Se lo Stato controlla se stesso
L’obiettivo di “avviare una seria razionalizzazione della spesa pubblica, che faccia della spending review non già lo strumento eccezionale per stringere i bulloni, ma uno strumento ordinario di controllo della spesa che prenda le mosse dalla definizione (…) delle spese realmente necessarie”[1] richiede che, al di là degli ambiti specificamente considerati dal legislatore, ciascuno di noi avvii qualche riflessione al riguardo, anche traendo spunto dal quotidiano.
Se è vero che ogni duplicazione di attività comporta uno spreco di denaro ed energie per chi la effettua, ciò è a maggior ragione grave se la duplicazione avviene ad opera dello stesso soggetto. Se quest’ultimo è lo Stato, se detta duplicazione è finalizzata a controllare, oltre ai propri dipendenti, anche paradossalmente se stesso e, infine, se l’obiettivo di tale duplicazione di attività è la riduzione di quella spesa pubblica che essa stessa va per altro verso a incrementare, la contraddizione di un sistema così strutturato è palese.
La materia è quella delle assenze per malattia nel pubblico impiego, su cui il legislatore è variamente intervenuto negli ultimi anni, al fine soprattutto di contenere un assenteismo che andava a detrimento della continuità e della qualità del servizio offerto in certi ambiti della Pubblica Amministrazione.
Normative più rigorose[2], se da un lato hanno incrementato per il lavoratore il “costo”, e non solo in termini economici, della propria malattia, fungendo da deterrente di comportamenti opportunistici, dall’altro, hanno inevitabilmente aumentato anche i relativi oneri a carico dello Stato: non è solo sulla valutazione costi-benefici di un tale sistema, ma è sulla stessa impostazione dell’istituto degli accertamenti medico legali che si nutrono perplessità. Serve a tal fine esaminare brevemente i tratti salienti della relativa normativa.
La c.d. legge Brunetta (D.lgs. n. 150/2009) ha previsto che solo un medico di base o convenzionato con il Servizio sanitario nazionale o una struttura sanitaria pubblica possa rilasciare i certificati giustificativi qualora si tratti del secondo evento di malattia nel corso dell’anno solare o se l’assenza comunque si protrae per più di dieci giorni (art. 55 septies, comma 1). Detta legge obbligava alla visita fiscale sin dal primo giorno di assenza del dipendente malato. La L. n. 111/2011 ha successivamente mitigato detto obbligo, imponendolo solo “quando l’assenza si verifica nelle giornate precedenti o successive a quelle non lavorative” e rimettendo negli altri casi alla discrezionalità dell’amministrazione interessata la valutazione della richiesta del controllo fiscale. Tale discrezionalità va esercitata tenendo conto della “condotta complessiva del dipendente e degli oneri connessi all’effettuazione della visita” (art. 55 septies, comma 5)[3]: il legislatore ha voluto così contemperare diversi interessi pubblici, evidenziando la necessità che la ponderazione comparativa effettuata dall’amministrazione di riferimento tenga conto anche dei costi che le visite fiscali comportano.
Che la suddetta ponderazione, richiesta alle amministrazioni a valle, sia stata effettuata a monte anche da parte dello Stato, su cui in ultima istanza gravano gli oneri connessi all’effettuazione degli accertamenti medico legali, è – come anticipato – oggetto di dubbi. Questi ultimi si rafforzano ove si abbia riguardo alle finalità che tali accertamenti perseguono: esse si evincono, tra l’altro, dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 207/2010, ove si afferma che le visite fiscali realizzano un “controllo della regolarità dell’assenza del dipendente, volta principalmente alla tutela di un interesse del datore di lavoro” per verificare la “legittimità dell’assenza per malattia del lavoratore”. Tale controllo si sostanzia, quindi, “in una diagnosi sulla salute del lavoratore conforme o difforme rispetto a quella effettuata dal medico curante o alla condizione denunciata dal lavoratore”.
La circostanza, sottolineata dalla Corte Costituzionale, che la visita fiscale non si limiti ad accertare la presenza del lavoratore in malattia all’indirizzo indicato, ma si risolva in una vera e propria verifica di merito induce a ritenere che il sistema impostato dal legislatore realizzi in molti casi – quelli in cui l’assenza del lavoratore sia supportata da un certificato medico, ovvero quest’ultimo sia stato rilasciato da un medico di base o convenzionato con il Ssn o da una struttura sanitaria pubblica – una ingiustificata duplicazione di controlli. Infatti, una legge dello Stato richiede che la situazione di malattia, già attestata da un medico che è emanazione dello Stato (in quanto appartenente a una struttura pubblica), venga controllata (obbligatoriamente se l’assenza per malattia ha inizio in giornate pre/post festive) da un altro medico che è anch’esso emanazione dello Stato in quanto appartenente a un ente pubblico, l’INPS. In buona sostanza, lo Stato controlla se stesso.
E’ palese come la rilevata duplicazione di accertamenti medici si traduca nel raddoppiamento delle relative spese a carico del bilancio pubblico, senza considerare quelle connesse a un eventuale contenzioso, qualora il secondo medico smentisse o attenuasse la diagnosi effettuata dal primo.
Non vi sono, peraltro, conclusioni incontrovertibili e condivise circa il fatto che il suddetto sistema di doppio controllo delle assenze per malattia determini un miglioramento della situazione di assenteismo complessivo nel pubblico impiego o, comunque, un risultato positivo per le risorse statali tra costi e risparmi. Al riguardo, a seguito della c.d. legge Brunetta venne evidenziata, anche attraverso appositi studi elaborati in materia, la notevole diminuzione che il maggior rigore nei controlli aveva prodotto nelle assenze per malattia, pur tornando le stesse parzialmente ad aumentare nei mesi successivi per un atteso effetto di assestamento. Tuttavia, elaborazioni successive hanno evidenziato come il totale delle assenze nel settore in esame sia rimasto pressoché invariato, in quanto alla diminuzione delle assenze per malattia è corrisposto l’aumento delle assenze per altre cause[4].
