Sant’Angela Merkel abbassa le tasse, lei
I media tedeschi hanno avuto una reazione complessivamente tra l’esplicitamente negativo e il dichiaratamente scettico, alla decisione assunta ieri dallo stato maggiore della Cdu e della Csu insieme al cancelliere Angela Merkel: in vista delle consultazioni del prossimo settembre, porre al centro del manifesto elettorale – da approvarsi dai congressi delle due formazioni prima del voto – l’esplicito impegno a un deciso taglio alle imposte per l’ammontare di 15 miliardi di euro. Non è un granché – metà della nostra Irap che penso dovrebbe sparire con il federalismo fiscale se il governo italiano attuale davvero pensasse a una riforma per la crescita. Ma è comunque un impegno che merita di esser salutato con evviva espliciti, da parte di chi la pensa come noi. I tempi sono quelli che sono, ed è per questo che la stessa FAZ, che certo non tifa a sinistra, oggi scrive che sarebbe più prudente evitare annunci consimili, visto che già alle ultime elezioni la Merkel perse una barca di voti dovendosi rimangiare all’ultimo momento le promesse di taglio alle tasse (si era addirittura per qualche giorno parlato di un’ipotesi di flat tax, prima che il professor Kirchhof venisse travolto).
La stampa moderata tedesca – ma sarebbe esattamente la stessa cosa anche da noi – fa notare che è da irresponsabili promettere tagli alle tasse, con un deficit federale che al 2010 in previsione è raddoppiato rispetto a sei mesi fa, schizzando oltre gli 85 miliardi di euro. Il punto è che se non si abbassano le tasse non si taglieranno mai le spese, ed è questo il mantra che noi poveri quattro gatti offertisti dobbiamo essere disposti a ripetere sino alla noia. Anche in Italia, dove l’unica preoccupazione dell’attuale governo è diventata perdere il meno possibile del gettito ereditato da Visco e Padoa-Schioppa, al netto di ICI, detassazione investimenti e poco altro. Faccio presente che in Francia l’Iva sugli esercizi commerciali e turistici scende dal 19,5 al 5,6%, questa settimana: auguri ai vessati concorrenti italiani…..
Globalmente son d’accordo sulla stragrande maggioranza di quel che si scrive qui. Però non dovrebbe esser si tagliano le spese cosicchè si possan tagliare le tasse?
Poi se le cose avvenissero in maniera quasi contemporanea non avrei da obiettare.
Quanto all’Iva di cui sopra, ok, meglio se più bassa in generale, ma il punto, almeno secondo il mio semplice punto di vista, è che tutte queste differenze (es. tra Sky e i Libri, oppure la cioccolata e il turismo) e i criteri secondo cui vengono assegnate son a dir poco opinabili. Ancora ancora posso provare a capire trattamenti di favore alla sanità, forse, ma ci sarebbe da discutere, ma per il resto credo sarebbe più giusto se fosse alla pari per tutti.
mah io sono del parere che sia al 5% sui beni di lusso e allo 0% su quelli di prima necessità che al gionro d’oggi sono auto, benzina, beni informatici etc… mi pare che in uno stato degli USA l’iva sia al 4%