14
Dic
2010

Silvio è vivo e Sergio lotta

Dedicherò solo poche righe al voto della Camera, coem avete visto cui siamo dati la regola di non fare post di politique politicienne. Silvio Berlusconi è un osso duro. Fini ha perso, Casini ha rotto politicamente e si è fatto contare alle urne, lui ha rotto personalmente e al dunque non ce l’ha fatta. Il Pd è nella palta. I problemi del Paese sono altri, e avremo altri terribili mesi di inedia. Sullo sfondo, elezioni con questa legge elettorale con Berlusconi ancora capo del centrodestra, e auguri al risultato. Per gente seria un nuovo impulso a emigrare perché non si salva praticamente nessuno, e nel pensarlo si prova autoribrezzo all’idea di diventare qualunquisti, qualunque cosa pensiate degli eccessi e delle tragiche promesse liberali mai mantenute da SB (io ne penso male e malissimo, dalle tasse alla spesa pubblica altissime alla riforma della giustizia mai varata pensando solo a sé, ma al dunque non c’è mai chi lo affronti senza scappare e lui resta in piedi ingessando sempre più tutto su se stesso, quanto alla sinistra in questi due anni l’ala liberal r firomista mi sembra travolta da posizioni neostataliste e tassaiole che mi fanno orrore, dei giustizialisti non parlo per evitare parole improprie, il neoproporzionalismo mi atterrisce per la spesa pubblica che provocherebbe con le mani libere di ogni partitino in Parlamento). Di fronte a tale scontro a coltello che fa altre macerie e avviene ignorando che tra poche settimane riparte l’euroballo del debito e noi ci finiremo dentro, dico che Dio aiuti l’Italia – e cioè i milioni di italiani che faticano seriamente senza fiatare e vengono assassinati dal fisco. Preferisco dedicarmi a una questione che considero purtroppo più seria. Anch’essa perfetta sintesi del gap italiano. Che cosa vuole Marchionne a Mirafiori?

Sergio Marchionne spacca e divide. Per quello che mi riguarda, che Dio lo benedica. Nel mondo – non in Cina, in Germania e Francia e Stati Uniti – le imprese vanno avanti per contratti aziendali e non per contratti nazionali che definiscono ogni cosa. Per questo in quei Paesi il salario variabile pesa fino al 40% e oltre della busta paga, e da noi non arriva al 4%. Però che piaccia a me che sono liberista non è un viatico per Marchionne. In Italia, non piace a moltissimi. Cerchiamo allora di capire, da osservatori e non da partigiani, il come e il perché della nuova frizione sul caso Mirafiori.

Sin qui, la nuova Fiat di Marchionne, finitala droga degli aiuti pubblici all’auto, aveva posto due problemi “approfittando”delle svolte che Emma Marcegaglia, con Cisl e Uil (d’accordo il governo), hanno impresso alle relazioni industriali. La prima: l’accordo sui nuovi assetti contrattuali a inizio 2009, senza più attendere per anni a vuoto la Cgil come Montezemolo. La seconda: applicare da allora le deroghe al contratto nazionale per più produttività e più salario detassato, a cominciare dal contratto dei meccanici che la Fiom non ha firmato, e con il recesso di Federmeccanica dal precedente. Ne è nata l’intesa per Pomigliano, senza Fiom ma col sì del 62% dei lavoratori. Per consentire alla Fiat di tornare all’utile nei suoi stabilimenti italiani, che da anni reggono solo sui risultati in Polonia e Brasile. Per Cgil e Fiom il contratto nazionale è un totem. Solo concentrandovi ogni minuto aspetto della prestazione d’opera e degli obblighi datoriali, si impedisce che ogni azienda possa raggiungere coi suoi dipendenti gli accordi migliori, ma slegati da una solidarietà di cui il solo sindacato nazionale si considera interprete e depositario.

Su Mirafiori, la Fiat chiede un altro passo. Dopo Pomigliano e lo sciopero dei Cobas sugli straordinari in deroga sino al 2014, la Fiat scopre che anche le deroghe condivise coi sindacati non impediscono a chi dice no di continuare a rompere le scatole. Non è il contratto nazionale, ma la concertazione del 1993 a stabilire che i diritti sindacali restino a tutti coloro che hanno almeno il 5% dei voti nella RSU. La Fiom può dire no alla newco di Mirafiori, ma continua a godere dei suoi bei diritti e a protestare. A Marchionne non va giù, per questo vuole una newco fuori da Federmeccanica e anche dalle sue deroghe, convinto che Cisl e Uil e Fismic diranno sì.

