15
Lug
2014

Ritenuta automatica sui bonifici dall’estero: una buona notizia

Si è finalmente chiusa la vicenda legislativa relativa all’applicazione della ritenuta automatica sui bonifici dall’estero.

La norma, introdotta nel 2013, applicava ancora una volta quella diffusa presunzione di evasione a carico dei contribuenti, prevedendo l’applicazione di una ritenuta del 20% su redditi e attività di natura finanziaria provenienti dall’estero e addossando quindi al contribuente l’onere di dimostrare che le somme riscosse non dovevano essere soggette a prelievo erariale.

L’Istituto Bruno Leoni aveva già espresso la convinzione che si trattasse di “un inversione inquisitoria dell’onere della prova a carico delle persone fisiche, con l’effetto di gravare i contribuenti di oneri amministrativi ingiustificati e, magari, di lucrare sulla distrazione di alcuni di essi”, peraltro superflua visto che i redditi in questione sono comunque soggetti ad obblighi dichiarativi del contribuente e a tassazione.

Avevamo anche iniziato a sperare per l’abrogazione della norma, quando, nel febbraio scorso, un provvedimento dell’Agenzia delle entrate ne aveva differito l’efficacia, mentre il ministro dell’economia Saccomanni, nel passaggio di consegne al suo successore, lo invitava a valutarne l’abrogazione.

Appena in tempo per scongiurare il termine iniziale di efficacia, il decreto legge n. 66/2014 ha definitivamente eliminato dall’ordinamento quella che in un editoriale dell’Istituto avevamo definito “una misura punitiva per un’evasione presunta e generalizzata”.

Una concreta, buona notizia. Finalmente.

 

3 Responses

  1. Lorenzo

    In Italia non c’è più mercato. Ci salviamo con le commesse estere.
    Se ai pagamenti dall’estero si applica una ritenuta del 20% ci avrebbero convinto definitivamente ad abbandonare questo manicomio e trasferirci all’estero.
    Ridateci Andreotti.

  2. Mike_M

    Mi verrebbe da dire: una carotina al povero contribuente in vista di chissà quali bastonate prossime venture …

  3. victor carlos

    Buona notizia per il latitante buonsenso. Pessima per l’Agenzia delle Entrate, come al solito emblema dell’occhiuto estremismo persecutorio e dell’ottusa supponenza autoreferenziale della burocrazia italiana. Alla quale intende sottomettere istituzioni e cittadini nel nome di una antico retaggio di potere a cui non ha intenzione di rinunciare. Per la verità poco o nulla contrastata da imbelli politici e governanti mediocri e sprovveduti. Che dire, al riguardo, delle centinaia e centinaia di decreti attuativi di leggi che giacciono come lettera morta dopo l’approvazione parlamentare? Forse, talvolta, mal concepite e peggio varate. Ma senza dimenticare che nella elaborazione sistematica preventiva e/o in itinere dei provvedimenti legislativi interviene in misura prevalente la medesima mano “tecnica” degli apparati buracratici. Il che fatalmente riporta il discorso al medesimo punto di responabilità. Di politici come di burocrati si può soffrire e morire. Ma, almeno, qualche politico si può mandare a casa. Capi, capetti, funzionari e funzionarietti chi li schioda dalle loro comode e impunite scrivanie?

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