Riduzione dell’IVA sugli e-book: presentati due emendamenti alla Legge di Stabilità
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Nei mesi passati ci siamo occupati a più riprese dell’annosa questione dell’IVA applicabile agli e-book, prima in un paper dell’Istituto Bruno Leoni e poi con alcuni interventi su questo stesso blog (qui e qui). Ebbene, a quanto si apprende dall’agenzia Public Policy, tra i circa 4.000 emendamenti presentati alla Commissione bilancio di Montecitorio per modificare il testo della Legge di Stabilità, ve ne sarebbero due volti a ottenere la diminuzione dell’IVA sugli e-book dal 22 al 4%, equiparandola così a quella, agevolata, applicabile ai libri cartacei. Un obiettivo, questo, che, di recente, è stato anche oggetto di una fortunata campagna online, emblematicamente denominata #unlibroeunlibro.
Proprio riprendendo lo slogan di quest’ultima campagna Gianfranco Librandi e Pierpaolo Vargiu di Scelta Civica hanno motivato l’emendamento presentato: “Come sostiene la campagna in corso sui social network – hanno dichiarato – anche per noi #unlibroèunlibro: per questo abbiamo presentato un emendamento alla legge di Stabilità per portare l’Iva sulle pubblicazioni in formato elettronico, a partire dagli e-book, dal 22 al 4%, uniformandola a quella applicata alle pubblicazioni su supporto cartaceo“.
“Con il nostro emendamento – hanno proseguito i due esponenti di SC – stabiliamo un principio generale secondo cui, per ogni tipo di pubblicazione che beneficia di aliquote ridotte, l’Iva è uguale a prescindere dal supporto utilizzato“. Prima di loro, a quanto pare, aveva presentato un emendamento di uguale tenore l’intero gruppo del Partito democratico in Commissione bilancio e in Commissione cultura.
Lo scorso maggio, durante la presentazione della prima bozza del decreto Cultura, il ministro Franceschini aveva proposto di ridurre l’IVA sugli e-book (anche se, inspiegabilmente, non al 4 ma al 10%): alle parole, tuttavia, non seguirono i fatti, poiché, secondo quanto dichiarato dallo stesso ministro, sarebbe stato necessario un intervento in sede europea. Dopodiché, ad agosto, il ministro dichiarò che la riduzione dell’IVA sugli e-book sarebbe stata una priorità della sua azione in Europa durante il semestre italiano di presidenza UE, e che il 24 settembre i 27 ministri della cultura ne avrebbero discusso durante un vertice sull’editoria digitale. Anche in quell’occasione, tuttavia, non emerse nulla se non vaghi propositi e prese di posizione personali.
Oggi, a seguito della proposizione di questi due emendamenti (da parte di due partiti facenti parte della coalizione di governo, peraltro), c’è da sperare che il governo, anche a seguito delle numerose aperture pubbliche da parte del ministro Franceschini, si mostri finalmente sensibile al tema e decida di adeguarsi a un principio imprescindibile di qualunque ordinamento giuridico maturo, quale quello costituito dalla parità di trattamento (anche fiscale) tra eguali fattispecie.
Twitter: @glmannheimer
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E quand’ è che si dirà “un immobile è un immobile, chiunque ne sia il proprietario, e quindi ci si deve comunque pagare sopra la Tares (Tasi, Imu come cavolo si chiama), indipendentemente dall’ eventualità che sia proprietà di una teocrazia con sede in Roma, quartiere Prati e dentro ci si adori un impasto di acqua e farina che sarebbe il corpo ed il sangue di un ebreo morto 20 secoli fa” ?