Punto e a capo n. 27
5 news di tecnologia – Rubrica di Claudia Giulia Ferrauto
Indagato Elon Musk padrone Tech del cielo e della guerra
Apriamo la nuova stagione di questa rubrica settimanale tornando su su tema con cui a sua volta aprimmo sette mesi fa questo spazio: come i BigTech in mano a pochi privati influenzano la geopolitica mondiale. È nuovamente tornato all’attenzione della cronaca la scelta della sospensione dei servizi satellitari Starlink per l’Ucraina ( qui) grazie all’uscita della biografia di Walter Isaacson su Elon Musk, emerge come Elon avrebbe ordinato di disattivare la rete satellitare Starlink l’anno scorso con la chiara volontà strategica di ostacolare un attacco dell’Ucraina contro la flotta russa, in modo (sostiene lui) di evitare una possibile escalation nucleare russa. La senatrice Warren chiede al Pentagono di aprire un’indagine su Elon Musk – qui.
Tradewar: Apple giù del 6.8 %, un crollo di 200 miliardi a Wall Street
La Cina fa la prima mossa di nuova partita nel tiene a scacchi della tradewar Usa-Cina. Apre con l’avanzamento dei due pedoni affiancati:
- Prima vieta l’utilizzo di iPhone ai funzionari governativi e alle imprese di Stato, facendo registrare a Cupertino un crollo verticale in Borsa, che porta le azioni di Apple a scendere del 5,1%, toccando poi il crollo giù di quasi altri due punti in meno di 48 ore.
- Poi il lancio del nuovo Huawei
Per Apple la Cina è un mercato fondamentale, il 10% di tutti gli smartphone venduti nel mondo approda(va)no all’ombra del dragone. Storia da seguire su cui torneremo. Ne da notizia Bloomberg QUI.
Social network e propaganda
La Commissione Europea ha pubblicato uno studio sulla propaganda e la disinformazione condotta sui social network dalla Russia riguardo alla guerra contro l’Ucraina. E sì, anche qui c’entra nuovamente Musk.– QUI.
Google continua a promuovere l’innovazione e a plasmare il futuro dell’intelligenza artificiale.
In arrivo per l’autunno 2023 il nuovo LLM (AI) di Google. Si chiama Gemini e ha capacità (almeno sulla carta) decisamente superiori agli altri sistemi. Qui le differenze tra Google BARD e Gemini: un’analisi comparativa.
I diritti digitali sono diritti umani
Cinque esperti leader nel settore tecnologico hanno contribuito a una ricerca che ha coinvolto oltre 12.000 consumatori nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Giappone, intervistati per comprendere le loro esigenze, bisogni, i desideri digitali e infine le loro opinioni sul futuro dell’impegno digitale e dei social media.
Ma perché un’azienda di cosmetici si impegna nel lavoro di etica digitale? Jack Constantine, Lush CDO, lo spiega benissimo: “I diritti digitali sono diritti umani e senza un cambiamento consapevole a livello globale e olistico tali diritti sono compromessi” – qui.