Di qui l’attrito con Confindustria. Emma Marcegaglia a New York ha concordato con Marchionne che Fiat ci provi, e se ci riesce la porta a un siffatto contratto auto in Confindustria è spalancata. Ma molti imprenditori di Federmeccanica sono scettici. Lavorano a testa bassa per inseguire la ripresa e riescono a farlo senza scontri, hanno gestito le relazioni industriali meglio di Fiat che a Pomigliano e Mirafiori aveva alto assenteismo. Non amano che alzi lo scontro chi per decenni ha avuto gli aiuti di Stato, loro mai. Il confronto resta aperto, anche Fiat deve riflettere sulle impugnative che rimetterebbero il nodo ai giudici. E aggiungete che molti, dal Corriere della sera a grandi banchieri, pensano che Marchionne cerchi scuse perché gli investimenti vuole farli solo in Usa, e considera l’Italia al più un mercato qualunque, non la sua base nazionale che è ormai a stelle e strisce. Vedremo se tiene duro. Ma questa volta non è detto che ce la faccia. Perché a dare una mano a Fiom e Cobas sarebbero i grandi giornali nazionali e le trasmisisoni tv di maggior successo, intellettuali e opinionisti. Oltre alle toghe, che in Italia fanno la differenza.

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37 Responses

  1. Giuseppe

    Ho vissuto più di dieci anni negli Stati Uniti, sono tornato, ho la tentazione forte di andarmene di nuovo. Ho lasciato un’Italia pessima, ne ho ritrovata una peggiore. Si tratta di un paese ridicolo, per colpa della sua classe dirigente e per colpa di chi non se ne va, o -tra quelli che non se ne possono andare- che mantengono lo status quo.

  2. Giuseppe

    Tra parentesi: la situazione odierna fa fregare le mani a tutti i traders. Un mio ex compagno di Berkeley, che oggi vive a Londra mi ha inviato una mail nella quale diceva di aspettarmi grandi novità…

  3. mario fuoricasa

    Contatore del debito pubblico

    Va beh che Sivio ha i super poteri, va beh che in qualche modo dovete pure tararlo, ma vederlo contare al contrario fa proprio senso

    sarei contento, ma diamine

  4. Ducas

    Facile dire di emigrare. Non è facile trovare lavoro fuori dall’Italia. Soprattutto con questa crisi. Non si può fare niente, solo aspettare e stare a vedere. Quando un’opportunità salta fuori allora agire.

  5. stefano

    D’accordo con Ducas, tranne per il fatto di stare in attesa di un’occasione buona. L’opportunità non spunta dal nulla.
    Siccome io sono ignorante come una capra in queste faccende chiedo suggerimenti. Oscar Giannino cosa può dire? Aderire al Tea Party? Aderire alla LIFE (se esiste ancora)? Oppure al Movimento Libertario?
    O ancora entrare nel PDL e scassare i marroni a tutti? Tesserarsi con i Radicali?
    Per quanto mi riguarda io ho sempre votato SB, ma francamente mi sono rotto le palle di votare per qualcuno che mi promette l’Eldorado e poi non mi da nemmeno un bicchiere d’acqua perché “non è il momento”.
    Non sarà mai il momento di fare le riforme, se non facciamo le riforme.
    Vorrei dire al Silviètto, che in primavera per me non sarà più il momento di votarlo. Ho bella pronta la fetta di salamaccio da inserire nella scheda elettorale, e quando sarà ora potranno mangiarsi anche quella, ma almeno avranno difficoltà a digerirla.
    Malidetto chi ni coce ‘r pane!

  6. Sarò pessimista ma l’Italia è senza via d’uscita. L’entropia dello stato distruggerà tutto.
    Da tempo consiglio ai miei figli di andarsene; dove, poco importa, il mondo è grande e un posto meglio di questo, di sicuro c’è. Noi resteremo qui a combattere contro questo cancro, sapendo di essere già sconfitti.

  7. Attilio

    “Si tratta di un paese ridicolo, per colpa della sua classe dirigente e per colpa di chi non se ne va…”

    cioè, io che ci vivo in Italia e comuqneue vada amo il mio paese dovrei sentirmi colpevole per non essermene andato?

