Tirannia fiscale, John Locke e diritto di appello al cielo – di Aldo Canovari
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Aldo Canovari.
I drammatici episodi di questi ultimi mesi, che hanno visto reazioni esasperate di cittadini annientati dal fisco (cosa mai verificatasi in 150 anni di storia del nostro Paese), attestano la dissennatezza di una politica fiscale che ha superato ogni limite di ragionevolezza e di tollerabilità.
Questi eventi rendono ancora più scoperto un altro aspetto odioso della politica dei nostri governanti i quali (trattasi di senatori a vita, parlamentari, grandi manager, grandi professionisti titolari di redditi e prebende annui superiori da 50 a 100 volte i redditi dei comuni cittadini) sono lontani mille miglia dalla realtà e non comprendono o sono indifferenti ai problemi di chi lavora davvero e produce.
Governanti che motivano le sempre più devastanti rapine fiscali con il pretesto dell’evasione, pretendendo di convincere il popolo che quella sia la causa del dissesto nazionale.
Risibile e ipocrita motivazione: le cause vere del dissesto dei conti pubblici sono gli sperperi perpetrati da quei circa 500.000 superprivilegiati del parlamento, governo, organi costituzionali, burocrati, amministratori di apparati pubblici e parapubblici, e delle loro clientele, che vivono alle spalle di chi lavora e produce ed è costretto a subire la confisca dei propri redditi e risparmi.
Pur ammettendo che esistono soggetti irriducibilmente refrattari al dovere di contribuire alla collettività attraverso la tassazione, è ragionevole pensare che la massima parte dei cittadini è ben disposta ad assolvere al proprio dovere.
E solo tre circostanze possono indurre questa grande maggioranza di essi, a venir meno al loro obbligo:
- la constatazione indiscutibile che le tasse da essi pagate non vengono spese nell’interesse della comunità, ma finiscono nelle tasche di quegli stessi che le istituiscono (i superprivilegiati di cui sopra);
- l’eccesso di tassazione e la materiale insostenibilità del carico tributario;
- l’illegittimità della tassazione la quale consente al fisco di fondare le sue pretese su presunzioni arbitrarie, relative e assolute (redditometro, spesometro, art. 32, primo comma, n. 2, dpr 600/1973…) le quali configurano il contribuente come evasore fino a prova contraria, prova che è il più delle volte prova negativa e quindi probatio diabolica, e quindi di avvalersi di pratiche sostanzialmente estorsive che violano il precetto costituzionale della capacità contributiva.
In Italia queste tre circostanze si sono verificate in pieno.
Non solo, ma c’è di peggio, ad esse se n’è aggiunta un’altra: il governo Monti, non solo non ha adottato come prime misure quelle dei tagli agli sperperi, ma per prima cosa ha addirittura aggravato pesantemente il carico tributario per coloro che lavorano, producono e già pagano: un carico che sta letteralmente schiacciando i contribuenti.
E allora, solo l’insolente malafede di chi ci governa (infatti non è pensabile si tratti di semplice idiozia) può scandalizzarsi se numerosi cittadini, non di certo “evasori ostinati e inguaribili” o mafiosi e criminali, minacciano di non esser più disposti a subire tali soprusi.
Insolente malafede che consente a questi superprivilegiati di continuare bellamente a confiscare redditi e risparmi (l’IMU non è che un esproprio del risparmio investito in immobili) dei cittadini comuni, guardandosi bene dal fare quel che avrebbero dovuto come prima cosa: cancellare i propri scandalosi privilegi e quelli degli innumerevoli parassiti insediati negli apparati statali e parastatali.
Questa dissennata, immorale, politica fiscale sta uccidendo il nostro Paese e sta sempre più creando le premesse per una rivolta di popolo, poiché, come splendidamente si esprime John Locke: “i cittadini hanno il sacrosanto diritto di appellarsi al cielo ogni qualvolta non c’è altro rimedio contro i soprusi del governo”.
Possiamo fare tutti un bel copia incolla di questo articolo sul modulo che si trova nei “contatti” di governo.it?
Gli italiani chiaccherano , gridano ma poi ….. Stavolta le pancie non sono più così piene, forse è la volta buona, organizziamoci e ribaltiamoli!
La responsabilità più grande è della Germania. Noto nell’animo dei tedeschi ancora antichi livori riconducibili alle aspre misure che toccarono loro alla fine della prima guerra mondiale con il trattato di Versailles e la nascita della repubblica di Weimar.
