Sperperi pubblici, nuovo Terzo Stato, crociate antievasione – di Aldo Canovari
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Aldo Canovari.
Anche se apparentemente incongrui, non abbiamo potuto fare a meno di collegare due fatti di cronaca, di brutta cronaca.
Da un lato: a) i recenti scandali relativi agli sperperi di denaro pubblico che vedono come protagonisti organi apicali dello Stato, Enti territoriali (Regione, Provincie, Comuni), Società partecipate…, in altre parole l’intero universo governato dalla provvida mano pubblica, e dall’altro: b) i recenti, ennesimi ossessivi, pronunciamenti di Mario Monti contro l’evasione tributaria, “che mina alle fondamenta il patto tra Stato e cittadino, senza il quale è inadatto alla crescita…”, la mala pianta “che sbriciola il rapporto di fiducia tra diversi cittadini e manda a pallino la concorrenza…”.
Proveremo a chiarire il nesso che lega strettamente i due episodi, e su cui ogni onesto cittadino dovrebbe riflettere.
Pur se è probabile che quegli incredibili sperperi non rappresentino il comportamento della totalità dei nostri governanti, essi materializzano, proprio grazie alla loro dimensione teratologica, quella che è nei fatti la funzione stabile, non contingente, endemica, direi inguaribile del nostro apparato pubblico: emungere ricchezza dalla massa dei cittadini, in primo luogo per beneficare chi è incardinato in esso, e produrre beni e servizi ad un costo immensamente superiore a quello necessario.
Se è vero che da ogni male può nascere un bene, tali episodi – che però non hanno nulla di episodico, ma marcano una realtà strutturale – possono servire ad ogni “cittadino comune” per veder chiaro quale sia l’effettiva destinazione del denaro che ogni governo pretende da lui come dovere giuridico e morale. O per dirla diversamente: quanto siano ipocrite le giustificazioni dei nostri governanti quando col pretesto di risanare i conti pubblici impongono tasse su tasse ai cittadini comuni, e conseguentemente quanto il minaccioso sermone di Mario Monti contro gli evasori, pur giustissimo in via astratta, sia profondamente immorale, in quanto viziato alla radice per almeno quattro ragioni.
- Monti trascura il dato essenziale della mostruosità, in Italia, del carico fiscale – relativo e assoluto – sui contribuenti (total tax rate);
- Monti non tiene conto della incomparabilità tra il nostro indice grezzo di total tax rate e quello di altre nazioni civili. Per rendere significativo il confronto infatti andrebbero applicati dei correttori in relazione alla diversità nelle “controprestazioni” rese dalle altre nazioni ai cittadini e quelle di casa nostra. E lo stesso vale per i raffronti della diversa propensione a evadere tra noi e gli altri Paesi. Questo servirebbe tra l’altro a sfatare il trito luogo comune secondo il quale in Italia l’evasione sarebbe un ineluttabile dato antropologico e non l’effetto naturale delle politiche spoliatrici dei governanti. Cose che un Presidente economista non può ignorare.
- Monti persevera nella deplorevole frode linguistica dei suoi predecessori col confondere ( semplice ignoranza?) “redditi accertati” con “redditi evasi”, quando ormai è noto lippis et tonsoribus che i redditi evasi sono in realtà meno del 40% di quelli “accertati”, cioè di quelli illegittimamente e infondatamente “pretesi” dal Fisco.
- Monti assume nel suo ragionamento una unica indifferenziata categoria scolastica, quella dei “cittadini”, che se è ineccepibile sul piano politico-costituzionale, non lo è di certo, anzi è gravemente sviante, su quello della realtà economica, sociale ed etica. E mi spiego.
Proprio alla luce di quel che rendono evidente gli scandali di cui sopra, sarebbe doveroso per chi è a capo del Paese scoperchiare ipocrisie ormai intellettualmente e moralmente indecenti. Il che significa:
- Riporre una buona volta in soffitta la favola secondo cui esisterebbe un unico gruppo socio-economico identificabile sotto il nome di “cittadini”. E prendere atto che esistono almeno due classi caratterizzate da condizioni, interessi, modi di vita diversi e confliggenti.
- Smetterla di propinare agli Italiani il menzognero insegnamento secondo cui “Lo Stato siamo noi stessi”.
- Porre fine alla truffa politico-linguistica, in base alla quale si fa credere che essendo lo Stato la sommatoria dei cittadini, il denaro che ciascuno dà allo Stato è denaro che va ai cittadini generalmente e genericamente intesi.
- Prendere atto, di conseguenza, che lo Stato e i cittadini comuni sono due realtà concettualmente e dimensionalmente diverse, distinte, e addirittura contrapposte.
Da un lato lo Stato: costituito da quel ristretto numero di iper-privilegiati (circa 1000 parlamentari, 1113 consiglieri regionali, le altre molte centinaia di consiglieri provinciali, le decine di migliaia di consiglieri di enti statali, parastatali, società partecipate pubbliche e semipubbliche, alte burocrazie civili e militari, magistrati civili, amministrativi, penali, organi istituzionali con i loro pletorici innumerevoli apparati appendicolari, le relative clientele dirette e indirette…), in tutto, a seconda degli scaglioni di privilegio assunti come criterio di stima, circa 250.000-500.000 soggetti.
A questo Olimpo da ancien régime, a questa Nuova Versailles decentrata in dependences regionali, provinciali etc., dei cui insultanti privilegi e sperperi sono piene le pagine dei giornali, va poi aggiunta una seconda categoria di cittadini, rappresentata da tutti gli altri “privilegiati di seconda classe”, forse qualche milione: dipendenti pubblici e parapubblici in sovrannumero, con posto e stipendi garantiti, retribuiti ma improduttivi, magari non per propria colpa, ma che comunque a tutti gli effetti possono considerarsi, stanti le caratteristiche del posto fisso e garantito e della scarsa o nulla produttività, non già tax payers, ma tax consumers.
E infine, dall’altro lato, il Nuovo Terzo stato, la grande massa dei cittadini-contribuenti, privi di posto, retribuzione e reddito garantiti: tutti i lavoratori autonomi e i lavoratori dipendenti non pubblici.
