6
Lug
2012

TAGLIA SPESE? TAGLIASPERANZA

Sul decreto taglia spesa io ho molti dubbi, e ho preferito scriverli ieri sera stessa, prima della fine del Consiglio dei ministri, per il Messaggero di oggi.

Il decreto varato ieri sera dal governo Monti per contenere la spesa pubblica merita un doppio esame. Il primo, è sui princìpi. Il secondo, sui contenuti. Sui princìpi, l’intervento ha un merito, ma anche difetti purtroppo rilevanti. Il pregio è di avviare finalmente interventi sui 720 miliardi di spesa pubblica corrente, mentre il governo sinora aveva in buona sostanza evitato di farlo. Per poi affidare all’ottimo Enrico Bondi l’incarico straordinario – pur a digiuno di contabilità pubblica – di iniziare l’esame dei quasi 300 miliardi di spesa considerati “aggredibili” da Piero Giarda. Bondi non si è fatto pregare, quanto c’è nel decreto è solo parte di ciò che ha suggerito in poche settimane, e oltretutto il governo ha fatto capire che è solo il primo stadio di tre interventi successivi di qui all’inizio dell’anno prossimo.

Detto questo, sempre sul piano dei princìpi, passiamo ai difetti. L’aumento della spesa corrente, cresciuta di 200 miliardi in un ventennio, è la colpa capitale della classe politica della seconda Repubblica, destra e sinistra per i tempi in cui hanno governato. Alzando la spesa i governi hanno bruciato il dividendo dell’euro, cioè 7 punti di Pil in meno ogni anno di interessi sul debito pubblico grazie ai bassi tassi elargiciti dalla moneta comune. Tenendo ferma la spesa reale, bastava impiegare quel dividendo per azzerare il deficit pubblico, e ne sarebbe rimasto parecchio sia per investire sia per ridurre le imposte. Invece, la politica italiana ha fatto il contrario. Ha alzato la spesa, alzato le tasse a livelli record, e ulteriormente alzato il debito pubblico. Risultato: il Paese è schiacciato da una recessione più grave di quella altrui, dopo un quindicennio intero di bassa crescita.

Il governo Monti avrebbe potuto, al suo insediamento, spezzare la continuità ventennale di chi predica che bisogna ulteriormente alzare le imposte, per abbattere il debito pubblico a colpi di avanzi primari di 5-6 punti di Pil l’anno per 15 anni. Perché ai nostri livelli di spesa pubblica e pressione fiscale, è una terapia ammazza-Paese. Famiglie e imprese ormai erodono il patrimonio, per sostenere un reddito disponibile in violenta contrazione.

Monti avrebbe dovuto dire che il debito pubblico va energicamente ridotto cedendo attivi pubblici. Mentre i tagli energici – fino a 7-8 punti di pil – nella spesa pubblica in 3 anni vanno fatti per un dividendo comune: abbassare le tasse a lavoro e impresa e crescere tutti di più. Tagliare la spesa significa addentare interessi diffusi. Solo quantificando con chiarezza agli italiani ex ante l’intervento, spiegando come i diversi comparti vi parteciperanno, e in cambio di un solenne e concreto scambio a favore della crescita per meno imposte, è pensabile in Italia avviare un’opera tanto energica.

Monti non ha seguito questa strada. Ed è questo, il difetto essenziale. Prima è stato detto che i tagli vanno fatto per rimediare i 10 miliardi su base annuale necessari ad evitare l’aumento di un punto dell’Iva a ottobre. Poi è stato aggiunto il recupero di risorse per sanare l’errore del governo sugli esodati, e assicurarne copertura ad altri 55mila dopo i primi 65mila. Poi i costi del terremoto. Ieri, si è aggiunto che l’aumento dell’Iva non viene evitato, slitta solo a metà anno prossimo, primo ostacolo per chi vincerà le elezioni. Perché nel frattempo nel primo trimestre il deficit pubblico è andato peggio del 2011, e per via delle tasse aggiuntive e del Pil che scende il gettito per esempio dell’IVA non si alza di certo. Poiché ancora una volta è sparito lo scambio menospesa-menotasse, è ovvio che saranno fortissime le resistenze di sindacati, categorie e Autonomie. E senza solenne dividendo fiscale per più crescita bisognerà vedere, dei tanti tagli promessi, che cosa davvero andrà in porto.

