ThyssenKrupp, 5 anni dopo
Esiste un Caso ThyssenKrupp. L’amministratore delegato di una multinazionale tedesca con cognome tedesco viene condannato per omicidio volontario “con dolo eventuale” a 16 anni e mezzo di reclusione per la morte di sette operai impiegati in uno stabilimento italiano. È un unicum a livello italiano, europeo e mondiale, una sentenza epocale paragonabile forse alla condanna a sei anni di carcere per i sismologi che non hanno previsto il terremoto de L’Aquila. Sentenze come queste hanno poco a che fare con il comune senso di giustizia, lo dimostra la reazione di umana solidarietà con cui i familiari delle persone coinvolte accolsero l’attuale ad Marco Pucci, quando a poche ore dall’accaduto l’allora consigliere delegato al marketing si recò presso quello stabilimento mai visto prima. A lui sono stati inflitti in primo grado 13 anni e mezzo di reclusione. Oggi ricorre il quinto anniversario da quei tragici fatti, e lo stabilimento di Torino non esiste più.
C’è una giustizia giusta e una emotiva, ce n’è una di testa e una di pancia. La morte di uno, sette o cento operai per un incendio divampato sul luogo di lavoro è un evento funesto, deprecabile, perché non dovrebbe accadere, mai. L’incendio che divampo’ nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 sulla linea 5 dell’acciaieria di Torino doveva essere evitato, ma da qui a ritenere, come hanno fatto i magistrati in primo grado, che i dirigenti avrebbero “cagionato” quelle morti omettendo di adottare misure idonee alla prevenzione e alla protezione dagli incendi, passa una bella differenza.
Possiamo veramente ritenere che Harald Espenhanh sia l’omicida volontario dei sette operai? Possiamo veramente ritenere che su Pucci (delegato al marketing all’epoca dei fatti) o su Priegnitz (responsabile Amministrazione e finanza) ricada la responsabilità di un omicidio colposo? Consentitemi di dissentire da una tale ricostruzione. Ad oggi, mentre riprende il processo in appello, le linee produttive dello stabilimento torinese, a cinque anni esatti dall’accaduto e a dispetto della sostanziale concordanza tra accusa e difesa sulla dinamica di quei tragici fatti, sono ancora sotto sequestro e non si capisce il perché. In questo modo però viene impedito il trasferimento di quelle linee a Terni, con un grave danno economico per l’azienda (che ha investito milioni di euro in quella regione) e per l’intero indotto.
Il Caso ThyssenKrupp va ben al di là di Torino e tocca uno dei nervi scoperti della competitività del Paese. Sentenze come questa offrono forse la shakespeariana “libbra di carne” alla folla agognante giustizia, ma non rendono giustizia a nessuno, né alle vittime né ai sopravvissuti. Riescono invece in modo formidabile ad instaurare il clima del terrore nella caccia a quello che un tempo era il padrone capitalista e oggi è diventato l’assassino volontario.
Coglione non ci vuole un genio per capire che in uno stabilimento dove coli acciaio fuso se non prendi le dovute misure di sicurezza (per meri e biechi calcoli di profitto) prima o poi ci scappa il morto. La condanna è sacrosanta.
che bel commento intelligente.
Il c.d. “dolo eventuale” è stato letteralmente “inventato” dalla giurisprudenza. Lo ritengo da sempre una forzatura del concetto di dolo quale elemento soggettivo del reato espressamente e tassativamente previsto dal codice penale. Nella fattispecie, trattasi di colpa (gravissima), non di dolo. In questo Paese si è persa la certezza del diritto e bisogna avere il coraggio di dirlo.
Non vorrei che il De Sanctis fosse un sindacalista CGIL ! il suo bel paese è grazie al sindacato il paese dove l’operaio è il meno pagato, con la minor crescita, la più alta disoccupazione, Ma non con il più alto nr. di incidenti, anzi, che comunque sarebbero anche competenza di chi si dovrebbe preoccupare più dei lavoratori che della propria carriera politica. Per questi reati i sindacalisti e i comunisti dovrebbero essere condannati all’ergastolo.
