5
Giu
2010

“Tea Party” in Italia: spazio ai politici?

Tutto è iniziato il 20 maggio scorso a Prato, la città di David Mazzerelli, che alla nascita e allo sviluppo di tale iniziativa ha dato un grande contributo di entusiasmo ed energia, e che con determinazione ha voluto il primo Tea Party italiano. Ma è sicuro che questa storia può crescere e prendere corpo, perché l’esigenza di difendere i conti pubblici (evitando catastrofi “alla greca”, o “all’argentina”) deve assolutamente unirsi a quella di ridimensionare lo Stato e ridurre la pressione tributaria che pesa sull’economia produttiva.

Questa iniziativa anti-fiscale che vede tra i promotori l’aggregatore di blog Tocqueville.it, la rivista politica Ultima Thule, il Movimento Libertario, la ConfContribuenti, il Columbia Institute, Libertiamo e forse anche altre organizzazioni, è quindi un qualcosa di bello e importante. E si deve sperare che possa crescere nei giorni a venire e nei difficili mesi futuri, che continueranno a essere segnati dalla tremenda crisi in cui lo statalismo ci ha cacciato.

Il prossimo appuntamento fissato dai Tea Party sarà a Roma, alle ore 18 del 26 giugno, in piazza Lorenzo di Lucina, e fatalmente la collocazione a così breve distanza dei palazzi del potere sta creando una situazione nuova. Dopo che già in precedenza aveva aderito “Libertiamo” (associazione culturale legata a Benedetto Della Vedova), ora nel sito dei Tea Party c’è stata la comparsa del banner di “Generazione Italia” e, a seguito di questo, un articolo del “Giornale” in cui si sostiene che Gianfranco Fini vorrebbe mettere “cavalcare la rivolta fiscale” e mettere le mani sopra il movimento.

Sul sito di “Generazione Italia” Gianmario Mariniello ha spiegato come alla base di queste ipotesi giornalistiche ci sia ben poco,  e come dietro al Tea Party non c’è affatto l’organizzazione legata al Presidente della Camera, né altri uomini politici. L’intervento è opportuno e penso vada nella direzione giusta.

Sia chiaro: una realtà come i Tea Party deve interloquire con i parlamentari. Associazioni e singoli si riuniscono per protestare contro l’oppressione fiscale, ma il loro obiettivo è che qualcuno li ascolti. E soprattutto che si apra nel mondo politico una breccia, così che si possa al più presto iniziare a tagliare le aliquote e introdurre un sistema tributario concorrenziale (che metta in concorrenza comuni e regioni). I politici sono tra gli interlocutori ovvi di benemerite iniziative di proposte e protesta quali i Tea Party.

È però egualmente importante che quanti trovano opportune la richiesta “meno tasse, più libertà” agiscano nelle sede opportune: e se sono uomini delle istituzioni, presentino proposte ed emendamenti.

In questo senso, a me pare che la piazza vada il più possibile lasciata libera da presenze partitiche e politiche: proprio al fine di rafforzare la causa. Se vi sono parlamentari – di destra, di centro o di sinistra – che credono nell’opportunità di rafforzare il movimento del Tea Party,  essi devono essere consapevoli che una loro presenza fisica in occasione di tali manifestazioni indebolirebbe l’iniziativa stessa. Non solo perché finirebbe fatalmente da conferirle un carattere “di parte” (che non può avere), ma anche perché la Casta è ormai totalmente delegittimata. E ben pochi, in Italia, sono disposti a prendere parte a qualcosa che veda tra i protagonisti uomini appartenenti al Palazzo.

Sarebbe quindi una bella notizia se vi fossero politici importanti determinati a fare avanzare proposte contro la tassazione da rapida, ma mi pare necessario che questo lavoro vada condotto nelle sedi opportune e non venga mescolato con le iniziative di un movimento che sta muovendo i primi passi e ha bisogno di crescere. E che ha e avrà sempre bisogno di restare del tutto libero, senza che nessuno lo “cavalchi” o venga sospettato di farlo.