Sul merito, servono alcune distinzioni. I tagli ai 295 uffici giudiziari, e anche alla densità ospedaliera per assistito, sono più che sacrosanti. Anche se non aver concordato con le Regioni le misure ospedaliere scatenerà ricorsi. I 7,2 miliardi di tagli ulteriori alle Autonomie tra 2012 e 2013 si aggiungono invece al fatto che in questi ultimi 3 anni i tre quarti dei contenimenti di spesa già intervenuti sono stati a carico delle Autonomie. E allora o si ridisegnano funzioni e si cancellano livelli amministrativi – sulle province un nuovo rinvio, perché siamo alla riconferma della norma varata nel salva Italia, ma con più resistenze di prima  – oppure avrà buon gioco la protesta Anci e UPI.

Per il pubblico impiego, l’annuncio del 10% di dipendenti e del 20% in meno di dirigenti è una grida manzoniana, visto che la cosa avrà effetti quantificabili e comprensibili solo una volta noti i criteri di intervento sulle piante organiche, rinviati a ottobre. A tutti viene detto che fino al 2014 nessuno va fuori, e se coi prepensionamenti si ottiene alla fine il risultato niente mobilità. E’ positiva la stretta sulle società locali che offrono solo servizi alla PA, ma siamo ancora ben lontani da un piano generale di cessione e liquidazione. La nuova centrale di committenza per le forniture scolastiche è un passo avanti e lo stesso andrebbe fatto per le forniture sanitarie che da sole valgono 3 punti di Pil in senso stretto e quasi 5 in ambito allargato. I tagli di 5 milioni a palazzo Chigi fanno, se è consentito senza che nessuno si offenda, sorridere.

E’ chiaro, le critiche in nome del meglio in Italia possono sempre sembrare nemiche del poco di bene che comunque si può ottenere. Ma non è stato questo il modo, senza dividendo di meno tasse, il modo in cui Paesi come la Germania sono riusciti ad abbattere la spesa di 5-6 punti di Pil con forte consenso.

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32 Responses

  1. Paolo

    Politichese, Giannino, politichese – Una manovra che scontenta tutti (e.g., destra, sinistra, sindacati, confindustria, avvocati (sic), etc.) e’ sacrosanta. L’unica sua argomentazione credibile e’ l’assenza di cessione di partimonio pubblico, che verosimilmente sara’ inclusa nella prossima wave della spending review. Per il resto, lei critica la “narrativa” (i.e., l’assenza di esplicita comunicazione su “scambio” tagli vs. tasse-crescita). Ma di Presidenti del Consiglio che hanno fondato tutto sulla narrativa il Paese non ha certo bisogno; ricorda il “patto con gli Italiani”? Monti fa. Fa bene. E continuera’ a fare. Per il bene del paese, e con buona pace dei populisti di destra e di sinistra. E forse anche sua.

  2. Francesco P

    Purtroppo non ci si può attendere nulla di decisivo se il tecnico è solo una foglia di fico per nascondere le vergogne dei partiti, delle corporazioni, dei burocrati e dei faccendieri che stanno spolpando l’Italia.

    La “spending review” è solo un pannicello caldo applicato per “non risolvere il problema pur facendo vedere che ci sta dando da fare”. Nonostante ciò dobbiamo assistere agli squallidi spettacoli delle invettive sindacali a difesa dei privilegiati ed all’insurrezione degli amministratori locali.

    L’Italia avrebbe bisogno di una sorta di “rivoluzione” per non andare incontro ad un destino economicamente infausto. Privatizzare e dismettere sono parole orribili per il mondo dei partiti e dei loro cortigiani. Semplificare, accorpare, sopprimere suonano come vere e proprie bestemmie alle orecchie dei parassiti. Sono invece parole bellissime alle orecchie di chi deve lavorare per pagare le tasse.

    Serve come non mai un “Movimento per lo Stato leggero”.

  3. luca

    ‘foglia di fico’ è la più indovinata definizione finora sentita sull’attuale primo ministro.
    Bravo Francesco

  4. Enrico Martelloni

    Condivido articolo e commento. Aggiungere altro mi pare inopportuno. Ricordo solo che questo governo non è uscito fuori dal voto popolare. E’ una ciambella di salvatagio dopo che i precedenti governi e partiti, quelli grossi, sia chiaro, non hanno saputo più come gestire le cose divenute giantesche e soverchianti. Monti è sempre sotto tiro e forse, fosse per lui, avrebbe ben altro metro.

  5. Marioc

    Non Vi preoccupate: insorgeranno tutte le categorie a darVi manforte vs l'”emendabilissimo” Monti, così tornerà tutto come prima e Voi potrete beatamente ritornare al Vs amato ruolo di Casssandre illuminate, …il meglio è nemico del bene? Si lo è e Voi ne siete i profeti…..

