzo ma se il loro reddito è zero come li comprano? E poi non credi che lo stato come sempre si intrometta e ampli a dismisura il welfare (pagandolo non si sa con cosa, forse quantitative easing infiniti che per forza di cose portano inflazione e tasse alle stelle) distruggendo tutta la produzione di nuova tecnologia, che di fatto rappresenta il 90% della crescita economica?
X Marco Trizzi
Eccellente risposta a Jphn Law, concordo al 100%… Chissà cosa penserai tu del mio bubbone sopra… qualcosa mi dice che sarai d’accordo su qualcosa ma non certo su tutto.
@Marco Tizzi
Più ti leggo e più penso che tra i nostri punti di vista ci sia molto in comune, però non voglio approfondire le tue convinzioni sulla moneta, ma solo perché la discussione mi porterebbe troppo lontano.
Mi dispiace comunque che io ti abbia dato l’impressione di credere che il sistema in cui viviamo sia liberista. No, non lo credo, anche perché il liberismo è una chimera, una utopia, Amartya Sen ha ricevuto il Nobel per aver dimostrato che il liberismo vero non può esistere, perché qualsiasi sistema economico basato sul liberismo non raggiungerebbe mai l’ottimo paretiano. Io penso invece che tutti questi neo liberisti che incontro nei vari blog che frequento non siano altro che degli utilitaristi, sia chiaro niente a che vedere con John Stuart Mill, diciamo che sono dei catastrofisti per convenienza. Ti faccio solo un esempio: io frequento diversi altri siti di economia tra gli altri ce n’è uno in particolare, ed è il sito più catastrofista che io abbia mai incontrato, non fa altro che predire il fallimento della Grecia, dell’Italia, dell’eurozona, non fa altro che disegnare prospettive apocalittiche, ebbene quando pochi giorni fa Draghi è riuscito con le sue dichiarazioni a tagliare lo spread, uno degli amministratori del sito, il cui nick ha per iniziali FK, ha candidamente ammesso che dopo le dichiarazioni di Draghi lui ha guadagnato un sacco di soldi con i BTP. Più di una volta ho avuto l’impressione che i vari catastrofisti che leggo ovunque abbiano secondi fini per le loro previsioni apocalittiche, come se fossero dei brokers ribassisti che devono diffondere panico per poter guadagnare con le loro maledette vendite allo scoperto, ma siamo italiani, non mi meraviglio più di niente. Quello che invece davvero mi spaventa è la facilità con la quale le persone accettino le teorie di economisti che io definisco “prezzolati”, come i vari Hayek, al soldo della Thatcher, o Friedman, al soldo di Nixon, o degli economisti “for all seasons” come Rothbard, che nella sua carriera ha scrittoe e fatto tutto e il contrario di tutto, o come Mises che ha dovuto rimettere le mani non so più quante volte sulla sua Human Action. Inoltre, è possibile che nessuno prima di dichiararsi libertario, seguace di Hayek o di Rothbard eccetera non si informi? Tutte e dico tutte le teorie libertarie sono esplicitamente derivate dalle teorie evoluzionistiche di Darwin, e cioè la spietata legge del più forte che sopravvive e del più debole che soccombe. Io sono ateo,quindi non ho di questi problemi, ma se tra i libertari ci fosse qualche cattolico, o musulmano, o di qualsiasi altra religione che non fosse quella della Dea Kalì… beh ho il dovere di avvisarlo che alla fine del suo cammino avrebbe comunque grosse difficoltà. Saluti.
@Massimo74
Scusami ma non ci siamo proprio. Hoover era un liberista ortodosso prima della Grande Crisi, solamente che dopo la crisi del 1929, dovette constatare il fallimento della teoria economica e da quel momento appoggiò solamente candidati presidenziali democratici. Per quanto riguarda poi la Smoot-Hawley… essa fu una delle cause del Big Crash e non uno degli effetti. Informati meglio. Saluti.
@LucaS, Claudio p
Luca, concordo con te su tutto.
Però ricordati che il privato fa più attività e molto meglio dello Stato: da nessuna parte del mondo questo è dimostrato meglio che in Italia, dove lo “Stato” sociale senza i volontari sarbbe col culo per terra domani mattina.
E anche negli “spietati” USA chi diventa davvero ricco molla tutto e si mette a fare filantropia, come Bill Gates, oppure non molla nemmeno, ma ne fa tanta comunque.
Il tema è: se tu fossi multimiliardario, cosa faresti di quei soldi? Sai benissimo che né tu né la tua prola per N generazioni riusciranno mai a spenderli tutti.
Allora che fai? Magari ti vien voglia di aiutare altra gente. Ma preferiresti pagare molte tasse e far sì che ci pensi lo Stato o preferiresti occupartene in prima persona?
La risposta è scontata.
Io a quei porci che fanno i festini coi miei soldi non voglio dare un centesimo. Nemmeno uno.
Avrei altre idee sul cosa dare loro, ma credo sia meglio non esprimerle in pubblico. Tanto so che sono molto condivise.
Claudio, l’idea che per ogni lavoro perso per motivi tecnologici viene rimpiazzato da un altro lavoro che cerca di soddisfare nuovi deisderi è una bugia. Lo è nei numeri: ti ripeto che oggi in Italia lavorano un terzo (UNO su TRE) degli abitanti. Ai tempi di mio nonno chi non lavorava moriva di fame, a parte quattro proprietari terrieri, spesso facenti parte del clero.
