Sulla riforma forense mezzanotte in punto e tutto va bene
Volemose bene in Parlamento. L’articolo odierno di Dino Martinaro sul Corriere della sera descrive bene l’atmosfera che regna sulla controriforma forense. Clima rilassato. Se il Presidente del Consiglio Nazionale Forense aveva timidamente provato a rispondere ai rilievi di una antitrust che evidentemente deve esser impazzita, proviamo a vedere come la pensano i Giovani avvocati. Ecco, per i lettori di Chiago-Blog, l’opinione di Gaetano Romano presidente dell’UGAI (Unione Giovani Avvocati Italiani).
Presidente Romano, il Corriere della sera parla di un clima “rilassato”, roba da pacche sulle spalle, in Parlamento sulla riforma della professione forense. Cosa ne pensa?
Tutto ciò ci lascia quantomeno perplessi.Non riusciamo nemmeno a comprendere come la riforma della professione forense, che non interessa ai cittadini se non per gli inevitabili profili negativi, possa avere così tanta eco ed addirittura godere di un’accellerazione parlamentare senza precedenti.
Perche’ questa riforma non la convince?
La controriforma non convince alcuno se non una parte degli addetti ai lavori (avvocati). C’è una profonda spaccatura tra le autoreferenziali gerarchie ordinistiche e la base della classe forense. In breve si tratta di una riforma assai peggiore di quella fascista del 1933. Qualche settimana fa è stato proprio il Presidente dell’Antitrust Catricalà a Ballarò su Raitre a definirla così. Io mi permetto di qualificarla ulteriormente: una controriforma censocratica, illiberale, antieuropea. Solo per dirne una, manca colpevolmente nella proposta, la previsione della partecipazione alle società professionali da parte dei soci di mero capitale, la qual cosa invece garantirebbe non solo di ampliare la struttura degli studi professionali, ma di dare occupazione e sostegno economico a un maggior numero di giovani avvocati. L’eventuale mancanza di indipendenza e di autonomia dell’avvocato, rispetto a chi apporterebbe il capitale esterno, è una favola a cui non crede più nessuno, anche perché lo stesso discorso si potrebbe obiettare per quegli studi legali che vivono sulla base di “pratiche” ricevute per amicizie politico-elettorali. Agli studi professionali bisognerebbe dare la possibilità, essendo considerati imprese a livello comunitario, di iscriversi alle associazioni imprenditoriali nazionali che sicuramente difenderebbero meglio gli interessi della base più di quanto non lo faccia il Consiglio Nazionale Forense.
Cosa dira’ il 28 novembre?
Il 28 Novembre a Piazza Navona a Roma dalle ore 15, assieme al mondo dei consumatori ed al mondo imprenditoriale, daremo voce ai cittadini che vogliono essere difesi da questo attacco normativo che li colpirà attraverso una aumento vorticoso delle tariffe, nonchè con un incremento del contenzioso processuale dovuto al fatto che, per essere ritenuti esercitanti la professione con continuità, gli avvocati saranno obbligati ad incardinare cause anche pretestuose. Ricordiamo con tristezza un altro tipo di cancellazione dagli albi degli avvocati, non per questioni di condizioni economiche come in questo caso, ma per questioni razziali. E’ purtroppo, mutatis mutandis, storicamente provato – come i giovani avvocati italiani hanno ricordato nel “Giorno della Memoria” 2009 – che il Consiglio superiore forense non esitò a rigettare con una «decisione-standard» e in un’unica serie di sedute tra il 17 e il 19 dicembre 1940 – i ricorsi disperati degli avvocati ebrei avverso le invereconde cancellazioni dall’albo ordinario a seguito della famigerata legge razziale 1054/1939.
Ma che cosa c’entra la cancellazione degli avvocati ebrei? cerchiamo di essere più seri, per favore!
