Puttane e fascisti di sinistra
Un’ordinanza del comune di Genova proibisce alle prostitute “atteggiamenti di richiamo” quali il “saluto allusivo” o “l’abbigliamento indecoroso che mostra nudità”, mentre i potenziali clienti non potranno “chiedere informazioni finalizzate ad acquisire prestazioni sessuali” né “eseguire manovre pericolose di intralcio alla circolazione stradale”. Queste misure anti-prostituzione rappresentano il secondo “contrordine compagni” consecutivo dell’amministrazione guidata da Marta Vincenzi.
A differenza delle manovre precedenti, questa è una dimostrazione del fatto che aveva ragione Ennio Flaiano quando diceva che “i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti”.
Prima la giunta di centrosinistra ha pensato di fare la guerra ai “bassi” dove le lucciole ricevevano i clienti. Poi ha deciso di stilare un protocollo d’intesa affidando alle ragazze addirittura il compito di presidiare il territorio. Adesso, SuperMarta rimette la faccia cattiva e fa approvare un’ordinanza che, fatto salvo l’aspetto parzialmente condivisibile sulla circolazione stradale, equivale a gettare una bomba atomica sul quartiere per fermare un rapinatore (qui un articolo di Enrico Musso, avversario di Vincenzi alle scorse elezioni comunali e suo possibile rivale alle prossime).
Intendiamoci: la prostituzione solleva infiniti problemi, di pubblico decoro e sanitari anzitutto, ed è giusto cercare strumenti per coniugare la tutela dell’ordine pubblico con l’attività delle prostitute. E’ invece più che sbagliato, è inutile, impossibile e indesiderabile l’idea di sopprimere quello che, non a caso, è chiamato il mestiere più antico del mondo. Ma è semplicemente inaccettabile, per chiunque abbia a cuore le più basilari libertà civili, creare delle norme che hanno, se non l’obiettivo, sicuramente l’effetto di limitare la libertà di parola.
Quello che desta scandalo non è solo la natura di un provvedimento come questo, che sembra la caricatura di una grida manzoniana. È facile immaginare che le multe verranno impugnate, e sarà divertente vedere in che modo i vigili difenderanno il loro operato: cosa distingue una prostituta da una non prostituta? Che differenza c’è tra un cliente che negozia con una prostituta, e un uomo che parla con una donna? Quando le nudità diventano indecorose? Quale particolare rende un saluto “allusivo”?
Il problema, dal mio punto di vista, non è quello tecnico di definire tutte queste cose, e definirle in modo che sia convincente per un giudice (tutti sappiamo distinguere un gesto allusivo da uno innocente, ma dimostrare che è allusivo è un altro paio di maniche). Quello che trovo inammissibile è che una serie di attività di per sé lecite – lanciare uno sguardo lascivo, azzardare una scollatura ambiziosa, discutere sul valore di un pompino – vengano multate perché, si suppone (ma non si sa e non si può dimostrare), possono condurre a un reato (l’adescamento). Se due persone chiacchierano su come mettere una bomba nel Parlamento (alzi la mano chi non l’ha mai fatto), ma non prendono nessuna iniziativa che possa condurre a compiere quel gesto, non sono condannabili. E tutti quanti (spero) siamo d’accordo sul fatto che non devono essere condannabili. Perché la libertà di parola non può dipendere da quel che si dice o, peggio ancora, da come lo si dice. La libertà di parola è libertà, o non è.
Quindi, nel momento in cui viene emanata un’ordinanza come questa, non stiamo più parlando di prostituzione. Stiamo parlando di libertà di parola. Stiamo parlando della libertà di alcuni uomini di discutere con alcune donne, e di alcune donne di guardare alcuni uomini in modo provocante e di vestirsi come gli pare e piace. Non dobbiamo e non possiamo mai perdere di vista che prima di essere puttanieri e puttane, essi sono – appunto – uomini e donne. Se rinunciamo a riconoscere questo fatto perché le puttane stanno male e i puttanieri ci fanno schifo, stiamo rinunciando a un pezzo importante della nostra libertà. Stiamo appaltando i nostri diritti a un fascismo sottile e moralista, stiamo dimenticando che, nel momento in cui ci lasciamo amputare uno scampolo di libertà che noi personalmente non usiamo, abbiamo implicitamente venduto l’anima al diavolo del potere. In quel momento, proprio mentre concediamo una firma che non potremo mai più ritirare, abbiamo messo a disposizione tutta la nostra libertà, perché ci sarà sempre qualche nostra abitudine, qualche nostro vezzo, qualche nostro vizio e qualche nostra virtù che agli altri non interessa e che a qualcuno non piace.
