Riforma-lavoro? Non la voterei. Tagli di spesa? Questi e altri, per meno tasse a lavoro e impresa
Ho appena appreso con soddisfazione che domani il senatore Nicola Rossi, presidente dell’Istituto Bruno Leoni, annuncerà motivando in un’intervista al Sole il suo no alla riforma del mercato del lavoro. Per come essa ha preso forma definitiva ieri, io non la voterei. Resta tutto il giro di vite alla flessibilità in entrata, mentre il giudice con la sua piena discrezionalità domina in ogni forma di licenziamento. Il finanziamento al sussidio universale di disoccupazione resta largamente inadeguato a renderlo appunto universale. I contributi salgono, invece di scendere per il lavoro e per l’impresa. In più, sui aggiunge come pessima trovata dell’ultimora la nuova sberla di due euro di tassa aggiuntiva per ogni passeggero aereo, e di dieci punti in più per i proprietari di casa che non affittino a cedolare secca: nuove sberle fiscali per prendere dove si può, uno schifo ve-ro! Non credo che ne verrà più occupazione, e spero di sbagliarmi perché Dio solo sa se ce ne sarebbe bisogno. I toni di Monti anche stamane mi sembrano sempre più enfaticamente simili a quelli berlusconiani. Questo in sintesi il mio giudizio. Vengo a un altro punto, per rispondere ai molti che mi obiettano quando continuo a ripetere che anche coi tecnici al governo purtroppo a mancare è la svolta vera: meno spese per meno tasse. Facci vedere dove taglieresti tu, caro saputello maicontento! Ma non lo sai che tagliare è pressoché impossibile? Non ci è riuscito nessuno, non riescono a dire dove farlo luminari come Giavazzi e Alesina che pure hanno miglior titolo di te per parlare, e allora come puoi pensare che si possa dar retta a te, eccentrico sparacazzate? Bene, all’obiezione replico con un esercizietto a mero titolo indicativo. Per expertise tecniche serie, sono a disposizione di qualunque governo anche per 48 ore al giorno gratis, pur di dimostrare che è possibile eccome, tagliare molta spesa e abbassare di parecchio la pressione fiscale. Nel budget presentato il 21 marzo dal governo Cameron, la spesa pubblica complessiva passa dal 45,8% del Pil UK 2011 al 40,3% nel 2015, e i dipendenti pubblici diminuiranno non di 480mila unità come previsto ma di 730mila! Sono pazzi loro, o racconta comode frottole a noi, chi dice che in Italia è impossibile? Da circa 30 anni in Italia si effettuano ogni anno manovre di tagli della spesa pubblica. Prima di decine di migliaia di miliardi di lire. Poi di decine di miliardi di euro. Tagli veri? No, finti. Anche i severi tagli ai trasferimenti alle Autonomie non hanno fatto diminuire nel complesso l’andamento accrescitivo della spesa pubblica. Si è trattato sempre di meri contenimenti dell’andamento aggiuntivo della spesa, mai tali da impedire che essa continuasse comunque a crescere. Da decenni, la mistificazione dei finti tagli alimenta polemiche al napalm. Ma la spesa pubblica è passata dai 373 miliardi di euro del 1990 agli oltre 800 miliardi attuali, rimanendo attestata a oltre il 50% del Pil. La pressione fiscale sta aumentando di 7 punti di Pil, dal 38% del 1990 andremo al 45% con le manovre Berlusconi-Monti. Le entrate pubbliche sono passate dal 41,8% del Pil nel 1990 al 47% e oltre. E il debito pubblico è triplicato, da 663 miliardi di euro nel 1990 agli attuali 1.930 miliard.
Dal governo tecnico e di emergenza, era ovvio attendersi non solo la strabenedetta riforma delle pensioni, troppo a lungo rinviata da destra e sinistra e che resta la vera mossa che ci ha evitato il baratro, portandoci al vertice delle classifiche di sostenibilità previdenziale comparata (anche se la figuraccia pazzesca dei 350mila esodati dimenticati poteva e doveva essere evitata, e ora si produrrù un bel buco aggiuntivo ai costi pubblici). Ma occorreva a maggior ragione anche la svolta sui tagli veri alla spesa pubblica, nell’ambito di 6-7 punti di Pil in un orizzonte tri- o quadriennale. Da riversare integralmente in abbattimento della pressione fiscale, che concentrata com’è su lavoro e impresa ammazza la crescita e avvantaggia illegalità e criminalità invece di contrastarle, come predicano gli untuosi statolatri che vanno per la maggiore.
Il governo Monti aveva ed ha due strumenti potenti a disposizione, a questo fine. Ma purtroppo la spending review affidata a Piero Giarda si è persa nelle nebbie. Come la delega fiscale, affidata a Vittorio Grilli e Vieri Ceriani. Due venerdì fa i due fronti hanno litigato in Consiglio dei Ministri, appena Monti è partito per l’Asia, rinfacciandosi di tenersi nascoste l’un l’altro le bozze. Cattivo segnale. Grilli, l’indomani a Cernobbio, ha detto di non attendersi molto dal contenimento della spesa.Pessimo segnale.
Che si debba ancora studiare su dove tagliare, è una balla che la politica racconta da anni. Per non farlo. Non me lo aspettavo, da professori che negano di nutrire ambizioni politiche. Alcuni esempi praticabili, allora. Trascurando volutamente tagli alle Regioni e ai Comuni, che pure sono possibili perché di grasso anche lì ce n’è eccome, ma dopo gli ultimi anni di tagli lineari loro riservati sono oggi ulteriormente praticabili solo aprendo tavoli esasperanti e complessi, e non attraverso mere decisioni “centrali”.
Cominciamo dalle forniture sanitarie, passate da 37 a 77 miliardi di euro nei 5 anni precrisi, oltre il 50% del totale integrale di tutte le forniture delle PA italiane, che superano i 140 miliardi. Decisione secca: fine dell’autonomia degli acquisti per ogni azienda sanitaria e ospedaliera, unica piattaforma Consip per tutti dal prossimo esercizio. Riduzione costi: il 25% in tre anni. Ma non comprendendo gli incrementi tendenziali anno per anno, come fa la Ragioneria Generale dello Stato, bensì budget zero base come in ogni impresa che debba ristrutturare. Si scende da 80 miliardi a 60. Una riduzione di tali proporzioni, vista la frammentazione attuale, opaca e fonte di innumerevoli illeciti, è assolutamente a portata reale. A patto di non ammettere deroghe. Cioè di fronteggiare con dighe altissime di solido cemento l’onda-tsunami che si scatenerebbe, per il taglio della discrezionalità alla politica e ai suoi manager in ogni azienda sanitaria, nonché la pressione di un bel po’ di imprese che di discrezionalità sanitaria campano.
Secondo capitolo: la massa salariale pubblica, stabilizzata in questi anni grazie al blocco del turnover intorno a 175 miliardi di euro l’anno. Dopo la stabilizzazione, occorre la riduzione. Senza buttare nessuno per strada. Con Cameron, il Regno Unito nell’attuale legislatura passa dall’obiettivo iniziale di 480 mila dipendenti pubblici in meno, a ben 730 mila. Sui 3,8 milioni attuali in Italia, un taglio inferiore a quello britannico, cioè del 15%, comporta in 3 anni un taglio alla spesa di 35 miliardi di euro rispetto ai valori a bilancio 2011. Il risparmio è superiore al valore percentuale dei lavoratori che escono dal perimetro perché i dirigenti pubblici costano molto di più dei loro dipendenti. Dalle Poste ai servizi pubblici locali, ai circa 160 mila dipendenti di società controllate ancora da enti collegati alla PA centrale, la cessione al privato avviene con gare impostate sul lock up pluriennale del più delle piante organiche attuali dei dipendenti: l’esperienza internazionale è piena di esempi.Chi si aggiudica il servizio, è tenuto per alcuni anni a offrirlo innovando in profondità a suo modello il modellom roganizzativo, ma tenendo il 60% degli organici precedenti. Per gli altri non riallocabili in PA, la mobilità è già pevista nel nostro ordinamento. anche se MAI attuata.
Si può ridurre il pubblico impiego alzando la produttività complessiva del Paese e senza gettare nessuno sul lastrico e alla disperazione. Ma la mobilità deve valere anche per i pubblici dipendenti. Da noi è così sulla carta, perché i vertici amministrativi – loro, non solo i politici – sono i primi a difendere l’intoccabilità del pubblico impiego, come sta facendo il signor ministro tecnico Patroni Griffi, arrampicandosi sugli specchi per l’articolo 18. In Spagna hanno stabilito che i dipendenti pubblici non funzionari siano licenziabili, se solo la loro amministrazione è in perdita da più di 9 mesi. Avete presente, che cosa capiterebbe in Italia?
Terzo esempio. I trasferimenti alle imprese. Dei 43 miliardi annuali rendicontati dall’Economia, 15 sono in conto corrente alle aziende pubbliche, Ferrovie, Poste e trasporto locale, il resto va a settori dell’economia privata. Confindustria dice di no, ma stiamo alle cifre dell’Economia, è sui suoi conti che bisogna risparmiare. Ammesso che vogliate tenere quasi tutti i sussidi annuali al pubblico – è sbagliato – i 28 miliardi di trasferimenti alle imprese possono diventare 7 miliardi di credito d’imposta per l’innovazione (cioè 5 volte di più di quanto annualmente riservato dai precedenti e dall’attuale governo) , il resto sparire. Così facendo, 25 miliardi di euro tra meno sussidi a imprese pubbliche e private sparirscono dalla spesa pubblica.
Sommando queste sole prime tre enormi poste, siamo a 80 miliardi in meno di spesa pubblica in tre anni, come ordine di grandezza. Più di 5 punti di Pil.
Andiamo alla liberazione di risorse da riallocare sulle vere priorità, rispetto all’attuale configurazione del versante fiscale. Sono ricavabili sino a 40 miliardi.
Da una rimodulazione delle due aliquote agevolate IVA, al 4% e al 10%, una prima metà. E in aggiunta, dai circa 180 miliardi di tax expenditures prodotti dalle molteplici di deduzioni e detrazioni e abbattimenti d’imposta vigenti, 20 miliardi possono essere distolti dai beneficiari attuali. Sono pronto a dire a chi, ma qui non la faccio lunga. La somma è di quasi altri 3 punti di Pil.
Tutto – i tagli alla spesa, le traslazioni fiscali – va riconcentrato ad abbattimento delle aliquote su famiglia, lavoro e impresa. Solo in quel quadro, ha senso alzare l’imposizione indiretta: abbassando quella diretta. E abbandondando la via suicidaria che stiamo invece seguendo, che prevede l’aumento contestuale e contemporaneo di imposte dirette mediante addizionali locali, di contributi, imposte indirette e patrimoniali. È una via ultrarecessiva, che sfama lo Stato ma affama l’Italia. Ma l’alternativa è possibile, oltre che necessaria.
È solo una serie di meri esempi, per favore evitate di darvi a stroncature cattedratiche. Ma siamo già a 80 miliardi di euro di meno spese, e a circa 40 di traslazioni di attuale peso fiscale a vantaggio di famiglie e impresa.
No, il problema non è studiare ancora le cifre. È fare, fare, fare. Sapendo che sono in milioni, i beneficiari dell’attuale sistema statolatrico. Ma ancora di più sono le sue vittime. Ed è a queste ultime, che bisogna dare una volta per tutte l’idea che ci si può riuscire, in una svolta vera.
D’accordo su tutto.
FACCIAMOLO..e sopratutto sostituiamo i tecnici del ministro dell’economia con tecnici in grado di farlo! (ah dimenticavo…vinciamo le elezioni prima)
Vai Oscar
tieni i Doors e nn ci abbandonare , altrimenti tutte le sere (ti ascolto in podcast) come faccio ad INCAZZ….. ?
Oscar sei un grande!
Giannino troppa depressione. Non comprendo una cosa poi su un campo che dovrebbe vederla al top. La riforma del lavoro.
Manifesta insussistenza non mi sembra molto interpretabile da parte di un magistrato. Maggiori oneri per un impresa che sa che se domani dovrà tagliare, con oneri certi nel peggiore dei casi, potrà farlo, non mi sembrà una negatività, al contrario vedo un miglioramento.
Il punto è uno, la riforma è peggiorativa o migliorativa? Non votarla significa che è peggiorativa e non sono d’accordo. Per me si comincia una strada virtuosa, il mondo non finisce con questa riforma, tutto è migliorabile ci mancherebbe ma si intraprende una strada.
Per 20 anni l’art. 18 non si provava neanche a nominarlo, c’erano dei tabù grandi come una casa, oggi che qualcosa si sta facendo vengo a sapere che è tutto da buttare, mah!
Vedo che presi da numeri negativi che ci arrivano nell’ultimo mese da ogni parte, si fa presto a considerare tutto negativamente, io non concordo assolutamente e mi levo da questo coro.
La riforma delle pensioni è stata una buona cosa, le liberalizzazioni sicuramente timide ma altra buona cosa, la riforma del lavoro se passerà e sicuramente un primo passo verso un mercato del lavoro con meno vincoli.
Per un giudizio definitivo attenderò 18 mesi e non farò l’errore che secondo me state facendo in molti, di buttare tutto all’ortiche pretendendo da un governo tecnico (con dietro un parlamento ridicolo) di fare in 120 giorni quello che per 30 anni non si è fatto.
Gianluca
Attendendo diciotto mesi , cosa vogliamo dire dei tagli alla spesa pubblica ? Non si era parlato dell’eliminazione delle province , della riduzione del numero dei comuni, dell’eliminazione delle circoscrizioni , delle comunità montane e di una parte almeno delle migliaia di enti inutili per i sudditi ma molto utili per coloro che percepiscono lo stipendio ? Come pensiamo di ridurre il mostruoso debito pubblico ? la situazione economica nostra non solo non è migliorata , ma è peggiorata : il debito pubblico ha ripreso a salire , la crescita non c’è e quando la BCE smetterà di comprare i BTP nostri , lo spread ricomincerà a salire e questo non succederà tra 18 mesi ma tra poche settimane . L’operazione di riduzione del debito pubblico deve iniziare SUBITO e la strada maestra è la vendita di una parte dell’enorme patrimonio pubblico frutto di corruzione, di sprechi e per questi motivi così difeso dai politici e da coloro che ne usufruiscono .
@Gianluca
Notizia di qualche minuto fa: per le coperture di questa “”riforma”” (non è cambiato nulla, è inutile che mi prenda per i fondelli con il suo MontiFornerismo da quattro soldi) viene ridotta la possibilità di scaricare le auto aziendali dal 40%, già uno dei più bassi al mondo, al 27,5%.
Se confermato e se allargato ai liberi professionisti, questo provvedimenti risulta SCANDALOSO perché gli autonomi, che non usufruiscono della riforma del lavoro, né da una parte né dall’altra PAGHERA’ una riforma che riguarda ALTRE CATEGORIE.
E questo attrarrebbe investimenti dall’estero? Ma per favore!
Lei, il SUO governo non eletto e dittatoriale e tutti quelli come LEI che lo appoggiano siete dei CRIMINALI. Avrete sulla coscienza l’economia di questo Paese e la ricchezza delle sue famiglie.
E non mi venga a ripetere la st…. upidaggine che è anche colpa mia che non ho fatto nulla negli ultimi 30 anni, LA COLPA E’ VOSTRA CHE STATE APPOGGIANDO UN ATTO DI PURA FOLLIA ANTIDEMOCRATICA.
Siete come quelli che dicevano che il Duce, alla fin fine aveva fatto tante cose buone.
Dimenticandosi di tutto il resto.
Bravo a Nicola Rossi, brava la sig.ra Marcegaglia: è tempo di qualcosa di nuovo, ci vuole lo scipero delle imprese.
Questo Governo è riuscito in 4 mesi a racchiudere, condensare e peggiorare tutto il peggio della politichetta italiana del dopoguerra.
E l’ha fatto senza nemmeno un regolare voto, che almeno mi avrebbe fatto mandar giù il boccone con un po’ di amarezza in meno
Caro Oscar, sottoscrivo parola per parola. Ma non solo, condivido pienamente, purtroppo, la stessa amarezza e la stessa delusione.
Faccio parte della categorìa di cuei tanti lasciati in mezzo al guado, senza stipendio e senza pensione. Ricordo di aver pianto la sera in cui la Fornero annunciò la sua riforma, per me è stata una ammazzata morale ed economica. Tuttavìa, ritenevo e ritengo che fosse la cosa giusta e inevitabile da fare per salvare il paese. Pensavo che questa fosse finalmente la volta buona in cui si cambia e si risolvono i nodi crucciali. Finalmente, pensavo questi metteranno in riga tutti e non sarò solo io a pagare.
Mi sbagliavo. Il tutto si è ridotto al taglio delle pensioni e all’aumento delle tasse. Nessun altro taglio (ICI alla chiesa, rimborsi elettorali, finanziamento ai giornali, frequenze tv regalate, stipendi e prebende varie a parlamentari, burocrati e ladri di ogni sorta e colore e via seguendo).
Concordo, this is the end.
Roberto
Giannino, ottimo. Ovviamente sono cifre da verificare a fondo, ma l’impostazione è correttissima. E mancano le dismissioni dei patrimoni pubblici!!! Ma tagliare le spese dove certamente sono eccessive (sanitaria, of course, magari mettendo dei limiti max di spesa per ogni prodotto), dipendenti pubblici (con annessa mobilità obbligatoria, altrimenti licenziamento), trasferimenti terrificanti alle imprese (vedasi fotovoltaico o 488) e stimolare l’innovazione è OBBLIGATORIO. Anche se non è previsto, facciamo una proposta di legge e raccogliamo le firme come per i referendum. Poi vediamo cosa ci diranno i tecnici-politici. Sono disponibile a fare proseliti e a presenziare ai punti di raccolta firme (gratuitamente, naturalmente. Giusto un’altra serie di tagli : ONG inutili !!!)