Che pazienza, Annalisa…
Allora, se vuole ci mettiamo a dibattere di dolo eventuale e colpa cosciente. Ma ci facciamo 2 palle…
Lo stabilimento Krupp sta come sta soprattutto perchè la produzione dell’acciaio, soprattutto in Europa, è in enorme crisi.
Non c’è nessuna meravigliosa nuova vita a Terni, si informi. Anzi.
Questo Perchè tante infrastrutture son state già fatte, perchè l’edilizia residenziale ha invaso ogni spazio, perchè auto a milioni non se ne vendono più, perchè c’è furiosa concorrenza.
La scelta della proprietà fu quella di risparmiare all’osso. Sulla pelle degli operai.
A Taranto lo fanno sulla pelle di tutti.
Se per rimanere vitali come comparto industriale dobbiamo rassegnarci a condizioni “cinesi”, di cui non a caso siamo sodali ormai, allora lo si dica e lo si affermi in diritto.
Almeno il personale sarà conscio del rischio che corre quando lo assumono e deciderà di conseguenza.
Se lei è quella che credo, l’esperienza radicale, per cui la vita del diritto è sinonimo di diritto alla vita, proprio non le è servita, eh…
O tempora, o mores…
@Abate di Thélème
c’è vita su questo pianeta…
me ne compiaccio.
@Mike
Concordo pienamente. Peraltro l’omicidio colposo permette di infliggere pene severe senza dover cambiare la natura del reato commesso. Nessuno “voleva uccidere quelle 7 persone” (Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino, Antonio Schiavone), ma il disastro è stato casato da omissioni a dir poco clamorose. E poi perché non condannare per omicidio volontario anche i funzionari pubblici che hanno omesso i controlli?
Purtroppo in Italia sembrano vigere il diritto mediatico-politico e la “cavillocrazia” anziché una serena ed equa Giustizia basata sul Diritto, quello con D maiuscola. Intanto le aziende scappano e i disoccupati aumentano.
Art. 589 Omicidio colposo
Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da due a sette anni … omissis …
@Francesco_P
“E poi perché non condannare per omicidio volontario anche i funzionari pubblici che hanno omesso i controlli?” Sottoscrivo. Proprio in vicende tragiche come questa, sia ha la sensazione che, anche sul piano della responsabilità penale, operi, in via automatica, una specie di asimmetria tra lo Stato e i privati di cui parla sempre (e a ragione) Oscar Giannino. Peraltro, il caso Ilva docet. Andando avanti così, nessuno, se non un pazzo, investirà un centesimo in Italia. Il declino è davvero segnato.
Non essendo un giurista non posso prendere parte alla contesa tecnica. Se questa fosse l’argomento del post mi ritirerei in buon ordine. Poiche’ non lo e’, o meglio non lo e’ in esclusiva, faccio notare a chi lo ha scritto che la tragedia e’ stata cagionata da omissioni volontarie da parte di chi la dirigeva. Omissioni che servivano a risparmiare investimenti in una fabbrica in via di chiusura. Bene, allora, invece di piangere sul sequestro di macchinari che probabilmente a Terni non servirebbero ad alcunche’, potrebbe riflettere su come il risparmio e’ stato fatto sulla pelle di sette operai. Il furore ideologico, a volte, genera nebbia densa anche nei cervelli piu’ acuti.
@dante calzolari
E’ probabile che sia un sindacalista di Landini , in ogni caso sarà uno dei componenti della maggioranza che guidata dal vecchio comunista Bersani , governerà l’Italia per i prossimi anni , con il plauso degli antiberlusconiani di ogni estrazione , Giannino compreso .
E’ ovvio che solo un pazzo con questa politica e questa magistratura vorrà rischiare di investire un euro o un dollaro in una attività industriale in Italia.