Come disse Jake Blues, “io li odio, i nazisti dell’Illinois”.
Sante parole. D’accordo su tutto.
Ma il guaio è che anche senza questa ordinanza “la libertà di parola dipende da quello che si dice”: Diffamazione o Apologia di reato non sono forse “reati” in contrasto con la libertà di parola?
Concordo in pieno. Qui dalle parti di Brescia è già un annetto che vengono elevate simili contravvenzioni. Quando i coraggiosi che hanno impugnato le multe giungeranno al verdetto finale ne vedremo delle belle!
bellissimo articolo; sottoscrivo dalla prima all’ultima parola e condivido su facebook
Vero Verissimo. Giusta considerazione, grazie di avermici fatto pensare, vorrebbero introdurre il clima che fa da scenario in 1984 di Orwell.
Che dire; provvedimenti da operetta, buoni solo per fare scena, lo stato dovrebbe decidere cosa fare con la prostituzione questo stato di semilegalità “ignorata” non può durare oltre e dunque : è legale o no? Se si deve essere “contenuta” come lo era prima della legge merlin, nel caso fosse illegale allora bisogna procedere con arresti (ed espulsioni in caso di clandestini) a catena. Lo stato dovrebbe dire o Si o No basta con questi Nì di convenienza.
@Lorenzo Imbasciati
Diffamazione e Apologia sono un “eccesso” della libertà di parola, io posso criticare liberamente, posso dire che vorrei demolire il parlamento a cannonate che non mi piace il presidente del consiglio, la Chiesa e quant’altro. Ma “insultare” è diverso, se è vero che ogni libertà deve essere bilanciata da un diritto, la libertà di parola non può entrare in contrasto con il diritto di una persona all’onore ed all’integrità personale. Senza questo contrappeso la libertà di parola diventa quella fitta sassaiola dell’ingiuria che ci circonda sempre più sulla lunga strada dell’anarchia.
La legge merlin è statp il frutto di un inutile accordo tra moralità simil-statale e bigottismo estremo.
Sinceramente non capisco come nel 2010 in uno stato “normale” non riesca ad arrivare al punto di dire ” ok..ok..i tempi sono cambiati.. riapriamo le Case, così diamo un colpo al cerchio, uno alla botte ed uno alla cassa che piange”. Berlino, lume della comunità europea come la stessa Germania, i famosi ( e rimpianti) “bordelli” sono legali, così come in altre città; tengono le strade pulite ( o almeno ci provano) fanno turismo e battono cassa. Eticamente non ci vedo nulla di scorretto ( e qui mi aspetto un linciaggio), visto che ogni essere umano è padrone del proprio corpo ( quindi se domani mi voglio tatuare in fronte Hayek Uber Alles lo posso fare tranquillamente).
La cosa mi rattrista in quanto continuo a vedere una Italia bigotta e priva di slancio, dove senza il patrocinio/latrocinio della Santa Romana Chiesa non si può fare nulla di innovativo ( chissà poi se pagheranno ,dopo la pronuncia della Ue, le varie tasse arretrate..io non ne sento più parlare); e stiamo parlando del “mestiere più antico del mondo” ( come ha ricordato il buon Carlo Stagnaro), non sia mai dovessimo iniziare un dibattito sull’uso della cannabis a scopo terapeutico, finiremmo in guerra civile ( gli US, dove il proibizionismo è di casa, stanno man mano aprendo il mercato, la California dovrebbe legalizzare del tutto, il Canada idem..ma è come parlare di un altro pianeta in un altra galassia).
Riapriamole ed Amen.
Oltre alla questione specifica della prostituzione, Staganaro pone una questione piu’ ampia, quella della necessità di tutelare le liberta fondamentali degli individui.
C’e’ in giro un moralismo “peloso”, di prevalente matrice catto-comunista, al quale aderiscono schiere di giornalisti, opinionisti, nani e ballerine, che fa si che quando si verifica un singolo comportamento deprecabile – anche uno solo su cento milioni – si invoca subito l’emissione di leggi, regolamenti e divieti che vanno a limitare la liberta’ di tutti i cittadini.
