Tassazione rendite finanziarie: perché è un esproprio
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Natale D’Amico
L’aumento drastico della tassazione sulle rendite finanziarie, annunciata dal governo, ha destato meno reazioni di quanto sarebbe stato lecito attendersi. Eppure si tratta di un vero e proprio esproprio, che spesso finirà per azzerare il rendimento dei risparmi degli italiani, e che in non pochi casi inciderà sullo stesso capitale.
Il perché è presto detto, e un esempio forse aiuta a spiegare.
Immaginiamo un italiano che abbia risparmiato 10.000 euro, e li abbia investiti in obbligazioni, che gli offrono un rendimento del 4%.
Quindi ogni anno egli riceverà una rendita pari a 400 euro. Al tasso d’inflazione corrente, circa 150 di quegli euro serviranno semplicemente per ricostruire il valore del capitale eroso dall’aumento dei prezzi. Il “rendimento vero” è solo di 250 euro.
Ma lo Stato preferisce far finta che l’inflazione non esista, e chiede al nostro risparmiatore il 26% degli interi 400 euro, cioè 104 euro, oltre a 20 euro a titolo di imposta di bollo. In totale 124 euro che, rapportati ai 250 di “rendimento vero”, comportano una aliquota effettiva di circa il 50%. Di gran lunga maggiore della aliquota massima dell’IRPEF.
Facciamo ora il caso che quello stesso risparmiatore tenga i suoi soldi in banca. Se il tasso d’interesse che la banca gli offre, fortunato lui, è del 2,3%, rifacendo i calcoli, risulta che l’aliquota effettiva sulla sua rendita finanziaria è pari al 100%: lo Stato si prende tutto. Se, caso più probabile, la banca gli riconosce un interesse inferiore al 2,3%, l’aliquota effettiva supera il 100%: non solo lo stato si prende tutto il rendimento, ma vuole per sé anche una parte del capitale.
Cosa è se non un esproprio? E siamo proprio certi che azzerando il rendimento del risparmio si favorisce la crescita economica? Qualcuno ha voglia di andare a rileggersi Einaudi? Certo: Keynes auspicava “l’eutanasia del rentier”; ma questo, piuttosto, sembra l’assassinio dei risparmiatori.
Mah, da che pulpito viene la predica…
Sono assolutamente convinto dell’incostituzionalità della norma che prevede questo annunciato aumento di aliquota, sia perché ancor più irragionevolmente discrimina coloro che investono il proprio risparmio in obbligazioni emesse dallo Stato o da Poste Italiane da coloro che lo investono in obbligazioni emesse da altri soggetti, sia perché attualmente – come dimostrato nel post – può in certi casi equivalere, sostanzialmente e surrettiziamente, ad un esproprio senza indennizzo. Temo, tuttavia, che la Corte Costituzionale, qualora incidentalmente investita della questione, sarebbe di avviso contrario. Quindi, “lasciate ogni speranza o voi ch’entrate ….. in banca”.
PErche’ limitarsi ad esentare l’inflazione? diciamo che talvolta con i tassi che si muovono potremmo addirittura perdere soldi. facciamoc he non tassiamo per niente perche’ alla fine, nella nostra magnanimita’ noi risparmiatori stiamo dando solid allo stato che invece di ringraziarci ci tassa. sciopero fiscale.
Questo argomento, l’incidenza dell’inflazione sul rendimento reale, dovrebbe portare a chiedere di tassare il rendimento reale e non quello nominale. Non è un argomento contro un’aliquota per i redditi da capitale (che sono tassati con imposte sostitutive dell’IRPEF) analoga alla tassazione dei redditi più bassi (23 e 27%). Del resto l’IRPEF tassa il reddito nominale al lordo dell’inflazione.
In definitiva: ogni tassa è un esproprio, che tenta di giustificarsi per qualche fine diverso dalla garanzia della proprietà.
E anche l’inflazione è un esproprio, a danno del creditore e a vantaggio del debitore: ma il creditore in genere la mette in conto prima della sua scelta di investimento, come tiene conto della tassazione relativa dei diversi strumenti di investimento.