Sono nipote di Avvocato e figlio di Avvocato ed ho “bazzicato” per vent’anni il mondo forense.- Alla fine me ne sono scappato per….disperazione.- Una lotta contro i mulini a vento, ecco cos’è la professione oggi in Italia.- Ci si deve relazionare con una casta di magistrati (tutti provenienti dal centro-sud…..) che difende con le unghie e con i denti privilegi anacronistici.- Quando entri in un Palazzo di Giustizia la macchina del tempo ti riporta indietro di trent’anni: fuori la società corre mentre dentro si va con i ritmi borbonici…..- Se devi chiedere qualcosa per iscritto ad un “magistratino” di 25 anni lo chiami “V.S. Ill.ma” (Vostra Signoria Illustrissima) nemmeno fosse Ferdinando II….pazzesco! E poi il resto tutto a seguire, un delirio.- Altro che riforma forense, qui bisognerebbe cambiare la testa della gente, ma come si fa? Ho visto giovani avvocati di 25 anni (pieni di entusiasmo per la professione) che in pochi anni si sono trasformati in grigi “travet” della giustizia…il sistema li ha “normalizzati”.- Un paese che schianta le sue giovani migliori menti con un sistema giustizia raccapricciante è un paese marcio….
“Sono nipote di Avvocato e figlio di Avvocato ed ho “bazzicato” per vent’anni il mondo forense.- Alla fine me ne sono scappato per….disperazione.- Una lotta contro i mulini a vento, ecco cos’è la professione oggi in Italia.- Ci si deve relazionare con una casta di magistrati (tutti provenienti dal centro-sud…..) che difende con le unghie e con i denti privilegi anacronistici.- Quando entri in un Palazzo di Giustizia la macchina del tempo ti riporta indietro di trent’anni: fuori la società corre mentre dentro si va con i ritmi borbonici…..- Se devi chiedere qualcosa per iscritto ad un “magistratino” di 25 anni lo chiami “V.S. Ill.ma” (Vostra Signoria Illustrissima) nemmeno fosse Ferdinando II….pazzesco! E poi il resto tutto a seguire, un delirio.- Altro che riforma forense, qui bisognerebbe cambiare la testa della gente, ma come si fa? Ho visto giovani avvocati di 25 anni (pieni di entusiasmo per la professione) che in pochi anni si sono trasformati in grigi “travet” della giustizia…il sistema li ha “normalizzati”.- Un paese che schianta le sue giovani migliori menti con un sistema giustizia raccapricciante è un paese marcio….”
@ Andrea Lucangeli: sottoscrivo tutto quanto io non ho predecessori in famiglia per questa professione, ma dopo tre anni di tribunale vi comunico che il sistema che abbiamo noi è fatto solo èper scoraggiare che vuole avvicinarsi a questa professione.
Darò l’esame di abilitazione ancora quest’anno, ma se nn cambia nulla e più ancora se passa questa riforma (chiamaiamola così) dovrò rinunciare e cercare un lavoro da dipendente.
@ Marco: coraggio, Ti capisco.- Io me ne sono scappato da quel mondo di giovani (già vecchi) morti viventi e mi sono buttato “sul mercato” a 43 anni suonati.- Ma è molto meglio “fare gavetta” a 43 anni in un mondo nuovo e dinamico piuttosto che “accontentarsi” della pagnotta garantita da un mondo forense stantio ed anacronistico…
L’unica speranza da da questo punto di vista è che torni Bersani a fare qualcosa di liberale………………………….
Non sembra proprio che la riforma garantisca la pagnotta, anzi, probabilmente escluderà un certo numero di aspiranti avvocati dalla professione, grazie al requisito del reddito minimo ed alla futura, possibile, previsione di un numero programmato.
Per quanto mi riguarda, credo di non essermi affatto trasformato in un grigio “travet” della giustizia: basta conservare lo spirito critico.
E’ una riforma vergognosa, e non degna di un governo che si é sempre definito liberale.
@Riccardo
Liberale? Ma se non c’è niente di più lontano dalla muffa che ci governa.
I padrini hanno deciso: la professione sarà riservata ai soliti noti e tutti gli
altri vanno buttati a mare.
Magari ci invadessero ed applicassero la ricetta di Mao (tabula rasa) : di fronte ad uno schifo simile sono arrivato a capirlo.