Siamo tra persone razionali, guardiamo la realtà per quella che é: NON c’è domanda. Non c’è perché siamo pieni, abbiamo la pancia gonfia.
Ora sta a noi fare una scelta: torniamo poveri e affamati oppure cerchiamo un sistema diverso, che non ci costringa a dover produrre-consumare-produrre anche se non vogliamo.
Purtroppo mi pare abbiamo preso la prima strada.
E non mi piace per niente.
@John Law
Be’, John, io sono un anarchico duro e puro, quindi non faccio parte sicuramente dei gruppi che hai citato 🙂
Ti do ragione, la situazione di una certa frangia di “intellettuali” è quella che hai descritto.
Ci aggiungo che ci mettono parecchia fede ed essendo anch’io ateo la cosa mia piace ben poco: l’ho appena sperimentato di persona su Usemlab e ho cancellato subito l’iscrizione.
Perché se devo usare il mio tempo per confrontarmi non voglio farlo con gente con le fette di salame sugli occhi che è lì ad attendere l’apocalisse monetaria senza nemmeno avere una mezza idea sul cosa fare dopo.
Io preferisco ragionare in modo un po’ più razionale: il sistema di oggi è questo, voglio capirlo bene e capire anche quali sono le conseguenze delle azioni di chi ci comanda.
Poi può interessarmi anche pensare ad altri sistemi, completamente nuovi, che si possano mettere in atto.
Ma la cosa più stupida che si può fare è stare in un sistema e pensare di essere in un altro che mi piacerebbe. E’ un modo idiota per cacciarsi nei guai.
Purtroppo chi vive la politica e l’economia come una fede non riesce a fare questo ragionamento. E per me è un limite molto grande.
Personalmente non credo che Rothbard (degli Austriaci è l’unico che mi interessa davvero, sinceramente, perché è l’unico che ha capito che libertà e Stato non vanno mai d’accordo, qualunque sia lo Stato) si immaginasse un mondo Darwiniano, penso più che pensasse, come me, che tra privati ci si aiuta più facilmente che passando tramite uno Stato.
Ma forse è perché lo leggo con la lente di Bakunin.
Alla fine il libertario più sincero mi sembra Leonardo Facco, qui da noi.
Concordo. Una conferma della validità principio è il ritorno dei giovani all’agricoltura, un settore (forse uno dei pochi) che, nonostante la crisi, sta registrando una crescita sia in termini occupazionali che di produzione.
@Marco Tizzi
@LucaS
Conosco madri indaffaratissime a prendersi cura dei figli piccoli e delle questioni domestiche, teenager che a scuola si annoiano a morte e ingurgitano nozioni solo per non essere bocciati, vedo ovunque gente in fila che guarda nervosamente l’orologio, so di persone che per qualsiasi necessità si fanno accompagnare perché il taxi è troppo costoso, noto persone che strascinano su per le scale pesantissime borse della spesa, per non parlare di chi rinuncia a chiamare un elettricista o un idraulico spaventato dai costi. Ma sento anche parlare di acquedotti bucherellati, di dissesto idrogeologico, di edifici non coibentati, di scuole e ospedali a rischio sismico, di ingorghi stradali frequenti…. Questo solo per fare degli stupidi esempi di esigenze di servizio a cui il mercato deve ancora venire adeguatamente incontro.
Ma ancora: chi poteva immaginare a fine ottocento che i parchi di divertimento diventassero così grandi e diffusi, o che i villaggi turistici e le spa si moltiplicassero in tutto il mondo, o che le persone che viaggiano in aereo sarebbero state così tante, o che l’industria cinematografica avrebbe impiegato così tante persone?
E tutto questo è niente di fronte alla opportunità che arriveranno dal settore sanitario una volta che sarà finalmente liberato dal monopolio di stato.
E poi, chiaramente, finché il mercato del lavoro resta ingessato e finché la burocrazia continua a inventare lavori inutili e pensioni ingiustificabili, sarà difficile trovare qualcuno disposto a portarti la spesa su per le scale, ma la bisboccia dei parassiti per forza di cose dovrà ridimensionarsi.
Non posso essere sicuro che vi stiate sbagliando, ma la stragrande maggioranza delle previsioni pessimiste di questo genere fatte in passato sono state smentite dai fatti e io, pur sforzandomi di capire, non vedo perché mai oggi non dovrebbe essere così.
ps: Massimo, mi riservo di leggere il libro che mi hai consigliato. A te, se non lo hai già fatto, ti propongo di leggere The Rational Optimist di Matt Ridely.
non massimo, Luca… scusate
ho capito, siamo in campagna elettorale e abbiamo almeno 4 candidati premier “la passione si sente”!