Le cronache di quegli anni sono fondamentali per capire meglio quello che sta succedendo oggi. Con Weimar iniziò una lunghissima catena di suicidi che riguardavano per lo più il ceto medio-basso. Solo che allora era l’altissima inflazione a trascinare il paese nella catastrofe.
Oggi si rischia che sia il troppo rigore ad annaspare paesi di economia e mentalità “mediterranea” come Italia, Spagna e Grecia.
Ancora una volta la Germania rischia seriamente di diventare una protagonista del “male” mondiale. La vocazione c’è, la tradizione anche.
Stare molto attenti.
Forse bisognerebbe ricordarsi che stanno arrivando al capolinea dopo tre anni di malversazioni, forse anche che i meccanismi sono stati progettati e avviati da Tremonti, e fors’anche che nessuno nemmeno le confederazioni industriali o artigiane o del commercio li hanno spinti (gli imprenditori, non certo i dipendenti che si suicidano) a ricapitalizzare l’azienda ma forse addirittura ad investire indebitandosi ulteriormente. Infine i loro clienti (la grande impresa) non paga meglio di quelle pubbliche che semmai da Fiat hanno imparato arrivando a superarla!
“Withholding of payment of taxes is one of the quickest methods of overthrowing a government.” – Mahatma Gandhi
… e ho detto tutto
Sempre di A. Canovari, 06-01-12, “Il 2012 sarà l’anno della Rivolta. Fiscale”:
http://www.difesa.it/Sala_Stampa/rassegna_stampa_online/Pagine/PdfNavigator.aspx?d=06-01-2012&pdfIndex=79
Basta dare la meta’ del mio lavoro allo stato! Se ho mal di denti vado da un privato per guarire subito e non per essere visitato dopo una settimanto. Basta gli anziani che vanno alle 5 del mattino a mettersi in fila autogestita dai Suoi pari per il scrostanto diritto all’esenzione pagata da una vit di contributi. Basta benzina alle stelle e indefucibile anche se la si usa per andare al lavoro! Bersani (leggi “Gargamella”) si è laureato in filosofia ha lavorato pochi anni e poi ha fatto il politico di professione (wikipedia): tutta la vita! Non 2 legislature! Io da quando avevo 19 anni lavoro e ho studiato, ho 36 anni e sono una vita che vengo vessato da uno stato ladro ( con la ” l” minuscola!!!) che vessa gli autonomi come me, che si mettono ogni giorno in discussione, mettendo sul piatto il frutto del proprio lavoro (il proprio patrimonio) e il benessere dei Suoi cari per campare questi bastardi come Casini, Bersani, Alfano, Vendola e Di Pietro ( n.b. No movimento 5 Stelle e Beppe Grillo): soprattutto un bastardo come Bersani che si atteggia a difensore dei deboli ed è il primo dei parassiti, come D’Alema, Fini, Fassino e Moglie, Casini, ecc… (ecc. = TUTTI I POLITICI DI PROFESSIONE…)! NON NE PISSO PIU’…
P.S. EGR. Dott. Giannino, Le confido che, dopo 5 anni, dopo aver dilapidato il nostro patrimonio per provare a resistere, abbiamo deciso di vendere il poco che ci resta per pagare i debiti e fuggire all’estero: grazie Visco, Prodi, Tremonti, Bersani e Monti per studi di settore con onere della prova a carico del contribuente, Imu e Equitalia!! Ora crepate da soli!
Basta Chiacchere un MILIONE di partite IVA piccoli e medi imprenditori a ROMA.
Organizziamoci sono pronto a metterci i soldi.
La proposta stessa di Monti di escludere certe tipologie di investimento per 3 anni dal conteggio del fiscal compat è la chiara dimostrazione di come ci si stia arrovellando su criteri del tutto arbitrari: regole contabili da rispettare sembrano avere più valore addirittura della vita delle persone.
Apriamo gli occhi !!!
L’economia è per l’UOMO e non viceversa.
(PS: sono sempre stato un liberista e un po’ mi ripugna questa ipotesi, ma sono anche pragmatico:
La capitalizzazione delle banche italiane è complessivamente meno di 100 miliardi di euro, ma detengono oltre il 25% del debito pubblico: nazionalizziamole, annulliamo 1/4 del debito e rimettiamo il tutto sul mercato….i valori di mercato sono talmente assurdi – quanto sopra lo dimostra immediatamente- che il valore di cessione potrebbe non discostassi notevolmente da quello di acquisto 🙂
PPS: il fiscal compact impone in 20 anni di rientrare nel limite del 60% come rapporto debito / PIL (il che, a PIL costante – il ns. addirittura scende – vuol dire avere avanzi di bilancio del 3% del PIL ogni anno). La penale per gli Stati che non si adeguano è invece dello 0,5% del PIL.
