Il problema, Francesco, sta tutto nel sistema delle quote e dei flussi. Ossia, nella pretesa dello Stato di poter far incontrare la domanda e l’offerta di lavoro, meglio di quanto possano farlo i privati, ponendo cioè limiti arbitrari alle assunzioni di cittadini extracomunitari. Detto ciò, è auspicabile secondo te che le barriere all’ingresso si tolgano? Mi pare sia stato Hoppe stesso a difendere la legittimità di una restrizione all’immigrazione. Se non altro per i costi che un ingresso incontrollato potrebbe comportare per le casse dello Stato.
Francesco P.
Mi ha fatto venire in mente (lo dico da ateo, spero che nessuno si offenda) il meccanismo di redenzione (e conseguente controllo) richiesto ai cattolici: ti impongo regole irragionevoli, aspetto che tu le violi, ti perdono. Iterare ad libitum.
Francesco Ramella
@Giovanni Boggero
Problema complesso che, certo, non si può esaurire in poche righe. Comunque sono tendenzialmente favorevole a che le barriere si tolgano e che non vi sia un reato di clandestinità. Penso che le situazioni di conflitto sarebbero molto ridotte se, come ho scritto, lo Stato non ponesse delle barriere artificiali nel mercato del lavoro, se venisse meno la sua ingombrante presenza nella sanità, scuola, ecc e si facesse funzionare meglio la giustizia, sanzionando più efficacemente di quanto accada ora chi, italiano o straniero, arreca danni all’altrui persona / proprietà.
Lorenzo
In questo caso vedremmo sparire anche lavavetri e mendicanti vari: andrebbero a lavorare a condizioni che alcuni definirebbero di “sfruttamento”, ma il loro tenore di vita sarebbe… direi almeno raddoppiato!
E poi, se anche per gli altri ci fosse libertà di contrattazione, avrebbero anche qualche opportunità di salire sull’ascensore sociale.
…ma siamo lontani mille chilometri 🙁
Gregorio
A sostegno della tesi libertá di contrattazione aggiungo un’osservazione.
Negli ultimi mesi è aumentata la presenza di immigrati di origine africana (sub sahara?) che chiedono l’elemosina nel centro e dintorni di Napoli. Mi fermo, rifletto e mi chiedo: ma perchè un uomo rischia la propria vita e quella dei propri cari in un passaggio clandestino verso l’ Europa per venire ad elemosinare a Napoli?
La spiegazione direte è banale : il racket della malavita il fenomeno della Camorra ecc. ecc. Ma questo argomento in Italia lo si usa sempre a titolo giustificativo. Perchè non iniziare dalla libertà di contrattazione?
Il problema, Francesco, sta tutto nel sistema delle quote e dei flussi. Ossia, nella pretesa dello Stato di poter far incontrare la domanda e l’offerta di lavoro, meglio di quanto possano farlo i privati, ponendo cioè limiti arbitrari alle assunzioni di cittadini extracomunitari. Detto ciò, è auspicabile secondo te che le barriere all’ingresso si tolgano? Mi pare sia stato Hoppe stesso a difendere la legittimità di una restrizione all’immigrazione. Se non altro per i costi che un ingresso incontrollato potrebbe comportare per le casse dello Stato.
Mi ha fatto venire in mente (lo dico da ateo, spero che nessuno si offenda) il meccanismo di redenzione (e conseguente controllo) richiesto ai cattolici: ti impongo regole irragionevoli, aspetto che tu le violi, ti perdono. Iterare ad libitum.
@Giovanni Boggero
Problema complesso che, certo, non si può esaurire in poche righe. Comunque sono tendenzialmente favorevole a che le barriere si tolgano e che non vi sia un reato di clandestinità. Penso che le situazioni di conflitto sarebbero molto ridotte se, come ho scritto, lo Stato non ponesse delle barriere artificiali nel mercato del lavoro, se venisse meno la sua ingombrante presenza nella sanità, scuola, ecc e si facesse funzionare meglio la giustizia, sanzionando più efficacemente di quanto accada ora chi, italiano o straniero, arreca danni all’altrui persona / proprietà.
In questo caso vedremmo sparire anche lavavetri e mendicanti vari: andrebbero a lavorare a condizioni che alcuni definirebbero di “sfruttamento”, ma il loro tenore di vita sarebbe… direi almeno raddoppiato!
E poi, se anche per gli altri ci fosse libertà di contrattazione, avrebbero anche qualche opportunità di salire sull’ascensore sociale.
…ma siamo lontani mille chilometri 🙁
A sostegno della tesi libertá di contrattazione aggiungo un’osservazione.
Negli ultimi mesi è aumentata la presenza di immigrati di origine africana (sub sahara?) che chiedono l’elemosina nel centro e dintorni di Napoli. Mi fermo, rifletto e mi chiedo: ma perchè un uomo rischia la propria vita e quella dei propri cari in un passaggio clandestino verso l’ Europa per venire ad elemosinare a Napoli?
La spiegazione direte è banale : il racket della malavita il fenomeno della Camorra ecc. ecc. Ma questo argomento in Italia lo si usa sempre a titolo giustificativo. Perchè non iniziare dalla libertà di contrattazione?