Egr.Gerardo Coco,
se lei estraeva il passo:” Come possiamo constatare, Goethe era angustiato dallo stesso problema che oggi angoscia molti di noi: perché l’arte deve veicolare così tanta spazzatura? Perché il cinema deve ridurre questa nostra Italietta ad un grottesco ammasso di imbecilli? Perché non si usano i media per educare ma per dis-educare. L’ironia, la satira deve essere intelligente e stimolante, non fine a se stessa. I programmi spazzatura della tv, oggi mirano solo ad uno scopo: “audience”. Quanti talenti mal impiegati; quante intelligenze volte alla distruzione più che alla edificazione di un mondo migliore; quante bravure sciupate; ma soprattutto quanta moralità distrutta in nome del dio denaro. Da tutto ciò non poteva che nascere violenza a tutti i livelli, perché la spazzatura mediatica muove gli istinti e atrofizza la ragione. Persino i comici sono violenti: hanno fatto dell’insulto la sola unica arma per far ridere; usano le parolacce perché sono a corto di argomenti; fanno pessime imitazioni di personaggi famosi le cui imprese sono spesso quotate in borsa, arrecando loro gravi danni economici; prendono in giro persino i capi delle religioni (soprattutto le miti), cercando di dare così la spallata finale a quel poco di freno rimasto alla folle corsa di questa società occidentale verso il vuoto assoluto. Nessuno più si pone dei limiti. Per la stragrande maggioranza degli occidentali, democrazia significa poter fare tutto quello che passa non per il cervello, ma per i piedi. Che pena! “Ah, se si potesse trasfondere nella massa un sentimento di simpatia per tutto ciò che è umano, se si potesse accenderla, scuoterla con la rappresentazione della felicità e dell’infelicità, della saggezza e della follia e anche della stupidità e della stoltezza, se si potesse imprimere un moto puro, libero, vivo alla sua anima intorpidita!” (Id. pag.639). Grande, grande Goethe. Sagge parole.” non ne avrebbe ricavato un maggior senso?
Concludere con Madoff, lo ritengo il colmo dell’ironia, chissà in che cesta, questi, avrà deposto i suoi guna.
Complimenti per il titolo.
,
la “sig.ra” condivide il suolo con Ghoete non certo la “statura”, lei si permette d’esternare ciò che gli altri popoli europei le consentono.
Alcuni italiani deridono Silvio quando la definisce culona, gli stessi non battono ciglio ad ogni invettiva stralare da lei lanciata.
Ad ognuno il suo.
@Massimo74 ,
lei è a conoscenza che abitualmente condivido le sue riflessioni, però non capisco il suo scambio con Giovanni Legge, dal momento che lei e quest’ultimo non potete avere contezza diretta degli accadimenti di cui vi accappigliate.
La storia narrerà che Giulio Andreotti, Giovanni Agnelli, Mario Monti e molti altri sono stati insigniti dell’onorificienza della senatorialità a vita, dal canto mio gli avrei confinati nella Guyana francese, chi sarà nel giusto per i posteri?
@Marco Tizzi ,
che Leonardo Facco sia un libertario come minimo è esilarante.
@Mike ,
dove l’ha letto? Forse su “Topolino”?
X Claudio P
1) Forse ho sbagliato a mettere questo concetto in fondo e non all’inizio perchè è esattamente la risposta al tuo commento: io non discuto che ci siano un sacco di beni e servizi che la gente vorrebbe o vorrà in futuro e dunque potenzialmente un numero enorme di persone impegnate a produrli… la domanda infatti è tendenzialmente infinita, su questo sfondi una porta aperta con me! Il punto vero è un altro e molto semplice: quelli che desidererebbero l’i-esimo nuovo servizio hanno o no i soldi per pagarselo? Se decine di milioni di persone vengono espluse dall’economia perchè improduttive da dove viene la domanda per questi nuovi servizi? Non la domanda teorica ma quella vera e propria: la gente che quel servizio te lo paga!
2) Poi c’è anche un altro problema: molte delle mansioni che dici tu, ammesso che trovino una domanda adeguata, hanno un valore aggiunto bassissimo che è largamente insufficiente per chi dovesse fare quell’ipotetico servizio a mantenere il tenore di vita che ha adesso…. Ergo il problema rimane: un sacco di gente consuma più capitale di quello che crea e qualcun altro (ma molto molto pochi, molto meno di oggi) deve pagare la differenza….
3) Ultimo punto: alcuni degli ipotetici nuovi lavori di cui mi parli sono solo sulla carta.. Esempio: tu dici che oggi la gente ha poco tempo e quindi potrebbe pagare altri per fare certe cose.. in realtà quella stessa persona perde una valanga di tempo per fare cose totalmente inutili o che possono essere fatte a condizioni molto migliori dalla tecnologia quindi quando verrà spiazzata avrà tutto il tempo per farsele da sola quelle cose… e se preferisse, come ovvio, farsele fare da altri non avrebbe i soldi per pagarli…
4) Se potrò darò volentieri un’occhiata al libro che mi hai scritto.
X Marco Trizzi
Hai proprio ragione: il filatro-capitalismo è una cosa meravigliosa! Ed è anche l’unica vera filantropia che funzioni proprio perchè usa un approccio di mercato e non ideologico come tutto il resto della cosiddetta filantropia! Non c’è nessun altro settore in cui sia necessaria l’ottimizzazione che solo un approccio market-oriented può garantire. Se la Chiesa usasse questo approccio, considerando i fondi di cui dispone, potrebbe ottenere risultati incredibili ma la loro ideologia socialistoide li accieca e purtroppo nuoce moltissimo proprio a quelli che dovrebbero aiutare.