Alle considerazioni fin qui svolte se ne aggiunga un’altra, di immediata evidenza. Considerata l’obbligatorietà degli accertamenti medico legali nelle giornate pre/post festive e la conoscenza di tale circostanza da parte di chiunque si assenti in dette giornate, al numero di visite mediche disposte dalle amministrazioni interessate non può che corrispondere un numero pressoché uguale di dipendenti reperibili ai controlli: essendo questi ultimi prestabiliti per via legislativa, mancano dell’”effetto sorpresa”. Quindi, non si comprende il senso di una spesa il cui fine sembra così essere solo quello di trasformare le giornate pre/post festive nella cronaca di visite mediche annunciate.
Tutto ciò premesso, quanto costa allo Stato controllare se stesso? Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, con decreto n. 117711/2011, ha previsto che contributi statali per 70 milioni di euro all’anno vengano erogati agli enti locali per finanziare gli accertamenti medico legali sui lavoratori assenti per malattia. Per completezza, si precisa inoltre che il costo di ogni singola visita fiscale è stato stimato tra i 50 e i 60 euro. Le considerazioni sopra svolte valgono a commentare queste cifre.
Si diceva all’inizio che debbono essere ridefinite le “spese realmente necessarie”: può ritenersi che siano configurabili come tali quelle concretamente finalizzate a realizzare un effettivo valore aggiunto. Di certo, perseverare in politiche che presentano profili di manifesta illogicità, senza avviare una seria riflessione volta a realizzare sistemi più efficienti, non va in tale direzione. Delle duplicazioni di costi non è più tempo.
Le opinioni sono espresse a titolo personale e non coinvolgono in alcun modo l’ente di appartenenza (Consob)
[1] A. Saravalle, C. Stagnaro, “Il tempo della politica è lento. Il tempo dei mercati è rock”, Huffington Post 13 marzo 2013 http://www.huffingtonpost.it/alberto-saravalle/il-tempo-della-politica-e-lento-il-tempo-dei-mercati-e-rock_b_2868266.html.
[2] Tra gli interventi normativi più importanti, il D.l. n. 112/2008 (convertito in l. n. 133/2008), ha previsto tra l’altro la riduzione del trattamento economico spettante nei primi dieci giorni di assenza; il D.lgs. n. 150/2009, (c.d. legge Brunetta) ha imposto, oltre ad altre misure, la trasmissione delle certificazioni mediche on line a giustificazione delle assenze; il D.l. n. 98/2011 (convertito in l. n. 111 del 2011) ha disciplinato i casi nei quali l’amministrazione deve disporre il controllo sulla malattia, il regime della reperibilità ai fini del controllo e altri aspetti connessi.
[3] A carico di chi dovessero gravare tali oneri è stato profilo controverso, risolto dalla Corte dei Conti (delibera n. 62/2010) – a seguito della sentenza (n. 207/2010) con la quale la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della norma che disponeva che le visite fiscali sui dipendenti pubblici rientrassero tra i compiti istituzionali del Ssn – nel senso che le prestazioni rese dalle Aziende Sanitarie per le visite fiscali gravano sui Comuni.
[4] Nel seguente articolo http://noisefromamerika.org/articolo/assenze-nella-pa-aggiornamento-annuale, sulla base dei dati amministrativi relativi all’anno 2009, pubblicati a fine 2010 dalla Ragioneria Generale dello Stato, contenuti nel Conto Annuale della P.A., si afferma che “le assenze per malattia e quelle per altre ragioni, retribuite entrambe, tendono a comportarsi, nel corso del tempo, come sostituti le une delle altre”: l’effetto netto sul totale delle assenze tenderebbe, quindi, a essere pressoché nullo.
L’argomento sarebbe interessante ma, come sempre, e’ molto difficile arrivare alla fine dei suoi articoli.
Poi mi sembra che queste problematiche di cui parla, e che lei sembra scoprire adesso, hanno nome e cognome e di solito vengono insegnate nei primi giorni di un corso di microeconomia classica. Teorie come quelle del free rider o del punto di equilibrio tra prevenzione/controllo vs. punizione.
Chiunque conosca un po’ l’Italia sa benissimo che in tante delle problematiche come quella illustrata il costo del controllo/prevenzione e’ di molto superiore ai benefici.
Questo e’ il tipicissimo caso in cui siccome il costo del controllo/prvenzione e’ troppo alto per il benessere della comunita’ occorre inasprire di molto la punizione, cioe’ il costo della non-compliance a questa legge della comunita’.
In questo caso probabilmente occorre una legge che preveda almeno un bel licenziamento in tronco del dipendente pubblico colpevole, senza se e senza ma, e la pubblicazione in prima pagina di nome e cognome del colpevole…… (ovviamente il tutto dopo processo, non alla Ingroia o Grasso)
La questione posta è un granello di sabbia rispetto a quel deserto di sabbia costituito dagli inesistenti o inefficaci controlli sulla presenza, sulla efficienza, produttività e qualità del lavoro svolto, sui sistemi di valutazione del merito, sui sistemi di erogazione dei premi, e ancora sulla definizione degli organici, sulla verifica delle responsabilità fino alla effettiva necessità di alcuni ruoli, settori, enti ed uffici in quel bel mondo che si chiama PA. A parte una questione di fondo per la quale si dovrebbe esigere una risposta ovvero: se si è in stato fallimentare pur trattandosi di posti pubblici si deve o non si deve risanare? e credo che la risposta sia tanto scontata quanto è incredibile che ciò non sia stato finora seriamente affrontato nè si percepisca una concreta e credibile volontà in tal senso. A parte questo , visto che autonomamente il sistema PA non è in grado di controllarsi non esprimendo in concreto un datore di lavoro che sarebbe astrattamente il cittadino ma che nei fatti non è nessuno, e quindi essendo un sistema che si autoassolve e autopromuove ( e come si autopromuove!!) solo un controllo esterno ha la possibilità di essere efficace quindi un controllo affidato a società private specializzate. Il costo delle autopromozioni è altissimo, basta controllare la quantità di dirigenti e responsabili di servizio che fruiscono di significative indennità di funzione presenti negli Enti, così come altissimo è il costo nel non controllo che, visto che neppure uno stato pre-fallimentare costituisce elemento di correzione, diventa pericolosissimo per la collettività. Continuando si arriva facilmente anche al ruolo svolto e alla possibilità di agevolare o rallentare l’iter di una pratica: chi controlla che ciò non avvenga e con quali strumenti punitivi? Il licenziamento come conseguenza riorganizzativa e come strumento punitivo nei singoli casi rimane tabù o fa parte di quella ingannevole pratica che teorizza il caso per mostrare che sarebbe possibile ma non lo realizza mai.