Buonasera dott. Giannino,
in questi giorni, in trasmissione sento che vuole abbandonare. Spero tanto che non accadrà perché
è rimasta l’ unica voce fuori dal coro che non si è fatta abbindolare dalla nebbia che ci stanno rifilando le solite fonti d’informazione. Siccome quello che dice è così semplice e condivisibile, vorrei sapere da lei, se c’è una qualche possibilità di trasformare il dire con il fare. Forse è proprio in un momento di trasformazione come questo che una persona come lei potrebbe creare un movimento che dice basta alle solite logiche politiche. Non riusciamo a capire in quanti potremmo appoggiarla ?
Con grande stima.
D’accordo su tutto e su molto altro ancora. Ma finché questi signori non ce li toglieremo di torno rimarranno tutte parole e noi sprofonderemo. Loro non usciranno mai da soli di scena. Dobbiamo cacciarli noi. Senza un movimento, un partito, un organizzazione, non potremo mai fare nulla. Il prossimo anno chi voteremo? Siamo ancora in tempo per tentare di costruire un’alternativa.
@Gianluca
Dove sarebbe i minori vincoli lo sai solo tu.Dire che si può licenziare per motivi economici (che poi con le ultime modifiche non’è neanche più così vero) e poi imporre il pagamento di una penale che và da 12 a 24 mensilità è una colossale presa in giro.Inoltre l’aumento dei contributi per i lavoratori con contratti cosidetti precari e l’obbligo di assunzione per i parasubordinati con partita IVA, si tramuterà di fatto in un enorme aumento della disoccupazione, visto che sopratutto in un momento di crisi economica come quello attuale, nessuno, sopratutto le piccole imprese, può permettersi di sostenere aumenti del costo del lavoro.Sarebbe stato molto più saggio e lungimirante ridurre le tasse sui contratti di lavoro a tempo indeterminato invece che aumentarle su quelli a tempo determinato, ma una tale operazione per poter essere realizzata necessiterebbe di essere finanziata attraverso tagli alla spesa pubblica e questo governo (così come i precedenti) da questo punto di vista proprio non ci vuol sentire, l’unica cosa che gli riesce benissimo è solo quella di mettere le mani nelle tasche dei contribuenti.Sono sempre più convinto che lo scioglimento anticipato delle camere e il ricorso a nuove elezioni sarebbe stato il minore dei mali.
Parole da scolpire scolpire su tutti i muri delle nostre città!!! Ma quanto ancora siamo disposti a sopportare questo infinito teatrino di pessima amministrazione e folle gestione?!?!?
Altre tasse!!! Il cappio sempre + stretto intorno a chi produce reddito!!! Ma lo STATO INGORDO non rinuncia ad un centesimo dei proprio sprechi!!!
Tagliare la spesa pubblica è impossibile?!?! NO! E’ DOVEROSO!!! Ficchiamoci ben in testa che siamo tra i paesi con la più elevata pressione fiscale al mondo! In cambio di cosa?
Partite IVA dove siete?!?! Dipendenti dove siete?!?!
Anno 2012, annus horribilis; ma come si può pensare di risanare un bilancio di Stato a suon di TASSE quando siamo già ben oltre il limite della decenza?!?!
Altro che SPORTELLO AMICO DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE!!!
E’ ora che l’enorme carrozzone della Pubblica Amministrazione e dei Palazzi di Stato inizino a condividere la realtà con i propri cittadini; devono iniziare LORO a Rinunciare!!!
Altro che riforme, privatizzazioni, tagli alla P.A. etc….. Altro che rilancio del Paese!!!
Sempre e solo TASSE!!! Sempre e solo richieste di maggiori entrate sotto qualsiasi forma!!!
Facciamoci sentire!!!
Ecco quello che sui giornali non si legge. Caro Giannino ne facciamo un manifesto?
Io lo sottoscrivo subito e sostengo la diffusione.
p.s. Che ce ne facciamo di tutti questi bocconiani, ma che cosa hanno studiato mai?
Caro Oscar, inutile dire che sono d’accordo su tutto, ma, continuiamo a dircelo tra di noi?
Se proprio non vogliamo far trionfare madame Guillottine, almeno facciamo casino!
Facciamo colletta e mettiamo in onda redazionali con le nostre idee. Compriamo spazi in prime time per dire a tutti che il re è nudo. Che questo è uno stato ladro e oppressore che ruba le vite ed il futuro a milioni di italiani per favorirne altri milioni di politicanti, sanguisughe e clientes.
SE LA TUA VITA VA MALE la colpa non è degli imprenditori, dei banchieri di wall street, degli evasori o del destino cinico e baro: LA COLPA è dello STATO BULIMICO che si fa beffe del corpo di cui si alimenta. Fino ad ucciderlo. Vuoi morire o dire BASTA?
@ Massimo 74
Le chiacchiere stanno a zero, solo questo aspetto della riforma è importantissimo:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-05/causa-sprint-sentenza-dieci-063937.shtml?uuid=AbakFHJF
@ Marco Tizzi
Preferisco il Montifornerissmo che in 30 giorni hanno fatto quello che in 30 anni nessuno ha fatto (riforma delle pensioni) il salva Italia è stata la classica botta di tasse e stanno in buona compagnia con 40 anni di governi demenziali.
Poi il resto mi sembra stia andando nella giusta direzione, si parla di argomenti tabù, si porva a fare, certamente ancora timidamente ma si sta provando a smuovere le acque.
Lei caro Tizzi cosa preferiva lo spettacolare ultimo governo Berlusconi? quello che i primi dia gosto diceva che andava tutto bene madama la marchesa?
Oppure un bel governino Prodi tirato per la maglia da Vendola a Di Pietro? che in 18 ani non ha mai terminato una legislatura con lo stesso premier?
Mi dica che son tutto orecchie. Perchè se Monti e la Fornero dobbiamo cacciarli a pedate nel culo qualcuno a governarlo dovrà pure andare.
Gianluca
Buona sera Dott. Giannino, sono perfettamente d’ accordo con Lei su questi come su altri argomenti.
Anch’io sono profondamente deluso come credo milioni di italiani dalla timidezza o indifferenza? di questo governo nell’ affrontare questa montagna di sprechi e ruberie di ogni tipo.
Dopo la dolorosissima e per certi versi brutale riforma sulle pensioni, indispensabile e per questo nemmeno tanto contestata dagli interessati, avrebbe dovuto mettere subito mano in modo molto molto incisivo al famoso spending review e alle altre misure che descrive Lei nella sua lettera e non solo Lei.
E questo prima delle cosiddette ” liberalizzazioni” e della ridicola/inesistente riforma del lavoro che si sta facendo.
I politici che ci hanno portato a questo disastro tutti, nessuna parte esclusa, sono gli stessi da decenni ( scandalo degli scandali ) doveva essere messa subito di fronte elle proprie responsabilità e a governo appena insediato, di fronte all’evidenza del disastro non avrebbero potuto riprendere i soliti giochini per non cambiare nulla.
Sono sicuro che se Monti avesse fatto queste scelte gli sarebbero venute meglio anche le altre!
Ma se non si fanno le cose che contano davvero in questa situazione, da persone perlomeno oneste e non compromesse, ma da chi diavolo ci si aspetta vengano fatte!
Caro Dott. Giannino spero non lasci il suo programma su radio 24 o peggio non lo allontanino, c’è bisogno di informazione perlomeno puntuale.
musica per le mie orecchie! Oscar non si scoraggi! non è solo! ora però è il momento di fare di più, dobbiamo candidarci alle prossime elezioni, aggregare tutte le persone e i politici(pochi) per bene che appoggiano queste proposte. è il momento giusto. anche la lega è caduta, c’è spazio per un partito liberale,libertario,antistatalista e riformatore. possiamo farcela, almeno proviamoci. riuniamoci,organizziamoci. Avanti signori il momento è arrivato, non ci saranno altre oppurtunità e sarà troppo tardi poi. Avanti!!!Forza Oscar!!!
non condivido molte delle sue idee,ma sono con lei nella sua battaglia contro lo Stato ladro,che aumenta la spesa finanziandola con nuove tasse.
per questo,le dico,le chiedo di non mollare,di continuare a fare la voce fuori dal coro,di parlare schiettamente;anche se questo a volte,coccia con le mie convinzioni e le mie idee,sono convinto che solo dal confronto con chi la pensa diversamente si possono sviluppare idee e soluzioni migliori,per tutti.
al di là delle idee,è l’unico che mantiene una prospettiva sobria e realista su ciò che sta accadendo in questi anni di crisi.
se dipende da lei,la prego,resti.
Come possiamo convincerla a presentarsi alle prossime elezioni?
Avrebbe tantissimi consensi e molti Italiani onesti dalla sua parte… ci pensi!
Questo governo rappresenta le Banche e il potere finanziario; non rappresenta chi lavora.
Si sta assistendo ad un trasferimento della ricchezza dai privati al ceto bancario internazionale. E’ chiaro come la luce del sole.
Monti, Papademos, Draghi sono solo gli agenti esecutori del trasferimento.
E’ un governo antidemocratico, autoreferenziale e INCOMPETENTE come nessun altro, o fintamente incompetente per attuare il trasferimento di cui sopra, con i soprusi fiscali, la pressione crescente delle tasse, la perdita del lavoro.
Se Monti fosse serio e ci rappresentasse abbasserebbe immediatamente il carico fiscale tagliando come Cameron gli IMMENSI sprechi del carrozzone statale; ma lui vuole ottenere il collasso del ceto medio per preparare un nuovo ordine mondiale, e non sono un complottista, tutt’altro.
E’ solo un agente, come Soros….
Grande Oscar ! siamo in tanti a pensarla così, non sei l’unica voce fuori dal coro, è solo che non ci vogliono ascoltare. quindi non si molla !! goccia dopo goccia!! Tieni duro !
Sottoscrivo ogni parola, direttore butti il cuore oltre e si metta a capo di un movimento, non sarà solo ci posso scommettere!
Una curiosità a margine, ma senza passa da giudici e deve decidere quello e quell’altro, ma in Italia una legge senza se e senza ma non gli riesce farla???
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Oscar, lei è un raggio di sole, tutte le mattine mi da la carica e mi conferma che non sono pazzo. condivido ogni singola lettera scritta. Forza! Ho un impresa con 300 persone e se questo è il governo che dovrà far ripartire il nostro paese, è meglio che ci rassegniamo a fuggire tutti dall’Italia. Riforma delle pensioni: creati 300.000 esodati e bloccati gli adeguamenti all’inflazione ai poveracci. E l’uniformità contributiva? Le categorie privilegiate che continuano a versare a metà degli altri? Liberalizzazioni: 2.500 nuove farmacie e 800 notai in 3 anni! Ma stiamo scherzando? Questo è quello di cui aveva bisogno l’Italia? E le grandi liberalizzazioni del mercato dell’energia? Dei trasporti? Dei serivizi finanziari? Dulcis in fundo: il lavoro. Qui addirittura hanno peggiorato lo status quo: un incredibile e antistorico irrigidimento delle forme di entrata nel lavoro, attraverso nuovi costi e regole. Come contropartita il nulla: prima l’illegittimità comportava reintegro in automatico. Ora, un giudice reintegrerà automaticamente. Ovviamente dopo anni, con sanzioni spropositate. Questo è il quadro di certezza che viene dato a chi dovrebbe investire? A mio avviso io ed i miei colleghi imprenditori saremo spinti ad andare ancora di più all’estero. Di certo, domattina, andando in ufficio, l’ultimo pensiero che avrò sarà quello di confermare a tempo indeterminato un giovane dei diversi che ho. Penso invece che trasferirò ancora lavorazioni fuori dall’Italia, ed è un vero peccato, con il bisogno di lavoro che c’è qua. Ma è l’unico modo per tentare di salvare il salvabile in Italia. Infine le propongo: perchè non si fa promotore di una serrata delle imprese? magari in contemporanea con gli scioperi già proclamati dai nostri beceri sindacati, rovina dei lavoratori. Tutti gli imprenditori liberali e liberisti la sosterrebbero. Ci provi, e saremo in tanti con lei.
Pierluigi
Oscar, Non lasciare radio 24. C’è un popolo di liberali che perderebbe una voce fondamentale!
Non faranno niente di tutto ciò e dobbiamo convincere imprese e mercati ad obbligarli ob torto collo le prime licenziando e/o delocalizzando tutto , i secondi facendo salire lo spread fino al limite del default finche’ non tagliano e riallocano .
Vai Oscar,che la flotta di Vega è sul radar da un pezzo!
Oscar, sei ormai l’unica, forte e soprattutto ragionevole voce che racconta come vanno le cose in questo paese, anche se significa andare contro corrente. Continua cosi! se tu molli, con chi condividiamo la rabbia????
10, 100, 1000, Giannino ci vorrebbero! un paese senza un’informazione indipendente, critica, capace di esprimere posizioni nette, dove può andare? da nessuna parte. infatti si vede. senza un’informazione degna di tale nome, finisce che la classe dirigente se la suona e se la canta da sola e non conosce nemmeno lontanamente le conseguenze del proprio operato. senza l’informazione vera, la classe dirigente pretende l’obbedienza pronta cieca e allegra della gente e questa non ha la possibilità di capire, condividere, contestare, migliorare le direttive.
ti prego. non ci lasciare!
lorenzo-monza
Avrei voluto assumere un “garzone ” da negozio . Col cavolo me rangi de per mi !
Lei è un grande OSCAR. le chiedo anch’io di non lasciare radio 24 è l’unico che ha il coraggio di dire la verità che purtroppo l’80 % degli italiani non vogliono capire.
Tutti vogliono lo stipendio sicuro, e la tranquillità senza rischiare nulla, e senza dover inventare nulla,c’e’ sempre qualcun’altro che lo fa’ per loro e dopo aver lavorato 3 volte un suo dipendente, viene anche offeso e trattato come colui che ruba….dopo 20 anni di impresa sono stanco…non riesco neanche a garantirmi lo stipendio adifferenza dei miei trenta dipendenti,dovrei chiedere una revisione dei prezzi al mio maggior committente per creare un utile, ma purtroppo il committente vanza dallo stato c.ca 20 milioni di euro….come faccio a fare richieste ??? non e’ neanche facile chiuderla (senza fallire) a differenza del dipendente che dà il preavviso e arrivederci e grazie…. ma perchè non facciamo un bel referendum e diventiamo come la Cina di 50 anni fà’ così siamo tutti uguali? Per la gran parte degli italiani questo ci vorrebbe
Non mi e’ mai piaciuta la politica, ma se fà qualcosa lei, e non cambia idea dopo tre giorni… potrà contare sul mio aiuto (se sarò ancora in Italia…spero di no)
non molli..
Lascio ogni considerazione circa l’attualità circa quanto postulato da J.C. Calhoun nella sua ”disquisizione sul governo “ (2 volte vice presidente USA con Adams e Jackson) nel 1850 .
…La natura stessa del governo e della tassazione , non importa quanto piccola o limitata , crea due grandi gruppi : i consumatori e i produttori di tasse …….il risultato dell’iniquità dell’azione fiscale del governo è quello di dividere la comunità in due grandi classi : la prima composta da coloro che pagano effettivamente le tasse e, ovviamente sopportano tutto il peso del governo e l’altra composta da chi riceve il proprio reddito attraverso trasferimenti statali dei proventi fiscali , ed è a tutti gli effetti mantenuto dal governo . L’effetto ad ogni aumento di tasse è quello di arricchire un gruppo ed indebolire l’altro . ….
Ma perche non creare un movimento non solo d-opinione ma anche politico ?
Mi scusi signor Oscar, non ci ha mai pensato?
La prego ci dia una speranza ? gia soffro di acidita di stomaco, con le notizie che leggo tutti i giorni la mia non faccio che peggiorare.
Le prometto che giro tutto il paese dove abito per farle pubblicita.
paperino.
X Oscar…
1) Finalmente è tornato il vero Oscar che apprezzavo (troppo a lungo sotto quegli idioti incapaci di Tremonti e Berlusconi taceva queste verità che urlano vendetta….)! Quello che ha scritto lo condivido al 100000% Il punto è che come dice lei serve una modifica dell’offerta politica e le attuali forze politiche non porteranno mai avanti questo programma quindi deve nascere qualcosa dal basso al di fuori delle attuali forze politiche. Lei per formazione intellettuale e storia personale secondo me ha una sorta di “moral duty” nel promuoverla… Finchè ci limitiamo a scrivere queste cose nei blog mentre la disinformazione economica impera non otterremo mai nulla! Sarebbe l’ora di scendere in campo e fare una vero movimento liberale!
2) Ma perchè l’UE continua a incensare Monti per non fare un emerito tubo (per es. quanto ha fatto della famosa lettera della BCE)? Se continua cosi Monti copierà direttamente le leggi di Visco e Tremonti distruggendo quel poco di economia privata competitiva che ancora ci resta… a quel punto voglio vederli questi euroburocrati cosa diranno… dopo aver detto che era tutto ok, stavamo facendo passi da giganti e scemenze simili… Non tanto a noi ma soprattutto ai loro elettorati quando dovranno convincerli a “salvarci” mentre fino a poco prima dicevano che stavamo facendo tutto perfettamente… Se qualcuno può spiegarmi questo nonsense da parte di UE, FMI, BCE… glie ne sarei grato perchè per me è incomprensibile!
Coraggio Oscar, ci vuole il salto di qualita’, bisogna agire, rapidamente! Ci vuole una voce autorevole e carismatica come la sua, e’ l’unica speranza, non deluda tante aspettative, proviamoci!