@ Francesco_P & Mike:
non sapete che l’ acciao tarantino è come le uova alla Coop ? Sugli scaffali delle uova, alla Coop, è scritto: “mettete in frigorifero dopo l’ acquisto”, ma gli scaffali non sono refrigerati; se ne deduce che i microbi della decomposizione, prima di agire, si informano sullo stato giuridico dell’ uovo e decidono di conseguenza. Un po’ come gli inquinanti a Taranto: dal 1965 al 1995 l’ Italsider non produceva diossine, arsenico, … e quindi non inquinava; dal 1995 il perfido privato biecamente produce solo inquinanti, l’ acciao è uno scarto di lavorazione.
@ALESSIO DI MICHELE
… da mettere sotto sequestro, costringendo il Governo a fare un decreto legge che recepisca l’autorizzazione integrata ambientale perché una parte dello stesso Stato, la magistratura, si veda costretta a dissequestrare (riservandosi – e ci mancherebbe!- di fare ricorso alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzioni o di sollevare in via incidentale la questione dell’illegittimità costituzionale del decreto!). Di contro, nei quarant’anni in cui l’azienda è stata una proprietà dello Stato, tutto andava bene …. Evidentemente, i reati ambientali imputabili allo Stato, a differenza di quelli ascritti ai privati, sono commessi con l’inchiostro simpatico.
Mah, questi liberisti , anzi “libberisti” denoartri, i liberisti dl cazzo come diceva quello…
C’è una legge, va applicata. Se non vi piace cambiatela. Cosa ci sará di liberale nel volere la legge ad aziendam, tipo un libero mercato ma diversamente libero….
Siete a favore o contro le tutele di sicurezza sul lavoro? Siete a favore o contro le tutele ambientali? Esprimeteci poi pagate la conseguenze. Qualcuno verrá a produrre inquinando a casa vostra o i vostri figli bruceranno a scuola, in qualche locale, in fabbrica. Sempre queste sparate ideologiche… Ma non vi siete stancati?
Un momento, non distorciamo la realtà. I sismologi sono stati condannati perchè hanno ESCLUSO il terremoto e non perchè NON lo hanno previsto. Se, in presenza di uno sciame sismico che durava da quattro mesi, di intensità crescente, in una località che aveva già conosciuto in passato un terremoto distruttivo, con un ambiente urbano vetusto, avessero detto che un terremoto distruttivo NON si poteva escludere (non potendo, però, prevedere quando poteva verificarsi e quale intensità poteva avere), avrebbero rilanciato la palla ai politici (che si sarebbero dovuti assumere la responsabilità e sarebbero stai loro sul banco degli imputati).
@Sc
lei va in auto , in moto, in bici, a piedi ?
Lo sa che è molto più pericoloso che andare a lavorare nelle industrie dei biechi capitalisti sfruttatori ? Magari fuma anche , solo che a nessun procuratore della repubblica – che magari fuma anche lui – viene in mente di vietare allo stato di vendere un prodotto che sulle confezioni reca la scritta ” UCCIDE ” .
Non sono assolutamente d’accordo con l’articolo che mi sorprende trovare in us sito che si definisce liberale.
Non entro ovviamente nei tecnicismi della sentenza Thyssen, non sono un esperto in materia, e neanche sulle responsabilità delle singole persone per le quali c’è bisogno di una conoscenza più approfondita
Osservo invece che la dirigenza Thyssen ha infranto il principio base su cui si fonda una società che si voglia definire liberale, il rispetto per la persona e la sua proprietà.
Decidendo di non investire nei sistemi di sicurezza la dirigenza Thyssen ha scientemente e volutamente infranto tale principio, negando quindi il rispetto alla persona oltreché alla proprietà (i danni subiti dai macchinari che sono proprietà degli azionisti).
Che i morti siano stati 7 è irrilevante, poteva essere 1 solo o magari anche cavarsela solo con qualche ustione. Il punto è che il fatto è avvenuto per una decisione presa in modo totalmente consapevole e conoscendo i rischi associati a tale decisione.
L’incidente non è avvenuto per una mera casualità, ma a seguito di una precisa decisione.
Correre rischi fa parte dell’umana natura, ma il rischio non può essere preso a scapito di chi questo rischio non conosce e può quindi decidere se accettarlo o meno e a quali condizioni.