Purtroppo l’Italia è il Paese dei “furbetti” il cui comportamento è stato incentivato da decenni di lassismo.Nel caso dell’assenza per malattia si sono verificati veri e propri abusi da parte di pazienti e medici troppo compiacenti. Il doppio controllo non è necessariamente una risposta efficace. Bisognerebbe lavorate a monte perché il primo controllo non dia luogo a abusi dall’italianissimo vizio del “arrangiamoci che tanto paga Pantalone”.
Il nodo della questione è a mio avviso il seguente: come creare un conflitto d’interessi fra medico e paziente per evitare “finte malattie” senza per questo penalizzare il lavoratore se veramente malato?
La questione si ripropone “mutatis mutandis” in moltissimi aspetti della relazione Stato-cittadino ed anche all’interno della stessa amministrazione pubblica.
P.S.
Guai se non si crea un conflitto d’interessi fra controllore e controllato. Si giunge all’autoreferenzialità che significa non punire comportamenti deleteri per l’efficienza dello Stato.
@Francesco_P
Dopo la solita monotona litania che l’Italia e’ il Paese dei furbetti e l’altrettanto stucchevole banalita’ che il nodo della questione e’ che bisogna creare il conflitto di interessi mi sembra che anche Lei non esponga uno straccio di mezza idea di come creare questo magico conflitto di interessi. A me sembra che l’Italia oltre ai furbetti sia ormai anche il Paese di quelli che, come Lei, si credono creativi ma di creativo non hanno proprio un bel nulla.
@Jack Monnezza
Quand’ero ancora dipendente non ho mai approfittato ed ho potuto constatare che, nel settore privato, la stragrande maggioranza dei colleghi non ha mai approfittato di certe possibilità. Stranamente ho conosciuto dei robusti sindacalisti che erano di salute assai cagionevole, soprattutto in occasione dei “ponti”. Adesso che, grazie alla crisi, sono diventato partita IVA obtorto collo sono obbligato a trascurare la salute.
Anche nel settore pubblico ci sono persone responsabili e persone la cui cagionevole salute appare sospetta con una frequenza statistica maggiore che nel settore privato. Non è diverso dai “falsi invalidi” che portano via la pensione agli invalidi veri.
Quanto alla soluzione del problema, non ho ritento di avanzare ipotesi di soluzione. Però ben vengano proposte ed idee. Se vuole aprire il dibattito avanzando delle proposte, ben vengano.
Tantissimi saluti.
Palle. Da ex medico dell inps ne ho viste di tutti i colori…..privati….pubblici….alti…bassi…neri…bianchi…..nord…sud….. Ricchi …. Poveri…..li ho mandati tutti a lavorare.
@Giordano @Francesco_P
Io ho fatto un po’ di tutto, anche il dipendente universitario.
Questa storia che anche nello Stato ci sono persone che non ne approfittano e fanno il proprio dovere lascia, economicamente parlando, il tempo che trova. I fatti e di dati dimostrano che i “free rider” nello Stato sono la grande maggioranza e che quindi il sistema, economicamente parlando, e’ immodificabile dall’interno. Mi dispiace per i non free rider che fanno il proprio dovere ma anche questi sono, economicamente parlando, colpevoli nel senso che non sono in grado di modificare il comportamento dei loro colleghi, maggioranza, free rider.
In sostanza quindi, secondo me, tutto questo sistema di visite fiscali costosissimo e’ del tutto inutile e uno spreco di soldi pubblici.
Su Scuola e Sanità, come c’è nel resto del Mondo, metterei dei limiti ai giorni di assenza (eccetto magari per ricovero ospedaliero) oltre i quali limiti di assenze in un anno lo stipendio va rapidamente a zero.
Per le altre Amministrazioni Pubbliche il problema e’ molto più difficile in quanto spesso essere in ufficio significa stare su Facebook o parlare al telefono o istruire o rallentare inutili pratiche e quindi è forse meglio per tutti che questi signori stiano a casa. Per assurdo i più assenteisti sono i più produttivi, almeno lasciano lavorare chi va in ufficio….
Cara monnezza, ma lo sai quanto mi pagavano una vista fiscale nel1990? Se indovini giuro che la prossima volta voto quello che dici tu.
Non si può contestare il fatto che le istituzioni debbano essere in grado di sorvegliare l’operato dei propri dipendenti (così come, più in generale, delle proprie funzioni e poteri).
E non si può contestare che tale sorveglianza debba essere armata di poteri deterrenti (“pene”).
Ciò che si può (bisogna) tenere presente è che “est modus in rebus”.
E quando il “modus” le decide un cretino, le “rebus” ne conseguono.
Caro @Giordano,
te la pagavano sempre troppo in ogni caso perche’ del tutto inutili.
In quasi tutti i Paesi del mondo non sanno neanche cosa siano le visite fiscali.
Ci sono un certo numero di giorni malattia consentiti all’anno, tipo all’80% dello stipendio, e oltre quei giorni, diciamo 12 giorni all’anno, lo stipendio va a zero. PUNTO. Come un autonomo. Vedi che in questo modo non c’e’ bisogno di sprecare neanche un euro per compensarti dellle tue inutilissime visite fiscali.
Caro monnezza, ma perche’ pagarle all’80 per cento? Facciamo che se sta a casa il fedifrago paga lui un sostituto. Cosi’ si che giustizia e’ fatta…….e poi perche’ 12 giorni? Facciamo 0, mi sembra piu’ giusto…….
@Giordano
Io pago 2850 euro l’anno di assicurazione per avere una diaria dopo il 12° giorno di malattia.
E pago, di aliquota reale, il 70% di tasse.