  6. Marco

    É incredibile la cultura economica di questo uomo. Penso a tutte le sue previsioni, quasi sempre azzeccate, ultima quella sul test dei mercati alle recenti decisioni europee sulle coperture per lo spread degli euro-deboli.
    Mi piacerebbe tanto sentire da molti la critica ai 20 anni buttati via, quando a non far nulla avremmo abbattuto il debito… Ora sembra troppo tardi, lacrime e sangue…

  7. Veronica

    Giannino La prego spezzi una lancia a favore del tribunale di Chiavari ed ai 13milioni di euro spesi per costruirlo. La struttura é pronta, terminata, ultimata, basta aprirla. A breve dovrebbero arrivare ulteriori 90mila euro per il cablaggio!!! Non ho parole. Stiamo parlando di soldi degli italiani, di tutti, che potrebbero essere stati spesi in altro modo. Le sembra possibile che una cosa del genere sia fattibile? Lei lo sa meglio di me. La struttra rimarrà lì a cadere lentamente, perché sarà molto difficile che venga destinata ad altro uso. E’ una vergogna! Grazie Veronica

  8. LucaS

    X Oscar

    1) D’accordo al 100% con lei Giannino! Qui l’unica è puntare tutto sulla Germania (meglio ancora la Finlandia) e sui mercati sperando che ci IMPONGANO al più presto ulteriori misure ma questa volta belle toste stile “shock and awe”. Ho tuttavia alcuni dubbi e domande…
    2) Secondo me persino le manovre che propone lei, per quanto 1000 volte meglio di quelle del governo, sono comunque troppo conservative: occorre tagliare spesa e tasse molto di più, sburocratizzare molto di più e allo stesso tempo visto che le 2 manovre appena citate richiedono un minimo di tempo e di credibilità di chi le comunica ai mercati.. dare segnali “netti” e inequivocabili ai mercati tipo privatizzare la RAI, abolire le province, azzerare i sussidi ai giornali e alle imprese, vendere sul mercato in pochi giorni quote sostanziali di Enel, Eni e Snam, annuciare il licenziamento seduta stante del 15-20% degli statali non mantenerli per 2 anni a far niente e mandarli prima in pensione a spese dei contribuenti!… cose che facciano capire immediatamente che l’aria è cambiata sul serio e che non si tornerà più al socialismo-reale di prima… Le cose che propone lei probabilmente avrebbero funzionato (come base di partenza) qualche anno fa ma oggi non credo bastino.
    3) Guardando fuori dall’Italia mi preoccupa moltissimo una cosa di cui si è sempre parlato molto poco e che solo adesso sta entrando nei radar di media mainstream e mercati: la situazione disastrosa della Francia!… non tanto quella presente ma quella prospettica a 3-4 anni! Li tutti i problemi stanno per venire al pettine ma la politica sembra vivere su un altro pianeta (tipo abbassamento età pensionabile, aumento tasse ecc…. il tutto partendo da una situazione di socialismo-reale forse peggiore della nostra ed è tutto dire…) quindi persino le timidissime riforme che stiamo facendo in Italia ritengo saranno quasi impossibili da attuare in Francia. In altre parole magari i dati “contabili” attuali francesi non sono poi cosi disastrosi (by the way anche quelli spagnoli e irlandesi qualche anno fa sembravano di gran lunga migliori dei nostri..) ma tra qualche anno è verosimile che lo diventino e le probabilità che la politica cambi marcia è bassissima quindi perchè nessuno cerca di disinnescare questa bomba ad orolegeria? Perchè i tedeschi non battono ciglio?
    4) Non crede di essere veramente troppo indulgente verso sindacati e dipendenti pubblici? Capisco che quando si propongono ricette economiche cosi nuove e controcorrente, almeno in Italia, bisogna essere il più inclusivi possibile e che si debba procedere per gradi.. ma per me i privilegi medievali di queste categorie (che tra l’altro loro non si rendono nemmeno conto di avere pensando che tutto gli sia dovuto e ritenendosi addirittura delle vittime… chi non ci creda parli con uno statale qualsiasi per rendersene conto…) per anni hanno depredato chi produceva ricchezza e oggi li stanno soffocando definitivamente… in queste condizioni è ora di smetterla di coccolare questi signori e dichiarargli guerra una volta per tutte! Capisco anche che per fronteggiare questi ladri occorra essere uniti perchè solo cosi si avrà la forza per combatterli ma l’unità va fatta tra i produttori di ricchezza quindi fuori immediatamente dipendenti e sindacati pubblici all’istante, dato non creano alcuna ricchezza ma la consumano soltanto (quella altrui mica la loro!) idem per i sindacati del settore privato che non hanno alcuna ragione di esistere…
    5) Francamente non mi è molto chiaro in che modo lo stato possa incassare le cifre che lei indica dalla vendita/valorizzazione del mattone di stato. Questo per vari motivi: tanto per cominciare il mattone in Italia è molto sopravvalutato (lo dimostra il fatto che in Germania le case costano la metà che da noi ed essendo loro ricchi e noi poveri casomai dovrebbe essere il contrario.. potrei citare molti altri parametri cmq…), le regole attuali e tutto il sistema burocratico non consentono a chi compra di valorizzare l’immobile come vorrebbe e questo ne abbassa ulteriormente il valore, l’economia è e probabilmente sarà per alcuni ANNI in contrazione economica quindi è abbastanza difficile comprare immobili e farci un affare… in sintesi non vedo proprio come lo stato possa ottenere la cifra che lei indica… Ovviamente questo non significa che non debba vendere, tutt’altro… ma che la via migliore per aggiustare i conti è tagliare e parecchio in via sistematica la spesa (10-15% pil all’anno, non 7-8% come propone lei) solo cosi avremo qualche possibilità di aggiustare davvero i conti.. poi tutto quello che si otterrà in più con le dismissioni ben venga. Tale taglio di spesa si può fare tranquillamente garantendo gli stessi servizi ai cittadini in cambio di molte meno tasse e taglio graduale, anno per anno di una quota del debito (magari privatizzando quando gli assets varranno di più e i mercati crederanno che in Italia si possa fare business) magari anche fornendo i servizi in modo innovativo tipo e-learning che renderebbe obsoleti migliaia di insegnanti inutili, usare 1 scuola ogni 2 facendo un turno di 5 ore la mattina e 1 al pomeriggio…. tutte cose fattibilissime che un privato in concorrenza farebbe all’istante ma che il pubblico non si pone nemmeno il problema di fare tanto non ha concorrenza e ha il fatturato garantito ammazzando le imprese e saccheggiando i risparmi degli italiani…