  8. Mah. Io invece sono molto contento perché un governo che non governa (=che non fa danni) perché ha una maggioranza risicata è una cosa molto più positiva di un governo con Tremonti premier che governa.

  9. franco tomasini

    per quanto riguarda il confronto con germania,francia e states:non credo che Marchionne guardi a questi Benemeriti paesi,le sue pietre di paragone sono polonia,serbia &co.Con i loro bassi salari,10ore di lavoro al giorno e Zero welfare!
    W il Liberismo!

  10. Giuseppe

    @Attilio
    Se non ha le possibilità per andarsene no, ma se le avesse glielo consiglio vivamente. Gli Stati Uniti, dove ho vissuto a lungo, sono un paese pieno di contraddizioni, che a volte ti fa arrabbiare profondamente. Ma c’è una cultura civile completamente diversa. Anche lì c’è chi ruba, ma ai bambini viene insegnato fin da piccoli che hanno il DOVERE di protestare quando viene loro negato un diritto; ecco perchè appena c’è un minimo sospetto che tu abbia fatto qualcosa te ne vai a casa. Prima di tornarmene in Italia c’era il caso Spitzer che è stato mangiato e costretto alle dimissioni dall’opinione pubblica.

  11. donato

    Cmq qua non siamo ancora al punto in cui la banca centrale debba ricomprare una IMMENSA quantità di titoli di stato (menomale che i cinesi sono di buoncuore).

  12. Gianni Caldera

    Molte proposte di Marchionne saranno anche giuste, ma quando vedo che si discute sulla riduzione delle pause del lavoro, 5 minuti, 4 minuti, mi sembra di essere tornato ai tempi del film di Monicelli : I Compagni. In 5 anni Marchionne ha accumulato prebende per 300 milioni di euro, e gli operai ?????? non sono assolutamente comunista, ma possibile che questo signore non possa lasciar cadere qualche briciola del suo lauto pasto anche a chi lavora e produce??????

  13. Michele Cozzatti

    Come sempre condivido l’analisi di Oscar.
    Pultroppo in Italia manca un alternativa a SB valida.
    Sarebbe ora che la vecchia classe politica smetta di vedere la politica come un lavoro ma un servizio per il popolo e che, da destra a sinistra, ci fosse un cambio generazionale ormai indispensabile

  14. juancarlos

    si parla sempre dei politici e della classe dirigente che in Italia fa schifo,ma ci si dimentica sempre che sono la media di quello che sono gli italiani,li chiamano rappresentanti del popolo per questo:alla fine Berlusconi governa meno peggio di molti.
    il minore dei mali come unica scelta .

  15. j

    Se Sergio producesse la 500 e la Panda e Mirafiori non avrebbe nessun problema di salario e flessibilità. Se ci produce la Multipla e altre schifezze vuol dire che la sua “contrattazione” serve soltanto a spostare il rischio imprenditoriale sugli operai.

    Silvio invece è spacciato, così come il Paese.
    Speriamo che gli scontri per strada continuino, come suggerisce il sig. Giuseppe, magari un po’ di lotta attiva genererà il famigerato rinnovo della classe politica.

  16. silvano

    Accettato che questo blog non è sede di dibattito politico, è ben difficile, in questo 2010, astenersene. Non è possibile proporre alcuna soluzione di pratica economica che non passi per la chiarificazione del quadro politico. Resta solo da confermare la delusione per la ripetuta incapacità di Berlusconi di dare attuazione alle originarie promesse liberiste.
    Neanche nuove elezioni, temo, modificherebbero il quadro, per inveterata tradizione tutti i nostri “candidati”, che siano di destra o di sinistra, sono sempre stati eletti su promesse di spesa, mai di bilanci in pareggio.