Cosi’ una prostituta troppo procace o un cliente spericolato alla guida generano norme e divieti da stato talebano.
E cosi’ pure accade che un manipolo di tifosi intemperanti catalizzi l’imposizione di restrizioni e barriere (biglietti nominali e tornelli) che diventano una limitazione della libertà per milioni di altri pacifici spettatori.
Per non dire della demagogia applicata alla circolazione stradale che moltiplica divieti, autovelox e multe con il solo risultato di rimpinguare le casse comunali, senza alcun beneficio reale in termini di sicurezza.
In Lombardia, in nome dell’aria pulita, venne improvvisamente messo fuori legge l’80 % dei ciclomotori: provvedimento inutile, demagogico, controproducente e limitativo delle liberta’ di milioni di utenti.
Siamo arrivati al punto che il cittadino italiano medio sogna di emigrare in Madagascar, pur di ritrovare un minimo di libertà di movimento !
L’unica speranza e che il continuo regolamentare e vietare da parte dei suddetti politicanti moralisti, raggiunga un limite tale per cui la corda della pazienza dei cittadini, dopo essere stata tanto tirata, finisca con lo spezzarsi, fino alla ribellione generalizzata.
Ma forse questo e solo un sogno che rimarra’ tale.
bello questo articolo demagogico per puttanieri di ritorno,con contorno di peana di parvenues progressisti.
Prendiamo atto che Stagnaro , Spartacus de noantri delle prostitute, non sa distinguere un abbigliamento da troia da marciapiede da un comune vestito.Se fossi sua moglie, madre, sorella mi preoccuperei…..
Una unica osservazione (per il resto, condivido tutto l’articolo): i comunisti si chiamano comunisti, non fascisti di sinistra. Comunisti erano, e anche se adesso si vergognano un pochino-ino-ino, comunisti sono rimasti. Nel cervello.
NB: Nello stato pontificio i bordelli erano legali. Tutte le leggi più cretine riguardo la prostituzione le hanno fatte i socialisti, in nome del loro concetto fanciullesco di emancipazione femminile. Fu così con la legge Merlin (deputata socialista), e a quanto pare continuano.
Ma se i vigili trovano una puttana “ottimista e di sinistra” come quella di Lucio Dalla: http://www.youtube.com/watch?v=JDNGvuXBAaY multeranno anche quella?
@Massimo
se è ottimista no…
@Oliviero
Basta piazzarsi all’uscita di qualche discoteca per avere seri dubbi nel distinguere gli abiti delle prostitute da quelli delle donne normali.
@Alberto
Alt! Non è di certo uniformandoci ad Amsterdam o Berlino che si diventa progressisti e moderni, i bordelli con vetrina e le fumerie all-inclusive non ti rendono avanzato. Se lei crede che una donna che si prostituisce per guadagnare dei soldi ed uomo che si droga per divertirsi siano eticamente accettabili credo che sia un suo punto di vista personale (no niente linciaggi oggi sono stanco) discutibile che comunque rispetto, fermo restando ci sono molti altri che la pensano diversamente al di la di ogni “categorizzazione sociale”, perchè l’etica non appartiene ad una categoria o ad una classe o ad una fede. Per quanto mi riguarda queste pratiche sono eticamente e socialmente sbagliate e nella loro regolamentazione non ci vedo nulla di più della legalizzazione di un vizio che potrebbe avere qualche risvolto positivo solo per le casse dell’erario, ma non per il vivere civile. Parlando di progressismo e restaurazione, dobbiamo anche annoverare paesi come La Svezia nazione avanzatissima per antonomasia nella quale la prostituzione è ILLEGALE (da noi è solo deregolamenta) ed il consumo di sostanze psicoattive è vietato al pari se non peggio dell’Italia. E li la Chiesa Cattolica c’entra poco, dato che il paese e quasi totalmente agnostico. Ed allora gli Svedesi sono bigotti agnostici?
Il progresso di una società non credo si misuri dalla quantità di vizi legalizzati che ha e nemmeno dalle quantità di scuse che adotta (La Chiesa, I Sindacati, I Poteri Oscuri) per evitare di cambiare, per questo il suo discorso fa acqua, l’italia è vecchia, perchè così fa comodo a tutti, ognuno “mantiene” i suoi privilegi e poco importa se questo manda il paese alla rovina.