  9. LucaS

    X Oscar 2

    Dimenticavo 2 punti:

    1) Lei accennava al fatto che questo sarebbe solo un primo passo cui ne seguirebbero almeno altri 2 a breve (me lo auguro!). Ma allora perchè non annunciare tutto subito in modo chiaro spiegando agli italiani cosa si fa e PERCHE? Cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi 2 passi? Che taglino 1 comunità montana ogni 100 e altre 5/6 province.. insomma i soliti giochi delle 3 carte o qualcosa di veramente sostanziale?
    2) Secondo lei a franare sono i partiti o è proprio il governo? Secondo me sicuramente i partiti frenano molto ma il primo a frenare o a non proporre nemmeno le cose per cui è stato nominato (leggi lettera BCE) è proprio Monti! Mi pare che non abbia fanno davvero nulla per imporre quel tipo di agenda e comincio a pensare che lui non ci creda e che non la condivida… Insomma secondo me Monti è molto più vicino al socialismo-reale che al libero mercato! Mi sto sbagliando? Perchè Napolitano non ha dato l’incarico a Mario Draghi che mi sembra molto più orientato al mercato che non al socialismo rispetto a Monti?

    PS1 Secondo me una volta che le nostre ragioni saranno udite e comprese appieno da molte persone non so quanto saremo cosi “minoritari” come oggi…
    PS2 Mi pare di capire che a Radio 24 le stiamo mettendo in ogni modo i bastoni tra le ruote… Se è cosi perfetto! Li mandi a quel paese e sfrutti appieno youtube… come le dicevo l’ha fatto Travaglio anni fa partendo dal niente ed è riuscito a raggiungere una quantità enorme di persone… Credo infine che sarebbe enormemente più efficace tramite video in cui può mostrare grafici, tabelle, mostrarsi in prima persona rispetto alla comunicazione via radio….. Per es. potrebbe agevolmente demolire dati alla mano le stupidaggini dei politici e dei media mainstream e questi video rimarrebbero li senza che loro possano farci niente invece in radio la condizionano e in tv non si riesce a trattare efficacemente questi argomenti: ti sparano dati falsi o decontestualizzati, ti interrompono sistematicamente e in pochissimo tempo non riesci a fare ragionamenti in cui spieghi tutti i passaggi.. risultato lo spettatore non riceve il messaggio e continua a bersi il socialismo-reale…..