Ok bene tutte queste riduzioni di spesa, ma perchè ci si dimentica sempre delle spese della politica? I milioni di euro di rimborsi elettorali? Devono essere restituiti! Le pensioni d’oro? Tagliate a max 3000(e portiamo a 1000 chi non ci arriva)! Gli stipendi dei politici e di tutti coloro che vivono di politica? Dimezzati(come minimo)! deputati e senatori ridotti ad un terzo! provincie eliminate! Queste sono cose alla luce del sole e semplici da fare, ma non se ne parla mai!! Le altre elencate dal Dott. Giannino sono sacrosante, ma meno facili e meno dirette, credo anche meno certe sulla loro riuscita. Iniziamo con le cose semplici e “lampanti” e poi proseguiamo……..
X Oscar
Dimenticavo: dissento solo su un punto: secondo me è l’ora che gli statali provino una volta per tutte quello che provano tutti i dipendenti privati… basta privilegi e coccole a spese dei contribuenti! Prima ancora che un grave problema economico per me è soprattutto un’enorme ingiustizia che grida vendetta quindi ben vengano gli statali sbattuti in mezzo alla strada! Se vengono sbattuti tanti dipendenti privati produttivi non vedo perchè non farlo per gli statali…. (La mia ipotesi sottostante è che anche gli statali che lavorano in modo diligente sono largamente inutili… con opportuni accorgimenti tecnologici si possono offrire gli stessi servizi tranquillamente con il 60-70% di statali in meno! Quindi molta meno spesa senza toccare i servizi ai cittadini ma solo gli assurdi privilegi degli statali..)
President Lady Marcegaglia says to FT: “the text is very bad!”
Caro Oscar non è un sogno…!!!
Grazie Oscar.
Oscar perche’ continua a fomentarci via radio e web? Prenda una decisione. Nessuno può sostituirla alla testa di un nuovo movimento. Quindi, prende un posizione chiara e definita, noi la seguiremo se vorrà (mi passi il termine) scendere in campo.
Vai Oscar, sei il numero uno! Crea il primo vero movimento liberale italiano e mandiamo a casa questi cialtroni improvvisati.
Grazie Giannino,
voce fuori dal coro mai fu più gradita.
Tenga pure The End dei Doors, oppure la sostituisca con Wish You Were Here dei Pink Floyd, intendendo speriamo che arrivi il lume della ragione.
…aggiungo che basterebbe riorganizzare, ridefinire i ruoli in tutto il setttore pubblico e si risparmierebbe quella parte di retribuzione aggiuntiva, consistente, che un numero elevatissimo di dipendenti pubblici percepisce in quanto legata alla funzione che starebbero ( e dico starebbero con un condizionale grande come una montagna) svolgendo. Funzioni finte, inutili, frutto di un sistema che si è nei decenni autovalutato, autoalimentatao, autostrutturato come una variabile assolutamente indipendente da tutto meno che ovviamente dal fabbisogno crescente di risorse recuperate attraverso la pressione fiscale. La famigerata riforma Bassanini aprì la strada e diede il via alla moltiplicazione dei ruoli al grido che il pubblico doveva esser come il privato. Il risultato è che tutti gli enti sono zeppi di dirigenti e responsbili di funzione e che solo da un riorganizzazione di ruoli se ne potrebbero ridurre moltissimi con un risparmio enorme di soldi pubblici. Questo è solo un aspetto, altri molti ce ne sono e che nessuno venga affrontato da una politica che non commentiamo è semplicemente vergognoso e insopportabile!
Perfettamente d’accordo con quanto scrive Giannino, però aggiungerei che se si tratta di tagliare la spesa pubblica, razionalizzando la pubblica amministrazione.
si può fare solo tagliando un livello amministrativo dei 4 che si è scioccamente dato questo stato.
l’unico da tagliare subito, perchè prima non c’era, perchè non serve, perchè costa molto è il livello regionale.
L’abolizione delle regioni (tutte) consentirebbe il ritorno ad una spesa pubblica accettabile in tempi brevi.
I dipendenti regionali – cosi’ come i politici regionali – devono semplicemente subire quello che subiscono milioni di dipendenti privati da anni : il tuo lavoro non serve, non c’e’ più, te ne devi cercare un altro con tutti gli ammortizzatori sociali previsti per i dipendenti (non per la classe politica regionale, che deve semplicemente andare finalmente a lavorare).
Sono assolutamente certo che le patrimoniali, la lotta all’evasione fiscale,interventi sulle pensioni etcetc, servono per rientrare dallo sfondamento dei conti e vanno fatti ma non bastano.Devono essere accompagnati da una riduzione strutturale significativa della spesa pubblica.
Solo l’abolizione delle regioni porta un risultato.
In sintesi estrema :
1. ridurre la pubblica amministrazione di un livello amministrativo ABOLENDO HIC ET NUNC LE REGIONI ( risparmio di 70-80 miliardi anno) , riorganizzando il progetto federalista sul concetto di province dotate di notevole autonomia gestionale, di dimensione accettabile, senza ambizioni né di secessione, né di gestioni di politica estera, facilmente controllabili dagli elettori perché su dimensioni visibili, cosa che le attuali regioni non sono e che covano corruzione e crescita del debito pubblico fuori controllo,
2. ABOLIZIONE DELLE PROVINCE DELLE GRANDI CITTA’, ACCORPANDOLE CON I COMUNI E DANDO VITA AGLI ENTI METROPOLITANI , non più di otto per le otto grandi città. (quindi tutto il contrario della retorica corrente : le province delle piccole città e province servono, quelle delle grandi città non servono, le regioni non servono, la Sanità va gestita in altro modo o centralmente o a livello provinciale).
3. FUSIONE OBBLIGATORIA dei piccoli comuni confinanti finchè non raggiungano una massa critica di 15.000 abitanti ( ne sparirebbero oltre il 40%)
4. RIDUZIONE DEL PARLAMENTO AD UNA SOLA CAMERA
5. RIDEFINIZIONE DI UNA LEGGE ELETTORALE COERENTE CON LA NUOVA STRUTTURA AMMINISTRATIVA quindi o maggioritario all’inglese o alla francese o proporzionale alla tedesca : terzium – sicuramente truffaldino come tutti i sistemi italiani della seconda repubblica – non datur .
6. RIFORMA FISCALE con riduzione delle aliquote e deducibilità dei costi o almeno dell’IVA sui consumi e sui costi; riduzione delle accise sui carburanti e sull’energia .
7. RILANCIO degli INVESTIMENTI PRIVATI attraverso riduzione ragionevole della pressione fiscale su Imprese e Lavoratori finanziata da incremento di Imposte su percettori di Rendite e se possibile anche RILANCIO INVESTIMENTI PUBBLICI in una logica di adeguamento infrastrutturale.
8. Azzeramento di tutte le forma di contribuzione o di fiscalità favorevole alle Chiese e ai culti, con ripresa a tassazione dei beni egli enti religiosi;
9. Azzeramento dei contributi ai privati che esercitano attività scolastica o sanitaria e alla stampa
10. Azzeramento delle missioni militari (di pace o meno).
Se a questo punto dopo un forte snellimento della macchina pubblica, con riduzione del suo costo standard annuale e con il rilascio di tutti gli ammortizzatori sociali normalmente previsti (CIO, CIS, Mobilità ) per i dipendenti regionali estromessi , si volesse anche vendere il patrimonio immobiliare mal gestito dello stato realizzando un centinaio di miliardi, ma NON con le truffaldine operazioni di cartolarizzazione (SCIP) fatte recentemente , ben venga.
Lo stato italiano rastrella ogni anno oltre 700 miliardi di entrate a vario titolo, per poi fare Investimenti per meno di 30 miliardi all’anno e spenderne complessivamente oltre 800: ha senso sopportare una struttura cosi’ inefficiente ? ha senso raccogliere tasse per pagare stipendi e pensioni ? Ovviamente no.
@Robespierre
Anche a me spesso viene la voglia di usare il famoso strumento francese, magari su altre appendici dato che la pena di morte non fa parte della mia cultura. Credo che debba nascere un movimento d’opinione forte e diffuso perché, nella mia pur circoscritta esperienza, trovo un disgusto generalizzato verso i partiti ed una crescente preoccupazione per il futuro del Paese e di ciascuno di noi.
Da ieri sta emergendo il caso della Lega Cencelli (ex Lega padana ormai da molti anni) che sembra una questione di ladri di polli al confronto di casi come quello di Lusi. Fermo restando che non vorrei essere governato da un’associazione di Madoff ne tanto meno da ladri di polli (neppure da consumatori di pesce a sbafo; e mi fermo qui per non riempire pagine e pagine in nome della par condicio), mi domando chissà quanti altri scandali esistono? E quanti non verranno mai alla luce?
Il gran rumore del caso della Lega ha fatto scomparire dalle pagine dei giornali il caso vergognoso della Commissione Giovannini, che è giunta ad un nulla di fatto. Guai ad intervenire sugli stipendi e soprattutto sui benefit del parlamentari. Purtroppo non sono riuscito a trovare informazioni sui costi di questa inutile commissione. Se lei si associa a me, chiederei a Giannino di cercare di fare luce su quanto denaro è stato sottratto ai contribuenti con questa ennesima perdita di tempo e presa in giro.
D’accordo al 100%.
Tenga duro, Oscar!
Siamo tutti d’accordo, Oscar. E adesso? Nel vuoto e nella delusione Montiana, che si fa? Stai lavorando all’offerta politica liberista? Chi si propone di guidarci fuori dalla melma? Chi si sta preparando per il 2013? Dacci un segno!
Sono d’accordo con ciò che scrive caro Giannino. Non molli! Tenga duro.. Le assicuro che non è solo. Semper adamas
@Enzo
Mi perdoni,Enzo. Non è mia intenzione contraddirLa. Apprrofitto del Suo post per esprimere di nuovo la mia idea. Liberista individua qualcosa di destra, non di Liberale. Prova ne sia che l’ultimo Governo era pieno di statalisti (compreso Fini che ha contribuito a dare sette anni di Cassa Integrazione dorata all’Alitalia) e di qualunquisti ex democristiani. Anche la Lega, forza rozza, ma autenticamente liberale, ha fatto la fine che ha fatto. I vari Lucio Colletti, Jannuzzi, Biondi sono scomparsi, il primo, purtroppo fisicamente. Io non sono di destra. Mi definirei un liberaldemocratico, oltre che un libertario. Infatti non concepisco il Liberalismo in campo economico senza la Libertà più ampia possibile per tutti. Secondo me i Liberali devono costituire un movimento trasversale ai Partiti, capace di aggregare consensi intorno a qualche buona idea. Lla loro collocazione naturale sarebbe al centro, come avviene in tutta Europa. Ma in Italia l’idea di centro si è dimostrata un aborto, individuando uno schieramento nazional-clericale che pretenderebbe anche di essere popolare, mentre nascce in realtà in modo profondamente élitario ed aristocratico.
@carlo grezio
Non voglio passare per Leghista, ma la vecchia idea di Gianfranco Miglio,di sei o sette maxi regioni da dieci milioni di abitanti (come è in Germania) che si raccordano con sei-settecento maxi-comuni da centomila abitanti, sarebbe veramente un punto di svolta. A queste cose (oltre che all’ordinaria amministrazione) dovrebbe mettere le mani un Governo che volesse lasciare una utile eredità, non alle cavolate.Ma prevale la logica gattopardesca di “cambiare tutto perché tutto rimanga come prima”.
Mi raccomando Oscar, se vai via da Radio24, vai avanti su Chicago con la tua versione, che tanto ti ascoltiamo in podcast per la maggior parte.
Mi raccomando!!!
Il programma va benissimo.
Oscar trova un veicolo politico che lo applichi o crealo tu.
Non è vero che siamo in minoranza.
Milioni di italiani la pensano così.
p.s. a casa, anzi in università, il Governo Monti-Fornero, grazie per la riforma delle pensioni, ma francamente basta con i boiardi di Stato (Grilli & c.) che non hanno altra fantasia che tassare!!!
p.s.s. che delusione Passera! Mamma mia che delusione….
p.s.s.s. Oscar non ti permettere di mollare o farti mollare da Radio24 e per chi ti apprezza divulghiamo l’ascolto di ‘Nove in punto’
Ci aggiungerei anche un bel tetto massimo di 6.000 € mensili per TUTTI gli amministratori pubblici (qualsiasi incarico a qualsiasi livello) e per quelli che hanno 27 incarichi il frazionamento dello stipendio. Se mi faccio assumere in tre posti differenti non credo di riuscire a farmi pagare tre volte… E a fronte delle ultime vicende, a questo punto si potrebbe abolire una volta per tutte il finanziamento pubblico ai partiti.
Caro dr Giannino,
per quanto riguarda la riforma del lavoro, da ex addetto, non mi sembra poi così male.
Capisco come gli imprenditori possano volere di più e come i lavoratori non vogliano cedere spazi concessi nel tempo, e non più congruenti con la nuova situazione, ma, dati gli interessi contrapposti, mi sembra sia un tentativo lodevole di fare un passo avanti.
In questa vicenda il comportamento delle forze sociali è stato quanto meno nefasto, Marcegaglia, Angeletti, Bonanni, UGL, hanno cambiato idea ogni momento, la sola Camusso, pur sostenendo tesi fuori del tempo e contrarie a qualsiasi negoziato serio, almeno ha avuto un comportamento coerente.Meritano la fine della concertazione!
Se poi consideriamo i politici, dal quale anche tecnici dipendono, sfido chiunque a fare meglio.
Per quanto riguarda la riduzione delle spese dello stato, della burocrazia e della politica concordo sulla necessità di una azione incisiva che ad oggi, purtroppo, non si è vista.
Forza Oscar,
tieni duro che c’è pieno di gente con la testa sulle spalle che ti segue e ti stima…non mollare (altrimenti anch’io alla sera in podcast sono rovinato:-))
Grandissimi Oscar e la maggior parte dei commenti (esclusi ovviamente COLORO CHE CONTINUANO A FAR DI FINTA DI AVERE LE FETTE DI PROSCIUTTO SUGLI OCCHI). Avevo già girato la notizia del salasso fiscale in cambio di MINOR OCCUPAZIONE (!) per mail a Oscar stesso oltre che ai miei clienti ed ai politici che conosco (a questi accompagnandola con espressioni colorite). Ora mi riconforta sapere che malgrado il clima di dittatura cui ci hanno abituato non solo in questi mesi ma diciamo pure in questi ultimi 25 anni (includendo anche gli ultimi anni di Prima repubblica, e con la breve parentesi per la sola stampa della stagione di “Mani pulite”) nelle tenebre la verità può ancora trapelare. Per chi non mi conosce sappiate che già dall’approvazione della prima manovra Monti ho “profetizzato” che a fine anno il rapporto debito/PIL viaggerà intorno al 130% (per effetto di una robusta discesa del PIL causata dalle continue stangate fiscali e dal clima orwelliano di sospetto fiscale ingenerato su chi “spende”, e della spesa continuamente crescente, vedi ultimo record segnato a febbraio, naturalmente grazie anche all’aumento della spesa x interessi sul debito stesso); quindi rebus sic stantibus vedo per noi un futuro assai nero. Uniamo le ns. forze e non facciamoci irretire dagli imbonitori ufficiali! La lotta è appena iniziata. Naturalmente occorrerebbero azioni dimostrative non violente, tipo:
– il boicottaggio completo dei prodotti americani e tedeschi (sono le loro élites che si stanno arricchendo a spese dei popoli del Sud Europa);
– il boicottaggio delle “offerte” bancarie: tutti noi abbiamo bisogno delle banche, ma rifiutarsi a priori di aderire a qualsiasi offerta proposta è sicura garanzia di tutela dei propri interessi e di “arrecare un danno” alla finanza dominante;
– il boicottaggio delle votazioni; tanto sono truffe legalizzate; ogni singolo eletto dopo le elezioni dichiarerà “di aver le mani legate” e tutti insieme stanno contribuendo allegramente allo sfascio di questo Paese;
– il boicottaggio dei giornali (salvo alcune fonti di verità tipo, a mio parere, “Italia Oggi”) e delle pay tv: sono i megafoni del sistema e le “armi di distrazione di massa”;
– il boicottaggio dei sondaggi telefonici. il sistema se ne serve per capire come raggirare il pubblico ed attraverso quali “parole d’ordine”.
E’ vero che servirebbe molto di più per arrivare ad un Governo di persone serie e capaci, ma per un non violento come me queste azioni sono allo stato sufficienti. Non credo nella presentazione di liste di “puri”: tutti dichiarano di esserlo a priori, come potremmo sincerarci che lo sarebbero anche nel caso improbabile di vittoria elettorale (RICORDIAMOCI CHE AVREMMO TUTTO IL SISTEMA SCHIERATO MASSICCIAMENTE CONTRO E CHE IL 90% DELLA GENTE CONTINUA A NON RAGIONARE CON LA PROPRIA TESTA)? L’unica salvezza sta nello sforzarsi di diffondere sempre più le idee “sane” e nella consapevolezza che quanto più i comportamenti individuali saranno “virtuosi” tanto più il sistema corrotto finanziario-politico sarà messo in difficoltà.
@Giovanni Vedana
sono d’accordo con te, si deve formare un partito che rappresenti in parlamento le piccole imprese, i negozianti,i commercianti eccc….. stiamo morendo
grazie Oscar Giannino sono un piccolo artigiano soffocato dalle pretese dello stato
in tempi migliori siamo riusciti a sopravivere solo sopravivere ora siamo alla fame
pronti per chiudere i battenti e mettere mano ai piccoli risparmi per non fallire ma chiudere in tanta tristezza,mio figlio giovane 31 anni tartassato dalla agenzia del’entrate, non ha pagato alcune pendenze e’ entrato nel mondo del lavoro da cica 8 anni e’ gia’ alla frutta da alcuni anni .Le prestazioni fatte alle ditte non sono onorate cioe’ le ditte non p a g a n o e il fisco pretende; persino l’iva non riscossa deve essere versata .grazie grazie Giannino
Per favore finitela di dire “Oscar fai un partito” – deve essere una voce autorevole fuori dal palazzo – dentro sarebbe uno qualunque – deve smuovere le coscienze e continuare il suo operato – noi dobbiamo invece darci da fare.
