3
Giu
2010

Repubblica, Silvio e l’evasione

Ci vado piatto: sulla presunta giustificazione dell’evasione fiscale, tra Repubblica e Berlusconi, io sto con Berlusconi.  Per una ragione molto diversa da quella che Repubblica tende a identificare nelle frasi del premier, però. E continuando ad avere grande rispetto per Massimo Giannini, il vicedirettore di Repubblica le cui frasi a ballarò hanno ingenerato la polemica e la telefonata del premier. Per Giannini ho stima e amicizia. Da anni, può capitare di non essere d’accordo. Ma è sempre stimolante e documentato. Su mercato e concorrenza, la pensa molto più similmente a noi di quanto capiti con autorevoli colleghi del Corriere, per limitarsi a un punto essenziale. Su tasse e politica, però, la linea di Repubblica è la linea di Repubblica. Ed è una linea che trovo sbagliata, in quanto profondamente diseducativa. Anche quando si applica – per prevalenti ragioni di polemica politica, rispetto al merito – a Silvio Berlusconi, il nemico numero uno da sempre del quotidiano di largo Fochetti.

Per Repubblica, Berlusconi difende l’evasione fiscale. La prova starebbe nelle frasi che anche oggi vengono puntualmente riproposte dal quotidiano, pronunciate nelle numerose campagne elettorali dal 1994 ad oggi. Sono frasi in cui Berlusconi ripete che un prelievo giusto e comprensibile non dovrebbe andare oltre il terzo del reddito, rispetto al 50 e 60% e oltre in cui esso invece si traduce sul reddito d’impresa nelle piccole aziende oggi in Italia. Berlusconi dice e ripete che, quando ci si trova invece a richieste così esose, l’adesione spontanea e convinta alla pretesa tributaria provoca resistenza, elusione ed evasione.

In nome di quello che ripetiamo da anni e del tutto a prescindere da Berlusconi e dai suoi, difendo a spada tratta questo semplice assunto: affermare che la pretesa dello Stato è eccessiva, eccessiva in termini assoluti in confronto agli altri Paesi, ed eccessiva in termini relativi rispetto a ciò che offre in cambio, non è affatto giustificazione dell’evasione, è solo attacco alla cattiva politica che – in nome dei presunti servizi sociali offerti a tutela dell’universalità dei diritti – gestisce invece in maniera discrezionale e per interesse proprio oltre metà dell’economia nazionale.

Dire e ripetere questo, gridare allo scandalo di ciò che lo Stato ci prende dalle tasche, è puro seme di pensiero liberale, difesa del diritto naturale della persona e della famiglia – che in altri ordinamenti hanno presìdi costituzionali antifisco, come in Germania dove infatti spesa e tasse scendono insieme. E’ fortificazione delle premesse fodnanti di una sana democrazia di uomini liberi, non schiavi di chi protempore amministra lo Stato e pratica i propri interessi in suo nome.

La colpa ormai irrisarcibile di Berlusconi è limitarsi ad aver detto queste cose da 16 anni, senza far mai seguire i fatti. Repubblica crede di difendere la virtù pubblica, pretendendo che i politici pensino e dicano che le tasse sono belle e basta, perché lo Stato ha sempre ragione.  Ma, per chi la pensa come noi, Repubblica difende invece il vizio tassa-e-spendi della politica, e le parole di Berlusconi restano invece parole di libertà. Purtroppo, una libertà così incoerente nei fatti che indebolisce proprio chi la pensa come noi, e continuerà a farlo senza timore di essere schiacciato dal virtuismo giacobino degli statalisti vecchi e nuovi.

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52 Responses

  1. Fiorella

    “La colpa ormai irrisarcibile di Berlusconi è limitarsi ad aver detto queste cose da 16 anni, senza far mai seguire i fatti.”
    ……… è forse poco?

  2. Gigi

    Ben detto! Però chi per 16 anni promette e non mantiene deve andare a casa perchè è un cattivo amministratore.
    E’ alla base del pensiero liberale che in Italia però non trova mai applicazione

  3. Andrè

    Nemmeno a me fa impazzire questa nuova “crociata” di Repubblica.
    Non amo il giornalismo militante, da qualsiasi parte si metta.
    Eppure il tema esiste e Berlusconi, forse quasi inconsapevolmente, è una delle cause, per quanto indirette, dell’evasione nel nostro Paese.
    Ma le responsabilità del premier non stanno in quelle frasi.
    Stanno piuttosto nel modello culturale ed economico che egli rappresenta e per il “raggiungimento” del quale (o meglio per lo scimmiottamento del quale) l’italiano medio, che in questi anni si è trasformato da muratore a imprenditore edile, pur continuando a fare lo stesso mestiere, ha messo l’arricchimento (attenzione, non il benessere) al centro della propria esistenza, principale ragione di vita per cui è legittimo tutto: l’abuso edilizio come la truffa, il pagare tangenti come, e tanto più, il frodare il fisco.
    Un’assoluta e totale e definitiva morte del senso civico.
    Anche a me girano le scatole che per una consulenza (con contratto di collaborazione occasionale) da pochi euro extra busta fatta in autunno io adesso debba versarne allo Stato oltre mille.
    Ma so che devo farlo e lo faccio, perché è giusto così.

    Ecco la parola magica, è giusto: questo Paese avrebbe bisogno che si iniziasse a far passare il concetto che bisogna fare le cose giuste e non quelle che convengono.

    Ciò che rende grande e ricordato uno statista.

  4. andrea dolci

    Mi scusi Sig. Giannino, ma temo che lei si sia perso un pezzo della storia. E’ vero che Berlusconi da 16 anni parla dell’assurdita’ delle pretese fiscali di uno Stato che si mangia piu’ della meta’ del PIL e che questi proclami non rappresentino di per se’ una difesa dell’evasione. Ma ogni tanto il nostro PdC si premura anche di ricordare che con queste aliquote l’evasione e’ una sorta di autodifesa del contribuente. Ora, siccome l’autodifesa e’ un diritto dell’individuo fondamentale ed inalienavbile, mi pare che la frase possa eccome suonare come una sorta di difesa dell’evasione.