9 Responses

  1. Questa improvvisa voglia di Tea Party da parte dei politici romani suona quanto meno strana.
    Tanto più dopo una manovra lacrime e sangue che aumenterà le tasse locali e nazionali.
    Che poi Fini o suoi emuli parlamentari siano presenti in piazza appare sopra ogni evidenza il ridicolo tentativo strumentale da parte del Palazzo (e dei suoi gazzettieri), di trasporre le beghe interne al PDL tra il principe e l’ex “delfino” nella società italiana.
    L’attuale lotta per il potere in casa PDL viene descritta da finiani come un qualche cosa basato sui contenuti e sulle idee liberiste e libertarie nonostante sia il Governo che i suoi principali protagonisti (in primis Fini) siano completamente al di fuori di ogni logica, coerenza e ragione di tal senso di libertà dal fisco e dallo Stato.
    I gazzettieri de Il Giornale cercano di screditare a fronte della platea pidielliana e di centrodestra “berlusconoide” le iniziative dei Tea Party rappresentandole come il tentativo disperato di Fini di rovesciare il leader maximo per evidenti ragioni.
    Eppure come dicono (alcuni) organizzatori dei Tea Party italiani i partiti o esponenti politici non c’entrano, mi pare quindi giusta e condivisibile la conclusione di Lottieri in questo articolo: i politici statalisti e opportunisti se ne stiano a casa loro.
    La manifestazione è contro di loro!.
    Fini a sua volta cerca di costruirsi la sua fittizia immagine di liberale neocon-verso dell’ultima ora solo allo scopo politico e d’immagine di contare qualcosa in un partito dove aleggia l’aria delle purghe prossime venture nei confronti della sua cricca.
    Ergo Fini cerca un consenso fuori dal palazzo che non ha, e benchè il suo statalismo economico e la costante apologia di Stato da lui professata pensa di ottenere sponda sfruttando i Tea party e i liberisti liberali.
    Fini è come Sarah Palin, i neocon e i social-conservatori d’Oltreoceano: establishment di potere.
    Altro che liberisti e libertari!.
    In Italia i Ron e Rand Paul se ne stanno ben fuori dal Palazzo, al suo interno non c’è traccia di libertà nè di autentici liberisti e libertari/conservatori fiscali (a parte A. Martino che non a caso non conta nulla nel partito).
    Sia l’operazione di Fini che quella in parallelo del Giornale feltrian-berlusconiano appare evidente: il primo vuole strumentalizzare i Tea Party nella loro immagine e significato facendoli rientrare in una manovra di palazzo e di establishment non dissimile da quanto accaduto nel recente passato.
    Cerca un consenso che non ha presso tale elettorato senza rappresentanza allo scopo di rilanciare la sua leadership personale declinante o l’immagine nel PDL nel complesso (nonostante manchi tale partito di qualsiasi logica conservatrice fiscale e libertaria).
    Berlusconi e il suo fansclub cartaceo cercherà anche nelle prossime settimane di demonizzare e mistificare tale movimento popolare etichettandolo come “pericoloso e finiano” dato che sarà improntato ad una critica alla manovra finanziaria e contro il fisco.
    Di fatto simili eventi di Libertà e spontaneità sbugiarda e mette in luce le sue panzane raccontate su tutti i media in merito alla riduzione della pressione fiscale, alla situazione dei conti pubblici italiani e alla sua politica di governo statalista socialista.
    Ciao da LucaF.

  2. D’altronde se Fini è il campione rappresentativo delle libertà stiamo freschi!!! (come giustamente aveva già scritto qua il Leo anche a partire da alcune segnalazioni da me poste).
    Per in-coerenza potremmo estendere l’invito pure a Visco e a Tremonti (dato che dicono le stesse cose del neocon-verso liberal).

    Leggere questa dichiarazione del sinistro Fini.

    http://www.agi.it/politica/notizie/201005191911-pol-rt10319-fini_se_politica_non_guarda_a_futuro_e_solo_propaganda

    Questa è puro tremontismo:
    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2009/07/evasione-fiscale-relazione.shtml?uuid=3bc5b2ce-778f-11de-ae98-8a256da61427
    Auspico che l’organizzazione dell’evento vicino ai palazzi del potere non producano nuovi falsi miti orwelliani e topolini tappetari incoerenti…
    Saluti da LucaF.