  17. Caro Giannino, meraviglioso l’ incipit dell’ articolo che sembra sparato di getto, come una eruzione vulcanica, ma lascia chiaramente percepire il sub-strato di cultura, anni di studio, di impegno e di vita vissuta ma sopra tutto di amore verso in nostro paese, che lo anima e da’ vita e vigore alla parola scritta. Bravo.
    Andare all’ estero, come ho fatto anch’io venti anni fa, non vuol dire abbandonare l’ Italia anzi il contrario, significa muoversi e lavorare e fare cose affinche’ almeno alcuni ITALIANI possano mantenere posizioni di rilievo nel contesto internazionale e quindi dare visibilita’ all’ Italia, promuovere le aziende ed il lavoro italiano all’estero, rappresentare la nostra cultura pluri-millenaria il tutto con grande amore verso il proprio Paese e con l’orgoglio di essere italiani. Andare all’estero significa andare in prima linea e combattere dure battaglie e confrontarsi con il resto del mondo per non perdere la visuale delle cose e dei cambiamenti che stanno avvenendo, non vuol dire rinnegare la Patria, tutt’altro.
    Temo che dalla “politica” ci sia poco da attendere, penso che noi cittadini dovremmo agire, fare qualcosa per tentare di cambiare le cose che non vanno e cercare di salvare il Paese. Da quello che vedo pero’ mi rimangono poche speranze.
    Se non impariamo a lasciare da parte i piccoli egoismi personali e congiunturali, se non apriamo gli occhi sulla nuova realta’ delle cose e freniamo la lingua che solo critica ma non propone , se non impariamo veramente ad amare il nostro Paese, ed amare vuol dire dare, prima che ricevere, non riusciremo a niente.
    Per chiarire meglio il mio pensiero Vi invito ancora a leggere “Se Gesu’ fosse Tremonti…” sul blog:www.segesufossetremonti.blogspot.com
    ed a partecipare all’Assemblea ivi proposta, alla quale finora nessuno ha aderito.
    Talitha kum, alzati agnellino.
    Anton

  18. Stimabilissimo Dr.Giannino, leggo sempre con estremo piacere le Sue note e le Sue parole, rare nel panorama nazionale fatto, per lo più, di ovvietà insulse e di strilli da vaiassa, spacciati le une e gli altri per verità oracolari. Di liberale in questo Paese non v’è stato nulla, se non, forse, il liberalesimo degli epigoni immediati del Cavour (del suo ho molti, molti dubbi). E non v’è il benché minimo dubbio sul fatto che questo Governo di liberale nulla ha. Alternative? Non ne vedo se non di peggiori, proprio al riguardo del potenziale esplodere della spesa pubblica che produce, purtroppo, solo se medesima. Fa bene Marchionne a cercare a tutti i costi il “pretesto” per dichiarare in chiaro ciò che è già evidente, circa il percorso di “americanizzazione” della FIAT (merce di conferimento per acquisire il controllo pieno di della Soc. di Detroit)? Dal loro punto di vista si, dal nostro molto, molto meno. Noi però siamo liberali e non possiamo smentirci e chiedere interventi statalisti e socialisti, nemmeno al riguardo. Con molta stima e cordialità. Pier carlo de Cesaris

  19. TRADER

    * bravo Oscar.. x la prima volta ho visto che hai scritto cose sincere su cosa interessa SOLAMENTE.. a SB.. era ora 🙂

    * naturalmente condivido analisi su armata brancaleone del centro/sinistra

    * più del mercato platealmente delle vacche è strategicamente preoccupante x il paese il tifo da stadio e/o la rassegnazione con cui il 66% dell’opinione pubblica ha accolto la notizia delle vacche..

    * aspettiamo corte costituzionale

    * speriamo che Mister GS ed il Ciuffetto Non Più Amico della Pressidentessa riescano
    “di fatto” a Commissariare il paese (come nella tangentopoli del ’90) magari con l’aiuto rinsavito del TUO amico Tremonti (prova a convincerlo visto che gli telefoni tutti i giorni… nella 2° metà del 2011 ininieranno a risalire i tassi.. c’è poco tempo ormai)..
    senò Germania&Francia ormai lo dicono quasi chiaro: vi sganciamo a mare e son tutti c.. vostri (ed anche un pò loro a causa dei link finanziari/economici)..

