Tasse: acqua pura, acqua chiara, voglio finalmente bere
Il bilancio complessivo degli ultimi due giorni è disastroso, per il governo. Lo scambio di epiteti tra ministri nella confertenza stampa di presentazione della manovra, l’effetto degli atti giudiziari provenienti da Napoli sull’onorevole Milanese collaboratore di Tremonti, l’intervista odierna a Repubblica di Berlusconi nella quale Tremonti è descritto come un vero e proprio nemico interno, le dichiarazioni ai magistrati del titolare dell’Economia in merito a lotte di potere tra due cordate della Guardia di Finanza una delle quali farebbe capo a Palazzo Chigi e che alimenterebbe gli attacchi ai suoi danni, l’annuncio del premier che la norma salva-Fininvest è stata scritta dal Tesoro e dalla Giustizia e verrà ripresentata in Parlamento. Tutto ciò fa ulteriormente perdere anche la parvenza di credibilità a un esecutivo sempre più minato, nel giudizio pubblico e nei sondaggi, da una crisi che è personale del premier, politica della sua compagine, e morale dell’intero orizzonte di valori e comportamenti che vengono posti in essere dal centrodestra mentre agli italiani si chiedono nuovi sacrifici impegnativi. Per chi, come noi, crede in mercato e concorrenza, in uno Stato più agile e concentrato nel poco che dovrebbe fare meglio, in un fisco meno oppressivo e dunque in meno spesa pubblica bruciata a vanvera, non è possibile ragionare in nome del “gli altri sarebbero peggio”. Peggio di tutto è chi rende col suo operato impresentabile per anni a venire ciò in cui noi crediamo. E poiché non siamo fatalisti ma crediamo nella forza dell’individuo e della società, bisognerà adoperarsi perché dal basso nasca nei prosismi mesi qualcosa che risponda sul serio all’esigenza di dare rappresentanza credibile a ciò che non può e non deve essere confuso con interessi personali, meschine compromissioni ed evidenti incompetenze, quali quelle che riempiono le cronache politiche in questa fase. Io, almeno, la penso così. Ma non impegno alcuno che scriva qui, e m’interessa capire come la pensate voi, qualunque sia il vostro giudizio: non ne faccio questione di politica, qui tentiamo di evitarlo sempre, ma di concreti spartiacque sulle misure economiche da assumere per dare solidità alla finanza pubblica e far ripartire la crescita.
Provo a mettermi nei panni di chi per mestiere non è tenuto come noi a seguire da anni le evoluzioni della politica economica e gli andamenti della finanza pubblica. Un semplice cittadino che lavora e paga le tasse, o passa il suo tempo a disperarsi perché il lavoro non ce l’ha o è pensionato con poche centinaia di euro al mese, che cosa capisce della manovra finanziaria per azzerare il deficit pubblico al 2014? Nella semplificazione spesso brutale che i media riservano a interventi di grande complessità, la probabilità più elevata è che al cittadino giungano due o al massimo tre messaggi in pillole.
Il primo è che il governo dice che bisogna azzerare il deficit pubblico in tre anni se non vogliamo correre rischi greci, ma di fronte a un rischio simile proprio la vicenda greca insegna che la politica dovrebbe avere poche e grandi idee chiare, e comunicarle bene ai cittadini. Mentre da noi ecco che puntualmente tutti sono in dissenso con tutti: non solo governo e opposizione, sarebbe normale, ma ministri con ministri – vedi le vicende di ieri – premier e ministri stessi, Lega e Pdl, Regioni e Comuni rispetto al governo. E chi più ne ha più ne metta.
Secondo. E’ stato detto infinite volte che il rigore deve essere fermo ma bisogna anche pensare alla crescita, perché se l’economia continua a crescere di meno di un punto percentuale l’anno i guai restano, sia per gli italiani sia per la finanza pubblica. Eppure quel che giustamente più “passa” della manovra sono i tagli respinti alle Autonomie, i contenimenti nel pubblico impiego, le nuove tasse sui risparmi investiti in titoli, i ticket sanitari, il freno all’adeguamento delle pensioni al costo della vita.
Terzo. Tutti concordano che per crescere di più occorre meno fisco su lavoro e imprese, ma ancora una volta siamo all’annuncio di una delega e gli interventi concreti saranno in un futuro incerto.
Credo siano più o meno queste, le pillole di manovra in base alle quali il più dell’opinione pubblica sta formando la propria opinione i questi giorni. Sono sbagliate? Un componente del governo direbbe di sì, perché nella manovra c’è molto altro. Ma, da osservatore, devo dire invece che per quanto ipersemplificate sono fondate eccome, le tre pillole.
Vediamo però almeno di spiegarle.
Da che cosa nasce, l’aspra divisione sulla manovra? Ripeto, non sto parlando delle bocciature da parte dell’opposizione. Mi riferisco alle paurose sbandate del centrodestra, alle innegabili difficoltà registrate ieri con categorie come Confesercenti e Coldiretti, all’insurrezione contro la manovra da parte delle Autonomie. C’è da stupirsene? Proprio no. Perché si crei una necessaria atmosfera di coesione intorno a manovre che muovono dai 3 ai 4 punti di Pil, occorre aver dissodato bene il campo. Occorre cioè aver detto e ripetuto con argomenti persuasivi e con toni adeguati, fino allo sfinimento, che un rischio enorme è di fronte all’intero Paese come e mezza Europa – ieri Portogallo e Spagna ne hanno avuto nuovi segnali. E che a questo rischio bisogna rispondere con un enorme sforzo collettivo. Purtroppo, è evidente che all’interno dello stesso governo, e a cominciare da chi lo guida, le idee sono assolutamente confuse.
Il secondo problema nasce da altro. Non solo occorre parlare al paese con voce univoca e con rigore a cui corrisponda credibilità personale, e con misure che per prime diano l’esempio che la politica non si sottrae alla cinghia tirata (altro che il no all’abrogazione delle Province, e i tagli ai costi di partiti e istituzioni rinviati all’ennesima commissione). Bisogna indicare al Paese alcune misure di risparmio essenziale e condivise, che identifichino con chiarezza grandi centri di spesa fuori controllo e non solo le tasche dei cittadini da cui reperire nuove risorse. Questi comparti di spesa da ridurre con decisione ci sono eccome. Le forniture della sanità valgono da sole 80 miliardi di euro l’anno, e sono lievitate del 50% in sei anni , senza che dovessimo fronteggiare epidemie. Se non lo si può dire, perché nel frattempo la Lega ha chiesto e ottenuto che per il più ampio consenso ai decreti attuativi del federalismo fiscale bisognava promettere alle Regioni l’invarianza complessiva nazionale della spesa sanitaria ai livelli del 2009 – comprese dunque le forniture monstre – allora non ci si può stupire, se Regioni e Autonomie insorgono come un sol uomo contro il governo.
Altro esempio: è giusto aver aperto all’aumento delle addizionali locali, senza aver messo alcun freno per esempio alle società partecipate e controllate dalle Autonomie? Quando per esempio in regioni come il Piemonte le società partecipate sono passate da 373 del 2003 a 356 del 2008 diminuendo di numero, e le controllate da 247 a 251 cioè praticamente uguali, mentre in Campania negli stessi anni le partecipate sono passate da 230 a 287, e le controllate da 165 a 208, con tassi di aumento del 30%? E’ giusto chiedere al contribuente nuove tasse, quando sul milione e 400 mila unità immobiliari di proprietà dei Comuni Italiani – tra ex Iacp e gestioni dirette – il tasso di morosità è intorno al 60%, e quando si calcola che il patrimonio pubblico in mano alle Autonomie – l’80%s del totale nazionale nel nostro Paese – costa ogni anno il 2% del suo valore mentre rende solo l’1%, per l’incapacità degli amministratori pubblici?