Il risparmiatore farà i suoi conti e sposterà i suoi risparmi sui titoli pubblici a meno che gli strumenti finanziari offerti dagli altri investitori non diventino più attraenti, compensando la maggiore imposizione fiscale. Il che mi fa pensare che questo aumento di imposta finirà per incidere economicamente sull’offerta, cioè sulle banche.
Tassazione Reale (rendite/patrimoniali bollo+mini tobin) è calcolata lordo costi espliciti (fee bancarie) ed impliciti (inflazione).. 1) Ceto medio che ha rendimento medio lordo 2,5% ha una tassazione 100%. 2) Molti guadagnano meno del 2,5% quindi hanno tassazione Superiore al 100%. 3) I pochi che hanno rendimento medio 5/6%, siccome aliquota marginale Oltre il 2,5% è del 26% hanno una tassazione media di cca 60% (come il Lavoro).
I così detti Ricchi, le Banche e gli Speculatori nel migliore dei casi aggirano al 50% ma spesso al 100% queste tassazioni (sia in Italia sia via estero) ma alla gente è necessario far credere che i colpiti saranno loro. Il capo della BundesBank questo gennaio 2014 ha SCRITTO che bisogna far credere alla gente che sono manovre redistributive a favore dei poveri. Di fatto Tax Risparmio/Imu/Tasi/Spazzature sono le Patrimoniali ORDINARIE che Fmi/BundesBank chiedono all’Italia per Pagare Interessi sul Debito. Altre vie nn ce ne sono perchè Spesa / Evasione sono sostenute da Vastissimi Gruppi Sociali (direi nn meno del 70% della popolazione) e cmq colpirle implicherebbe Restrizione Recessiva (ogni Gruppo of course dice che lui è ok e da colpire sono gli altri). Imposte su Redditi & Consumi sono ormai ai max. Vero pericolo + se fra un pò di anni (post 2015 pare) partiranno i Tassi Mondiali. Allora sì che rischiamo la Vera Patrimoniale STRAORDINARIA del 10% su Tutto il Patrimonio Mobiliare/Immobiliare. Da oggi abbiamo una finestra di cca 3 anni.
@ overt-the-counter : temo che tu non sappia di cosa parli : Irpef è tassa su Reddito che ha per i Lav. Dipendenti una mini detrazione quale unico Costo per la Produzione Sostenuto dal Lav. Dipendente. Invece gli Autonomi possono Scaricare i Costi di Produzione e sul Netto Pagano Irpef. Il fatto che dal Lavoro Dipendente/Autonomo Non venga Detratta Inflazione (ed anzi col Fiscal Drag spesso si ha effetto opposto : ma questa è una distorsione) dipende dal fatto che il Lavoro è un Fattore Fisico mentre Risparmio è un Fattore Monetario. Se tu lavori 40 ore nel 2010 e 40 ore nel 2020 produci lo stesso reddito (in una economia costante ed in perfetto equilibrio). Se tu hai 40.000 euro nel 2010 e 40.000 euro nel 2020 produci nel 2020 un reddito dimezzato perchè ci comprerai solo 30 ore/equivalenti.
“Immaginiamo un italiano che abbia risparmiato 10.000 euro, e li abbia investiti in obbligazioni, che gli offrono un rendimento del 4%”
Come sarebbe scusi? I BOT annuali e semestrali rendono molto meno dell’1%, da cui si devono togliere le commissioni bancarie. Per arrivare al 4% bisogna andare o su obbligazioni con un rating molto basso, accettando un significativo rischio di controparte, oppure molto lunghe e allora c’è un rischio di mercato, o in valute esotiche, con il conseguente rischio di cambio. Si tratta veramente di un’immaginazione sfrenata.
Scusate, mi spiegate come il risparmiatore che tiene i risparmi sul CC ad un tasso del 2,6 vedrebbe eroso il capitale?
il, 2,6% su 10K sono 260€ x 0,74 sono 192,4€ anche togliendo il bollo non si arriva ad un saldo negativo. dove sbaglio?