Ron DeSantis, l’anti-Trump
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Federica Pontremoli
Lo scenario politico delle prossime elezioni americane vedrà ancora contrapporsi, in uno strenuo braccio di ferro, il democratico Joe Biden contro l’ex Presidente repubblicano Donald Trump? Sulla questione ha offerto notevoli spunti di riflessione Glauco Maggi, giornalista a New York per La Stampa, Investire e money.it. In un seminario che si è tenuto lo scorso 21 giugno presso la sede di Milano dell’Istituto Bruno Leoni, Maggi ha delineato il profilo dei candidati alle prossime primarie americane, previste per l’inizio del 2024.
Secondo gli ultimi sondaggi, Trump, ad oggi, risulterebbe il candidato favorito alle prossime primarie repubblicane. Non è detto, però, che l’imprenditore e personaggio televisivo americano riesca ad ottenere consensi pari o superiori a quelli del suo ingresso in politica nel 2016. Secondo Maggi, infatti, l’ex Presidente, che ha spopolato alle presidenziali di 7 anni fa, grazie a un’immagine di uomo nuovo e dissacrante costruita ad hoc, ha invece indebolito la sua posizione a seguito delle recenti vicende giudiziarie. Il comportamento di Trump, dopo la vicenda dei documenti classificati tenuti a Mar-a-Lago e all’utilizzo di parte dei fondi elettorali, potrebbe costargli fino a qualche anno di reclusione.
Viste queste premesse, la vittoria di Donald Trump potrebbe essere dovuta, soprattutto, all’avversione nei confronti dell’altro candidato. Il naturale rivale in questione è, come si può pensare, Joe Biden, Presidente in carica degli Stati Uniti. L’attuale Presidente è risultato vincitore delle elezioni del 2020 ottenendo 81 milioni di voti, a fronte dei 74 milioni avuti da Trump, in uno scenario da record per il Paese, in quanto 160 milioni di cittadini si sono recati alle urne. Anche al Presidente in carica sono da imputare alcuni errori: il più recente è l’incapacità di gestione dei costi e dell’organizzazione sociale dell’ultima ondata migratoria.
La speranza degli scettici dell’operato di Trump e Biden è riposta in un terzo candidato, ovvero il governatore della Florida e membro del partito repubblicano Ron DeSantis. Maggi, nel tracciare il profilo di una nuova figura, che si sta mettendo in luce sulla scena politica americana, ha analizzato l’andamento dell’economia della Florida. I dati sullo sviluppo del Sunshine State parlano chiaro. Per citarne alcuni, l’attuale tasso di disoccupazione registra una percentuale pari al 2,5%, mentre la media nazionale si attesta attorno al 3,4%. Il PIL, dal 2016 al 2021, ha avuto una crescita del 17,8%, risultando dunque molto più elevato di quello di New York, che ha registrato un tasso di sviluppo dell’8%. Un altro indicatore di grande importanza è dato dalle percentuali della tassa statale, che si aggira attorno al 19% a New York ed è pari a 0, invece, in Florida.
Sulla vita e la storia personale di DeSantis, Maggi ha tracciato il profilo di una sorta di self-made-man. Figlio di emigrati italiani di famiglia piccolo borghese, stanziatasi in Florida dopo l’approdo a Ellis Island, DeSantis è cresciuto in un ambiente intriso dei valori del cattolicesimo e del patriottismo. Durante gli anni della sua formazione accademica, svolti in prestigiose università quali Yale e Harvard, ha goduto di un’ottima reputazione sia in qualità di brillante studente, vincendo anche una borsa di studio, che come buon giocatore di baseball. DeSantis, frequentando queste università, ha avuto modo di scoprire le idee di sinistra che caratterizzavano quel mondo accademico. Dal confronto con queste ideologie, egli ha rafforzato ancora di più le proprie posizioni conservatrici e i valori con cui era cresciuto. Grazie alla laurea in giurisprudenza ottenuta, ha prestato servizio nell’esercito in qualità di pubblico ministero del tribunale dell’esercito, prima a Guantanamo e poi in Iraq . Sia Trump che Biden non hanno mai fatto il servizio militare, essendosi “imboscati” ai tempi della leva per il Vietnam.
La linea seguita da DeSantis in ambito sociale è fedele ai dogmi conservatori. L’attuale governatore della Florida, infatti, ha dichiarato più volte di aderire a politiche di protezione della famiglia, seguace della destra conservatrice e dei principi cristiani. Abbraccia dunque posizioni antiabortiste ed è contrario all’insegnamento della critical race theory e della gender theory nelle scuole pubbliche. DeSantis è un candidato liberale, alla maniera del Partito repubblicano tradizionale, in politica economica.