:”La banca trae beneficio dall’interesse su tutta la moneta che crea dal nulla”
W. Paterson, fondatore nel 1694 della prima Banca Centrale al mondo, la Banca d’Inghilterra
La Banca d’Italia è una società privata, si scrive Bankitalia ha sede alle Cayman ed è controllata da i seguenti soci privati:
Gruppo Intesa (27,2%), BNL (2,83%)
Gruppo San Paolo (17,23%) Monte dei Paschi di Siena (2,50%)
Gruppo Capitalia (11,15%) Gruppo La Fondiaria (2%)
Gruppo Unicredito (10,97%) Gruppo Premafin (2%)
Assicurazioni Generali (6,33%) Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%)
INPS (5%) RAS (1,33%)
Banca Carige (3,96%) privati (5,65%)
Essa stessa provvede all’emissione stampando esattamente come fosse una tipografia, ma la moneta emessa viene da loro scritta nei bilanci tra le voci passive (potete controllare i bilanci sul sito ufficiale)
In altre parole Bankitalia mettendo nei bilanci l’emissione di moneta come passività si comporta come non fosse proprietaria dei valori monetari, difatti dovrebbe esserlo lo Stato, suo cliente, ossia noi, pèrò
Bankitalia percepisce ed intasca un interesse sulla moneta che emette quando la presta al Tesoro dello Stato e anche a terzi, comportandosi come proprietaria.
Questo è un paradosso, ripeto, un debitore (Banca che emettendo mette al passivo), percepisce un interesse su soldi non suoi, come se fosse un creditore e gli importi degli interessi non vengono versati al cliente proprietario della moneta (lo Stato), ma intascati dalla medesima banca, mettendoli in bilancio in attivo, frutto invece di partite, da lei stessa dichiarate al passivo.
Questo vuol dire che non solo si appropria di utili, che dovrebbero essere destinati ai cittadini, ma questi utili, che poi ripartisce fra i suoi proprietari (banche), costituiscono un debito addirittura per lo Stato (suo cliente) e vanno ad incrementare il debito pubblico.(noi stiamo vivendo la crisi di questo debito, sveglia!!!)
Questa situazione è stata oggetto, sia d’interrogazione parlamentare del 20.5.1995, sia di un giudizio civile promosso dal mitico bon’anima del prof. Giacinto Auriti (presidente, tra l’altro, dell’Associazione internazionale antiusura) dinanzi al tribunale di Roma (8.3.1993), nel quale il dr. Ettore Torri, della Procura della Repubblica, ammise che esisteva/esiste l’elemento materiale del reato, ma che mancava il dolo “perché è stato sempre così”.
Essendo il denaro creato dal nulla e senza copertura di nessun genere, l’unica cosa che gli da Valore è il lavoro di noi tutti che accettiamo questa convenzione basata su niente di concreto, ma semplicemente sulla sua supina accettazione, il valore della moneta nazionale potrebbe avere forse un solo corrispettivo, la somma dei beni e del lavoro prodotto da coloro che non ne sono proprietari, quindi non cittadini ma, sudditi, questa misura che a mio avviso è largamente discutibile, non univoca e difficilmente misurabile si chiama PIL, cioè esattamente ciò che produce la comunità di sudditi.
Quindi come fa chi ha il potere enorme di emettere moneta (gli è stato dato dagli alti traditori dello stato, i nostri politici) a scambiare la “carta” che lui per primo sa non avere valore in beni reali? Semplice, In una prima fase crea il debito pubblico, quando questo debito è abbastanza grande, attraverso una finta crisi di credibilità della capacità di restituzione degli stessi interessi sul debito, aumenta quegli interessi, fino al punto da renderli vicini o superiori al PIL, il giochino è fatto, ed inizia la seconda fase raccolta di beni reali, dismissioni di pezzi di stato (nostri), quote pubbliche di società, diritti di sfruttamento di risorse naturali del territorio e ovviamente più lavoro e meno risorse ai sudditi, se poi per fare questo riesce a mettere direttamente un suo uomo a capo del governo è tutto più veloce e pratico.
Un altro modo veloce usata dai banchieri per aumentare il debito e accelerare la fase 1 è quello di fomentare le guerre, in modo che gli stati si indebitino sempre più per far fronte alle spese militari e nessuna delle parti in conflitto possa avere benefici, le guerre sono dirette in modo tale che entrambi gli schieramenti, sprofondino sempre più nel loro debito . (vedi dichiarazione del 1773, Amschel Mayer Rothschild, finanziere tedesco)
Questo meccanismo infernale è stato adottato e ampliato anche con il trattato di Maastricht. Infatti secondo l’art. 105 A
1. la BCE (Banca della Comunità Europea, privata, perché di proprietà delle banche centrali che, a loro volta sono private) ha diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote. In questo modo le banche centrali controllano completamente il denaro pubblico di tutti i cittadini, ai quali si sottrae non solo il potere monetario, ma con la semplice carta straccia anche la capacità di decidere i cambiamenti della loro vita.
Voglio andare un pochino oltre … nella fase 1 che solitamente è contemporanea a un periodo di relativa crescita è benessere si fanno le modifiche di legge (vedi storia della perdita della sovranità monetaria) che preparano la successiva raccolta della fase 2 mentre i popoli vengono distratti e non solo ….., gli viene anche tolta poco a poco la capacità di fare con la F maiuscola ossia essere artefici e artisti di processi nella loro interezza, tutto viene ingigantito, spezzettato ed a ognuno viene dato un compitino inizialmente ben remunerato in modo che non si faccia troppe domande, in questo modo ci rendono ancora più vincolati alla finanza, faccio un piccolo esempio un piccolo allevatore che da, da mangiare alle sue bestie il granturco e l’erba medica che lui stesso coltiva e ricicla il letame nei propri campi, fa la macellazione e la vendita della carne prodotta in qualsiasi momento potrebbe uscire dal sistema barattando il suo prodotto con quello di qualche altro “artista/artefice” di prodotti o servizi, mentre l’operaio addetto alla macellazione, l’allevatore costretto a comperare il mangime, il lavorante nei campi di granturco o il trattorista sono tutti maggiormente vincolati.
