22
Giu
2013

Skyfall — di Gerardo Coco

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Gerardo Coco.
Cosa ci riserva il futuro economico-finanziario? Bisogna partire dalla considerazione che l’economia degli USA è la fonte della liquidità globale e che a causa del perdurante deficit americano l’economia mondiale ha accumulato ingenti riserve di dollari utilizzate per espandere la liquidità. Riversandosi sui titoli azionari, obbligazionari e confratelli vari come opzioni, futures e derivati ne sostiene il valore facendo sembrare che godano di buona salute. Questa espansione ha innescato un lungo ciclo inflazionario che si è manifestato nei mercati finanziari rafforzandosi con i deficit spending fuori controllo dei governi la cui metà è finanziata dal mercato obbligazionario. L’inflazione non si è ancora propagata all’economia reale, ma la dimensione dei sistemi bancari (negli USA è di 12 trilioni di dollari, quasi l’intero prodotto lordo e in Europa di 46 trilioni, addirittura quasi tre volte superiore all’intero Pil) lascia pochi dubbi sulla prospettiva generale. Una situazione potenzialmente esplosiva con tutti gli ingredienti pronti per una combustione spontanea.

Osserviamo ora l’andamento dell’indice di borsa Standand & Poor (S&P 500), dei titoli azionari a maggior capitalizzazione e consideriamo il periodo 2000-2013.

Come si vede dal grafico, nel 2000 raggiunge il picco di 1527,46 che segna il climax della famosa bolla dei titoli tecnologi iniziata nel 1995. La bolla scoppia nel mese di marzo e si apre una voragine: l’indice crolla a 800.58. A partire dal 2003 la FED inizia ad iniettare liquidità e l’indice, verso la fine del 2007, raggiunge un nuovo picco: 1561.80. Si è alla vigilia di una nuova catastrofe: nel 2008 scoppia bolla dei mutui e l’indice precipita a 683.38. Si osservi dal grafico che a un picco più elevato segue una caduta più rapida e profonda. Inizia la Grande recessione. Da quel momento gli USA contrastano la crisi reinflazionando l’economia: inizia la sistematica monetizzazione di debiti e perdite, il quantitative easing (QE), con tassi di interesse vicino a zero e nel resto del mondo si seguono politiche similari.

Il 21 maggio scorso S&P ha toccato il picco più elevato: 1,669.16. Da quel momento le oscillazioni sono trascurabili, ma quando il governatore della FED annuncia la possibilità di una graduale riduzione del QE i mercati si innervosiscono come i drogati quando viene loro minacciata la riduzione di eroina e l’indice cala sotto 1600. Una flessione non grave ma sintomatica. Se avvenisse una stretta monetaria i tassi di interesse schizzerebbero verso l’alto ed è facile immaginare cosa registrerebbe il grafico: un collasso inimmaginabile. Probabilmente il trend continuerà ad essere positivo per qualche tempo, ma quando i mercati sono azionati dagli stimoli inflazionistici e non dai fondamentali, prima o poi crollano e anche questa volta non sarà diverso. Si osservi che durante il periodo preso in considerazione il dollaro si è svalutato del 40% e all’incirca nella stessa misura tutte le principali valute; che i fondamentali non sono migliorati da nessuna parte e che il grado di instabilità e di incertezza è dovunque aumentato. Si sta preparando una replica 2008, ma in peggio. Ora soffermiamoci su alcune considerazioni.