Sulla riforma fiscale, ho poco da aggiungere. Tremonti l’ha in testa. Ma al cittadino che ha poco tempo, e lo sente dire che dalle centinaia di deduzioni e detrazioni date oggi a casaccio si possono ricavare fino a 30 miliardi di euro per abbassare le imposte, penso sia ovvio venga come prima idea che se è vero bisogna farlo subito, e non aspettare la prossima campagna elettorale. E se sono i suoi colleghi di governo a non volere prima delle elezioni levare le deduzioni chi oggi ne gode e non le merita, allora il problema sta nel manico e cioè in chi lo guida, il governo. Quanto a me, aver appreso due giorni fa che i 15 miliardi di minori deduzioni servono invce non a far diminuire il peso fiscale, e nemmeno a finanziare una riforma fiscale ainvarianza di gettito, ma sono invece vincolati a copertura di maggior spese e ad assicurare l’ottenimento dell’azzeramento del deficit, ebbene dico che una riforma consimile delle deduzioni non la voglio, perché chi la pensa come me saprebbe farla meglio: cioè con meno spesa publica reale, e meno pressione fiscale reale.
Sono afflitto, demoralizzato. Non voglio fare il Di Pietro dichiarando che con i tagli alla politica si potrebbero evitare tutti i sacrifici, ma ritengo che valga la pena di tentare la riduzione dei costi statali di ogni ordine e tipo in modo da alleviare il peso delle tasse su tutti i cittadini/contribuenti. Anche riducendo certi servizi che sono eliminabili (come i premi ministeriali da 250.000 euro a prestigiosi registi cinematografici).
E’ di tutta evidenza che si vanno a toccare dei privilegi ma se non li tocchiamo ora, con tutti i sacrifici che vengono chiesti ai cittadini comuni, quando potremo toccarli?
Io, oggi, sono più povero dell’anno scorso, quando ero più povero dell’anno prima e così di fila da almeno 6-7 anni. Facciamo attenzione, oltre un certo livello non ci si organizza per chiedere un cambio di rotta. Si recuperano i forconi e si attaccano i palazzi del governo.
Brutalmente chiaro e preciso.
Oscar Giannino non andrà mai al governo.
Io questi dilettanti allo sbaraglio non li voterò mai più.
Mi sa che il PDL, alle prossime, va sotto il 10%.
Io dico solo una cosa direttore, si metta alla testa di un progetto, io credo che potremmo essere tanti a seguire una persona che come lei parla chiaro e si spiega bene.
Far crescere i miei figli in un paese come questo lo trovo veramente un delitto!!!
Giovanni Vedana pd
Ma, sinceramente, Oscar non trova che questa manovra riporti al 1992?
Superbollo, accise, sempre quella roba lì e nemmeno un taglio che sia uno alla invasività dello Stato. Cui è demandato troppo e lo fa male.
si sta usando sempre il vecchio armamentario della 1 repubbblica
Dove è il coraggio ? Ma purtroppo non ne vedo né da una parte né dall’altra
sento solo i soliti lamenti delle Autonomie ( Errani in testa, ma anche i leghisti finti parsimoniosi), salvo sprecare soldi in ogni direzione.
Ci dovrebbe essere una sola parola d’ordine : RIDURRE IL DEBITO con ogni mezzo
Ma quando lo vorranno capire ? quando saremo costretti dal FMI o dalla UE cioè quando faremo la fine della Grecia
Cito Giannino:” E poiché non siamo fatalisti ma crediamo nella forza dell’individuo e della società, bisognerà adoperarsi perché dal basso nasca nei prosismi mesi qualcosa che risponda sul serio all’esigenza di dare rappresentanza credibile a ciò che non può e non deve essere confuso con interessi personali…”
Bene, provo a stilare di getto una bozza di agenda di lavoro (cura da cavallo) di quel “qualcosa che risponda..” alla necessita’ di evitare il default e la rovina del Paese e per ri-aprire la discussione:
1) Riduzione del 50% degli eletti al Parlamento (Camera e Senato)
2) Riduzione di almeno il 5% del personale della PA eliminando le Province, le Comunita’ Montane ed altri uffici inutili ed accorpando i Comuni sotto i cinquemila abitanti.
3)Aumento dell’eta’ pensionabile a 67 anni per tutti, (vedi personale femminile impiego privato) e rivalutazione delle pensioni in linea con l’aumento del prodotto interno lordo e non l’inflazione
4)Modifica dell’art. 5 della Costituzione e delle norme sul federalismo con particolare riguardo a mantenere centralizzate le decisoni su investimenti ed infrastrutture di interesse nazionale e transnazionale.
4)Istituzione di veri costi standard nella sanita’ pubblica
5)Efficientamento della gestione del patrimonio immobiliare pubblico per giungere almeno al pareggio di bilancio o privatizzazioni
6) privatizzazione di due reti RAI e di gran parte della aziende partecipate e/o controllate dalle Autonomie
7) Riduzione del 5% della pressione fiscale.
8) Incentivi alle piccole/medie iniziative imprenditoriali private con particolare riguardo alla imprenditoria giovanile
9) Liberalizzazione degli ordini professionali
10) Investire nella scuola e non solo spendere per il suo personale
una ulteriore proposta, (utopia ?), e’ contenuta in “Se Gesu’ fosse Tremonti…”
disponibile sul blog: http://www.segesufossetremonti.blogspot.com
Caro Giannino, non si può non essere d’accordo: l’esecutivo è alla frutta e quanto si vede in questi giorni ne è la più chiara dimostrazione. Questo governo e la maggioranza che lo esprime (mi taccio sul leader che li rappresenta entrambi) hanno tradito completamente il loro elettorato: è 15 anni che promettono meno tasse, stato più snello e meno oppressivo, basta enti inutili, basta privelegi a certe caste (non solo quella politica, io mi ricordo la recente riforma pro-avvocati), più crescita ecc… Al momento di traformare le promesse in fatti concreti cosa combinano: più spesa corrente, più partecipate e controllate dallo stato e vari enti, più protezione per le caste (oltre agli avvocati già citati e ai soliti politici, non dimentico neppure i gestori di stabilimenti balneari) e ovviamente più tasse!!! Direi che come mantenimento della promessa del no tax day non c’è male.
Tutto un disastro. Penso allora: bene si cambierà. Qualcun altro andrà alla maggioranza e al governo e farà quello che si DEVE fare. Qui arriva il problemone: chi?
Valuto le alternative:
PD: Personalmente li ritengo corresponsabili del disastro nel quale il nostro Stato è precipitato. Si alternano all’attuale maggioranza da 15 anni con le seguenti invenzioni: prelievo forzoso dai conti correnti, invenzione dell’IRAP (e detto questo non ci sarebbe bisogno di continuare) e altre amentità tipo privatizzazzioni allegre… Fossero almeno diversi i leader, magari un pensierino ce lo farei, ma sono sempre gli stessi (tra l’altro fanno le poche leggi di liberalizzazione e poi se le aboliscono con i referendum, boh?). Il nuovo che avanza: Matteo Renzi. Bravo. Solo che ha un problema: a Firenze il comune non ce la fa. Allora che ti combina il nuovo del PD. Va da Berlusconi a dialogare e insieme cosa decidono:tassa di soggiorno per chi si ferma in albergo! boh?
IDV: hanno candidato De Magistris. Per me basta e avanza.
SEL: un solo dato: la sanità in Puglia fa acqua da tutte le parti. Come risolvono: aumentano l’addizionale. Stesso sistema degli altri: più tasse.
UDC: figli di coloro che ci hanno portato dove siamo. Niente. Tra l’altro la loro bella opportunità l’hanno avuta con risultti parecchio deludenti.
Lei scrive che non si può ragionare con il metro di “gli altri sarebbero peggio”. Ha ragione, ma poi io devo votare e chi voto, chi mi rappresenta?
Bisogna partire dal basso con proposte chiare. Ha ragione. In questo blog se ne leggono di chiare e di condivisibili. Partiamo da qui.
Trovo il simbolo sulla scheda alle prossime elezioni?
