Siniscalco ko sotto il pugno di Bazoli
Domenico Siniscalco si è tirato via dalla canddiatura alla presidenza del consiglio di gestuione di Intesa, dopo la pubblicazione odierna da parte della Stampa del verbale del Consiglio della Compagnia di sanpaolo in cui è emerso quanto forti e decise fossero state le pressioni su Benessia per non disallinearsi dalle attese di Bazoli. Credo ne vedremo delle belle, di qui al 30 prossimo quando si sceglie. Bazoli e Guzzetti hanno reagito alle determinazioni di benessia e del sindaco di Torino Chiamparino come se si trattasse di un’onta da lavare col sangue. Si sono appesi a tutti i campanelli relazionali e politici a loro portata, a cominciare dai vertici del Pd, e ora Chiamparino e Benessia sono sconfessati, il candidato della Compagnia – quello non da loro indicato – resterebbe il professor Beltratti, ma la logica pugilistica vorrebbe a questo punto che si tornasse a Salza, cioè al trionfo dei manager di una banca che si scelgono gli amministratori e li confermano sconfessando anche gli azionisti che dovrebbero esprimerli. Sullo sfondo, è evidente, la guerra irrisolta per il vertice Abi: con lo scontro senza precedenti e sin qui siostanzialmente in stallo paritario tra Faissola bazoliano, e Mussari espressione di Unicredit-Mps. Se davvero volete Mussari, avrebbe detto il vertice di Intesa al Pd, allora rinuinciate a regalare a un amico di Tremonti la guida del consiglio di gestione di Intesa, e scaricate Chiamparino e Benessia. La vera risposta a chi dice che in Italia l’attacco alle banche viene dalla politica, dalla Lega e Berlusconi: macché, sono i sempre-manager, a comandare anche sui propri azionisti se necessario.
Dr. Giannino, Lei ha perfettamente ragione. Questi signori ( Manager : Bazoli, Passera , ecc. ecc ) , dominano completanente la scena e non rispondono neppure ai propri azionisti ( quelli che contano ) , si immagini alle centinaia di migliaia di piccoli azionisti che vengono regolamente presi in giro ad ogni assemblea con risposte ( a coloro che tentano di farsi sentire ) di estrema supponenza e talvolta di vero disprezzo. Famoso l’intervento di Bazoli in risposta ad un azionista che si e presentato in assemblea titolare di sole 25 Azioni, al quale faceva pesare che la sua importanza era meno di zero e lo stesso azionista ribatteva al Bazoli , paragonadolo ad un asino patentato, perche’ un Presidente di un Consiglio di Sorvegianza avrebbe dovuto sapere che al di la’ che le buone idee e/o suggerimenti possano arrivare anche da un azionista con una sola azione , ma comunque , ed era il caso di colui che parlava, la quantita’ di azioni possedute era notevolmente maggiore ( alcune decine di migliaia di azioni depositate presso un’altra Banca ) che non aveva usato per intervenire in Assemblea, semplicemente perche’ le votazioni erano comunque decise dalle Fondazioni.