Caro, carissimo Oscar, tante volte l’ho accusata di essere troppo moderato, di aver sopravvalutato Monti e di essere troppo tenero con il nazi-goebbelsiano Befera. Ho però sempre avuto nel cuore la consapevolezza che la sua era purtuttavia l’unica voce di verità. Non sarebbe male che tutti noi cominciassimo a raccoglierci attorno alle idee che, seppur con sfumature e tratti diversi, ma in ogni caso non antagonisti, andiamo dibattendo da tempo. Che tutti noi cominciassimo a darci un primo semplicissimo nucleo organizzativo. Molti di noi ormai (io per primo) non abbiamo piu’ nulla da perdere e non ci resta che difendere le nostre famiglie e quel che rimane dei nostri affetti piu’ cari, duramente ed insensatamente attaccati dai rappresentanti di una ideologia statalista neogiacobina che ha dispiegato tutto il potere statale di cui dispone a difesa dei propri interessi di casta. E’ la libertà e l’esistenza di tutti noi che è in gioco e non possiamo affrontare la stagione politica che abbiamo davanti senza un’adeguata organizzazione che rappresenti i nostri interessi i quali, occorre che ce lo ripetiamo un po’ piu’ spesso, sono quelli della maggioranza di questo paese. Invece di pensare al suicidio è meglio che pensiamo a come rovesciare questo stato di cose.
Parole sante, tutto giusto ciò che scrive nell’articolo, ma manca la domanda: “perchè?” . Perchè questo bluff senza tagli alla spesa?
Provo a dare una risposta: siamo in Italia. Ovvero: Monti voleva fare certe riforme, ma dopo un primo generico appoggio dei partiti, questi hanno capito che se volevano sopravvivere e soprattutto vincere le elezioni l’anno prossimo, dovevano mettere un freno alle “impopolari” riforme (ma lo erano davvero, impopolari?). Quindi retromarcia e soprattutto nessun taglio alla spesa pubblica, perchè significa tagliare i macro-bacini di voti dei partiti. Alla fine si è optato per una manovra andreottiana, senza alcuno sguardo al futuro, cadreghistica.
Monti aveva due possibilità: cedere o metterla giù dura. A parole ha provato a dar seguito alla seconda, con i fatti ha seguito la prima. Gli sono mancati gli attributi. Poteva essere il salvatore della Patria, una che faceva la storia: invece è rimasto alla cronaca. E noi con lui, incapaci di fare la storia, ma solo di subirla.
Caro Direttore,
Con la presente, mi permetto sottoporre alla sua attenzione questa mia personalissima riflessione riguardo all’argomento di maggiore attualità (crisi economica) che, mi sia consentito sostenere, non sembra essere (tecnicamente) percepito sia dai tecnici sia dai politici che dai giornalisti di approfondimento se, invece, compreso potrebbe evitare lo tsunami sociale al quale ci avviamo.
La prego di farne un buon uso trattandosi di esperienza di un imprenditore con oltre trent’anni di attività, conclusasi con un fallimento. Con la massima stima. Giuseppe Pizzino.
Riflessione costruttiva: imprese nella crisi, suicidi imprenditori e lavoratori.
Lo stato di fatto: dodicimila imprese fallite, persi cinquecentomila posti di lavoro, solo nel 2011 (quaranta dipendenti per impresa) la disoccupazione salita al 9,3%, i consumi delle famiglie Italiane tornati ai livelli di quindici anni fa, il reddito delle famiglie calato di cinque punti in tre anni.
Le imprese, che resistono alla crisi, non crescono da oltre cinque anni e a fronte della stagnazione (meglio di una decrescita) dei consumi, i costi fissi per: personale, trasporti, servizi, cui si aggiungono le insolvenze dei propri clienti, sono aumentati a livelli insostenibili, inoltre le banche hanno contratto il credito, aumentando i costi, e la PP. AA ha allungato i tempi di pagamento delle forniture nei confronti delle aziende. Infine vediamo l’Italia divisa in due, il centro/nord che a fatica prova a tenere il passo della Francia e della Germania, il Meridione che, delocalizzato di fatto, senza per questo trarne alcun vantaggio, si avvia verso il default economico/sociale.
Questa è la situazione che in generale stiamo attraversando, ma, in particolare, deve preoccupare, perché “eluso”, il sistema che regola la diversa tassazione tra imprese con lavoratori e senza.
Il nostro sistema fiscale, purtroppo, spinge inesorabilmente verso il fallimento le imprese sane, i nostri giovani imprenditori, vedi Torino, hanno preso coscienza di ciò e si trasferiscono all’estero.
Bisogna spiegare il tecnicismo:
Ipotizziamo (migliore casistica) che due imprese sane, gestite bene da due imprenditori onesti, rispettosi delle norme e di tutte le leggi, abbiano entrambe ricavi annui per due milioni di euro e che il loro bilancio di fine anno segni un sostanziale pareggio. Chiarisco, nessun utile, nessuna perdita.
Le due aziende, storiche, sono state entrambe sufficientemente capitalizzate e sono ben assistite dal sistema bancario, nel rispetto di tutti i parametri di Basilea.
La prima impresa ha quaranta dipendenti che costano un milione di euro, mentre la seconda non ha dipendenti, poiché ha scelto di far eseguire i propri lavori conto terzi all’estero(importazione).
La prima impresa per effetto dell’Irap, sebbene in pareggio, deve pagare una tassa di cinquantamila euro, la seconda invece non deve pagare alcuna tassa aggiuntiva(costo Irap = zero).
Primo punto di domanda che sorge spontaneo all’imprenditore, ma chi me l’ha fatto fare di tenere dei dipendenti se questo deve rappresentare una penalizzazione rispetto al mio collega?
Secondo aspetto non trascurabile ma, caratteristico in un momento di congiuntura sfavorevole è, se per l’imprenditore che non ha dipendenti a parità di ricavi e utile/perdita cambia sostanzialmente poco o nulla, discorso completamente diverso sia dal punto di vista finanziario/patrimoniale che sociale riguarda l’imprenditore che occupa i quaranta dipendenti, perché deve coprire un deficit di cassa che riguarda non solo l’anno in corso ma anche l’anticipo del 99% dell’anno successivo e mantenere i quaranta posti di lavoro senza peraltro dilazionare il pagamento degli stipendi.
L’impresa migliore, che mantiene mediamente un pareggio di bilancio, in quattro anni di recessione o stagnazione, è costretta a pagare duecentomila euro di Irap, cui si aggiunge l’anticipo dell’anno successivo per un totale di duecentocinquantamila euro, cui sommano gli interessi passivi, che nei quattro anni maturano circa cinquantamila euro, per complessivi trecentomila euro, non imputabile alla gestione di impresa, alle capacità imprenditoriali, alla produttività dei propri collaboratori.
Il solo maggior debito per Irap rappresenta oltre il quindici per cento di sovra indebitamento rispetto alla gestione ordinaria che, a questo punto, esonda dai parametri di merito creditizio bancario.
L’imprenditore è disarmato, impotente, avendo investito quanto nelle proprie possibilità nell’azienda, non trovando altri fallituri disposti a partecipare con nuovi mezzi finanziari al capitale, è quindi anche “costretto”, consapevole dell’esito, a ricorrere all’assistenza del sistema bancario.
L’imprenditore va in banca, dove è molto apprezzato e stimato, e chiede al responsabile un nuovo fido di cinquantamila euro, per pagare l’Irap, continuare a fare impresa in attesa di tempi migliori, poter rimborsare la maggiore esposizione nei confronti della banca amica, ma molto responsabilmente avverte che, in caso di stagnazione, di sicuro avrà bisogno di altri cinquantamila euro per pagare l’anticipo dell’Irap dell’anno successivo.
Il responsabile inserisce tutti i dati di bilancio nel suo computer e si accende la famosa lucina che sostiene che in virtù delle rigide norme di Basilea non è possibile concedere nuovo credito.
L’imprenditore incredulo parla con il direttore della filiale, amico, con il quale aveva sempre giocato a tennis, che gli dice: mi dispiace ma abbiamo direttive precise che non ci consentono concedere nuovo credito a imprese che non guadagnano, rischio il mio posto di lavoro. Addio.
L’imprenditore a questo punto può solo decidere di liquidare la sua impresa o fare come il collega chiedendo ai propri dipendenti o di aprirsi una partita iva e diventare terzisti o importare i prodotti dopo aver trasferito tutte le proprie attività produttive.
Questo è l’esempio più plastico in grado di rappresentare il buon connubio tra banca e impresa.
Questo è l’esempio migliore che può capitare senza alcuna degenerazione del sistema.
Le regole oggi in vigore non consentono di superare la crisi alle imprese sane, in pareggio, che occupano dipendenti diretti, figurarsi le aziende, com’è logico siano in recessione, che sono in perdita o non sono assistite adeguatamente dal sistema creditizio.
Il sistema Italia penalizza, rispetto agli altri, chi occupa stabilmente propri dipendenti, e istiga al suicidio imprenditori innocenti, per non aver commesso il fatto, ma che per la legge commettono un reato penale per non aver potuto pagare una tassa illegittima e incostituzionale e aggiungo discriminatorio verso le imprese, gli imprenditori e i propri dipendenti.
Che si voglia credere o no questo può determinare quanto oggi stiamo vivendo.
Vorrei riportare la rappresentazione dello stato d’animo, avendolo già vissuto, di quegli imprenditori che si trovano nella situazione di cui sopra, in prestito da un post letto sui blog:
“Vivere col nodo in gola, col capo chino per il peso dell’angoscia, smettere i sorrisi, sussultare ogni volta che arriva una lettera o una telefonata, perdere la fiducia e sentirsi umiliato perché la posizione è “debitoria” o c’è una “esposizione” eccessiva o perché si deve “rientrare”.
E intanto le tue mani che hanno sempre lavorato si stringono in pugni sempre più deboli.
Poi non ce la fai più. Per davvero…”
Esiste il fondo “Salva Stati” per soccorrere gli Stati che hanno bisogno di finanziamenti per risanare i propri conti, esiste il fondo sociale della cassa integrazione che ammortizza i disagi che sono costretti a subire i lavoratori che perdono il proprio posto di lavoro ma, non esiste alcun strumento in grado di intervenire a sostegno delle imprese e degli imprenditori nei momenti di recessione o di congiuntura sfavorevole.
Volendo invece essere non pessimisti, considerando che il ciclo di stagnazione o recessivo medio non sia inferiore a cinque anni e non superiore ai sette, credendo che sia ancora possibile fare impresa in Italia, creare occupazione e nuove opportunità per le nuove generazioni, penso che per le capacità che sono sempre stati in grado di esprimere i piccoli e medi imprenditori Italiani, anche nei momenti di grave crisi, non sarebbe impossibile rimuovere gli ostacoli che determinano” la fuga” dall’impresa e creare gli strumenti necessari per favorire un processo di crescita e di sviluppo. Consapevoli che, eliminare questa tassa iniqua, non è possibile nel breve/medio termine poiché ciò determinerebbe il fallimento delle Regioni che incassano l’Irap per sostenere il costo della spesa sanitaria, l’unica soluzione praticabile nell’immediato, per affrontare la congiuntura sfavorevole, è permettere alle imprese di accedere al credito bancario in modo automatico inserendo la norma del numero dei dipendenti stabilizzati quale elemento migliorativo del merito creditizio.
Basterebbe solo buona volontà e credibilità verso pmi che, malgrado tutto, rappresentano i due terzi dell’economia reale Italiana.
La soluzione è più semplice del problema
Bloccare il fenomeno di uscita dalle PMI dei dipendenti stabilizzati e innescare un processo di crescita e di nuova occupazione, dando valore al lavoro stabile e alle nuove occupazioni.
Un posto di lavoro stabilizzato (tempo indeterminato) ha un valore di circa € 25.000 lordi l’anno.
Ogni azienda deve valere per il numero dei dipendenti stabili (norma di buon senso).
• L’azienda che ha cento dipendenti stabili da oltre cinque anni deve avere il diritto, a prescindere da tutto, a vedersi riconosciuto credito dalle banche per almeno un anno di lavoro per il numero dei propri dipendenti.
• Un’azienda il cui numero medio dei dipendenti, a tempo indeterminato, degli ultimi cinque (meglio tre) anni è stato cento deve avere diritto, sacrosanto, di credito per € 2.500.000,00.
Tale somma dovrà essere disponibile su un conto, vincolato, che dovrà servire per il pagamento solo dei salari, dei relativi contributi, agevolazioni, TFR, verso i propri dipendenti.
Tale norma permetterà, in primis, di bloccare immediatamente il fenomeno dei licenziamenti e della cigs, perché gli imprenditori che in questo momento, lasciati soli, sono costretti a chiudere solo perché non ottengono credito dalle banche riprenderebbero a lavorare senza soluzione di continuità, sarebbero rivalutati socialmente ed economicamente, e rilancerebbero le loro produzioni.
Altre aziende che nella crisi hanno resistito a fatica, ma hanno dovuto bloccare gli investimenti strutturali, potrebbero utilizzare il credito quale volano per nuovi investimenti e nuova occupazione.
Infine, le aziende che nella crisi hanno avuto maggiore fortuna potranno utilizzare tale disponibilità per agevolare i propri dipendenti concedendo anticipi su TFR, che rilancerebbero i consumi.
Creare questo nuovo elemento di valutazione del merito creditizio per le PMI, ha degli aspetti positivi incredibilmente sottovalutati.
1. Riduce il costo verso la collettività per cigs per tutte quelle aziende che sono costrette a ricorrervi per impossibilità/discrezionalità di accesso al credito.
2. Stimola le aziende ad assumere i propri dipendenti a tempo indeterminato.
3. Elimina il fenomeno del lavoro nero e del sotto salariato.
4. Da affidabilità, fiducia, e prospettiva agli imprenditori che possono dedicarsi al proprio lavoro senza bisogno di perder tempo per elemosinare credito presso bancari incompetenti, maldisposti, e discriminanti.
5. Rilancia il valore della piccola impresa e delle start up dei giovani che potranno contare su norme democratiche, certe e non discrezionali.
6. Elimina il fenomeno delle partite iva create per raggirare l’assunzione diretta.
7. Limita la nascita delle aziende che gestiscono lavori conto terzi (sfruttando i lavoratori).
8. Rilancia il valore del lavoro stabile.
9. Interviene con una sola norma (consorzio fidi, pagato da imprese) democratica, a costo zero, abolendo qualsiasi altra forma di aiuti (discriminatori) ad appannaggio solo di una parte bene introdotta nei meccanismi burocratici e organizzativi.
10. Combatte contemporaneamente l’evasione fiscale, il lavoro nero, il sotto salariato, la disoccupazione, la discriminazione creditizia territoriale, la discrezionalità bancaria, le agevolazioni legislative non produttive, la mancanza di stimoli per la ripresa, infine limita lo strapotere esercitato indiscriminatamente dalla finanza e dalle banche nei confronti dell’economia reale, rivalutando la produzione (people) rispetto alle swap.
Il costo di questo nuovo strumento non solo è inesistente ma addirittura crea reddito, perché lo Stato sarebbe chiamato a intervenire solo come co-garante nei confronti delle Istituzioni bancarie, che a fronte di un consorzio fidi, pagato dalle imprese, dovranno concedere questo strumento creditizio, per sostenere il quale dovranno essere utilizzate tutte quelle somme che lo Stato impegna ogni anno per agevolazione e contributi vari, inutili e dannose. Termino facendo rilevare che per le personalità che oggi sono al Governo, diverse rispetto a chi li ha preceduti, invisi al sistema bancario, sarebbe esercizio facile, sarebbe un’intuizione brillante e originale, che non richiederebbe una riforma ma solo un tavolo al quale convocare i vertici delle Istituzioni bancarie. Una vera iniziativa per la crescita e lo sviluppo, troppo facile. Cordialità. Giuseppe Pizzino
@Gianluca
Un governo che non fa nulla è un milione di volte meglio di un governo che fa danni. E questo governo ha fatto solo danni.
La riforma delle pensioni era l’ultimo taglio alla spesa da fareperché trattasi di soldi dei cittadini che tornano ai cittadini: aveva senso solo all’interno di un piano di tagli corposo.
Che non c’è e non ci sarà.
In compenso sono state fatte scelte CRIMINALI e quella di far pagare ai lavoratori autonomi una riforma che non li riguarda è solo l’ultima di una lunga serie, che passa da un innalzamento insostenibile della pressione fiscale.
Quindi questo governo è, oltre che antidemocratico, CRIMINALE.
E lo sono anche tutti quello che lo sostengono con gli occhi tappati, come lei.
Caro Oscar come e’ possibile che nemmeno i numeri che tu citi riescano a convincere i nostri pseudo tecnici ? e perche no anche i nostri giornali quando parlano di economia ?
i numeri che riporti parlano da soli non ci vuole molto a trarre le logiche conclusioni…..
comincio a convincermi che siamo pazzi noi…. e’ talmente evidente che il problema e’
lo stato e peggio ancora i nostri politici che scialaquano e mangiano. Vai avanti fino che puoi illuminaci il cammino come fai ogni giorno ….. non cedere sei l’ ultimo dei
mohicani…. Ma tanti come me ti seguono non disperare
è mia opinione che chi la critica lamentando l’impossibilità di ridurre la spesa pubblica sia:
1. un evasore fiscale totale o quasi, in quanto evidentemente non gli interessa come viene utilizzato il suo denaro
2. un parassita, analogo al primo, che vive e prospera con il denaro estorto (legalmente) alla parte produttiva del paese
3. uno statalista convinto, incapace di pensare con la propria testa e che quindi ritiene che tutto ciò che fa lo Stato sia per il suo bene, tralasciando il fatto il lo Stato è composto da uomini.