Gentile Oscar,
come non condividere quanto lei sostiene, certamente molti itaGliani non hanno il tempo di leggere ed informarsi, ma molti e troppi non vogliono capire e leggere preferiscono un poco di italianissimo “individualismo pressapochista” un poco di banalità nel vento ed una domenica a discutere di scudetti rubati.
La saluto con rinnovata e tenace stima, augurandomi che un giorno lei convochi “gli stati generali” dei suoi sostenitori.
“non è possibile ragionare in nome del “gli altri sarebbero peggio””???
Ma certo che il PD o Di Pietro sarebbero peggio, è gente che non sa nemmeno parlare italiano!
Si sono già contraddetti su tutto! E poi ve li immaginate a tutelare il risparmio ed a tagliare gli sprechi pubblici??
Non c’è NESSUNO che sia votabile, andremo a rotoli!
Gentile Oscar, nemmeno tanto velatamente i suoi sotenitori chiedono che Lei e quelli come Lei si facciano sentire di più.
Sottoscrivo in pieno, e spero che prima o poi si decida a chiedere agli Italiani di darle carta bianca e di fare pulizia.
Quello che non capisco però è che, a prescindere dalla sua professionalità, intelligenza e preparazione indiscutibili, quello che propone per far fronte ai VERI problemi del paese, è di una semplicità e di un buon senso quasi disarmante.
Ciò mi fa domandare: MA ALLORA I SIGNORO GOVERNANTI SONO COMPLETAMENTE RINCRETINITI? non credo, anzi li credo molto furbi, a modo loro.
Tuttavia non hanno capito una questione di fondo: se facessero del bene alla nostra povera e bistrattata Italia, anche se dovessero mangiarci su più di quanto non lo stiano già facendo (!) gli italiani chiuderebbero un occhio e farebbero buon viso a cattivo gioco, ma non fanno nemmeno quello!
Qui siamo becchi e bastonati per cui cominciamo a renderle indietro queste mazzate.
Comunque coraggio, La preghiamo tutti di non mollare mai e di continuare a gridare che il Re è nudo!
Pensare che esista di peggio forse non serve ,ma non è superfluo chiedersi se sia vero.Occorrono riforme strutturali.La prima è stabilire per legge l’obbligo del pareggio in bilancio e la limitazione di spesa alle risorse disponibili.Le norme devono essere a prova di furbizia.Quindi bisogna abbattere il debito.Lo si può fare con la patrimoniale di Amato o con la vendita dei beni dello stato.Tutti.Se si parla di crescita,la soluzione è solo la seconda.L’abolizione dei contanti aiuta la lotta all’evasione,alla corruzione,alla malavita,fa emergere l’economia in nero ed elimina uno strumento ridondante.Si possono quindi abbassare le tasse senza particolari alchimie.Il finanziamento pubblico dei partiti va abolito,come dare referendum.Altre ipotesi sono inutili perchè aggirabili.Chi ricopre cariche pubbliche non deve avere compensi,ma solo riconoscimento delle spese di funzione.Poi si può pensare ai tagli.Se prima non si riduce il debito sono ininfluenti.Vorrei capire cosa serve il pareggio una tantum di Tremonti se il debito continua a ridere per il solletico.
è legge morale dentro di noi manifestare sostegno a Oscar Giannino. Che non abbia mai a dubitare di sé.
Mi dispiace amatissimo Oscar !
Sono totalmente in disaccordo con Lei.
Grande intervista di Berlusconi alla Repubblica.
Manovra non sufficiente ?
Ma di che cosa stiamo parlando
con lo spread BTP/Bund a questi livelli ?
In quanti minuti come questa mattina i “benefici” grazie ai “sacrifici” di tutti noi verranno azzerati ?
O vogliamo far finta di credere
che un esecutivo meno schizofrenico ci eviterebbe la speculazione?
e se io ho 35 anni, dipendente di una grande azienda per mia fortuna e mi sento dire che 1)dovrò lavorare fino quasi a 70 anni 2)non è prevista al momento una riduzione nei contributi 3)la mia pensione sarà straziata 5)attualmente spendo tutto il mio piccolo stipendio e 6)ci sto pagando le attuali pensioni (di mio papà) che non saranno neppure completamente rivalutate, mi rispondo: ma se mai ci arriverò a 70 anni sarò un poveretto che non potrà neppure pagare una casa ai mei figli, come invece mio papà ha fatto con me. Quindi: che ci faccio ancora in Italia??
Caro Oscar che dire. Un governo ridicolo ed antiliberale.
E pezzi della sinistra come Damiano che parlano di “fine di una politica liberista del governo e nuova alternativa programmatica”, dalla padella alla brace.
Chi ci governa non ha la dignità di andarsene a casa, ma chi è liberale e liberista non può che andarsene via da questa cloacha di centrodestra.
Caro Giannino,
mentre nel Governo e nella maggioranza si litiga come galli i mercati finanziari non stanno a guardare impassibili!!
Il nervosismo borsistico odierno, con Piazza Affari in profondo rosso, è un segnale inequivocabile che l’Italia, sia politica che economica, è debole e la speculazione ringrazia commossa per il regalo “quasi” inaspettato!!!
La “strana” vicenda del collaboratore del ministro del tesoro non aiuto di certo la situazione perché mina la credibilità di colui che, nel bene e nel male, cerca di tenere i cordoni della borsa ben stretti; io mi chiedo ma è mai possibile che tutti cadano dalle nuvole quando si parli del costo e della gestione delle case?
Probabilmente no, i cittadini comuni sanno benissimo quale sia il peso degli affitti e delle rate dei mutui che salgono o al limite non scendono e che questa situazione spesso si contrappone ad una riduzione dei redditi.
Meno spesa pubblica, meno tasse e più efficienza nel settore pubblico permetterebbero di far respirare, se non far ripartire, l’economia ed i cittadini; ma i politici se ne rendono conto di quale è la vera situazione dell’Italia o continuano a ritenere di vivere nel mono del ben godi?
Mi perdoni ma non capisco come possa, dopo tutti questi anni, anche solo lontanamente aver fiducia nella capacità organizzativa dei governi Berlusconi.
Sono senz’altro prevenuto ma mi sembra ovvio che per riuscire a mantenere le posizioni, non possono essere fatte vere manovre. Già la precedente manovra da, se non ricordo male, 24 miliardi è stato un patetico tentativo di rinviare l’inevitabile senza toccare gli interessi degli amici. Già l’anno scorso era lampante che la manovra sarebbe stata inefficace e che toccava sempre e solo i soliti.
Oggi, con la minore certezza di stabilità politica, alla luce delle ultime batoste, non è pensabile che il governo si sbilanci nel taglio della spesa pubblica (se non dal lato del blocco degli aumenti e delle assunzioni). È la spesa pubblica che riesce a tenere ‘compatto’ un governo di ministri che si ritengono l’un l’altro dei cretini.
Infine, capisco che le alternative non sono fantastiche, ma l’attuale governo è veramente orripilante!
Possiamo risorgere solo toccando il fondo. Mi domando solo quando arriveremo a toccare il fondo. Alternative non le vedo. Ognuno aggrappato alla sua bandiera a difesa del suo orticello, Avviene nella politica per le province, avviene nel paese tra i cittadini. Certo non siamo l’Egitto e non siamo la Grecia, ma a forza di autoconvincerci di tutto questo non vorrei che facessimo la fine di quei paesi che ho citato.
Dottor Giannino, sono stato fulminato da questa Sua frase: “Peggio di tutto è chi rende col suo operato impresentabile per anni a venire ciò in cui noi crediamo”. Verissimo. L’identificazione del liberismo con i governi Berlusconi. Questo è il disastro che ci aspetta.
“Abbiamo visto il bel risultato della ricetta liberista !” ci dirà lo statolatra da mattina a sera.
Siamo in tanti, tanti, tanti ad attendere solo che qualcuno alzi un vessillo liberale. Ormai: o la rivoluzione liberale della responsabilità e del merito,
o il declassamento di tutto il paese a livelli da medio evo.