Ecco allora che ogni richiamo astratto alla coscienza tributaria dei cittadini non meglio specificati, in un contesto sociale in cui emergono episodi che in modo eclatante attestano l’esistenza di categorie di cittadini diverse, contrapposte e inconciliabili, ogni richiamo di questo tipo, tanto più se proveniente da un Presidente del consiglio che è esemplare rappresentante della oligarchia iper-privilegiata non può che risultare oltreché grottesco, anche immorale ed offensivo.
È quindi indispensabile:
- Far capire che il denaro estorto a quei tanti milioni di cittadini che appartengono al Terzo stato non è una partita di giro, non ritorna a loro, ma andrà nelle tasche dei membri di quei più ristretti gruppi parassitari.
Una forma di redistribuzione regressiva profondamente ingiusta e anche micidiale sul piano etico ed economico in quanto, operando un trasferimento di ricchezza da chi produce, a favore di chi non produce, disincentiva i capaci e i volenterosi ad intraprendere. Impoverisce sempre di più il Paese.
- Far capire che quanto più si estendono le funzioni dello Stato tanto più ampia sarà la classe dei parassiti.
Per cominciare, quindi, sarebbe onesto porre fine a quelle odiose campagne mediatiche che bollano come parassiti sociali non già, in primo luogo, i privilegiati dello Stato, ma invece proprio quei comuni cittadini che dai veri parassiti sono costretti a difendersi, attraverso la pur condannabile pratica dell’evasione. E se proprio il Presidente volesse spendere il nostro denaro in costose campagne di “civiltà e progresso”, queste dovrebbero indirizzarsi proprio contro quei membri delle innumerabili arciconfraternite statali, di cui egli, come Presidente e senatore a vita, è autorevolissimo esponente.
- Infine, è assolutamente necessario prendere atto dell’ormai definitivo svuotamento di senso, nel sistema democratico italiano, del venerabile principio No taxation without representation.
Nel nostro Paese, infatti, il legislativo, al quale compete il potere di imporre tasse come quello di spendere , è costituito da parlamentari che solo formalmente rappresentano gli interessi di noi elettori ma che di fatto curano quelli propri e della classe iper-privilegiata a cui appartengono, e il potere esecutivo, indistinguibile dal legislativo, non ne è che il braccio armato . Da questa coincidenza e identità di poteri il cittadino comune, il Terzo stato, su cui si riversa il carico della tassazione, è escluso.
Ne è prova il penoso copione recitato nel corso del corrente anno dal presidente Monti e colleghi (e incidentalmente va notato che tutti costoro appartengono alla classe degli iper-privilegiati).
A fronte di una situazione economico-finanziaria drammatica, resa ancor più drammatica dalle politiche di insostenibile rapina fiscale degli ultimi governi, in ben dieci mesi non si è saputo fare altro – mentre si predicano e si procrastinano tagli alla spesa pubblica – che praticare esasperati aumenti della tassazione (tra le più elevate al mondo!) su quella massa di cittadini comuni, già spremuti fuori misura, per incrementare le risorse a disposizione della oligarchia di cui sopra.
Si è accresciuto il potere estorsivo in mano agli organi del Fisco mediante ulteriore rafforzamento dell’armamentario presuntivo-indiziario tipico dei regimi polizieschi.
Nel campo della riforma del lavoro, ricorrendo anche alla manipolazione linguistica (soppressione della vox media “mobilità”, sostituita con quella spregiativa “precarietà”), si è cercato di demolire, mediante nuovi assurdi lacci e laccioli, forme di lavoro autonomo che negli ultimi anni avevano consentito ad un gran numero di giovani di trovare fonti di reddito altrimenti irreperibili sul mercato, e a tantissime micro-piccole-medie aziende di continuare ad operare in una fase di fortissima criticità.
Provvedimenti, questi, che hanno scoraggiato ogni spirito d’intrapresa. Provvedimenti che stanno provocando cadute verticali nella occupazione e affossando la nostra economia. Una isterica guerra teologica contro le partite IVA, il lavoro autonomo, lo spirito d’iniziativa individuale, il coraggio professionale e d’impresa. Tutte le qualità che fanno prospero un paese e più liberi i suoi cittadini.
Altro che “Decreti salva-Italia”! Si dovrebbe parlare più propriamente di “Decreti affossa-Italia”!
Ecco dunque quali sono i nessi tra gli episodi di sperpero-distrazione di denaro pubblico e le grossolane (per un addetto ai lavori) requisitorie, le roventi crociate, in realtà astute manovre diversive del nostro Presidente Mario Monti.
Ecco perché il civico richiamo del Presidente professore, analizzato a fondo, è concettualmente errato, eticamente ingannevole e per certi versi grottesco se, come di fatto accade, è diretto al Nuovo Terzo stato. Esso richiama il dilemma noto alle strade deserte “O la borsa o la vita”, con l’aggravante che nel nostro caso l’estorsore, se rifiutiamo, oltre ad attuare la mortale minaccia, pretende anche di infliggerci una condanna morale.
Ci vuole davvero il Suo coraggio, illustre presidente Monti!
Aldo Canovari è fondatore e direttore editoriale della casa editrice Liberilibri.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato su “Il Foglio” del 10 ottobre 2012 con il titolo “Chi si mangia le nostre tasse?”
Splendido articolo, chiaro e condivisibile. Vorrei evidenziare due aspetti:1) il popolo è indotto a temere la riduzione dello Stato paventando catastrofi nell’erogazione dei servizi ma, a mio avviso, questo non succederebbe assolutamente.
2) il nuovo must è proporre l’uscita dall’euro. Ora nel solo 2012 sono usciti dall’Italia (in maniera legale spero) oltre 230 miliardi di euro, se noi avessimo una nostra valuta quale sarebbe la svalutazione che subiamo? E l’inflazione che importiamo?
Complimenti all’autore, articolo da far leggere ai sostenitori vecchi e nuovi di un governo “Monti bis”
Graaaaandeeee!
