Quanto conta Keynes nella storia del pensiero?
Dopo la segnalazione dell’articolo di Steele da parte di Oscar Giannino, eccoci con un altro link: a questo veloce, ma illuminante, post di Jerry O’Driscoll, stavolta su macroeconomia e keynesismo. Che potrebbe venir utile per aprire più vasti dibattiti, sull’effettiva importanza di Keynes nella storia del pensiero economico, sulla sua “vittoria” “più polemica che sostanziale° nei dibattiti di allora (per lo “scontro” sulla scuola austriaca, si veda questo libro, che svolge un po’ la funzione assolta dalla raccolta “A tiger by the tail” curata da Sudha Shenoy: ovviare al “rimpianto” di Hayek, di non aver mai scritto una confutazione della General Theory). Questo il nocciolo del ragionamento di O’Driscoll:
Much of the current debate is really over Smith’s original formulation: does savings add to or subtract from aggregate demand? Smith said savings is its own source of demand, while Keynes postulated that an increase in savings equated to an increase in the demand for money (liquidity preference).