Ricordare Michael Novak. Leggendolo
La triste notizia della morte di Michael Novak, il grande filosofo americano autore tra l’altro di The Spirit of Democratic Capitalism è un’occasione per tornare a riflettere sui rapporti tra cattolicesimo ed economia di mercato.
Come ha ricordato padre Robert Sirico nel commemorarlo, Novak ha fondamentalmente dedicato la sua opera a dimostrare la compatibilità tra la tradizione cristiana di interesse sociale per i più deboli e i principi del mercato.
Molti videro l’ influenza di Novak anche nell’enciclica Centesimus Annus del 1991, che senza dubbio rimane il documento del Magistero più positivo verso i principi dell’economia di mercato.
La diffusa cultura antimercato infatti che permea il nostro paese, che dipenda o no storicamente dal cattolicesimo, mal sopporta infatti l’approccio di Novak – per di più assai rigoroso – volto a dimostrare che è proprio un sistema di libero mercato che meglio valorizza la persona umana e migliora le chance di vita anche dei più poveri. Da ciò ne consegue inevitabilmente che non esiste nessun motivo per ritenere a priori “più etica” ovvero “più cristiana” l’allocazione delle risorse tramite i poteri pubblici rispetto al meccanismo di mercato.
La cultura antimercato ha fatto e fa del male al nostro sistema economico – sociale e alle sue prospettive di crescita, poiché inevitabilmente filtri concettuali e credenze generali si traducono in consistenti comportamenti concreti.
Non è difficile supporre che la visione antimercato si traduca in invidia o disapprovazione sociale per chi si arricchisce grazie al talento ovvero generi la ricerca di rendite parassitarie invece che del profitto frutto della faticosa competizione. E non è difficile pensare all’impatto di tutto questo quando tali comportamenti investono nei decenni milioni di soggetti.
E’ senza dubbio vero che l’influenza della Chiesa Cattolica si è nei decenni ridotta nel plasmare i comportamenti individuali ma è lungi dall’essere secondaria nel Paese dove ha sede il Vaticano
Sia chiaro che non sosteniamo una ingenua tesi à la Weber sulla rilevanza della religione protestante nel plasmare lo spirito capitalista e della differenza di questa con il cattolicesimo. Sui limiti di questa tesi si sono espressi in così tanti e autorevoli che non è utile ritornarci. Basterà solo ricordare Jean Baechler e il suo fondamentale opera sulle origini del capitalismo.
Piuttosto ci piace ragionare all’opposto: una minore avversione concettuale e pratica al mercato e un più diffuso sostegno del pensiero cattolico potrebbero essere un (neanche piccolo) contributo a quella rivoluzione culturale pro mercato che a mio avviso rappresenta una della condizioni fondamentali per tornare consistentemente a crescere.
Il modo migliore di ricordare Michael Novak è proprio riscoprire e promuovere il suo pensiero per provare finalmente a muovere in questa direzione.