Ha espresso tutto ció che il “Terzo Stato” pensa.
Sono madre “a tempo indeterminato” di un ragazzo di 25 anni affetto da tetraparesi spastica (quindi, purtroppo, disabile al 100%) e che prossimamente su questi schermi si vedrà ridurre i propri “privilegi” a favore di qualche povero assessore, consigliere o ministro…
Dopodomani saremo costretti a manifestare con i nostri figli: che squallore!!!
Articolo perfetto.
…che dovrebbe anche qualificare chiunque abbia sostenuto o pensi di sostenere ancora Monti…
Il Monti fa parte di quella burocrazia. È stato insediato nella speranza insensata che potesse convincere i tedeschi a farsi carico del debito del paese pur mantenendo al potere, magari solo un po’ ridimensionata, la stessa burocrazia che ha prodotto e continua a produrre danni ormai visibili a tutti. In cambio dell’anientamento di quello che rimaneva del sistema produttivo dl paese. Quest’ultimo obiettivo e’ stato perseguito dal Monti con una velocità e un’efficacia che non ha precedenti. Cosa ci si poteva aspettare da un uomo con la sua storia ?
La politica come un virus invisibile ha in questi anni ,subdolamente, contaminato il vivere in Italia.Così come negativamente ma con l’innarrestabile procedere l’HIV agisce sull’individuo contaminato , la politica, ha reso il ns/ paese, le Istituzioni, delle “amebe” assenti e senza globuli e, come uno Tsunami incontrollabile, ci stà trascinando verso il baratro socio/politico/economico. Non avendo più il ben dell’intelletto ci meravigliamo, se dopo aver messo a guardia del”pollaio”, dei nostri soldi, per essere chiari, la volpe e/o la faina . non ci siano più tracce dei pennuti se non poche piume sparse.Cari amici, l’Italia non può sperare nel miracolo o lotteria che cambia magicamente la vita!Se guadiamo all’Europa, vediamo che la Germania di oggi, non solo ha superato la guerra ma pure tutti o quasi i suoi problemi interni. Ma quello che più conta, ha disegnato il suo futuro. E noi??? Non possiamo sempre fare i portaborse delle piccole opportunità! Chi vuol progredire, vincere le sfide, deve anticipare e non sfruttare la scia. E così sia
Ke Linse
difficile non dargli ragione.
che dire,
triste Italia…
Articolo splendido e totalmente condiviso. Da AD di impresa privata, quindi stipendiato, non proprietario, vedo lo scempio che fanno le tasse sui nostri conti. Tutto il nostro personale è assunto con contratto indeterminato. Lavoriamo solo con società primarie, senza alcuna evasione, nessun servizio ai privati. E la quantità di tasse che paghiamo ci uccide, lentamente. È uno schifo assurdo. E Monti che fa la predica dovrebbe vergognarsi. Tra l’altro, quando era alla commissione europea, le tasse non le ha pagate, dato che tutti gli impiegati degli enti europei sono esenti da tasse….
l’articolo e le considerazioni che vi sono formulate meritano un’applauso fino a spellarsi le mani.
Considerato che mi ritengo fra coloro che producono e lavoro a contatto dei parassiti che assorbono risorse pubbliche, mi accorgo giornalmente da oltre 30 anni dei danni che fanno…..
Anche oggi, comincio la mia giornata incaz…to nero.
Da comprare una pagina sul Corriere e pubblicarlo! Sono anch’io convinto che in Italia viga un sistema oligarchico, che vive alle spalle del “Nuovo Terzo Stato”, come lo definisce Canovari. Le elezioni non sono altro che le modalità con le quali l’oligarchia si distribuisce, al suo interno, il potere e la ricchezza (le tasse).
All’analisi del Canovari va aggiunta la morosità con il quale l’oligarchia paga le attività del Terzo Stato/Imprese, verso il quale (i) è talebana nell’incassare i suoi presunti diritti (tasse e balzelli).
Più che di un Monti (ma c’è qualcuno di meglio in giro?) forse oggi c’è bisogno di un Robin Hood.
Monti sta facendo quello che qualunque burocrate appartenente alla sua casta farebbe : aumentare sempre il furto fiscale senza diminuire per nulla il costo della mafia politico/burocratica che ci governa.
La capacità di questa mafia è quella di far credere che aumentando il furto non si dimuiscono i servizi . Gli italiani , popolo di vecchi , si spaventa e vuole credere senza ragionare a queste enormi menzogne . A questo si aggiunga l’invidia e il rancore sociale ,eccitato , sobillato dalle continue affermazioni sull’evasione fiscale e così si spiega il favore di cui gode ( ?) il senatore a vita ( con quanti stipendi ? ).
– Aggiungere anche , oltre a quanto giò detto in altri commenti, che lo Stato non paga contributi per miliardi (vedi INPDAP) e nessuno paga, mentre uno di noi (Terzo Stato) viene condannato a giorni di galera anche per pochi euro. E lui ..zitto!.
Monti verrebbe definito, senza il mantello protettivo dell’ipocrisia pubblica, un mentitore spudorato e un imbroglione.
Purtroppo se le cose rimanessero come oggi, verrà sostituito da uno (Bersani) che, almeno in questo, ne sarà la peggiore fotocopia.
Un bel manifesto che nessun giornalista “televisivo”, né tantomeno un politico assumerà come supporto per il proprio lavoro.
Speriamo in FID.
Fid.
Interessante al riguardo questo articolo
https://mail.google.com/mail/?tab=wm#sent/139da79b99c59341
Questo articolo è totalmente coincidente con la mia opinione – e non solo la mia -. Vorrei solo evidenziare che a novembre del 2011, mentre montava lo sdegno del “Terzo Stato”, é arrivato Monti che ha messo in atto subito la sceneggiata contro gli evasori; da Cortina alle apparizioni in TV di Befera! Dunque una strategia non casuale ma … La Strategia!
Il nostro paese é in difficoltá? il Debito Pubblico ci stritola? il Governo é costretto a misure fiscali impopolari? le aziende devono licenziare? il colpevole di tutto ciò? Monti l’ha trovato!
