Ritardati pagamenti PA: punire i politici
Evviva, la pubblica amministrazione è finalmente obbligata a saldare i suoi debiti in 30 giorni come termine ordinatorio, ed entro 60 al massimo perentoriamente. Dopodiché scattano interessi dell’8%. E’ la direttiva approvata tre giorni fa dal Parlamento Europeo, e subito si è stappato champagne. Nell’Italia odierna la media dei pagamenti della PA è salita dai 128 giorni del 2009 ai 140 quest’anno, attestano Confindustria e Rete Italia. Con settori in cui si superano i 180, afferma l’Associazione Nazionale dei Costruttori. E sacche di debito insoluto – per esempio nel settore sanitario, in alcune Regioni del Centrosud – in cui il ritardo arriva a 800, 900 e anche più di 1000 giorni. E’ uno scandalo italiano che si misura in anni, non in settimane. La classica misura dell’inefficienza, approssimazione e illegalità corruttrice dello Stato italiano. Ho un’ideuzza a sorpresa, per attuare la norma…
Il rispetto alla lettera della nuova regola porterebbe in poche settimane dai 50 ai 70 miliardi di euro nelle casse delle imprese. Per molte di loro, una boccata d’ossigeno decisiva. Per non poche, la differenza tra sopravvivere e continuare a dipendere dalla sola moratoria bancaria. Ma è inutile illudersi. E non solo perché Strasburgo lascia a ogni governo sino al 2013 per la messa in regola.
Il realista pensa che resterà una grida manzoniana. L’ottimista testone – eccomi – aggiunge: a meno che… Vediamo. Per realismo, va ricordato che le norme di contabilità pubblica prevedono che il debito pubblico sia tale solo alla scrittura di un mandato di pagamento, o della concessione di una garanzia reale che riconosca il debito come escutibile o scontabile in banca o su un mercato secondario (come capita ai Bot). La contabilità pubblica è per cassa, non per competenza. A molti sembrerà strano, ma se avete vinto una gara bandita dalla PA per la prestazione di un servizio o l’acquisito di un bene, ai sensi del diritto privato siete tutelati a ricevere il compenso dovuto. Ma per la contabilità pubblica quel debito della PA non esiste sinché non viene certificato o pagato almeno in parte. Poiché moltissime Autonomie locali non riescono fronteggiare i debiti per i vincoli del Patto di stabilità interno, il rispetto testuale dei 30 giorni porterebbe automaticamente all’emersione di debito pubblico per 3 o 4 punti aggiuntivi di Pil. Si può immaginare la giusta contrarietà di Tremonti.
A meno … a meno di immaginare un meccanismo che unisca tre diversi pilastri – rigore, trasparenza e prevenzione – facendo contenti sia imprese sia Tesoro. Qualunque garanzia pubblica sul debito insoluto oltre i 60 giorni può essere reperita nell’ambito della Cassa Depositi e Prestiti, il cui bilancio sta fuori dal recinto del debito pubblico per Bruxelles, esattamente come per gli analoghi istituti tedesco e francese. L’intero debito sarebbe immediatamente bancabile senza aggravi per il Tesoro. Per le Autonomie non in linea col patto di stabilità, si imporrebbe però un controllo di legittimità preventivo da parte della sezione specializzata della Corte dei Conti. E infine una doppia penalizzazione automatica: sui futuri impegni di spesa dell’Ente pubblico fino a regolarizzazione del debito avvenuta, ma anche – sorpresa! – in termini patrimoniali e personali per gli assessori e i politici che deliberano spese senza aver denari in cassa. Solo se rendiamo responsabili coloro che spendono in deficit, limitandoli e colpendoli a tempo nel loro patrimonio, evitiamo che a risponderne siano poi gli incolpevoli successori. E non ditemi per favore che a quel punto è come dire che politica la possono fare solo i ricchi, perché bastano sanzioni commisurate allo stock di patrimonio detenuto e al reddito dichiarato, oltre che alle attività partecipate o controllate. Che ne pensate? Non è dal basso, che bisogna fare efficienza e rigore?
sicuramente prima dell’articolo si è bevuta una magnum di champagne….e comunque se trovi un politico che lo fa, non che sia d’accordo a a parole….
Saluti champagnini.
La politica la possono fare solo i ricchi è stata una buona scusa che ha portato a creare questa pletora di decine di migliaia di parolai, di destra e sinistra, che hanno vissuto per decenni sulle spalle dei contribuenti. Caro Oscar, a chi facesse un’obiezione simile, rispondiamo “Overruled”.
Una domanda a te o a chi potrebbe avere in mano gli strumenti numerici, i dati, per rispondere: è possibile che questo perverso meccanismo che è una scure sul collo delle imprese che trattano con la PA, favorisca in altre transazioni una certa tendenza al nero? Spero che non sia una domanda stupida o ingenua, ma è solo una curiosità da persona che non ha in mano cifre su cui ragionare. Forse certe imprese, di fronte ad uno Stato che frega due volte, primo con la riscossione di una quota di imposte al momento dell’emissione della fattura e secondo con il non pagamento delle stesse per mesi ed anche anni, tendono a tutelarsi nei momenti di magra, in modo certamente non legale ma secondo una reazione che è effetto dei mancati incassi da parte della PA. (Nota: non sto giustificando l’evasione, sto solo cercando di interpretare se ci sono situazioni che gioco forza potrebbero indurre ad evadere).