Ben lungi da me l’idea di non ridurre, nel tempo, il debito, ma farlo in un periodo di crisi europea è diabolico !!!! …..e aspettare in modo da avere dati sicuri e non effettuare tagli lineari ed iniqui xchè ci si nasconde dietro il paravento dell’urgenza è oltrettutto più oneroso !!!!
Se i “ragionieri” europei non sanno neppure fare le regole, sfruttiamo questi errori !!
Ad ogni pubblicazione, emanazione, promulgazione di legge sulla gazzetta ufficiale, la frase finale cita “.. spetta a chiunque di rispettarla e farla rispettare”. Ebbene,
dove sono i giudici? Dov’è l’indipendenza della magistratura dal potere governativo?Vorrei sbagliarmi, ma i giudici essendo anche liberi cittadini dovrebbero per “dovere morale” loro denunciare e portare in giudizio, nelle aule di tribunali i governanti di turno, che pensano ed hanno “commissariato la democrazia” , nessuno escluso. Non dimentichiamo dell’art. 1 della Costituzione, pilastro fondante della Repubblica Italiana. Altrimenti andiamocene nelle repubbliche delle banane!
Ci pregiamo di essere uno dei paesi più importanti al mondo, e siamo molto indietro nelle classifiche mondiali di crescita, civiltà, servizi, livelli di corruzione (http://cpi.transparency.org/cpi2011/results/), etc etc. E’ scontato che fino a quando non si ribalta questo stato di fatto (e la vedo molto dura) che vede gli apparati politici e statali come primi e vera causa della situazione in cui ci troviamo, così com’è questo paese non serve più a nulla!
E’ chiaro che non ci sono alternative, serve non uno scatto di civile orgoglio entro i prossimi 2/3 mesi oppure la questo bel paese affonderà insieme alla sua millenaria storia.
Bellissimo articolo. Proporrei agli organizzatori del blog di indire una sottoscrizione per acquistare spazio su un paio di quotidiani nazionali e farlo pubblicare. Verserei volentieri la mia quota, ritenendolo denaro ben speso.
Aldo Canovari, ora non so chi tu sia ma penso di informarmi e di conoscerti meglio, ti esprimo però subito le mie personalissime congratulazioni per come hai saputo esprimere quello che accade la scena della fiscalità italiana, in modo totalmente coincidente a quello che io penso e che cerco di esprimere nei miei privati contatti. Spero di seguirti e di sentirti ancora. Vorrei che con Giannino si potesse organizzare un binario su cui convogliare i più degli italiani, liberi da condizionamenti ideologici e che invece riescano a fare della “logica” la loro forza motrice. Grazie
Per la malora !Piero Giarda è dal 1981 che si occupa di spesa pubblica.Lo studioso ha presieduto commissioni in merito con Berlusconi , d’Alema , Prodi. Ha prodotto documenti , analisi ,controanalisisi ricerche, indagini, approfondimenti e deduzioni. Rirultati ad oggi maggio 2012 , il soggetto non è venuto a capo di un emerito c….nulla .(salvo crescita orecchie ) ZERO .NON SA COSA TAGLIARE ! 30 anni di paga per un cretino incapace ma promosso ministro del “non so cosa fare” ! Adesso arriva il liquidatore fallimentare di professione Enrico Bondi , giusto per confermare l’assoluta incapacità e idiozia di chi sta al governo . Il tizio col fucile a Romano di Lombardia ha sbagliato bersaglio doveva andare a palazzo Chigi !
…La natura stessa del governo e della tassazione , non importa quanto piccola o limitata , crea due grandi gruppi : i consumatori e i produttori di tasse …….il risultato dell’iniquità dell’azione fiscale del governo è quello di dividere la comunità in due grandi classi : la prima composta da coloro che pagano effettivamente le tasse e, ovviamente sopportano tutto il peso del governo e l’altra composta da chi riceve il proprio reddito attraverso trasferimenti statali dei proventi fiscali , ed è a tutti gli effetti mantenuto dal governo . L’effetto ad ogni aumento di tasse è quello di arricchire un gruppo ed indebolire l’altro . ….
Grande appello di Aldo Canovari. Tutti noi amanti della libertà di pensiero dobbiamo riconoscerci nelle sue parole! Grazie
buongiorno,
le sue parole sono di conforto per chi e vessato dall’ufficio delle entrate.
