3
Nov
2011

Sberleffi alla francese – di Angelo Spena

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Angelo Spena.

Ma ve lo immaginate un Mitterrand, un Giscard d’Estaing, un De Villepin dinoccolarsi facendo le boccacce, come le marionette sui palchetti improvvisati per i bambini nel parco del Gianicolo? Fossi un cittadino francese proverei empatia per gli italiani per la semplice ragione che risulta evidente che siamo sulla stessa barca, e non intendo solo quella della crisi economica.Si sa, i francesi con lo stile hanno un rapporto bivalente. Dalla haute couture agli sberleffi. Chi ha un amico francese conosce bene quella pernacchietta soffiata da un angolo della bocca a significare un certo disprezzo; non è il massimo dello charme, ma è trasversale, direi nazionalpopolare. Insomma, la fanno tutti. Per fortuna che il Presidente Sarkozy non ha commisurato l’intensità del gesto al suo livore per il nostro Presidente, altrimenti l’audio dei clip postati in rete sarebbe stato insostenibile.

A volte la forma è anche sostanza. Questi sono i protagonisti di oggi.

Non c’è commentatore politico che non sottolinei la mancanza di statisti. Scriveva Ernesto Galli della Loggia poche settimane fa (“Governanti del nulla”, Corriere della sera, 21 agosto 2011): “Proprio nel momento peggiore della sua storia post-bellica l’Occidente scopre di essere nelle mani di leader privi di temperamento, di coraggio e soprattutto di visione”. Per questo dispiace che sul FT Beppe Severgnini (“How Italy just survives having the class truant as leader”, Financial Times, October 26 2011) pur nell’ambito di una analisi purtroppo anche condivisibile della situazione italiana (“We are remote-controlled from above and micro-regulated from below”) non abbia colto alcunché di questo aspetto della questione, rimarcando soltanto “It was not a great day for Italy”. No, non solo for Italy.

Siamo alle solite? Déja vu? “… e ai francesi ancor gli girano …” canta una ballata di Bruno Lauzi (e con le ballate e gli chansonniers c’è dimestichezza alla Maison). Certo da Alitalia a Parmalat alla Libia al licenziamento senza preavviso del business nucleare (e scusate se è poco) il confronto tra le destre è stato duro: ma tant’è, à la guerre comme à la guerre.
Auguriamoci tempi migliori per tutti e per tutto, cari cugini.

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5 Responses

  1. Già di leader, nel senso vero del termine, nemmeno l’ombra. Oggi di fronte alle grandi sfide che ci vengono proposte abbiamo in tutta Europa una pattuglia di primi ministri di basso livello. Mi pare gente più interessata ai sondaggi che a definire una strategia: è vero manca la visione. Per cui fate voi quanta fiducia e credibilità hanno ai miei occhi i vari Merkel e Mr Bruni. L’unico che pare non accorgersene è il Beppe nazionale. Meglio fa finta di non vedere: perchè il far finta è funzionale al suo anti berlusconismo. Intendiamoci è legittimo essere anti berlusconiani come lo è non esserlo. Però Servegnini non lo so sopporto. Finto umile invece è un personaggio arrogante, dispotico paraculo tutti sorrisi, falso buono. Gira il mondo sputtanando l’Italia in ogni occasione, campione di banalità e superficialità. Personaggio che fa dell’autoreferianzilità la propria bandiera spiegata come vessillo di guerra in ogni suo articolo. In più uno che si fregia, come molti del resto, di essere l’erede di Montanelli e che nell’anniversario della scomparsa firma un pezzo in cui per tre quarti lo descrive solo in funzione delle sue prese di posizione anti berlusconiane. Senza per esempio citare il fatto minuscolo che fu gambizzato dalle br in tempi in cui non far parte del pensiero unico era davvero una scelta di vita pericolosa. Potrei continuare. Chiedo scusa ma quando sento parlare di Servegnini mi parte l’embolo.

  2. CLAUDIO DI CROCE

    @Alessandro Ciuti
    per carità non si faccia venire un embolo per un imbecille, saccente , presuntuoso come quello . Come lui ce ne sono molti , bisogna semplicemente ignorarli .

  3. carlo grezio

    “IL GRANDE STAVISKY” di Alain Resnais , vecchio film francese con Jean Paul Belmondo ,sul grande truffatore francese degli anni trenta finisce con questa frase : “Se lo immagina Lei come riderebbe se vedesse le passioni, i morti, gli odi che la sua avventura ha scatenato? Io l’ho capito troppo tardi: Stavisky ci annunciava la morte. Non soltanto la sua, ma anche e soprattutto la morte di un’epoca“

    Se questo ottimo film, forse non un capolavoro, ma sicuramente una grande ricostruzione di una storia reale e contemporaneamente assurda e fantastica passasse di nuovo in tv qualcuno, forse tutti, potrebbe riconoscere finalmente il maggior riferimento storico-culturale di Berlusconi: il grande truffatore francese degli anni trenta, interpretato da un Belmondo bello e affascinante, come lui non è mai stato.
    Guardate come Berlusconi si veste , come si trucca ,a quale immaginario si riferisce : una simpatica canaglia …quello che avrebbe voluto essere, quello che disinvoltamente afferma tutto ed il contrario di tutto, soggetto a mille ricatti, mantenendo tutto immobile per poter galleggiare.

    La tragedia ovviamente non è rappresentata da Stavisky-Berlusconi, che è a suo modo l’eroe di una fiaba picaresca irresistibile e irripetibile, la tragedia sono gli italiani l’hanno preso sul serio: una nazione intera che ha dilapidato più di un decennio seguendo un improbabile cialtrone, eleggendolo più volte insieme all’altro truffatore leghista che ne ha colto la possibile sinergia..

    Eppure tutti sapevamo la verità …facciamo quattro esempi su quattro fandonie facili facili :

    IL GRANDE COMUNICATORE: chiunque analizzi la comunicazione di B politico ha ben chiaro che non sa comunicare : non è in grado di sostenere un contraddittorio televisivo; non accetta domande in conferenza stampa; comunica con monologhi in video e per telefono : mai stato un comunicatore, solo un enorme bluff.

    IL GRANDE IMPRENDITORE : dove sarebbe il successo imprenditoriale senza corruzione,evasione fiscale, distrazione di fondi ? Dalla fondazione delle 22 Holding Italiana 1-22 con 22 teste di legno, con capitali di cui non si è mai identificata la reale provenienza, tutti sapevamo che senza scambi con Craxi non vi sarebbe stato alcun impero televisivo.

    IL GRANDE CONQUISTATORE : uno che paga le donne è un grande conquistatore ? dove ? quando ? nel paese dei latin lovers lo sanno anche i sassi che il conquistatore non paga cash ragazzine decerebrate e prostitute professioniste.

    IL GRANDE POLITICO : non ha combinato nulla, non ha mantenuto un impegno, non aveva un progetto, solo chiacchiere. Ha portato in politica i peggiori cialtroni mai visti grazie al disimpegno ed alla imbecillità della gente soi-disant perbene.

    La politica italiana degli anni 2000 è la riedizione di una pochade francese degli anni trenta, in cui il mediocre protagonista, ha successo grazie alla coglioneria di chi gli sta intorno; esattamente quello che è successo in Italia : 17-18 milioni di persone hanno creduto che un truffatore potesse avere un progetto politico, da realizzare coinvolgendo cialtroni, incompetenti, pregiudicati, prostitute e conniventi.

    Cercate di rivedere “Il grande Stavisky” di Alain Resnais, potreste riconoscere molti personaggi della politica odierna.

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