Qualche numero
Bella intervista di Luca Salvioli ad Angelo Spena, che ha calcolato il numero di ore annue di funzionamento delle varie fonti energetiche impiegate nella produzione di elettricità (il dato sul termoelettrico mi sembra un po’ alto, però). Il numero ridotto (e sostanzialmente casuale) di ore in cui gli impianti rinnovabili entrano in funzione è una delle ragioni del loro costo, rispetto alle fonti tradizionali. E’ però importante, sempre, porre questo tipo di riflessioni nella giusta prospettiva: è assurdo, infatti, essere “contrari” (o “favorevoli”) a prescindere a una fonte di energia. Anzitutto, i valori medi sono, appunto, medie: in condizioni particolari possono essere molto diversi. Secondo, e più importante, ciascuno (nel senso: ciascun individuo e ciascuna impresa) ha il diritto di comporre come vuole il suo portafoglio di fonti. Il costo di generazione è solo una delle variabili considerate, e non necessariamente la più importante. Il problema sorge però quando dall’universo delle libere scelte (e anche dei liberi errori, e anche delle libere scommesse) si passa alla richiesta di sussidi: allora è ragionevole entrare nel merito tecnico delle cose. Se bisogna sussidiare, meglio farlo a favore di tecnologie che funzionano – se non altro perché, a parità di energia prodotta, il sussidio presumibilmente costa meno. Ma meglio ancora non farlo affatto.
sebbene a prima vista il suo ragionamento fili la tecnologia non è statica e la selezione su quali tecnologie utilizzare influenza le traiettorie future ovvero gli sviluppi. in proposito le suggerisco Arthur, W. B. (1989). Competing Technologies, Increasing Returns, and Lock-in by
Historical Events. Economic Journal 99 credo che queste argomentazioni siano altrettanto logiche