  5. Alessio Rampini

    Caro Oscar, non sono d’accordo.
    Ci sono cose che vanno dette e gridate da tutti SOLO se non sei il presidente del consiglio.
    Il fatto che uno pensi che Israele si è comportata da terrorista in acque internazionali non permette politicamente a chi ci governa di dirlo.
    Il sistema comunicativo del governo è sempre stato “di governo e di opposizione”, mi spiego: Berlusconi governa da 16 anni + o -, quindi potrebbe intervenire sulle tasse ma non lo fà, nel contempo parla male delle tasse come se lui non c’entrasse nulla.
    Ora che è costretto dagli eventi a non poter attuare questa tattica in pieno (ma ci prova comunque mandando Letta e Tremonti in prima fila e cercando di far passare l’assunto che lui in fondo non è d’accordo), i nodi vengono al pettine e le contraddizioni a galla.
    Con immensa stima
    Alessio Rampini

  6. Claudio

    Caro Oscar, dire che le parole di Berlusconi sono parole di libertà è quasi un sacrilegio…
    Libertà di cosa? Di pensare che tutto si possa fare, dire e poi rifare e ricontraddire?
    Non mi piace e non mi è mai piaciuto che critica per il gusto di criticare, ma affermare che uno Stato eccessivo sul fronte fiscale spinge di fatto all’evasione è dichiarazione di guerra. Non si cambiano le regole quando il gioco è in corso e soprattutto le regole le cambia il Parlamento, nemmeno un Governo.
    Sto ancora aspettando le due aliquote fiscali promesse e Lui governa dal 1994 (tranne una breve parentesi prodiana).
    Io so per esperienza diretta, avendoLe viste dall’occhio del cronista presente e attento, come fa le sue campagne elettorali sul campo: Latina, Frosinone, Molise, Abruzzo, ecc.. So che le chiacchiere restano chiacchiere, e i fondi neri fondi neri. Sapessi quante valige piene di denaro contante attraversano l’Italia quotidianamente… E tutto esentasse. E non parlo di mafia o camorra. Ma questo è un altro discorso.

  7. Giovanni Boggero

    D’accordo su tutto, Oscar. Solo non mi quadra molto quel “in Germania dove infatti spesa e tasse scendono insieme”…Mi pare che non scenda proprio un bel nulla ormai da tempo…

  8. Armando

    Correggetemi se sbaglio.
    Sarà anche verò che durante i governi Berlusconi non sono mai state tagliate le tasse, o almeno non nell’entità necessaria.
    Tuttavia Berlusconi è l’unico che può farlo: perchè è il presidente del Consiglio, e perchè è la sua promessa elettorale principale da quando è entrato in politica.
    Se non riesce a farlo lui non ci riesce nessuno, perchè a nessun altro soggetto politico interessa.

  9. Alex

    Ho visto dati, che faccio fatica a documentare, però, che mostrano come il carico fiscale sulle imprese tedesche sia calato da livelli prossimi al 60% (negli anni 70-80) al 35% circa oggi. Mentre da noi la sequenza, ICI (92), studi di settore (93), IRAP(97), IRE-IRES ha sempre accresciuto la pressione fiscale. Per come la vedo io ci sono due vie d’uscita: si evade o si chiude. Di certo non si crea sviluppo, e non si riduce la disoccupazione giovanile…

  10. Paolo

    Siamo tutti d’accordo che la pressione fiscale in Italia è eccessiva, e tutti vorremmo pagare il minimo possibile di tasse (a parità di servizi). Il problema qui, però, è un altro: il nostro PdC ha fatto affermazioni e tenuto comportamenti che, di fatto, hanno contribuito a consolidare un atavico malcostume italico. Repubblica lo denuncia da tempo e lo documenta -in maniera inconfutabile- qui: http://tinyurl.com/3a26v5v

  11. Mattia

    Giannino ha ragione. Ma quello che contano sono i fatti. E i fatti sono aumento di spesa, condoni e pressione fiscale invariata. Se le dichiarazioni in oggetto Berlusconi le avesse fatto dopo aver abbassato le aliquote o al momento di illustrare alla stampa una riforma fiscale lo avremmo omaggiato con una standing ovation. Invece le sue parole, in ultima istanza, hanno avuto il significato che Giannini attribuisce loro: giustificare chi le tasse le evade e accattivarsi le loro simpatie.

  12. Nico

    Parole di libertà? sembra proprio che sia la libertà di evadere, la libertà di violare le leggi, la libertà di infischiarsene dell’intera società.
    Da questo Presidente del Consiglio ci saremmo aspettati riforme che vadano nella direzione di alleggerire il carico fiscale e invece solo promesse:

    Votate per me e avrete tre aliquote… con più latte e meno cacao!

    Inizino a fare le tre di notte per la riforma del fisco, anzicchè passarle a cincischiare sul ddl intercettazioni che a noi non interessa neanche di striscio….

  13. finalmente. un piacere notare che si possono affrontare argomenti come la riduzione della pressione fiscale senza la solita retorica. finalmente la maggioranza degli interventi mette in luce che:
    1)berlusconi dice bugie in modo coordinato e continuativo;
    2)si può chiedere la riduzione delle tasse e parlare al contempo di senso civico e coesione sociale;

    caro Giannino, continuare a seguire la retorica della disobbedienza civile a giustificazione dell’evasione è un insulto per chi le tasse le paga e magari, ma guarda un po’, ritiene persino giusto pagarle perché francamente un po’ di servizi questo stato scalcagnato ce li fornisce eccome. e non mi pare che gli imprenditori di successo in questo paese – e ce ne sono vivaddio – vivano in condizioni così indecorose.
    verissimo infine, che la principale colpa di berlusconi, e mi permetto di dire di una certa cultura liberale italiana, è stata quella di veicolare e dare dignità a valori legittimi, per carità, ma onestamente non prioritari, per fortuna. tra arricchimento e ricerca del benessere c’è ancora differenza. in mezzo c’è la convivenza civile. e non buttiamola, per favore sul pauperismo e il cattocomunismo e il terzomondismo e via dicendo.

  14. Flavio

    Presupponendo che non ho una preparazione accademica in economia, questi 2 punti potrebbero risultare banali.

    1. Come viene valutata l’entita’ dell’evasione fiscale in totale?
    Si tiene conto del fatto che il surplus di ricchezza disponibile derivante dall’evasione, puo’ creare consumi, quindi altre entrate? Non c’e’ il rischio che le stime, tengano conto dell’evasione data da altra evasione? Sopravvalutando la stima con una parte di consumi o investimenti che altrimenti non sarebbero esistiti?

    2. In una graduatoria europea o mondiale che per discriminante ha:Il rapporto tra pil e prelievo fiscale effetivo, l’Italia dove si collocherebbe rispetto paesi con un welfare simile? e se la discriminante fosse il rapporto pil e prelievo fiscale presunto?

    Ringrazio anticipatamente chiunque mi dara’ una risposta a queste mie curiosita’.