  10. Stimatissimo Oscar Giannino, il problema più grande del nostro tempo e’, a mio modesto giudizio, la scarsa competenza professionale di chi, in questi ultimi lustri, (destra – sinistra – centro) ha governato le politiche economiche del nostro Paese. Scarsa conoscenza che si intreccia, in un abbraccio mortale, con l’incapacità e/o la paura di assumere un comportamento coerente con “scelte” di teorie economiche. Le “scelte” sono l’espressione di una volontà politica. Il coraggio di manifestarsi attraverso l’assunzione di una direzione di marcia.
    Invece tanti “dilettanti” allo sbaraglio, in cerca di complice visibilità, si sono improvvisasti provetti teoretici di politiche economiche. Ma le teorie economiche, come ci hanno insegnato nelle università, non ce le possiamo inventare. Le teorie “nuove” vanno provate e approvate dalla comunità scientifica internazionale. I vari “commercialisti” che si sono via via succeduti al timone del nostro Paese e dei ministeri chiave di esso, si sono voluti immolare per essere ricordati dai posteri come gli artefici del fallimento.
    Per la teoria keynesiana “più cresce il reddito nazionale e maggiore è il rischio di crisi di sovrapproduzione; il sistema capitalistico non smaltisce le eccedenze in breve tempo e c’è pertanto il rischio che la disoccupazione involontaria cresca rapidamente.”
    Per stimolare gli investimenti privati e dare avvio alla ripresa economica e occupazionale attraverso il meccanismo del moltiplicatore degli investimenti occorre migliorare le aspettative degli imprenditori di poter vendere la propria produzione. Ciò è possibile attraverso l’aumento della spesa pubblica (es. creazione infrastrutture) e/o la riduzione del prelievo fiscale (si tratta della cosiddetta politica del deficit-spending) a carico delle famiglie e delle imprese, che pertanto hanno maggior reddito disponibile per i consumi privati e per gli investimenti (stimolati dall’aspettativa degli imprenditori di dover pagare minori imposte sui profitti realizzati).
    Così cresce la domanda di beni, per cui gli imprenditori realizzano investimenti e quindi cresce l’occupazione. In sintesi, per la teoria keynesiana l’intervento dello Stato attraverso la politica di bilancio è essenziale per garantire il superamento delle crisi economiche.
    Stimatissimo Oscar, non credo ci sia più tempo per “prendere” tempo. Oggi e’ necessario fare delle scelte coraggiose e irrimandabili.
    Io sarei felice di sostenere l’idea di una sua candidatura alla guida della nostra benamata Italia. Sarebbe l’inizio di un nuovo Risorgimento. Sarò forse un idealista, ma in fondo in fondo, che male c’e ad esserlo.
    Victor Di Maria

  11. Geo

    Quello che mi ha sempre meravigliato fin dall’inizio è che una persona del livello di Giannino riponesse fiducia in questi personaggi

  12. mario unnia

    Pannicelli tiepidi quelli del governo Monti. 1958, in Francia, governi instabili e dittatura parlamentare, in giugno De Gaulle primo ministro impone la riscrittura della costituzione, a settembre un referendum l’approva, a novembre si vota ed esce una solida maggioranza di governo. Piccolo particolare, De Gaulle aveva alle spalle un esercito vero, Monti ha alle spalle degli impiegati statali vestiti da soldati. Le riforme si impongono, non si negoziano.

  13. MBB

    Quel PS2 di LucaS pare molto interessante. E’ un dato di fatto che i “dibattiti” televisivi di ogni canale e segno siano disperanti, sia perchè chiamano “obbligatoriamente” (e non se ne capisce un perché che non sia di inginocchiamento ai potenti di turno) politici e quindi alla fine dei problemi reali non se ne capisce nulla, sia perché il frazionamento è tale che il risultato è sempre quello. Abbandonare la radio no, a meno che non venga costretto. Purtroppo l’IBL non ha un canale televisivo a larga diffusione a disposizione, quindi c’è in effetti bisogno di un luogo (e la rete pare l’unico a disposizione) dove queste posizioni, che vengono quasi irrise o del tutto ignorate appunto sui canali nazionali della TV, possano trovare adeguata esposizione e pubblicità. Sarebbe bene che Giannino ci pensi.

  14. Giovanni Bravin

    Alcune norme saranno a regime nel 2014. Monti ha promesso il pareggio di bilancio nel 2013. Penso fine 2013. Ben sapendo che qualcun’altro dovrà portare a termine l’impegno preso da Monti. Facile promettere qualcosa nel futuro e con altri al governo!!!

  15. giuseppe 1

    Se non ci saranno stravolgimenti, la Severino ha fatto ottime cose.
    I risparmi forse sono minimi, ma almeno si tenta di migliorare l’efficienza, togliendo ogni alibi a chi sosteneva esserci addirittura una carenza di personale.