Forse, tecnicamente parlando, la condanna non è corretta.
Ma è corretta nel ristabilire i principi di una società liberale.
@claudio di croce
Magari fuma anche , solo che a nessun procuratore della repubblica – che magari fuma anche lui – viene in mente di vietare allo stato di vendere un prodotto che sulle confezioni reca la scritta ” UCCIDE ” .
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Appunto, c’è scritto “UCCIDE”. Per cui io fumatore, lo sono per davvero, so quello che compro.
@John Law
C’è vita, ma è in estinzione 😉
Tra poco ci sarà solo acciaio di bassa lega…
@franco miscia
Va beh, adesso… una cosa è disapplicare le salvaguardie che la legge prevede allo scopo di ridurre i costi su di uno stabilimento che si vuole abbandonare in breve… e se ne derivano morti tutto quello che si può fare in diritto è discettare tra colpa cosciente e dolo eventuale.
Ovvero sulla possibile prefigurazione dell’evento criminoso come altamente probabile, quasi già realizzato. Oppure no.
Una cosa è immaginare che dei sismologi in base ad uno stato dell’arte che non consente previsioni attendibili, soprattutto nel breve, ricevano condanne penali per aver detto poco, troppo, nulla o come vuole lei…
Ovviamente fanno specie le telefonate che abbiamo ascoltato ed in generale l’atteggiamento poco coraggioso di tanti esperti, su questo siamo d’accordo. Ma la sanzione penale necessita di certezze. E qui non vi sono.
Tanto è vero che la reazione della comunità scientifica internazionale non s’è avvertita nel caso Thyssen, tanto invece nel caso sisma.
Ovviamente tutto ciò non giova mai e poi mai alla nostra immagine di paese buono per l’impresa… ma non lo siamo, c’è poco da dire.
E paghiamo per questo.
Io non sono affatto, ripeto affatto, un simpatizzante delle procure, che strabordano assai spesso dal seminato, anche per ragioni di appartenenza politica e di casta, ma distinguere tra le due faccende mi pare doveroso.
L’impresa non va difesa a prescindere, soprattutto se viola le leggi causando decessi. Corresponsabili ovviamente anche tutti coloro i quali dovevano controllare e mai lo fecero (come sempre in Italia), sindacati inclusi.
Ma è ovvio che i risparmi non li facevano loro, in primis.
Operando nel settore da oltre 20 anni e conoscendo molto bene la situazione di Terni e di cosa significhi dirigere un’acciaieria credo che la sua ricostruzione sia molto poco aderene alla realtá.
Possiamo discutere di eventuali forzature in merito alla condanna, ma ciò non cambia la sostanza, ovvero che i presidi antincendio non installati sono l’abc delle misure in quel tipo di impianto, che i dirigenti sapevamo benissimo della loro essenzialitá e dalle mail risulta che erano anche coscienti che in caso di incidente sarebbe stata una strage ma che data la prossima chiusura dell’impianto era un rischio accettabile.
E’ omicido volontario ? E’ omicidio colposo ? Non lo so; ma so che far passare l’idea che si sia trattata di un semplice fatalitá, un sfortunata concatenazione di eventi no sta nè in cielo nè in terra e vuol dire non avere la piû pallida idea di cosa si stia parlando.
Anche sull’ipotetico trasferimento di quelle linee a Terni sarebbe il caso di andare oltre ai semplici comunicati stampa e verificarne l’attendiblitá tanto più oggi che TK ha sei mesi di tempo per cedere la societá umbra e ha da tempo cancellato qualsiasi piano di investimento.
@andrea61
Gentile Andrea,
avesse mai tempo e voglia, faccia un salto da me. In questi mesi si parla molto di acciaio… e sarebbe una gran cosa avere degli ospiti che conoscono le dinamiche produttive dall’interno.
Sul punto mi pare che abbiamo risposto al pezzo della Chirico in modo analogo. E ciò mi conforta.