  15. Rino

    Attualmente le tasse servono in buona sostanza a garantire il sostegno elettorale alla maggior parte delle zucche vuote che circolano a tutti i livelli, a partire dalle province.

    per W.v., i servizi li riceviamo, ma bisogna capire quale potrebbe essere la qualità degli stessi in contesti normativi differenti. Non lo sapremo mai perchè lo stato si arroga il monopolio di fatto (sanità – istruzione). Tutto il resto è pastoia e il resto non è quello dopo la virgola…

  16. Icy stark

    L’idea è chiara e condivisibile, e concordo sia giusto che la si propugni credendo in essa. E di base c’è comunque il fatto che l’interpretazione è duplice, sia nel senso del post che in quello espresso da repubblica. Però avendo la possibilità di cambiare le cose e non farlo muta radicalmente la possibilità di ricadere in una interpretazione o nell’altra.
    A parole si possono dire molte cose condivisibili ma, specialmente in questo periodo storico, il banco di prova sono i fatti, e questi languono inesorabilmente.

  17. bill

    A me fa ridere quando leggo in certi commenti: siamo tutti martoriati da una tassazione allucinante, e saltano sù certuni,come dei cicisbei nalla corte del re sole, a dirci che è nostro divere pagare le imposte.
    Non, non sono affatto convinto che sia un dovere; è un obbligo che si espleta perchè costretti, ma io non lo sento affatto come un dovere.
    Per mille e uno motivi, così evidenti e banali che si rischia di passare per qualunquisti, mentre invece qualunquisti sono proprio coloro che hanno questa sacrale visione dello stato, di questo “zio buono” che si occupa premurosamente di noi.
    Qui non è questione di Berlusconi ( che comunque sempre meglio di quegli altri puffaroli è): qui nessuno riuscirà mai a cambiare niente.
    Perchè? Io l’ho capito quando ho saputo quanto guadagna un assessore regionale qui in Emilia: 12.000.000 euro al mese, netti.
    E quale sarebbe il politico che rinunzia alla prospettiva di arrivare ad una cuccagna del genere?
    Ora, giuro, io non nutro nessun tipo di invidia sociale verso chi col suo lavoro e le sue iniziative, guadagna anche miliardi; ma che un politiconzolo che fino ad un anno prima faceva i corteuzzi del piffero solo perchè fedele a quelle consorterie che si chiamano partiti arrivi a ciucciare tutti quei soldi pubblici, mi dispiace, no. Solo questo, e tralascio cose ben più importanti, fa sì che pagare le tasse sia il risultato di un furto immorale, ottenuto con la coercizione.
    Tralascio i “servizi” che lo stato ci da: fanno schifo, e per cominciare dalla sanità, gli ospedali dovrebbero farci iniezioni con siringhe d’oro massiccio, visto le cifre iperboliche che questo settore, tanto ben gestito dal pubblico, ingurgita.
    Finisco: l’arricchimento è più che legittimo, la foga giacobina ridicola per cui chissa perchè sarebbe un crimine fa sì che questo paese di pantofolai, e vista l’età media prossimi ad una pensione misera (se solo la gente immaginasse come saranno le pensioni fra una decina di anni, dopo essere stati derubarti per una vita..indovinate da chi) grazie al loro bello stato “sociale” che a tutto provvede, vada verso lo sfacelo completo. E poi ce la racconteranno, la loro coesione sociale, la bellezza del pagare le tasse, la convivenza civile. Soprattutto ai loro figli, che avranno delle belle pezze nel sedere, ma felici, perchè, come giusto, non si sono arricchiti. Bah…

  18. Massimo

    Sono perfettamente d’accordo con Bill sul fatto che non ci sia alcun dovere morale nel pagare l’imposte.Le tasse sono un estorsione in piena regola visto che nessuno ha mai firmato alcun contratto con lo stato per avere i suoi peraltro scadentissimi servizi che invece potrebbero essere forniti dal mercato con maggiore efficienza e a prezzi inferiori.

  19. Sottoscrivo in pieno l’intero ottimo articolo di Oscar in particolare l’oggettiva e sola effettiva conclusione da liberale da trarre di tutti i 16 anni italici di Berlusconi e il berlusconismo al potere.

    “La colpa ormai irrisarcibile di Berlusconi è limitarsi ad aver detto queste cose da 16 anni, senza far mai seguire i fatti.”
    (…)
    “le parole di Berlusconi restano invece parole di libertà. Purtroppo, una libertà così incoerente nei fatti che indebolisce proprio chi la pensa come noi, e continuerà a farlo senza timore di essere schiacciato dal virtuismo giacobino degli statalisti vecchi e nuovi. ”

    Ciao da LucaF.

  20. Carlo Carlesi

    Salve, trovo questo articolo molto interessante ed equilibrato. La penso come il Dott Giannino, ma vorrei specificare che Il PdC ha più e più volte richiamato un concetto molto conosciuto in economia: la cura di Laffer, un economista reganiano, che metteva in relazione aliquote e gettito. Quest’ultimo saliva al crescere dell’aliquota fino a raggiungere un suo punto massimo, oltre il quale, pur aumentando l’aliquota stessa, il gettito totale diminuiva. E questo per l’effetto disincentivante che, tasse troppo elevate, creano a chi produce ricchezza. Oltre certi tassi, l’evasione e l’elusione sono fisiologiche, e chi scrive di economia o ne parla, lo sa benissimo. Per questo deploro l’atteggiamento di Repubblica, e di Giannini che in questo caso distorcono a loro favore un ragionamento, magari fatto male, ma che chiaramente si rifaceva a questi concetti. Berlusconi lo avrà spiegato superficialmente, ma non per questo ha incoraggiato l’evasione fiscale. Chi cerca di far credere questo, è intelettualmente disonesto, o ignorante, perché che chi scrive e commenta delle frasi, dovrebbe almeno conoscere a grandi linee di cosa sta parlando.

  21. Ornella Trojani

    Precisazione per Alessio Rampini ed altri sul tema “Berlusconi ci governa da 16 anni”:

    XVI Legislatura (dal 29 aprile 2008) elezioni politiche 13 e 14 aprile 2008
    Governo Berlusconi IV (dall’8 maggio 2008)
    XV Legislatura (28 aprile 2006 – 6 febbraio 2008) elezioni politiche 9 e 10 aprile 2006
    Governo Prodi II (dal 17 maggio 2006 al 6 maggio 2008)
    XIV Legislatura (30 maggio 2001 – 27 aprile 2006) elezioni politiche il 13 maggio 2001
    Governo Berlusconi III (dal 23 aprile 2005 al 17 maggio 2006)
    Governo Berlusconi II (dall’11 giugno 2001 al 23 aprile 2005)
    XIII Legislatura (9 maggio 1996 – 9 marzo 2001) elezioni politiche il 21 aprile 1996
    Governo Amato II
    Governo D’Alema II
    Governo D’Alema
    Governo Prodi
    XII Legislatura (15 aprile 1994 – 16 febbraio 1996) elezioni politiche il 27 marzo 1994
    Governo Dini
    Governo Berlusconi

  22. juancarlos

    difficile che un premier che viene considerato un dittatore da 3/4della stampa,e da un terzo degli italiani ,possa risolvere 40 anni di assistenzialismo,solo la crisi che sta arrivando (o la sveglia dei mercati) cambieranno le cose,infatti Tremonti va a tutte le trasmissioni per giustificare la manovra,ma in realtà mi sembra che metta le mani avanti in vista delle prossime lacrime e sangue che sarà costretto a chiedere.