  20. Francesco

    Ma quelle contro l’onorevole Polidori sono schifezze che diventano piccole piccole, di fronte alla sconsiderata montatura stile Bufala Rossa che viene vilmente spiattellata sui disordini di Roma. La verità è che ha ragione lei Giannino, e non è una novità: andrebbero sospesi i giornalisti responsabili di questo che è un vero e proprio attentato alla Costituzione. Sciacallaggio, se preferiamo. Vendere qualche migliaio di copie in più, senza preoccuparsi dell’effetto domino che può causare una porcheria del genere: e comuqnue, non è la prima volta che accade.
    Dicevo, che non è una novità che lei abbia ragione ed è vero: lei parla e scrive con la purezza che può avere solo chi non ha retropensieri, di chi non ha sovrastrutture mentali nè padroni, nè interessi nè dogmi, ma di chi RAGIONA. Anche per questo (oltre che per la qualità della trasmissione in generale, la competenza e l’intelligenza e la libertà di molti ospiti e l’importanza di alcuni altri) ascolto sempre volentieri le sue apparentemente straparlanti prediche di libertà e di dignità, sperando che sempre in molti altri le ascoltino.
    Un grazie quindi a lei, che mi perdonerà la sviolinata (mi rendo conto del fatto che, in un mondo di pecore, possa non fare piacere sentire di essere seguiti) e un grazie sentito anche a Leonardo Facco, altra mente pura, che oggi ci ha ricordato qualche pezzetto di realtà che, pur essendo sotto il nostro naso, troppo facilmente ci dimentichiamo.

    A presto

  21. Francesco

    Condivido lo stesso sdegno che oggi lei ha espresso in trasmissione per la situazione dell’informazione nazionale. Siamo ormai al puro terrorismo mediatico, la dignità delle prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali è sprofondata sotto il livello striscione da stadio, affianca quello dell’ultima pagina del Boom e vede avvicinarsi, non troppo distante, il livello carta igienica. E nessuno-sembra-fare-niente.
    Ieri ho trovato a casa mia madre (acculturata e intelligente sopra la media, ma la quale, buon’anima, per abitudine, continua ad informarsi tramite Corriere o Repubblica, pensando di avere per le mani la stessa cosa che poteva avere 10 o 20 anni fa – o chissà quando) che inveiva contro “quella p****na della Polidori”. Per fortuna avevo già ascoltato 9 in punto, mi ero già “controinformato” a dovere e così ho potuto riportare mia madre sulla terra, dopo averle spiegato la volgare aggressione in atto contro il deputato in questione; e dopo averle spiegato anche, da laureato in scienze politiche e laureando in giurisprudenza, il senso del voto di ieri alla Camera e come, nonostante venga sistematicamente rappresentato o fatto intendere il contrario, non fosse in ballo la libertà dell’Italia dal governo dell’autarca dittatore. E che quindi, non era il caso di agitarsi tanto.

  22. Francesco

    Condivido lo stesso sdegno che oggi lei ha espresso in trasmissione per la situazione dell’informazione nazionale. Siamo ormai al puro terrorismo mediatico, la dignità delle prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali è sprofondata sotto il livello striscione da stadio, affianca quello dell’ultima pagina del Boom e vede avvicinarsi, non troppo distante, il livello carta igienica. E nessuno-sembra-fare-niente.
    Ieri ho trovato a casa mia madre (acculturata e intelligente sopra la media, ma la quale, buon’anima, per abitudine, continua ad informarsi tramite Corriere o Repubblica, pensando di avere per le mani la stessa cosa che poteva avere 10 o 20 anni fa – o chissà quando) che inveiva contro “quella p****na della Polidori”. Per fortuna avevo già ascoltato 9 in punto, mi ero già “controinformato” a dovere e così ho potuto riportare mia madre sulla terra, dopo averle spiegato la volgare aggressione in atto contro il deputato in questione; e dopo averle spiegato anche, da laureato in scienze politiche e laureando in giurisprudenza, il senso del voto di ieri alla Camera e come, nonostante venga sistematicamente rappresentato o fatto intendere il contrario, non fosse in ballo la libertà dell’Italia dal governo dell’autarca dittatore. E che quindi, non era il caso di agitarsi tanto.
    Ma quelle contro l’onorevole Polidori sono schifezze che diventano piccole piccole, di fronte alla sconsiderata montatura stile Bufala Rossa che viene vilmente spiattellata sui disordini di Roma. La verità è che ha ragione lei Giannino, e non è una novità: andrebbero sospesi i giornalisti responsabili di questo che è un vero e proprio attentato alla Costituzione. Sciacallaggio, se preferiamo. Vendere qualche migliaio di copie in più, senza preoccuparsi dell’effetto domino che può causare una porcheria del genere: e comuqnue, non è la prima volta che accade.
    Dicevo, che non è una novità che lei abbia ragione ed è vero: lei parla e scrive con la purezza che può avere solo chi non ha retropensieri, di chi non ha sovrastrutture mentali nè padroni, nè interessi nè dogmi, ma di chi RAGIONA. Anche per questo (oltre che per la qualità della trasmissione in generale, la competenza e l’intelligenza e la libertà di molti ospiti e l’importanza di alcuni altri) ascolto sempre volentieri le sue apparentemente straparlanti prediche di libertà e di dignità, sperando che sempre in molti altri le ascoltino.
    Un grazie quindi a lei, che mi perdonerà la sviolinata (mi rendo conto del fatto che, in un mondo di pecore, possa non fare piacere sentire di essere seguiti) e un grazie sentito anche a Leonardo Facco, altra mente pura, che oggi ci ha ricordato qualche pezzetto di realtà che, pur essendo sotto il nostro naso, troppo facilmente ci dimentichiamo.