  16. LucaS

    X MBB

    Grazie per aver considerato il mio punto! Aggiungerei una cosa: se ci sarà mai un movimento politico che porti avanti le nostre ragioni avrà 2 elettorati di riferimento: chi sta già sul mercato e i giovani che da queste riforme hanno tutto da guadagnarci ma posso garantirle che veramente pochi conoscono il nostro punto di vista… ergo quale modo migliore della rete di comunicare con loro? Ormai la rete sta rimpiazzando i giornali per la comunicazione/informazione economica e presto supererà anche le nostre sclerotizzate televisioni che saranno viste solo da persone anziane e poco propense a capire i nostri argomenti.

  17. federico castelnuovo

    Analisi interessante e profonda, come spesso accade.
    Cercando disperatamente di vedere il bicchiere mezzo pieno, sono soddisfatto della direzione e della relativa “docilità” mostrata a prima vista dai partiti che sostengono la “strana maggioranza”. In passato l’anima CGIL del PD e quella statal-statalista di buona parte del PDL non avrebbere mai permesso nulla di tutto ciò che sta muovendosi, come avevano affondato i precedenti tentativi di riforma seria delle pensioni.
    Troppo poco e troppo tardi?
    Sicuramente sì. Ma come si dice dalle mie parti:
    “piuttosto che niente meglio piuttosto”.
    Le cose cruciali ora sono a mio modesto avviso tre:
    * affrontare il tema dell’abbattimento del debito nei passi successivi della spending review
    * accennare a uno scambio anche lontano nel futuro tra meno spesa e meno tasse
    * iniziare il prima e il più velocemente possibile lo spostamento del peso tributario dal reddito (lavoro e impresa) verso patrimonio e consumo

    Il tutto senza ovviamente abbassare la guardia al primo accenno di raffreddamento della pressione dei mercati.

    Aggiungo infine che la cosa più malinconia della mentalità tuttora imperante è leggere e sentire un po’ dappertutto “salvi i piccoli ospedali”, come se la spesa inefficiente fosse in se un bene da proteggere.

  18. carlo

    Concordo con l’articolo, cm al solito la montagna ha partorito il topolino.. speravo che il governo incidesse sulla spesa dello stato per regioni nel pubblico, facendo dimagrire gli enti locali che negli anni hanno fatto inutili assunzioni clientelari… ci voleva una drastica riduzione del pubblico soprattutto nel sud Italia….

    qst provvedimento fa qlc a Comitini, comune che ha 900 abitanti e 65 dipendenti comunali???? non nulla… ci vuole un forte dimagrimento degli enti inutili, degli sprechi, del sud… e con quei soldi abbassare le tasse su chi produce ricchezza.. a Ottobre probabilmente molte aziende saranno espulse dal Mercato, e altre non ci arriveranno…

  19. carlo

    La realtà è che l’inciucio di alleanza pd, pdl, udc che sostiene Monti, massacra i lavoratori e le famiglie con tasse incredibili su case, terreni agricoli, stalle, attività produttive.. massacra chi da sempre paga e mantiene quella parte del paese che vive di sussidi di finiti lavori… mi aspettavo che qst governo bloccasse le nuove future 1300 assunzioni cm camminatori della regione sicilia.. invece mi trovo dissanguato dallo stato per mantenere aree territoriali dove ci sn un rapporto abitanti dipendneti pubblici molto peggiore della fallente Grecia…

  20. Paolo Accornero

    Tutto condivisibile, ma ritengo che il vero problema di fondo sia la macchina statale, fatta di dirigenti cresciuti per lo più per anzianità che per merito, conservatori del loro potere e che il ministro di turno non puó degradare, ignorare nè tanto meno licenziare. Lo stesso per molti apparati regionali, provinciali, comunali (soprattutto per quelli geandi), per la magistratura, apparati militari, aziende pubbliche etc.. E’ qui che occorre cambiare le regole del gioco, ma è proprio qui che è più difficile intervenire.