Grazie per l’attenzione
@ALESSIO DI MICHELE
L’IRI vendette lo stabilimento nel 1995, la Legge 626/94 era già in vigore da un anno, ma né loro né il Gruppo Riva ne erano informati. Poi il Gruppo Riva non venne informato che dal 2008 la Legge 81 (aggiornamento della 626) normava tutto quello che concerne la salute del lavoratore e dell’ambiente di lavoro. Per i comuni cittadini vale “la Legge nonn ammette ignoranza”. Per loro NO.
Ora nel 2012, questo governicchio, ha messo a disposizione dell’ILVA 336 mln (Oltre 700 mld di Lire) per adeguamenti….
In attesa della prossima puntata ILVA….
Le solite scemenze ideologiche.
Si fumo, vado in macchina e prendo pure l’aereo, fatto magari di acciaio…
Ma c’è verso di fare entrare in quelle testaccie liBBBBBBBBBeriste che senza stato di diritto non c’è nessun libero mercato? Uno stato di concessioni è la Cina, stati di diritto sono Inghilterra e USA.
Liberista e liberale è chi vuole stato di diritto,
chi non lo vuole , e voi che commentate e anche chi scrive questi articoli dementi non lo è. C’è vita chiede qualcuno? Sicuramente non c’è alcuna vita liberale in questo blog.
Ideaologia e ideologia e ideologiaaa!!!
Il bello è che da giovane credevo che l’ideologia fosse a sinistra….
Ideaologia e ideologia e ideologiaaa!!!
Ideaologia e ideologia e ideologiaaa!!!
Ideaologia e ideologia e ideologiaaa!!!
Ideaologia e ideologia e ideologiaaa!!!
Ideaologia e ideologia e ideologiaaa!!!
liberisti si, ma del cazzo siete.
Applaudite , perchè il vostro rivoluzionario liBBBerista, il figlio di Craxi, è tornato a portarvi a tanti bei regali di Natale .
Il punto è: l’evento morte è stato coscientemente voluto? Se non si dimostra ciò, si può parlare solo di colpa, anche gravissima, ma solo di colpa. Questa è la legge penale vigente. E’ una legge inadeguata? Va cambiata, introducendo formalmente nel nostro ordinamento una diversa definizione di dolo, ricomprendendo in esso anche il dolo eventuale? Se ne può discutere. Ma finché questa è la legge, vale il brocardo “dura lex sed lex”. Altrimenti lo Stato di diritto va a farsi friggere. Le scorciatoie pretorie sono la negazione del diritto.
@sc
Lei è fortunato. I commentatori di questo blog sono per lo più dei liberali e dunque persone molto tolleranti. Non ne approfitti.
Già laver paragonato la vicenda Thyssen alla condanna degli esperti “che non previdero il terremoto” (s)qualifica l’autrice dell’articolo.
Nel primo caso, eliminando le misure di sicurezza, si è infranta una legge. In conseguenza di questa infrazione sono morte delle persone. I dirigenti che hanno coscientemente messo a rischio la vita dei propri dipendenti vanno puniti, non ci piove.
Nel secondo caso non sono stato condannati degli scienziati “rei di non aver previsto il terremoto”, ma rei di averlo previsto!!! Infatti grazie alla colpevole rassicurazione (“è altamente improbabile che si possano verificare scosse più forti di quelle già verificatesi, quindi statevi a casa e non rompete il caxxo”) gente abituata a scappare fuori al primo tremore della terra rimase in casa, studenti fuorisede che volevano anticipare di una settimana le vacanze di Pasqua rimasero in città. Poi si sa quel che successe.
Sono in ingegnere aquilano quindi presumo di sapere meglio dell’autrice quel che successe.
Invito i responsabili di questo blog a controllare meglio le fonti: questo articolo è disinformazione pura.
I commentatori di questo blog per la maggioranza si dicono liberisti ma sono sostanzialmente fascisti, cioè amano e predicano una economia di concessioni senza libero mercato alcuno, odiano i sindacati, per sentito dire perchè non ci sono praticamente più e hanno una visione dei luoghi di lavoro ottocentesca.