Guardi Giordano, io so che fate un lavoro durissimo negli ospedali e che lei lavora in uno dei migliori sistemi sanitari del mondo, quello lombardo.
Il problema è che mi costa troppo e che non è libero, perché io non posso fare le mie scelte, tipo sedermi di fianco a Giorgio Andretta e fidarmi delle sue cure per ottenere lo stesso risultato.
Sia chiaro: non costa troppo per me, non troppo rispetto al mio reddito in assoluto, perché comunque io so vivere con pochissimo e di soldi me ne avanzano sempre. Costa troppo per consentire che il sistema economico possa funzionare.
E se non funziona, caro Giordano, lei può essere il miglior medico del mondo, nel miglior sistema sanitario del mondo, ma lo stipendio non lo prende più.
@Giordano
Dimenticavo: l’assicurazione di cui sopra nemmeno la posso scaricare.
Vede caro Marco, io pago, di aliquota reale, la stessa. Purtroppo l’uomo e’un animale sociale, come tanti altri. Le scimmie si spulciano, le leonesse allattano leoncini delle altre, le pinguine covano le uova di altre, eccetera. L’uomo un bel giorno ha deciso che doveva aiutare i piu’sfortunati. A questa convinzione l’aveva portato la nascita circa 2013 anni fa di un rivoluzionario, imitato poi da molti altri, con meno successo ed alterne fortune. Sia come sia si e’arrivati a cio’. Ed e’stato inventato il SSN. Prima c’erano le mutue, che funzionavano egregiamente, perche’erano gli stessi lavoratori che controllavano il loro andamento. Non si sapeva, maerano a tutti gli effetti dei benefits. Purtroppo il SSN, che prevederebbe la sussidiarieta’ di ognuno rispetto all’altro, e’nato in un clima politico e sociale disgregato, frutto di tutto qullo che e’ successo negli anni 70′-90′ dove il concetto di diritto ha preso ben piu’vigore di quello di dovere. E si e’incartato al pari di tante altre cose in Italia. Vogliamo paragonarlo al capitalismo famigliare sabaudo? Od al rampantismo brianzolo? Connessioni, inciuci, connivenze con la politica? Lei ne fa unnproblema di sistema ed ha, in parte, ragione. Per me e’ peggio. E’un problema di uomini. Il sistema si cambia. Uno, tre, dieci anni. Gli uomini no. Ci vuole un secolo. L’abbrivio degli errori fatti dura due o tre generazioni. Bisogna, a mio sommesso parere, smetterla di affrontare i problemi con un ottica solo economica. Facendo cosi’ si fa la fine di questa orrenda unione europea. I problemi vanno affrontati nella loro globalita’ anche, ma non solo, economica.
P.S. Certe volte mi sento un corvaccio….. I medici stavano meglio quando di SSN, mutue e quant’altro non si sapeva nulla….. Quando i malati, che ci saranno sempre, pagavano cash o crepavano. Meno paganti ma piu’…… Solleciti e soprattutto a tariffa “libera”, oserei dire “di mercato”….. Come vede amche noi come categoria abbiamo dato……
@Giordano
sarei soggetto a miopia sinaptica se ambissi a discettare con lei di medicina, non sono in possesso di alcun titolo accademico che mi permetta di cimentarmi in proposito, mi affido solo alle mie scrutazioni natural/sociali.
Ad esempio leggo che in Cina ad ogni ammalato viene sottratta una quota dallo stipendio al medico di base corrispondente e ciò lo condivido, a quando in Italia?
Nel mio percorso terreno ho dovuto sostituire 5 medici di base per sopraggiunta decedenza di costoro, forse io sono più fortunato?
Come mai con tutta la loro sapienza sono giunti ad una simile ingloriosa conclusione, come a sottolineare il loro fallimento?
Sottolineo che non li ho mai frequentati nemmeno per il rinnovo della patente o del brevetto di volo che esercito senza l’ausilio di alcun tipo di occhiali.
La medicina è unica nel globo terracqueo è il metodo di cura che differisce e qui subentra la volontà di ogni singolo individuo, tutti coloro che ricorrono al SSN non li considero tali ma componenti (sic!) ancora dell’anima collettiva.
Sarà un piacere rileggerla.
@Giordano
Con ‘sto cazzo che lei paga la mia stessa aliquota reale, excuse my french.
Io sono un imprenditore che NON PUO’ scaricare i propri costi, unico paese al mondo. La mia aliquota reale è molto più alta della sua perché i suoi costi aziendali non li paga lei (nel suo caso li pago IO).
Inoltre lei usufruisce di servizi dal costo IMMANE, come la diaria in caso di malattia, la cassa integrazione e il sussidio di disoccupazione, che a me NON spettano.
Un discorso sono le opinioni, sempre rispettabili e da rispettare, tutt’altra cosa sono i fatti. Quindi per favore vediamo almeno di non prenderci per i fondelli.
Deve avere studiato dalle orsoline, caro Marco. Sto cazzo, pero’lo posso dire anch’io, responsabile legale di un servizio pubblico e pubblico ufficiale alle prese con una banda di ladri ed evasori che poi mi cagano il suddetto cazzo, reso piu’ enorme dall’orchite cronica che ho per avere a he fare con ignoranti sesquipedali che parlano a vanvera (da vera van) di cose che non sanno. Detto cio’ lei mi dice che pagatutte ste tasse?e io non le credo, come lei non crede a ma. Ed infine, al pari dei comunistoni d’antan che magnificavano l’URSS ma se ne guardavano bene dal metterci piede, se le piace la terra degli strozzini del mondo, dei tenutari e cusodi dell’oro dei denti degli ebrei, si trasferisca batano pochi chilometri e sara’ felice.
Caro giorgio, non ho capito,,ovviamente per colpa mia. So che in Cina sono alle prese con l’organizzazione di un SSN e so da amici che la lavorano che i lavoratori cinesi si devono pagare quasi tutto. Non conosco il suo caso ma il panorama dei MMG e’molto a macchia di leopardo (eufemismo). Aggiungo che uno dei maggiori difetti nostri e’di non spiegare ai pazienti le motivazioni del nostro agire. Lo facessimo, forse saremmo piu’credibili. Ma non sempre e’facile.