  3. Paragonare la Palin a Fini e come paragonare una Barracuda ad una triglia.
    Non dimentichiamo che la Palin a cominciato a fare politica tardi e ha defenestrato i “vecchi ragazzi” del suo stesso partito che pensavano di ingabbiarla.
    Fini ha fatto carriera perché il delfino del grade capo, non ha dovuto buttare fuori a forza i suoi vecchi capi.

    E poi, non ce lo vedo Fini a caccia di alci in Alaska. Troppo fighetto. La Palin ha un marito che ha un lavoro normale, non si è sposata con un ricco di famiglia bene. Ce lo vedete Fini dare una mano alla moglie sul peschereccio di famiglia a tirar su le reti? La Palin lo faceva.

    Non confondiamo cioccolata e m….

  4. No Mirco, Sarah Palin è una creatura di Rove e di Mc Cain (cioè della nomenklatura del GOP) e dell’establishment non inganniamoci solo per il fatto che questa abbia dato il suo sostegno a Rand Paul nelle ultime settimane prima delle primarie a fronte di un candidato sicuro perdente.
    E’ palese nella ex governatrice (dimissionaria) ante-tempore (causa anche deficit di bilancio e debito pubblico incrementato oltre che a presunte corruzioni ricevute nella sua amministrazione) dell’Alaska, il tentativo di ingraziarsi dall’interno del mondo dei tea party people dei consensi in vista del 2012 dato che questo è il fenomeno nuovo della politica americana.
    Un tentativo simile a quello di Fini.
    La Palin ha sostenuto assieme ai suoi compari di partito sino a poco tempo fa dei finti Tea party populisti e neocon iperstatalisti protezionisti creati ad hoc nel Paese (e in particolare in Texas terra di Ron Paul) allo scopo di punire e cacciare il Dr e la sua organizzazione libertaria nel GOP.
    Di fatto la Palin non è mai stata cacciata o a rischio di epurazione (a differenza di Ron Paul) dal partito.
    D’altronde non si diventa possibili vicepresidenti per caso…
    Le proposte della Palin e di quelli come lei sono in materia economica il mantenimento del Civil Rights Act e del Medicare e Medicaid di LBJ a fronte della riforma di Obama.
    Cioè praticamente una scelta tra “una peretta gigante e un panino di m…”. 😉
    Ben altra cosa rispetto alle dure e coerenti critiche di Rand Paul e dei libertari su tali proposte….
    Inoltre la Palin e le “eminenze grigie” del partito propongono di spostare le spese verso l’estero (leggasi guerre) rispetto a teoriche promesse di riduzioni di quelle interne, ma in concreto verso un keynesismo welfarista-warfarista leggermente più soft di quello obamiano.
    Ricordo come la Palin non avesse minimamente protestato nel settembre 2008 quando Mc Cain con Obama decise di andare da Bush Jr a firmare l’impegno per il TARP e il salvataggio di banche e assicurazioni.
    Sfruttando da parte sua il trend libertario per il midterm e il 2012, ritenuto da alcuni strateghi dell’establishment GOP (quale Karl Rove ex entourage di Bush) una nuova moda simile a quella dei cristiani rinati e della destra religiosa, (sparita nel frattempo dalla circolazione) da cavalcare per avere facili consensi sino al momento del voto.
    Il bluff di simili rallies neocon si è però subito capito, molti neocon tra i quali pure Beck della Fox sono stati aspramente criticati dalla base libertaria e old Right nella Right Nation a stelle e strisce.
    Si sono viste diserzioni vere e proprie di massa a questi finti tea Party, promossi ad hoc da potenziali trombati (vedi Grayson in KY) incoerenti nel GOP.
    La Palin misteriosamente non ne è uscita con le ossa rotte però non ha sfondato neppure nel CPAC e dopo tale ultima sconfitta ha cambiato fronte puntando a livello mediatico ad aggregarsi maggiormente per il momento sulla scia degli autentici Tea party libertarian di Rand Paul in Kentucky e ovviamente tutto ciò serve per tentare una improbabile contaminazione interna dei veri Tea party in nuova strategia “difensiva” di Rove.
    Ricorda qualcuno?.
    E’ palese viste le notizie di questi ultimi giorni, cosa c’entra Fini con il liberismo e il meno Stato?.