Amano il privato ma sono per il nucleare, di modo che l’azienda sia totalmente statale.
Amano Stati uniti e inghilterra ma odiano lo stato di diritto.
Odiano la burocrazia ma sono felicissimi che per installare un impianto fotovoltaico sul tetto sia ora necessario iscriversi al registro delle imprese.
Amano il libero mercato, ma odiano che si possa comprare e vendere concessioni sulle spiagge o per i taxi.
Vogliono tanto la libertà , vietando però la libertà di religione, di culto, di orientamento sessuale agli altri.
Ma dove siete liberali? Ma nei vostri sogni siete, altro che.
Applaudite, il rivoluzionario liBBBBBBBerale sta tornando, monpolista pubblico delinquente, torna per farci vivere un altro ventennio di liberalismo neo superliberale.
Lo avete votato e lo amate ancora o bischeri!!!
Ne approfitto si, di questo spazio, per l’ultima volta : andate un pò afffanculo
@Vincenzo
Povero Vincenzo e diversi altri ,veramante pensate che se l’azienda avesse fatto tutto perfetto ,e l’incidente fosse stato causato dall’imperizia di uno degli operai morti la sentenza sarebbe stata diversa?
Poveri illusi. Svegliatevi! la giustizia si adegua alle situazioni in Italia, e qui non poteva fare altro che condannare .Chi li teneva i parenti e i sindacati se la sentenza fosse stata ” e’ stata copla di un operaio morto bruciato ” .
@Mike
Mike, complimenti per il coraggio, da uno che a furia di parlar male di alcuni magistrati, finirà come Sallusti, ma senza i domiciliari!
@Giorgio Azzalin
Guarda che i dispositivi di sicurezza erano stati trascurati. Se tutto fosse stato a posto e poi un operaio avesse fatto una caxxata allora avresti ragione tu.
Conosco abbastanza bene gli impianti industriali, ci giro da 30 anni, per sapere capire se un incidente è veramente pura fatalità oppure se discende dal fatto che la dirigenza se ne è fregata della sicurezza.
@Mike
Mike, capisco la sua risposta.
Ma lei evidentemente non è un giurista.
La differenza, nel caso di non volontarietà diretta, si gioca tutta sulla prefigurabilità dell’evento finale dannoso.
L’esempio di scuola, che qui aggiorno un pò, è: 1) guidare un’auto a 150 all’ora in centro cittadino di notte, all’apparenza vuoto; 2) fare lo stesso alle 17.30 mentre c’è mercato
Nel primo caso avremmo la colpa cosciente. Violo la legge ed il buonsenso, ma posso non prefigurarmi che proprio in quel momento sbuchi da dietro un’auto il barbone che là dormiva ed attraversi di colpo la strada. Lo faccio secco… colpa cosciente, cosciente del rischio eccessivo ma non dell’esito drammatico, improvviso.
Nel secondo, andare a quella velocità tra la folla, pur senza desiderio alcuno di far male, significa immaginare che salvo miracoli del male si potrà ben fare.
Ecco il dolo eventuale. Quindi dolo.
E’ roba di lana caprina, per carità… e la realtà non offre esempi così chiari, in genere. Alla fine decide il giudice, ecco…
Purtuttavia non in maniera del tutto arbitraria come lei crede.
Spero di esser stato utile.
concordo pienamente. casi come questo ed altre follie della magistratura sono concusa del declino italiano.
@Mike
Se lei poi vuol dire che si tratta di elaborazione dottrinaria e giuresprudenziale, non espressamente indicata in articoli di legge, posso essere anche d’accordo.
Del resto, se abbiamo termini perentori ed ordinatori nelle procedure… più di così…
Il problema della certezza del diritto in Italia è davvero serio.
Ma pochi hanno compreso che il principale ostacolo è la magistratura e tutto il sistema processuale, non il legislatore.
In Italia esisteva l’ENPI (Ente Nazionale Prevenzione Infortuni) che aveva compiti consultivi ed ispettivi sulla sicurezza sul lavoro.