@Giordano
probabilmente lo farò. Mi girano un po’ le palle che mi costringa a farlo la gente come lei. Son curiosissimo di vedere da dove giungeranno i denari per il suo stipendio quando tutti lo faranno.
Io le sto parlando di leggi, non di opinioni. Le tasse sono furto imposto per legge.
Le leggi che hanno scritto i suoi datori di lavori di lavoro.
L’importante e’ il risultato. Per lo stipendio ci penso io.
@Giordano
più che ai pazienti, nel caso dei miei 5 medici di base, avrebbero dovuto spiegarselo a se stessi. Se non sono stati in grado di essere credibili con se stessi (mi scusi per la ripetizione, ma spesso aiuta) come potrebbero esserlo ad altri?
@MarcoTizzi, @Giordano
Tipico atteggiamento di dipendente statale quando a corto di argomenti: dare del maleducato alla controparte e riattacare il telefono.
Tanto Lui, Dipendente Statale figlio di un Dio Maggiore, le 14-16 mensilita’ indicizzate continua ad averle caschi il mondo, le ferie illimitate, la malattia illimitata, le colonie gratis, lo spaccio aziendale e il ticket restaurant e il tennis del dopolavoro e la foresteria e lo stabilimento balneare a tre euro…….
Lui chiama maleducato il Figlio del Dio Minore dandogli anche dell’evasore.
Cosa alquanto bizzarra perche’ a furia di benefits non dichiarabili – al contrario della vessatoria disciplina per privati/autonomi – e di milioni di lezioni private e punture in nero le ultime statistiche, quelle vere, indicano che l’evasione vera in Italia e’ soprattutto tra i dipendenti pubblici. Altro che quattro scontrini e due idraulici !
E poi vengono a dire che hanno una aliquota fiscale vessatoria analoga all’ Autonomo. Marco perdona questi pii servitori dello Stato perche’ non sanno neanche di cosa stanno parlando…
@Jack Monnezza
1) Perchè se uno le dice “stocazzo” è una roba da Devoto-Oli?
2) Le mensilità sono 28, non lo sapeva?
3) Se poi vogliamo scrivere dei luoghi comuni, estremo rifugio dei tonti, ce ne sono molti altri. Però, amico mio, l’indicizzazione forse non lo sa ma è ferma a prima del 2009 (siamo nel 2013) assieme al contratto, e lo sarà anche nel 2014.
4) Non è necessario che uno sia figlio di Dio, maggiore o minore che dir si voglia.
5) Mi danno fastidio e combatto i soprusi cui talvolta/spesso i cittadini/utenti sono sottoposti, ma vedendo scritte il mare di scempiaggini prodotte la mia fede vacilla.
6) Ero un dipendente pubblico. Allora pensavo con la mia testa, o almeno ci provo, senza paraocchi, senza i facili alibidi la tutti buoni, di qua tutti cattivi), come ora. Pensare, appunto, pensare è il problema. Un prece…
“Che cosa porta alla fame il popolo?
Le tasse dei governanti.
Che cosa rende ribelle il popolo?
Le continue interferenze dei governanti.”
Lao Tzu (VI secolo A.C.)
@Giorgio Andretta
Mah, non conosco la situazione nei dettagli. Il rapporto con i pazienti ggi è piu’ difficile di un tempo, perchè le evidenza sono sempre meno tali e l’approccio “sciamanico” non regge più. Le auguro che l’attuale MMG sia più empatico.
@Giordano
Ah be’, se l’INDICIZZAZIONE è ferma…
Allora possiamo salvarci perché quest’anno Mastrapasqua guadagnerà gli stessi 12 milioni dell’anno scorso. Il sostituto di Manganelli continuerà a guadagnare più dell’amministratore delegato della Microsoft. Una dattilografa del senato gli stessi schifosissimi 15 000 euro al mese dell’anno scorso.
E un insegnante statale continuerà a fare propaganda alle giovani menti – che per fortuna cominciano a non fidarsi – prendendo uno stipendio pieno, ma lavorando part-time. Così che nel resto del tempo possano continuare a fare propaganda delle loro puttanate IN NERO a tutti quelli costretti ad avvelersi dei loro servigi da qualche collega.
Cosa che, del resto, non perdono occasione di fare i suoi colleghi, caro Giordano. E non mi prenda per il culo, che lo sa benissimo chi evade e quanto: a voglia pagare idraulici con le visite di certi “professori”.
L’indicizzazione è la scala mobile mantenuta per una casta di 4 milioni di persone. Un’aberrazione inflazionistica che ha come risultato finale la diminuzione del valore del lavoro di chi produce davvero ricchezza.
IO lavoro solo con aziende e anche se volessi non potrei evadere. Ma comunque non lo farei, perché ritengo l’evasione una distrorsione della concorrenza. E a me la concorrenza piace, è estremamente divertente: godo come un porco quando so di avere tariffe più alte di altri e ammiro sempre chi ha tariffe più alte di me.
Questo è il progresso che ha portato il capitalismo e che voi continuate persistentemente a voler distruggere. Con ottimi risultati, non c’è che dire: nemmeno con l’Unione Sovietica eravate riusciti a stroncarlo tanto.
@Giordano
Continuate a non capire che siamo in mezzo ad un incendio bello grosso e voi, che a parole vorreste contribuire a spegnerlo, non volete neanche rinunciare all’acqua che utilizzate per annafiare i fiori delle vostre ville.
Indicizzazione un corno!
Una cosa seria, in un momento in cui mezza Italia sta perdendo il lavoro o va avanti a 1000 euro al mese, per il cosi’ detto bene comune di cui vi riempite tanto la bocca, sarebbe un bel taglio del 20-30% a tutti gli emolumenti pubblici.
Che poi sono la causa a monte di tutti i deficit e debiti su PIL.
Il grande torto di Bigass e’ stato quello di non capire che l’austerita’ vera che andava imposta con piglio teutonico, e che avrebbe forse funzionato, sarebbe stata quella delle spese pubbliche invece che tutte le altre fessereie keynesiane o post-kenesyane del rigore fiscale bilanciato e prociclico e di patto…..