Dalla lettura dei commenti dei lettori vedo che tutti sono fondamentalmente uniti nella critica all’attuale maggioranza e nella consapevolezza che l’opposizione non promette nulla di meglio. L’ultimo esempio della votazione sulle province ha evidenziato come alle parole non seguono i fatti. Purtroppo occorre ammettere che il nostro parlamento non ha come obiettivo il bene del Paese ma soltanto il bene, talvolta illecito, dei propri membri senza distinzione di posizione politica. Sono tutti uniti quando c’è da votare il vitalizio od opporsi ad una riduzione del finanziamento dei loro partiti ma poi quando c’è da proporre una politica sana si sbranano gli uni con gli altri come lupi affamati. Gli italiani sono persone molto pazienti e ragionevoli…..fino a quando?
giannino, non ci credo !
lei ha davvero avuto fiducia in passato in questi 4 cialtroni ?
tremonti dico, il peggio del psi, con brunetta,sacconi e compagnia di nani e ballerine,
ex fascisti, leghisti xenofobi, evasori, mafiosi, camorristi, prostitute e democristiani di ritorno.
il peggio del peggio da sempre.
bah!
‘Ranae, vagantes liberis paludibus,
clamore magno regem petiere ab Iove,
qui dissolutos mores vi compesceret.
Pater deorum risit atque illis dedit
parvum tigillum, missum quod subito vadi
motu sonoque terruit pavidum genus.
Hoc mersum limo cum iaceret diutius,
forte una tacite profert e stagno caput,
et explorato rege cunctas evocat.
Illae timore posito certatim adnatant,
lignumque supra turba petulans insilit.
Quod cum inquinassent omni contumelia,
alium rogantes regem misere ad Iovem,
inutilis quoniam esset qui fuerat datus.
Tum misit illis hydrum, qui dente aspero
corripere coepit singulas. Frustra necem
fugitant inertes; vocem praecludit metus.
Furtim igitur dant Mercurio mandata ad Iovem,
adflictis ut succurrat. Tunc contra Tonans
“Quia noluistis vestrum ferre” inquit “bonum,
malum perferte”. Vos quoque, o cives,’ ait
‘hoc sustinete, maius ne veniat, malum’.
Questo articolo poteva scriverlo ANNI fa! Meglio tardi che mai!
La verità è che la maggior parte degli italiani non capisce neanche lontanamente ciò di cui si discute qui ed in forum simili…siamo minoranza!
Questa classe politica ha creato un sistema che si autoalimenta di cittadini elettori ignoranti e beoti che si esaltano con qualche titolo di quotidiano schierato sparato in prima pagina ogni mattina o con il saviano o santoro di turno in Tv…
Cosa si può contro un sistema così organizzato, che parte sin dalle scuole, che penetra e si confonde nella vita pubblica e privata di ognuno di noi…ma non vi capita mai di ascoltare giovani genitori che parlano ai loro figli: Aiuto, poveri noi minoranza troppo troppo silenziosa!!!
DOTT. OSCAR GIANNINO e cari frequentatori di questo forum
sarò un po lungo, non voglio esporre solo lamentele ma una soluzione. e ve la dirò alla fine.
Prologo.
-abbiamo chiaro che siamo nelle mani di una manica di cialtroni aprofittatori?
-siamo convinti una volta per tutte che in italia, alla fine, la democrazia dell’alternanza non ha prodotto alcuna tangibile differenza per i cittadini, oppressi sia dal c.destra che dal c.sinistra?
-siamo coscienti che questi bramini insaziabili hanno mantenuto tutti (tutti, tutti, tutti, tutti) i loro precedenti privilegi in tutti questi 20 anni di duri sacrifici dei cittadini contribuenti?
La pensiamo così?
Siamo anche consci del fatto che ai politici italiani non verrà mai in mente di approvare leggi suicide (come l’agnello o il tacchino che speri in un veloce arrivo della festività)?
E allora se noi abbiamo capito tutte queste cose, vi prego, non continuiamo a fare ancora la parte dei muli. Facciamo qualcosa dal basso per scrollarci il peso che abbiamo sulle spalle. Tutti insieme. Leviamoci il macigno causato dal peso insopportabile di una casta potente, diffusa capillarmente e ben organizzata dal quirinale fino al consiglio di quartiere (al quirinale all’orinale!)
Io non parlo di ridurre il nr.dei parlamentari. Non parlo di ridurre il loro stipendio.
Se questa gente facesse il proprio dovere, io sarei pure disposto a pagarli di più!!!
Il problema non è il miliardo e passa che ci costa ogni anno ciscuna camera.
E’ vero, per carità, che il periodi di PIL decrescente o stagnante anche quello è un costo da ridurre, come nel caso di una SPA: quando gli affari vanno male, l’amministratore dovrebbe prendere meno danari.
Ebbene, sono convinto che anche i politici dovrebbero vedere limato il proprio stipendio.
Ma io li pagherei anche di più! l’importante è che facessero il loro dovere, governo ed opposizione.
Tornando al discorso, cosa possiamo fare noi?
Identifichiamo il vero problema del ns debito, che non è dato soprattutto dallo stipendio dei politici o dal loro numero in parlamento. E’ causato dalla loro insaziabile fame di danaro ad ogni livello, che li spinge a sacrificare il bene comune per soddisfare interessi di pochi. E così mentre approvano tagli lineari su di noi, continuiamo ad avere enti, società miste, sanità, comuni, regioni e province, comitati di quartiere o di via o di piazza, dove si sprecano i ns soldi per spese inutili senza alcun riguardo per i ns sacrifici.
Perchè non facciamo dal basso delle proposte che i nostri capi (i politici!!! – ndr) non possono non ricevere?
Perchè non ci organizziamo, tutti noi coscienti della grave situazione, per rendere noto alla gente che la nave stà andando verso gli scogli? Per cui bisogna spegnere le TV con i reality show e con gli avanspettacoli e parlare d’altro!
e poi cosa possiamo fare?
Si. Per esempio: la manovra economica ci impone dei sacrifici quasi immediati mentre contemporaneamente i tagli alla politica saranno dalla prossima legislatura (forse!!) e contemporaneamente abbiamo visto la bocciatura in parlamento di PD e PDL per l’abolizione delle province. Ma guarda un pò i due partiti opposti hanno trovato un accordo e non hanno dovuto bisticciare nemmeno un minuto!!! Orbene. Non ci stà bene? E allora facciamo noi una proposta di legge e/o un referendum, senza aspettare i partiti politici. Diamoci una mano. Prima che sia troppo tardi.
Non credo che il default dell’italia porterà ex post ad un’italia migliore. Chi, nel nel naufragio, prima di precipitare in mare, riesce a procurarsi dei salvagenti (per se e per i propri cari)?? Non è il popolo che occupa la seconda, la terza o la quarta classe.
E’ sempre chi stà vicino ai posti di comando. Cioè i ns capi (i politici). Se l’italia fallisce noi perderemo il poco che abbiamo, mentre i politici e i grandi potenti perderanno molto,molto,molto, meno di noi. Avranno portato all’estero i capitali, oppure li avranno investiti in immobili redditizi o altro.
Dunque se noi siamo la classe di coloro che rischiano tutto, come potremmo chiedere a coloro che hanno meno da perdere (i politici) di fare qualcosa che non è di loro interesse?
Per cui davvero, facciamo qualcosa noi. Ma presto!!
ps. questa supplica non è rivolta ai simpatizzanti di sinistra o ai simpatizzanti della destra!! E’ rivolta a tutti i cittadini di buona volontà, che abitano questa nostra casa. Se cade il muro di destra o le fondamenta di sinistra o il pilastro di centro, comunque la ns casa è condannata al crollo o alla demolizione: è la nostra casa.
ps2: i ns politici sono stati davvero ingannevoli negli ultimi 20 anni: tutti costoro, mentre facevano i loro interessi, hanno messo l’uno contro l’altro 60 milioni di italiani in un’arena: sinistra contro destra, centro contro destra, contro sinistra contro lega, contro kx, contro xyz. Mentre noi ‘combattevamo’ la loro battaglia, contro il dirimpettaio o collega o il parente o chissà chi, di altra fazione politica, nell’arena, con gli occhi accecati dalla polvere, non vedevamo i ns capi (i politici) che continuavano e continuano a vivere nell’opulenza.