  23. Paolo

    Condivido abbastanza poco di ciò che scrive oggi Giannino.
    La pressione fiscale deve essere valutata in termini puramente relativi ed in riferimento ai servizi che ne ricevo in cambio. Come esempio limite potrebbe essere accettabile anche una pressione fiscale del 100% se tutti i giorni andassi a mangiare al ristorante ed avessi a disposizione un cayenne con il serbatoio sempre pieno, mentre potrebbe essere inaccettabile una pressione del 10% in cambo del nulla.
    Detto questo l’esortazione di B. ad evadere le tasse non sta nel sostenere che la pressione fiscale è troppo alta, bensì nell’assumere tale affermazione come pretesto per una “legittima difesa” con conseguente autoriduzione arbitraria dell’imponibile fiscale, vanificando così il detto “dura lex, sed lex”.
    Infine avrei da ridire sul “puro seme del sistema liberale” e sulla “fortificazione delle premesse fondanti di una sana democrazia di uomini liberi”. Questa crisi economica ha messo sotto i nostri occhi le conseguenze del sistema liberale, quello alla Berlusconi & Bush, con le sue disuguaglianze sociali (es. scuola e sanità) generate dal profitto assunto quale valore assoluto a discapito della persona. Poi è anche vero che io sono di sinistra e credo nello stato e nelle sue regole, tasse comprese, come fattore di garanzia per una politica sociale giusta, equilibrata e solidale.

  24. Andrè

    Massimo :
    Sono perfettamente d’accordo con Bill sul fatto che non ci sia alcun dovere morale nel pagare l’imposte.Le tasse sono un estorsione in piena regola visto che nessuno ha mai firmato alcun contratto con lo stato per avere i suoi peraltro scadentissimi servizi che invece potrebbero essere forniti dal mercato con maggiore efficienza e a prezzi inferiori.

    Infatti non è un dovere morale, ma un dovere civico.
    Fa parte delle regole di convivenza.
    Ma in Italia c’è sempre chi, in questo come molti altri ambiti, si crede esentato, forse perché pensa di essere più furbo.
    Ho vissuto in Francia, in Germania, in Svezia e in nessuno di questi luoghi nessuno si azzarda, nemmeno ci pensa a fare considerazioni analoghe.
    Mi si dirà “si, ma lì i servizi funzionano”!
    Già, forse proprio perché lì non c’è questa nostra cultura del furbo…

  25. stefano

    Dovere civico pagare le tasse? E’ solo obbligatorio, per chi non può in qualche modo farsi lo sconto. Visto come vengono trattati i soldi che forniamo ai nostri amministratori pubblici, direi che sarebbe doveroso procedere ad uno sciopero fiscale di massa. Questi ci stanno spremendo come limoni per giunta prendendoci per i fondelli.
    Mandiamo pure via il Berlusca, sostituiamolo con uno in gamba, ma chi, Montezemolo? (Bravo quello -vedasi la gestione di Italia 90-).
    Mi sa che al momento non abbiamo alternative a Berlusconi, per lo meno io non ne vedo.
    Sono anni che promette e non mantiene, e questo mi fa incazzare, ma appena arriva un altro si mette a fare il frocio con il culo nostro.

  26. Massimo

    Dovere civico deciso da chi?E in base a quale logica?Io non ho mai chiesto nulla allo stato,voglio solo che lo stato mi lasci in pace.Il fatto che poi servizi funzionino o meno non cambia la natura della tassazione che rimane comunque un atto di aggressione e di coercizione a tutti gli effetti.Ad esempio non si capisce perchè io debba essere costretto a finanziare la scuola pubblica se poi mando i miei figli a studiare in un istituto privato.Chi vuole la scuola pubblica se la finanzi di tasca sua e non pretenda di mettere le mani nelle tasche di chi ha scelto diversamente.

  27. doncletus

    In merito alle parole di Berlusconi, condivido quello che hanno detto in molti: più che parole di libertà, mi sembrano parole che istigano ai soliti imbrogli all’italiana e, considerando la situazione culturale in questo paese, credo sia l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno (soprattutto da esponenti della classe dirigente). Oltretutto l’alta evasione, si sa, è una delle cause della forte pressione fiscale ed è il caso di fare diminuire la prima per ridurre la seconda, non certo viceversa. Come ha detto Tremonti ieri, gli onesti pagano già troppo e per questo la manovra fa del recupero dei soldi evasi un punto importante.
    Per quanto riguarda la discussione sorta nei commenti, ho sempre pensato che pagare le tasse fosse un dovere civico dettato dalla logica del vivere comune. Il fatto che da noi non funzioni (o funzioni molto male) non vuol dire che sia fallimentare, perchè, come ha detto Andrè, dove ci sono scrupolo e serietà, i servizi funzionano e l’affidabilità dello stato fa sì che nessuno pensi minimamente di evadere anche solo un euro. La filosofia del “pago solo per quello che ricevo” non porterebbe obiettivamente da nessuna parte.

  28. Nico

    Il dovere civico deriva dalla Costituzione, che è uno degli elementi fondanti di uno stato.
    Anche l’imposività di tasse è uno degli elementi che caratterizzano un stato.

    Poi si può discutere se è bene che lo stato si limiti allo stretto indispensabile, o anche meno, e lasci nel ricorso al libero mercato la possibilità di soddisfare i bisogni (tipico delle culture liberiste) ovvero che sia lo stato a fornire la gran parte dei beni e servizi che reputa necessari fino al parossismo tipico delle culture socialiste.

    Fatto sta che nè l’uno nè l’altro aspetto possono in alcun modo giustificare l’evasione fiscale. Cioè: ci si mette d’accordo su cosa si vuole (leggasi costituzione e leggi) e da quello discende il dovere di ogni cittadino. Il fatto di non essere d’accordo non autorizza nessuno a fare come gli pare… Se io non sono d’accordo sulla legge che proibisce gli omicidi non posso pensare, in virtà del mio pensiero alternativo, di uccidere!

    Ergo: riscriviamo le regole se queste non vanno bene. Ma pacta servanda sunt!