Per il dott.Giannino!
Ora (ieri) che la Consulta ha ripristinato i tempi per il calcolo degli interessi anatocistici,le Banche ed il dott.Monti quale marchingegno si inventeranno per tranquilizzare il dott.Mussari ?!
E’ gradito un commento.
Cordialmente
gianni
Caro Giannino, sono un suo appassionato ascoltatore su radio 24, e sono molto dispiaciuto della sua ipotesi di lasciare. Sappia che la seguirò come ascoltatore dovunque Lei decida di svolgere ancora la sua funzione di denuncia della posizione soffocante dello stato nella nostra economia.Se in Italia si riuscisse a creare un movimento politico
fatto di persone come Lei, Rizzo e Stella, Giavazzi e Alesina, Severgnini e Geminello Alvi, forse si creerebbe un’opportunità per tutti coloro che al momento preferirebbero disertare le urne
Gian Luigi Capriz
Dott. Giannino,
un governo di tecnici pratici e di buon senso come Lei e non ti cattedratici e teorici come quelli del governo Monti dovrebbe governare questo nostro paese !!!!
La prego di no dar seguito al suo intento di lasciare la trasmissione mattutina su radio 24, in quanto il suo pensiero dà frutti, non solo su chi come me già aperto alla sua visione, ma anche a tanti che per caso l’ascoltano. E’ importante per il futuro dei miei e spero a presto dei suoi figli che continui a professarlo finchè ne avrà voce per cambiare questo paese catto-comunista-statalista.
L’articolo di oggi è perfetto e aggiungerei l’imposizione da parte del governo di limiti massimi di tutti i compensi politici a qualunque livello. Basta autonomia non ha funzionato.
Dobbiamo essere COESI!
Dobbiamo essere AUSTERI!
Sobri! Poveri! Affasciati contro il complotto demoplutogiudaicomassonico in versione XXI secolo!
Dobbiamo essere e rimanere quello che siamo sempre stati da un secolo a questa parte: fasciocomunisti, statolatri, sudditi e soprattutto MAI UOMINI LIBERI!
Completamente d’accordo e condivido la forte delusione per un governo che per primo ha parlato di equità, salvo contraddirsi subito nei fatti. Per favore, tenga duro.
Quella del Governo degli esperti è solo un altro passo della nuova versione socialista de: THE ROAD TO SERFDOM.
E la Grande Coalizione degli interessi costituiti ed organizzati (che sono il MALE ASSOLUTO della conservazione) ne sarà l’esito… l’exitus per tutti gli altri: NOI.
Caro Oscar, sono una consulente del lavoro, la seguo ogni mattina alla radio e vorrei denunciare una cosa a dir poco scandalosa che ho saputo proprio oggi, e che mi sconforta sempre più.
Si sa che la circolazione dell’informazione è una grande ricchezza, ma non per tutti evidentemente e NON PER IL GOVERNO o per il MINISTERO DEL LAVORO!!
Il Ministero del Lavoro con nota del 5 aprile 2012 “HA CHIUSO IL SITO DELLA DPL DI MODENA” http://www.dplmodena.it/
Il sito è nato del 2011 ed è stata fonte costante delle mie letture e di quelle di tanti miei colleghi consulenti del lavoro ed operatori del settore.
Ora io non riesco sinceramente a comprendere la logica di questa decisione
le parole di un mio collega sono state queste e io come tanti le condivido in toto ….
“E’ deprimente vedere che le cose che nel nostro beneamato Paese funzionano, tendono ad essere limitate o addirittura – come nel caso in specie – chiuse per sempre!
Bisognerebbe cercare di capire cosa passa nelle menti dei nostri illustrissimi governanti e chiedere loro se pensano di rilanciare l’Italia o se credono ad un rilancio della Grecia! In quest’ultimo caso, bisognerebbe far loro comprendere che non si trovano ad Atene ma a Roma e che la Grecia si trova un capellino più a sud di dove sono attualmente!
Con la morte nel cuore.
La prego di rilanciare questo grido come può!
Grazie
Viviana
Bando alle ciance Dott. Giannino,
è ora che si impegni direttamente in politica e si dia da fare per fondare un movimento
politico che mandi a casa questa cricca ladra, corrotta e incapace. Ci siamo illusi tutti
che il governo Monti potesse dare un impulso veramente efficace al rilancio dell’economia, ma purtroppo così non è stato. E’ stato al contrario una terribile delusione. E allora cosa dobbiamo fare se non sperare che persone come lei scendano
in campo e si impegnino per dare una mano al nostro Paese? Forza Dott. Giannino sento a radio 24, ogni giorno che passa, la Sua indignazione salire. Vorrei farle sapere
che l’Italia onesta e operosa è con Lei. Esiste un vuoto politico enorme da occupare
non lasci che il solito cialtrone di turno ne approfitti.
Ci sono moltissime persone nella Società Civile che non aspettano altro che la nascita di un Movimento che le possa rappresentare.
Forza si dia da fare. Sono sicurissimo che si vorrà impegnare, coinvolgendo nel Suo progetto persone altrettanto oneste e capaci, avrà un seguto assolutamente incredibile. Al lavoro prima che sia troppo tardi!!
Maurizio Brielli
Cuneo
Ma che buchi abbiamo nella testa per fare una simile confusione nei cervelli? che non ci si appiccica nemmeno l’abc delle idee?
abbiamo fatto uno scempio e una bolla nelle enetgie rinnovabili sborsando miliardi dei contribuenti
paghiamo un canone RAI per un bordello dove tutti voglion metter mano quando sarebbe semplice ed utile venderlo ad operatori stranieri (e facendo risparmiare un euro ogni tre giorni ai pochi gonzi come me che pagano una tassa su un elettrodomestico speciale)
e adesso dovremo pagare per la signora che s’indigna, pensavo che fosse una delle tante addormentate del sottobosco, per giunta con un giornale internazionale che non guarda certo alla fonte visto che un po’ di tensione sul mercato fa bene, per farci uscire definitivamente dal terreno di gioco
Adesso che il gioco si fa veramente duro bisogna vedere chi vuol salvare l’Italia e chi fa solo i propri legittimi interessi di bottega (che spero milioni di italiani ridurranno in briciole fin che possono)
Il burattinaio è nonno Giorgio, il capo dei burattini è zio Mario, segue il coro di (a)BC.
Il burattinaio ha le idee chiare, vuole montare un governo rosa pallido, con il consenso di Camusso e Squinzi. Giannino, cercati subito un’altra radio.
Sono perfettamente d’accordo con te, CRIMINALE è la parola giusta per definire questo governo, così come criminali sono tutti coloro che lo sostengono in parlamento.Concordo anche sul fatto che un governo che non fà nulla o che è composto da persone che si fanno solo i cavoli loro è molto meno dannoso di un governo che dice di voler fare il nostro bene.Sarà un caso, ma il Belgio è stato per quasi un anno senza governo e in quel periodo il PIL è cresciuto a ritmi sostenuti salvo poi tornare a calare una volta che si è riusciti a formare un nuovo esecutivo.Questo dimostra che Thomas Jefferson aveva ragione da vendere quando affermava che “il miglior governo è quello che governa meno”.
Non mi piacciono le leggi quando per capirle occorre un interprete semantico.Il nodo sembra sia stata la differenza fra “inesistenza” e “insussistenza”.Ridicolo.Questa repubblica è stata rovinata dal compromesso e non si decide a cambiare.Le leggi devono essere chiare,semplici ed al riparo da interpretazioni arbitrarie.Inoltre a copertura degli oneri si creano nuove tasse.Non va bene.Lodevole l’impegno di Giannino per trovare possibili tagli di spesa.Resta la mancanza di forze politiche che si pongano l’obiettivo di farli.Sul mercato attualmente non ci sono.Noto che per questo molti auspicano una iniziativa di Giannino.Sono d’accordo ma da solo non basta.Vedrei bene un gruppo che possa colpire la fantasia.I nomi citati ultimamente nel blog potrebbero funzionare:Giannino,Ricolfi,Panebianco e come presidente Ferrero.Fantapolitica certo ma ormai solo quella ci resta.
Caro dr. Giannino
condivido visceralmente tutte le sue esposizioni e le confesso, anche se non sono dotato di grandi conoscenze finanziarie che alcune delle sue proposte per la riduzione dei costi dello stato ingordo e insaziabile le avevo pensate come possibili soluzioni. Mi domando come è possibile che il Prof. Mario Monti non le conosca, condivida e sopratutto le applichi. E’ evidente che il prof. è stato scelto esclusivamente per sostituire ed eliminare il precedente governo, detta manovra è stata evidentemente voluta dall’intera classe politica, con l’assicurazione di effettuare dei cambiamenti illusori da vendere ai media i quali a loro volta dovrebbero venderli a tutti noi. Ma la parola d’ordine in realtà è “tutti ai propri posti alle stesse condizioni”, intanto nel nome del sacrificio per il paese e dello spread i limoni da spremere sappiamo dove prenderli, sono sempre i soliti noti. Ho perso ogni speranza per il futuro della mia micro impresa, del futuro dei miei figli che invito costantemente ad abbandonare l’Italia paese in mano a vecchi corrotti, burocrati e collusi. L’unica speranza è che arrivi un movimento nuovo, ho letto nei commenti qualcuno che la invita a farsi avanti con la creazione di un movimento, mi unisco alla richiesta, lei conosce molte persone veramente qualificate con cui condividere e dar vita a un movimento con le reali capacità di cambiamento, so che sembra difficile se non impossibile ma lei sa bene che il facile non paga.
Grazie
massimiliano
@ Marco Tizzi
Legendo post come il suo capisco come mai in Italia ci prendono per il culo da 30 anni con estrema facilità. Premesso che gli occhi tappati sono una stupidaggine ed esistono semplicemente punti di vista differenti, detto questo lei mi sta dicendo che preferisce i governi Prodi o Berlusconi degli ultimi 18 anni che non facevano nulla, cosa tra l’altro falsa perchè non facevano nulla di quanto si sarebbe dovuto fare da 30 anni, riforme strutturali, vedi per esempio manovra Pensioni dell’ultimo governo Monti.
Nell’ultimo biennio i 100 mld di tassi sono circa a spanne 30 mld Monti e 70 Berlusconi, quindi come vede anche gli altri governi facevano. Comunque ritengo sempre più incredibile accanirsi con forza con chi governa da poco più di 100 giorni quando per 30 anni siamo stati massacrati e tutte queste incazzature da persone che ritengo equilibrate come i tanti frequentatori di questo blog non le vedevo.
Gianluca
se i tagli alla spesa pubblica sono in mano agli statali……
@Gianluca
In Italia ci prendono per il culo da 30 anni perché hanno il potere.
Punto.
Non c’è mai stata e non c’è tuttoggi un’alternativa.
A parte, forse, i movimenti.
Gli italiani sono migliori dei loro governanti, forse più di qualsiasi altro popolo al mondo: le ho ripetuto più volte, e lei ovviamente non ha mai risposto, che ogni volta che il popolo è stato chiamato alle urne, nella seconda repubblica, ha provato a cambiare. Ma la scelta è sempre stata tra “male” e “peggio”.
Questo governo in 100 giorni ha fatto e ha fatto TANTISSIMO, sbagliando TUTTO. E’ riuscibile nell’invidiabile primato di fare peggio di tutti i governi che l’hanno preceduto e in pochissimo tempo.
I tagli alle pensioni, le ripeto, avevano senso solo se si tagliava il resto. Le “liberalizzazioni” sono state una delle peggio buffonate mai viste in politica, superate solo dalle “semplificazioni”.
Lo dimostrano i numeri, quelli importanti: il PIL che scende e non per “decrescita felice”, ma per avanzamento della povertà, le aziende che chiudono, la disoccupazione che incalza al di là dei numeri ufficiali (che sono falsi), la pressione fiscale che è completamente insostenibile, i tassi di interesse che ci stanno punendo al di là dei demeriti della nostra economia reale.
Tutto questo condito da una presa di potere da colpo di stato, appoggiato ovviamente da quelli come lei che sognavano la notte un predicatore della pseudo-tecnica al governo che venisse a salvarci.
Si è chiesto perché i suicidi per motivi economici stanno mostruosamente aumentando negli ultimi suoi magici 100 giorni?
Forse perché i suoi amichetti hanno dato l’ultima bottarella a chi è in difficoltà: hanno tolto loro anche la speranza.
Perché se dobbiamo rinunciare alla democrazia per farci prendere a bastonate la speranza non c’è più.
A lei piacciono evidentemente le legnate nei denti, se vergate da professorucci e banchieri, da gente che nella propria vita non ha mai messo piede nell’economia reale.
A me proprio no.
Non mi piace dover pagare tasse senza senso sulle case che ho ereditato e che commetto l’errore di dare in affitto a prezzi modici a gente che fa fatica ad arrivare a fine mese, non mi piace pagare una riforma che non mi riguarda, non sopporto che mia madre debba pagare per la pensione una cifra circa tripla rispetto ad una pensione privata e che le spostino il limite senza nemmeno ragionare su quanti contributi una persona paghi in una vita e, soprattutto, non concepisco il fatto che IO debba pagare un debito “pubblico” contratto da altri che tra l’altro avevano, e ancora hanno, la possibilità di mandare tutti a stendere e stampare la moneta necessaria a pagarselo anche tutto ‘sto maledettissimo debito.
Aveva ragione Gaber sui tecnocrati e sui mastini come lei che li aiutano.
Solo su una cosa aveva torto: non vestono in pelle nera, ma in loden verde.
ehhehehhehhe…. alla fine è lo stato…….
Buonasera Signor Giannino.
Ho gia’ avuto occasione di dirle che Lei e’ l’unico che al mattino riesce a distogliermi dall’ascolto della replica della rassegna stampa di “Radio Radicale”.
Sono d’accordo con le sue opinioni e per me,come certamente per moltissimi altri,e’ un punto di riferimento utilissimo ed per questo le chiedo di resistere,di non mollare se solo le sara’ possibile.
Come altri sarei pronto ad appoggiare una sua eventuale iniziativa.
Circa i partiti politici ho la convinzione che l’unico sentimento al quale reagiscono e’ quello della paura,paura di essere delegittimati.A loro non interessa se si vota l’uno o l’altro degli schieramenti,importante e’ che si vada a votare,per questo in questo frangente penso che il solo voto valido sia il non voto.
Dobbiamo fare loro paura,se poi non capissero o ignorassero anche questo segnale temo che la massa esasperata e disperata assumerebbe atteggiamenti incontrollabili.
Non ci lasci orfani del suo pensiero.
Cordialissimi saluti. Italo Canazza
@ Giuseppe.
“Secondo me i Liberali devono costituire un movimento trasversale ai Partiti, capace di aggregare consensi intorno a qualche buona idea.” = Tea Party Italia
@Marco Tizzi
I governi cosiddetti tecnici sono la risposta ad una condizione di emergenza dei conti pubblici, ma sono al servizio della politica, delle burocrazie statali e dei veri poteri forti, fra cui le cosiddette parti sociali, che ci allontanano dalla democrazia.
L’esperienza del governa Amato è emblematica. Dopo i sacrifici ed prelievo forzoso dai conti correnti (che altro non era che una patrimoniale una tantum) l’Italia si è salvata dal default e ha potuto entrare nell’euro, ma ha smesso di crescere. Ha smesso di crescere per colpa di Amato o del fatto che dopo Amato (ovvero lo scampato pericolo) non è cambiato nulla? Personalmente ritengo che sia per colpa del fatto che non è cambiato nulla, anche se le strette fiscali lasciano il segno per anni ed anni.
Questo governo sta facendo scelte dolorose che fanno male alla gente ed all’economia, ma ogni sforzo è inutile perché non cambierà nulla. La vicenda della riforma del lavoro è emblematica. Una riforma di per se inadeguata alla realtà industriale del Paese (il sistema Italia richiede tantissima flessibilità, non ostacoli all’assunzione) è stata completamente snaturata dalla politica e dalla concertazione per diventare un nuovo ed insormontabile ostacolo alla creazione del lavoro. E tutto per difendere non i diritti dei lavoratori, bensì i privilegi dei sindacalisti e degli agitatori.
Monti, come qualsiasi tecnico, è condizionato e non può sostituirsi al Parlamento. La svolta istituzionale, quella che rende non vani i sacrifici imposti dai tecnici, deve nascere nelle istituzioni: la Tatcher e Regan hanno avuto successo nel cambiare le loro nazioni ed il mondo perché erano politici con una maggioranza parlamentare solida, coesa e motivata e un forte appoggio popolare.
Il governo Monti aveva proposto di rivedere stipendi e benefit dei parlamentari; il parlamento, però, ha deciso di avocare a se la materia ed è nata la famigerata Commissione Giovannini, un’inutile e costoso sforzo per decidere che non si può decidere. Tutto, quindi, è destinato a continuare come prima con la beffa di altro tempo e altri soldi buttati nel cesso.
Concordo con lei quando afferma “Non c’è mai stata e non c’è tutt’oggi un’alternativa. A parte, forse, i movimenti”. Io penso che non serva una nuova sigla partitica, ma sia indispensabile un movimento d’opinione vasto e determinato che sappia chiedere conto dei troppi sprechi e dare voce ad una diffusa e grande indignazione. Per me è molto positivo che, leggendo i tanti commenti, in questo blog se ne sia dibattendo.