I signori che lavorano presso questo istituto, hanno una percentuale sull’accertato,
ma non hanno nessuna penalizzazione su quello che in sede di ricorso viene non accertato. Per dimostrare che le ragioni del contribuente sono reali ,bisogna versare intanto un terzo del richiesto. QUESTA E’ L’EQUITA’ CHE BEFERA MONTI E COMPANY
CHIEDANO A NOI SUDDITI CHE FACCIAMO IMPRESA……………..
buongiorno,
le sue parole sono di conforto per chi e vessato dall’ufficio delle entrate.
I signori che lavorano presso questo istituto, hanno una percentuale sull’accertato,
ma non hanno nessuna penalizzazione su quello che in sede di ricorso viene non accertato. Per dimostrare che le ragioni del contribuente sono reali ,bisogna versare intanto un terzo del richiesto.
Si trovi un avvocato specializzato, io l’ho fatto e parecchie cartelle se le sono dovute mangiare! ci sono anche sentenze chiare sull’abuso di interessi che equitalia ha fatto!
@aldo canovari
Sei un grande… però io te lo avevo detto un paio di anni fà che le banche sono figlie …..
Leggere questo articolo è consolante. Capisci che non sei solo tu a pensarla così, ma persone più addentro di te le hanno in testa e riescono ad esprimerle e pubblicarle.
Si sono daccordissimo che l’Italia non l’hanno rovinata i baristi che non hanno fatto lo scontrino, o il panettiere, o il ciabattino, ecc. Questi denari sono circolati anche se a nero, hanno ravvivato l’economia, il turismo, l’edilizia ecc. ecc..
L’Italia l’anno rovinata proprio loro, i politici, e tutti coloro che gli gravitano intorno. Sono le statistiche che essi stessi pubblicizzano a dimostrarlo. Oltre gli stratosferici stipendi, per loro stessa ammissione, ci sono 60 miliardi di euro all’anno di corruzione.
Corruzione che viene pagata con i soldi a nero, non certo con i soldi del barista o del panettiere (che inoltre devono rispettare i famosi e deprecabili studi di settore).
Il debito dello Stato Italiano si potrebbe appianare se i corrotti insieme ai corruttori restituissero il maltolto degli ultimi trenta anni.
Invece si continua a vessare sempre più i poveri Cristi che sgobbano.
Attenti signori che ci state strozzando.
Non tutti sono disponibili al suicidio, potrebbe accadere che tanti preferiscano usare altri mezzi per farvi alzare il culo dalle vostre dorate poltrone.
Se ti capita di essere convocato dall’Ufficio Entrate ti accorgi di essere dentro un ingranaggio che ti deve comunque stritolare.
Tu hai fatto di tutto per sopravvivere nella tua piccola azienda commerciale, ti sei sacrificato, hai cercato di non licenziare il tuo dipendente (dipendente che ormai consideri come un fratello) nella speranza che le cose cambino. Ma i parametri non considerano che nella contingenza attuale avresti potuto fare a meno di dare uno stipendio a quel dipendente e anche per questo motivo non sei riuscito a rimanere congruo agli studi di settore.
Il funzionario che hai davanti, dall’alto della sua sicumera e del suo stipendio sicuro, e ben sapendo che trarrà anche un ulteriore vantaggio da quanto riuscirà ad estorcerti, ascolta con sussiego le tue ragioni, ti spiega i rischi che dovrai addossarti se non troverai con lui un accordo, anche considerando che quanto dovrai pagare non è una grande cifra (sempre secondo il suo parere) e ti convince, Obtorto collo, ad accettare un accordo.
Del resto pensi: se ricorro devo versare il 30% della cifra inizialmente richiesta dall’ufficio, soldi che in caso di vittoria mia riprenderei chissà quando, dovrei pagarmi un avvocato fiscalista, in caso di insuccesso dovrei pagare il 100% di quanto richiesto con le conseguenti penalità, meglio accettare di pagare il 60% di quanto inizialmente richiesto.
Questi sono veri e propri ricatti.
Francamente mi piacerebbe che la smetteste, Giannino compreso, di accusare lo stato ladro e poi di giustificare i super burocrati e tutti quelli della piramide che gestiscono di fatto lo stato.
Parliamo di tasse.
Vi racconto una storia.
In un certo anno mi separo dal mio socio e ognuno va per la sa strada, portandosi i propri clienti.