  29. Maurizio

    Che Berlusconi sia un Clown a capo di un governo “circo mediatico” è noto a tutto il mondo…. Solo in Italia l’ottusità di chi lo vota nella speranza di arricchirsi (o non perdere la ricchezza) fa certi danni a tutto il Paese!!!! Siete dei buffoni filo-fascisti… Tremonti, polentone con la voce da professorino acido, mai un’espressione sul volto, mai un abbozzo di sorriso… mai una ruga intellegibile di n’anima! Mi ricorda la faccia della Gelmini, un’altra che ha saputo partorire solo un’aborto di riforma scolastica, e c’é da augurarsi che la figlia le sia venuta meglio!!! Poi quell’altro..Brunetta. Qui non c’e molto da aggiungere…si commenta da solo! E lasciamo perdere anche la miriade di cellulitiche ballerinette di terza categoria con l’ambizione di fare le ministre…..Che gentaglia…..

  30. Beppe

    Caro Oscar, grazie per quello che sta facendo.
    Per quelli che dissentono, provo a fare qualche ragionamento molto terra terra prendendo spunto da un’ulteriore considerazione fatta qui:
    http://www.chicago-blog.it/2010/06/01/evasione-ed-illusione/

    “In primo luogo, le stime sull’evasione assumono una condizione di business as usual che appare evidentemente fallace, perché trascura che l’economia sommersa trova la propria ragione di profittabilità proprio nella possibilità di sfuggire all’occhio dell’erario. Pertanto appare più realistico pensare che il recupero a gettito di quelle attività ne determini, in larga parte, il venir meno.”

    Ovvero, se faccio il falegname e sono disposto a lavorare per 20 euro/ora, chiedo 30euro-21%contributi-20%tasse e, finché il fatturato è basso, ci riesco. Sopra una certa soglia di imponibile però, le tasse arrivano al 43% (+ il solito 21% di contributi e ometto tutto il resto), per cui dovrei chiedere 44 euro abbondanti/ora sui quali farò ovviamente pagare l’IVA al cliente, portando il suo costo a 53 euro.

    A questo punto il cliente si rifiuta e mi chiede di fare il lavoro in nero ai soliti 30 euro/ora, risparmiando 23 euro, di cui 9 di evasione diretta dell’IVA a suo carico.

    Lasciando stare ogni giudizio sullo “sdegno morale” dei dipendenti quando denunciano l’evasione degli autonomi, facendone quasi la metà per conto loro grazie all’IVA che “risparmiano” ogni volta che consentono a un autonomo di farsi pagare in nero, mi pare ovvio che se le regole fossero rispettate, il lavoro non verrebbe probabilmente commissionato.

    Vuoi perché il cliente non è disposto a pagare 53 euro invece di 30. Vuoi perché l’artigiano rifiuterebbe di lavorare per i 13,5 euro che gli rimarrebbero in tasca dopo aver pagato le tasse chiedendone 30 (+iva!) al cliente.

    A questo punto mi chiedo quale valore abbiano le stime di evasione intorno a 120 miliardi che si sentono in giro.

    Se escludiamo le aree del paese dove il sommerso supera il 55% con punte del 85%, nelle regioni del nord siamo a livelli inferiori al 20%, allineati con Belgio, Svezia e Norvegia. E non troppo più alti di Danimarca e Germania. (http://www.progettoitaliafederale.it/lavoronero.html)
    Tutti questi paesi hanno un minor numero di PMI e lavoratori autonomi, il che mi farebbe pensare che i nostri artigiani paghino mediamente di più di quelli tedeschi o danesi.

    Mi viene da dire che se nessuno dei paesi con imposizione fiscale simile all’Italia riesce a fare meglio di così, siamo in quell’area dove, se le tasse venissero pagate, il lavoro non verrebbe fatto. Ogni ipotesi di diminuire questo genere di evasione è un’illusione e continuare a proporla senza considerare una diminuzione dell’imposizione fiscale che la rende illusoria, è una presa in giro.

    Qui c’è qualcuno che propone soluzioni al problema:
    Debito pubblico, crescita e riforma fiscale: idee per ripartire
    http://www2.dse.unibo.it/zanella/nfa/debito.pdf

    E qui qualcuno che propone visibilità alla questione:
    http://www.t-party.it/

    A scanso di equivoci, non sono falegname.

  31. michele

    Lei sig.Giannino come tanti altri vorrebbe farci credere che l’evasione è alta perchè la pressione fiscale è alta…. allora ci spieghi perchè nei paesi dove la pressione fiscale è solo di qualche punto minore alla nostra (Francia,Germania) o superiore (Svezia,Beglio,Danimarca..) l’evasione è infinitamente minore….. basta con queste panzane!!

  32. Claudio

    Pensiero mio, Partito della Libertà ‘sto paio di palle.
    Arrivano al governo e prima legge che fanno tolgono di mezzo il wi-fi per togliere concorrenza all’umts (risultato, banda larga a livello del terzo mondo).
    La prosecuzione poi è spettacolare, leggi e leggine con parlamentari in piedi fino alle due di notte per mandare avanti le leggi per scarcerare il Banana.
    Al governo, parere mio, abbiamo un piazzista capace solo di sparare pubblicità senza poi far seguire i fatti (tranne quelli che gli interessano).
    Un partito in cui ci sono tutti gli avvocati del Banana che liberalizzazioni può fare??? Avete mai visto un avvocato spararsi da solo?

  33. Claudio

    Proposta, per tutti i bravi ragazzi che evadono le tasse.
    Le usino pure le loro automobili, ma fuori delle strade.
    Le comprino pure le loro barche, ma che non possano attraccarle ad alcun porto.
    Le costruiscano pure le loro case, ma se c’é da fare un’autostrada lo stato è autorizzato a buttarle giù senza sborsare un euro.
    Gli prenda pure un colpo mentre fanno jogging con le loro tute e scarpe firmate, nessuna ambulanza pubblica verrà a prenderli, quelle private dovranno aspettare che la banca fornisca un estratto conto.
    Aprano pure le loro aziende, ma nessun tribunale si occuperà mai dei debitori che non pagano le loro fatture, ne di banche che prelevino soldi in modo arbitrario dai loro conti.
    Se saranno coinvolti in risse o rapine, la polizia non interverrà ne potranno avere giustizia.
    Se dovessero avere sfortuna e perdere ogni euro, nessuna pensione sarà loro dovuta, i loro figli non potranno andare a scuola. Perdessero la loro casa perché occupata da abusivi non avranno diritto ad altro tetto che non possano permettersi da soli.
    Non avranno terreni per seppellire i loro morti.
    Dovessero recarsi in uno stato estero e avere dei problemi saranno abbandonati a loro stessi.
    In caso di qualsiasi calamità naturale nessuno si occuperà di loro.

    Potete continuare l’elenco come volete… Nessuno ha mai detto che la libertà SIA GRATIS.