E TUTTI NOI CI SIAMO CASCATI!!!! SVEGLIAMOCI
A me questa manovra sembra una cosa raffazzonata, non molto
diversa dai colpi di scure stile prima repubblica. Qui di creativo c’è poco.
E poi diciamo le cose col suo nome: la tassa sul deposito fondi è una vera e
propria patrimoniale. Personalmente, in momenti di estrema gravità per la
saldezza dei conti e delo stato, non escludo il ricorso a una patrimoniale.
Però bisogna farla bene e con equità. Questa dà una stangata ai piccoli e
medi risparmiatori, senza alcune gradualità o ragionevolezza. Allora era
meglio usare apertamente la parola “patrimoniale” così che, identificata la
categoria, ne sarebbe disceso un qualche obbligo tecnico di coerenza. Se si
fanno le cose senza usare i nomi corretti poi tutto finisce in una
marmellata confusa.
@ giancarlo # 26
proviamo a fare un elenco breve e ragionato ?
partiamo dal fatto che un intero decennio è stato buttato via da questo paese di cialtroni.
Da li, dalla situazione di dieci anni fa bisogna ripartire soprattutto sotto l’aspetto economico, perchè i peggiori danni del tremontismo-berlusconismo-leghismo li vediamo nella parte economica del paese ormai quasi completamente bloccata.
Esistono però delle ovvie priorità di tipo istituzionale, estremamente urgenti, per evitare che quello che è appena successo possa ricapitarci addosso : elenco solo i titoli :
– riforma elettorale (evitando pasticci all’italiana : semplicemente scegliere tra maggioritario uninominale inglese oppure maggioritario con ballottaggio oppure, se ci vogliamo tenere un sistema fondamentalmente parlamentare , allora proporzionale alla tedesca con sbarramento).
– regolamentazione del possesso di televisioni e giornali;
– incandidabilità/ineleggibilità per concessionari pubblici (i proprietari, non i managers)
– riforma della giustizia civile in una logica di maggiore efficienza/efficacia, ristrutturando la magistratura , abolendo un grado di giudizio, togliendo alla difesa tutte le possibilità di procrastinare il giudizio definitivo adeguandosi alle legislazioni più diffuse nella comunità europea.
Fatto questo, bisogna tornare all’economia : la cattiva notizia è che dopo 10 anni ignominiosi toccherà di nuovo alla sinistra tentare di mettere i conti a posto, cosa che significa gestire il bilancio in una logica di rigore: quella di ciampi, prodi, padoaschioppa e visco…sperando che la sinistra radicale, da un lato,abbia la pazienza di aspettare i frutti di questo lavoro – cinque anni… almeno – e quello che resterà dell’armata brancaleone berlusconiana leghista, dall’altro lato, non riesca a ricominciare a fare danni troppo presto.
Parliamo di economia e bilancio.
Dal debito pubblico non si rientra mai : l’obbiettivo deve essere, impedirne la crescita ulteriore e gestirlo in termini fondamentali cioè mantenendo una velocita di sviluppo dell’economia (che si misura purtroppo con il pil) ben maggiore della crescita del debito (è questa la grande truffa di tremonti : ha bloccato la crescita, ma nonostante i cosiddetti tagli, solo il debito è cresciuto costantemente mentre lo sviluppo è sparito).
Per ricondurre la gestione del debito pubblico entro canali di sopportabilità economica bisogna ridurre la spesa pubblica e attivare politiche di sviluppo, di forte crescita del pil (che è fermo al livello di 10 anni fa);
Per incentivare la crescita bisogna modulare un intervento di revisione fiscale che riduca la imposizione sui produttori di reddito (aziende e lavoratori), che colpisca l’evasione fiscale, che incrementi l’imposizione sui percettori di rendite.(per chi vive di rendita e si guarda bene dal lavorare o avere una attività imprenditoriale oggi l’italia è un vero paradiso fiscale al 12.50%).Considerando l’elevata imposizione sui consumi (non progressiva e ingiusta per le classi meno abbienti) le azioni sono semplici : copertura della riduzione delle aliquote sui produttori (aziende comprese) con incremento delle aliquote sulle rendite; contemporanea deducibilità dal reddito di tutte le tasse sui consumi (iva) pagate durante l’anno e se possibile dei costi sostenuti: in questo modo il grosso dell’evasione fiscale si recupera perchè tutti pretenderemo ricevute,fatture e scontrini da parte di quei produttori/venditori di beni e servizi che possono facilmente evadere ed eludere.
Ovviamente non basta perchè la spesa pubblica deve essere ridotta nel suo ammontare assoluto, cosa che si può ottenere solo con una razionalizzazione e ristrutturazione della pubblica amministrazione.
Deve essere chiaro che il cosidetto federalismo non otterrà questo obbiettivo.Per ridurre il costo della pubblica amministrazione bisogna eliminare uno dei quattro livelli di gestione (comune-provincia-regione-stato) e ognuno di loro razionalizzato.
Non cosi’ difficile se lo si vuol fare davvero :
– a livello comunale : azzeramento circoscrizioni, comunità montane, etc; fusione obbligatoria dei piccoli comuni in comuni di almeno 15.000 abitanti; riduzione, privatizzazione,razionalizzazione delle società partecipate dalle pubbliche amministrazioni;
– province : abolizione delle province delle grandi città e costituzione delle “città metropolitane” come risultante dell’aggregazione amministrativa di comune e provincia di Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna,Firenze, Bari , Palermo, Genova.Se questo desse come risultante la nascita di qualche nuova provincia dei comuni limitrofi non è un problema, le province non fanno nessun danno e le piccole province funzionano molto bene in generale, costando molto poco : sono quelle collegate alle grandi città che non servono a nulla.
– abolizione regioni a statuto ordinario e speciale : questo è il punto fondamentale.
le regioni oltre ad essere l’alibi di uno psuedofederalismo-regionalismo mal pensato e mai teorizzato, storicamente infondato e funzionalmente disastroso, sono la struttura più inefficace, incontrollata, produttrice di debito, di dipendenti pubblici inutili, di governatori e parlamentini inutili, costosi e corrotti.
Deve essere ben chiaro che chi voglia tentare di far ripartire il paese deve buttare tutto quello che ha cercato di fare il centro destra, a partire dal ridicolo federalismo senza un progetto e azzerare tutto.Si deve riportare la pubblica amministrazione ad una dimensione che si sarebbe potuta ottenere con una robusta informatizzazione, quindi fortemente ridotta e senza il livello amministrativo regionale.So che molti preferirebbero un abolizione delle province : è un alternativa forse accettabile, ma io sono fortemente convinto che le province siano meno dannose delle regioni.Da uno che si vuol far chiamare governatore diffiderei comunque, a prescindere.
Prima del 74-75 le regioni non c’erano e lo stato funzionava meglio di ora, nessuno ne sentiva la necessità: la loro nascita coincide con l’esplosione del debito pubblico, con l’implosione della pubblica amministrazione che perde la capacità gestionale di un governo centralizzato e non acquisterà mai la capacità operativa di una struttura federale,perchè l’italia non ha mai avuto una storia federalista. L’italia è un paese troppo piccolo e poco dinamico per potere sopportare una sovrastruttura federalista.
Gli italiani cosi’ come non sono mai stati in grado di controllare l’attività e l’efficienza dei parlamentari nemmeno sono in grado di valutare quello che si fa nei capoluoghi di regione ( ed i partiti lo sanno benissimo ); invece per vecchia tradizionale comunale gli italiani sanno controllare i sindaci ed i presidenti delle province … che infatti – a parte le grandi città dove sono sostanzialmente inutili ed uno spreco – funzionano benino e con pochi soldi.
Certo a patto di avere una forte e seria maggioranza.