@claudio p
Cluadio, te l’ho detto più su: non è vero che le previsioni sono state smentite, dato che lavorano molte meno persone (e molte meno ore) di 100 anni fa.
Ma soprattutto: non è vero che sono previsioni pessimistiche!
Il fatto che i lavori più noiosi, ripetitivi, spesso anche pericolosi non vengano più svolti dagli esseri umani è una splendida notizia!
Quello che cerco di dirti – e penso che Luca sia d’accordo con me – è che dobbiamo cambiare un po’ il concetto che abbiamo di lavoro.
E rendere “monetizzate” attività che oggi non lo sono.
La mia non è una critica Marxista al concetto stesso di lavoro, è una critica a quello che consideriamo oggi lavoro, che ben si riassume nelle parole di Squinzi: “un grande paese industriale non può non avere una grande industria dell’automobile”, ma può avere anziani che fanno una fatica bestia per portarsi la spesa in casa quando basterebbe un ragazzino di 12 anni per fargli fare la spesa online e fargliela consegnare alla porta.
@LucaS
corriere.it/cronache/12_giugno_29/angelo-invisibile-milano-schiavi_b8b28f6c-c1a8-11e1-8b65-125b10ae7983.shtml
Questo è il modo giusto!
Allora, Marco dice “NON c’è domanda. Non c’è perché siamo pieni, abbiamo la pancia gonfia”. Ma tu, come me, non condividi questa affermazione.
Però tu dici: l’automatizzazione abbassa i costi, ma dai “nuovi” disoccupati che si creano non ci si può aspettare uno stimolo alla domanda tale da favorire nuovi servizi e nuovi lavori per tutti.
Sai bene che quanto dici è diametralmente opposto alle tesi di Adam Smith (e derivati): se l’automatizzazione di cui sopra, libera contemporaneamente risorse economiche e risorse umane, questa non è di per sé una cattiva notizia, non significa che il progresso economico si sta arrestando, anzi! Al di là della distorsione causata dai burocrati, la cosa più probabile è che l’economia proseguirà nella direzione di una maggiore suddivisione del lavoro e della fioritura di tutta una serie di nuovi servizi attualmente inimmaginabili. Io porto il tuo cane a fare i bisogni e tu mi inventi un telefonino che soffiandoci sopra controlla la glicemia: è un modo per dire che non sta certo a me difendere Adam Smith 😉
Per quanto riguarda la filantropia: se proprio tasse dev’essere, perché non posso decidere io a chi e per quale causa devolverle? Perché quel 5 per mille non può diventare gradualmente un bel 80%?
@claudio p
Non c’è domanda… per il concetto di lavoro attuale. Non c’è domanda di ciò che viene attualmente offerto dal mercato.
Purtroppo i lavori per i quali ci sarebbe domanda sono antieconomici, al momento. L’idea è quella di renderli economici. Come? Probabilmente basta la detassazione. Anzi, ne sono quasi certo.
Ma soprattutto deve FINIRE l’idea del monopolio statale sulle attività “sociali”. Perché oggi tutto il “sociale” monetizzabile passa attraverso lo Stato. Ai cittadini resta la parte volontaria, che funziona bene, ma non crea ricchezza monetaria.
Sì, sono d’accordo assolutamente con te: quel “8 per mille” deve permeare il concetto di Stato sociale. Però la sua moltiplicazione deve corrispondere ad un riduzione del restante 65% abbondante, altrimenti finiamo ancora più cornuti e cazziati: nutriamo la bestia e ci paghiamo la filantropia a parte.
A un certo punto rischia che magari ci giren i ball.
Non sono un grande fan di Adam Smith, secondo me John Nash alla fine ha visto molto più giusto: non è l’ottimizzazione della propria soddisfazione dei desideri ad essere il motore dell’economia, bensì la soddisfazione dei propri desideri E dei desideri di chi condivide la società con noi.
Di questo stiamo parlando: bisogna ragionare sempre contemporaneamente in termini di “io” e “noi”, cosa molto difficile per un individualista come me, perché altrimenti il mio orologio-smartphone che misura la glicemia e la pressione sanguigna finisce che nessuno ha i soldi per comprarlo! 🙂
X Marco
D’accordissimo sul cambiamento del concetto stesso di lavoro… mi chiedo però come potrà avvenire dato il contesto in cui ci troviamo e credo, ci troveremo, anche tra 20-30 anni: globalizzazione, moneta fiat, stato che si ingigantisce sempre di più, boom and bust continui ma quel che è peggio perdita di consapevolezza e deresponsabilizzazione di sempre più persone che pensano che tutto gli sia dovuto senza voler fare il minimo sacrificio ecc..
Bellissima la storia che mi hai postato… mi chiedo come sarebbe se davvero i soldi delle tasse venissero usati per aiutare DIRETTAMENTE chi ne ha bisogno anzichè mantenere un sacco di statali… Anche nella mia realtà ho visto con i miei occhi che sono soprattutto i volontari privati che tengono in piedi l’assistenza ad anziani e bisognosi e probabilmente si andrà sempre più in questa direzione… esattamente quello che hai scritto tu!