  21. Massimo

    @Paolo
    temo che il problema non sia Giannino e il politichese (io da Giannino di politichese ne sento poco)…
    Monti non so se stia facendo bene, certamente l’approccio di appesantire la tassazione mi trova in totale disaccordo, io che lavor con il settore pubblico e so cosa voglia dire avere a che fare con la Burocrazia con la B maiuscola, cafona, prepotente e intoccabile.
    Se penso che di formazione sarei di sinistra….poi sento quello che dice Giannino ogni giorno a Radio 24 e sono quasi sempre d’accordo su tutto, allora mi dico che o ho cambiato strada o non trovo più nulla di quello che mi ispirava molti anni fa nei politici di oggi, non nel populismo pappone dei berluscones ma nemmeno nell’inettitudine di molti a sinistra, e in mezzo tutti gli altri, quelli che loro si, al contrario di Monti, sono stati “eletti” (nominati) ma non hanno la più pallida idea di cosa stia davvero succedendo in giro.
    Non so se Giannino dovrebbe fare il ministro dell’economia…certamente ha le idee chiare su cosa ci sarebbe da fare, ma il problem è che la cosa più importante di tutte qui non si farà mai: cambiare la cultura di questo paese, così tanto assistenzialista, furbo e corporativista in qualcosa che somigli al mondo moderno…

  22. radicipiero

    Ma che cosa pretendete da Monti ? Sia lui che Tremonti sono dei socialisti travestiti da ragionieri ! Monti non ha nessuna possibilita’ ne capacita’ di far rivivere una economia perche’ si basa sulla economia teorica, quella dei libri e dei grandi numeri, che potrebbe funzionare in Germania, dove le prime 100 imprese fanno circa l’ 80% del PIL, ma non da noi dove l’ 80% del PIL lo fanno i centomila Brambilla che tirano su la saracinesca alle sette di mattina e chiudono (stanchi) alle sette di sera senza sapere dove e’ andato lo SPREAD. L’ evasione e’ una piaga sociale ma ragionieristicamente e’ soltanto una parte di PIL che non paga le imposte, ma e’ pur sempre PIL, cioe’ ricchezza prodotta ! Lo sbandierare che la lotta alla evasione risolvera’ i problemi del deficit e’ tecnicamente una bufala perche’ e’ soltanto un maggior trasferimento di risorse nelle mani di chi il deficit lo produce, ed e’ un chiaro sintomo di grida ” all’untore” da parte di chi non e’ in grado di risolvere i problemi reali.

  23. radicipiero

    Col passare del tempo l’ Azienda Italia e’ diventata una ditta “sovietica” con troppi impiegati e pochi operai ( ricordo che nell U.R.S.S. gli operai prendevano di piu’ dei colletti bianchi ) e quindi non e’ piu’ competitiva. Anche licenziare tout court gli statali in esubero ( come imposto alla Grecia ) non risolve nessun problema perche’ crea dei nuovi disoccupati comunque da mantenere: purtroppo il compito e’ ancora piu’ difficile perche’ si tratterebbe di mettere in mano una zappa a gente che gia’ lavorava poco o niente e dirgli “adesso zappa se vuoi mangiare” in un paese dove per zappare facciamo venire gli immigrati.

  24. Francesco P

    @mario unnia

    De Gaulle era stato richiamato alla guida del Paese dopo la proclamazione dello stato d’emergenza ed agiva con un consenso popolare vastissimo. La Francia era nel caos a causa del deteriorarsi della guerra d’indipendenza algerina. De Gaulle disegnò la Costituzione della Quinta Repubblica in base alla legge Costituzionale del 3 giugno 1958 che derogava agli articoli relativi al processo di emendamento della stessa ( vedere http://ospitiweb.indire.it/costituzione/estero/francia.htm ).

    Trovo la sua osservazione corretta perché in Italia non ci si può liberare dai parassiti senza una profonda revisione di una carta costituzionale fatta a misura di partiti, burocrati e poteri di blocco. Ovviamente la revisione della Costituzione dovrebbe andare in una direzione diversa da quella francese avendo in mente modelli come quelli statunitense o svizzero.

    In Italia esistono oltre 8000 Comuni, 107 Provincie (la cui abolizione richiede un emendamento costituzionale, per cui Monti non può farlo per decreto senza Parlamento) e 20 Regioni. C’é necessità di riduzione di livelli decisionali. semplificazione ad accorpamenti per limitare gli sprechi, aumentare l’efficienza e limitare i fenomeni di difesa di micro interessi rispetto a quelli generali. Esistono altri organismi come le Comunità montane (si parla sempre di abolizione, ma sono sempre lì vive e vegete ad assorbire risorse pubbliche), enti non elettivi che possono mettersi di traverso su qualsiasi progetto, associazioni non elette da nessuno che devono essere ascoltate in virtù dei riti della politica, ecc.

    Purtroppo finché l’offerta politica sarà limitata ai partiti affaristici decotti ed ai grillini non si può sperare di cambiare qualcosa. Sarò monocorde, ma, pur essendo un emerito signor nessuno, insisto sulla necessità di far nascere un “Movimento per lo Stato leggero”, in grado di raccogliere e dare uno sbocco a tutte le voci che vogliono cambiare radicalmente la nostra nazione, giunta ormai al limite del default.