A me sembra che almeno in Spagna e Portogallo, e certamente in Irlanda, altro che indicizzazione. Le tredicesime e gli stipendi li hanno tagliati e tanta gente inutile mandata a casa. Non si parla di terribile rinuncia ad indicizzazione fatta dai nostri servitori dello Stato…….
Ma quale combattere i suprusi ?
Avete tutti, apparato publico e burocratio, appoggiato il peggiore Governo della Repubblica di sempre che, oltre a distruggere l’ economia, ha perpetrato una serie di suprusi costituzionali e civili da fare accaapponare la pelle…
Tutto al grido di ” Abbiamo salvato l’Italia, abbiamo pagato tutti gli stipendi….”
Peccato che per salvare l’Italia bisognava fare l’opposto e cioe’ non pagare gli stipendi e magari invece pagare i fornitori e le Aziende che generano lavoro e ricchezza…
Delle Vostre megastrutture pubbliche sanitarie gran parte degli Italiani, certo Marco e me e tanti altri, ce ne facciamo un baffo. A noi basterebbe una sanita’ pubblica minima, piccoli presidi di pronto soccorso e per grandi malattie/inteventi. Le tonsille e tutto il resto e gli innumerevoli controlli e analisi e anni che li facciamo privatamente pagandoci tutto da noi…..
Guardi che lei puo’ tranquillamente non venire a farsi curare nelle megastrutture, anche se un giretto dallo psichiatra……
E invece no, si e’deciso di pagare gli stipendi…. Cosa vuole che le dica…. E’quella roba li che si chiama democrazia… Comandano i “di piu'”…. Pensi che e’cosi’ anche in Svizzera…. In Liechtenstein…..ad Andorra…. Ma la salvezze, comunque, c’e’…. Il valico di Ponte Chiasso….li, in questo luogo ieratico, un giorno vedremo le coorti dei liberisti levarsi come un sol uomo al grido :”basta statali” ! E lanciandosi verso il Serfontana con sul viso dipinta la felicita’ si crogiuoleranno al sole di Mendrisio, accolti dalla tradizionale e leggendaria ospitalita’ svizzera. Amen.
@Giordano
“La democrazia sono due lupi ed un agnello che decidono cosa mangiare per cena.
La libertà è un agnello armato fino ai denti che contesta la decisione”
Benjamin Franklin
“La democrazia non è nient’altro che la legge della criminalità organizzata, in cui il 51% delle persone possono togliere tutti i diritti al 49%”
Thomas Jefferson
“La democrazia non è altro che tirannia applicata su larga scala”
Aristotele
@Giordano
non ne faccio una questione di acronimi ma di stadi evolutivi, quando si chiamavano medici di famiglia o condotti si comportavano in modo sostanzialmente diverso ed improntavano lunghe chiacchierate con i supposti ammalati, intuendo forse che l’eziologia non era tanto fisica ma psichica.
@Giordano
No guardi, e’ proprio sulla strada sbagliata.
So che si occupa di rammendare il corpo e la mente non e’ il suo campo.
Ma la Democrazia Liberale non e’ solo il comandare dei “di piu” anche perche’ i “di piu'” roteano e, come diceva una gran donna, alla fine i soldi dei “di meno” finiscono.
E i “di piu'” li puoi continuare a pagare solo con tante belle belle figurine variopinte di carta leggera.
E a volte i “di meno” possono anche scocciarsi e la democrazia liberale e’ utilissima per evitare che queste scocciature, questi contrasti tra i “di piu” e “di meno”, finiscano per risolversi non pacificamente e che ci sia purtroppo bisogno di ricorrere alle Sue cure.
Ma lei si occupa di corpi e capisco che la Storia e l’Economia siano lontane.
L’ultima volta dopo Ponte Chiasso fu tanti anni fa e l’ospitalita’ locale gliela lascio tutta. Noi liberisti/libertari selvaggi preferiamo posti di mare, al sole, dove si parla inglese o al massimo spagnolo…
@jack Monnezza
Infatti la invio da un collega specialista, da me solo per cancri.
Essendo io uno del club dell’1.3% (chissà se c’è anche lei) io posso dire di essere ricco e dunque un giano bifrnte in quanto ricco per il fisco ma povero a tutti gli effetti grazie ai renitenti alle pagate. La storia è, poi, fatta di corpi e l’economia la studio da quando avevo 4 anni ed ho capito che non ce n’erano.
P.S. Attenzione che dove si parla inglese le tasse sono obbligatorie. Pena il gabbio.
@Giordano
Grazie mille, ma tendo a preferire la conoscenza generale a quella specialistica che spesso si accorge della pagliuzza ma non vede la trave. Che mi sembra un po’ il suo problema.
Come del resto un po’ di localismo e letture sbagliate.
Avesse un po’ viaggiato in Paesi anglosassoni e letto di ordinamenti tributari anglosassoni forse saprebbe, che dove si parla inglese, tendenzialmente, ci sono tribunali fiscali terzi e il contribuente di solito all’inizio e’ presunto innocente.
Obbligatorio pagare invece e’ invece da noi, e in qualche altro bel Paese con codice napoleonico, dove i tribunali sono parte integrante dell’accusa, dove il contribuente parte da colpevole incallito e dove addirittura, prima di iniziare a fare il topo col gattone Stato, deve pagare un terzo (solve et repete) del presunto debito.
Immagino fosse impegnato a curare i corpi – cosa importantissima molto piu’ delle tasse -per informarsi di queste questioni tributarie che giustamente non sono il suo campo e di cui e’ evidente che non ha nessuna conoscenze od esperienza. Eccetto forse leggere Repubblica o il Corriere che notoriamente sono fonti di precise informazioni di come funzionano le tasse nei paesi dove si parla inglese.
Temo proprio che sia meglio che segua il consiglio del buon Jack: alle Bahamas, alle Isole Vergini ad Andorra le tasse non ci sono.
@jack Monnezza ù
Caro, metà della mia famiglia risiede in Pennsylvania, New York e Maine. Preferisco la conoscenza carnale all’onanismo tributario. Mio cugino, chirurgo, se non paga le tasse va in galera, ma il problema non si pone, trova giusto pagarle. E poi. Leggere e capire quello che si vuole capire a causa pregiudizi rende inutile il leggere. Repubblica è un bel giornale assolutamente schierato. Come lei. Per cui leggo Rep ed anche lei. Saluti.