    Appare evidente come Rand Paul sia una delle vere anime dei veri Tea Party, il fatto che la Palin lo abbia endorsato dimostra più che altro la debolezza della ex reginetta di bellezza, una persona politica ipocrita e opportunista che ha già dimostrato di non essere amata dai Conservatori Old Right e neppure da parte degli stessi RINO ed establishment.
    Nonostante tutto ciò sia palese, la Palin viene però pompata mediaticamente ad ogni frase sia nel tentativo di proporla quale leader inesistente di un partito tutto suo, sia come credibile ipotesi per il 2012, sia per screditare il GOP presso l’elettorato dandone una rappresentazione simile a quella dei tempi di Bush jr (destra religiosa, social-conservatorismo, neocon).
    Guarda caso anche i media nostrani sinistrati pompano ogni dichiarazione di Fini come il nuovo Vangelo dell’avvenire, benchè non dica nulla di centrodestra e neppure di berlusconian-1994.
    Ricordo come i media liberal in America amino parlare follemente della Palin dato che riflette tutti gli stereotipi negativi riscontrabili in un perenne “cattivo repubblicano” e in particolare non essendo della propria parte di provenienza politica, è facile bersaglio colpibile tranquillamente a cuor leggero (rispetto al tabù sull’operato del divin Messiah, omologo su molte questioni!).
    Idem Il Giornale su Fini, per promuovere Berlusconi davanti agli elettori.
    Palin è come Fini non certo a livello anagrafico o di storia personale e politica, ma certamente a livello comportamentale e di proposte.
    Palin propone un aumento delle spese militari all’estero proprio come il ruolo globale della Nato e dell’Italia proposto da vari convegni da Fini.
    Palin propone un aiuto assistenziale alle persone disagiate e disabili proprio come Fini propone la visione di giustizia equa e solidale sociale.
    Palin propone al pubblico una retorica critica al sistema dell’establishment solo allo scopo di promuovere una dicotomia che non esiste tra lei e questi dato che poi era candidata vicepresidente con un RINO come Mc Cain.
    Fini è un ex missino che è andato a farsi rimorchiare da Berlusconi e ora dopo aver fondato un partito e governato per parecchi anni assieme lo contesta stucchevolmente su questioni di forma (leggasi potere) che non scalfiscono il sistema dello Stato italiano e il suo peso fiscale.
    Sia Fini che la Palin non sono dei leader e dei politici con una qualche idea, vanno dove tira il vento.
    Ieri erano statalisti fuori e dentro, oggi forse si sprecano a sembrare esteriormente “libberisti e libbertari” almeno quanto basta per contare ancora nel teatrino.
    La Palin prima era verso la destra religiosa americana e ai neocon, ora propone un social-conservatorismo (neoconiano) e un populismo che nulla ha di conservatore fiscale e di libertario.
    Fini sappiamo che era fascista, postfascista e ora un socialdemocratico (o un liberal-socialista, il che non vuol dire liberale classico nè liberista).
    Sullo Stato e sul fisco Fini la pensa come Tremonti-Visco e cerca di addossare le colpe ai presunti evasori per il declino del Paese, anzichè alle mancate liberalizzazioni e privatizzazioni.
    Tra lui e Berlusconi non ci sono differenze (tranne che uno è presidente del consiglio mentre l’altro no) sostanziali, ideali e ideologiche.
    La Palin non è minimamente ancorata alla base dei Tea party e del mondo Old right conservatore GOP.
    Lo dimostra anche il giudizio di questa prestigiosa rivista conservatrice Old Right:
    http://www.amconmag.com/larison/2010/05/17/palin-has-no-political-future/
    Ora mi pare che pure Fini non sia amato nè dai berlusconiani nel PDL, nè dai liberali e liberisti libertari presenti nell’Italia.
    Proprio come la Palin nel CPAC (la più importante organizzazione conservatrice nel GOP).
    http://www.politico.com/news/stories/0210/33287.html
    Certo in Italia Ron Paul non esiste ma non per questo dobbiamo accontentarci dei soliti mestieranti della politica trentennali in cerca di gloria surreale a fronte di un tramonto del Paese….

    Post: La Palin comunque mi pare stia o sia già divorziata dal marito eschimese.
    Per la serie la coerenza dei valori….
    Ciao da LucaF.