L’Evasore Fiscale!!!
Credo sia troppo tardi ormai, ma ancora mi chiedo se si possa rovesciare una situazione tale con un astensionismo quasi totale alle prossime elezioni politiche, regionali e comunali almeno di noi appartenti a quello che in questo articolo viene definito Terzo Stato che ancora rappresenta la maggioranza del numero degli aventi diritto al voto. Il potere politico-burocratico prenderà di nuovo il proprio posto dopo le elezioni ma con quale legittimazione? Come potrà giustificare la propria esistenza di fronte alla cara ‘Europa’ e alle altre organizzazioni internazionali? Per non parlare della tenuta sul fronte interno e di come si porranno i media che gravitano attorno a questo blocco di potere/sopruso.
Egr. Aldo Canovari,
non ho remore ad affermare che l’attuale PdC MM sia in malafede, da me in altri commenti molte volte ripetuto. Ciò detto, leggendo il suo post al microscopio elettronico, dopo averlo fatto in filigrana, non evinco uno straccio di proposta.
Sarà un piacere rileggerla.
..purtroppo concordo..
Sono un lavoratore autonomo ,pago Tutte le tasse .
In realtà credo di appartenere al quarto stato , sono stato lavoratore dipendente privato e devo dire che la “libertà” della mia libera professione la pago troppo oramai
Articolo veramente bellissimo.
Non avevo mai sentito parlare di Aldo Canovari.
Uno si chiede se perché con persone così lucide nel nostro Paese siamo ridotti così male.
Forse c’è ancora speranza ?
Per fermare il declino forse Giannino/FID farebbe meglio ad ascoltare i consigli di tipi come Canovari invece di girare mezza Italia a raccogliere vecchie glorie repubblicane-liberali-forziste…..
Forse mi sbaglio, ma non sarebbe meglio prima focalizzare molto meglio il messaggio ideologico/programmatico del movimento FID ? A proporre alleanze, a insultare M5S e a raccogliere vecchie glorie si è sempre in tempo…Speriamo che almeno le vecchie glorie diano dei buoni contributi…
Eureka! Il Canovari ha dato “voce” ad una drammatica consapevolezza che in me , convinto sostenitore dei prinicipi democratici, cresce di giorno in giorno : l’Italia è un paese ” fu democratico” che scivola inesorabilmente nel REGIME POLITICO / POLIZIESCO.
Su 22.5 milioni di italiani – lavoratori , il 25% appartiene all’oligarchia statale . Seppur divisa in due ” livelli” , come lucidamente rappresentato dall’autore, di fatto è come se sostenessimo , ciascuno di noi 3°Stato, 1/3 del loro “costo, tasse incluse” sulle nostre spalle.
A me è evidente come , giorno dopo giorno, cresca sottilmente , ad arte di certa propaganda, la contrapposizione , che si farà sempre piu virulenta, fra i ” privati ,cittadini e imprese (le “mucche da mungere” , per definizione presunti evasori) e l’apparato burocratico /politico/ affarista che sulla pelle dei primi , costruisce le difese a lungo termine del loro potere che si traduce in privilegi e abusi.
Inaccettabile il richiamo del MM ad una ritrovata moralità del cittadino-evasore potenziale, quando ovunque si vada a “sollevare il tappeto” dell’apparato che presiede, si scoprono indegne truffe, morali e materiali , ai danni di chi non fa parte del loro giro.
Infatti si è ben guardato , sino ad oggi , a toccare i poteri forti del paese , quella nomenklatura che , compatta, sta difendendo con successo il loro “Eden” socio/politico/economico.
come dicevano i miei ” antichi” : ” addà venì Baffone !!! “
@Jack Monnezza
Canovari, oltre ad essere il fondatore della casa editrice “liberilibri” di macerata, è stato anche giudice tributario per 24 anni, quindi si tratta di una persona che può affrontare questi argomenti con grande cognizione di causa visto conosce il sistema dal suo interno.Comunque, mi risulta (qualcuno mi corregga se sbaglio) che Aldo Canovari sia uno dei sottoscrittori del manifesto di FID, quindi speriamo che le sue considerazioni e la sua esperienza vengano tenute in debita considerazione al momento della stesura del programma di governo che FID vorrà presentare agli elettori italiani.
L’analisi è chiarissima e condivisibile. Peccato per quel richiamo un po’ “populista” ai dipendenti pubblici e alla forzata separazione tra lavoratori pubblici e privati.
Parole sacrosante.
Il Robin Hood che ruba agli attuali Sceriffi di Nottingham esiste in letteratura e si chiama Ragnar Danneskjöld.
Chissà che un giorno non ci si arrivi sul serio.
Voglio ricordare a tutti un pezzo di storia: il vecchio “Terzo Stato” si ribellò agli altri due Stati, ladri imbroglioni ed assassini, con la Rivoluzione del 1789, e quindi con la ghigliottina ed il Terrore.
In effetti oggi in Italia più che un Robin Hood servirebbe un nuovo Roberspierre ed un Comitato di Salute Pubblica, perchè non riesco ad immaginare niente di meglio per questa cricca infame che infesta il Paese.
Ma è solo un sogno purtroppo…
Ho letto questo meraviglioso scritto sul Foglio di ieri e me lo sono riletto oggi. Vorrei abbracciare Canovari e fargli sentire tutto il mio affetto perchè, oltre alle benzodiazepine di cui m’imbottisco da mesi, tanto di piu’ valgono queste testimonianze di un’Italia moralmente ed eticamente superiore a tutti i (primi) ministri della propaganda e direttori delle entrate di goebbelsiana fattura. Ho sottoscritto il decalogo di FID, aprendo una piccola cambialina in bianco a Giannino di cui, purtuttavia, non condivido proprio tutto. Si tratta di un decalogo che, diciamocelo, può essere sottoscritto da tutti: destra, sinistra, centro, Monti, Tremonti e arnesi vari ed eventuali.