Federico
Approvo in pieno. Il problema è : i politici vogliono assumersi queste responsabilità? Ne dubito.
Credo sia un’ottima proposta che condivido in ogni punto. Addirittura sono tra quelli che pensa che se la PA cominciasse a pagare in tempo si migliorerebbero anche le opere appaltate.
Tutto questo però desta in me una preoccupazione: non è che spostando il ‘debito’ si rischi di mettere a repentaglio (da un punto di vista, come dire, dei giochetti politici – aka corruzione -) anche la Cassa depositi e prestiti (ammesso e non concesso che non lo sia già)?
Ad ogni modo a me pare che i ‘nostri politici’ abbiano cose più importanti da decidere (e già da un bel po’) e
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sui futuri impegni di spesa dell’Ente pubblico fino a regolarizzazione del debito avvenuta, ma anche – sorpresa! – in termini patrimoniali e personali per gli assessori e i politici che deliberano spese senza aver denari in cassa.
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Le cose non stanno così. Nei comuni il rispetto del patto di stabilità e quindi il pagamento tempestivo dei fornitori di spese in conto capitale (titolo II) è per certi versi un terno al lotto e quindi l’unico modo sicuro per centrare l’obiettivo sarebbe non fare assolutamente nulla.
Basta mettersi d’accordo prima.
chi era quel tenore che cantava oggi su radio 24? 🙂
Non solo pulire i politici come espresso nell’articolo ma anche ANTEPORRE IL PAGAMENTO DEI FORNITORI ALLE SPETTANZE (GETTONI, STIPENDI, CONSULENZE, ECC.) DEL PERSONALE POLITICO ELETTIVO E/O DI NOMINA POLITICA.
a quando un’analogo provvedimento anche per le imprese private ?
Non pensa sia arrivato il tempo che anche le imprese private , soprattutto quelle di grossa ” taglia ” , adempiano ai loro pagamenti entro 30 giorni , come accade in tutto il
mondo civile .
pagamenti piu’ rapidi significano meno oneri bancari , piu’ flusso di cassa , piu’ liquidita’ ,
maggiore facilita’ nel programmare gli investimenti , piu’ certezza di incassare i crediti .
Questo gioverebbe alla competitivita’ di tutto il sistema italiano , certo si toglierebbero delle rendite di posizione alle banche ma, queste , sarebbero costrette a fare il loro mestiere e cioe’ fare credito a chi lo chiede .
se pensa che meriti una risposta rimango in attesa .
Sono realista: possono anche autoobbligarsi a dover restituire il dovuto entro e non oltre un giorno, ma non è questo il punto. Può una semplice norma per quanto giusta sia, risolvere problemi interni e profondi di inefficienza alla PA?
I termini di pagamento fanno parte di contratti.Se le leggi che ne regolano l’adempimento funzionano male per un qualsiasi motivo,occorre eliminare quel motivo.Il problema non è quindi aggiungere,ma togliere.A meno che per il diritto le complicazioni e le ridondanze siano una utilità.
Mi piace… l’idea mi piace.. Per il politico di turno o per il manager pubblico di turno c’è un’antro mezzo… un’assicurazione rc.. andrebbe bene anche per giudici e magistrati, dove non è carino avere professionisti come i medici assicurati… e altri professionisti che in caso di errore fanno pagare dei terzi… la legge deve essere uguale per tutti..
solo una mia banale opinione..
Buona idea: provi a vedere se Beppegrillo è s’accordo ed avremo una insolita alleanza orientata ad un obiettivo.
Sarebbe interessante a vedere se altri moralisti di professione sono d’accordo. Se sì, la cosa potrebbe essere interessante, se no, sputtanati!
Se ho letto bene la direttiva europea, il pagamento viene comunque subordinato a quanto scritto nel contratto e quindi non si accorciano i pagamenti.
Faccio un esempio:
Il mio fornitore di gas (a casa) mi chiede pagamento entro 30 gg.
Lo stesso fornitore e’ anche mio cliente per materiale vario (ho una piccola srl) e mi impone pagamento a 120 gg, prendere o lasciare.
Non mi pare che la direttiva sia di molto aiuto…
Al fine di non superare i 60 gg propongo che l’IVA venga versata per cassa. Ciò comporterebbe un interesse del governo centrale affinchè i pagamenti vengano effettuati nel più breve tempo possibile ed inoltre il governo centrale diventerebbe garante del credito ( figura che non esiste ma che è indispensabile per le PMI !! ). Va da se che che a muovere il Mondo sono l’energia e ………la volontà !!