20
Mag
2011

Tassonomia del federalismo

In relazione al federalismo gli stati europei sono classificabili in quattro categorie:
1)      Paesi che non sono federalisti e non dichiarano di esserlo (tutti tranne Belgio, Germania, Italia, Spagna e Svizzera);
2)      Paesi che sono federalisti e dichiarano di esserlo (Germania e Svizzera);
3)      Paesi che sono federalisti ma non dichiarano di esserlo (Spagna);
4)      Paesi che dichiarano di essere federalisti ma non lo sono (Italia).

(Manca all’appello il Belgio ma lì il dilemma è se si tratti di un paese oppure due)

You may also like

Punto e a capo n. 11
Quello che l’Europa chiede all’Italia
La rivolta degli esclusi e il voto del Mezzogiorno—di Mario Dal Co
Se l’Italia passa come la terra delle opportunità

14 Responses

  1. Giovanni Bravin

    Belgio = 2 Paesi.
    1 Francofono,
    1 Fiammingo
    Bruxelles, capitale, è divisa in due comunità, anche se nella parte francofona parlano il Fiammingo e viceversa. Una monarchia.

  2. Federali, non federalisti.
    Paesi che dichiarano di essere federali.
    Repubblica federale di Germania, non federalista.
    Inoltre, l’Italia dichiara solo a chiacchiere di essere federale, dato che non è definita ufficialmente tale.

  3. Mario

    Allora nulla. Solo la constatazione che l’Italia federalista consta di tre paesi diversi, nessuno dei quali lo e’. Che altro?

  4. Andrea Chiari

    Ma sì, una classificazione arguta. Ne emerge come la categoria di stato federale sia tutt’altro che chiara (e/o che non son chiari i politici). A me ruga che la sinistra abbia lavorato per creare le regioni negli anni settanta ma invece di dare a questa realizzazione costituzionale il peso ideologico e innovativo che meritava l’ha vista solo come la possibilità di gestire il potere in tre o quattro regioni (ugualmente con la Rai TV: invece di imporre una televisione tutta critica e libera ha scelto la riserva indiana di Rai Tre). Così ha consegnato la bandiera delle autonomie locali ai buzzurri della lega. I quali sono tanto scemi da dichiararsi antierupei quando è proprio in un rafforzamento dell’Europa che viene meno il peso degli stati nazionali e si esaltano i regionalismi, come forse è giusto che sia.

  5. carlo grezio

    sarebbe bello parlare di federalismo con gente seria, nel presupposto che una riforma amministrativa dello stato debba essere correlata ad una fortissima riduzione della spesa pubblica ed ad un incremento epocale dell’efficienza della macchina pubblica.
    niente di tutto questo ovviamente con i fenomeni da baraccone leghisti.
    il federalismo in salsa leghista nasconde nella migliore delle ipotesi il desiderio di nuova spesa pubblice e nuova inefficienza, vedi l’ultima idea ridicola dello spostamento dei ministeri (cioè il raddoppiamento ovviamente delle sedi e dei costi) oppure nasconde una visione secessionista tanto stupida quanto antistorica.
    Per ora, in assenza di qualsiasi testo organico di teoria di questo federalismo leghista, l’unico risultato effettivo che ci si può aspettare è che lo schema gestionale fallimentare e truffaldino della regione sicilia diventi il paradigma di gestione di tutte le regioni italiane a statuto ordinario.
    sono sempre più convinto che la possibilità di gestire decentemente il bilancio dello stato nel prossimo decennio (passata la sbornia dadaista di berlusconi e lega), poggi esclusivamente su due pietre angolari : una forte riduzione delle imposte sul lavoro e sulle imprese finanziata dall’abolizione delle regioni : enti inutili e quanto mai dispendiosi.

  6. Pietro Francesco

    Se lo scopo è quello di migliorare la efficacia e la efficienza della pubblica amministrazione, la soluzione è, a rigor di logica, la privatizzazione della maggior parte delle attività che la p.a. svolge, e non il decentramento: notate per caso che la sanità gestita dalle Regioni anziché dallo Stato centrale abbia giovato alla sua efficienza o alla sua efficacia? No, tutt’altro, le spese sanitarie non fanno che aumentare in modo esponenziale e la qualità del servizio reso diminuisce sempre di più. La vera soluzione è la PRIVATIZZAZIONE TOTALE, non il federalismo. Il federalismo non farà altro che peggiorare ulteriormente la situazione e ci farà schiacciare dal peso del debito pubblico.

  7. Schwefelwolf

    Un federalismo vero (stile Germania, con costituzione federale, ripartizione dei poteri legislativi fra Bundesrat e Bundestag, autentica legislazione regionale, strutture amministrative veramente regionali, Länderfinanzausgleich etc.) in Italia non è ipotizzabile: significherebbe una guerra civile, visto che la metà “greca” dell’Italia non avrebbe accesso al fondo di perequazione, non essendo in grado di presentare bilanci suscettibili di revisione.
    Per non parlare delle differenze “antropologiche” fra i due sistemi (corruzione, clientelismo, pressapochismo etc.).
    Quindi – missione impossibile. Con buona pace della Lega, che tenta di spacciare per “federalismo” un collage di pezzettini buttati lí da Tremonti per darle qualcosa da “vendere” al suo elettorato.
    L’unica soluzione, per il nord, sarebbe quindi la secessione. Ma anche quella vorrebbe dire guerra civile (vedasi Jugoslavia). Pertanto…

  8. carlo grezio

    @schwefelwol

    fondamentalmente concordo , con un avvertenza:
    non sono certificabili i bilanci regionali non solo della metà “greca” dell’italia, ma quella di moltissime amministrazioni al sud ed al nord.
    credo che certificare il bilancio lombardo e piemontese metterebbe in imbarazzo il più scellerato e disinvolto auditor…anche quelli di parmalat…
    Per non parlare dei bilanci della parte mafiosa del paese (sicilia,campania, calabria) e della parte a statuto speciale (valledaosta,trentinoaa,friuli e sardegna)…poi restano le regioni dove sulla sanità si sono mangiati e nascosti indebitamenti folli (lazio,molise,puglia,veneto,liguria) , poi restano i bilanci delle regioni terremotate e forse poi su toscana,umbria ed emilia si potrebbe provare a far un certo affidamento, con grande cautela….
    Date retta quando degli enti sono inutili, costosi, fuori controllo e danno anche adito ad una clientela politica dispendiosissima come le regioni italiane, è inutile riformare : meglio chiuderle.Del resto ci sarà qualcuno che si ricorda quando c’erano solo le provincie : era molto meglio…..

Leave a Reply