  34. Massimo

    Nico :
    Il dovere civico deriva dalla Costituzione, che è uno degli elementi fondanti di uno stato.
    Anche l’imposività di tasse è uno degli elementi che caratterizzano un stato.
    Poi si può discutere se è bene che lo stato si limiti allo stretto indispensabile, o anche meno, e lasci nel ricorso al libero mercato la possibilità di soddisfare i bisogni (tipico delle culture liberiste) ovvero che sia lo stato a fornire la gran parte dei beni e servizi che reputa necessari fino al parossismo tipico delle culture socialiste.
    Fatto sta che nè l’uno nè l’altro aspetto possono in alcun modo giustificare l’evasione fiscale. Cioè: ci si mette d’accordo su cosa si vuole (leggasi costituzione e leggi) e da quello discende il dovere di ogni cittadino. Il fatto di non essere d’accordo non autorizza nessuno a fare come gli pare… Se io non sono d’accordo sulla legge che proibisce gli omicidi non posso pensare, in virtà del mio pensiero alternativo, di uccidere!
    Ergo: riscriviamo le regole se queste non vanno bene. Ma pacta servanda sunt!

    La costituzione è solo un pezzo di carta che nessuno ha mai firmato,quella italiana poi non’è nemmeno stata votata dal popolo tramite referendum per cui non vedo il motivo per cui io devo essere obbligato a rispettarla.Quanto poi al fatto che le regole possono essere cambiate se non vanno bene questo ragionamento sarebbe logico se le regole fossero condivise all’unanimità,finchè saranno sempre imposte dalla maggioranza(che poi in realtà è quasi sempre una minoranza meglio organizzata) non cambierà nulla e ci sarà sempre un certo numero di individui che si sentirà autorizzato a sfruttare l’altra parte della popolazione.

  35. Massimo

    Claudio :
    Proposta, per tutti i bravi ragazzi che evadono le tasse.
    Le usino pure le loro automobili, ma fuori delle strade.
    Le comprino pure le loro barche, ma che non possano attraccarle ad alcun porto.
    Le costruiscano pure le loro case, ma se c’é da fare un’autostrada lo stato è autorizzato a buttarle giù senza sborsare un euro.
    Gli prenda pure un colpo mentre fanno jogging con le loro tute e scarpe firmate, nessuna ambulanza pubblica verrà a prenderli, quelle private dovranno aspettare che la banca fornisca un estratto conto.
    Aprano pure le loro aziende, ma nessun tribunale si occuperà mai dei debitori che non pagano le loro fatture, ne di banche che prelevino soldi in modo arbitrario dai loro conti.
    Se saranno coinvolti in risse o rapine, la polizia non interverrà ne potranno avere giustizia.
    Se dovessero avere sfortuna e perdere ogni euro, nessuna pensione sarà loro dovuta, i loro figli non potranno andare a scuola. Perdessero la loro casa perché occupata da abusivi non avranno diritto ad altro tetto che non possano permettersi da soli.
    Non avranno terreni per seppellire i loro morti.
    Dovessero recarsi in uno stato estero e avere dei problemi saranno abbandonati a loro stessi.
    In caso di qualsiasi calamità naturale nessuno si occuperà di loro.
    Potete continuare l’elenco come volete… Nessuno ha mai detto che la libertà SIA GRATIS.

    Per me va bene (tranne per il fatto che lo stato avrebbe diritto ad abbattere casa mia senza il mio permesso mia per costruire una strada).
    Dov’è che si firma?

  36. Beppe

    michele :
    Lei sig.Giannino come tanti altri vorrebbe farci credere che l’evasione è alta perchè la pressione fiscale è alta…. allora ci spieghi perchè nei paesi dove la pressione fiscale è solo di qualche punto minore alla nostra (Francia,Germania) o superiore (Svezia,Beglio,Danimarca..) l’evasione è infinitamente minore….. basta con queste panzane!!

    Dati World Bank 1999-2000 sull’economia sommersa:
    Belgium 23.2%
    Sweden 19.1%
    Denmark 18.2%
    Germany 16.3%
    France 15.3%
    Italy 27.0%
    Dati Agenzia Entrate su evasione IRAP 1998-2002
    Emilia Romagna 22.05%
    Lombardia 13.04%
    Veneto 22.26%
    Calabria 93.89%
    Sicilia 65.89%
    Puglia 60.65%
    Campania 60.55%
    Sardegna 54.71%
    Molise 54.61%
    Ho preso a prestito i dati da http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/Padoa_Schioppa_e_l%27evasione_fiscale

  37. Alessandro

    I prossimi sei mesi saranno importanti per il Governo. Entro l’anno deve porre conrete ipotesi di riforma fiscale da realizzarsi entro il 2011. Gran parte dell’elettorato Pdl è in soffrenza o in “stand-by” peredondo entusiasmo e speranze dell’inizio. E Berlusconi deve temerne conto….ma un “ciclo” come per le squadre di calcio protagoniste pare si stia esaurendo…Non ci basta più che ci dicano “Non abbiamo frugato nelle tasche dei cittadini”….

  38. stefano

    Dunque in osservanza del principio naturale, quando lo stato si prende più della metà del guadagno di una persona o di un azienda siamo di fronte a una sorta di esproprio. Posso concordare con questa conclusione, ma non posso ritenerla giustificativa dell’evasione fiscale. Se in Italia siamo giunti a una pressione fiscale insostenibile caro Giannino, è da imputarsi al fatto che ci sono gli evasori che non pagano quanto dovuto, che lo Stato non ha mai efficacemente investito nella lotta all’evasione – prova ne sia lo scudo fiscale – tollerandola e, a mio avviso, arrivando nei fatti a stipulare un patto sociale con gli evasori – tu mi dai il voto io ti permetto di evadere – patto che tutt’ora è in vigore. Se applicassimo quello che qualcuno vuole fare passare come del tutto legale, anche i pensionati e i lavoratori privati avrebbereo diritto di evadere, considerato che pagano la tasse anche per gli evasori. Vorrei aggiungere che un recente studio della CGA di Mestre ha evidenziato che nel peri’odo 2000 – 2009 l’indebitamento delle aziende è aumentato del 400% a fronte dell’inflazione che nel medesimo periodo è aumentata complessivamente del 23%. Nella sola Lombardia ogni impresa è indebitata in media di quasi quattrocentomila euro. Ma il dato più interessante è dove sono stati investiti i prestiti ottenuti, ebbene quasi l’ottanta per cento è stato investito in beni immobili e non nell’azienda. Lei mi potrebbe obiettare che tutto questo non ha alcun nesso logico con l’evasione, ma questo studio è sintomatico dell’andamento della nostra economia.
    Le tasse sono odiose, certo, ancora di più se pagate anche per altri, insopportabili se i servizi non sono efficienti ed è in questo caso che ci si domanda perchè pagarle. Ma in uno stato civile e democratico i principio della progressività mi sembra incontestabile e ogni cittadino dovrebbe fare la sua parte, chi non è in grado di pagarsi i servizi dovrebbe avere una rete di protezione sociale e di servizi, che si finanzia con le tasse. Anche le persone più povere e svantaggiate hanno diritto alla loro dignità senza debordare nell’assistenzialismo. In questo contesto i furbi dovrebbero essere perseguiti senza frontiera. Questo è il vero patto sociale che tutti i soggetti partecipanti alla vita democratica di un paese dovrebbero sottoscrivere, senza distinzione di colore politico. Dite che chi afferma certi principi non è credibile perchè avendo avuto il potere e il tempo di cambiare le cose non l’ha fatto? Vi dovreste domandare perchè. Perchè non è stata fatta una riforma fiscale per far pagare meno tutti i cittadini? Perchè le riforme fatte dal governo Berlusconi nel periodo 2001 – 2006 hanno avantaggiato solo i redditi più alti? Perchè l’ICI è stata tolta anche per coloro che percepiscono i redditi più elevati, privando gli enti locali di risorse per far funzionare i servizi necessari per le famiglie più disagiate? Se il patto sociale di cui ho parlato sopra non esiste, perchè abbiamo un’evasione fiscale che solo per quanto riguarda l’IVA è pari, se non superiore all’entita dell’ultima manovra economica varata da Tremonti? Perchè si considera non agevole per una persona azana pagare con carta di credito le prestazioni dovute a un professionista, mentre la social card è stata ritenuta utilizzabile agevolmente dalle stesse persone? Perchè dunque eliminare la tracciabilità dei pagamenti? Perchè all’estero chi evade va in prigione? Perchè all’estero chi costruisce una casa senza autorizzazione o in modo difforme gli viene demolita – in Francia ho assisitito di persona alla demolizione di una casa relaizzata in maniera difforme dall’autorizzazione – e in Italia si fanno i condoni?
    Gradirei qualche risposta.
    Mi piacerebbe avere delle risposte