  1. L’andamento delle borse non ha nulla a che vedere con quello dell’economia reale perché il settore finanziario vive una sua vita propria sostentata dalle banche centrali. Pertanto i prezzi dei titoli non corrispondono al loro valore intrinseco perché non rappresentano aumenti di produzione, redditività e occupazione, solo pura inflazione. In queste condizioni se l’indice salisse dovremmo allarmarci invece di rallegrarci.
  2. La strategia delle banche e dei governi rimane quella di pompare denaro nel sistema per mantenere “l’effetto ricchezza” e dare l’illusione di solvibilità. La liquidità creata va interamente a beneficio delle controparti delle banche centrali, i dealers primari (Goldman Sachs, Morgan Stanley, Nomura, Citigroup, Deutsche Bank, HSBC ecc.) che la usano per acquistare strumenti finanziari i cui prezzi salendo creano l’illusione monetaria che spinge tutti nella stessa direzione e a comprare di più. Decisioni sempre più errate e rischiose si sommano mentre i fondamentali continuano a peggiorare.
  3. Molti osservatori economici negano che l’eccesso di credito e di liquidità creati dalle banche centrali provochino inflazione. In altre parole negano la teoria quantitativa della moneta e i suoi effetti. Non si sono evidentemente accorti che i redditi reali sono di gran lunga inferiori a quelli di dieci anni fa e che i prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari crescono ovunque. La teoria quantitativa della moneta funziona, eccome se funziona, solo che non è un fenomeno lineare. Il volume della spesa nel sistema economico è determinato dalla quantità di moneta esistente che non serve solo a comprare prodotti e servizi ma anche strumenti finanziari (i cui valori infatti salgono). Nel settore finanziario c’è inflazione da creazione monetaria (qui, la velocità di circolazione della moneta è elevatissima) mentre nel settore reale c’è deflazione da debito (la velocità è bassa). Inflazione e deflazione coesistono e la volatilità e l’instabilità attuali sono provocate dal contrasto di queste due forze.
  4. La longevità del ciclo inflazionario è spiegata dal fatto che l’inflazione, per così dire, all’ingrosso non si è ancora trasferita al dettaglio dove c’è calma piatta. Ma per quanto il sistema bancario l’abbia imbottigliata non è riuscito ad evitare il deprezzamento sincrono delle principali valute che ha abbassato il valore dei redditi e del risparmio mentre ha elevato quello nominale degli strumenti finanziari. Che viviamo un ciclo inflazionario è confermato dall’immane ridistribuzione della ricchezza dal settore economico a quello finanziario e questo fenomeno può essere causato solo dall’inflazione che fa diventare i ricchi più ricchi e i poveri sempre più poveri.
  5. I tassi di interesse dovrebbero compensare i rischi di inflazione e di default. Se le prospettive peggiorano, maggiore dovrebbe essere l’interesse sui titoli obbligazionari. Ma i tassi ancora artificialmente compressi per ridurre il costo d’indebitamento dei governi e far salire le borse non segnalano la situazione reale. Segnalano la formazione di una bolla più grossa dell’altra. Quella del mercato obbligazionario è la più grande della storia. Il mercato dei bond è infatti il doppio di quello dell’equity e se si includono quelli non cartolarizzati è addirittura il triplo.
  6. L’economia, dunque, va avanti solo grazie alle iniezioni di eroina monetaria che le banche continueranno a pompare fino a quando il genio dell’inflazione non uscirà dalla bottiglia il che potrebbe avvenire a seguito di un crollo del mercato azionario che trascinerebbe con sé quello dei bond. Quando i tassi saliranno, le banche centrali dovranno assorbirli tutti. Mentre la liquidità rilasciata si dirigerà verso il mercato delle commodities formando anche in questo settore una bolla, l’ultima. Perché, in tale ipotesi, l’inflazione che ne seguirebbe farebbe collassare il sistema monetario rendendo completamente impotenti le banche centrali. Fine dell’incantesimo monetario e di tutti i QE.

Ci troveremo presto in una situazione in cui solo il battito di una farfalla sarà capace di scatenare una tempesta. Come nel fenomeno fisico della risonanza una vibrazione minima acquisterà un’intensità fuori proporzione con la causa facendo crollare l’intero l’edificio finanziario e cambiando l’atlante economico finanziario mondiale. Si tenga sotto controllo il grafico dell’S&P 500 e si abbiano occhi per vedere cosa sta maturando, per non averli dopo per piangere. La crisi iniziata cinque anni fa non ha ancora raggiunto il suo climax. Cosa può fare oggi il povero risparmiatore per evitare il bis del 2008? Imitare il suo omologo cinese che ha capito come andrà a finire: si tenga il più possibile liquido e compri qualche monetina d’oro finché il prezzo è giusto.

You may also like

Un anno di Milei
Consigli di lettura per il 2024 (prima parte)
Punto e a capo n. 16
No, la mafia non controlla il 50% del Pil italiano

15 Responses

  1. Francesco_P

    I più vecchietti si ricorderanno certo del film “Vite vendute” in cui un gruppo di camionisti avventurieri viene assoldato per trasportare la nitroglicerina ad un campo petrolifero in fiamme su camion scalcinati attraverso strade impossibili. Alla fine anche l’unico sopravvissuto, quello che è riuscito a portare a termine la consegna, muore sulla strada del ritorno.