@Giorgio Andretta
I medici condotti erano meglio. Ma allora non esistevano la TC, la PET, la RM e si moriva di parto. Insomma, tutto sommato possiamo anche sorbirci un acronimo…..
@Marco Tizzi
Già. Chissà chi paga lo stipendio al primo ministro. Forse con le tasse che pagano i reisdenti (e non le società offshore…) o con il riciclo del narcotraffico… buona idea….
@Giordano
Curioso che un’uomo di “scienza”, o almeno definito tale dallo Stato, sia in grado di definire il narcotraffico.
Ero sicuro che una definizione scientifica di “droga” non fosse mai stata trovata…
@Giordano
non faccia l’indiano!!!
Ho parlato di psiche, perché morivano di parto?
Perché morivano delle malattie da lei indicate se non per egregore?
Andretta lei e’troppo avanti per me…..io sono un umile artigiano della medicina. Per me le prove sono tutto…… Non posso volare troppo alto. Capisco anche i malcapitati cinque colleghi……
Di narcotico od oppiaceo si.
@Giordano
che lei può prescrivere e io pagare, ma se si vende nel libero mercato diventa “narcotraffico”, vero?
E secondo klei pè tutto normale…
@Giordano
Alcuni di noi sono schieratissimi, ma coi fatti. Altri con i desideri onirici, che possono essere belli, come i giornali che legge, ma che al risveglio sono diversi dai fatti. Ma cosa sono i fatti alla fine per un uomo di Scienze servitore dello Stato……
La prossima volta che parla con suo cugino le consiglio di approfondire su cosa succede quando la IRS gli manda un avviso di qualunque natura oppure sui cosa succede ad una infermiera che passa un mese a casa ad accudire la nonna. Senta se gli mandano la visita fiscale a spese del contribuente ?
Una fiala di morfina costava 17 lire……sopravviveremo alla spesa
Era onanismo tributario, non onirismo……
Tizzi, la cosa curiosa e’che lei vuole dare l’ecstasy a tutti e poi vuole negare ad uno statale di volare……. Ci lasci la nostra droga…
@giordano
no, no, per quanto riguarda Lei intendevo chiaramente onirismo, dal greco oneiron, cioe’ sogno.
Che le visite fiscali servano a qualcosa, che lo Statale faccia qualcosa che produce benessere e ricchezza, che i soldi per pagare lo Statale siano infiniti, che lo Statale si e’ sacrificato non indicizzando, che Lei paga la stessa aliquota di Tizzi, che noi tutti evadiamo, che i correntisti di Cipro siano tutti russi brutti e cattivi, che in America chi non paga le tasse viene fustigato, che Repubblica scriva di fatti invece che di fantasie etc…un bellissimo lunghissimo onerion…
Giordano, lei non ha capito nulla di cosa voglio io.
Eppure è molto semplice: io voglio che ognuno faccia quello che vuole finché non usa violenza, non ruba e non truffa qualcun altro.
Perché questa cosa così banale e semplice non vi piace?
Vede, Giordano, le spiego cosa sta succedendo in questo Paese e di chi è la colpa con un esempio.
Oggi mi sono ricordato di non aver pagato il mio commercialista per lo scorso anno. Ho pagato e mandato immediatamente una mail per scusarmi. La risposta è stata questa:
“fossero questi i ritardi per cui scusarsi !! ci sono clienti che non hanno ancora liquidato la parcella del dicembre 2010-2011 (e non sto sbagliando a scrivere l’anno mi creda) e il pensiero di scrivere due righe di scuse neanche li sfiora !! grazie infinite e Auguri di Buona Pasqua !”
Ora lei dirà che quei clienti sono semplicemente disonesti. In realtà qui ci sono 3 problemi che si incrociano:
1- lo Stato non paga i propri fornitori ormai da mesi, se non da anni. Intermediando una grandissima fetta dell’economia, dato che l’economia è far girare i soldi, questo si abbatte a catena, moltiplicandosi, su quasi tutti gli attori;
2- lo Stato prende troppe tasse, ma soprattutto le aumenta in tempi di crisi. In questo modo anche chi onestamente s’era fatto i suoi conti per pagare tutti non ce la fa più;
3- lo Stato ha il monopolio (o quasi) della giustizia ed esercita questo monopolio (o quasi) in maniera assolutamente inefficace ed inefficiente. Quindi chi non paga si sente al sicuro;
Il problema l’è semper lu, il suo datore di lavoro nonché mio aguzzino.
Che, badi bene, è così ovunque: sto leggendo un piacevole libriccino libertario, “oltre la democrazia”, un testo divulgativo molto chiaro e molto semplice, scritto da due olandesi che vivono in USA e raccontano degli stessi identici problemi che vedo io tutti i giorni. UGUALI.
@Giordano
mi riferisco alla cura antroposofica che ormai conta più di un secolo con molti medici (laureati dagli atenei statali) che l’applicano. Esistono molte cliniche in Europa e in Italia esclusivamente dedicate, non parlo di fantasie ma di fatti, anche in considerazione del mio essere imprenditore perciò per antonomasia pragmatico.
Il fatto di non volere contribuire al costo di servizi che si usano (o no) facendola passare per libertarismo e’pittoresco. Ma ovviamente ci sta. Che in Italia l’amministrazione pubblica sia (eufemisno) farraginosa e corrotta mi trova d’accordo. Ma non e’ che perche’ Moana era una zoccola, tutte le donne bionde lo siano. Lo stesso vale per altre cose. La tanto decantata Svizzera ha un amministrazione efficientissima , al pari della Francia. Ma ce l’hanno. Senno’si deve vivere come l’uomo di cro-magnon…… Agli americani, che conosco molto bene, sembrano strane un sacco di cose che da noi sono normali. E’questo il motivo per il quale quando si e’in USA si ha questo inebriante sentimento dinliberta’, che da noi latita. L’altra faccia della medaglia e’ la notevole aggressivita’ della societa’ associata al rischio, che per me va bene, ma non per tutti.