L’agenzia delle entrate mi notifica un questionario chiedendomi chiarimenti sui motivi del minor reddito e fatturato.
Vado e spiego tutto.
Mi dicono: già che ci siamo facciamo un controllo globale.
Porto un metro cubo di documenti di originali e un metro cubo di copie.
Il funzionario spaventato di dice di lasciare tutto lì e che studierà le carte: risentiamoci tra qualche mese.
Anzi è talmente buono con me che si accontenta di lasciargli le copie e mi manda via con gli originali.
Dopo tre mesi torno all’agenzia e mi dice che non ha ancora aperto il pacco ma che appena può si studia la mia pratica. D’altra parte non c’è fretta e poi che gliene frega a lui se io la notte non posso dormire per la preoccupazione di un possibile accertamento.
Mi direte voi: se non hai niente da temere, dormi tranquillo. Di questo ne riparliamo dopo.
Dopo altri 6 mesi torno all’ufficio per chiedere notizie.
Il solito funzionario non ha ancora aperto il pacco, causa altre scadenze, ma si ripropone di farlo presto, ma mi avvisa che non è detto che mi convocherà, nel senso che se trova tutto a posto la cosa potrebbe chiudersi così.
Dopo la terza visita e la solita risposta, decido di archiviare il problema e questo perchè sono stufo di sentirmi un ladro solo perchè con apprensione vado a chiedere informazioni sulla mia situazione tributaria e quel lavoratore infaticabile del funzionario (che in verità non ho mai trovato sommerso di fascicoli).
Dopo 4 anni e 11 mesi, ricevo un accertamento tributario con il quale l’ufficio mi contesta un extra reddito di 30 mila euro, motivando nel solito modo (le spese sono queste, bla bla bla , non puoi aver guadagno meno di x.
Torno all’agenzia dove trovo un nuovo funzionario mi dice che gli studi di settore sono automatici, che non può farci nulla e che la mia documentazione non serve a nulla, anzi, è talmente ordinata che sembra falsa.
Io esco fuori dai gangheri.
Come falsa? Dove?
Non sa dirmelo, dice che è troppa e non può controllarla tutta, ma è fatta troppo bene e che comunque gli studi di settore superano qualsiasi presunzione o documento.
Mi consiglia però di fare istanza di accertamento con adesione, spiegando i motivi della inapplicabilità degli studi di settore e mi ricorda che questa istanza blocca per 90 giorni i termini per fare ricorso, cioè se al 90 giorno non mi convocano o non si raggiunge un accordo, posso fare ricorso alla commissione tributaria.
Gli rispondo che senso ha fare un’istanza e una relazione, spiegando di nuovo situazioni e circostanze che già avevo spiegato e che praticamente non avevano letto.
Insiste.
Faccio l’istanza.
Arrivati all’ottantesimo giorno senza esser convocato viene predisposto il ricorso senza data; non voglio farmi trovare impreparato.
Il funzionario mi chiama l’ottantasettesimo giorno, convocandomi per la mattina dopo, 88° giorno.
Sto un’ora a spiegargli la mia situazione, gli illustro la relazione che mi dimostra di non avere assolutamente letto.
Alla fine senza farmi un minimo di domanda o di osservazione, tira fuori dal cassetto una proposta di adesione già preparata e che quindi non teneva conto di quello che avevo detto: un accordo per chiudere con 10.000 euro di reddito in più.
Insisto che non li ho guadagnati e che se mi fa incazzare smetto di essere educato e faccio partire il ricorso.
Lui con ghigno mi risponde: e come fa a prepararlo in due giorni che le restano.
Gli sbatto sotto la faccia il ricorso già stampato e lui non si sorprende minimamente, continua a sorridere, chissà suscito la sua ilarità.
Sempre con il suo ghigno mi dice che se voglio posso fare ricorso (pensate che bontà, mi da il permesso di fare ricorso) ma la proposta da 10 mila euro decade automaticamente e quindi si continua a discutere sui 30 mila.
Gli dico che non se ne parla.
E qui viene il bello.
Mi dice: preferisce pagare su 10 mila e chiudere la situazione oggi o fare ricorso e avere l’incubo del ricorso fermo restando che anche se fa ricorso io le notifico comunque una cartella pari ad un terzo dell’importo richiesto da pagare entro 60 giorni; quindi paga su 10 mila e chiude o fa ricorso e paga 10 mila lo stesso?
Un circuito infernale, quel ghigno me lo ricordo ancora; attilio befera quando parla in tv ha lo stesso ghigno.