    L’articolo è tecnicamente impeccabile, ma ci ricorda anche di essere su di un camion carico di nitroglicerina pronto a fare “boooom” su strade a mala pena percorribili … Peccato che questo camion sia teleguidato da banchieri e politici che non percepiscono i rischi reali.

    La figura del camion carico di nitroglicerina calza molto bene. Se si affronteranno con la massima perizia tutte le curve, le buche, i sassi e non accadranno imprevisti il camion potrebbe non esplodere. Cosa ci vorrebbe per evitare la deflagrazione?

    1) La riduzione della liquidità avviene gradualmente, ma costantemente;
    2) l’economia reale prende a crescere anche se lentamente (molto improbabile date le premesse);
    3) nazioni come l’Italia non vanno in default;
    4) non si scatenano nuove guerre o gravi tensioni internazionali (occhio alle Isole Senkoku, non solo a N.K. e M.O.);
    5) non avvengono gravi calamità per qualche anno;
    99999) ecc.

    Ma qual’è la probabilità che si verifichino tutti gli eventi positivi e nessuno negativo? Basta la minima scossa che s’innesca l’esplosione. E poi chi è capace di imporre a tutti i politici e tutti i grandi banchieri un comportamento assolutamente responsabile, senza cedere alla tentazione della demagogia e del vantaggio personale o di partito per gli uni, all’opportunità di una bella speculazione per gli altri?

  2. firmato winston diaz

    Dalla’articolo al di la’ dei tecnicismi mi pare di arguire, da lettore naif, che il cancro e’, principalmente, nell’economia finanziaria, che succhia tutte le risorse monetarie per quante ne vengano create (li’ rendono di piu’), lasciando a secco l’economia reale. Mi corregga Coco se ho inteso male. Se e’ cosi’, in tutto cio’ non capisco dove stia la colpa delle autorita’ monetarie, le quali evidentemente continuano a gettare valuta sul mercato per tentare di riempire la voragine della finanza evitando cosi’ il blocco dell’economia produttrice di beni reali. Mi pare ci sia un certo blocco mentale a valutare accettare queste (discutibili quanto si vuole) conclusioni: se il problema e’ la finanza, e’ la finanza che va imbrigliata, non le banche centrali, le banche centrali, attualmente, sembrano lavorare su commissione della finanza. E anche gli stati sovrani, a dire il vero. A dirla tutta, avete combinato un bel casino. Grazie dell’articolo, comunque.

  3. Mario45

    @winston diaz
    Le banche centrali sono di fatto la finanza.come vuole che imbriglino se stesse ?

  4. firmato winston diaz

    @mario45
    peraltro…
    So solo che fra un po’, salvo miracolose redenzioni dell’ultimo momento (qualche quinquennio, queste cose hanno tempi di sviluppo di tal fatta) ci sara’ un’esplosione di rabbia spaventosa, e i responsabili che tengono la cassa e che ora stanno menando il torrone verranno chiamati a pagare con la stessa gentilezza con cui essi stessi stanno massacrando, a scopo di lucro, il mondo, cercando di sviare l’attenzione altrove, con donabbondeschi tecnicismi di cui loro stessi non capiscono un’acca.

  5. Luca Salvarani

    Articolo davvero ottimo. Purtroppo nessuno le capisce queste cose e continuano a chiedere sempre più droga… e quanto più la situazione peggiorerà tanta maggiore sarà la droga ulteriore che chiederanno, in un circolo vizioso quasi impossibile da arrestare. Non può che finire male, molto male.

  6. claudio p

    mi chiedo: come mai l’iperinflazione sull’economia reale non è ancora arrivata? non escludo che ci siano delle variabili non considerate, degli effetti-tampone che sfuggono alle analisi. c’è qualcuno che ha le idee un po’ meno confuse di me, e che mi può dare una spiegazione convincente?

  7. Gianfranco

    Caro Claudio,
    il perche’, purtroppo, e’ di una banalita’ allucinante. Roba da perderci il sonno.

    Hai presente il suicida che si lancia dal 300esimo piano e ad ogni piano dice “fin qui tutto bene”?
    E tutti i dottori che aspettano giu’ sul marciapiede, piano per piano dicono: “battito leggermente accelerato, condizioni di salute stabile, non si registrano gli estremi per un ricovero”.

