18
Giu
2009

Scuola, una piccola buona notizia?

Intervistata oggi dal Corriere, il ministro Gelmini commenta forse con toni eccessivamente trionfalistici (la scuola fa schifo, abbiamo ragione a volerla cambiare) una sonora stroncatura della scuola italiana da parte dell’Ocse, oggetto di discussione in un incontro col Ministro organizzato dalla associazione Treellle. Però annuncia anche una piccola novità. Il ritorno del buono-scuola nelle proposte sull’istruzione del centrodestra. Dice Gelmini:

«Stiamo pensando anche ad al­tre riforme che non c’entrano con l’Ocse. Come il sostegno economi­co per le scuole paritarie».
Vuole dire le scuole private? Co­sa vuole fare?
«
Io le chiamo paritarie, o anche non statali. E, Costituzione alla ma­no, voglio che tutti abbiano il dirit­to di scegliere se andare alla scuola pubblica o alla scuola paritaria. Quindi, siccome le scuole paritarie costano, sto pensando ad una rifor­ma che dia la possibilità di accede­re ad un bonus a chi vuole frequen­tarle. Un po’ come già succede in Lombardia».
Ma questi sono costi aggiunti­vi?
«La libertà di scelta è un diritto costituzionale. E sono tante le rifor­me che si possono fare risparmian­do soldi e facendo funzionare la scuola. I dati Ocse, ad esempio quelli che riguardano la Finlandia, lo dimostrano».
Cosa dimostrano?
«Che non è vero che bisogna puntare sulla quantità, bensì sulla qualità. Intendo: quantità di soldi, di ore di insegnamento. Non è questo che qualifica la scuola, necessariamen­te. Veramente basta sfoglia­re il rapporto per capirlo. E sono felice che finalmente il governo e l’Ocse abbiano un’identità di vedute su questo punto, sono certa che faciliterà il dibattito».

Il buono-scuola è stato uno dei cavalli di battaglia di Forza Italia, e per inciso lo è ancora di Valentina Aprea, che in FI è andato pian piano a monopolizzare il dibattito sui temi dell’istruzione. Negli anni Novanta, sul voucher si sperimentò un allineamento centrodestra-Chiesa cattolica molto più virtuoso di quello di oggi, auspice il cardinal Ruini. Per il voucher, si giunse a mobilitazione di piazza, e Nando Adornato, all’epoca del Liberal settimanale, s’inventò addirittura un movimento per la scuola libera. Come si evince dai pochi protagonisti sin qui richiamati, e senza offesa per nessuno di loro, non fu una battaglia fortunatissima. Anche perché le scuole private, al momento della scelta fra pochi quattrini, maledetti subito e sottobanco, e la lotta trasparente per il voucher di marca friedmaniana, costosa in termini politici, presero i quattrini. Primum vivere, il “buono” è stato rimandato al ritorno di Berlusconi a Palazzo Chigi, e poi come sempre chi s’è visto s’è visto. La stessa intervista di Gelmini non è il massimo della chiarezza: pensa a un voucher per tutti, o a una misura solo per le fasce più deboli (come in Lombardia)? E perché parlare di sostegno alle scuole paritarie, e non subito di buono e libertà di scelta? E, ancora,  perché non pensare ad un sistema equivalente ma forse più semplice del voucher, cioè a un credito d’imposta per chi sceglie il privato? Vivremo e vedremo. Il ministro Gelmini sembra avere più coraggio della media dei suoi colleghi. Magari la libertà d’educazione si è finalmente trovata un cavallo buono.

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3 Responses

  1. Davide

    sarebbe veramente ora… Quando mio figlio sarà grande mi piacerebbe poterlo mandare in una paritaria, se reddito e voucher lo permetteranno!

  2. purtroppo l’assenza di concorrenza nell’educazione ha brutte conseguenze. Il fatto che gli stipendi dei professori siano troppo bassi è riconducibile anche a questo: non esiste un mercato degli insegnanti perché non esiste un mercato degli studenti e quindi l’incentivo a differenziare l’offerta è minimo. Grazie per l’attenzione.

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