  39. Riccardo

    salve a tutti
    ma nessuno pensa che da oltre 50 anni la nostra fiscalità si basa sull’evasione!!
    tutti pensano solo ad irpef/ires + contributi ma nessuno pensa che per qualsiasi domanda serve marca da bollo da 14,62 euro? nessuno pensa al costo esorbitante degli oneri di urbanizzazione (mi pare che in altri paesi neppure esitono).
    se lo stato riuscisse ad incassare tutta l’irperf allora bisognerebbe togliere tutti i balzelli di tassazione indiretta che esistono nel nostro paese.
    ciao a tutti e buon fine settimana
    riccardo

  40. Beppe

    stefano :

    (1) Dunque in osservanza del principio naturale, quando lo stato si prende più della metà del guadagno di una persona o di un azienda siamo di fronte a una sorta di esproprio.

    (2) Se il patto sociale di cui ho parlato sopra non esiste, perchè abbiamo un’evasione fiscale che solo per quanto riguarda l’IVA è pari, se non superiore all’entita dell’ultima manovra economica varata da Tremonti?

    1) Non è solo questo il punto. Più semplicemente il servizio/merce che si tenta di scambiare con imposizioni fiscali del 60% e oltre è fuori mercato. Nessuno lo vuole se può evitare di acquistarlo. Le alternative sono solo 2: o non lo vendi (minor valore aggiunto prodotto), o lo vendi autoriducendo le tasse (minor gettito fiscale). Quando non c’è obbligo d’acquisto, tertium non datur.

    2) Perché i compratori (in grandissima parte dipendenti) scelgono la seconda alternativa e non pagano l’IVA. Se costretti a pagarla rifiutano di comprare il bene/servizio.

  41. Massimo

    stefano :
    Dunque in osservanza del principio naturale, quando lo stato si prende più della metà del guadagno di una persona o di un azienda siamo di fronte a una sorta di esproprio. Posso concordare con questa conclusione, ma non posso ritenerla giustificativa dell’evasione fiscale. Se in Italia siamo giunti a una pressione fiscale insostenibile caro Giannino, è da imputarsi al fatto che ci sono gli evasori che non pagano quanto dovuto, che lo Stato non ha mai efficacemente investito nella lotta all’evasione – prova ne sia lo scudo fiscale – tollerandola e, a mio avviso, arrivando nei fatti a stipulare un patto sociale con gli evasori – tu mi dai il voto io ti permetto di evadere – patto che tutt’ora è in vigore. Se applicassimo quello che qualcuno vuole fare passare come del tutto legale, anche i pensionati e i lavoratori privati avrebbereo diritto di evadere, considerato che pagano la tasse anche per gli evasori. Vorrei aggiungere che un recente studio della CGA di Mestre ha evidenziato che nel peri’odo 2000 – 2009 l’indebitamento delle aziende è aumentato del 400% a fronte dell’inflazione che nel medesimo periodo è aumentata complessivamente del 23%. Nella sola Lombardia ogni impresa è indebitata in media di quasi quattrocentomila euro. Ma il dato più interessante è dove sono stati investiti i prestiti ottenuti, ebbene quasi l’ottanta per cento è stato investito in beni immobili e non nell’azienda. Lei mi potrebbe obiettare che tutto questo non ha alcun nesso logico con l’evasione, ma questo studio è sintomatico dell’andamento della nostra economia.
    Le tasse sono odiose, certo, ancora di più se pagate anche per altri, insopportabili se i servizi non sono efficienti ed è in questo caso che ci si domanda perchè pagarle. Ma in uno stato civile e democratico i principio della progressività mi sembra incontestabile e ogni cittadino dovrebbe fare la sua parte, chi non è in grado di pagarsi i servizi dovrebbe avere una rete di protezione sociale e di servizi, che si finanzia con le tasse. Anche le persone più povere e svantaggiate hanno diritto alla loro dignità senza debordare nell’assistenzialismo. In questo contesto i furbi dovrebbero essere perseguiti senza frontiera. Questo è il vero patto sociale che tutti i soggetti partecipanti alla vita democratica di un paese dovrebbero sottoscrivere, senza distinzione di colore politico. Dite che chi afferma certi principi non è credibile perchè avendo avuto il potere e il tempo di cambiare le cose non l’ha fatto? Vi dovreste domandare perchè. Perchè non è stata fatta una riforma fiscale per far pagare meno tutti i cittadini? Perchè le riforme fatte dal governo Berlusconi nel periodo 2001 – 2006 hanno avantaggiato solo i redditi più alti? Perchè l’ICI è stata tolta anche per coloro che percepiscono i redditi più elevati, privando gli enti locali di risorse per far funzionare i servizi necessari per le famiglie più disagiate? Se il patto sociale di cui ho parlato sopra non esiste, perchè abbiamo un’evasione fiscale che solo per quanto riguarda l’IVA è pari, se non superiore all’entita dell’ultima manovra economica varata da Tremonti? Perchè si considera non agevole per una persona azana pagare con carta di credito le prestazioni dovute a un professionista, mentre la social card è stata ritenuta utilizzabile agevolmente dalle stesse persone? Perchè dunque eliminare la tracciabilità dei pagamenti? Perchè all’estero chi evade va in prigione? Perchè all’estero chi costruisce una casa senza autorizzazione o in modo difforme gli viene demolita – in Francia ho assisitito di persona alla demolizione di una casa relaizzata in maniera difforme dall’autorizzazione – e in Italia si fanno i condoni?
    Gradirei qualche risposta.
    Mi piacerebbe avere delle risposte

    http://forum.politicainrete.net/politica-nazionale/65083-se-tutti-pagassero-le-tasse.html