@Giovanni Cincinnato
Adoro il civile discutere..quindi “fuoco alle polveri!”
Partiamo dalla definizione di vizio, quale : “Tendenza e abitudine al male, spesso contrapposto a virtù”o anche “attiva abitudine, atteggiamento negativo di varia gravità” ( vocabolario online, tanto per citare le fonti).
Così inteso, potrei capire il termine associato ad una depenalizzazione delle canapa, ma verso la prostituzione non sarebbe ,diciamo, “ficcante”.
Io non ne faccio un discorso basato sull’etica, ma prettamente economico, poi se vogliamo parlare di “vivere civile”.. credo che dovremmo partire da argomenti “micro” ( prima cosa che mi viene in mente è la sosta in doppia fila.. meglio che non vada avanti) che da argomenti “macro” ( come la prostituzione), dato che sotto questo punto di vista l’Olanda non è che sia una “pecora nera”,per non parlare del Canada ( ancora di più rispetto alla terra dei Mulini).
Lei ( o tu.. ma manteniamo il “lei”), ha, giustamente, esposto la sua visione rispetto a convinzioni personali (giustissime e legittime), ma che alla stessa stregua del mio argomentare “fanno acqua” da tutte le parti, diciamo che nella parte
“legalizzazione di un vizio che potrebbe avere
qualche risvolto positivo solo per le casse dell’erario,
ma non per il vivere civile”
Lei ha fissato dei parametri che, come di certo lei ben saprà, tendono a mutare nel corso del tempo , sempre uno a caso… l’attenuante del “delitto d’onore” rispetto all’uxoricidio, ora abolita, non mi sembra oggigiorno un caso significativo per il vivere civile, magari al tempo era una cosa anche positiva ( come anche il matrimonio riparatore). Sostanzialmente quello che voglio sottolineare è che il “vivere civile” deve necessariamente fare riferimento ad un dato periodo storico, e non può essere cristallizzato in valori tipo Dio,Patria e Famiglia; la società tende ad evolversi ( o ad involversi) con tutto quello che ne genera (degenera), quindi prendere una posizione rigida è del tutto inutile, bisognerebbe soltanto guardare senza pregiudizi e catechismi vari quello che accade.
Per quanto riguarda l’ “erbagatta” ognuno ha le sue convinzioni,io ho le mie e rispetto pienamente le sue.
Nell’ultima parte del discorso concordo pienamente con lei.
Che bello il confronto.
Ciao
@Alberto
Ma usiamo anche il tu per me va bene 🙂 !
La mia accezione di vizio, è più assimilabile alla tendenza nel perpetrare comportamenti negativi in maniera compulsiva o quanto meno distorta. Senza perdersi nella semantica, non reputo la sessualità a pagamento come un comportamento qualsiasi da regolare come un mercato qualunque, l’idea che per soddisfare un istinto “ludico” io debba pagare una terza persona mi sa un po di squallido, certo forse Machiavelli e Guicciardini mi avrebbero ribattuto che in fondo non si paga una donna per soddisfare dei bassi istinti ma per farla andare via subito dopo, ma come hai giustamente detto questo è un parere personale. Di certo non amo la legge Merlin, che ha tolto la prostituzione dai postriboli per metterla in mano alla criminalità organizzata sulle strade e le tangenziali.
Se ti ho detto che un tuo ragionamento fa acqua, era in merito alla tua “sterzata” sul clericale, come ti ho detto, non dipende dal clero tutto quello che in Italia non va e non si può fare, e su certi temi è ovvio che la Chiesa mantenga una posizione coerente con quanto prescritto dai pilastri della fede, dunque nulla di nuovo. Ovviamente non ti aspetterai che il Papa si affacci su piazza san pietro con un joint in mano bandendo la giornata mondiale dello striptease !
Concordo sul fatto che la società evolve, certe cose che prima erano “impensabili” ora sono normali e a ragion veduta, sui mutamenti della normativa mi soffermo poco, di per se la legge è un costrutto che sfida inutilmente il tempo fissando nel proprio testo l’immagine di un presente che aspetta solo di essere sorpassato dagli avvenimenti futuri, il destino delle norme poi dipende dalla loro natura, tanto più rigida e minuziosa sarà la trattazione tanto più velocemente diventerà inadeguata e di conseguenza più alto sarà il rischio di abolizione di contro se la trattazione sarà più ampia e generica, maggiore sarà la durata e più alta la capacità di adattamento ai contesti storici.