  25. Egregio Lucas, sparare nel mucchio dei privilegi dei dipendenti pubblici è facile è non è reato. Caprirne le sezioni e le difficoltà in seno alle P.A. allora ci vuole il bisturi, che non ha voluto operare il Prof. Monti, nè tanto meno i vecchi predecessori. Il dipendente pubblico come un diplomato o un neo lauretato deve battersi per la difesa della propria professionalità dal politicante di turno e dalle clientele dirigenziali colpiti dalla sindrome di smoltout, ovvero, funzionari bruciati incapaci di gestire e organizzare la macchina pubblica. Non sono d’accordo che il dipendente pubblico sia un lavativo, caso mai per una grande parte viene mortificata e presa in giro, quando costoro sono impediti di svolgere il proprio dovere. La P.A. deve essere divisa in due tronconi, il primo quello dirigenziale clientelare della politica, e il secondo quella classe lavorativa che ogni giorno si recano sul posto di lavoro non potenziati ma depotenziati da una classe dirigente clientelare, dove le parentopoli, mantopoli, figliopoli vanno in barca agli elementari principi di correttezza violando i principi cardini della Costituzione. Io ho sempre lavorato sodo, ho creduto nel mio lavoro e sono fiero di appartenere alla P.A., ma nel contempo, sono arrabbiato contro i sindacalisti che hanno permesso il defoult dell’ Italia dei lavoratori. per quadagnare tempo e partire rapidamente a fronte di 20 anni di non politica positiva, servono cambiamenti radicali,innovativi e frantumare le baronie dei potentati nelle Amministrazioni Pubbliche. Questo avverrà solo se alle prossime elezioni metteremo gente seria, umana e inflessibile capaci di voler bene il Paese e dare un servizio e non attendere privilegi alla luigi XVI. Aspettiamo che la pentola dello Stato e il Mestolo di Peppe Grillo giri nel suo interno.

  26. Sergio

    Giannino, mi trovo d’accordo su lei su molte cose, avendo vissuto all’estero, Singapore , Asia ho imparato la differenza tra buona politica
    e la differenza che fanno politici ” committed ” a servizio dello stato.
    Credevo di ripetere il mio successo all’estero e ora tornato qui con la crisi del settore, il peso fiscale, l’assurdità delle gabelle di aggi, more e tassi che raddoppiano una sanzione a chi si autodenuncia ogni mese per ritardo erariale, chiuderò mia azienda perdendo tutto.
    Ho tagliato tutto il possibile a fronte di uno stato che non taglia niente se non a proclami.
    Ho amici nella pubblica amministrazione, che anche prima di questa crisi non era occupati a pieno ritmo, che mi dicono che oggi con la caduta di attività, permessi edilizi, aperture attività, etcc… stanno letteralmente tutto il giorno senza fare niente , assolutamente niente neppure una pratica… E’ stata preso in considerazione il fatto che oltre al grande esubero di dipendenti assunti per clientelismo si sono aggiunti pure i dipendenti senza lavoro derivato dalla mancanza di attività che ricadono anche sulle pratiche burocratiche dello stato che in un azienda privata sarebbero un peso insopportabile e determinerebbero riduzione di personale ?

  27. Andrea

    Per eliminare i veri sprechi bastano tre piccoli passi:
    1) liquidare tutte le società a partecipazione pubblica, i cui CDA costano come migliaia di dipendenti;
    2) trasformare i CDA residui di qualunque P.A. in cariche ONORIFICHE
    3) tagliare dell’80% il numero dei parlamentari e dei consiglieri regionali, legando i loro compensi ai livelli EUROPEI.

  28. RICCARDO

    cARO GIANNINO
    ascolto sempre la sua trasmissione e la invito a continuare perchè quando la sento capisco l’importanza di essere informati!!
    Sto leggendo il libro sudditi anzi lo sto mangiando.. capita a fagiolo perchè sto iniziando preparare l’esame di istituzione di diritto pubblico per l’università. gli scrivo per dire che oggi ho passato l’esame di educazione ambientale in cui una cosa l’ho capito l’uomo ha superato il suo carrying capacity.. in poche parole siamo in troppi.. il problema demografico è IL PROBLEMA..CERTI STUDI STIMANO CHE IL NUMERO DI ABITANTI IDEALE DELLA TERRA è DI SOLO 100 MILIONI.. il futuro delle democrazie e dei diritti individuali e del welfare qui si decide.. lei che è un economista con gli attributi pechè non parla di questi problemi ????
    grazie
    cordiali saluti Riccardo

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