Visto il risultato penoso del berlusconismo, avere una forte maggioranza potrà essere anche possibile : che sia fatta da gente seria, competente e decisa…è tutto da vedere
Con la soppressione delle regioni , a questo punto cadrebbe la logica del senato federale, quindi si potrebbe rinunciare ad bicameralismo perfetto ed avere solo una camera dei deputati.
Provate a immaginare questo paese senza la sovrastruttura pesantissima ed inutile delle regioni e con una modalità di gestione logica della sanità ( che non ha affatto bisogno di una dimensione regionale, ma deve organizzarsi per distretti razionali di utenti e territori), di colpo vi sembrerà un paese più leggero e con qualche speranza.
E’ chiaro che in questo modo dovranno andare a casa e possibilmente a lavorare i presiudenti di regione , i costosisssimi parlamentini regionali e naturalmente vanno a casa ed a lavorare i dipendenti delle regioni, in particolare i 100.000 siciliani che non fanno nulla alla regione sicilia : tenete presente che con il federalismo alla bossi la modalità di gestione della regione sicialia diventerà – INEVITABILMENTE E GIA’ SE NE VEDONO I PRIMI SEGNALI – il paradigma gestionale di tutte le regioni, nonostante i bla bla anche di gente seria come Ricolfi, la produttività efficienza delle regioni è zero e comunque inutile, le stesse cose le facevano prima, e meglio, stato e province.
Ultima ma molto impostante: chi vuol far ripartire il paese sulla base di una serie di riforme vere efficaci e serie lo deve fare nei primi 100 giorni di governo, con una cura da cavallo e con il massimo impatto possibile, quindi i progetti si fanno prima e dal primo giorno si governa con approvazioni di legge a tambur battente, coni passaggi parlamentare previsti ma senza perdite di tempo: il momento di progettare è questo; una volta vinto si cambia il paese senza tentennamenti.
@carlo grezio
posso essere d’accordo
Ma questo è l’elenco
il mio punto di vista è che questi politici non faranno niente di tutto ciò.
Per cui abbiamo il dovere nei confronti delle future generazioni di farlo noi
Egr. dott. Oscar , che dire. Lei come sempre riesce ad esprimere in poche parole ciò che una grande quantità di persone pensano, al di là delle competenze che pure sono necessarie ed indispensabili. Come in una qualunque organizzazione il punto chiave è chi comanda e decide. Non è vero che lo Stato non è un’azienda e che non può essere organizzato come tale. L’importante sono gli obiettivi e come diceva un mio docente un problema è lo scostamento dall’obiettivo. Oggi chi ci governa non ha obiettivi e probabilmente non è neanche in grado di delinearli. E quindi dal loro punto di vista non si rendono neppure conto dei problemi.Occorre cambiare, ed anche velocemente chi sta al vertice e poi tutti quelli sotto, rischiando anche di togliere le mele buone dal paniere, per generare discontinuità e credibilità. Ecco questo è, a mio parere, il punto chiave. Chi è in grado di raccogliere qualche centinaio di persone serie, competenti e credibili per fare ciò ? Non lo so, ma se esce qualcuno allo scoperto e propone, non mille promesse ma, alcuni obiettivi chiari e le linee guida per raggiungerli a mio parere raccoglie il massimo dei consensi. Non posso pensare che in questo Paese non ci siano persone adeguate a tale sfida. Ci sono eccome, semmai non riescono a fare massa critica ed a essere percepiti come tali. Cerchiamo, chi ci crede ancora almeno per i propri figli e nipoti, di formare questo gruppo di riferimento. E’ difficile , forse impossibile ma vale la pena provarci. In caso contrario il destino del Paese è segnato e non è che manca poi così tanto. Qualcuno, credibile e serio provi a fare questo. A comunicarlo ci penseranno tutti coloro che aderiranno e le moderne tecniche di comunicazione che hanno velocità di trasmissione enorme. Lei più volte ha detto che non vuole fare politica , e la capisco, ma può fare molto, come ad esempio fa attraverso questo blog. Ci sono altri ? Sì che ci sono (es. Ricolfi, Ichino per citare persone serie e non importa se sono del PD o altro, sono serie, competenti e questo basta ed avanza). Se riesce a tirar su un sacco di gente un comico come Grillo (che sarebbe meglio si limitasse a far il suo mestiere) non ci posso credere che non si possa far di più (meglio è scontato). Non facciamo come quelli di San Damiano (che tiran la pietra e nascondono la mano, per i non Piemontesi). Forza , la speranza è l’ultima a morire!
@ giancarlo
bene.
che si fa ?
1.fondiamo un nuovo partito ?
2.prendiamo il controllo di uno dei partiti esistenti e lo gestiamo con idee sagge?
3.scriviamo libri, articoli, blog e cerchiamo di sensibilizzare più gente possibile ?
4. ospitate in televisione?
La risposta non ce la potrà dare questo sistema politico; forzatamente nascerà dal basso; personalmente credo che dovremo tutti diventare più intraprendenti, con uno spirito più imprenditoriale;
e mi ritorna sempre a mente un libro, “The Sovereign Individual”, nel quale gli autori intravedono la fine degli stati nazione, argomentando con dati e ricca bibliografia, una transizione verso forme di governo più locali.
Caro Giannino, la seguo da tempo..Con questo post ho assistito a un suo importante salto quantico politico. My compliments! Spero che rimanga a lungo su questa nuova orbita.
non chiederei a giannino di entrare in politica perche farebbe una brutta fine
Pero se riuscisse a convincere degli esponenti della societa a coalizzarsi
su pochi punti chiari e inderogabili credo che formerebbe un movimento destinato a crescere e perlomeno ci salverebbe dal doverci
astenere alle prossime elezioni
Egr. Dott. Giannino,
E’ evidente, e non da oggi, che non c’è più tempo da perdere: azione dal basso, immediatamente!
Questi guitti incompetenti ed incapaci dei nostri attuali politici non ci porteranno che al baratro e la gran parte della pubblica opinione l’ha compreso ed è stanca e irrequieta. Temo che, come è già accaduto in passato in questo paese, anche con la fine della prima Repubblica, ci sia il rischio serio che la popolazione possa seguire il primo pifferaio che si proporrà come salvatore della Patria.
Poiché io e, come mi pare di capire, molti altri qui, non ci rassegniamo al declino ed all’avventurismo, le chiedo di aiutarci ad organizzare questa azione politica dal basso, auto-convocata e, ovviamente e soprattutto, liberale!
Non le chiedo di diventare un leader politico, non credo che le interessi, le chiedo invece, ed accoratamente, di aiutarci ad organizzare un movimento davvero liberale, immediatamente attivo e di iniziativa popolare.
Non si può che condivedere la sua idea-proposta di un nuovo movimento che rappresenti veramente le idee liberali. Dopo 17 anni di promesse non mantenute e ideali rubati serve veramente qualcosa di nuovo anche se bisogna rimboccarsi le maniche e riacquistare credibilità nell’elettorato e tutto ciò deve passare dalla scelta di persone competenti , traspartenti e anche un pò matte che si prendano la responsabilità delle riforme impopolari, ma utili per il bene dell’Italia e che non si prostrino al volere dei cosiddetti poteri forti. Potrebbe sembrare irrealizzabile e utopico ma lo sembrava anche l’Italia 150 anni fa , eppure grazie alla forza delle idee e al sacrificio di intere generazioni di giovani , oggi siamo una nazione unita.L’unica cosa sicura è che in queste condizioni non possiamo proseguire perchè lo spettro della Grecia ogni mese é sempre più vicino senza che si faccia nulla per allontanarlo.
Una cosa concreta e non demagogica: trasformiamo le Province in enti di secondo grado, come altrove in Europa. Vantaggio: sono i Comuni che designano gli amministratori e quindi si evita una nuova fascia di politici locali in cerca di visibilità e di giocattoli da gestire (si guardino i dibattiti nei consigli provinciali, dalla situazione di Gaza alla condizione femminile, all’effetto serra ecc). Conseguentemente, si riducono le funzioni ai campi strettamente tecnici, strade, scuole, territorio e quanto sarà delegato dalle Regioni. Abolirle semplicemente vuol dire consegnare decine di uffici alla più lontana e inefficiente burocrazia regionale. E poi, naturalmente, raccorpare i Comuni troppo piccoli.