Tra i VIP firmatari del manifesto, esibiti un po’ come cubiste, vi sono nomi e volti francamente un po’ imbarazzanti e che poco avrebbero a che fare sia con lo spirito prevalente tra le migliaia di sottoscrittori di FID che con l’Italia che veramente lavora e produce e si riconosce nelle parole di Canovari: non sarebbe male se, giunti a questo punto, Giannino e gli altri “padri nobili” di FID ci dicessero con chiarezza, fin da ora, se un’eventuale alleanza o anche un semplice appoggio a Monti potrebbero fare parte del futuro postelettorale di questo partito nascente.
Sig. Canovari, dal contenuto del Suo scritto si evince che Lei è molto addentro alle cose pubbliche dell’Italia, ai suoi guasti e alle cure necessarie per uscire dall’attuale impasse.
L’acqua passata non macina più (e lascia una scia maleodorante..) per cui guardiamo avanti e cerchiamo nuovi sentieri da percorrere.
Visti i risultati avuti finora dai governi, rispettosi della Costituzione vigente, è indispensabile mettere mano alla stessa e adeguarla alla evoluzione della Società. Bisogna alleggerire o eliminare delle istituzioni: Presidenza della Repubblica, Parlamento,Regioni. Ai partiti vanno imposti alti sbarramenti e ai politici va tolta la possibilità di trasmigrare portandosi in dote i voti. Agli eletti va vietata la rieleggibilità oltre la seconda legislatura, per evitare le catene di S.Antonio. E tanto altro……
Fra il tanto altro, l’Italia ha assoluto bisogno di reimpostare il costo del lavoro. Dopo oltre duecento anni dall’avvento dell’era industriale, in occidente non abbiamo ancora affrontato e risolto il problema del licenziamento, non rendendoci conto che per un lavoratore o per una lavoratrice avere il lavoro è questione di vita o di morte. Abbiamo una visione egoistica del lavoro: chi ha tutto e chi non ha niente. In Italia, a partire dalle baby pensioni in poi è stato tutto un rifiorire di sistemi sussidiari, finanziati con l’indebitamento invece che con il miglioramento della produttività del sistema.I colpevoli di ciò sono i politici e certi sindacalisti. Bisogna assolutamente cambiare strada.
Altro nonsenso è il comportamento delle nostre signore banche le quali raccolgono i risparmi dai cittadini di questo Stato, quasi senza remunerarli, e invece di dedicarsi alla loro precisa funzione di ripartitori della raccolta per finanziare l’economia interna vanno a imbarcarsi in mega operazioni speculative che finiscono quasi sempre, chissà perchè, con potenti botte sui denti.
Io credo che sia tempo di buttare tutto a mare. Facciamo molto prima ripartire che cercare di rappezzare.
Bravo Canovari . Bellissimo articolo .Sottocrivo al 100% quanto in esso contenuto con un’ulteriore precisazione : quando si dice che solo il 40% dei redditi accertati è frutto di illegittima evasione , si dimentica di dire che la stragrande maggioranza di questi introiti da parte dello stato è ottenuta attraverso accertamenti con adesione , cioè sotto il ricatto di applicazione di sanzioni ed interessi che inducono la maggioranza dei sudditi ad accettare compromessi giugulatorii, piuttosto che affidarsi serenamente a giudizi di tribunali fiscali sulla cui imparzialità è lecito dubitare. Basta infatti vedere come sono composte le varie commissioni tributarie, da quando sono stati esclusi professionisti di chiara esperienza in materia!!!!
Carlo Alberto
Anch’io come quasi tutti i commentatori che mi hanno preceduto sottoscrivo appieno il contenuto di questo articolo. Detto questo resta nell’aria una faccenduola irrisolta: E MO’ CHE FAMO? In cosa dobbiamo sperare o meglio dove dobbiamo presentarci per arruolarci ed imbracciare le armi?
E’ evidente che non ci toglieranno da questi guai i nostri Cari Leader passati presenti o futuri che siano. Temo che questo sia uno dei punti deboli della nostra mal riuscita democrazia: il Terzo stato, in larga parte ignorante, diviso al suo interno, non rappresentato se non da forze politiche che in realtà sono interessate al proprio arricchimento è destinato solamente al PAGA E TASI.
L’unico fatto nuovo degno di nota degli ultimi decenni era stata la nascita del movimento autonomista veneto. La Liga Veneta poi confluita assieme alla consorella Lombarda nella Lega che tutti purtroppo abbiamo conosciuto. Anche lei risucchiata nel gorgo e nelle mollezze romane. Povero professor Miglio!
Quello in cui io spererei sarebbe la nascita di un forte e serio movimento autonomista che lasci perdere le buffonate alla Pontida e simili. In fin dei conti perché dobbiamo costringere un meridione statalista ed assistenzialista ad abbracciare teorie liberiste che non fanno proprio parte del suo DNA .
Ma purtroppo si vide di gran retorica dispensata a piene mani dai vari Napolitaner mentre nel frattempo i boiardi spennano noi e tutte le nostre future generazioni!
@Gianfranco e Nick1964
Quando leggo le proposte, spesso sagge, che compaiono nei posts di questo blog, mi dico che sono il solito pessimista, perchè se vengono proposte riforme la loro fattualità è evidentemente ancora possibile. Poi ci rifletto un po’ e divento ancora più pessimista. Caro Gianfranco, ma chi la farà mai la riforma della costituzione se siamo in quattro gatti ? Se anche venisse fatta non sarà nel senso che noi auspichiamo. Credo che l’unico concreto mezzo a disposizione sia lo sciopero fiscale.
A Nick1964 vorrei ricordare che Robespierre fece un disastro con il suo Terrore, e che, dopo di lui, arrivò un certo Napoleone.