P.S.
Anche se non mi sono meravigliato, mi hanno reso molto tristi le vicende della Lega emerse in questi giorni. Sinceramente all’inizio questo partito mi era piaciuto non per l’ordine mentale, ma per alcune questioni poste all’attenzione della politica. Poi lo ho visto trasformarsi in un partito come gli altri, fautore del localismo e del compromesso anziché del federalismo e dell’innovazione istituzionale.
Le chiedo di riflettere su questo tema, meno provocatorio di quanto non possa sembrare a prima vista: “L’impero Romano crollò perché Roma s’ era imbarbarita o perché i barbari, la vera forza dell’Impero, si erano romanizzati?”
@Francesco P.
Credo che un tecnico che si erge super partes e che e’ stato insediato per fare riforme atte a modernizzare il paese, quando si rende conto che non riesce a fare quello per cui e’ stato insediato, abbia il dovere di dimettersi immediatamente anziché rimanere incollato alla poltrona. Prima o poi dirà invece che e’ rimasto – a far danni inenarrabili – per il solito senso di responsabilità.
Circa la caduta dell’impero romano, mi pare che la pressione fiscale, che giungeva ad obbligare cittadini a vendere i propri figli per pagare le tasse, vi abbia giocato un ruolo non proprio indifferente, certo superiore a quello della romanizzazione dei barbari. Vedere ” For god and evil ” di charles Adams.
Caro Giannino,
ascolto la sua trasmissione tutti i giorni e quando non posso mi scarico i podcast: sono un suo estimatore e mi fa male aver ascoltato il suo vibrante sconforto negli ultimi giorni. E’ arrivata la sua commozione quando ha ricordato la signora pensionata che per aver visto diminuita lapropria pensione si è tolta la vita lanciandosi dal balcone.
Sono pessimista anche io, penso che non ci sia uscita e penso soprattutto che il governo in carica così come i governi europei e mondiali NON VOGLIANO cambiare la siuazione perchè c’è ancora tanto da spolpare alla povera plebe che come ultima soluzione ha spesso il solo suicidio.
Sto leggendo un libro pubblicato in questi giorni sull’omicidio di J.F. Kennedy e togliendo il fatto da quale delle due parti ci vogliamo schierare (complottista o no) rimane il fatto che il libro riporta fedelmente i discorsi che il presidente americano faceva e la politica che avrebbe voluto attuare: contro i CARTELLI (accaio, petrolio), contro le LOBBIES e a favore di poveri, anziani. Attuando credo una politica KEINESIANA (mi perdoni se sbaglio, non sono un economista) e un abbassamento di aliquote fiscali avrebbe voluto dare nuova luce all’economia americana.
Sappiamo tutti che fine ha fatto e sappiamo tutti quale tipo di politica sta attuando il nostro governo tassando di tutto e di più, facendo finti tagli e “scagliandosi” contro i meno abbienti
Ripeto: sanno benissimo cosa stanno facendo, sanno benissimo cosa dovrebbero fare, sanno benissimo che potranno continuare perchè il nostro paese non è più di cittadini ma di pecore che si fanno stare bene tutto.
Ci rimane un annetto…ma è solo una mia opinione.
Non sono un economista e non conosco termini tecnici per definire la situazione, ma di una cosa sono convinto, la strada imboccata non è quella giusta. Non bisogna essere professori o tecnici per capire che meno soldi si hanno in tasca-meno si spende-meno si compra-meno si produce-le aziende fanno meno fatturato-si pagano meno tasse(parlo delle aziende)-entrano meno soldi nelle casse dello stato. E via che si ricomincia di nuovo a chiedere più soldi hai contribuenti….ecc…ecc….Questo per quel che riguarda la parte economica, ma lasciatemi dire qualcosa su quella politica.
Viviamo ormai in un regime, dove i sudditi non possono far altro che arrabbiarsi con il terribile susseguirsi di manovre e manovrine, nessuno di noi si sente ormai rappresentato a nessun livello.Cigliegina sulla torta è la proposta della nuova legge elettorale, dove si darà un voto al vento poi ci penseranno loro ad adattarlo ad un premier ed ad un programma politico……….ma vi rendete conto??????
Rispondete a questo: Vi sentite rappresentati, o provate un senso di frustrazione e vi sembra di stare seduti a guardare una partita che altri stanno giocando???
C’è chi si uccide per i debiti…………., e se uno si uccide significa che quei debiti vorrebbe pagarli……….altrimenti sarebbe a ridersela per questa Italia che affonda…..meditate!!!!!!
Grazie. Pure io riesco a capire ciò che ha scritto e lo condivido, ed è molto tempo che lo penso. Non riesco però a capire perché non si agisca, se muoiono le vacche, dopo non fanno più latte.
@Mario45
La ringrazio per le osservazioni che trovo molto pertinenti.
Caro Oscar, le tue idee sono sempre UNA LUCE NEL BUIO !!! , ma purtoppo, le tue idee rimangono sempre disattese da politici che hanno come unico scopo il consenso elettorale, applicarle vorrebbe dire per loro, suicidarsi. Ovviamente , nonostante siano stati eletti per SERVIRE il paese, i nostri politici, preferiscono che a suicidarsi siano gli altri !!! (attenzione non ce l’ho con i politici, valuto solamente una logica disamina dei fatti)
…so che non è giusto, ma andare a fare su giornali economici esteri, quegli stessi che contribuiscono a far alzare gli spread, dichiarazioni sostanzialmente contrarie alla politica italiana è un autogol al pari di quelli che facevano politici e giornalisti di area centro-sinistra nel periodo berlusconiano.
I panni sporchi vanno lavati in Arno, all’estero una sola voce deve alzarsi dall’Italia: la UE di questo passo avrà bilanci perfetti e povertà generalizzata. Bel risultato per il continente che è stato la culla della nostra civiltà occidentale 🙁 – La Marcegallia all’estero parli del mostro Merkel-Hoover, delle magagne di Monti ne parliamo qui in Italia !!!
Gli immobili ad uso abitativo locati in regime normale (non di cedolare secca) vedranno ridotta la detrazione dal 15 al 5%. Quelli ad uso commerciale non usufruiscono della cedolare, quindi saranno tassati per un ulteriore 10%.
In molti casi il livello della tassazione (Imu, Irpef e Imposta di Registro) arriverà anche al 60%. Se gli inquilini non pagheranno più gli affitti,come sta accadendo,le tasse si dovranno pagare lo stesso, almeno inizialmente.
Si ricorda che la detrazione non è uno sconto gentilmente concesso ma va a coprire le spese di manutenzione, assicurazione ed altro in misura appena sufficiente. Diverso, naturalmmente, il caso del locatore con Partita Iva.
E’ facile immaginare che gli immobili perderanno di valore, sarà difficilissimo affittarli, specialmente nei centri storici dei piccoli comuni.
Le Banche si prenderanno tutto.
La prego Giannino non lasci anzi, alzi ancora di piu la voce, siamo tutti con lei . Grazie per l’impegno e per la passione che ci mette .Augri di buona Pasqua
Ciao Oscar,
abito a san dona’ di piave ( ve).
Ho moglie e 2 figli di 6 e 8 anni.
Sono socio-amm.re, con fratelli e padre, di due srl che danno servizi ad aziende private.
Avanti tutta! Oscar! Resistiamo!
Ti ascolto sempre, quando posso.
Se fai un partito, se mi indichi uno/a da seguire, se vuoi diventare presidente del consiglio… Sono con te!
Per il bene dei miei figli.
Come alternativa a te, che sei il n. 1, che ne diresti di Emma Marcegaglia?
Ha i soldi giusti, ha ( spero ) i principi giusti, ha gia’ dato a confindustria ( a cosa serve confindustria?), e’ donna, e’ giovane, e’ grintosa, non mi pare compromessa.
Take care,
Stefano.
Ho il sospetto che Monti, di fronte al muro di gomma degli interessi costituiti, abbia deciso di adottare la strategia del “tanto peggio, tanto meglio”.
Lascerà fallire il paese, e quando si scatenerà il panico nessuna lobby sarà più in grado di ostacolare le riforme… secondo lei è possibile?
@ Marco Tizzi
Caro Tizzi abbiamo semplicemente idee diverse è inutile che continua a scrivere che io amo Monti o faccio il mastino, perchè non è vero.
Io non amo nessuno, cerco di vedere la realtà senza essere condizionato da nessuno ed oggi trasversalmente tutti si lamentano. opinione pubblica, liberali, sinistra, destra, ed è un tutto contro tutti che non porta da nessuna parte. Con la politica che ci troviamo oggi e con coloro che siedono a Parlamento e Senato dove andiamo?
I tedeschi sono brutti e cattivi, l’Europa è uno schifo, Monti è peggio di Berlusconi e Prodi ed in 100 giorni ha sbagliato tutto ecc. ecc. Dissento da lei su tutto e sopratutto dalle considerazioni che fa dividendo politica e Italiani.
Chi ci governa purtroppo è lo specchio dell’Italia, sono persone molte inteligenti che hanno cavalcato i sentimenti del paese prendendoci per il culo per benino.
Io ho votato quasi sempre radicale e mi sembra che certe cose i radicali le dicano da 30 anni eppure non sono mai andati oltre una certa percentuale, che era vietato votato per loro? Erano gli Italiani che votavano prima DC o PCI o poi PDL o PD, presi per il culo con il voto utile, quindi non mi faccia le morali del non c’è nessuna alternativa perchè non è vero.
Le faccio un esempio, se alle prossime amministrative Grillo prendesse il 30% dei voti, persona che ogni tanto qualcosa di buono dice, (secondo il mio modesto parere, fa un populismo esasperato che non mi piace affatto), stia tranquillo che poi politici professionisti in futuro cambierebbero modo di far politica certi che in caso contrario verranno spazzati via al 100%.
In Italia se un politico o un amico banchiere vi promette il posto, il 70% degli Italiani se lo prende invece di denunciare chi utilizza pratiche scorrette, clientelismi e schifezze varie. I politici cavalcano il sentimento popolare e Berlusocni ha governato per molti anni perchè a fare questo è il numero 1.
Siamo noi che siamo un popolo che non ha la cultura paese e tendiamo a pensare solo ai cazzi nostri, siamo noi che ci facciamo sempre dividere, rossi e neri, berlusconiani ed anti, impiegati ed imprenditori ecc. ecc. non comprendendo che ci prendono per il culo ed uniti faccimao più paura.
Lei è l’esempio vivente. Io non concordo con lei e fa guerre di religione, ne io ne lei siamo la verità assoluta caro Tizzi, se ne faccia una ragione, si confronti tranquillamente, rifletta e poi ognuno avrà probabilmente la stessa idea o no, chissà.
La brava Italia di cui lei parla e l’Italia delle corporazioni del va bene tutto ma non a casa mia.
Fare propaganda come ora sta facendo anche lei sui quei poveri cristi che si amazzano non è molto carino, sopratutto addebitando a Monti ed il suo governo questi suicidi. Farlo significa vivere fuori del mondo, non ci vuole certo uno scienziato per capire che quei poveracci non sono arrivati a questo punto per i 100 giorni di Monti.
Gli ho fatto una domanda un paio di post fa ma ancora non ho trovato risposta.
Con Monti cacciato a calci nel culo come vuole lei e come in tanti qua dentro scrivono, quale sarebbe il prossimo passo per portare l’Italia verso una strada migliore? Chi mettiamo? Cosa dovremmo fare? Elezioni immediate? Mi faccia sapere così posso confrontare la sua soluzione, che ancora non vedo, all’attuale governo Monti.
Criticare e basta serve a poco bisogna portare soluzioni.
Gianluca
@Stefano
Merkel e Wall Street sono gli unici che possono far ragionare il Professore.
La Marcegaglia ha fatto la cosa migliore del suo mandato con quell’intervista.
il sito RischioCalcolato di Paolo Rebuffo ha scritto un articolo x farti i complimenti come rara schiena che non si piega al MainStream..
copio&incollo il commento che gli ho lasciato..
…………….
concordo grande stima ad Oscar (ed al suo/mio amico Carlo Stagnaro)..
aggiungo a chi tiene schiena dritta Barisoni sempre Radio24 (che però.. provo ad indovinare.. invece a te non piace)..
Buona Pasqua a tutti
Piero
PS: come molti (incluso te caro FK) Oscar appoggiò sino ad 1 anno fa un SemiMonopolista-Finto-Liberale-Molto-Aziendale.. e questo fu il suo grave errore.. da cui ora si è emendato..
@Marco Tizzi
è vero che così la controriforma dell’articolo 18 non và..
però la Marcegaglia potrebbe anche lottare x la reintroduzione del Falso in Bilancio.. potrebbe spiegarci gli affari giudiziari di famiglia che TUTTI tacciono.. potrebbe spiegarci gli appalti che ha preso in Sardegna da Silvio di che tipo erano.. e potrebbe spiegarci una strata sottoleggina mirata x far pagare a lei ed ad altri pochissimi il gas.. potrebbe spiegarci come mai la patrimoniale sui soldi evasi in Svizzera non si fa e lei non la chiede (la Germania ha oro ora ulteriormente appesantito la mazzata fregandosene delle finte foglie di fico della legislazione europea)..
insomma: in buona parte condivido le sue lamentazioni sul 18.. ma da che pulpito !!!
Vorrei proporre un convegno dove poterci riunire e cominciare a fare quello che è necessario per far sì che queste proposte trovino spazio sui giornali e si cominci a parlarne nell’opinione pubblica.
Promotore: IBL
Ospiti: Giannino, Ricolfi, Luca Antonini, altri tecnici.
Politici (senza di loro non vengono i giornalisti): Renzi, Alfano, Grilli (altri?)
Mega Ospite: Ignazio Visco e/o Luigi Giampaolino
Altre Idee?Proposte?
Cominciamo ad uscire da questo (benemerito e benedetto) blog!
@Gianluca
Curioso, le poche volte che ho votato è stato per i radicali e, stante il panorama attuale, probabilmente finirò per votare M5S per un semplice motivo: voglio provare a rompere l’oligarchia, mandando cittadini qualsiasi nella stanza dei bottoni con la speranza che scompiglino le carte.
Nonostante non sia per nulla d’accordo con Grillo, soprattutto in temi economici, perché, diciamocelo, non ci capisce una fava: lo dimostra il fatto che continui a ripetere che gli LTRO siano “soldi dei cittadini” (qualunque cosa significhi). Ma il M5S non è Grillo ed è un barlume di speranza, l’unico verso una democrazia più diretta, a meno che non arrivino altri movimenti (i pirati in Germania son molto meglio, per esempio).
Quindi non siamo così distanti.
E questo mi sorprende molto perché mi pare che lei non stia vedendo cosa sta succedendo in questi 100 giorni: l’economia si è fermata, ha avuto un infarto peggiore di quello del 2009 e a soli 3 anni di distanza è un bruttissimo segno, perché ancora era in degenza. Forse io lo vedo di più perché sono in contatto con tante aziende tutti i giorni.
E, sì, i suicidi stanno aumentando con questo Governo per un motivo semplicissimo: psicologicamente è stato drammatico per chi era già in difficoltà vedere che “i nuovi arrivati” si comportavano peggio di quelli prima.
Cosa si può fare? Elezioni al più presto con più persone nuove possibili.
Dopo: FREGARSENE dei mercati finanziari e del deficit, tagliare le tasse sul lavoro e poi occuparsi del resto. Obama docet. Se alla Merkel non sta bene, affari suoi: non si può ridurre in povertà un continente solo perché i tedeschi riescono (ancora) ad esportare. Una delle poche leggi che non sono discutibili in economia è che non si può basare l’economia mondiale sull’esportazione.
Inoltre, c’è un detto a Wall Street: “se devi 100 000$ a qualcuno, lui ti possiede. Se gli devi 100 000 000$ sei tu che possiedi lui”. Il nostro governo deve fare leva sul nostro debito per trovare soluzioni a livello europeo che siano innanzitutto monetarie: si tratti di avere un prestatore di ultima istanza o di stampare una moneta secondaria in ogni paese in difficoltà. Altrimenti che sia default: se la Merkel lo preferisce alla monetizzazione, così sia. Vedrà che se ne pentirà: è un problema più per loro che per noi.
Queste sono soluzioni razionali, non ottimali, inflattive, ma sono “il meno peggio”, come dicevo in altri post rispondendo ad Alex Zandra: non sono “i miei sogni”, sono cose che si potrebbero fare per attenuare le conseguenze drammatiche dell’austerità in una fase recessiva.
Perché il taglio dei privilegi e dei clientelismi, se mai avverrà, richiede anni. E non abbiamo tempo.
Sono felicissimo che Giannino cominci a dare indicazioni precise di quali sono i tagli da fare. Spero che lui e altre “teste pensanti” italiane comincino a fare una spending review indipendente da sventolare davanti al parlamento. Ma ci vuole tempo e non l’abbiamo, quindi sono necessarie azioni dure e non ortodosse. Subito.
Però, la prego, non mi dica che il popolo tutto è corrotto e che ognuno è un ingranaggio di un sistema malfunzionante: la maggior parte, la stragrande maggioranza, subisce uno Stato che si fonda sulle violenze poliziesche, si chiamino esse agenzia delle entrate, guardia di finanza, equitalia, polizia di stato, carabinieri, giustizia civile e penale, servizi segreti.
La dimostrazione sono i sondaggi che dicono che più della metà degli italiani (e dopo il casino della lega sono anche aumentati) non sanno cosa votare. Se fossero ingranaggi corrotti non avrebbero dubbi, non crede?