Tempo scaduto! Siamo ormai nella tempesta e andremo a fondo, ormai non c’è più finanziaria che possa salvarci. In poche settimane entreremo in una situazione simile a quella greca, con spread e rendimenti BTP alle stelle, e il collasso della finanza pubblica. L’unico modo di cambiare questo paese è che la gente perda tutti i soldi che ha, con il fallimento delle banche e l’uscita dall’euro. Solo a questo punto ci potrebbe essere una vera “rivoluzione” (parola che non amo per la sua connotazione sinistroide).
Il mondo sta cambiando rapidamente: l’Occidente sta fallendo in termini economici, sociali e demografici. È una grave crisi ma non è la fine, anzi un occasione per liquidare ideologie che non funzionano, quali il liberismo, il clintonismo, il buonismo, il sessantottismo e il femminismo. Il crack dell’Italia, imminente e inevitabile, porterà ad un cataclisma economico e politico per l’Occidente; ma soprattutto sarà il segno più tangibile che quello che abbiamo fatto negli ultimi 30 anni è completamente sbagliato.
…mamma mia non ci salva nemmeno Eduardo de Filippo.. ” Add’à passà a nuttata” …si ma quando? sono oltre 15 anni di “nuttata”….
Inizio a credere che l’unica via per uscirne è un bel default, con annessa defenestrazione e messa al bando dei rappresentati politici del paese..
Il problema a mio avviso è che possiamo speculare su 2000 diverse possibili manovre di politica economica, fiscale e quant’altro.. ma non avendo a disposizione, in ambo gli schieramenti, una persona con le, mi si perdoni, Palle, rimangono tutti sogni; ci vorrebbe una lady di ferro anche per l’italia..o un Renzi..per poter soltanto immaginare che si possa fare qualcosa di buono…
Oscar..GT è oramai alla frutta; credo che il parere che ne avevano su nFA fosse esagerato, ma più passa il tempo più mi rendo conto che hanno ragione da vendere a chiamarlo Voltremont…
@Robert
…da quale centuria di Nostradamus questo? 😉 scherzo 🙂
Tremonti mi sconvolge, fa’ una manovra finanziaria sballata ( pagheremo domani!) e i mercati lo puniscono facendo piu’ pagare per il debito.
Ora invece di mandarlo a casa subito con il governo abbiamo pauura che lasci. E’ evidentemente non all’altezza.Chiuso.
Berlusconi e’ stato stabilito che ha corrotto e ora non vuole pagare invece di ringraziare per non essere in prigione: se ora i giudici sbagliano forse anche allora hanno pure sbagliato.Quindi paga.
Bossi e sicuramente fuori di testa:dice basta missioni e subito le rifinanzia.Tutti matti?
Il Pd e’ straordinario,prima permette di far pagare il 5% di tasse agli evasori all’estero mentre un pensionato paga il 23%, ora fa’ di nuovo pagare i pensionati invece di tagliare sulle provincie.Forse che come Fassino hai un reddito famigliare di 70.000 euro mensili perdi in sensibilita verso chi ti ha messo li’:
Penso che un italiano puo’ solo votare per Vendola,Dipietro,Grillo,Fini,Udc. Ricordatevi cosa e’ successo alle ultime elezioni, vedrete!
Anche su questo argomento ed in generale su ogni argomento che tratta del nostro esorbitante debito pubblico DEVO riproporre il mio punto di vista : Se un privato o una famiglia o un altro soggetto ha debiti insanabili ma gioielli in cassaforte che fa? Vende i beni di famiglia no? Dunque, mi chiedo, perché l’italia, che ha un debito pubblico tremendo, non si vende/affitta i gioielli di famiglia? Siano essi il David di Michelangelo o il Colosseo, quadri, statue, monumenti, opere d’ arte… non siamo forse il paese che ne possiede di più al mondo? Non capisco proprio come si possa anche lontanamente parlare di rischio default per l’Italia con tutti i beni che abbiamo. E’ un paradosso! Ci sono (per fortuna) emiri, russi, cinesi disposti a spendere qualsiasi cifra per le nostre (anche mie quindi) ricchezze artistiche e naturali…e allora? Sono stufo di sentire questo debito pubblico gravare sulla testa e vederlo gravare sulla testa di ogni nuovo nato.
P.S. : Qualcuno mi ha chiesto, provocatoriamente, se scherzo nel proporre questa tesi dell’alienazione dei nostri tesori artistici e naturali. A questo qualcuno e a tutti coloro che la mia proposta riesce a scandalizzare dedico le parole di A.Schopenhauer :
“Tutte le verità passano attraverso tre stadi. PRIMO : vengono ridicilizzate. SECONDO : vengono violentemente contestate. TERZO : vengono accettate dandole come evidenti.” Prosit.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti—–Luciano Costabile, Savona.
@Luciano Costabile
Luciano la tua proposta è provocatoria ed ha un certo appeal..se riesci a spiegarmi poi come si smonta il Colosseo la prendo per buona..
Caro Alberto, a parte il fatto che esiste da anni la tecnologia per “tagliare a pezzi” qualsiasi manufatto e ricostruirlo dove si vuole (é stato fatto con parte della Sfinge e altri manufatti egizi non propriamente tascabili), si potrebbe cominciare con l’alienare qualcosa di più comodo no? Ad esempio qualche quadro. Ma vedi il problema è un altro: mi rendo conto che la mia proposta appaia provocatoria ma cerchiamo di stare con i piedi per terra. Inesorabilmente l’assistenza sanitaria così come la concepiamo noi andrà sparendo. Intere fasce risulteranno coperte solo dai servizi essenziali e chi non se la potrà pagare avrà enormi problemi. La disoccupazione, soprattutto giovanile è destinata ad aumentare. Il paese si impoverirà sempre più e non è che gli altri paesi europei se la passeranno molto meglio. Il nostro stato non sarà MAI in grado di pagare il proprio debito pubblico, vogliamo avere il coraggio di dirlo? Vogliamo avere il coraggio di dire che la Grecia non è la sola ad essere tecnicamente fallita? Ed allora visto che la vita è breve io ‘sto debito me lo voglio levare e voglio avere poi risorse per vivere al meglio ora e soprattutto lasciare ai miei figli un mondo con qualche reale prospettiva di miglioramento e crescita.
Cordiali saluti , Luciano Costabile
Caro Oscar mi domando,dopo l’ultimo referendum si e’ visto che al popolo italiano non vanno molto a genio ne le privatizzazioni ne tantomeno le liberalizzazioni, siamo proprio sicuri che se in Italia si presentasse una politica come la Thatcher vincerebbe le elezioni, ho i miei forti
dubbi.
Cordiali saluti
@Luciano Costabile
Luciano concordo con te su tutto il ragionamento, siamo quasi alla canna del gas,spero che ci facciano il “mazzo” con la speculazione; continuo a credere che il default sia l’unica strada praticabile insieme a dichiarare il debito irredimibile…ma per queste cose ci vogliono politici con le sfere riproduttive di carbonio….
gentile Direttore, intanto Le esprimo la mia stima per la Sua grande capacità di analisi.
per quanto riguarda la situazione ,concordo con chi dice che è necessario che lo stato lasci la gestione di tutto ciò che nessun privato potrebbe rilevare, certo dettando regole precise sui servizi da rendere ai cittadini,iniziando dalla sanità imitando ad esempioI la Germania che usa un sistema misto con le assicurazioni .Idem per l’evasione fiscale, ma non c’è qualche posto dove va meglio? Perchè non copiare banalmente? La politica però non mollerà mai l’osso che sta finendo di spolpare per tornaconto personale e non di partito.Siamo tutti stufi. si crei un’alternativa nuova e credibile, liberista e liberale
X Luciano Costabile:
Privatizzare gli assetts pubblici ha senso solo se il debito poi si può onorare, e non è questo il nostro caso! Se tanto dobbiamo fallire allora ci conviene fare default e tenerci gli assetts per i primi anni post default in cui non riusciremo ad accedere ai mercati e l’unica possibilità di farsi finanziare sarà appunto vendere gli assetts ma se li vendiamo adesso poi non li avremo… 6 d’accordo? Per me prima falliamo e resettiamo completamente tutto il sistema a cominciare dall’enorme peso dello stato e meglio è!