Mi esalto ad osservare come la speculazione dialettica sia in grado di portare a colclusione logica delle elaborazioni mentali più vicine alla metafisica che alla realtà. Pur partendo da una giusta osservazione circa l’enunciato sulla errata accezione del termine “cittadini”, lei si aggiusta una altrettanto semplicistica categorizzazione delle classi sociali con lo scopo di dimostrare il postulato che evadere il fisco è una giusta guerra contro il nemico Stato. L’assioma trova una sua logica se e solo se si accetta la sua riformulazione della categoria “cittadini” e la epica immagine di uno Stato nemico. Se furi di metafora ci si soffermasse ad analizzare chi evade il fisco e chi lo paga (ob torto collo per carità) si arriverebbe forse (e sottolineo il forse) al postulato banale ma altrettanto logico che qualcuno paga tanto anche perché qualcun altro paga poco o non paga affatto. Lo faccia esso per necessità o a scopo di lucro. La ridefinizione di “cittadino” a questo punto vedrà non più tre ma ben quattro categorie che modificano totalmente la conclusione dialettica. Trovano poi assoluta coincidenza logica tutte le osservazioni di mezzo circa l’insostenibilità della spesa pubblica, la cultura della corruzione ecc.
In conclusione, sarò banale, ma io, in accordo con lei, trovo assolutamente vantaggiosa per i cittadini una defiscalizzazione razionale, ma, in assenza di essa, eticamente e moralmente inaccettabile l’evasione a scopo di lucro.
Ottimo articolo, molto duro ma realistico.
Bisognerebbe farlo leggere nelle scuole prima della festa del 25 Aprile
Io sono curioso solo di una cosa.
Voglio vedere se il popolo italiano questa volta si stufa davvero oppure no.
Un conto e’ giochicchiare, infatti, con ideologie tipo il fascismo, il comunismo, l’anarchismo e compagnia cantando, necessariamente passando attraverso la Chiesa.
Un conto e’ essere il terzo stato, e ringrazio l’autore per non aver scritto il quarto stato – pregevole scelta di vocaboli -, essere consci di essere il terzo stato, essere trattati da terzo stato e soffrire come il terzo stato pena l’iradiddio.
Sono curiosissimo.
ps. non sono l’altro gianfranco. 🙂
Canovari mi ha fatto quasi piangere.
Queste sono il genere di persone, da clonare, che dovrebbe rappresentare, a migliaia, un centrodestra liberale, che non vuol dire antisociale. Anzi.
Invece tra un po’ dovremo rivedere Fini, Casini, Follini, magari anche i Mastella e i Fioroni, a rappresentare il nuovo centrodestra moderato post Berlusconi, che come nel ’94, ma stavolta ci riuscirà, tenterà gioiosamente di stravincere definitivamente per la gioia della burocrazia tutta.
E siccome stavolta la sinistra non ha ” Il ” nemico contro cui coagularsi, che l’ aveva alfin costretta a mostrare la propria faccia bifronte, oggi può permettersi di schierarsi su tutti e due i fronti a rappresentare sempre se stessa : con la guancia sinistra e anche quella destra.
D’ altronde Bersani l’ ha anticipato : ” Se facciamo le cose per bene a noi non ci ammazza più nessuno, credetemi “.
Mai come ora mi e’ apparso piu’ anacronistica qualsiasi distinzione tra destra e sinistra, tra berlusconiani e antiberlusconiani eccetera eccetera.
Mai come ora mi sembrano nemici tutti ugualmente pericolosi.
Signor Canovari è inutile che le dica che ho avuto un moto di commozione nel leggerla. Ogni parola del suo articolo è ciò che da anni nel mio piccolo dico ad ogni occasione o contesto me lo permetta, cercando di fare una piccola opera di “divulgazione”. Il punto è proprio questo, divulgare queste elementari verità. Dire ai “cittadini” che questa Versailles riceve oltre 700 mld di tasse all’anno e nonostante ciò abbiamo infrastrutture da terzo mondo e debito al 120% che continua a crescere.
Come ho scritto a Giannino qualche giorno fa:
DOPO VERSAILLES QUANDO MADAME GUILLOTINE??
@Mario
Certamente il Terrore fu una degenerazione di una Rivoluzione comunque esaltante e magnifica, e poi vi fu un ritorno all’assolutismo dei re/dittatori.
Ma fu di breve periodo perchè subito dopo fiorì, a poco a poco, la Democrazia.
E credo che se ancora oggi l’apparato politico-burocratico francese funziona meglio di tanti altri è anche a causa del ricordo lontano, ma indelebile, di quelle cataste di teste mozzate.
Condivido …….
Parole sante, tutte da condividere in pieno e da veicolare quanto più possibile per tentare di svegliare le coscienze e sollecitare le giuste reazioni perché “la sovranità appartiene al popolo” ed è ora che il Popolo la eserciti!
Piangersi addosso, lamentarsi al bar o dal barbiere o, peggio ancora, mostrare la propria rassegnazione perché “… tanto non serve a niente” non risolvono nulla e favoriscono soltanto le prepotenze dello Stato.
E’ ora di dire “basta!” e di riprenderci la nostra dignità di Persone e di Cittadini.
@Mario
Caro Mario,
siamo vittime di una dittatura mascherata dal consenso derivato dal voto “democratico”.
La burocrazia di stato decide e scrive i decreti per conservare se stessa. Dirigenti e funzionari di ministeri che faranno di tutto per conservare se stessi a nostre spese, e chi non si allinea è un “eversivo” “ribelle” o “evasore”. Ci sono solo due possibilità: La rivolta fiscale o la rivolta punto.
Chiunque conosca un pò di storia e le vicende e le dinamiche del potere in Italia sa che qui senza una rivoluzione VERA come quella di Marat e Robespierre NON CAMBIERA’ MAI UNA VIRGOLA.
Inutile fare discussioni filosofiche, SE vogliamo cambiare le cose, SE vogliamo ritrovare dignità e libertà, c’è una cosa sola da fare: ASSALTARE LA BASTIGLIA.
Per Lei Signora e con tutto il rispetto per Lei e per Suo figlio: lo sa che la regione sicilia ha un sottosegretario alla presidenza (tutto minuscolo, e’ un carica inventata ad hoc da una amministrazione ad hoc) regolarmente attivo e sontuosamente retribuito che in piu’ e’ stato dagli stessi dichiarato totalmente inabile e percepisce un vitalizio di 7.400 euro/mese ? Che nessuno gli togliera’. Quanto riconoscono a Suo Figlio ? Come diceva il Censore: il Senato sa, il popolo sa eppure Catilina e’ ancora qui, vivo, davanti a noi.
