Tariffe trasporto gas: l’Autorità si corregge. Adesso, fuori i nomi
Contrordine, consumatori. Anziché pagare una tariffa aggiuntiva di 0,4 centesimi / Smc sulla bolletta gas a partire da agosto e per 12 mesi, pagheremo un extra onere di 0,1 centesimi / Smc a decorrere da ottobre, per almeno 36 mensilità. Lo dice l’ultima delibera dell’Autorità per l’energia, che ad appena una settimana di distanza cancella la precedente mostrando attenzione alle proteste (giustificate) degli operatori. Cosa cambia, e cosa insegna questa vicenda?
Il punto fondamentale è che l’Autorità si è resa conto che 0,4 centesimi, cioè circa il 6 per cento dell’intero peso delle spese di commercializzazione e vendita sulla bolletta, erano un aumento troppo intenso e troppo improvviso (specie tenendo conto che almeno in parte andranno a gravare sui margini dei grossisti, la cui entità è comparabile coi 0,4 centesimi!). Contemporaneamente, come emerge da una lettura della delibera tra le righe, il regolatore è consapevole sia che l’incertezza è ancora vasta – cioè i 284 milioni di euro di buco finora accertato potrebbero gonfiarsi ulteriormente – sia che appare quantomeno azzardata la scelta sia di socializzare tutto il rischio-cliente di Snam, sia di assumere tale rischio uguale a uno. Cioè, per dirla altrimenti, di stabilire che, nella distribuzione ottimale del rischio, il responsabile del bilanciamento deve muoversi entro un orizzonte di certezza assoluta e, anzi, se ricupera dei crediti tanto meglio.
Tant’è che dall’applicazione dell’addizionale di un millesimo di euro per 36 mesi non si arriva al target di 284 milioni di euro, ma a qualcosa meno: se Snam non sarà riuscita nel frattempo a ricuperare almeno parte dei suoi crediti, o se il buco finirà per essere superiore a 284 milioni, l’addizionale verrà prorogata. Se non altro, quindi, presumibilmente l’operazione è grossomodo a somma zero per Snam e non a somma positiva (anche se resta sullo sfondo il disincentivo implicito a ricuperare i crediti, che tanto male che vada paga Pantalone: meglio sarebbe stato immaginare una socializzazione parziale del rischio). Presumibilmente, l’Autorità si comporterà in modo analogo appena arriverà al pettine l’altro grande nodo, cioè quello del buco Stogit.
Quali lezioni si possono trarre dalla vicenda? Almeno tre:
- Si vedono, qui, tutti i pregi di un regolatore indipendente rispetto al consueto processo politico. Il regolatore ha preso una decisione sbagliata, se ne è reso conto, e ha avuto modo e capacità di cambiarla a tempo di record. Sarebbe stato meglio non sbagliare, ma visto che siamo esseri umani e fa parte della nostra natura commettere errori (persino i regolatori!), è utile potersi correggere rapidamente in seguito a segnali e indicazioni che vengono dal basso. Nei settori ad alta complessità e ai quali partecipano una molteplicità di stakeholder, questa rapidità e discrezionalità è essenziale: è una delle ragioni per cui la regolazione indipendente è così cruciale (come alternativa alla regolamentazione politica).
- Resta irrisolto, nel nostro paese, il rapporto tra il mondo reale e la giustizia amministrativa. Anche qui, la decisione del Tar dipende da una precedente decisione sbagliata dell’Autorità; ma essa ha determinato un vuoto normativo per svariati mesi il quale si è tradotto in un costo molto elevato che, alla fine della giornata, i consumatori si trovano a dover coprire. Non sono un giurista e non saprei come affrontare questa disconnessione tra i Tar e la Terra, ma qualcosa bisogna fare.
- In tutta la vicenda resta un grande vuoto: chi sono i responsabili del buco? Chi sono gli operatori scorretti che non hanno versato il dovuto a Snam? Chi ne conosce i nomi e perché non li dichiara? Passiamo tutti un sacco di tempo a discutere di trasparenza e responsabilità; questo è un caso in cui più trasparenza aiuterebbe a ottenere più responsabilità e meno comportamenti devianti.
Tutto è bene quel che finisce bene – e questa vicenda è finita meno male di come era cominciata, sebbene non benissimo – ma sarebbe importante sapere chi sono i “cattivi”.
Ma l’Autorità non è tenuta a conoscere i nomi dei “cattivi”? Non può intervenire sugli stessi, sanzionandoli in pari misura al “buco” e retrocedendo il quantum a Snam o all’utente finale ? Se la legge non le attribuisce questo potere, a che cosa ci serve l’Autorità?
Si beh immagino che snam i suoi nei decreti ingiuntivi lì abbia promossi e spero che i giudici si leggano bene le cose…speranza vana.