TAV: il coraggio di dire che l’opera non si farà più
«Tav il tempo è scaduto». Questo l’ennesimo grido d’allarme che viene da Confindustria Piemonte a proposito della linea ferroviaria Torino – Lione. Un lamento che abbiamo sentito ripetere centinaia di volte negli ultimi dieci anni ma che è, oggi più di ieri, del tutto privo di un fondamento reale. Come è stato dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio, non c’è alcuna urgenza di realizzare tale opera: la capacità delle infrastrutture esistenti è tale da poter soddisfare la prevedibile domanda di trasporto per almeno altri cinquanta anni. Era vero ieri prima della crisi, lo è a ancor di più oggi. La netta contrazione dei flussi ha spostato ancora più in in avanti l’orizzonte temporale di saturazione della ferrovia e dell’autostrada che collegano il Piemonte alla Francia. Logica vorrebbe che, come sostengono provocatoriamente gli stessi industriali piemontesi , si avesse “il coraggio di dire che l’opera non si farà più”. Ne potremo riparlare nel prossimo secolo.
ok.. quelli della Tav ornitorincavalle con la catena di subappalti han già guadagnato anche troppo.. il capo delle Ferrovie (all’apparenza sembrerebbe uno dei pochi seri e capaci in questo ormai malato paese) l’ha detto “quasi” chiaramente.. meglio ammodernare e potenziare quel che c’è…
ma Silvio vuole il ponte di Messina col project financing al xx% privato a preventivo.. 100% pubblico e triplicato a consuntivo.. chissà lì dove andrebbe il pay back.. ne parliamo il prossimo millenio ?