  5. Ottimo Lottieri, come sempre.
    Io rilancio con questa riflessione/proposta:
    L’adesione dei politici dovrebbe essere vincolata alla rinuncia del “palcoscenico” e alla sottoscrizione e presentazione di un disegno di legge in linea coi nostri obiettivi.
    Questo rovescerebbe gli schemi della politica italiana, sempre in cerca di vetrine e caroselli ma mai sostanziale

  6. Grazie per aver citato ConfContribuenti!

    Il 15 giugno alle 15 ci sarà un convegno in uno dei palazzi della Camera dal titolo:
    “Credere nel mezzogiorno: come rilanciare il meridione senza iniezioni di denaro pubblico”
    Tra i relatori il Senatore Baldassarri e il Deputato Della Vedova. (Avevamo invitato anche il prof. Lottieri ma purtroppo non è riuscito a liberarsi da precedenti impegni.)

    Per chi fosse interessato, visitate http://www.confcontribuenti.eu

    Scusate se mi sono appropriato “indebitamente” di questo spazio e grazie!

    Gionata Pacor
    Presidente di ConfContribuenti

  7. A me, a scanso di equivoci all’italiana, il solo fatto che mi abbiano accostato a Gianfranco Fini fa ribrezzo! Il che ha rimarcato qualche probabile errore che andava sistemato, come mi pare vogliano fare gli amici di Prato! Infine, ‘ste polemiche mi han già fatto venire l’orticaria.
    Ho letto, invece, le “Linee guida” proposte per l’adesione ai Tea-party e non posso che sottoscrivere la vostra proposta. Da par mia, amministratore delegato del Movimento Libertario, trovo assai confortevole – e funzionale per certo – che qualcuno assuma la responsabilità dell’organizzazione delle varie tappe, onde sollevare dal lavoro altri gruppi simpatizzanti (già oberati di loro, come accade per il Movimento Libertario) e al fine di evitare che qualche allocco collettivista lanci un tea-party in difesa dei lavoratori pubblici o della scuola di Stato.
    Ergo, il Movimento Libertario sottoscrive questo documento e si rende disponibile, qualora lo troviate di vostro gradimento, ad aderire al “Consiglio culturale” e ad intervenire in qualche vostra tappa con alcuni nostri esponenti se desidererete invitarli. Sappiate – ma credo che sia pleonastico ricordarvelo – che le nostre proposte sono e sempre saranno inidirizzate verso quelle azioni che dalla nostra nascita ci contraddistinguono, azioni politicamente scorrette e all’insegna della disubbidienza civile contro il Leviatano.
    Buon lavoro
    Leonardo Facco

  8. liberal

    Ma i Tea Party identificano la libertà solo non pagando le tasse? Mi piacerebbe leggere qualche commento sul DDL relativo alle intercettazioni e relative censure sulla stampa. Non credo che se vorrete somigliare ai Tea Party americani, potrò mai leggere cose simili. La maggior parte degli aderenti sono contro le tasse, non amano chi non è anglosassone, odiano Obama non perchè Democratico ma perchè nero, ecc ecc. In parole povere sono più degli squadristi (visto i metodi usati durante la campagna contro la riforma sanitaria) che non dei liberisti. Riguardo al sig. Facco, considerando che chiama “allocco collettivista” chi non dovesse pensarla come lui, sappia che politicamente scorretto non significa intolleranza. Condivido con lei la pratica della disobbedienza civile, che sarà attuata spero, contro tutte le leggi volute da questo Governo “liberticida” e populista. Ma queste cose nel sito tempio del liberalismo (sic) non si leggono mai. Si leggono soltanto nei commenti.
    A proposito, sig. Facco, Lei parla e scrive con la grinta di un fanatico talebano e non certo con la classe di un liberale. Lasci perdere, non è credibile….. 🙂

  9. Siamo lieti di comunicare a tutti che, dopo il blog, è online finalmente il sito ufficiale con tutte le informazioni e i contatti per organizzare e seguire i tea party: http://www.teapartyitalia.it

    Tea Party Italia, meno tasse, più libertà!

    P.S.: il signor Facco parla con la grinta di un libertario.

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