    Non per niente GC parla di “droga”. Cioe’ della negazione delle basi elementari della logica.
    Ecco. Non si va molto oltre questo.

    Saluti
    Gianfranco.

  8. Mario45

    @Claudio p perché, credo, tutta questa liquidità da stampa non è arrivata al mercato, ma si è fermata alle banche che in parte l’hanno parcheggiata presso le banche centrali ed in parte utilizzata per sottoscrivere i titoli di stato. Gli unici a guadagnare sono i managers della finanza, che incassano laute prebende, i dipendenti pubblici e i pensionati, che, grazie ai titoli di stato sottoscritti dalle banche, vedono pagati i loro stipendi e pensioni. tutti gli altri che si fot.–no.

  9. Carlo Ghiringhelli

    Sì, sì, professor Coco, viene in mente J.M.Keynes, secondo il quale Lenin aveva detto che la via migliore per distruggere i capitalismo è svilire la moneta. E’ ciò che sta accadendo sotto nostri occhi!. Ci parli, per cortesia, di una possibile moneta solida…Congratulazioni.

  10. Mike

    Condivido molto l’analisi del professor Coco. Come risparmiatore, trovo inoltre opportuno il suo suggerimento di mantenersi liquidi. Di questi tempi è l’unica cosa sensata da fare, nell’attesa della prossima crisi.

  11. claudio p

    @gianfranco
    sì ok… ma tu stesso hai voluto dire 300esimo piano e non 4° o 10°.. come dire che ti rendi conto anche tu che se l’analisi è accurata qualcosa doveva/poteva già succedere..
    perché negli ultimi mesi ci sono stati più investitori che hanno venduto oro per comprare monete che viceversa? perché in Giappone che ha iniziato l’espansione monetaria prima e con più determinazione dell’europa non c’è (ancora) inflazione?
    chiaramente se/quando lo tsunami inflattivo arriva queste domande perdono di senso.. ma al momento secondo me, meritano una risposta, o almeno una riflessione..

  12. claudio p

    @mario
    magari è vero che c’è molta liquidità parcheggiata nelle banche centrali, ma è altrettanto vero che c’è molta liquidità nei mercati finanziari: è di quella che si parla nell’articolo. se ad esempio la bolla si spostasse dalle azioni alle materie prime, questo potrebbe innescare l’inflazione nell’economia reale. ciò non avviene perché probabilmente esistono forme di investimento più remunerative nel breve termine. poi si dirà gli analisti trascurano il rischio e che i risparmiatori sono poco lungimiranti, mah….

  13. Piero

    “Ci troveremo presto in una situazione in cui solo il battito di una farfalla sarà capace di scatenare una tempesta.”

    ……………………………………………..

    elenco 6 punti su droga è in buona parte condivisibile così come conclusione.. però omette il FONDAMENTALE x nn conoscenza o x ideologia :
    se nn stampavano occidente già fallito da 10 aa.. stampando forse nn fallirà forse fallirà forse inflazionerà.. probabilisticamente conveniva stampare..

    Quant

    PS: cmq questa che vedi ora è solo una finta x sciacquare un pò di buoi ma dall’esterno nn si vede.. lo hai scritto un pò troppo in anticipo..

  14. DDPP1953

    Tenersi liquidi?
    Tremo al pensiero di quello che è successo a Cipro. I governi affonderanno le mani nei conti correnti fino alle ascelle.
    Pensiamo a tenerli sotto il materasso

  15. Piero

    @DDPP1953

    come mai Sud Europa ha Debiti Aggregati Pubblico+Privato UGUALI SE NON MINORI (es. Italia) vs Usa / Uk / Japan..
    eppure a noi toccano tasse e probabilmente da 2015 (nn ora come temono outsider tipo Coco) Patrimoniali/Prelievi/Ristrutturazioni ed a loro no ?
    xrchè Usa / Uk / Jpy Stampano e Li Convertono in Moneta Globale mentre noi con Bce lo faremo solo alle dure Condizioni che giustamente temi..
    è questo che nn entrerà mai nella zucca dei Liberisti Austriaci.. troppo TEORICI.. x fortuna nn contano nulla così almeno posson dire che se si fossero seguite le loro teorie inapplicate sarebbe andata meno peggio..

    PS: Debiti Aggregati Occidente son MAGGIORI che nel 1929.. fatti proporzioni di cosa sarebbe GIA’ SICURAMENTE successo se nn avesssero stampato..

Leave a Reply