Per il resto, grande articolo. Riflette esattamente quanto ogni mente libera e responsabile puo’ pensare. Non e’ solo populismo tagliare i costi della casta, sia essa costituita da politici di mestiere o dalla massa dei pubblici dipendenti ricchi di privilegi. Vedi recente decisione della Corte Costituzionale chiamata a deliberare sul proprio stipendio, decisiome che grida vergogna al cielo. Il risparmio conseguibile e’ valutato in MLD di euro all’anno e qui si applica la vera equita’. La lotta all’evasione, cosi’ come e’ condotta e’ un grande abbaglio. Controllano lo scontrino del caffe’ e non sanno o meglio fingono di non sapere quanto sia endemica in alcune regioni d’Italia. Io ho di recente rinnovato la patente nel centro Italia e non ho visto una ricevuta. Su un atto pubblico !
Ho letto solo oggi questo splendido articolo. Posso solo dire: grazie, signor Canovari!
@Terzo Stato
Come ho ribadito in più occasioni ci troviamo in una fase che ha molte analogie con quella precedente alla Rivoluzione Francese: la burocrazia e la politica – la finanza e’ l’altra faccia dello stesso potere – si muovono ormai in un sistema di illegalità diffusa (vedasi leggi retroattive, reati inventati a seconda delle convenienze …) e gli attriti con una magistratura che ha perduto ogni credibilità assomigliano sempre più a guerre per bande. Tutto questo mi pare condivisibile ed è stato sostenuto da molti su questo blog. Una rivoluzione come quella di Marat e Danton porta con se’ effetti che spesso non sono né voluti né previsti, oltre all’inevitabile sangue, spesso di innocenti. Dopo la rivoluzione francese arrivo’ Napoleone, poi la restaurazione, poi Napoleone III fino al 1870, se ricordo bene. Dopo i francesi ebbero accesso alla Repubblica, che non fu propriamente democrazia. La democrazia non è, temo, di questo mondo. La RF non portò, come sostiene Nick1964 la democrazia nel mondo. Asserì, a mio avviso, il principio che la classe produttrice non intendeva più farsi rapinare delle proprie ricchezze dai parassiti. E, essenziale, il principio di Libertà. Gli altri due lasciamoli pur perdere. Purtroppo, come sempre succede, la Libertà e’ un bene che va difeso con il coltello fra i denti; godendone si dimentica quanta fatica e sangue e’ costata e, soprattutto quanto i burocrati-governanti tendano a sottrarcene pezzi. Ora siamo ritornati al 1788. Quasi sempre succede che, dopo un bagno di sangue, qualcuno semplicemente sostituisca le classi azzerate senza grande vantaggio per i governati, che rimangono di fatto sudditi. Concludendo, ammesso e non concesso che gli italiani siano un (o tre) popoli da rivoluzione, siamo certi che vogliamo un casino di questo tipo? Non sarebbe meglio cercare una soluzione tipo Cecoslovacchia, con la costituzione di realtà politiche più omogenee, magari federate tra loro, e, all’uopo, organizzare uno sciopero fiscale incruento, Gandiano, che nel giro di due mesi , costringerebbe a una completa revisione ?
Bellissimo, lucido, incalzante e taglientissimo contributo di Aldo Canovari. Dalle parole bisogna però passare all’azione. Dobbiamo organizzarci e scendere in piazza.
Monti persevera nella deplorevole frode linguistica dei suoi predecessori col confondere ( semplice ignoranza?) “redditi accertati” con “redditi evasi”, quando ormai è noto lippis et tonsoribus che i redditi evasi sono in realtà meno del 40% di quelli “accertati”, cioè di quelli illegittimamente e infondatamente “pretesi” dal Fisco.
Avevo letto l’articolo sul Foglio e solo ora l’ho visto ripetuto sul blog. Ebbene caro Canovari, senza volerne fare un caso personale ma a conferma di quanto afferma, a me è capitato proprio questo: Mi hanno fatto un accertamnento su un “apparenza” (sic) di reddito. Non sto a precisare la fattispecie, ma Le assicuro che è una autentica ruberia fiscale. Purtroppo quando si cade nella rete non se ne esce più.
Articolo condivisibile al 100%. Ieri sera, ad un pranzo con amici, la domanda a cui nessuno ha saputo dare una risposta è stata: come facciamo a venire fuori da questo casino?
@Mario45
Per me qualunque azione va bene, a partire dallo sciopero fiscale. Devo anche dirle che l’esperienza mi dice che in questo paese niente cambierà senza azioni cruente.
La meno cruenta sarebbe lo sciopero fiscale con difesa casa per casa di quelli che aderiranno.
Ma temo che questo accelererebbe solo la violenza di questo stato ladro rivelandone il vero volto totalitario e quindi si giungerebbe finalmente a quello che serve:
L’azzeramento di tutta la burocrazia attuale, comitati di salute pubblica che accertino con l’onere della prova da parte degli inquisiti, di non avere parenti o amici o politici che li abbiano “sistemati” nell’amministrazione pubblica. Azzeramento di chiunque abbia avuto incarichi politici per più di 5 anni. Espropriazione di tutti i beni accumulati da dipendenti pubblici con stipendio superiore a 3000 euro al mese, a meno che siano in grado di dimostrare di non aver avuto raccomandazioni. Con le buone o meno.
E poi venga pure Napoleone così invece di avere quella capitale da terzo mondo ci ritroviamo con Parigi.
@Terzo Stato
Ti ricordo che Napoleone ha saccheggiato tutta Europa e, in primis, proprio la Lombardia e la Repubblica di Venezia, della quale ha decretato la fine. In ogni caso Parigi era Parigi anche prima di Napoleone.