Alla fine degli anni 70 i sindacati fecero pressione perchè fosse chiuso (la salute è nostra e dobbiamo tutelarcela da soli, parafrasando l’utero è mio e lo gestisco io….).
Ora non facciamo altro che raccogliere quanto seminato.
Angelo
alla fine di questi commenti (quasi tutti) provo un disgusto notevole che mi fa addirittura sperare che il fallimento economico e morale di questo paese avvenga al piu presto….. sono convinto che la maggior parte della gente se lo merita.
voglio vederli a pontificare e fare morali con la pancia vuota, ma sta già succedendo, tutti quelli che hanno tirato la carretta e prodotto ricchezza per tutti per decenni si sono stufati, chi più chi meno, e alla fine resterà un paese buono solo per farci le vacanze, come la grecia. ed è difficile dire che non è giusto così.
i politici italiani non sono peggio dei loro elettori, forse lo erano una volta ma questi ultimi hanno recuperato posizioni grazie all’ideologia distribuita a piene mani dai media nazionali (tutti). che schifo e che pena, tanta competenza e cultura sprecata da tanta invidia sociale e da una atavica mancanza di autocritica (l’italiano medio si autoassolve sempre, vuole più controlli ma è il primo che appena può li burla, pensando però che la sua violazione è da nulla, quella degli altri si che è grave, l’italiano non vuole la fattura ma lui non evade, gli altri si che sono dei farabbutti…….)
@Vincenzo
Vincenzo io non so se gli impianti erano a norma o no .Quello che so che non sarebbe cambiato nulla l’azienda sarebbe stata condannata lo stesso. Nessun giudice da torto a sette operai arsi vivi . In italia e in molti altri posti nel mondo la giustizia e’ SEMPRE piegata alla al potere ,in questo caso il potere e’ la massa. Non puoi essere cosi ingenuo di non capire una cosa cosi semplice. Il fatto che tu conosci l’ambiente e’ completamente ininfluente . Questi sono processi farsa come quello a Norimberga o a Saddam Hussein. Pensi che quanche accusato a Norimberga ha avuto la possibilta’ di difendersi ed essere assolto ? Magari e’ anche giusto che sia cosi ma non menarla che e’ tecnicamente giusto perche’ non e’ vero.La morale e’ che la giustizia e’ sempre in mano al piu’ forte .
@sc
Per favore non darmi del fascista, non perche’ e’ un’offesa ,che non puo’ fregarmene di meno ,ma perso e’ ormai una parola senza senso.Io sono per il nucleare ,per la totale liberta individuale incluso quella di drogarsi ,sposarsi anche se dello stesso sesso. Le licenze non dovrebbero esistere se non per i lavori per cui serve una certa preparazione ( dottori,ingegneri etc) .Sono fascista? se si , dovro’ avere una lunga discussione con mio padre 87 enne che la pensa allo stesso modo ,che malgrado la sua militanza partigiana e la morte del suo migliore amico il 25 aprile del 1945 da parte dei nazi/fascisti qualcuno nato l’altro ieri pensa che lui stesso sia un fascista.
Intendevo dire esattamente questo. Proprio da giurista – certamente “critico” e “non allineato” – quale effettivamente sono (o, per meglio dire, sono stato, non essendo più iscritto all’albo degli avvocati).
E’ certamente vero che spesso le decisioni della magistratura sembrino rispondere più a esigenze “di pancia” che alla necessità di una decisione giuridica argomentata correttamente. Chiunque abbia nozioni di diritto sa che l’applicazione della legge non è un’operazione meccanica e sillogistica, ma investe molti altri fattori di tipo argomentativo ed con-testuale (cioè non solo testuale). D’altra parte esistono tre gradi di giudizio proprio per questo motivo, per verificare la forza argomentativa delle decisioni.
Un’altra cosa però secndo me è importante far notare, cioè che in Germania un comportamento aziendale lassista e spregiudicato come quello dei Thyssen non sarebbe mai stato possibile, perchè in Germania l’ordinamento sancisce che la proprietà obbliga e che delle scelte imprenditoriali si è sempre responsabili.