La mia posizione non è rigida è piuttosto ponderata, se è vero che bisogna sforzarsi di essere obbiettivi è altrettanto vero che non è possibile distogliere la nostra mente dall’elaborare giudizi e considerazioni, credo che l’esercitare la propria capacità di giudizio sia una delle più alte forme dell’intelligenza umana mentre il non esprimersi, il non giudicare, l’abbandonarsi al politically correct è forse il più grande spreco delle facoltà intellettive e morali dell’individuo, che così facendo si accontenta di essere parte di una massa acritica ed insensibile che genera quella frantumazione sociale che la nostra società sta sperimentando.
Riguardo l’erbagatta non credo che sia in cima alla lista dei problemi della Repubblica e comunque l’argomento meriterebbe approfondimenti in una sede diversa da questa.
Salute
Vizio è una definizione morale non etica. L’etica e la Morale sono due cose diverse e a volte contrapposte. Ad esempio l’enunciazione che la libertà è il bene supremo per l’Uomo è etica nella società occidentale contemporanea ma può essere contraria alla Morale in quanto per certe morali alcune libertà non andrebbero consentite. Per quanto riguarda la prostituzione, parlando di proibizioni o di regolamentazioni se ne può parlare solo in termini di Diritto, fino a quando la nostra Nazione sarà laica e uno stato di Diritto. Quindi lasciando gli aspetti morali solo alla coscienza individuale, allo status quo la prostituzione non è reato, ergo qualsiasi azione volta a contrastarla costituisce essa stessa un reato, quello della limitazione di un diritto, che se poi è perpetuato con l’ausilio di una carica pubblica è ancora più grave, in quanto presuppone un abuso di potere. Se verrà mai approvata una legge che configuri la prostituzione come reato allora si potrebbero mettere in atto anche provvedimenti volti al contrasto e alla prevenzione di tale delitto, ma fino ad allora tutto ciò sarà sempre e solo in violazione del Diritto e della Costituzione. Prima o poi qualche costituzionalista deferirà alla magistratura qualche ministro o “sindaco sheriffo” che commetta questi abusi, le occasioni non mancherebbero di già. Per il resto aspettiamo tutti quanti di poter emigrare in un paese civile come la succitata Germania.
@Giovanni Cincinnato
E “Tu” sia!!
Ciao Giovanni, mi fa’ molto piacere trovare una persona con cui poter dialogare in maniera civile su argomenti di questo tipo;
Abbiamo due posizioni ben distinte ed è quello che è importante al fine di poter avere un dialogo costruttivo.
“vviamente non ti aspetterai che il Papa si affacci su piazza san pietro con un joint in mano bandendo la giornata mondiale dello striptease !” (stò ancora ridendo… chissà magari un giorno…)
Dal basso dei miei 24 anni, spero di poter incontrare sempre più persone aperte al dialogo come te e come molti frequentatori di questo blog.
Ti auguro un buon fine settimana.
@Francesco
esattamente.E non è per far polemica, ma in discoteca ho potuto ammirare ragazzine, anche minorenni, il cui vestiario faceva apparire monastico quello delle prostitute. Siccome in discoteca ci ho lavorato, ne ho viste di tutti i colori, vi assicuro.
scusi , ma secondo lei questa performarnce in un locale di genova configura saluto allusivo?http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-19945.htm
le la sindachessa avesse applicato la sua ordinanza e arrestato la sciagurata nipote di mubarak avrebbe risparmiato un sacco di guai al nostro premier. in ogni caso se la procura antimafia nella persona della dott. bocassini trova il tempo e il (nostro )denaro per occuparsi di queste cose lei vuole prendersela con la vincenzi?
E’ uno spunto di rilfessione davvero molto importante. Nella Costituzione italiana si celano molti di questi paradossi para-liberali. Gli articoli sulla libertà del pensiero sono arzigogolati in maniera molto poco chiara, anche li è presente il famigerato “limite del decoro pubblico”.
Quale giudice può definire cosa è decoroso oppure no?
I quadri di Caravaggio secoli fa erano considerati indecorosi, oggi sono considerati capolavori.
