13
Lug
2009

Sangue sudore e lacrime

Il 4 Luglio l’Economist ha scritto (p 26) che l’ottimismo di Berlusconi rischia di rendere ancora più improbabili le riforme di cui l’Italia ha bisogno, e che questo Governo (tanto quanto il precedente) non sembra neanche in grado di concepire. Certamente, del resto, non ci si può aspettare nulla di buono da un Ministro dell’Economia colbertista e da conti pubblici che stanno esplodendo, con un deficit salito al 9%, ma il tempo corre.

Eppure, ricorda l’Economist, se l’Italia fosse governata da un leader in grado di spiegare la gravità della crisi agli italiani, forse qualcuno lo seguirebbe, come quando si rese necessario sacrificarsi per entrare nell’euro. Se la crisi non esiste, d’altra canto, come giustificare profonde e dolorose riforme? Continuiamo ad illuderci di vivere nel paese dei balocchi.

A furia di dire che la crisi è un fenomeno puramente psicologico (e fare pressioni dissuasive su chi afferma il contrario), prima o poi il Governo proverà a curarla facendo incetta di Prozac. Bisognerebbe invece piantarla con questa recita e mostrare almeno per una volta un po’ di fegato. Ma, si sa, “il coraggio uno non se lo può dare”.

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6 Responses

  1. bill

    C’è del vero, ma allora spieghiamola questa crisi. Spieghiamo da dove è nata, come e perchè, e soprattutto che le cure che Obama e tutti gli altri stanno predisponendo rischiano di renderla permanente, a dispetto del colore dei vestitini di sua moglie che piacciono tanto alla stampa internazionale.
    Ci spieghi magari l’Economist la meraviglia che sta accadendo nel suo, di paese, dove le cose le prendono tanto seriamente (lei dice?).
    Poi, venendo a noi, finchè non si farà una vera, seria riforma fiscale e un contemporaneo dimagrimento dell’apparato pubblico e delle sue competenze e dei suoi appetiti, penso non si risolverà mai nulla. Facile a dirsi; evidente difficilissimo a farsi..C’è mezzo paese, stampa compresa, che vive di provvidenze statali..Altro che coraggio..

  2. Pietro Monsurrò

    Beh, per fare le riforme serve coraggio. Il governo non ne ha, quindi niente riforme. Le riforme sono necessarie per il futuro, quindi non abbiamo un granché davanti come futuro. Il ragionamento è semplice.

    Le cause della crisi secondo me sono abbastanza evidenti: interventismo statale che provoca moral hazard, distorsioni governative sui mercati immobiliari, e 15 anni di demagogia monetaria continuativi che avrebbero dovuto introdurci in una new era quando in realtà ci hanno gettato nella più gravi crisi finanziaria degli ultimi 80 anni.

  3. Rino P.

    Quoto per intero l’intervento di Bill…. o si fanno delle riforme serie – meno spese per pagare meno tasse – o è meglio stare fermi.

  4. marco

    Buongiorno, credo sia palese la necessità di fare delle riforme strutturali serie. Viene da chiedersi quale sia la priorità visto che dovremmo riformare praticamente tutto, il sistema previdenziale, il mercato del lavoro, il sistema sanitario, senza dimenticare una bella sfoltita ad una apparato pubblico che ingoia miliardi di euroe senza restituire nessun servizio degno di nota!
    Cosa fare prima, quali sono le priorità?
    grazie
    marco

  5. luigi zoppoli

    Esordisco con il dire che spiegare la crisi partendo da adamo ed eva serve a poco. Sarebbe stato argomento da trattare nei media i quali hanno avuto a che fare con ripetuti inviti a tener la bocca chiusa. E per quanto riguarda l’informazione televisiva la bocca l’hanno tenuta non chiusa ma sigillata.
    Sono colpito dallo scarso peso che persone di qualità, prestigiose istituzioni ed intelligenze che pure ci sono riscuotono presso il governo. Non ne capisco la ragione ed ancor meno capisco quando i fatti smentiscono ogni istante l’ottimismo da bar.
    Mi auguro di sbagliare ma temo che il ministro tremonti nel suol ruolo politico di collegamento e garante della lega costituisca un elemento di freno rispetto alle necessarie riforme anche quando sarebbero poco o per nulla costose.
    luigi zoppoli

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