Caro Giorgio, purtroppo, per mia forma mentis, l’efficacia di tutto quello che e’ medicina si deve misurare in RCT’s , validati statisticamente con outcome misurabili nel tempo. Per tutto quello che non e’cosi’ non riesco nemmeno a concepire una possibilita’ di uso. Forse e’un limite, ma faccio cosi’da 20 anni con buoni risultati (confrontati anche questi con la letteratura scientifica internazionale). Il tutto sia statale che non.
Caro Rumenta, nel sogno infili anche questi snapshots…..un fornaio che dia lo scontrino, un idraulico che faccia come il fornaio, un magutt che li imiti, un professionista che non eluda/evada, un imprenditore che non si improvvisi spallone ogni settimana e che non lecchi il deretano in modo lussurioso al politico potente di turno per avere quell’appaltino fragando quell’altro che ha l’unico torto di avere scelto il potente sbagliato….. , perche’no, un medico che faccia fattura e non crei apposta liste d’attesa per spostare i pazienti dal SSN al proprio portafoglio. Si chiama essere onesti.
@Giordano
Il Governo degli Onesti !
Vede, caro Ippocrate, la Storia del Governo degli Onesti, o dei Migliori, parte da Platone e finisce con il dittatore nordcoreano di cui non ricordo il nome, passando per tanti altri, Lenin e Mao tra i più noti.
la Democrazia Liberale, che Lei evidentemente impegnato sui corpi conosce solo per sentito dire, parte invece dal presupposto che l’uomo e’ intrinsecamente disonesto, profondamente disonesto, e avendone l’occasione cercherà sempre e comunque di massimizzare il proprio tornaconto personale (Locke, Adam Smith, Mason, etc).
La soluzione ? Uno Stato di Polizia, con onesti e cattivi contrapposti, e con gli onesti moralmenti superiori impegnati nella missione di riscattare con qualunque mezzo i loro fratelli peccatori ? Un po’ la soluzione di Culatello e RigorMontis. Un gran bel vivere, vedi Cipro – dove se vanno a un bancomat non gli danni più’ indietro i loro risparmi – e tutto il resto. Forse ne converrà che la Repubblica degli Onesti non sia proprio la strada giusta….
La soluzione liberale, che lei ovviamente deve approfonidire perché mi sembra persona impegnata e motivata, e’ invece quella di dare a l’Uomo, inerentemnete disonesto, le minori occasioni possibili per essere disonesto e le minori occasioni possibili sono, guarda caso, la Storia lo ha dimostrato, un Sistema con poche regole fondamentali e con pochissimo Stato, un Sistema dove le occasioni per essere disonesti (decisioni politiche) sono ridotte al minimo. Un Sistema che invece che basato sulla coercizione (Infinite Regole, tutto politicizzato, Stato) si basa sul libero scambio pacifico e volontario (capitalismo) che, guarda caso, si è dimostrato molto migliore nel minimizzare gli istinti disonesti dell’uomo. Molto migliore dello Stato omnicontrollare da Lei oniricamente immaginato per selezionare gli onesti dai malfattori.
Caro jack, io continuo a preferire di essere onesto. Saluti.
@Giordano
Anche io preferisco e posso vivere in pace con me stesso solo comportandomi onestamente. Lei non ci credera’ ma e’ cosi’.
Ma una Societa’ e’ un Sistema sociale collettivo e il comportamento etico-morale del singolo ha disgraziatamente poco effetto sul funzionamento del tutto.
Anche perche’ l’onesta non e’ proprio una questione squisitamente oggettiva.
E una Societa’ non puo’ trasformarsi in un Tribunale di Polizia degli Onesti contro i Disonesti.
Le consiglio, quando ha tempo, qualche buona lettura a riguardo. Ce ne sono tante: Hayek, Friedman, Locke, Nozick, Ostellino sul CdS etc.
@Giordano
Le statistiche sono come il pollo di Trilussa.
L’alternativa nel campo curativo gliela ho già proposta ma lo posso fare anche economicamente indicandole l’antropocrazia che disarmerebbe ogni furbo.
Non capisco perché le risulti tanto periglioso accettare che la gestione della sanità sia privata, adottando detta soluzione non le viene imposto alcunché a differenza che statale.
@Giorgio Andretta
Perchè conosco molto bene i privati che gestiscono la sanità (e tante altre cose). La cosa più vicina al privato puro che ha a che fare con la sanità sono le aziende farmaceutiche. Vogliono fare +10% all’anno. Non so se mi spiego. Sono in grado di taroccare tutto. Bisogna controbilanciare il loro potere. E non può che essere una posizione terza (ed è già difficile così)
@Giorgio Andretta
Le statistiche sono come il polloo di trilussa, ma almeno sappiamo che uno mangia il pollo intero.
@Jack Monnezza
Non vedo perchè non dovrei crederle. Ma questo è un pò come domandarsi se è nato prima l’uovo o la gallina. Nell’impossibilità di saperlo, e dopo avere lett Nietsche ed Evola, applico la mia volontà di potenza e non rubo. Tutto il resto non mi importa. Gli altri ladrano? Echissenefrega. Gli altri non fanno un cazzo? Echissenegrega. E dopo avere letto quell’altro, quello nato a Natale, non giudico per non essere giudicato. Io, come vede, sono più anarchico di Tizzi. La mia anarchia non riguarda le tasse, lo stato, gli eserciti, la finanza. E’ una anarchia interna. Laonde per cui (come diceva Peppone), sostanzialmente, se mi dicono che sono un parassita, non me ne frega il suddetto ed ormai abusato cazzo. So long.
la spesa pubblica a mio avviso passa anche attraverso il costo di mantenimento dei grandi palazzi al centro di Roma sedi di istituti statali sicuramente necessari per la funzionalità dello Stato. Ora mi domando come mai le società private che debbono far quadrare i propri conti preferiscono vendere queste immobili costosi migrando alla periferia delle grandi città mentre strutture pubbliche possono permettersi il lusso di mantenere o addiruttura acquisire magari un grattacielo al centro di Roma spendendo anche per ristrutturarlo?