Ma poi per piacere, facciamo moralismi su queste cose quando il linguaggio televisivo è sceso a un livello senza precedenti.
Ultimo spunto e provocazione che voglio lasciare riguarda una recente proposta avanzata (per ora solo in maniera sloganistica) dal presidente della Camera Fini: inserire nell’ordinamento giuridico italiano il reato di negazionismo.
Tralasciando che le norme per colpire eventuali “negazionisti” i giudici le hanno già volendo (Ex. apologia di genocidio), e non volendo assolutamente mettere in discussione la veridicità dell’ Olocausto, quello che mi domando è: Se impediamo preconcettualmente agli Scienziati Storici di fare ricerca storica, quante chance ha la “verità” di essere scritta nei libri di storia?
Come qualcuno ha giustamente già osservato, potremmo a questo punto parlare dell’istituzione di un “Ministero della Verità”
Purtroppo “i fascisti di destra” al governo hanno pensato bene che era il caso di non farsi insidiare il primato da quelli di sinistra: stando alle anticipazioni giornalistiche, l’ennesimo “pacchetto sicurezza” approvato dal consiglio dei ministri di fatto tramuterebbe in reato penale i comportamenti vietati dalle ordinanze dei sindaci finora puniti solo con una sanzione amministrativa pecuniaria. Di male in peggio.
..ma quando si avrà il coraggio di di legalizzare la prostituzione o al contrario di proibirla del tutto ? Questa ipocrizia del non-proibito-ma-non-legale, tipicamente italiana, ci fa vergognare!
Condivido parola per parola l’articolo.
Si tratta di una scidonata bella e buona.
C’è solo da aggiungere che i vigili avranno un tremendo potere discrezionale, che vorrei sperare, ma non spero, non venga usato a fini ricattatori (in parole semplici, o me la dai gratis o ti faccio un verbale in cui affermo che mi hai sorriso allusuvamente)
BRAVO, BRAVISSIMO STAGNARO, molto elegante ed al tempo stesso incisivo.
Il suo articolo mi fa sovvenire RICORDI della mia infanzia, avevo 10 anni circa, diciamo 50 anni fa, quando in macchina con mio padre si rientrava la sera a GENOVA dai suoi viaggio di lavoro fuori regione, ove spesso l’accompagnavo perche’ amavo stare con lui. I fanali di Via San Vincenzo e Via San Lorenzo (guarda caso nomi di Santi) illuminavano presenze femminili (al tempo certamente femminili) addossate ai portoni o all’angolo dei CARRUGGI che, pur conscio del motivo della loro presenza in quei luoghi ed a quell’ ora ( senza bisogno dell’EDUCAZIONE SESSUALE) percepivo come qualcosa di bello, di semplice e di rassicurante: ANCHE DI NOTTE C’ERANO IN GIRO LE DONNE, NON SOLO FARABUTTI E CRIMINALI.
Oggi grazie ai “fascisti antifascisti” che da sempre governano la citta’ Genova e’una desolazione ove di notte trovi solo pochi gruppetti di sbandati che cercano divertimento in locali di quart’ordine, qualche gazzella della Polizia e tanti gatti randagi, perche’ le cosi’ dette “persone per bene” stanno a casa; certo, se dopo una cena al ristorante dove hanno bevuto un bicchiere di vino, la Polizia li ferma e toglie loro la patente di guida per sei mesi mentre farabutti e drogati girano pressoche’ indisturbati, non resta loro che rimanere a casa. Piu’ REGOLE la gente invoca, meno LIBERTA”avra’.
Per approfondimenti ed altre IDEE: http://WWW.SEGESUFOSSETREMONTI.BLOGSPOT.COM
Grazie per l’ ospitalita’ e la tolleranza.
Perchè perseguitare?Semplicemente, per me, non si capisce l’enorme potenzialità della prostituzione. Regolamentarla e tassarla come le cilindrate delle auto, iva al 20% regime normale e piu’ altra per le escort d’alto bordo.
E poi il gioco d’azzardo: un casino’ ogni 500.000 abitanti.
Aggiusteremmo i conti pubblici in 10 anni. E toglieremmo due giri d’affari enormi alla criminalità organizzata.
Ma no, meglio multare chi si ferma a tirar su una ragazza, per “reprimere il fenomeno”.