Risanamento, il giudice “adelante, con juicio”
Il giudice della sezione fallimentare del Tribunale di Milano Pierluigi Perrotti ha fatto come il gran cancelliere Antonio Ferrer nel XIII capitolo dei Promessi Sposi. La folla invoca giustizia contro gli affamatori e lui la vellica e l’asseconda con parole acconce. Tranne che la sua carrozza serve per salvare il vicario, oggetto delle ire pubbliche, non certo a tradurlo in prigione. Così Perrotti ha rinviato l’udienza per la formalizzazione della richiesta di liquidazione avanzata dalla Procura di Milano su Risanamento. Le banche avranno tempo fino al primo settembre per preparare in dettaglio il piano di ricapitalizzazione del quale fio a ieri in tardo pomeriggio hanno messo a punto solo i dettagli di ordine generale, e l’udienza si terrà il 22. Se davvero il giudice fosse stato convinto prima facie dei rilievi contenuti nelle contestazioni della Procura di Milano – i pm Pedio e Pellicano son dell’idea che la continuità aziendale manchi dal 2008, mica ora – far passare altro tempo rende solo difficilmente perseguibile l’insinuazione a passivo dei bondholder di Risanamento che si vedono minacciati nel portafoglio. Ma tant’è: le banche azioniste sono in Italia quello che era la Sua Maestà di Spagna nella Milano della rivolta del pane. I pm hanno acconsentito al rinvio per non farsi dare dei distruttori, ma hanno già detto che restano della loro idea. Accetto scommesse. le banche tratteranno fino alla fine su una dote di capitale per Risanamento maggiore di quella che hanno a oggi indicato, ma alla fine la spunteranno loro. Inutile dire che, chiunque di voi con la sua piccola o media impresa si trovasse con un’istanza di fallimento presentata dalla Procura, potrebbe scordarsi ogni trattativa, pubblica e privata, tanto più dietro lo scudo del rinvio del giudice.