@LucaS
Bisogna vedere se salta il banco, Luca.
Il problema è che oggi è difficile una previsione a 20 giorni, figuriamoci a 20 anni… 🙁
L’essere umano ha dimostrato nella storia di essere capace di inaudite follie: può succedere di tutto.
Anche che, magari, questa volta decida di fare la cosa giusta e rinunciare a farsi mettere i piedi in testa.
@Giorgio Andretta
Perché dice così di Facco?
Non lo conosco da molto, ma i pezzi sul suo blog mi sembrano molto centrati. E sinceramente il programma del movimento mi pare il migliore del giro, per quanto forse sarebbe un voto a vuoto con le nuova legge elettorale “alla tedesca”.
Merkel: ha detto una cosa agghiacciante. Non è la prima, anzi con la campagna elettorale in arrivo ne dirà di tutti i colori.
Chissà cosa ne pensano i suoi tanti fan italiani…
@John Law
Ti sbagli.La legge Smoot–Hawley è entrata in vigore il 17 giugno del 1930 (quindi sotto la presidenza del “liberista” Hoower), quasi un anno dopo il crack della borsa di wall street.
@Massimo74
Davvero, le tue informazioni sono errate. Ora sono con il cellulare e non posso darti il link ma vai sul sito dell’Economist e cerca “The Battle of Smoot–Hawley”. Il Percorso della Legge iniziò mi sembra di ricordare già nel 1928, ma di certo uno dei motivi che portarono all’avvitamento negativo in borsa nel martedì nero fu proprio il diffondersi della notizia che il Presidente non avrebbe posto il veto sulla Smoot–Hawley. Comunque non ho intenzione di proseguire oltre in questa polemica. Saluti.
@Marco Tizzi
La mia auto ha quasi vent’anni quella di mia moglie 12 sono anni che non vado in vacanza, non vado al ristorante, è diventato un lusso e compro l’abbigliamento indispensabile nei saldi di fine stagione, non vado oltre la lista di una riduzione di consumi non volontaria ma forzosa potrebbe continuare. Ho un rettido medio che fina 10/15 anni fa mi consentiva un tenore di vita dignitoso oggi non replicabile. Oggi non si consuma perchè mancano i soldi. L’eccesso di capacità produttiva è inferiore alla perdita di potere d’ acquisto della moneta. Se avessi i soldi e come me tanti italiani cambiarei la macchina, forse qualche mobile e mi farei un viaggetto, prova a moltiplicarlo x qualche milione di itaiani e vedrai se non parte la locomativa. Livelli di produzione maggiore dovrebbero essere acompagnati a prezzi al consumo inferiori allo stesso tempo dovrebbero causare un aumento reale dei salari e non solo nominale HENRY FORD.
@Andrea
L’unico modo perché tu abbia più soldi è ridurre le tasse.
E sono d’accordissimo nel farlo, figurati.
Solo che, a meno che tu non voglia cambiare l’auto tutti gli anni e farti una vacanza al mese e riesca a guadagnare abbastanza, questo non basterà.
Perché la capacità produttiva è infinitamente superiore alla perdita di potere d’acquisto. Ma proprio su un’altra scala.
Una fabbrica automatizzata oggi può produrre con quattro persone quanto 30 anni fa produceva con 400.
Ma non mi si fraintenda: la riduzione della tassazione sul lavoro è assolutamente necessaria. Solo che non basta.
Anche perché per ognuno nella sua situazione ci sono tanti, come me, che l’auto non la cambiano finché non è completamente defunta, indipendentemente dal reddito.
@Andrea
E comunque: questa storia che una produttività maggiore riduca i prezzi al consumo è una barzelletta.
Le aziende sostituiscono il personale con le macchine, che significa capitale, che ha un costo importante. Ma soprattutto far lavorare le macchine invece che gli uomini ha il grande vantaggio che quando scende la domanda gli impianti si possono fermare e farli ripartire quando la domanda torna.
Ha visto per caso cali di prezzo sostanziali da quando non si vendono più auto?
No.
Perché è più conveniente spegnere gli impianti che abbassare i prezzi.
Dura e maledetta verità, facciamocene una ragione.
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perchè non lo ritengo libertario e quindi anarchico o per meglio dire acrazico, posso sempre sbagliarmi, nessuno è perfetto, ma quando leggo le sue proposte o le sue riflessioni non riesco ad evincere niente che mi riporti ai lemmi sullodati.
Le chiedo un favore; se non vuole consultare Wikipedia alla voce anarchia, per un certo snobbismo, compulsi un qualsiasi dizionario della lingua italiana alla stessa voce e ne concluda l’accezione, poi ne potremo discettare.
Lei scive in un commento più sopra:”…cosa molto difficile per un individualista come me.”, non dovrebbe essere così dal momento che si è gia definito, in altre occasioni, anarchico.
E’ in generale il concetto di destra e sinistra, politicamente parlando, che è equivocamente errato, infatti si definisce estrema destra FORZA NUOVA, da far scompisciare dalle risate.
Nel parlamento italiano, sin dalla sua fondazione, non è mai satata presente formazione politica che si potesse definire di destra, solamente il già PLI ne era un barlume particolamente sbiadito, nessuno dei parlamentari si è mai dichiarato individualista come ha fatto lei, anzi, per qualsivoglia ragione, si sono sempre schierati per il bene comune, a parole.