Mi pare che invece l’autrice dell’articolo, a parte le sue comparazioni generalizzanti fra casi diversissimi (comparazione che non può non nascere dallo spirito di semplificazione che guida ogni agire ideologico), non si accorga affatto di questo dato fondamentale.
Tecnicamente si tratta di colpa gravissima e non di dolo. E tuttavia questo non è dirimente. Ciò che è dirimente è il fatto che i liberali di cartone non comprendono che non c’è libertà senza responsabilità.
S.
@ Supernoise
E perché non capiremmo ? Non diciamo che i vertici non fossero colpevoli di omicidio colposo e tanto meno che dovessero essere assolti. La forzatura e’ l’omicidio volontario.
@Abate di Thélème
se lei risponde a tutti fuorchè al sottoscritto ciò non toglie che continui ad essere maleducato, ed è la migliore delle ipotesi, mi esimio dall’esprimere le altre per decenza.
@sc
a parte il fatto che si tratta di decreti legislativi, che il primo è pubblicato il 12/11/94 e che le prime linne guida sono del 1996 e a parte il fatto che i circa 350 milioni sono destinati a Taranto e non all’Ilva, sarebbe interessante che lei ci dicesse in quale modo e dove le prescrizioni e gli obblighi relativi al “miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro” siano state omesse o ignorati.
Grazie
@3anna3
non era diretto a sc
ma al #22 giovanni bravin
@alexzanda
Tanti commenti sono di persone con la pancia piena , sia per posti di paga pubblici , che mantenuti da genitori , nonni , con la testa piena di ideologia sinistrorsa per cui chi produce ricchezza nel migliore dei casi è un ladro o magari un assassino. Sono pieni di invidia e di rancore sociale perchè sono degli incapaci ma vorrebbero le cose e il tenore di vita che le persone più capaci di loro si sono conquistate . La teoria della solidarietà con la violenza della legge ( non quella volontaria che si fa in silenzio senza pubblicità ) non è altro che un sistema per rubare soldi con tasse, imposte, balzelli vari .Le persone capaci in silenzio senza cortei violenti o altro smetteranno di produrre ricchezza e i più giovani lasceranno questo disgraziato paese dove rimarranno solo i fannulloni e i ladri . Solo che a questo punto dopo aver rubato tutto quello che rimarrà cosa faranno ? Dovranno andare a lavorare , ma non nella PA , magari come insegnanti – che è la massima aspirazione delle centinaia di migliaia di possessori di pezzi di carta inutili – ma lavorare seriamente per produrre qualcosa e allora si vedrà.
Scusate, solo per dire che se la precisione di Chirico sulla vicenda Thyssen è equivalente a quella sulla sentenza sui sismologi, non ci siamo proprio: affermare che i sismologi son stati condannati perché non hanno previsto il terremoto a L’Aquila è l’esatto opposto della realtà (in altre parole è una menzogna). I sismologi sono stati condannati perché sono andati a una conferenza stampa e in tv a dire che il terremoto NON sarebbe avvenuto, hanno cioè fatto una previsione, una cosa da indovini anziché da scienziati, rassicurando i cittadini quando proprio perché un terremoto è un evento imprevedibile non si poteva rassicurare nessuno. Che poi questo possa portare a una condanna così pesante è un altra storia. Di solito mi piace ciò che scrive Chirico, stavolata mi sembra si sia fatta abbagliare anche lei dagli slogan anti magistratura a prescindere.
@alexzanda
Hai scritto cose vere e incontestabili. Io aggiungo che molti pseudo cittadini italiani votano i mediocri per potersi lamentare.
@Abate di Thélème
Abate, se ti può interessare e già non la conosci ti suggerisco Margherita Balconi, professoressa di economia esperta di siderurgia, qui un intervento a radio radicale in cui ripercorre la storia delle acciaierie in Italia, da 49’30”:
http://www.radioradicale.it/scheda/340584/lindustria-nella-costruzione-dellitalia-unita-2-ed-ultima-giornata
Un saluto,
Christian