    A presto

  23. Naida Mazzon

    Ho ascoltato con vivissimo piacere la sfuriata di Oscar, stammatino a noveinpunto, ed è stata una boccata d’ossigeno per il mio stato d’animo profondamente scosso dalle ultime vicende nazionali politiche, ma sopratutto dalla falsità di molti, troppi giornalisti. Non capisco come non riescano a vergognarsi di guardarsi allo specchio al mattino. Prendo atto che, negli ultimi anni, in Italia, il buon senso è in fin di vita, ma la totale e assoluta mancanza di coscienza presente nella classe politica e nell’informazione, sono insopportabili da parte di tanti cittadini per bene, onesti e intelligenti. Spero siano la maggioranza; per questo c’è una forma di disgusto che serpeggia nel vivere quotidiano di tanta gente stanca e delusa. Eppure, la parte buona di questa nostra Italia continua a fare bene il proprio ruolo, perchè l’ultima a morire è la speranza. E anche per questo, abbiamo bisogno di uomini con la U maiuscola, come Oscar (e pochi altri) che hanno il coraggio di gridare il loro sdegno, a nome nostro che non abbiamo facoltà di farlo. Grazie Oscar, continua così; siamo con te e ti ammiriamo molto. Naida Mazzon (Pordenone)

  24. Oscar scusami… ma dopo la puntata odierna su radio 24, non ho resistito 🙂 ed ho fatto un piccolo collage audio-video di 3 minuti circa, su un tuo discorsetto che farei ripetere in tutte le piazze. Oggi l’informazione…..è solo per quelli che sanno interpretarla.

  25. antonio mason

    Concordo con Leonardo Peruzzi che lo stao è il vero cancro dell’ italia . Tutto è peggiorato ed ora lo stato cerca di depredare i patrimoni immobiliari degli italiani, ereditati da generazioni, la scusa ? solita frase storica : evasione fiscale e le agenzie dellle entrate vengonoi addestrate alla rapina inventano tasse evase,in base a parametri cervellotici , o circolari cofuse, aggiungono poi sanzioni esorbitanti,con il fine ultimo di impossessarsi del patrimonio frutto del sacrificio di generazioni. Ormai lo stato ci ha preso gusto e come una fiera carnivora si avventa sui patrimoni con iscrizioni ipotecarie, decreti ingiutivi, pignoramenti, e altri vincoli ,per impossessarsi poi, dei beni degli italiani che hanno qualche bene immobile intestato o mobile iscritto nei pubblici registri . Solo un nullatenente e un ricchissimo (banca) puo’ vivere bene in italia ,per gli altri, è rapina garantita da parte dello stato.

  26. ludovica

    mi chiamo Ludovica , ho 32 anni e faccio l’avvocato a Treviso.
    volevo dire al dott. Oscar Giannino che da tantissimo tempo non trovavo qualcuno che la pensasse esattamente come me.
    ha tutta la mia stima per la competenza, la dialettica e lo spirito delle Sue idee
    le perone come Lei fanno ritornare la voglia di combattere per qualcosa
    grazie
    Ludovica

  27. Mirko

    Grande Oscar Giannino, anche io mi “accodo” a coloro che hanno molto apprezzato il suo intervento sugli scontri e su ciò che la stampa ha scritto sui presunti poliziotti (poi risultati essere pregiudicati e figli di estremisti e delinquenti)… la ascolto ogni mattina e complimenti ancora per l’intervento!!! Per fortuna c’è ancora gente che ha il coraggio di dire ciò che pensa sputtanando i vari giornalai rossi. GRAZIE

    Grizie a Franco che ha pubblicato su youtube il pezzo in questione, condiviso su FB 🙂

  28. Caro Giannino,

    Mi capita spesso di ascoltare la sua trasmissione, spesso apprezzandone i contenuti. Oggi mi è capitato di ascoltare questo estratto http://www.youtube.com/watch?v=T0bvN-Ga2qw.

