Raschiando il barile tedesco…
Nel marasma finanziario che, per la seconda volta in pochi anni, sta mandando sottosopra gli ambiziosi piani riformatori dell’esecutivo tedesco, c’è, a dire il vero, ancora spazio per l’approvazione di qualche provvedimento – in versione liofilizzata, ma pur sempre- condivisibile. Mi riferisco al taglio delle sovvenzioni alle lobby del solare (-16%) e all’accorciamento del servizio militare/civile da nove a sei mesi. Entrambe le misure, previste dal patto di coalizione siglato nell’ottobre scorso, sono un compromesso tra liberali e democristiani. Nonostante l’annacquamento rimangono però una buona cosa. Ecco perché.
1) Come ricordammo già in questo articolo per AGI-Energia dell’ottobre scorso, i sussidi al solare sono ormai unanimemente considerati inefficienti (non dai Verdi, vabbé..) rispetto a quanto erogato per altre fonti di energia rinnovabile. Anche gli investimenti nel settore sono assai stagnanti e quasi tutti di fonte pubblica, mentre questo non è il caso dell’eolico, relativamente più concorrenziale e con una quota di investimenti privati molto più elevata, come ricordano anche dall’IW di Colonia. Manca ancora il voto del Bundesrat, ma siamo in dirittura d’arrivo. Bene.
2) L’FDP avrebbe voluto un’abolizione totale, sul modello di molti altri stati europei. Come accaduto altrove, ha dovuto piegarsi e accettare soltanto una ulteriore riduzione del periodo di coscrizione obbligatoria. Vena militarista dei democristiani? Niente affatto; o meglio, non solo. Eliminando il servizio militare, si sarebbero tagliate le ali anche ai nove mesi (già ridotti nel 2004 dai tredici precedenti!) di servizio civile, potente mezzo di ammortizzazione sociale. Con 10 euro al giorno- alla faccia del precariato!- decine di migliaia di studenti svolgono servizi di prima necessità in case di riposo, ospedali, enti pubblici e privati. Un esercito di parastipendiati pubblici che non si esaurisce mai. Privarsene non sarebbe affatto popolare. Ed Angie bada alla sostanza.
E poi si lamentano del dumping sociale dei cinesi. Vabbé…
…Leggendo l’articolo mi pento anch’io di non avere più in Italia lo stesso potente mezzo di ammortizzazione sociale, anche vista altra e variegata spesa pubblica…Il taglio totale alle sovvenzioni per l’eolico era idealmente auspicabile davvero.
E.C. Pardon…Sovvenzioni per il solare…
@michele penzani
Caro Penzani, che per chi ne fruisce sia un vantaggio non c’è dubbio. In un’ottica liberale bisognerebbe chiedersi se sia giusto simulare uno stage, quando in realtà ci si trovi di fronte ad un rapporto di lavoro subordinato. Come non è corretto nel settore privato, non dovrebbe esserlo nemmeno nel settore pubblico. In secondo luogo, se un’attività è volontaria, è tale perchè posso decidere di sottrarvimi. Qualora non sia così, c’è ben poco di volontario e molto di coercitivo.
Venendo all’Italia, il servizio civile (oggi davvero volontario) assorbe ancora un numero notevole di giovani. Ulteriore corollario: non è vero che abolendo la coscrizione obbligatoria, l’ammortizzazione sociale cali drasticamente.
@Boggero…Vero.
Considerando lo stage un periodo di formazione e responsabilizzazione post-scolastico, il suo utilizzo “pseudo-volontario”, solo a mio avviso, ci può anche stare.
Altrettanto vero che abolendo la coscrizione obbligatoria l’ammortizzazione sociale non cala drasticamente (non mettendo neppure in discussione la qualità del servizio che ne consegue)…Solo a parer mio valuto positivamente il servizio civile (e militare) obbligatorio, come potente strumento di coesione sociale in un contesto di trasformazione ed integrazione culturale.
Chiaro che, liberisticamente parlando, al di là delle buone intenzioni di qualsivoglia strumento sociale, vi è sempre il rischio di critica e sospetto nel “peso” di ogni sovvenzione statale.