Per modificare o difendere qualcosa,bisogna che questo esista…
Se andiamo avanti così,cioè,aumento del costo della vita,causa,aumento delle tassazioni a tutto campo,
ci sarà poco da difendere…
Non ci saranno più imprenditori e ovviamente dipendenti…. mi sorge a questo punto una domanda; se non ci sarà più la solita massa che consuma,le entrate caleranno e allora i “tecnici” che faranno??? aumento delle entrate(causa evasione fiscale)raccontandoci le solite balle o gireranno con il cappello,elemosinando le ultime risorse?
Viste le ultime notizie,penso,che questi “tecnici”,”professori” e quant’altro,stiano teorizzando sulla “divisione dello zero” sulla nostra pelle.
@Francesco P
Il governo Amato, ha ragione, è emblematico: il prelievo forzoso, cioé il furto di Stato, ha contribuito pesantemente a far sentire il cittadino una mangiatoia. Quindi il cittadino ha risposto cercando di evadere sempre di più, chieda ai commercialisti attivi all’epoca se non ci crede. Secondo obiettivo raggiunto dal governo Amato è stato farci entrare in una unione monetaria per la quale non eravamo pronti e che doveva essere il viatico per una riduzione della sovranità nazionale che non è mai arrivata (e mai arriverà, imho).
I risultati li vediamo oggi.
Ma il “tecnico” Amato e il “tecnico” Ciampi erano molto diversi da Monti. Non prendiamoci in giro: gli “”economisti””, questi sacerdoti di una scienza che non esiste, governano indirettamente tutto il mondo occidentale. E non vedono l’ora di poterlo fare direttamente.
Vogliamo davvero credere che il “salva italia”, il “liberalizzazioni”, il “semplificazioni” e questa minchiata della riforma del lavoro non fossero già pronti in un cassetto? Suvvia.
Il problema è che facevano schifo. Il problema è che Monti dichiarava a settembre che “la Grecia è il più grande successo dell’Europa”. Perché questi individui se ne strafottono della gente: vogliono SOLO applicare le loro teorie, usandoci come cavie per i loro esperimenti “scientifici”. I professoroni universitari fanno nelle aziende gli stessi danni che stanno facendo oggi al paese e per lo stesso motivo: non hanno idea di cosa sia il mondo vero perché loro il mondo l’hanno visto sempre e solo tramite un libro.
Sono come “viaggiatori” che abbiano “visitato” tutto il mondo con Google Earth: sono convinti di sapere tutto, invece non sanno nulla.
Concordo sulla sua valutazione riguardante la lega: era 20 anni fa quello che oggi è il Movimento 5 Stelle. Spero non facciano la stessa fine.
E mi auguro, ha ragione lei, che arrivino altri movimenti. Ne servirebbe uno più “di destra” (questa definizione non penso abbia più un senso logico), meno “sociale”, più “liberista”.
Spero arrivi, ma deve partire dal basso.
@Piero
Infatti ho detto che era la cosa migliore che ha fatto nel suo intero mandato… 🙂
@Francesco P
Il governo Amato, ha ragione, è emblematico: il prelievo forzoso, cioé il furto di Stato, ha contribuito pesantemente a far sentire il cittadino una mangiatoia. Quindi il cittadino ha risposto cercando di evadere sempre di più, chieda ai commercialisti attivi all’epoca se non ci crede. Secondo obiettivo raggiunto dal governo Amato è stato farci entrare in una unione monetaria per la quale non eravamo pronti e che doveva essere il viatico per una riduzione della sovranità nazionale che non è mai arrivata (e mai arriverà, imho).
I risultati li vediamo oggi.
Ma il “tecnico” Amato e il “tecnico” Ciampi erano molto diversi da Monti. Non prendiamoci in giro: gli “”economisti””, questi sacerdoti di una scienza che non esiste, governano indirettamente tutto il mondo occidentale. E non vedono l’ora di poterlo fare direttamente.
Vogliamo davvero credere che il “salva italia”, il “liberalizzazioni”, il “semplificazioni” e questa minchiata della riforma del lavoro non fossero già pronti in un cassetto? Suvvia.
Il problema è che facevano schifo. Il problema è che Monti dichiarava a settembre che “la Grecia è il più grande successo dell’Europa”. Perché questi individui se ne strafottono della gente: vogliono SOLO applicare le loro teorie, usandoci come cavie per i loro esperimenti “scientifici”. I professoroni universitari fanno nelle aziende gli stessi danni che stanno facendo oggi al paese e per lo stesso motivo: non hanno idea di cosa sia il mondo vero perché loro il mondo l’hanno visto sempre e solo tramite un libro.
Sono come “viaggiatori” che abbiano “visitato” tutto il mondo con Google Earth: sono convinti di sapere tutto, invece non sanno nulla.
Concordo sulla sua valutazione riguardante la lega: era 20 anni fa quello che oggi è il Movimento 5 Stelle. Spero non facciano la stessa fine.
E mi auguro, ha ragione lei, che arrivino altri movimenti. Ne servirebbe uno più “di destra” (questa definizione non penso abbia più un senso logico), meno “sociale”, più “liberista”.
Spero arrivi, ma deve partire dal basso.
Sono convinto che la P.A. si può ridurre moltissimo. Ci sono dentro e lo so. Non perchè i dipendenti siano dei fanulloni. Magari lo fosserto! E’ che si inventano norme e lavoro inutile, dovendo giustamente far qualcosa ed essendo persone oneste (spesso anche molto intelligenti e praparati, il che assurdamente è un’aggravante economica perchè combinano cavilli e guai). Il problema non sono solo i dipendenti, sono le normative. Se per concedere una cazzata di contributo comunitario occorre più tempo-lavoro di quanto valga il contributo stesso siamo messi male. E non dimentichiamo la delinquenza. Io penso con terrore cosa farebbe un mio collega in Calabria alle prese con le graduatorie dei finanziamenti. A Cutro un sacerdote sociologo che ha studiato quella realtà afferma che 120-130 delinquenti tengono in scacco una comunità di 20.000 onesti. E la lunga mano della drangheta arriva ai cutresi di reggio Emilia a cui incendiano cantieri e auto. E tutti tacciono per paura. Dico una cosa polticamente scorrettissima (e ovviamente impraticabile in Europa): e se mandassimo nel lager queste 120 persone senza tanti processi o prove che singolarmente non si possono raccogliere con quattro carabinieri e un PM sotto scorta?
Caro dott. Giannino,
sono un suo affezionatissimo ascoltatore ed estimatore che non si stanca mai di ascoltarla in replica quasi tutte le sere.
Grazie a lei riesco a vedere la complicatissima situazione di questo disgraziato paese con occhi più attenti e consapevoli, e riesco ad argomentare con più autorevolezza le tante discussioni che mi capita di avere sulla triste situazione che stiamo vivendo.
Rimango pieno di amarezza di fronte all’ipotesi che Lei possa privarci dei suoi contributi quotidiani ai quali mi sono ormai abituato ed affezionato.
La prego rispettosamente di tener presente che la maggior parte di noi non è cieca come quegli individui senza onore che le hanno lanciato di tutto mentre Lei tentava di entrare in università per fare una conferenza, e per la quale mi sono vergognato.
Sono certo che è pieno (ed i post che sta’ ricevendo mi danno ragione) di gente come me che la stima e la segue con affetto da tanto tempo.
Mi unisco quindi al coro dei tanti che le chiedono di tenere duro e continuare con la stessa passione di sempre a condurre la sua trasmissione.
Con infinita stima,
Daniele.
Carissimo Oscar, le sue analisi sono sempre illuminanti e Dio solo sa quanto bisogno abbiamo oggi in Italia di un po’ di luce… Chi come me a che fare quotidianamente con commercianti e piccoli imprenditori si rende conto che siamo ad un livello di asfissia prossimo allo svenimento. Il peso della tassazione diretta e indiretta è ormai insopportabile, non possiamo più solo lamentarci, è venuto il momento di agire per cambiare rotta prima che sia troppo tardi (se già non lo è…). Io mi aggiungo alla schiera di chi dice: proviamoci! Il momento mi sembra anche propizio, con lo scandalo (tristissimo) della lega il vuoto politico si fa enorme e, prima che si presenti l’ennesimo leader populista gattopardesco che governi seguendo i sondaggi e i suoi interessi, è necessario creare un movimento liberale che spezzi le catene che ci impediscono oramai qualsiasi movimento. Io credo che lei, a cui va tutta la mia stima per la passione e per l’onestà intellettuale, potrebbe avere un ruolo importante come collegamento tra le persone e le forze sociali che potrebbero aggregarsi a questo scopo, e come scintilla per accendere una fiamma che potrebbe divampare!
@ Marco Tizzi
Se la strada è andare a votare subito speranzosi che le cose migliorino, personalmente sono convinto che sarebbe un disastro.
Questo è il mio parere. Sul fatto che lei è convinto che l’Italia stia alla canna del gas per i 100 giorni di Monti e non per colpa di 30 anni di nulla, posso solo dirle che non concordo nella maniera più assoluta.
Sul voto ai radicali li senta più spesso su Radio Radicale e vedrà che dicono cose molto simili alle mie, nessun nasconde che siamo in crisi ed il governo dovrebbe fare di più, ma con questo parlamento e questi partiti, come le spiegava anche Francesco P, è complicato fare di più.
Dire che questo è un governo tecnico è una cazzata bella e buona. Questo è un governo politico d’emergenza, con al governo dei tecnici, naturalmente per scelta degli stessi partiti, visto che Monti voleva fare anche ministri politici.
Gianluca
salve Oscar,
condivido in pieno. Pensavo che si aspettasse di rimettere in sesto un pò le cose e (ri)acquisire un pò della credibilità perduta e poi procedere a robusti tagli, forti a quel punto anche del consenso acquisito. Ma a meno di sorprese non c’è aria di tagli, insomma di svolta neanche l’ombra. L’Italia sembra un paziente che invece di essere operato viene curato con medicine sbagliate e che lo stanno ammazzando, e intanto il male resta li.
Quello che non capisco in un momento storico come questo è perché no, non ci si provi. Secondo lei appunto perché? Pensano di non poterli far passare? Troppi interessi da toccare per un futuro in politica? Incapacità o mera convinzione in questa strada fino ad ora percorsa? Questo non me lo so spiegare, a meno di pensare che se avessimo un’altro almeno più coraggioso al posto di Monti allora qualcosa avremmo potuto vedere…
Caro dott. Giannino,
PER FAVORE NON CI ABBANDONI!
Anzi, come si può leggere anche dagli altri molti commenti in questo senso, credo che il momento davvero drammatico possa giustificare un suo impegno politico, che forse mai come nel 2013 potrebbe trovare una sponda entusiastica da parte degli elettori.
Un movimento o un partito, quello che preferisce, anche se non da subito con numeri rilevantissimi, riempirebbe un vuoto a mio parere incomprensibile nel panorama politico italiano e potrebbe certamente influire sulle future scelte di governo, pur dovendo ovviamente dialogare con i partiti politici esistenti.
C’è bisogno di riportare un po’ di speranza a questo povero Paese mortificato da una classe dirigente che, quando è andata bene, si è dimostrata incapace e del tutto inadeguata.
Per fare meglio, mi dia retta, non ci vuole molto. Siamo tutti sicuri che lei ne abbia le capacità, la forza e che, se decidesse in questo senso, avrebbe anche adeguati appoggi nella cosiddetta “società civile”.
Ora manca solo un suo gesto di buona volontà.
NON CI DELUDA!
Votare non è mai un disastro.Un disastro è essere convinti che non farlo sia meglio.
Eventuali votazioni oggi sarebbero l’eccezione che confermano la regola. Quel che scrive caro Adriano è assolutamente vero, purtroppo l’Italia attuale, le sue divisioni, la sua mancanza di partiti seri, porterebbe dopo il voto ad una paralisi che mi fa dire, votare oggi sarebbe un disastro.
Non sono mago merlì, è una mia idea e la situazione attuale Italiana mi fa ritenere che se domani votassimo sarebbe complicato poi trovare una maggioranza in grado di portare il paese fuori dalle sabbie mobili.
Spero di essere stato più chiaro.
Gianluca
@Andrea Chiari
molto interessante la Sua chiave di lettura sul perchè si può ridurre moltissimo la P.A., non ci avevo mai pensato così, penso che in molti casi Lei abbia ragione….
@ Giannino, Marco Tizzi, Gianluca e Francesco P
indipendentemente da chi abbia la colpa di quanto sta accadendo oggi in italia (Monti, gli ultimi 30 anni di nulla o gli italiani tutti), credo che tutti oggi concordino che quello che veramente manca è una proposta politica che seriamente proponga delle riduzioni di spesa pubblica (vorrei dire anche di debito ma non so poi se concordiamo tutti): allora Vi pongo una riflessione e una domanda.
La riflessione: cosa succederebbe e direste oggi se Berlusconi, invece di aver fatto (o non fatto) qualsiasi cosa pur di restare presidente per poi essere comunque sostituito indegnamente, avesse detto alto e forte: la situazione è tale per cui servono sacrifici, siccome io non voglio mettere nuove tasse propongo una drastica riduzione di spesa pubblica, se ci state bene, se no sfiduciatemi e sostituitemi, col risultato che oggi (sfiduciato e sostituito) sarebbe l’unico che potrebbe vantare il merito non aver messo le mani nelle tasche della gente e sarebbe favoritissimo per ottenere la maggioranza relativa da solo alle prox elezioni….
La domanda: Voi credete che gli italiani, che pure non sanno chi votare e si asterranno in massa, daranno il loro appoggio ad una proposta politica seria che preveda un forte taglio della spesa pubblica?
io non credo……
@alexzanda </lei ha descritto chiaramente la vera colpa di SB : non aver detto fin dal governo del 2001/2006 che l'Italia non poteva andare aventi con la politica della spesa pubblica come era stata fatta per 40 anni dal regime DC-PSI con l'appoggio esterno del PCI . Fin dal 1994 aveva detto del sistema pensionistico non sostenibile , appoggiato allora dal compagno della sorella di Tulliani e lo avevano fatto fuori subito. Nel 2001 aveva cercato di modificare l'art. 18 col risultato di avere mobilitazioni di piazza e nessun appoggio dai suoi alleati e dalla Confindustria. Quando il mondo del pubblico impiego si era mobilitato per avere ancora più soldi all'inizio della trattativa aveva dichiarato che la PA non poteva guadagnare di più dei suoi datori di lavoro che erano i contribuenti salvo poi lasciare la mano libera al suddetto compagno che ha regalato più soldi alla PA di quanti i sindacati stessi avevano richiesto . In sostanza con la convinzione che sarebbe stato fatto fuori non ha mantenuto le promesse di cercare fare dell'Italia un paese meno cattocomunista e più liberale . Col risultato che è stato fatto fuori lo stesso e non è più in grado di proporsi con la ricetta liberale. Credo comunque che di fondo gli italiani siano statalisti , sopratutto al sud e un vero cambiamento sarà possibile solo dopo il fallimento economico , come il crollo del fascismo è avvenuto solo la guerra persa e non prima.
Credo inoltre che la ragione vera della contestazione alla politica risieda non nella corruzione che c'è sempre stata e tutti gli italiani lo sapevano , ma nel fatto che la politica non può più distribuire soldi ma li richiede . E questo provoca le proteste e il rifiuto ; se potesse ricominciare a distribuire soldi , lo sdegno finirebbe presto , corruzione o no.
@alexzanda
Purtroppo le colpe sono diffuse e in Italia vige ancora la mentalità per cui “se i colpevoli sono tanti allora la colpa è di nessuno”. A Bossi e Berlusconi devo dare atto di aver saputo intercettare la volontà di cambiamento del Paese a metà degli anni ’90, ma di aver preferito adeguarsi al cosiddetto Palazzo piuttosto che combatterlo. Così è stato per tutto il successivo quindicennio che li ha visti protagonisti in mezzo a fasi di alternanza che hanno deluso ancor più di loro. Ora hanno concluso la loro parabola politica ingloriosamente, prendendosi tanto le colpe meritate quanto quelle degli altri.
La situazione è a mio avviso molto diversa rispetto al passato. A metà degli anni ’90 non eravamo ancora all’ultima spiaggia. Oggi, invece siamo con le spalle al muro. L’evoluzione degli scenari dell’economia mondiale e la crisi di credibilità dei debiti pubblici europei stanno ponendo fuori mercato le industrie Italiane. Oggi il nostro sistema industriale per poter competere avrebbe bisogno di investire e di non subire, oltre alla stretta creditizia, l’aggravio di costi causati dall’inefficienza e dalla miopia pubblica. Oggi il penultimo treno è già passato e l’ultimo sta per passare.
Credo che le vicende di questi anni e duri colpi al tenore di vita inferti negli ultimi mesi spingano la gente, almeno quella inserita nei processi produttivi, a considerare in modo diverso la rinuncia a certe situazioni di comodo. Ritengo che ci sia lo spazio per una formazione politica con un programma realmente riformatore. Di certo questa ipotetica formazione non raggiungerebbero una massa di voti sufficiente per governare o pesare in un’ipotetica coalizione e sarebbe marginalizzata dai vecchi partiti che vogliono sopravvivere. Di contro costringerebbe a fare i conti con la realtà, cosa che i padroni-predoni della politica, le corporazioni (pardon, oggi si dicono “parti sociali”) e la burocrazia non stanno facendo neppure di fronte all’evidenza più chiara.
In presenza di una formazione politica innovativa non passerebbero inosservati certi sprechi e sarebbe anche molto più difficile usare la lotta all’evasione e quella alla corruzione per nascondere demagogicamente gli sprechi ed il clientelismo, che altro non sono che il nutrimento della corruzione e dell’evasione.
Comunque vada i prossimi anni saranno difficili per l’economia del nostro Paese e per la nostra reale libertà.