  42. stefano

    Sono un altro stefano.
    E non sono convinto che se tutti pagassimo ci abbasserebbero le tasse. E’ il contrario, se abbassassero le tasse diminuirebbe l’evasione.
    Porca zozza, il resto sono palle.
    Funziona così: i politici hanno bisogno di voti, quindi si creano una clientela facendola pagare agli altri. Quindi tassando i cittadini.
    Va da sé che non tassano i ducaconti marchesi et similia, che magari percepiscono qualche milione ma possono eludere e difendersi. Vanno aprendere i soldi laddove ci sono: tra i poveri cristi.
    Senza dirglielo (utilizzando il sostituto d’imposta e buste paga leggibili solo dagli iniziati ai sacri riti) oppure dicendoglielo, come per i piccoli imprenditori.
    Mettendo poi i cittadini gli uni contro gli altri (“è colpa degli evasori se le tasse sono alte!”).
    Poi lorsignori hanno il posto assicurato (se ti trombano alle elezioni ti mando all’acquedotto), o il vitalizio, o la casa a prezzo “politico”.
    Ci sono gli evasori, ci sono in tutto il mondo.
    Non è vero che è una malattia italiana, è vero invece che più alte sono le tasse più la gente cerca di non pagarle.
    Poi, perché i miei soldi devono essere gestiti dal primo pirla in lista elettorale?
    Purtroppo io non posso evadere, tanto per chiarire (anzi, l’AdE ha dichiarato di sì e mi ha dato 12 euri di multa).
    Opinione semplicisticamente esposta, ma piuttosto aderente alla realtà delle “democrazie” attuali.

  43. Pino

    @Massimo

    Gli stati civili funzionano così, caro signor Massimo!
    Se non le piace questo può sempre emigrare…
    Tra l’altro, per onestà: quanto ha evaso nel 2009?

    Visto che fa l’esempio della scuola, lei la conosce qualche pagina di storia? Parole come illuminismo o restaurazione le dicono nulla?
    Mai sentito parlare della riforma scolastica di Maria Teresa d’Austria del 1774? Figuriamoci dell’opera di Condorcet nel 1792…

    Ma si, a che serve la cultura quando il portafogli è gonfio?!
    Ecco, Giannino, il nostro dramma: qui da noi pensa di essere classe dirigente gente senza alcuna preparazione, se non quella necessaria ad inseguire il mito della ricchezza.
    Il problema di questo Paese non è politico, ma culturale.
    C’è troppa gente rozza in Italia!

    Grazie a queste persone oggi essere di destra è diventato sinonimo di evadere le tasse! Questa gente si riempie la bocca con parole come liberismo, ma non ne sa nulla, parla per sentito dire, nella migliore delle ipotesi fa proprie tesi lette su giornali partigiani, ma senza nessuna capacità di critica e di analisi.
    Nessuna lettura dei classici del pensiero a cui si dichiarano fedeli: così questa gente, ad esempio, non sa nemmeno lontanamente che Luigi Einaudi (sempre che sappia chi era…) fu un grande liberista e che ha comunque sempre difeso l’esistenza della scuola pubblica, pur sostenendo il pluralismo educativo e alcune posizioni di riforma in tal senso.

    Giannino, posso sperare in un futuro con un elettorato di destra culturalmente preparato? Possibile che ormai chi ha riferimenti culturali universalmente riconosciuti e principi civici rigorosi, debba essere considerato “uomo di sinistra”?

    Facciamo nostre le parole di Orazio (benché le abbia usate anche Kant): sapere aude!

  44. stefano

    @stefano
    La pressione fiscale 2008 nella Ue15
    48,9% Danimarca
    48,2% Svezia
    44,4% Belgio
    43,6% Francia
    43,3% Italia
    43,0% Finlandia
    41,9% Austria
    38,0% Olanda
    37,2% Spagna
    36,9% Lussemburgo
    36,6% Regno Unito
    36,6% Portogallo
    36,6% Germania
    32,2% Irlanda
    se l’evasione fiscale dipende dal fatto che la pressione fiscale è troppo alta qualcuno mi può spiegare perchè i paesi che hanno la maggior pressione fiscale a parte l’Ialia e il Belgio non figurano tra i paesi con la più elevata percentuale – rispetto al PIL – di evasione dei tributi?

  45. Beppe

    @Stefano: a parte che anche Svezia e Danimarca non scherzano, qui http://www.progettoitaliafederale.it/lavoronero.html puoi trovare un’analisi abbastanza completa, anche se su dati aggiornati al 2003.
    Se non vuoi leggere tutto l’articolo, puoi dare un’occhiata ai 2 grafici in fondo, che mi pare lascino pochi dubbi sul fatto che una correlazione esiste.
    In ogni caso, come ho già scritto, per l’Italia la pressione fiscale MEDIA ha ben poco senso, se consideri che il nostro 28-29% di sommerso è costituito da regioni che evadono il 13-22% e regioni che evadono il 55-85%. Riporto per comodità il link che segnalavo più in alto: http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/Padoa_Schioppa_e_l%27evasione_fiscale per i dettagli.

  46. Massimo

    @Pino
    Tanto per cominciare non sono di destra ma libertario anarcocapitalista e giusnaturalista e per sua informazione non vado a votare da circa 20 anni.Poi non si capisce dove voglia arrivare portando esempi storici come la riforma scolastica di Maria Teresa d’Austria o l’opera di Condorcet.(gia che c’era perchè non ha citato anche la riforma gentile durante il ventennio fascista).Io non ho mai detto che dovrebbe essere vietata la scuola pubblica per chi la ritenesse la scelta migliore per se o per i propri figli,ho semplicemente detto che chi la vuole se la deve finanziare di tasca sua e non pretendere che siano altri a essere costretti a mettere mano al portafogli.
    Per quanto riguarda Einaudi che è stato certamente uno dei pochi veri liberali del dopoguerra,forse era meglio se non lo citava in quanto fu uno dei primi a sostenere la legittimità dell’evasione fiscale quando le pretese dello stato diventano insostenibili.

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