    Ho trovato il suo tono disgustoso quando parla di giornalisti che cercano di convincere l’opinione pubblica che erano i poliziotti che sfasciavano le città. Non voglio giustificare le violenze e quello che hanno scritto alcuni giornalisti, ma si dimentica che anche i poliziotti, i tutori dell’ordine, hanno le loro colpe: teste sfasciate a persone inermi alla Diaz, a Bolzaneto, Cucchi, Aldrovandi hanno assaggiato i loro manganelli e sappiamo come è finita. Anche il gesto di Sandri non è stato esemplare per uno che porta la divisa. Avendo presenti questi casi non è che si possa avere un’alta opinione di coloro che sono i tutori della legge, soprattutto quando vedi funzionari di polizia che poi vengono pure promossi nonostante tutti i casini di Genova.

    Maroni poi sapeva che ci sarebbero state delle manifestazioni a Roma già da alcuni giorni, aveva provveduto ad istituire una zona rossa nel centro, ma nonostante questo è avvenuto l’inferno. Perbacco! proprio una bella organizzazione, i miei vivi complimenti al ministro per l’efficienza, lo dovrebbe ospitare per una puntata speciale di vieniviaconme sui successi delle forze dell’ordine di cui lui è il capo.

    Mettiamo nel frullatore poi le parole di Cossiga che quando è stato ministro dell’interno, sosteneva di infiltrare le manifestazioni con lo scopo di screditarle presso l’opinione pubblica.
    Ecco forse non è cosi tutto Bianco e Nero come lei lo ha dipinto.
    “Forse” può avere ragione a chiedere la testa di E. Mauro, ma molto prima la doveva chiedere per Feltri, Sallusti e Belpietro che spesso si dimenticano loro di controllare le fonti e scrivono fesserie sui giornali che dirigono. Mi ricordo che raccontava in una puntata di noveinpunto di qualche mese fa in cui parlava del giornalismo “muscolare” di Feltri, e di come ha dovuto abbandonare il giornale in cui lavorava perché non le piaceva questo modo di fare giornalismo.

    Concludendo, ho iniziato parlando di polizia e termino parlando di giornalismo, i fomentatori d’odio sono da entrambe le parti, forse, ma la causa è una sola: Una gigantesca anomalia che rende questo paese una giostra impazzita da 16 anni e in cui è impossibile attualmente vedere un qualche segnale di guarigione.

    Cordiali saluti.

  29. …Sempre a proposito di Feltri e di giornalismo “muscolare” mi ricordo anche che sosteneva in quell’occasione (giustamente), che aveva indossato la casacca una volta, ma in seguito alla sua fuoriuscita dal giornale diretto da Feltri aveva deciso di non indossarne più una…

  30. E, di passaggio, l’audio che avete linkato, come altre sfuriate, evidenziano dei problemi psicologici di non poco conto. Rabbia, violenza repressa, estremismo. Incapacità di dialogo. Un trinariciuto, ma liberista.

  31. sal

    silvio è uno zombi, nella trasmissione anno zero la russa si è dimenticato quando faceva il mazziere dei fascisti , deve tacere forse ne guadagna

  32. giorgio pugliese

    Sarebbe la prima volta nella storia se il declino, meglio dire la sparizione, della classe politica non rappresentasse, debitamente ampliato, quello che succede nel paese.Siamo decaduti a paesucolo, capisco chi, sopratutto giovane, vuole abbandonare la barca che affonda.Sono gli adulti e gli anziani che debbono cambiar pagina,abbiamo viziato i figli con i pasticcini e pretendiamo che si mettano a fare il pane.Se aggiungiamo i rantoli di un pianeta in agonia non possiamo certo augurarci il Buon Anno.

  33. j

    è inutile lamentarsi dei giornalisti “rossi” se poi non ci si lamenta anche di quelli “neri”, perché le porcate le fanno entrambi.
    e il problema dell’Italia non è B. ma gli italiani che se lo fanno mettere tranquillamente nel C. senza ribellarsi attivamente.
    Svegliatevi, uscite di casa, fatevi sentire (e non li comprate più quei giornali che fanno propaganda – tra l’altro tutti finanziati dallo stato – ovvero da quei poveri sfortunati che hanno la trattenuta in busta paga)!

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