Egr. Dott. Giannino, se non ho capito male a breve i partiti riceveranno altri 200mil. di euro o più, di rimborsi elettorali. Se ho capito bene, la prego di parlarne in radio ed in qualsiasi altro luogo in cui Lei può farsi sentire, per fermare questo ennesimo ladrocinio ai danni della povera gente. Trovi un modo per riunire quei milioni di Italiani onesti(che sia un blog, un quotidiano, una radio) per farci sentire in fretta e chiedere anche la restituzione di tutti i soldi che i partiti hanno sui conti correnti, investiti in qualsiasi altro modo, in immobili ecc.!!! Ma è mai possibile che questi facciano investimenti con i soldi dei cittadini che dovrebbero servire per migliorare il paese? Se riuscissimo a riprendere tutti quei soldi e a bloccare il continuo deflusso, riusciremmo in fretta a ridare crescita e speranza al paese. Ma non c’è tanto tempo!! Spero che accolga questa mia “preghiera”. Grazie
@alexzanda
Dipende: se uno scrive nel programma “forte taglio alla spesa pubblica” non lo vota nessuno.
Forse nemmeno io, perché conoscendo i miei polli significherebbe “forte taglio alla spesa pubblica che ti serve e tutto il resto (furti inclusi) resta com’è”.
Però se uno si propone con una serie di tagli da fare ben argomentati e sensati, per me di risultati ne otterrebbe eccome.
Per questo sono contento che Giannino finalmente metta in fila le voci da tagliare punto per punto: così non si scappa.
Insomma: la spending review va fatta fuori dal parlamento, nel palazzo non può funzionare.
Bravo Oscar! Ma non aspettiamoci che sia Monti a salvarci in questo modo, lui è per la cura da cavallo stile Merkel, la cura che stronca la malattia e pure il cavallo. Andiamo allegramente verso il default controllato
@Gianluca Capisco il suo ragionamento e ne condivido la parte riguardante i partiti.Abbiamo opinioni diverse sul male minore.Accetto senza problemi provvedimenti che non condivido se a prenderli è chi è stato votato per farlo.Non ci riesco in caso contrario.La pretesa unanimistica porta a negare l’esistenza di soluzioni diverse.Le tasse inutili ci restituiscono immutato il problema del debito e qualcuno accenna all’abbattimento e al prestito forzoso.Chi se non i cittadini potrà e dovrà decidere fra l’uno,l’altro o entrambi?Quando e se ci saranno le elezioni tutti ancora si dichiareranno uniti nelle proposte?Non credo.Per questo è necessario scegliere.Comunque e col voto.
Quanto ancora dovremo sopportare che la crisi sia usata, a livello nazionale, per combattere una guerra interna ?
Quanto si dovrà aspettare perchè l’Europa (ci lamentiamo della nostra casta domestica, ma abbiamo idea dei costi di questa istituzione che in questo periodo di crisi prima di tutto europea si occupa di compagnie aeree e di norme europee per immatricolare i veicoli !!!) torni a fare politica ?
Quanto dovremo aspettare perchè nasca una agenzia di rating europea che non faccia il gioco della speculazione, ma che valuti i fondamentali come per l’Europa anche per USA e Giappone ?
Ed anche quanto si dovrà aspettare per veder contrarre la spesa pubblica, eliminare veramente le elargizioni della ricchezza pubblica alla casta ed al suo entourage di dirigenti, impiegati, consiglieri e commessi sia a livello centrale sia a livello locale ?
Quanto si dovrà aspettare per vedere che l’opinione pubblica si rifiuta di tollerare che uno Stato affermi impunemente che solo a dicembre del 2012 deciderà se l’aliquota con la quale tassare gli immobili anche per i mesi gennaio-novembre può essere il 4 per mille o doveva essere maggiore ??? Dove sta la non retroattività delle norme fiscali ?!? Dove sta il diritto ???
E’ tremendo vedere che è lo Stato stesso a non garantire lo stato di diritto !!
A questo punto chiediamo di diventare una colonia della Germania. Chiediamo amministrazione e politici tedeschi in cambio di quello che possiamo offrire – belle donne, sole, bel mare, buon cibo, buon vino, simpatia e non mi viene in mente altro da offrire.
@adriano
dalle sue parole sembra quasi che sia giusto abbattere il debito se la maggioranza dei cittadini decide per l’abbattimento dello stesso……..
non so se era questo che voleva dire, ma non vede che se fosse così anche lei si sarebbe piegato alla ideologia tutta antilibertà e statalista secondo cui la maggioranza può decidere di stracciare accordi privati validissimi e il singolo non ci potrebbe fare nulla.
i cittadini possono e devono sceglier chi li governa col voto, non possono scegliere di modificare il diritto e le leggi a loro piacimento stravolgendo il quadro di norme all’interno del quale i privati hanno agito sino a quel momento, nemmeno una larga maggioranza può farequesto, se non si capisce ciò non ne usciamo mai
Stimatissimo Dr. Giannino, presidente subito!
Perchè non aboliamo il posto fisso, così solo i meritevoli e i volenterosi avranno un posto di lavoro. A casa i fannulloni e gli imboscati nel pubblico impiego.
Tagliamo i costi, i privilegiati dei dipendenti pubblici e privatizziamo lo stato intero!
Meno spesa pubblica = Meno tasse = Meno evasione
Carissimo Dr. Giannino. Si parla tanto di governo tecnico, di manovre salva Italia e così via. Ma invece che studiare il modo di far sopravvivere la gente, si impongono a raffica nuove tasse. Questa non è democrazia, questo è un governo fiscototalitario guidato da professori al seguito di un vecchio compagno che si è convertito ad affamatore del popolo. Un governo che continua a distribuire a pioggia incentivi ad aziende statali e non, prelevando l’indispensabile a tante famiglie. Una schiera di partiti e sindacati che avallano queste misure e si impuntano per mesi su un articolo 18 che detta regole ormai superate in tutto il mondo.
Ma dove erano questi sindacalisti quando hanno preso la mazzata sulle pensioni, sulla nuova tassa sulla casa, sull’IVA ecc?
E’ veramente ora di ribellarsi se possibile pacificamente, altrimenti…..
sono daccordissimo con Claudio di croce sulla PA che crea il lavoro per giustificare il proprio posto, quanta spesa pubblica dipende dall’avere troppe persone che possono far aumentare i costi e il lavoro nella PA, ormai per me è un vortice democraticamente inarrestabile.
Complimenti Oscar… Tieni duro! Non mollare!
Chiunque abbia un minimo di cognizione di causa, ha la netta percezione (consapevolezza?) che dei quasi 500 miliardi di spesa pubblica (pensioni escluse) ci sia un buon 20% di spreco recuperabile.
Dico 20% perché lo spreco totale è sicuramente maggiore, bisogna però tenere conto della porzione fisiologica dello spreco che è praticamente impossibile da eliminare.
In sostanza, a spanne, 100 miliardi (all’anno!) sono recuperabili!
Il problema è un altro… Manca la VOLONTA’!
Caro Giannino,
sono stato spesso in disaccordo con lei (negli anni passati) , ma adesso mi auguro che le sue minacce ripetute di lasciare Radio 24 non si concretizzino perchè mi verrebbe a mancare una fonte di informazione PREZIOSA.
Resistere, resistere, resistere!
Bravo Giannino !
Perché non propone anche di dare un giro di vite alla corruzione della politica, che ruba ogni anno al paese 70 miliardi di euro ! (certificati dalla Corte dei Conti)
Basterebbe un pool di magistrati, dotati di mezzi adeguati, che indagano costantemente su amministratori e politici. Per lo Stato sarebbe il migliore investimento.
Perché nessuno “esperto” di economia ne parla ?
Ripeto: Perché nessuno “esperto” di economia ne parla, in questo paese dove la gestione della cosa pubblica è sinonimo di malaffare ?
Perché voi intellettuali avete dimenticato l’etica pubblica ?
L’etica pubblica va spiegata alla gente, non come principio astratto, ma come come elemento di giustizia sociale, di convivenza civile e soprattutto in questo momento come mezzo per combattere l’impoverimento del nostro Paese.
Non è credibile proporre di tagliare posti di lavoro senza prima ridurre la corruzione !
Il dott. Giannino, a me pare, la sa lunga ma forse non la sa tutta. Egli parla di tagli ai pubblici dipendenti del 15%. Bene: lo sa che nella scuola, grazie alle riforme Gelmini-Tremonti, questo taglio è stato GIA’ fatto, più o meno? Lo sa che il personale non docente, tanto per dare le cifre precise, è stato tagliato del 17% nel triennio 2009-2012 e quello docente del 12%? Nel complesso non saremo al 15%, ma al 13-14% (135000 posti su un organico di un milione). Vorrei allora sapere di che cosa stiamo parlando…
Gentile Dott. Giannino,
concordo con lei riguardo alla riforma del mercato del lavoro ed aggiungo questa mia proposta,in parte contenuta nel libretto “la mia rivoluzione” che le ho consegnato nell’incontro di Brescia.
Riforma del lavoro (o meglio del costo del lavoro)
Nell’ambito dei fondamentali meccanismi dell’economia, è ovvio che se si vuol privilegiare un fattore, quel fattore non può presentare un costo ed un peso esorbitante. Mi pare incredibile che in una situazione di così vasta disoccupazione si continui a considerare il fattore lavoro come l’elemento da spremere con tassazioni e penalizzazioni di ogni tipo. Come può sussistere una tassa, l’IRAP, nella quale la componente legata al numero dei lavoratori sia così pesante? Oggi, più un’ impresa occupa forza lavoro e più è tassata! Si tassi l’aria, il suolo, il divertimento, ecc. ma non si tassi i lavoro soprattutto in questo momento storico!
E’ ovvio che per essere meno appesantite dai costi e da varie tassazioni le imprese tendenzialmente ridurranno la forza lavoro, ridurranno cioè il cosidetto “monte ore” sul quale gravano pesi e vincoli.
Una breve considerazione: due aziende che hanno lo stesso fatturato e lo stesso utile di esercizio, ma che occupano la prima cento persone, la seconda dieci, non posso essere soggette alla stessa tassazione. Va tenuto conto del ruolo sociale della prima in modo considerevole.
Se si confrontano i costi industriali di Italia, Romania e Cina è impressionante osservarne le differenze. Un’ora di lavoro in Italia costa mediamente € 18,2 in Romania € 4,9, in Cina € 2,2. Ciò vuol dire che un prodotto che richiede, ad esempio 10 ore di lavoro, in Italia costa € 182, in Romania € 49, in Cina € 22. Se il medesimo prodotto ha costi (e quindi prezzi) così diversi, come si può dar preferenza ad aziende che producono a costi circa 10 volte superiori?
E’ indubbio che vada facilitata l’entrata e l’uscita dal lavoro fornendo opportuni supporti e alternative. Per non penalizzare le aziende ed i lavoratori nel flusso di entrata, permanenza e pensionamento “mi sembra utile che un giovane entri nel suo primo impiego con gradualità ed elasticità, sia di costo che di orario, anche per permettergli un adeguato addestramento. Sarebbe opportuno che il costo di addestramento non gravasse incondizionatamente sull’azienda. Si potrebbe ad esempio congelare per qualche tempo una piccola parte di stipendio che il lavoratore percepirà solo qualora continui a prestare la sua opera, nella stessa azienda, anche dopo il periodo di addestramento. Ciò al fine di favorire l’azienda che lo ha addestrato e per disincentivare l’abbandono dell’impiego, tanto più se in vista dell’inserimento in un’azienda concorrente, tenendo quindi in conto l’importanza del know how di ciascuna attività”.
Il lavoro subisce spesso costi ed oneri penalizzanti anche in modo indiretto.
Ad esempio vanno proibiti contributi associativi, canoni o vari tipi di tassazione che penalizzano le società o le associazioni che hanno un maggior numero di dipendenti.
Una regola rivoluzionaria potrebbe essere: “più dipendenti hai, meno paghi”. “Più monte ore, meno contributi associativi”.
Un provvedimento non di alta strategia ma volto ad ottenere risultati a breve potrebbe essere quello di elevare da 15 a 18 dipendenti il livello limite delle piccole aziende, senza cambiar nulla nelle regole di elasticità e flessibilità della forza lavoro. Mi pare molto probabile che molte piccole aziende sarebbero interessate e disponibili a crescere di 3 o 4 dipendenti, se sicure di mantenere la regolamentazione attuale e cioè sempre rimanendo sotto il livello limite.
Quanto all’art. 18, che troppo tempo ha fatto perdere a danno di tante analisi, proposte e provvedimenti anti disoccupazione, non si può non riconoscere che, è assolutamente vero che non si possono far digerire ad una azienda più dipendenti di quelli che può occupare, come è anche vero che vanno evitati i licenziamenti pretestuosi. Una proposta di compromesso fra queste due tesi, per altro non contrapposte, non sembra irraggiungibile.
Ultima considerazione. Ritengo non solo possibile ma utile una lotta fra categorie sociali diverse, tuttavia la lotta sociale dovrebbe avere due schieramenti, differenti rispetto al passato: da un alto il mondo del lavoro nel quale lavoratori, imprenditori, artigiani e professionisti, uniti insieme da reciproco rispetto e da un forte senso di solidarietà siano pronti a scontrarsi con speculatori, truffatori ed imbroglioni che, coperti dall’anonimato e/o protetti da consorterie prepotenti, offendono il valore dell’esistenza, della fatica e del merito: una lotta di classe nuova fra il mondo del lavoro ed il mondo della speculazione.
Nota: le parti in corsivo sono tratte da “La mia rivoluzione” di Alessandro Belli (edizioni Grafo 2012)
Aldo Lanfranconi in http://noisefromamerika.org/articolo/due-commenti-sfogo-sul-settore-pubblico-aspettando-giarda le muove delle critiche sul taglio della massa salariale. Chi ha ragione?
Reputo la cosiddetta riforma del lavoro della Fornero solo fumo negli occhi. Mi spiego meglio portandovi alcuni spunti. Primo motivo di riflessione: Quante sono le persone che ogni anno vanno davanti al giudice per l’articolo 18? Poche, pochissime rispetto alla massa di licenziamenti che vengono messe in atto dalle aziende. Secondo motivo: quante sono le aziende che sono sottoposte all’articolo 18? Una minoranza, sostanziosa, ma sempre una minoranza. Ultimo motivo: si vuole eliminare un diritto perchè le parti (aziende e lavoratori) non riescono ad avere una soluzione giudiziale in tempi accettabili (ripeto e sottolineo scusate se lo scrivo in maiuscolo perchè non posso metterlo in grassetto) NON SI RIESCE AD AVERE UNA SOLUZIONE GIUDIZIALE DELLE VERTENZE DI LAVORO IN TEMPI ACCETTABILI.
Il problema a mio avviso quindi, non è il diritto sancito dall’articolo 18 ma l’incapacità della Giustizia di dirimere una vertenza in tempi ragionevoli. L’incapacità dello Stato di dare giustizia ai propri cittadini è uno dei motivi per cui questo paese va a rotoli. Le aziende non possono licenziare le persone perchè una vertenza è lunga, costosa, incerta, con tempi di risoluzione di anni, con costi di chiusura talmente elevati che poche aziende possono tenere botta senza fallire. Se la giustizia fosse rapida, le aziende si sentirebbero meno soffocate dall’articolo 18 perchè potrebbero licenziare e riuscirebbero a sistemare tutto in poco tempo, con costi limitati (il numero di stipendi da versare sarebbe ragionevole e tutte le aziende riuscirebbero a gestirlo).
Anche il lavoratore licenziato potrebbe avere soddisfazione in tempi accettabili ed anche nel caso in cui venisse effettivamente licenziato, potrebbe entrare velocemente in possesso di una congrua quantità di denaro che l’aiuterebbe a gestire il periodo di inattività.
Essere presi in giro da questa classe dirigente, che come lo sciocco non guarda alla luna ma al dito che la indica, è fonte per me di amarezza e disillusione. Tutti, non solo il governo, sono corresponsabili di questa pantomima che prende in giro tutto il popolo italiano e finchè non avremo una classe dirigente (politica, sindacale, industriale,…) in grado di dare una risposta alla necessità di giustizia, non avremo alcuna speranza di risolvere i nostri problemi.
Cordiali saluti.
Ho scoperto da poco per caso la trasmissione “Nove in punto” ed Oscar Giannino……..e sono rimasta folgorata! Una persona che “utilizza” il suo cervello in modo autonomo e libero,che enorme boccata di ossigeno,grazie!!
Sto diffondendo il programma ed incitando all’ascolto,anche se e’ difficile risvegliare menti use poco al pensiero critico ed indipendente ,e molto alla cieca ubbidienza!
E la memoria storica insegna che una cieca ubbidienza unita a mancanza di spirito critico puo’ condurre a mostruosita’ di varia natura.
In caso ci fossero elezioni a breve,io mi rechero’ a mettere una bella croce sopra tutti i simboli,dichiarando che,essendo i governanti ” impiegati” e “dipendenti” dei cittadini, e dai nostri soldi stipendiati,per quanto mi riguarda li voglio licenziare, t-u-t-t-i.
l’ articolo è condivisibile in gran parte e parlo come dipendente pubblico ( Insegnante ) ma anche come Ingegnere; in quest’ ultima veste faccio rilevare quanto segue in merito alla massa salariale, secondo Lei la riduzione della spesa si rende possibile solo cedendo i servizi a privati, mi permetto però di puntualizzare che la riduzione potrebbe conseguirsi attraverso un miglioramento dell’ efficienza e questo comporta un miglioramento dell’ organizzazione del lavoro e certamente un miglioramento della produttività del singolo; come arrivare a tanto ? SEMPLICE LA RICETTA E’ MERITOCRAZIA E COMPETENZA !!!!!!