Epitetare come fascista, da parte di un individuo che si rifà alla sinistra parlamentare, un suo supposto avversario politico è come sputare contro-vento.
In buona sostanza la destra nelle istituzioni italiane NON esiste, anche perchè essa è rappresentata da Cristo che, a Suo dire, è venuto come la spada a dividere il fratello dal fratello e non ad unire.
Pacatamente e senza avviarsi in guerre di religione tutta la sinistra e quindi quasi completamente la società italiana si deve definire nicolaita, lo stesso vocabolario del nostro idioma quando vuol definire qualcosa di maligno, torvo, oscuro, proditorio, ecc. usa il termine: SINISTRO.
A rileggerla.
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è una mia opinione, per me il soggetto in questione non è ne libertario, ne anarchico ne tanto meno acrazico, mi posso sempre sbagliare, nessuno è perfetto.
Mi permetta di consigliarle la compulsione di Wikipedia alla voce anarchia, ma se per un malinteso snobbismo non le va di farlo, può sempre consultare un qualsiasi dizionario della lingua italiana, sempre alla stessa voce.
Poi potremo discettare sul suo “individualismo” che ritengo sano, altra cosa è sconfinare nell’egolatria.
Chi ha maturato l’IO obbligatoriamente ricade nell’anarchia, coloro che ancora sono guidati dall’anima collettiva si riconoscono nel socialismo.
Benito è figlio di questa visione politica, solamente per non essere confuso ha usato un’altra accezione e cioè fascio, sempre di collettività si tratta!
Quindi nel parlamento italiano esiste solo la sinistra, intesa politicamente, e coloro che non riconoscono come appartenente a quest’area FORZA NUOVA, dovrebbero frequentare i corsi del maestro Manzi.
La destra(politica) è rappresentata solamente dagli anarchici.
A rileggerla.
Egr.Marco Tizzi,
nel mio precedente commento non ho indicato link con htpp// od altro ma è sparito, il successivo è in attesa di moderazione, ma desideravo integrarlo con il pensiero gnostico e cioe:”..gli gnostici identifichino un carattere fondamentalmente corrotto di tutte le imprese ed istituzioni umane: il tempo, la storia, i poteri, gli stati, le religioni, le razze, le nazioni …” (The Gnostics, pag 24.)
@ un po tutti
Per ClubMed/Italia, nel breve termine, aumentare produttivita’, senza ridurre occupazione o senza forte deflazione dei salari, mi sembra assai difficile. Si potrebbe provare con una Smoot-Hawley casareccia…:)
Poi l problema produttivita’ sembra essere soprattutto nei settori servizi o nella componente servizi dove la parte qualitativa e’ importante.
Non andremo mai da nessuna parte finche’ non e’ possible licenziare il giorno dopo chi in un call center attacca il telefono al cliente o non risponde perche’ in pausa pranzo…..non e’ solo problema di machine e produzione software…magari…..Oppure quando il sito delle FS si blocca nel week-end o sugli aerei Alitalia non e’ spesso ancora possible scegliere il posto sul volo….Anche su Air Malawi e’ possible…
@Andrea
Una delle favole più ricorrenti che gira in l’Italia e nelle menti degli italiani è il ruolo determinante dei consumi per la crescita economica .Niente di più falso.Il vero motore di un economia sana e sostenibile è dato dal risparmio;il risparmio investito in progetti imprenditoriali ad alto valore aggiunto, i quali sono tali se incrociano un alta produttività del lavoro.Il problema dell’italia è proprio la mancanza di investimenti dovuta alla erosione di una sempre maggiore quota di risparmi, i quali vengono confiscati da una tassazione sempre più predatoria a danno delle classi produttive del paese al fine di beneficiare clientele politiche, corruzione, privilegi, voto di scambio,ecc (lo scandalo laziogate è solo l’ultimo di una lunga serie che dovrebbe far capire a tutti a cosa realmente servono le tasse che paghiamo).Se si vuole rimettere in moto il meccanismo inceppato da anni non c’è che una soluzione: ridurre drasticamente la spesa pubblica e la presione fiscale (sopratutto sulle imprese) in modo da aumentare la quota dei risparmi privati e rilanciare così gli investimenti produttivi, vero motore della crescita del PIL.
@Massimo74
Concordo sulla tua analisi. Il consumo viene dopo gli investimenti, è la parte ultima del risparmio che deve essere utilizzata, esattamente il contrario di quello che è stato fatto, che si continua a fare e si continua a professare.
il bene è bene solo x i buoni
Detto Gnostico
@Giorgio Andretta
Condivido le sue sul concetto di destra e sinistra.
Non ripudio, anzi lodo, Wikipedia che infatti ben spiega il conetto e le sfumature dell’anarchia, soprattutto nella sua versione inglese.
Quando usa il tasto “cita” su una risposta, va in moderazione, immagino perché includa nella citazione “@ qualcosa”
@Giorgio Andretta
Quando usa la funzione “cita” in un messaggio che è una risposta finisce in moderazione (non mi chieda perché).
Basta cancellare la parte che rappresenta la risposta (tipo “a href=”#comment-xxxxx”>@Giorgio Andretta</a")
@Giorgio Andretta
Non disdegno, anzi lodo Wikipedia, soprattutto nella sua versione inglese, non per snobismo, ma per completezza.
