Teoria austriaca del ciclo
Sul sito NoisefromAmerika ho scritto un lungo articolo che riassume la teoria austriaca del ciclo economico, scendendo nei dettagli della struttura della produzione, dei suoi cambiamenti durante boom e recessioni, e dei motivi per cui la moneta è non-neutrale. Quest’ultimo problema è trattato estensivamente, anche perché è secondo me ancora da fondare correttamente sul piano teorico, e per questo motivo descrivo due possibili strade per giungere alla soluzione: costruire un modello formale lasciando perdere i dettagli sulla teoria del processo di mercato, oppure sviluppare questa teoria in modo da costruire una teoria completa dell’economia monetaria al di fuori dell’equilibrio generale, completando i lavori di Mises e Hayek.
Nonostante la sua lunghezza, ci sono cose che non ho potuto dire o citare, ma sono convinto che come sunto della teoria sia di ottima fattura, anche visto e considerato che le versioni che si trovano su internet sono spesso troppo semplicistiche. Non parlo ad esempio dei lavori di Garrison (moral hazard, bolle, overproduction), né l’analisi del free banking (Selgin, White, Horwitz, Sechrest), né elenco i temi in cui gli austriaci dovrebbero secondo me cominciare a lavorare (flussi internazionale di capitale, struttura dei mercati finanziari).
Complimenti per l’articolo. Sul tema dell’inflazione, ha però escluso uno degli argomenti fatto notare da Rothbard , ovvero che l’inflazione non cresce perchè nel conteggio dell’inflazione non vengono inseriti proprio i prezzi dei beni capitali che nella fase espansiva crescono. Per esempio, negli anni 2003-04-05-06, avevamo il petrolio che saliva, i prezzi delle case che salivano, e i prezzi degli affitti che salivano, ma la fed considerava e considera solo l’inflazione core, quindi depurata degli energetici e alimentari, senza considerare il peso minimo che nel paniere viene dato alle case , quando invece per un mutuo una famiglia spende gran parte del suo reddito.
C’è anche questo: “Si noti del resto che il paniere “ISTAT” contiene quasi esclusivamente beni finali, mentre l’espansione creditizia genera sì inflazione, ma inizialmente degli asset finanziari.”
E’ in appendice I.
@Pietro Monsurrò: ottimo. Mi era sfuggita.
Un grave errore pero’ rifugiarsi nella teoria della produzione neoclassica per rispondere alle ultime domande. Mi sa che sarà la pietra tombale dell’articolo e la fine diqualsiasi spunto intelligente
@Gianni Elia
Può argomentare il suo punto? Ho semplicemente chiarito quello che diceva Hayek – se chiarire è un grave errore – allora l’ho commesso.