Circa l’efficacia di uno sciopero fiscale, consideriamo che gli stati totalitari collassano quando non riescono più a pagare esercito e polizia. Vedasi URSS e DDR, ad esempio. Se affamiamo la bestia, per parafrasare Reagan, ci sono ottime probabilità che lo stato collassi.
Complimenti Aldo, una grande e bella analesi di queta vecchia itatia.
Ciao alberto : sei un Grande
@Mario45
alcuni lo riteranno pleonastico ma sono d’accordo su quanto scrive.
@omero mastix
le sono testimone di ciò che afferma e se servisse ho tutti i documenti a supporto.
@isabella49
ricevo!
@Mario45
Sono assolutamente d’accordo : lo stato e tutti gli enti pubblici devono poter rubare meno risorse ai cittadini . Adesso tutto il discorso è sui ” controlli ” della spesa , che è un altro trucco per lasciare le cose come stanno .Il primo buon esempio lo dovrebbe dare Napolitano : il Quirinale è l’ente più costoso che esiste in Italia , addirittura costa ventiseimila @ all’ora . Ma nessuno apre bocca e anzi tutti lodano il compagno Napolitano .Noi sudditi ci meritiamo quello che abbiamo.
Su Napoleone si possono dire tante cose, su Cesare su Alessandro etc etc. Venezia era già cotta e comunque non voglio entrare nel club degli elucubratori.
Non credo che le parole o i ragionamenti servano tanto, serve ORGANIZZARE qualcosa di concreto. Purtroppo la similitudine di circostanze, ci propone 2 secoli dopo lo stesso scenario vissuto dalla Francia, ma questa è la tempistica di questa arretrata nazione. Qui si deve affermare ceto produttivo autonomi, PMI, dipendenti privati e giovani esclusi dalla cooptazione imperante, in una parola il Terzo Stato, contro l’aristocrazia statale e statalista e relativi beneficiati. Ora una speranza per me che sono del centro, era la secessione del nord. Ma questa pare tristemente tramontata insieme alle miserie della lega. Una fievole speranza viene dagli imprenditori del nordest che appaiono esasperati ma non vedo ancora fatti concreti. Parlando più tecnicamente, a parte una remota presa della Bastiglia, sul tavolo ci sono le opzioni che abbiamo detto. Sciopero fiscale, accellerazione del default, grandi manifestazioni di piazza. Comunque dobbiamo farci VEDERE dire chiaramente che non accettiamo più la morale di stato e le sue ruberie, fino alle estreme conseguenze, fino a Marat.
Sia come sia basta parole tra di noi, dobbiamo ORGANIZZARCI.
@Giorgio Andretta
Mi scusi, Andretta, ma non capisco cosa vuol dire. Conosce casi analoghi o il mio caso in particolare? Cordialmente, o.m.
Che tristezza di articolo.
È facile fare del manicheismo, si possono trovare coppie da contrapporre ovunque: biondi contro bruni, scapoli ammogliati, preti e mangiapreti, vigili e automobilisti…
Questo è pseudo tecnicismo inutile. E isterico.
Che mi spiegasse il Foglio – degnissimo articolo del Foglio – come raccattare soldi subito, per poi rimediare agli squilibri che sono senz’altro ANCHE quelli facilonamente indicati dall’estensore della patetica ed elogiatissima articolessa.
@omero mastix
conosco il mio, successo nel lontano 1989, con l’aggravante che i “nostri” dipendenti-uffico dell’entrate, all’epoca ufficio del registro- avevano la pretesa d’insegnarmi come gestire la mia impresa.
Robba da matti!!!!
Ieri sera ho assistito ad un incontro a Piacenza sul progetto del nuovo partito.
Faccio una considerazione di carattere generale:
insieme alle persone per bene, che erano tante, la sala era piena, c’era un certo numero di ex politici locali che palesemente vogliono riciclarsi.
Secondo me Busani è stato troppo tenero quando ha detto che solo i politici che hanno avuto incarichi nazionali non possono iscriversi al nuovo partito, mentre quelli che hanno avuto resposabilità locali potranno iscriversi, anche se non potranno accedere a ruoli di prima fila. Io credo che addirittura i politici locali abbiamo più responsabilità dei politici nazionali nello sfascio della cosa pubblica e dei conti pubblici.
Busani non ha idea di quanti soldi hanno sperperato gli amministratori locali.
Eppure è di Parma e dovrebbe ricordarsi che cosa è successo nel suo Comune.
Impedite a chi ha fatto politica a tutti i livelli di entrare nel partito, forse sarà poco democratico, forse ci rimetteranno le centinaia di amministratori onesti, ma credo che sia una cosa fondamentale per raccogliere i voti degli incazzati, che sono tanti.
Mauro Peveri
Caro Aldo,
pur condividendo ogni riga di quanto hai scritto, concordo con quanto ha affermato il sig. Giorgio Andreatta. Manca una proposta, una via di uscita.
Il mondo politico, conscio delle sue difficoltà, ha inventato Monti per salvarsi. E Lui sta lavorando alacremente a questo insano progetto. Tra l’altro dirige un governo composto di super ricchi che vivono ben lontano dalla gente comune della quale mostrano chiaramente di non conoscere i problemi. I provvedimenti adottati ne sono la riprova. Per me Monti assomiglia allo sceriffo di Nottingham.
E allora la proposta te la faccio: dobbiamo scendere in piazza, tutti quelli che lavorano, operai ed imprenditori, artigiani, commercianti e liberi professionisti, pensionati e studenti! Va superata la anacronistica contrapposizione tra destra e sinistra, smettendo di comportarci da tifosi. Oggi esistono solo onesti e disonesti, contribuenti e parassiti, dei quali gli evasori costituiscono una minima parte e, spesso, per necessità. Dobbiamo convincere il sindacato ad abbandonare schemi ideologici e schierarsi con noi, dalla parte di chi produce reddito contro chi lo assorbe improduttivamente. Dobbiamo unirci perché altrimenti, se ciascuno si preoccupa solo di difendere il suo orticello sarà la fine e Monti ci metterà gli uni contro gli altri, come sta già facendo. Stiamo morendo di malintesa democrazia.
Con affetto