Infatti la stessa spiega molto bene le varie sfumature all’interno della “grande famiglia” anarchica e in particolare la differenza tra gli anarchici individualistici e gli anarchici collettivistici.
Ma queste sono divisioni fondamentalmente immaginifiche perché si pongono il problema “cosa succederebbe se togliessimo lo Stato e vivessimo da uomini liberi?” le varie risposte a ben pensarci possono essere anche tutte valide a seconda dell’area geografica, dell’epoca, delle possibilità tecnologiche e dell’interesse del singolo.
La parte importante è la premessa.
Ergo per me essere anarchico significa semplicemente che rifiuta il leader, il capo, il governante o, per dirla più schietta, il padrone. Perché questo oggi è lo Stato: un padrone (cosa che comporterebbe alcune interessanti disquisizioni sul concetto di lotta di classe).
Personalmente sono un individualista, ma consapevole che in economia l’individualismo non funziona (cfr. J. Nash come di cui sopra).
Quindi razionalizzo e sposto l’obiettivo: è necessario fare a meno del padrone E trovare un equilibrio inter pares per far sì che esista un qualche tipo di “solidarietà” tra uomini liberi.
La parte difficile è la prima, non certo la seconda, soprattutto in una nazione, quella italiana, che comunque da sempre è abituata a far fronte con le proprie forze alle carenze dello Stato.
@Massimo74
Il problema, Massimo, è che i risparmi sono un motore di crescita quando c’è un sistema bancario che fa anche solo decentemente il suo lavoro.
Ho il timore che non sia il caso dell’attuale sistema, non credi?
Clientelismo e corruzione non sono, purtroppo, prerogative dello Stato. O meglio, lo sono, però dobbiamo considerare che il sistema bancario fa parte dello Stato, è privato solo per finta.
Lo dimostra la leggina ad hoc con cui il nostro governo tecnico ha scritto papale-papale che lo Stato salva sempre le banche, cancellando con un paio di righe il concetto stesso di capitalismo.
@Marco Tizzi
Il fatto è che questo sistema bancario a riserva frazionaria con banca centrale monopolista del credito, rappresenta una delle cause (anche se non l’unica) della distruzione del risparmio, essendo un sistema intrinsecamente inflazionistico.Inoltre la monipolazione al ribasso dei tassi di interesse operata dalle banche centrali ha anche l’effetto di alimentare le bolle finanziarie provocando continui cicli di boom e bust che rendono instabile l’economia.Per questo tutti gli economisti che fanno riferimento alla scuola austriaca (compreso il senatore Ron Paul che a tal proposito ha pure scritto un libro intitolato “end the fed”) chiedono l’abolizione delle banche centrali e il ritorno ad una moneta onesta e non inflazionata (o comunque inflazionata molto meno).
@Massimo74
Questo dicevo 😉
Ma… per ora il sistema questo è: banca centrale, riserva frazionaria (che in Europa ha una riserva indecentemente bassa, al 1%), tassi tarocchi e spruzzo di denaro ovunque.
In questo sistema il risparmio conta poco.
@Piero from Genova ,
peccato che non ci siano!
@Marco Tizzi ,
la ringrazio delle indicazioni, per il resto ricevo.
L’unica integrazione al suo ragionamento staziona sullo scavalcamento dei limiti imposti da questo tipo di stato che non si limita a farla da padrone ma cade mani e piedi all’interno dello schiavismo, infatti decide anche della vita di ogni cittadino.
Proporrei perciò, dato che stiamo usando il mezzo che ce lo permette, di comporre un idem sentire anarchico per propalarlo alla cerchia di persone che gravitano in questo blog.
Evolvere per formulare il proprio pensiero e manifestarlo, anzichè introiettare ciò che dall’esterno ci viene proposto, un esempio di quest’ultima affermazione stalla sulla continua ripetizione dei medesimi concetti da parte di molti ospiti.
Ad majora.
@Giorgio Andretta
Caro Giorgio,
lei si imbatte in due dei tre grandi problemi dell’anarchia:
– non credendo l’anarchico vero nel concetto di rappresentanza, finisce che non si presenta mai alle elezioni;
– non credendo l’anarchico vero nell’esistenza del supremo che tutto sa, finisce che non fa mai proselitismo.
Si spera che un dì l’umano vivere ci arrivi da solo.
Ma ha ragione lei, è speranza vana.
P.S.
Il terzo è che solitamente lo Stato non vede di buon occhio l’anarchico e tende ad eliminarlo in ogni modo, anche gettandolo dalle finestre.
Ops! Intendevo dire che capita che a causa di un malore l’anarchico appoggiato ad una finestra aperta sul febbraio milanese finisca accidentalmente di sotto.
@Marco Tizzi ,
soprattutto gettandolo dalle finestre od in ogni dove come la “Falange Armata”.
Sono fermamente convinto dell’ottimo stato di salute che gode l’anarchico.
Articolo bello ed esilarante con le citazioni di Einstein.
Da sottolineare il fatto che non sono i consumi a far crescere l’ economia ma quando cresce l’ economia tramite aumento di produzione e produttivita’.
Aggiungerei il fatto che l’ economia non puo’ crescere all’ infinito. Le persone dovrebbero avere ben chiaro questo inevitabile fatto.
p.s.
Io avrei un’ idea simpatica, forse ridicola: dopo un periodo di crescita, provocare una decrescita artificiale controllata, durante la quale tagliare le spese, le inefficenze, ripristinare le risorse naturali e l’ economia reale.