PS Vedo molti di voi frustrati dall’opera di questo governo… Sinceramente non riesco proprio a capire cosa potevate aspettarvi!? E’ da anni che lo scrivo e chi legge i commenti lo sa.. Io è da 17 anni che ho le idee chiarissime sul “signor” Silvio Berlusconi e la cricca delinquenziale che lo circonda mi meraviglia che Giannino e alcuni ci siano arrivati solo adesso…
x Lucas :
Sì certo che sono d’ accordo. Fallire per fallire è meglio farlo con i gioielli in cassaforte (se te li lasciano). Il mio sarebbe solo un disperato tentativo per NON fallire. Io credo che non si abbia sufficentemente idea di cosa significhi in termini pratici (quelli che piacciono al sottoscritto) fallire. Sostanzialmente i veri poveracci tanto peggio non andrebbero a stare. I veri ricchi perderebbero una grossa fetta del proprio patrimonio ma una buona parte continuerebbe ad essere discretamente ricca e gli altri almeno benestanti. Grosse quote di classe media, ahimè, prenderebbero una spazzolata storica pagando (in rapporto) più degli altri e finendo in basso nello scenario economico-sociale. Hmmm…no non mi piace proprio! Ed per questo che butto sul tavolo idee che fino a qualche tempo fa potevano far sorridere ma che oggi, forse, è meglio che facciano pensare. Cordiali saluti. Luciano.
X Luciano Costabile.
Hai proprio ragione quando dici che non solo sottostimiamo ma proprio non abbiamo idea di cosa succederebbe in pratica in caso di fallimento… e sarebbe a livello mondiale dato che il debito mio è credito tuo e se io non ti pago nemmeno tu riesci a pagare i tuoi creditori… Per come la vedo io però è inevitabile! E se non sarà l’Italia sarà qualcun’altro a cadere e alla fine investirà inevitabilmente anche noi! Prima succede e più possibilità avremo di riprenderci in piedi, non fosse altro per il fatto che più si è giovani e più ci si può “riciclare” mentre dopo è molto più difficile… ho usato un termine brutto ma che rende l’idea (io ho meno di 25 anni). E’ lo schema ponzi degli stati che è destinato ad esplodere prima o poi perchè non potrà mai mantenere quello che ha promesso e che soprattutto la gente si aspetta di diritto… è proprio questo il punto: molte persone, soprattutto gli statali… non accettano che per mangiare devono iniziare a lavorare e che solo parte del loro lavoro spetta a loro, l’altra parte spetta a coprire le spese del welfare/schema ponzi che ora sta diventando insostenibile…. in poche parole il default credo sia inevitabile per motivi strettamente TECNICI.
PS Considero il bruciare il valore reale del debito tramite inflazione come default, che probabilmente sarà la via che sceglieranno perchè minimizza le perdite per il settore finanziario….
@LucaS
Oh, sul default subito sono assolutamente d’accordo. Tanto andremo avanti ancora tot. anni a “contenere il deficit” per poi veder crescere il debito “non si capisce come mai”.
Insomma, siamo insolvibili, perché la medicina vera questi non vogliono prenderla, preferiscono andare avanti alla meno peggio per poi veder crollare tutto e gridare “mica è colpa nostra! L’abbiamo ereditato!”.
Che vadano pure
All’ottimo articolo di GIANNINO mi vien solo da aggiungere che il contenimento della spesa pubblica non sara’ mai attuato da questa “classe dirigente” che è stata bravissima ad ammantare ogni spreco (per usare il piu’ tenero eufemismo) con belle e incontestabili motivazioni (il sociale, l’ecologia, la cultura, la lotta alle discriminazioni, ecc.ecc……). Se non li rottamiamo noi…
@Borderline Keroro
Cominci lei a fallire, io la seguirò, a molte lunghezze di distanza.
“Peggio di tutto è chi rende col suo operato impresentabile per anni a venire ciò in cui noi crediamo. ”
Caro Giannino, provo lo stesso fastidio da un po’ di tempo. E il fastidio è alimentato dal non sapere “a quale santo votarmi” perchè vedo solo incapacità, incompetenza o peggio menefreghismo nella classe dirigente. Mi consolo (amaramente) sempre più spesso incappando in persone che vorrebbero che le cose si raddrizzassero più o meno seguendo la strada che auspicavo qualcuno (oggi al governo) riuscisse a fare imboccare al nostro paese anni fa…
Gent.no dr. Giannino, sono un commercialista suo coetaneo, che in questi giorni distribuisce a mani basse “brutte notizie” ai contribuenti. In tutti riscontro un avvilimento senza precedenti e l’aspetto che più mi preoccupa e lo sconforto nel vedere evaporare quanto guadagnato con il lavoro e l’impegno di un anno (volutamente non ho usato la parola “sacrificio”). Un paio di esempi. Un professionista ha emesso un parcella di circa 100 mila euro, che dedotta la ritenuta d’acconto, versata l’IVA e pagate le imposte a saldo 2010 e in acconto per il 2011, si è ridotta in termini di disponibilità finanziaria effettiva a poco più di 25 mila euro. Un altro, medico, ha fatto due interventi importanti incassando circa 30 mila euro, a fronte dei quali ha dovuta stipulare un assicurazione per 10 mila euro e versare tante e tali imposte che di fatto il guadagno si è ridotto a 3-4 mila euro. Entrambi hanno commentato: “Che convenienza c’è a lavorare tanto se poi questo è quello che rimane? Quest’anno simili lavori li rifiuteremo”. Sono solo 2 esempi, non fanno statistica, ma ritengo siano emblematici della situazione.
Ora le imposte aumenteranno di nuovo, mentre i tagli “a babbo morto”. Se la situazione è così grave che è necessario aumentare la tassa sui conti titoli, perchè per la diminuzione degli stipendi dei parlamentari si rinvia invocando “i diritti acquisiti”?. Se il principio del “diritto acquisito” di alcuni ora si fonda sulla negazione dello stesso diritto in futuro per altri, come può ancora dirsi “acquisito”? Perchè non vale anche per il mio conto titoli il diritto “acquisito” di mantenere la tassazione ai livelli di quando l’ho acceso, applicando la nuova tassazione solo ai nuovi conti titoli?
Ancor di più. Tagli alla sanità: nulla. Aumento di prelievo con ticket: subito, anche in quelle regioni che già scontano un’IRAP più elevata per il rientro del deficit sanitario regionale. Tuttavia in quelle regioni, e in tutte le altre, l’abolizione delle province rimane un sogno, una pia illusione, invece di essere la prima misura da attuare BEN PRIMA di chiedere altri soldi ai contribuenti.
Le auguro un buon lavoro al grido di “sono stufo di pagare le tasse”.
stamattina (21.7) Oscar Giannino non ha avuto iul coraggio di commentare un’ascoltatore sulla banale radio 24 con Milan. L’ascoltatore ha fatto il conto che con il deficit di non so quanti miliardi possono vivere una vita 4 MILIONI di familie. E che il deficit non è stato creato dai sudditi italiani ma rubato dai loro padroni. (una croce ogni 5 anni su un pezzo di carta la chiamate democrazia ?) Almeno un minimo commento lo meritava invece che essere stato zittito come un asino. Liberali a parole….
caro giannino,ti confesso che oramai quando sento parlare i politici in tv. mi viene il vomito e magari cambio canale e mi vedo l’esorcista preferisco quellle s immagini oscene che vedermi questi cialtroni blaterare sul nulla.